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http://www.carmillaonline.com/2016/03/05/gigi-roggero-elogio-della-militanza/
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si confronta con la contraddittoriet e la sporcizia del reale solo chi si sente debole: il militante, forte della propria
inflessibilit strategica e al contempo dalla sua estrema flessibilit tattica, efficace solo se situato dentro le
contraddizioni del reale, piegandole agli interessi della propria parte, immaginando alleanze spurie, sintesi sociali
eterodosse, strade alternative a quelle libresche. Tutto al fine di tornare ad incidere davvero nella societ e nei suoi
rapporti di potere, in altre parole riappropriandosi di un orizzonte maggioritario, distante da settarismi, minoritarismi
inconcludenti, dogmatismi o, al contrario, esaltazioni spontaneistiche e sottoculturali. Davvero rara, di questi tempi,
tale generosit danimo nel saper porre a critica il comodo esistente nel quale ci autoproduciamo, e nel voler
coraggiosamente indicare una strada da perseguire che preveda la rottura con certe comodit intellettuali. Se non
tutto condivisibile, il metodo proposto quello da seguire: aprire un dibattito e vedere cosa ne esce fuori, tornando
a fare inchiesta.
[1] A titolo di esempio: Paolo Cassetta, Emilio Quadrelli, Noi saremo tutto nuova composizione di classe, conflitto
e organizzazione, Gwynplaine edizioni, Camerano (An) 2012; Clash City Workers, Dove sono i nostri lavoro,
classe e movimenti nellItalia della crisi, La Casa Usher, Firenze 2014.
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