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Lettera alla redazione della rivista "Proletarskaja Revoljucija" (1931)

Stimati compagni!
Protesto decisamente contro la pubblicazione nella rivista "Proletarskaja Revoljucija"
(n 6, 1930) dell'articolo antipartito e semitrotzkista di Sluckij "I bolscevichi sulla
socialdemocrazia tedesca nel periodo della sua crisi prebellica" come articolo di
discussione.
Sluckij afferma che Lenin (i bolscevichi) sottovalut il pericolo del centrismo nella
socialdemocrazia tedesca e in generale prebellica, cio che sottovalut il pericolo di
un dissimulato opportunismo e i pericoli di un conciliatorismo con l'opportunismo. Per
dirla altrimenti, secondo Sluckij ne segue che Lenin (i bolscevichi) non condusse una
intransigente lotta contro l'opportunismo, dato che una sottovalutazione del centrismo
, in sostanza, il rifiuto di una sviluppata lotta contro l'opportunismo. Ne segue, in tal
modo, che Lenin nel periodo precedente la guerra non era ancora un autentico
bolscevico, e che soltanto nel periodo della guerra imperialistica, o perfino alla fine di
questa guerra, Lenin divent un autentico bolscevico.
Cos racconta nel suo articolo Sluckij. E voi, invece di stigmatizzare questo "storico" di
fresco come un calunniatore e un falsificatore, intervenite con lui in una discussione e
gli offrite una tribuna. Non posso non protestare contro la pubblicazione nella vostra
rivista dell'articolo di Sluckij quale articolo di discussione, poich non si pu
trasformare in oggetto di discussione la questione del bolscevismo di Lenin, la
questione se Lenin condusse una intransigente lotta di principio contro il centrismo
quale nota variet di opportunismo, o se non la condusse, se Lenin fu un autentico
bolscevico oppure se non fu tale.
Nella vostra dichiarazione "Dalla redazione", inviata al CC il 20 ottobre, voi riconoscete
che la redazione ha fatto un errore pubblicando l'articolo di Sluckij in qualit di articolo
di discussione. E questo, certamente, bene, nonostante che la dichiarazione della
redazione sia apparsa con un grande ritardo. Ma voi fate, nella vostra dichiarazione,
un nuovo errore, dichiarando che "la redazione ritiene politicamente estremamente
attuale e necessaria una ulteriore elaborazione, sulle pagine di `Proletarskaja
Revoljucija', di tutta una cerchia di problemi legati al reciproco rapporto dei bolscevichi
con la II Internazionale prebellica". Il che significa che voi intendete coinvolgere
nuovamente la gente in una discussione su questioni che sono degli assiomi del
bolscevismo. Questo significa che la questione del bolscevismo di Lenin voi pensate
nuovamente di trasformarla da assioma in un problema che necessiti di "ulteriore
elaborazione". Perch, e su quale fondamento?
a tutti noto che il leninismo nato, cresciuto e si rafforzato in una inesorabile lotta
contro l'opportunismo d'ogni risma, nel cui novero anche il centrismo in Occidente
(Kautsky), e il centrismo qui da noi (Trotzki e altri). Questo non possono negarlo
nemmeno i pi diretti nemici del bolscevismo. un assioma. Ma voi ci trascinate
indietro, cercando di trasformare un assioma in un problema che esige una "ulteriore
elaborazione". Perch, su quale fondamento? Forse per ignoranza della storia del
bolscevismo? Forse per un putrido liberalismo, affinch gli Sluckij e gli altri allievi di
Trotzki non possano dire che gli tappano la bocca? abbastanza strano il liberalismo
predicato a spese dei vitali interessi del bolscevismo...

