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Futurismo

Storia dell'Arte (Linguistico) (Best notes for high school - IT)

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Scaricato da Margarita Méndez Tamayo (alimar.mandztamayo@gmail.com)
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IL FUTURISMO.
Movimento artistico italiano fondato dallo scrittore e letterato Filippo Tommaso Marinet, che nel
1909 ne pubblicò il Manifesto sul quotidiano francese “Le Figaro”; programmaticamente rivolto a
un pubblico di massa, interessò tutte le discipline artistiche, dalla letteratura alla pittura,
dall’architettura alla musica. I futuristi rifiutavano la tradizione e si opponevano a ogni retaggio
della cultura del passato, esaltando per contro la modernità nei suoi aspet più caratteristici: la
velocità, le macchine, le metropoli, i complessi industriali.
L'automobile, l'aereo, la città industriale avevano tutte un carattere mitico per i futuristi, perché
rappresentavano il trionfo tecnologico dell'uomo sulla natura. Come conseguenza dell' "estetica
della velocità" nelle opere futuriste a prevalere è l'elemento dinamico, il movimento coinvolge
l'oggetto e lo spazio in cui esso si muove. Il dinamismo dei treni, degli aereoplani, delle masse
multicolori e polifoniche e delle azioni quotidiane (del cane che scodinzola andando a spasso con la
padrona, della bimba che corre sul terrazzo, delle ballerine) è sottolineato da colori e pennellate
che mettano in evidenza le spinte propulsive delle forme. La costruzione può essere composta da
linee spezzate, spigolose e veloci, ma anche da pennellate lineari, intense e fluide se il moto è più
armonioso. I futuristi devono molto ai cubisti innanzitutto per l'approccio analitico e scientifico con
la realtà da rappresentare, in secondo luogo per la tendenza alla geometrizzazione dei volumi e alla
frammentazione ritmata del soggetto, finalizzate ad ottenere il dinamismo attraverso la
decomposizione della forma. Inoltre è marcatamente cubista la tecnica che prevede di spezzettare
la superficie pittorica in tanti tasselli che registrino ognuno una diversa prospetva spazio-
temporale. L'abbondante uso degli effet coloristici è invece in contrapposizione ai quadri
prevalentemente monocromatici di alcuni filoni cubisti.

FILIPPO TOMMASO MARINETTI.

L’autore è Filippo Tommaso Marinet, poeta e scrittore italiano di formazione francese. Proviene
da una famiglia borghese benestante, trasferitasi in seguito a Milano.
Marinet dedica tutte le proprie energie vitali al futurismo, partecipando in maniera determinante
a tutte le principali iniziative di affermazione e di orientamento critico e promuovendone la
conoscenza e la diffusione.
Fondamentalmente per lo sviluppo e l’identità del movimento futurista è il suo contributo critico e
teorico.
IL MANIFESTO DEL FUTURISMO; si scaglia contro la cultura ufficiale italiana, soprattutto quella
delle accademie letteraria e artistiche, il cui unico modello è rappresantato dal legame con la
tradizione e con il pensiero conservatore.
Il futurismo è fondato sul dinamismo e sulla velocità, sulla sintesi e sulla forza, cioè su valori ispirati
alla vita contemporanea, si basa su un totale rifiuto delle forme e dei valori tradizionali, considerati
superstiti freni al progresso.
Tema centrale del manifesto è la rivelazione di una nuova estetica legata alla tecnologia e allo
strumento principale che sta trasformando il mondo ; la macchina.La macchina viene intesa come
il prolungamento della forza dell’uomo e in più generale , come un complesso meccanismo dotato
di un’energia propria e capace di movimenti e forme prima sconosciuti. La macchina è
l’automobile,il mezzo di trasporto che trasforma radicalmente la relazione tra l’uomo e l’ambiente,
con il suo energico rumore e sopratutto con la sua velocità.”il mito della macchina” è uno dei temi
principali dell’avanguardia futurista..

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Il MANIFESTO FUTURISTA; ha contenuti teorici. In esso viene ribadito il rifiuto della tradizione e
della mentalità accademica e convenzionale.
Il MANIFESTO TECNICO, offre indicazioni più precise riguardo al principio basilare della pittura
futurista, che consiste nel privilegiare l’immagine del movimento.

UMBERTO BOCCIONI.

Umberto Boccioni nasce a Reggio Calabria nel 1882. Nel 1900 si stabilisce a Roma restandovi fino
al 1906 .Qui approfondisce i propri interessi per la pittura e la letteratura , prende lezioni di
disegno e frequenta la Scuola libera del nudo . Qui conosce e frequenta lo studio di Giacomo Balla,
dal quale apprende la tecnica divisionista e il gusto per la pittura dal vero.,Nel 1908 si trasferisce a
Milano, nei dipinti di questo primo periodo milanese affiorano l’uso della tecnica divisionista e
dall’altro un preciso riferimento alla pittura impressionista e postimpressionista.
Decisivo è nel 1910 l’incontro con Marinet, dove Boccioni aderisce al Futurismo e nel febbraio
dello stesso anno collabora alla pubblicazione del manifesto dei futuristi diventando poi il
principale ispiratore della pittura futurista.
obietvo dell'artista moderno doveva essere, secondo gli autori, liberarsi dai modelli e dalle
tradizioni figurative del passato, per volgersi risolutamente al mondo contemporaneo, dinamico,
vivace, in continua evoluzione.
I sogget della rappresentazione si proponevano dunque la città, le macchine, la caotica realtà
quotidiana. Nelle sue opere, Boccioni seppe esprimere magistralmente il movimento delle forme e
la concretezza della materia. Boccioni evitò nei suoi dipinti le linee rette e adoperò colori
complementari.

