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Le cause

Il periodo che precedette il primo conflitto mondiale fu caratterizzato da un periodo relativamente


stabile e pacifico , che degenerò a partire dal 1914: il mondo intero fu letteralmente sconvolto in
proporzioni fino allora ancora sconosciute. Perché? Innanzitutto l’Europa aveva conservato la
struttura che le era stata data con il Congresso di Vienna di 100 anni prima.

Il casus belli

Il ‘casus belli’, cioè la scintilla che fa scoppiare la guerra, è l’uccisione dell’erede al trono austriaco,
l’arciduca Francesco Ferdinando, avvenuta a Sarajevo il 28 giugno 1914 per mano di un
indipendentista serbo, Gavrilo Princip, membro del gruppo Mano nera. L’Austria mandò
immediatamente un ultimatum alla Serbia, la quale, rifiutandosi di scendere a patti , emise la
dichiarazione di guerra il 28 luglio del 1914. Il sistema delle alleanze fu presto stabilito.

Dopo l’avanzata tedesca in Francia ed il blocco continentale operato dalla flotta inglese, nel 1915
anche l’Italia entra in guerra. In quel periodo l’opinione pubblica era divisa i due fazioni, da una
parte c’erano i «neutralisti», dall’altra gli «interventisti». I neutralisti, come i socialisti e la Chiesa,
volevano che l’Italia restasse neutrale, mentre gli interventisti volevano che entrasse in guerra. Tra
gli interventisti c’era chi, come parte dei cattolici, voleva il rispetto della Triplice Alleanza con
Germania e Austria e chi, invece, come i liberali di Giolitti, i nazionalisti e gli irredentisti volevano
un’alleanza con la Triplice Intesa. C’è anche da dire che la Triplice Alleanza era difensiva, cioè
impegnava gli Stati ad andare in soccorso di uno dei tre, solo nel caso fosse stato aggredito.

Alleanze

Sul fronte italo-austriaco, il conflitto si presentò subito estremamente lento, combattuto nelle trincee
scavate nelle montagne del Friuli da soldati reclutati tra le fasce più povere della popolazione.
L’offensiva austriaca divenne sempre più pressante, con le battaglie sul fiume Isonzo. L’esercito
italiano subì la famosa sconfitta di Caporetto, il 24 ottobre del 1917, con gravi ripercussioni anche
sulla vita economica e sociale del Paese.

L’uscita di scena della Russia e l’entrata in guerra degli Usa

Nel 1917 uscì di scena la Russia , che aveva al suo interno una guerra civile . Nel frattempo
entrarono in guerra gli USA del Presidente Wilson, che erano preoccupati dell’instabilità politica ed
economica dell’Europa. Gli USA fornirono un notevole aiuto alle forze della Triplice Intesa.

Il trattato di Versailles e le conseguenze

La Conferenza di Pace di Parigi penalizzò duramente i paesi perdenti, in particolar modo la


Germania Fronte italiano: Austria contro Italia TRINCEA: opera di fortificazione bellica composta
da un fosso con un parapetto rivolto verso il nemico.

Prima guerra mondiale

Guerra combattuta tra il 1914 e il 1918 da ventotto nazioni, raggruppate negli schieramenti opposti
delle potenze alleate o dell’Intesa e degli Imperi centrali .
Causa immediata della guerra fu l’assassinio il 28 giugno 1914 a Sarajevo dell’arciduca Francesco
fèrdinando, erede al trono austroungarico, da parte del nazionalista serbo Gavrilo Princip; le cause
fondamentali del conflitto vanno tuttavia ricercate nelle contrastanti mire imperialistiche delle
potenze europee, cresciute in un clima di esasperato nazionalismo.

Le premesse

Nell’Europa del 1914 esistevano, è vero, tutte le premesse che rendevano possibile una guerra:
rapporti tesi fra le grandi potenze , la divisione in blocchi contrapposti, corsa agli armamenti, spinte
belliciste all’interno dei singoli paesi.

Dichiarazioni di guerra

Il governo di Vienna, compì la prima mossa inviando, il 23 luglio, un durissimo ultimatum alla
Serbia ritenuta responsabile di un piano antiaustriaco. Il secondo passo fu fatto dalla Russia
assicurando il proprio sostegno alla Serbia, sua principale alleata nei Balcani. Forte dell’appoggio
russo, il governo serbo accettò solo in parte l’ultimatum, respingendo in particolare la clausola che
prevedeva la partecipazione di funzionari austriaci alle indagini sui mandanti dell’attentato.
L’Austria giudicò la risposta insufficiente e, il 28 luglio, dichiarò guerra alla Serbia. Immediata fu la
reazione del governo russo che, il giorno successivo, ordinò la mobilitazione delle forze armate. La
mobilitazione, che i generali russi vollero estesa fino al confine con la Germania, fu interpretata dal
governo tedesco come un atto di ostilità. Il 31 luglio la Germania inviò un ultimatum alla Russia
intimandole l’immediata sospensione dei preparativi bellici. L’ultimatum non ottenne risposta e fu
seguito, a ventiquattrore di distanza, dalla dichiarazione di guerra. Il giorno stesso la Francia, legata
alla Russia da un trattato di alleanza militare, mobilitò le proprie forze armate. La Germania rispose
con un nuovo ultimatum e con la successiva dichiarazione di guerra alla Francia .
Fu dunque l’iniziativa del governo tedesco a far precipitare definitivamente la situazione.

La trincea, insubordinazione e autolesionismo

Sul piano tecnico, la trincea fu la vera protagonista del conflitto: la vita monotona che vi si svolgeva
era interrotta solo da grandi e sanguinose offensive, prive di risultati decisivi. Da ciò si diffuse
soprattutto nei soldati semplici, uno stato d’animo di rassegnazione e apatia che a volte sfociava in
forme di insubordinazione. La visione eroica e avventurosa della guerra, infatti, restò prerogativa di
alcune esigue minoranze di combattenti, come le «truppe d’assalto» tedesche o gli «arditi» italiani;
per tutti gli altri la guerra era una dura necessità. I soldati la combattevano per solidarietà con i
propri compagni, ma anche perché vi erano costretti dalla presenza di un apparato repressivo
spietato nel punire ogni forma di insubordinazione.

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