Che cosa propriamente la redazione ritiene degno di disamina e discussione


nell'articolo di Sluckij?
1) Sluckij afferma che Lenin (i bolscevichi) non ha condotto una linea di rottura, di
scissione con gli opportunisti della socialdemocrazia tedesca, con gli opportunisti della
II Internazionale del periodo prebellico. Voi volete discutere a proposito di questa tesi
trotzkista di Sluckij. Ma che cosa c' qui da discutere? Davvero non chiaro che Sluckij
semplicemente calunnia Lenin e i bolscevichi? La calunnia necessario stigmatizzarla,
e non trasformarla in un oggetto di discussione.
Ogni bolscevico sa, se egli realmente un bolscevico, che Lenin ancora molto prima
della guerra, all'incirca dagli anni 1903-1904, quando si form in Russia il gruppo dei
bolscevichi e quando per la prima volta diedero a far sapere di s i sinistri nella
socialdemocrazia tedesca, - condusse una linea di rottura, di scissione con gli
opportunisti sia da noi, nel Partito socialdemocratico russo, sia laggi, nella II
Internazionale, e in particolare nella socialdemocrazia tedesca.
Ogni bolscevico sa che proprio per questo i bolscevichi gi allora (1903-1905) si
acquistarono, tra le fila degli opportunisti della II Internazionale, l'onorevole gloria di
"scissionisti" e di "disorganizzatori". Ma che cosa poteva fare Lenin, che cosa potevano
fare i bolscevichi, se i socialdemocratici di sinistra nella II Internazionale e,
innanzitutto, nella socialdemocrazia tedesca costituivano un debole e impotente
gruppo, non strutturato organizzativamente, ideologicamente non ferrato, e che
temeva perfino di pronunciare la parola "rottura", "scissione"? Non si pu esigere da
Lenin che i bolscevichi promuovessero dalla Russia, per i sinistri, una scissione nei
partiti occidentali.
Non voglio dire cha la debolezza organizzativa e ideologica era un tratto caratteristico
dei socialdemocratici di sinistra non soltanto nel periodo prebellico. Esso, questo tratto
negativo, come noto, si conserv, per i sinistri, anche nel periodo che segu alla
guerra. a tutti nota la valutazione dei socialdemocratici tedeschi di sinistra presente
nel noto articolo di Lenin "Sull'opuscolo di Junius", pubblicato nell'ottobre 1916, cio
pi di due anni dopo l'inizio della guerra, e dove Lenin, criticando tutta una serie di
serissimi errori politici dei socialdemocratici di sinistra in Germania, parla di
"debolezza di tutti i sinistri tedeschi, avviluppati da tutti i lati dall'infame rete
dell'ipocrisia kautskiana, dal pedantismo: dall'`amichevolezza' verso gli opportunisti",
dove egli dice che "Junius non si pienamente emancipato dall'`ambiente' dei
socialdemocratici tedeschi, sia pure di sinistra, che temono la scissione, che temono di
pronunciare fino in fondo le parole d'ordine rivoluzionarie".
Di tutti i raggruppamenti della II Internazionale i bolscevichi russi furono allora l'unico
raggruppamento ad essere in grado, per la sua esperienza organizzativa e
preparazione ideologica, di intraprendere qualcosa di serio nel senso di una diretta
rottura e scissione con i propri opportunisti nella propria socialdemocrazia russa.
Ecco, se gli Sluckij avessero cercato perfino di non dimostrare, ma semplicemente di
ammettere che Lenin e i bolscevichi russi non utilizzarono tutta la loro forza per
organizzare una scissione con gli opportunisti (Plechanov, Martov, Dan) ed espellere i
centristi (Trotzki e altri sostenitori del Blocco di agosto) - allora sarebbe stato possibile
discutere del bolscevismo di Lenin o del bolscevismo dei bolscevichi. Ma fatto che gli

Sluckij non osano nemmeno far parola a favore di una tale assurda ipotesi. Non osano,
poich sanno che i fatti a tutti noti della risoluta politica di rottura con gli opportunisti
d'ogni risma perseguita dai bolscevichi russi (1904-1912) stridono decisamente contro
una tale ipotesi. Non osano, poich sanno che il giorno seguente essi saranno
inchiodati alla colonna infame.
Ma ecco la questione: potevano i bolscevichi russi attuare la scissione con i propri
opportunisti e i centristi-conciliatori molto prima della guerra imperialista (1904-1912)
senza condurre nel contempo una linea di rottura, una linea di scissione con gli
opportunisti e con i centristi della II Internazionale? Chi pu dubitare che i bolscevichi
russi ritenevano la propria politica nei riguardi degli opportunisti e dei centristi come
un modello di politica per i sinistri in Occidente? Chi pu dubitare che i bolscevichi
russi incitarono in tutti i modi i socialdemocratici di sinistra in Occidente, in particolare
i sinistri nella socialdemocrazia tedesca, alla rottura, alla scissione con i loro
opportunisti e centristi? Non colpa di Lenin e nemmeno dei bolscevichi russi se i
socialdemocratici di sinistra in Occidente si rivelarono immaturi per seguire le orme
dei bolscevichi russi.
2) Sluckij rimprovera a Lenin e ai bolscevichi di non aver sostenuto i sinistri nella
socialdemocrazia tedesca in modo deciso e irrevocabile, di averli sostenuti soltanto
con serie riserve e che considerazioni frazionistiche impedirono loro di sostenere i
sinistri fino in fondo. Voi volete discutere di questo ciarlatanesco e del tutto falso
rimprovero. Ma cosa c' qui, propriamente, da discutere? Davvero non chiaro che
Sluckij qui manovra e cerca di mascherare con un falso rimprovero contro Lenin e i
bolscevichi le reali lacune presenti nella posizione dei sinistri in Germania? Davvero
non chiaro che i bolscevichi non potevano sostenere i sinistri in Germania, che ogni
tanto oscillavano tra il bolscevismo e il menscevismo, senza serie riserve, senza una
seria critica dei loro errori, senza tradire la classe operaia e la sua rivoluzione? Le
birbantesche manovre si devono stigmatizzare e non trasformare in un oggetto di
discussione.
S, i bolscevichi sostennero i socialdemocratici di sinistra in Germania soltanto con
alcune serie riserve, criticando i loro errori semimenscevichi. Ma per aver fatto questo
li si deve plaudire e non rimproverare.
Ci sono persone che dubitano di questo?
Rivolgiamoci a fatti pi noti della storia.
a) Nel 1903 apparvero serie divergenze tra i bolscevichi e i menscevichi in Russia sulla
questione dell'appartenenza al partito. Con la loro formulazione circa l'appartenenza al
partito i bolscevichi volevano creare una briglia organizzativa contro l'afflusso degli
elementi non proletari nel partito. Il pericolo di un tale afflusso era allora pi che reale,
dato il carattere democratico-borghese della rivoluzione russa. I menscevichi russi
difendevano la posizione opposta, che apriva largamente le porte del partito agli
elementi non proletari. Data l'importanza delle questioni della rivoluzione russa per il
movimento rivoluzionario mondiale i socialdemocratici europei occidentali decisero di
intromettersi. E vi si intromisero anche i socialdemocratici di sinistra in Germania,
Parvus e Rosa Luxemburg, gli allora leader di sinistra. E cosa ne fu? Entrambi essi si
espressero a favore dei menscevichi, e contro i bolscevichi. Inoltre all'indirizzo dei

bolscevichi venne lanciata l'accusa di ultracentralismo e di avere tendenze blanquiste.


