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Soren Kierkegaard

Ci di cui ho veramente bisogno di chiarire nella mia mente ci che devo fare, non ci che devo conoscere, pur considerando che il conoscere deve precedere ogni azione. La cosa importante capire a che cosa sono destinato, scorgere ci che la Divinit vuole che io faccia; il punto trovare la verit che vera per me, trovare l'idea per la quale sono pronto a vivere e a morire

Cenni di biografia
Kierkegaard nacque in Danimarca a Copenhagen nel 1813. Educato da un padre anziano nel clima di una religiosit severa, si iscrisse alla facolt di teologia di Copenhagen. Impieg 10 anni per laurearsi, e dopo la laurea non intraprese la carriera di pastore alla quale era abilitato. A Berlino segu alcune lezioni di Shelling, ma ne fu presto deluso. In seguito, visse a Copenhagen con un capitale lasciatogli dal padre, grazie al quale pubblic a spese proprie dei libri che firm con pseudonimi. Questi libri e pseudonimi, talvolta, discutevano tra loro ( teatro delle maschere). Gli incidenti esteriori della sua vita sono apparentemente insignificanti: il fidanzamento, che egli stesso mand dolorosamente a monte, con Regina Olden; le prese in giro da parte degli studenti universitari che lo consideravano un reazionario bigotto; e la polemica, che occup gli ultimi anni della sua vita, contro lambiente teologico di Copenhagen. Kierkegaard muore nel 1855. La filosofia di Kierkegaard pu essere letta attraverso una riflessione in chiave storica: Kierkegaard vive il momento in cui la societ tradizionale e sicura si sta disgregando nella modernit. Nella modernit, luomo perde la sicurezza di uno schema sociale ben definito ed chiamatoa decidere individualmente per ciascuna scelta di vita. E le scelte sono il dramma della vita umana.

Lesistenzialismo di Kierkegaard
Lesistenzialismo si fonda sullanalisi della concreta esistenza delluomo . In base a questo presupposto, lesistenzialismo non pu che essere anti-idealista ed anti-sistematico. Infatti, se lopera di Kierkegaard non pu essere certo ridotta ad una semplice polemica contro lidealismo romantico, molti dei suoi temi sono la precisa antitesi di quelli dellidealismo. Kierkegaard difende la singolarit delluomo contro luniversalit dello spirito, quella dellesistenza contro la ragione, le alternative inconciliabili contro la sintesi conciliatrice della dialettica , la libert come possibilit contro la libert come necessit. Lesistenzialismo per pu avere un grande rischio: Il solipsismo, cio il caso in cui la propria idea riguarda solo se stessi e non gli altri.

Aut-Aut
forse lopera pi importante di Kierkegaard, e fu scritta nel 1843. Kierkegaard basa la sua opera su un presupposto che lui sente drammatico: la scelta paralizza. Qualsiasi scelta, infatti, sia una possibilit, ma anche il rischio di sbagliare. Questo condanna ogni uomo allindecisione permanente, limpossibilit di ridurre la propria vita ad un compito preciso, di trovare un fine allesistenza, di riconoscersi e attuarsi in una possibilit unica. Lesistenza, inoltre, si presenta nella sua concretezza come un susseguirsi di alternative nette, Inconciliabili ed irripetibili. Queste incrementano, ovviamente, il dramma della scelta. Aut-Aut presenta due stati fondamentali della vita: la vita estetica e la vita etica.