La città che sale è un importante dipinto ad olio su tela di cm 200 x 290,5 realizzato nel 1910 dal
pittore italiano Umberto Boccioni. È oggi esposto al Museum of Modern Art di New York.
Nonostante la presenza degli elementi realistici come il cantiere o la costruzione, o ancora la resa
dello spazio in maniera ancora prospetca, il dipinto viene considerato la prima opera veramente
futurista del pittore. In questo dipinto viene parzialmente abbandonata la visione naturalistica dei
quadri precedenti, per lasciare il posto ad una visione più movimentata e dinamica. Si coglie la
visione di palazzi in costruzione in una periferia urbana, mentre compaiono ciminiere e
impalcature solo nella parte superiore. Gran parte dello spazio è invece occupato da uomini e da
cavalli, fusi esasperatamente insieme in uno sforzo dinamico. In tal modo Boccioni mette in risalto
alcuni tra gli elementi più tipici del futurismo, quali l'esaltazione del lavoro dell'uomo e
l'importanza della città moderna plasmata sulle esigenze del nuovo concetto di uomo del
futuro.Ciò che mette il quadro perfettamente in linea con lo spirito futurista è però l'esaltazione
visiva della forza e del movimento, della quale ne sono protagonisti uomini e cavalli e non
macchine. Questo è ritenuto un particolare che attesta come Boccioni si muova ancora nel
simbolismo, rendendo visibile il mito attraverso l'immagine. Ed è proprio il "mito" ciò che l'artista
modifica, dunque non più arcaico legato all'esplorazione del mondo psicologico dell'uomo, ma
mito dell'uomo moderno, artefice di un nuovo mondo. In parole pover l'intento dell'artista è di
dipingere il frutto del nostro tempo industriale. Il soggetto dunque, da raffigurazione di un normale
momento di lavoro in un qualunque cantiere, si trasforma nella celebrazione dell'idea del
progresso industriale con la sua inarrestabile avanzata. Sintesi di ciò ne è il cavallo inutilmente
trattenuto dagli uomini attaccati alle sue briglie. L'influsso di Gaetano Previati come si vede è
ancora evidente nelle pennellate filamentose e nella tecnica divisionista, le pennellate tratteggiate

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hanno infat andamenti ben direzionati e funzionali al mettere in evidenza le linee di forza che
caratterizzano il movimento delle figure, La composizione del quadro conserva tuttavia ancora un
impianto abbastanza tradizionale. Le figure sono scandite su precisi piani di profondità dove in
basso si vedono le figure in primo piano, mentre in alto quelle sui piani più profondi.

la composizione può essere divisa in tre fasce orizzontali che corrispondono ad altrettanti piani:

1. in basso Boccioni colloca le figure umane realizzate secondo linee oblique che ne
evidenziano lo sforzo dinamico.
2. al centro dominano delle figure di cavalli, tra le quali ne risaltano tre, gli ultimi due hanno
una colorazione rossa e dei profili di colore blu che assomigliano ad ali sulla groppa

3. nel terzo piano appare lo sfondo di una periferia urbana, che probabilmente andrebbe
identificata con un quartiere di Roma in costruzione

Stati d’animo; Gli addii: Nella prima versione si può notare come il linguaggio derivi dalla tecnica
divisionista. Le ondeggianti e nervose linee di colore hanno sostituito l’originaria struttura
puntiforme e acquistato la dimensione di masse cromatiche .Esse lasciano intravedere figure
appena delineate nell’atto di unirsi in un abbraccio. Il gesto introduce un senso di drammaticità , di
coinvolgimento totale.
Nella seconda versione degli addii:Il linguaggio appare molto diverso e risente dell’influenza
cubista. Nell’espansione dinamica della scomposizione dei volumi una serie di figure sfaccettate
perdono , ormai lontane da qualsiasi naturalismo, ripetono la sequenza del movimento
dell’abbraccio moltiplicandola nello spazio. Al centro è riconoscibile il profilo di una vaporiera, il
fumo della vaporiera che sale diventa un gioco di colori con toni di arancio e celeste.
Tra i criteri della pittura futurista nei vari manifesti , quelli presenti in ques’opera sono
immediatamente riconoscibili.
Il primo e più evidente è senza dubbio quello della simultaneità della visione. Essa è intesa come
contemporaneità degli eventi e degli aspet della realtà.
Il secondo criterio è quello della sintesi tra visione otca (percezione) e la visione
mentale( comprensione) , vale a dire della consapevolezza della complessità dell’atto del guardare
al forma.
Il terso criterio, è il più tipicamente futurista,Esso consiste nella compenetrazione dinamica, ossia
in quella estrema vicinanza e sovrapposizione tra gli ogget e le loro forme , quasi che gli uni
penetrino nelle altre e viceversa.

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