In seguito questi volgari e meschini epiteti vennero raccolti dai menscevichi e diffusi
per il mondo intero.
b) Nel 1905 si dispiegarono delle divergenze tra bolscevichi e menscevichi in Russia
circa il carattere della rivoluzione russa. I bolscevichi difendevano l'idea di una
alleanza della classe operaia con i contadini sotto l'egemonia del proletariato. I
bolscevichi affermavano che il problema era che si doveva arrivare a una dittatura
democratico-rivoluzionaria del proletariato e dei contadini al fine di passare
immediatamente dalla rivoluzione democratico-borghese alla rivoluzione socialista con
la garanzia di un sostegno da parte dei contadini poveri delle campagne. I
menscevichi in Russia respinsero l'idea di una egemonia del proletariato nella
rivoluzione democratico-borghese, e alla politica di alleanza della classe operaia con i
contadini essi preferirono una politica di intesa con la borghesia liberale, dichiarando
la dittatura democratico-rivoluzionaria del proletariato e dei contadini come un
reazionario schema blanquista che contraddice lo sviluppo della rivoluzione borghese.
Come accolsero queste dispute i sinistri della socialdemocrazia tedesca Parvus e Rosa
Luxemburg? Essi escogitarono uno schema utopico e semimenscevico di rivoluzione
permanente (snaturata rappresentazione dello schema marxista della rivoluzione)
interamente permeato della negazione menscevica della politica di alleanza della
classe operaia e dei contadini, e lo contrapposero allo schema bolscevico della
dittatura democratico-rivoluzionaria del proletariato e dei contadini. In seguito questo
schema semimenscevico della rivoluzione permanente venne raccolto da Trotzki (e in
parte da Martov) e trasformato in un'arma di lotta contro il leninismo.
c) Nel periodo precedente la guerra nei partiti della II Internazionale entr sulla scena,
come una delle questioni pi attuali, la questione nazionale e coloniale, la questione
delle nazioni oppresse e delle colonie, la questione dei metodi di lotta contro
l'imperialismo, la questione dei metodi di abbattimento dell'imperialismo.
Nell'interesse dello svolgimento della rivoluzione proletaria e dell'accerchiamento
dell'imperialismo i bolscevichi proposero una politica di sostegno del movimento di
emancipazione delle nazioni oppresse e delle colonie sulla base
dell'autodeterminazione delle nazioni e svilupparono lo schema di un fronte unico tra
la rivoluzione proletaria dei paesi avanzati e il movimento rivoluzionario di
emancipazione delle colonie e dei paesi oppressi. Gli opportunisti di tutti i paesi, i
socialsciovinisti e i social-imperialisti di tutti i paesi non tardarono a scagliarsi contro i
bolscevichi a tale riguardo. I bolscevichi vennero trattati con mordente, come se
fossero stati dei cani di poco conto. Quale posizione occuparono allora i
socialdemocratici di sinistra in Occidente? Essi svolsero una teoria semimenscevica
dell'imperialismo, rigettarono il principio dell'autodeterminazione delle nazioni nella
sua concezione marxista (fino alla separazione e alla formazione di Stati indipendenti),
rifiutarono la tesi del serio valore rivoluzionario del movimento di emancipazione delle
colonie e dei paesi oppressi, rifiutarono la tesi della possibilit di un fronte unico tra la
rivoluzione proletaria e il movimento di liberazione nazionale, e a tutto questo
contrapposero tutta una brodaglia semimenscevica che rappresenta una integrale
sottovalutazione della questione nazionale e coloniale nello schema marxista dei
bolscevichi. noto che poi questa brodaglia semimenscevica la raccolse Trotzki e la
utilizz come arma di lotta contro il leninismo.

Tali sono gli errori, a tutti noti, dei socialdemocratici di sinistra in Germania.
E gi non parler degli altri errori dei sinistri tedeschi, criticati nei corrispondenti
articoli di Lenin.
Come pure, non parler degli errori da essi compiuti nel valutare la politica dei
bolscevichi nel periodo del rivolgimento d'Ottobre.
Che cosa ci dicono questi errori dei sinistri tedeschi presi dalla storia del periodo
prebellico se non che i socialdemocratici di sinistra, nonostante il loro estremismo, non
si erano ancora liberati del bagaglio menscevico?
Certo, nei sinistri in Germania non ci furono soltanto seri errori. Essi avevano sul
proprio conto anche grandi e serie azioni rivoluzionarie. Ho presente tutta una serie di
loro meriti e di interventi rivoluzionari sulle questioni di politica interna e, in
particolare, della lotta elettorale, sulle questioni della lotta parlamentare ed
extraparlamentare, sullo sciopero generale, sulla guerra, sulla rivoluzione del 1905 in
Russia, ecc. Proprio per questa ragione i bolscevichi si consideravano con loro, e li
sostennero e li spinsero avanti. Ma questo non elimina e non pu eliminare il fatto che
i socialdemocratici di sinistra in Germania, nel contempo, avevano su di s una intera
serie di serissimi errori politici e teorici, che essi non si erano ancora liberati del
fardello menscevico e che, dato ci, necessitavano della pi seria critica da parte dei
bolscevichi.
Giudicate ora voi stessi, - potevano Lenin e i bolscevichi sostenere i socialdemocratici
di sinistra in Occidente senza serie riserve, senza una seria critica dei loro errori, senza
tradire gli interessi della classe operaia, senza tradire gli interessi della rivoluzione,
senza tradire il comunismo?
Non forse chiaro che Sluckij, rimproverando Lenin e i bolscevichi del fatto che egli
avrebbe dovuto plaudirli se fosse stato un bolscevico, si rivela fino in fondo come un
semimenscevico e come un trotzkista mascherato?
Sluckij fa l'ipotesi che Lenin e i bolscevichi, nella loro valutazione dei sinistri in
Occidente, partivano da loro considerazioni frazionistiche e che, quindi, i bolscevichi
russi sacrificarono agli interessi della propria frazione la grande causa della rivoluzione
internazionale. difficile che si renda necessario dimostrare che non pu esserci
niente di pi vol gare e di pi infame di una tale ipotesi. Non pu esserci niente di pi
volgare poich perfino i pi sfrenati e volgari dei menscevichi cominciano ora a
comprendere che la rivoluzione russa non un fatto privato dei russi, ma che essa, al
contrario, un fatto della classe operaia del mondo intero, un fatto della rivoluzione
proletaria mondiale. Non pu esserci niente di pi infame poich perfino i calunniatori
di professione della II Internazionale cominciano ora a comprendere che
l'internazionalismo conseguente e fino in fondo rivoluzionario dei bolscevichi un
modello di internazionalismo proletario per gli operai di tutti i paesi.
S, i bolscevichi russi avanzarono in primo piano le radicali questioni della rivoluzione
russa del tipo delle questioni del partito, del rapporto dei marxisti verso la rivoluzione
democratico-borghese, dell'alleanza della classe operaia e dei contadini,
dell'egemonia del proletariato, della lotta parlamentare ed extraparlamentare, dello
sciopero generale, della trasformazione della rivoluzione democratico-borghese in