La vita estetica Lo stadio estetico la forma di vita di chi esiste nellattimo, fuggevolissimo e irripetibile. Lesteta colui che vive politicamente, che dotato di un senso finissimo per trovare nella vita ci che vi di interessante, che riesce ad escludere dalla vita la ripetizione, la monotonia. La vita estetica concretamente rappresentata da Kierkegaard in Giovanni, il protagonista del Diario di un seduttore (unopera allinterno di Aut-Aut). Giovanni non interessato alla ricerca sfrenata ed indiscriminata del piacere, alla conquista fisica, al consumo dellatto. Piuttosto gli interessa una conquista puramente spirituale: vuole che le donne e il mondo siano affascinati da lui. Non vuole legarsi perch avverte nel legame una costrizione ed una monotonia. Ma la superficialit della vita estetica rivela la sua insufficienza nella noia, che porta alla disperazione. Lesteta consapevolmente o meno - profondamente disperato. La vita etica La disperazione della vita estetica pu portare, a patto che sia scelta intenzionalmente, ad unaltra alternativa possibile: la vita etica. Essa il dominio della affermazione di s, del dovere e della fedelt alla vita: il dominio della libert per la quale luomo si forma e si afferma. Ci implica una stabilit e una continuit che vita estetica, come incessante ricerca della variet, esclude da s. La vita etica impegnarsi a fondo nel mondo, ed il matrimonio la sua espressione tipica. La persona etica, inoltre, vive del suo lavoro, il quale lo mette in relazione con gli altri e lo rende rispettato e stimato. Per questo Kierkegaard utilizza Guglielmo, il funzionario pubblico serio e integerrimo, come figura della vita etica. La scelta della scelta LAut-aut tra la vita estetica e la vita etica , dice Kierkegaard, in ultima analisi un aut-aut tra il non scegliere e lo scegliere in assoluto. La vita estetica, presuppone una leggerezza che non permette alluomo di mettersi in gioco pienamente, di scegliersi, cio scegliere come determinarsi in maniera assoluta, libera. Chi vive eticamente, invece, si sceglie in maniera assoluta: in maniera assoluta perch non sceglie una qualsiasi determinazione finita di s (non vive, per esempio, con lo scopo di affascinare, il che equivale allo scegliere la determinazione finita del fascino come fine della propria vita) ma sceglie la propria libert, cio in fondo la scelta stessa. Il pentimento Una volta effettuata la scelta assoluta di s stessi, si scopre in s una ricchezza infinita, si scopre che si ha in s una storia che include rapporti con gli altri. Il passato di chi vive eticamente non pi visto come se fosse lopera dellimmaginazione poetica (come farebbe lesteta), ma come profonda radice di s di cui si pienamente responsabili. Per la sua scelta assoluta, chi vive eticamente non pu rinunciare a nulla della sua storia, neanche degli aspetti di essa pi dolorosi e crudeli. Nel riconoscersi in questi aspetti, egli si pente. Il pentimento lultima parola della scelta etica. La scelta assoluta dunque pentimento, riconoscimento della propria colpevolezza, la quale pu essere interpretata sia come il peccato originale, ma anche come il dramma pi concreto e umano espresso da S. Paolo con le parole: Vorrei fare il bene, ma faccio il male, chi mi liberer da questa ferita mortale?". Il riconoscimento della propria colpevolezza quindi lo scacco della vita etica che tende quindi a raggiungere la vita religiosa.

Timore e Tremore

Se tra vita estetica vita etica c un divario profondissimo, ve ne uno ancora pi gr ande tra vita etica e vita religiosa. Kierkegaard chiarisce questopposizione in Timore e tremore, raffigurando la vita religiosa nella persona di Abramo. Vissuto fino a sessant'anni nel rispetto della legge morale, Abramo riceve da Dio un ordine di uccidere il figlio Isacco. Il significato della sua figura sta nel fatto che il sacrificio del figlio non suggerito da una qualsiasi esigenza morale ma da un puro comando divino che contrario la legge morale e allaffetto naturale e non trova alcuna giustificazione innanzi ai familiari stessi di Abramo. Tra il principio religioso che decide di seguire Abramo ed il principio morale non c possibilit di conciliazione. La scelta tra i due principi non pu quindi essere facilitata da nessuna considerazione generale, n si decide in base ad alcuna regola. Quindi, la fede non pu essere un principio generale: un rapporto privato tra luomo e Dio. La religione vera, non quella bacchettona e ritualistica, ma quella che proviene dal nostro cuore e dalle sue esigenze. Questa forma di religione profonda non ha alcuna forma di sicurezza, perch certezza angosciosa. La fede, per Kierkegaard, il capovolgimento paradossale dell'esistenza: di fronte alla instabilit radicale dellesistenza costituita dal possibile, la fede si appella alla stabilit del principio di ogni possibilit, a Dio, cui tutto possibile. Ma come giungere alla fede? Un uomo pu pregare che Dio ci conceda la fede; ma la possibilit di pregare non essa stessa un dono divino? C qu indi nella fede una contraddizione ineliminabile: essa paradosso e scandalo. Cristo il segno di questo paradosso: colui che soffre e muore con un uomo mentre parla e agisce come Dio, colui che e si deve riconoscere come Dio, mentre soffre e muore come un misero uomo. La vita religiosa e dunque nelle maglie di questa contraddizione inesplicabile, che per la stessa dellesistenza umana. Kierkegaard vede perci rivelata dal cristianesimo la sostanza stessa dellesistenza: paradosso, scandalo, contraddizione, necessit e limpossibilit di decidere, dubbio, angoscia sono nello stesso tempo le caratteristiche dellesistenza ed i fattori essenziali del cristianesimo. Da questa concezione profonda ed esistenziale del cristianesimo nasce la critica che Kierkegaard fa alla religiosit pacifica e accomodante della Chiesa danese.

Hegel e Kierkegaard
Hegel Panteismo idealistico Lo Spirito la soggettivit pensante e controlla la storia sistematico Kierkegaard Assoluta trascendenza di Dio: c un abisso tra lui e noi La soggettivit pensante l'individuo, e va rivendicato il diritto del singolo poich ognuno irripetibile e non deve essere soffocato facendone una pedina dello Stato, dello spirito etc. Contrappone alla vita ideale di Hegel la vita concreta, la quale si basa sullanalitica esistenziale

Critica a Kierkegaard: il suo esistenzialismo slega luomo dal suo innesto storico, il ch comporta un rischio di essere solipsista e irrazionalista.

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