socialista, della dittatura del proletariato, dell'imperialismo, dell'autodeterminazione


delle nazioni, del movimento di liberazione delle nazioni oppresse e delle colonie, della
politica di sostegno di questo movimento, ecc. Essi avanzarono queste questioni come
pietra angolare su cui verificare la fermezza rivoluzionaria dei socialdemocratici di
sinistra in Occidente. Ne avevano essi il diritto? S, l'avevano. E non soltanto l'avevano,
ma furono costretti ad agire in tal modo, dato che tutte queste questioni erano nel
contempo questioni fondamentali della rivoluzione mondiale, ai compiti della quale i
bolscevichi subordinavano la propria politica e la propria tattica. Essi furono costretti
ad agire in tal modo poich soltanto su tali questioni era possibile verificare veramente
lo spirito rivoluzionario di questi o quei raggruppamenti della II Internazionale. Ci si
chiede, in che cosa qui il "frazionismo" dei bolscevichi russi e, oltre a ci, dove sono
qui le considerazioni "frazionistiche"?
Ancora nel 1902 Lenin scrisse, nel suo libro "Che fare?", che "la storia ha oggi posto
davanti a noi un compito immediato che il pi rivoluzionario di tutti i compiti
immediati del proletariato di qualsivoglia, altro paese", e che "la realizzazione di
questo compito, la distruzione del pi potente baluardo della reazione non soltanto
europea, ma anche (ora lo possiamo dire) asiatica, farebbe del proletariato russo
l'avanguardia del proletariato rivoluzionario internazionale". Dal tempo della
pubblicazione del libro "Che fare?" sono trascorsi 30 anni. Nessuno osa negare che gli
avvenimenti di questo periodo hanno brillantemente confermato le parole di Lenin. Ma
da questo non segue forse che la rivoluzione russa stata (e rimane) un punto nodale
della rivoluzione mondiale e che le radicali questioni della rivoluzione russa sono state
nel contempo (e lo sono anche oggi) radicali questioni della rivoluzione mondiale?
Non forse chiaro che soltanto su cos radicali questioni era possibile verificare
veramente lo spirito rivoluzionario dei socialdemocratici di sinistra in Occidente?
Non forse chiaro che le persone che considerano queste questioni come questioni
"frazionistiche" si rivelano fino in fondo come dei volgari e dei rinnegati?
3) Sluckij afferma che non stata ancora trovata una sufficiente quantit di documenti
ufficiali che comprovino una risoluta e intransigente lotta di Lenin (dei bolscevichi)
contro il centrismo. Di questa tesi burocratica egli si avvale come di un inoppugnabile
argomento in favore del principio secondo cui Lenin (i bolscevichi) aveva allora
sottovalutato i pericoli del centrismo nella II Internazionale. E voi pretendete di
discutere su questo sproposito, su questa truffaldina cavillosit. Ma qui cosa c'
propriamente da discutere? Davvero non chiaro che con dei discorsi sui documenti
Sluckij cerca di mascherare lo squallore e la falsit della sua cosiddetta impostazione?
Sluckij ritiene gli esistenti documenti di partito come insufficienti. Perch, e su quale
fondamento? Davvero dei documenti a tutti noti secondo la linea della II
Internazionale, cos come secondo la linea della lotta interna di partito nella
socialdemocrazia russa, sono insufficienti per dimostrare con tutta chiarezza
l'intransigenza rivoluzionaria di Lenin e dei bolscevichi nella loro lotta contro gli
opportunisti e i centristi? E Sluckij a conoscenza, in generale, di questi documenti?
Quali documenti gli sono ancora necessari?
Ammettiamo che oltre ai documenti gi noti sia rinvenuta una gran quantit di altri
documenti nella forma, diciamo, di risoluzioni dei bolscevichi che trattano una volta di

pi della necessit di eliminare il centrismo. Questo significa forse che la presenza di


documenti soltanto cartacei sufficiente a dimostrare l'effettivo spirito rivoluzionario e
l'effettiva intransigenza dei bolscevichi nei riguardi del centrismo? Chi, oltre che degli
irrimediabili burocrati, pu affidarsi ai soli documenti cartacei? Chi altri, oltre ai topi
d'archivio, non intende che i partiti e i leader si devono verificare in base alle loro
azioni, innanzitutto, e non soltanto sulla scorta delle loro dichiarazioni? La storia
conosce non pochi socialisti che con prontezza hanno sottoscritto qualsivoglia
risoluzioni rivoluzionarie per rispondere formalmente a dei critici importuni. Ma questo
ancora non significa che essi misero in pratica quelle risoluzioni. La storia conosce,
inoltre, non pochi socialisti che, con la bava alla bocca, esigevano dai partiti operai
degli altri paesi una qualsiasi azione rivoluzionaria. Ma questo non significa ancora che
essi, nel loro proprio partito o nel loro proprio paese, non cedessero di fronte ai propri
opportunisti, davanti alla propria borghesia. Non che Lenin ci ha insegnato a
verificare i partiti, le tendenze e i leaders rivoluzionari non in base alle loro
dichiarazioni e risoluzioni, ma sulla base delle loro azioni?
Non forse chiaro che se Sluckij in realt voleva verificare l'intransigenza di Lenin e
dei bolscevichi nei loro riguardi verso il centrismo, egli doveva porre a base del suo
articolo non gi dei singoli documenti e due o tre lettere personali, ma la verifica dei
bolscevichi in base ai loro fatti, in base alla loro storia, in base alle loro azioni? Davvero
da noi, nella socialdemocrazia russa, non c'erano opportunisti e centristi? Davvero i
bolscevichi non condussero una risoluta e intransigente lotta contro tutte queste
tendenze? Davvero queste tendenze non erano legate ideologicamente e
organizzativamente con gli opportunisti e i centristi dell'Occidente? Davvero i
bolscevichi non sconfissero gli opportunisti e i centristi cos come non li sconfisse
nessun gruppo di sinistra al mondo? Dopo tutto questo, come possibile dire che
Lenin e i bolscevichi sottovalutarono i pericoli del centrismo? Perch Sluckij ha
trascurato questi fatti che hanno un valore decisivo per una caratteristica dei
bolscevichi? Perch egli non ha utilizzato il pi sicuro metodo di una verifica di Lenin e
dei bolscevichi in base ai loro fatti, in base alle loro azioni? Perch egli ha preferito il
meno sicuro metodo del frugare tra le carte raccolte a caso?
Perch il volgersi al pi sicuro metodo di una verifica dei bolscevichi in base ai loro
fatti avrebbe ribaltato in un batter d'occhio l'intera impostazione di Slutzkij.
Perch una verifica dei bolscevichi in base ai loro fatti avrebbe mostrato che i
bolscevichi sono l'unica organizzazione rivoluzionaria al mondo che ha combattuto fino
in fondo gli opportunisti e i centristi e che li ha banditi dal partito.
Perch il volgersi ai fatti reali e alla storia reale dei bolscevichi avrebbe mostrato che i
maestri di Slutzkij, i trotzkisti, erano il principale e fondamentale gruppo che
introdusse in Russia il centrismo e che, per questo, cre una speciale organizzazione,
quale focolaio del centrismo, nella forma del Blocco d'agosto.
Perch una verifica dei bolscevichi in base ai loro fatti avrebbe definitivamente
smentito Slutzkij quale falsificatore della storia del nostro partito che cerca di
mascherare il centrismo del trotzkismo del periodo prebellico con insultanti accuse a
Lenin e ai bolscevichi di sottovalutazione del pericolo del centrismo.
Ecco come stanno le cose, compagni redattori, con Slutzkij e il suo articolo.

Voi vedete che la redazione ha fatto un errore nell'ammettere la discussione con un


falsificatore della storia del nostro partito.
Che cosa ha potuto spingere la redazione su questo sbagliato cammino?
Io credo che su questa via l'abbia spinta il putrido liberalismo che oggi ha una certa
diffusione tra una parte dei bolscevichi. Alcuni bolscevichi credono che il trotzkismo sia
una frazione del comunismo che invece si sbaglia e che fa non poche stupidaggini,
talvolta perfino antisovietica, ma tuttavia una frazione del comunismo. Da qui un certo
liberalismo nei riguardi dei trotzkisti e di chi la pensa in modo trotzkista. poco
probabile che sia necessario dimostrare che una tale idea del trotzkismo
profondamente errata e dannosa. In realt il trotzkismo gi da tempo ha cessato di
essere una frazione del comunismo. In realt il trotzkismo il reparto d'avanguardia
della borghesia controrivoluzionaria, che conduce la lotta contro il comunismo, contro
il Potere sovietico, contro l'edificazione del socialismo nell'URSS.
Chi ha dato alla borghesia controrivoluzionaria l'arma spirituale e ideologica contro il
bolscevismo nella forma della tesi circa l'impossibilit di costruire il socialismo nel
nostro paese, nella forma della tesi circa l'inevitabilit di una degenerazione dei
bolscevichi, ecc.? Quest'arma l'ha data il trotzkismo. Non si pu ritenere un caso il
fatto che tutti i raggruppamenti antisovietici nell'URSS, nei loro tentativi di motivare
l'inevitabilit di una lotta contro il Potere sovietico, si siano riferiti alla nota tesi del
trotzkismo circa l'impossibilit di costruire il socialismo nel nostro paese, circa
l'inevitabilit di una degenerazione del Potere sovietico, circa la probabilit di un
ritorno al capitalismo.
Chi ha dato alla borghesia controrivoluzionaria nell'URSS l'arma tattica nella forma di
tentativi di aperti interventi contro il Potere sovietico? Quest'arma gliel'hanno data i
trotzkisti, che hanno cercato di inscenare dimostrazioni antisovietiche a Mosca e a
Leningrado il 7 novembre 1927. un fatto che gli interventi antisovietici dei trotzkisti
abbiano risollevato lo spirito della borghesia e abbiano dato il via libera al dannoso
lavoro degli specialisti borghesi.
Chi ha dato alla borghesia controrivoluzionaria l'arma organizzativa nella forma di
tentativi di creare delle organizzazioni antisovietiche clandestine? Quest'arma
gliel'hanno data i trotzkisti, che hanno organizzato un proprio gruppo illegale
antibolscevismo. un fatto che il lavoro antisovietico clandestino dei trotzkisti abbia
facilitato la formazione organizzata di raggruppamenti antisovietici nell'URSS.
Il trotzkismo il reparto d'avanguardia della borghesia controrivoluzionaria.
Ecco perch il liberalismo nei riguardi del trotzkismo, sia pure diviso e mascherato,
una scempiaggine che confina col delitto, un tradimento della classe operaia.
Ecco perch i tentativi di alcuni "letterati" e "storici" di far passare di contrabbando
nella nostra letteratura il mascherato ciarpame trotzkista devono incontrare, da parte
dei bolscevichi, una decisa resistenza.
Ecco perch non si pu ammettere una discussione letteraria con i contrabbandieri
trotzkisti.

Mi sembra che gli "storici" e i "letterati" del rango dei contrabbandieri trotzkisti
cerchino di perseguire il proprio lavoro di contrabbando seguendo due linee.
In primo luogo, essi cercano di dimostrare che Lenin, nel periodo precedente la guerra,
abbia sottovalutato i pericoli del centrismo, e inoltre si concede all'inesperto lettore di
accorgersi che Lenin, quindi, non fu allora un autentico rivoluzionario, che egli divenne
tale soltanto dopo la guerra, dopo che si era "riarmato" con l'aiuto di Trotzki. Tipico
rappresentante di un tal genere di contrabbandieri si pu considerare lo Sluckij.
Si visto pi sopra che Sluckij e compagni non esitano a indugiare a lungo con loro.
In secondo luogo, essi cercano di dimostrare che Lenin, nel periodo precedente la
guerra, non comprese la necessit di trasformare la rivoluzione democratico-borghese
in una rivoluzione socialista, e per di pi si concede all'inesperto lettore di accorgersi
che Lenin, quindi, non era ancora allora un autentico bolscevico, che egli comprese la
necessit di una tale trasformazione soltanto dopo la guerra, dopo che egli si era
"riarmato" con l'aiuto di Trotzki. Tipico rappresentante di tal genere di contrabbandieri
si pu considerare il Volosevic, autore di un "Corso di storia del PC(b) dell'URSS".
In verit Lenin ancora nel 1905 scrisse che "dalla rivoluzione democratica
cominceremo subito, nella misura delle nostre forze, delle forze del proletariato
cosciente e organizzato, a passare alla rivoluzione socialista", che "noi siamo per la
rivoluzione ininterrotta", che "non ci fermeremo a mezza strada". vero che fatti e
documenti analoghi si potrebbe trovarne una gran quantit nelle opere di Lenin. Ma i
Volosevic scrivono per riuscire, dopo essersi mascherati da bolscevichi, a introdurre
con frode il loro contrabbando antileninista, a calunniare i bolscevichi e a falsificare la
storia del partito bolscevico.
Vedete anche voi che i Volosevic sono degni degli Sluckij.
Questi sono i "giri e rigiri" dei contrabbandieri trotzkisti.
Potete comprendere voi stessi che non spetta alla redazione facilitare l'attivit di
contrabbando di simili "storici", mettendo loro a disposizione una tribuna di
discussione.
Il compito della redazione consiste, a mio avviso, nell'innalzare alla dovuta altezza le
questioni di storia del bolscevismo, nel porre lo studio della storia del nostro partito su
binari scientifici e bolscevichi, e nell'accentuare l'attenzione contro i falsificatori
trotzkisti e d'ogni altra risma della storia del nostro partito, strappando loro
sistematicamente la maschera.
Ci tanto pi necessario in quanto perfino alcuni dei nostri storici - parlo degli storici
senza virgolette, degli storici bolscevichi del nostro partito, - non sono immuni da
errori che portano acqua al mulino degli Sluckij e dei Volosevic. Purtroppo non fa
eccezione nemmeno il compagno Jaroslavskij, i cui libri sulla storia del Partito
comunista (bolscevico) dell'URSS, nonostante i loro pregi, contengono parecchi errori
storici e di principio.
Con saluti comunisti
I. Stalin

Rivista "Proletarskaja Revoljucija" N 6 (113), 1931.

Stalin: Risposta a Olechnovic e Aristov


A proposito della lettera alla redazione della rivista "Proletarskaja
Revoljucija" "Su alcune questioni di storia del bolscevismo"

Al comp. Olechnovic
Ho ricevuto la Vostra lettera. Rispondo con ritardo per il sovraccarico di lavoro.
Non posso in alcun modo convenire con Voi, compagno Olechnovic. Ed ecco il perch.
1. Non vero che "il trotzkismo non mai stato una frazione del comunismo". Dato
che i trotzkisti ruppero organizzativamente - sia pure temporaneamente - col
menscevismo, ridussero - sia pure temporaneamente - le proprie concezioni
antibolsceviche, vennero accolti nel PC(b) e nel Komintern e si sottomisero alle
decisioni di questi ultimi, - il trotzkismo era cos indubbiamente una parte, una
frazione del comunismo.
Il trotzkismo stato una frazione del comunismo anche nel senso ampio della parola,
cio come parte del movimento comunista mondiale che mantiene una propria
particolarit di gruppo, e nel senso ristretto della parola, cio come una pi o meno
organizzata frazione all'interno del PC(b) che lott per influire nel partito. Sarebbe
ridicolo negare dei fatti a tutti noti sui trotzkisti, quale frazione presente nel PC(b),
fissate nelle risoluzioni dei congressi e delle conferenze del PC(b) stesso.
Il PC(b) non tollera frazioni e non pu avviarsi verso una loro legalizzazione? S, non le
tollera e non pu avviarsi verso una loro legalizzazione. Ma questo ancora non
significa che i trotzkisti non abbiano costituito in realt una frazione. proprio perch i
trotzkisti hanno avuto in realt una propria frazione, per la cui legalizzazione essi
hanno lottato, - proprio per questo - tra l'altro per questo - essi si sono poi trovati
espulsi dal partito.
Voi provate a rivalervi del fatto che cercate di separare il trotzkismo dai trotzkisti,
ritenendo che ci che riguarda il trotzkismo non pu riferirsi ai trotzkisti. In altre
parole, Voi volete dire che il trotzkismo non mai stato una frazione del comunismo,
mentre Trotzki e i trotzkisti sono stati una frazione del comunismo. Questa non altro
che scolastica e autoinganno, compagno Olechnovic! Non pu esistere trotzkismo
senza i portatori del trotzkismo, cio senza i trotzkisti, cos come non possono esistere
i trotzkisti senza trotzkismo - sia pure velato e ridimensionato, ma tuttavia trotzkismo,
- perch, in caso contrario, essi avrebbero cessato di essere trotzkisti.
In cosa consisteva il tratto caratteristico dei trotzkisti quando essi costituivano una
frazione del comunismo? Esso consisteva nel fatto che i trotzkisti oscillavano
"permanentemente" tra il bolscevismo e il menscevismo, e, oltre a ci, queste
oscillazioni raggiungevano il loro punto estremo ad ogni svolta del partito e del
Komintern, scatenandosi in una lotta frazionistica contro il partito. Che cosa significa

questo? Questo significa che i trotzkisti non erano degli effettivi bolscevichi, anche se
stavano nel partito e si sottoponevano alle sue decisioni, e che non si poteva
nemmeno definirli come degli autentici menscevichi, anche se essi oscillavano
sovente dalla parte del menscevismo. Queste oscillazioni stavano alla base della lotta
interna di partito tra leninisti e trotzkisti nel periodo di permanenza dei trotzkisti nel
nostro partito (1917-1927). Una base delle stesse oscillazioni dei trotzkisti consisteva
nel fatto che, pur riducendo le proprie concezioni antibolsceviche ed entrando cos nel
partito, i trotzkisti non rinunciarono tuttavia a queste concezioni, dato che esse,
queste stesse concezioni, riaffioravano con particolare forza ad ogni svolta del partito
e del Komintern.
Voi, evidentemente, non siete d'accordo con una tale interpretazione della questione
del trotzkismo. Ma allora dovrete giungere a una di queste due errate conclusioni. 0
Voi dovrete giungere a che, entrando nel partito, Trotzki e i trotzkisti rinunciarono del
tutto alle proprie concezioni e si trasformarono in effettivi bolscevichi, il che
sbagliato, dato che, stante tale ipotesi, diventa incomprensibile e inesplicabile la
continua lotta interna di partito dei trotzkisti contro il partito, e che riempie di s
l'intero periodo di permanenza dei trotzkisti nel nostro partito. Oppure, Voi dovrete
giungere alla conclusione che il trotzkismo (i trotzkisti) "tutto il tempo stato una
frazione del menscevismo", il che nuovamente sbagliato, dato che Lenin e il partito
leninista avrebbero compiuto un errore di principio nell'accogliere i menscevichi nel
corpo del partito comunista sia pure per un solo momento.
2. Non giusto dire che il trotzkismo "tutto il tempo stato una frazione del
menscevismo e una delle variet degli agenti borghesi nel movimento operaio", cos
come sbagliato il Vostro tentativo di separare "l'atteggiamento del partito verso il
trotzkismo quale teoria e pratica degli agenti borghesi nel movimento operaio"
dall'"atteggia-mento del partito, per un determinato lasso di tempo storico, nei
riguardi di Trotzki e dei trotzkisti".
In primo luogo, come ho gi detto pi sopra, Voi fate un errore, un errore scolastico,
staccando il trotzkismo dai trotzkisti e viceversa, - i trotzkisti dal trotzkismo. La storia
del nostro partito dice che un tale distacco, in quanto esso sia stato tollerato da
questa o quella parte del nostro partito, sempre e interamente andato a vantaggio
del trotzkismo, facilitando quest'ultimo a far sparire le tracce nell'acqua nelle sue
sortite contro il partito. Posso dirvi in un orecchio che Voi rendete a Trotzki e ai
contrabbandieri trotzkisti un grandissimo favore, inserendo nell'uso della nostra
pratica politica il metodo dell'artificioso distacco della questione del trotzkismo dalla
questione dei trotzkisti?
In secondo luogo, facendo questo errore Voi siete costretto a fare un altro errore, da
esso derivante, presumendo che "in un determinato lasso di tempo storico" il partito
consider Trotzki e i trotzkisti come effettivi bolscevichi. Il fatto che una tale ipotesi
del tutto sbagliata e radicalmente incompatibile con i fatti della storia della lotta
interna di partito tra i trotzkisti e i leninisti. Con che cosa spiegare, in tal caso, la
continua lotta tra il partito e i trotzkisti per tutto il periodo della permanenza dei
trotzkisti nel partito? Non crederete forse che questa sia stato un intrigo, e non una
lotta di principio?

Vedete anche Voi che la Vostra "rettifica" alla mia "lettera alla redazione di
'Proletarskaja Revoljuzija"' porta all'assurdo.
In realt il trotzkismo stato una frazione del menscevismo fino all'entrata dei
trotzkisti nel nostro partito; esso poi diventato temporaneamente una frazione del
comunismo dopo l'entrata dei trotzkisti nel nostro partito, ed esso poi diventato
nuovamente una frazione del menscevismo dopo l'espulsione dei trotzkisti dal nostro
partito., "Il cane ritorn alla sua vomitona".
Dunque:
a) non si pu affermare che "in un determinato lasso di tempo storico" il partito
ritenne Trotzki e i trotzkisti come degli effettivi bolscevichi, dato che una tale ipotesi
contraddice radicalmente i fatti della storia del nostro partito nel periodo 1917-1927;
b) non si pu ritenere che il trotzkismo (i trotzkisti) "tutto il tempo stato una frazione
del menscevismo", dato che tale ipotesi porterebbe a che, nel periodo 1917-1927, il
nostro partito si sarebbe rivelato come un partito del blocco tra bolscevichi e
menscevichi, e non un partito bolscevicamente monolitico, il che del tutto sbagliato
e incompatibile con i fondamenti del bolscevismo;
c) non si pu artificiosamente distaccare la questione del trotzkismo dalla questione
dei trotzkisti senza rischiare di trasformarsi in un involontario strumento delle
macchinazioni trotzkiste.
Quale via d'uscita rimane? Ne rimane una sola: convenire col fatto che "in un
determinato lasso di tempo storico" il trotzkismo ha rappresentato una frazione del
comunismo, - una frazione che oscillava tra il bolscevismo e il menscevismo.
15 gennaio 1932
I. Stalin

Al comp. Aristov
C' in Voi un malinteso, comp. Aristov.
Di contraddizioni tra l'articolo "La rivoluzione d'Ottobre e la tattica dei comunisti russi"
(1924) e la "lettera alla redazione di 'Proletarskaja Revoljutzija"' (1931) non ce n'.
Questi due documenti rilevano differenti aspetti della questione, e questo apparso a
Voi come una "contraddizione". Ma di "contraddizioni" qui non ce n'.
Nell'articolo "La rivoluzione d'Ottobre" si dice che nel 1905 non Rosa Luxemburg, ma
Parvus e Trotzki avanzarono la teoria della rivoluzione "permanente" contro Lenin. Il
che corrisponde pienamente alla realt storica. Proprio Parvus, che nel 1905 giunse in
Russia e redasse uno speciale giornale in cui egli attivamente interveniva per la
rivoluzione "permanente" contro la "concezione" leninista, proprio Parvus - e poi, di
seguito a Parvus e insieme con lui Trotzki, - proprio questi due bombardarono allora lo
schema leninista della rivoluzione contrapponendole la teoria della rivoluzione
"permanente". Per ci che riguarda Rosa Luxemburg, essa si trovava allora dietro le

quinte, si astenne da una lotta attiva contro Lenin su questo terreno, preferendo
evidentemente non immischiarsi per il momento in questa lotta.
Nella polemica contro Radek, nell'articolo "La rivoluzione d'Ottobre e la tattica dei
comunisti russi", io ho evidenziato la questione su Parvus perch Radek, parlando del
1905 e della rivoluzione "permanente", ha intenzionalmente taciuto di Parvus. Ed egli
ha taciuto di Parvus perch dopo il 1905 Parvus divenne una figura odiosa, si fece
milionario e si trasform in un diretto agente degli imperialisti germanici, e Radek non
volle legare la teoria della rivoluzione "permanente" all'odioso nome di Parvus, volle
cio eludere la storia. Ma io mi sono messo di traverso e ho mandato a monte le
manovre di Radek, ristabilendo la verit storica e rendendo il dovuto a Parvus.
Cos stanno le cose con l'articolo "La rivoluzione d'Ottobre e la tattica dei comunisti
russi".
Per ci che riguarda la "lettera alla redazione di 'Proletarskaja Revoljutzija"', vi si parla
gi di un altro aspetto della questione, e propriamente del fatto che la teoria della
rivoluzione "permanente" la escogitarono Rosa Luxemburg e Parvus. E questo altres
corrisponde alla realt storica. Non Trotzki, ma Rosa Luxemburg e Parvus escogitarono
la teoria della rivoluzione "permanente". Non Rosa Luxemburg, ma Parvus e Trotzki
avanzarono nel 1905 la teoria della rivoluzione "permanente" e lottarono attivamente
per essa contro Lenin.
In seguito Rosa Luxemburg prese altres a lottare attivamente contro lo schema
leninista della rivoluzione. Ma questo fu gi dopo il 1905.
25 gennaio 1932
I. Stalin
"Bol'sevik" n. 16, 30 agosto 1932

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