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in Germania alcuni architetti inizino d elaborare nuove forme con nuovi materiali ovvero vetro e acciaio.

Alcuni padiglioni vengono eseguiti con poche forme ma molto espressive


1)Taut, stile espressionistico e personale:
Mosaici, vetro acciaio: materiali ricchi
attenzione al dettaglio, sensibilità che ò’arte and crafts aveva sottolineato.
Questi eventi dal 1910-13 (prima della guerra)

Futurismo
Movimento artistico che in realtà include anche la letteratura e le manifestazioni letterarie.
È un movimento italiano d’avanguardia: include letteratura arte e pensiero politico e investe nuove ideologie sul novo modo di pensare la realtà.
Nasce nel 1909 con la pubblicazione del manifesto di Tommaso Marinetti su ‘Le Figaro’ E annuncia i caratteri di questo movimento e attraverso questo documento ogni fCreare arte e costume
che avrebbero dovuto fare tabula rasa del passato e di ogni forma espressiva tradizionale ispirandosi al dinamismo creando un nuovo stile di vita basandosi sulla vita moderna, sulla civiltà della
macchina, fornendo così le basi per le future avanguardie.
Interessa arti letterarie ma in particolare modo pittura scultura architettura attraverso pubblicazione dei propri manifesti gli autori scriveranno delle regole su come eseguire le varie disciplina.
1909-1914 periodo più orente, nel 1916 segna una fase di separazione dalle forme che si avevano all’inizio.
Fino al 1914 l’architettura non venne presa in considerazione.
Artisti della prima fase: Umberto Boccioni, Giacomo balla, carrà, Severini, russo.

In italia;
La fase preparatoria che viene prima del futurismo viene detta ‘prima del futurismo’ e prevedeva
Il ri uto del passato era il principio da cui si partiva per cui l’ispirazione era la cultura moderna: macchina, velocità, metropoli.
Questi elementi dovevano essere studiati nelle varie discipline dei vari artisti.

Giacomo Balla:
Porta.
Cantiere edilizio: si può vedere la giornata dell’operaio; la vita sociale faceva parte della ri essione degli artisti. La tecnica di rappresentazione era il ‘divisionismo’(segno tratteggiato)
Periferia; tema sociale d’importante; periferia abita da operai. I cantieri vivi indicavano la trasformazione.
Scomposizione della composizione: scena scomposta in molte parti uide, con linee sinuose.

Carlo Carrà
Riproducevano il movimento.

Villon:
Opera scultorea ricca di plasticismo- cerca di catturare il movimento e di ritrarlo nella sua rappresentazione.

Rosso:
Opere scultoree che catturano un attimo, in questo caso il sorriso di una bambina.

Marey:
Fisiologo che si dedicò allo studio dei movimenti; questo signore ha inventato un fucile che cattura degli scatti nello spazio. Questa ricerca servì molto agli artisti che capirono che per disegnare
il movimento bisogna vederne ogni attimo. Lui realizza queste immagini dove averle prodotte tramite gli scatti della telecamera.
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Il futurismo è stato il primo movimento italiano d’avanguardia (letterario, artistico e politico) sorto ufficialmente nel 1909 con la pubblicazione del Manifesto di Filippo Tommaso Marinetti sul quotidiano parigino
“Le Figaro”. Attraverso questo documento il movimento propugnava un’arte e un costume che avrebbero dovuto fare tabula rasa del passato e di ogni forma espressiva tradizionale, ispirandosi al dinamismo
della vita moderna, della civiltà meccanica, e proiettandosi verso il futuro fornendo il modello a tutte le successive avanguardie.
Interessò molte espressioni artistiche tra cui pittura, scultura, architettura, letteratura e teatro che, attraverso la pubblicazione dei propri manifesti, esaltavano il culto del futuro e del progresso.
I decenni precedenti il futurismo prepararono il campo al movimento in quanto molte tematiche vennero affrontate da diversi artisti.
Il futurismo viene solitamente compreso tra il 1909 e il 1916 quando si avvertirono i primi segni della crisi sociale e politica che nasceva dalla guerra mondiale: l’attività di gruppo degli artisti si sciolse e mutò anche
il senso della ricerca.
Solo dopo il conflitto e per opera, oltre che di Marinetti, di Balla e Depero nacque un secondo futurismo che, però, non ritrovò mai l’unità creativa e la forza di rinnovamento del gruppo primitivo. Implicato con il
fascismo il futurismo subì dopo la seconda guerra mondiale un periodo di oscurità e di condanna ideologica, sino a che venne riproposto nel mondo anglosassone e riscoperto dalle più recenti avanguardie
artistiche contemporanee.
IL movimento in Europa (dal 1912 al 1914). I protagonisti principali di questa avanguardia che ha mutato profondamente le nostre concezioni su noi stessi e la storia, sono Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Carlo
Carrà, Luigi Russolo, Gino Severini, Fortunato Depero, Antonio Sant’Elia, Mario Chiattone.

Verso il futurismo (1880 - 1909)


Già prima dell’affermazione ufficiale del movimento (1909) diversi
artisti si ispirarono alle tematiche della modernità (velocità,
movimento, nuove tecnologie, l’ambiente urbano) facendone
spesso l’oggetto della loro produzione figurativa. Quegli
orientamenti culturali confluirono in seguito nel Manifesto di
Filippo Tommaso Marinetti del 1909 .
alcune opere che anticiparono la corrente Futurista nel campo della
pittura, scultura e della fotografia, realizzate da Giacomo Balla,
Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Raymond Duchamp-Villon, Gaetano
Previati, Medardo Rosso, e i fotografi Étienne Jules Marey e
Eadweard Muybridge.

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Giacomo Balla (1871-1958)

Prima di aderire al Futurismo, la pittura di


Giacomo Balla si muove nel campo del
socialismo umanitario. Questa sua La scena raffigura le officine di Porta
inclinazione è favorita dal clima respirato a Romana della città di Milano, allora
Torino, suo luogo natale, "città operaia" per caratterizzata da una forte crescita
eccellenza. Verso la fine del secolo, la rapida
commerciale e industriale e che si stava
urbanizzazione del Nord industriale e di città
come Milano e, appunto, Torino, si ripercuote evolvendo in una metropoli moderna. Le
sull'arte sociale, che affronta i temi periferie urbane, rappresentano un fattore
dell'operaio, dello sciopero e del lavoro. Le determinante della successiva poetica
opere considerate più rappresentative di futurista.
questo tema sono il Fallimento e La giornata La tecnica divisionista, usata da Boccioni è
dell’operaio. Non solo, la tecnica pittorica è
qui portata all'eccesso, conferendo
basata sul cosiddetto "divisionismo" che, Giacomo Balla Giacomo Balla
adottato dagli altri futuristi come Umberto all'immagine un notevole dinamismo. L’
Fallimento 1902 La giornata dell’operaio 1904
Boccioni, sarà alla base della rivoluzione olio su tela, 116 x 160 cm olio su tela, 100 x 135 cm intensificazione cromatica è tipica
attuata dal Futurismo. Collezione privata. Collezione privata dell'estrema fase dell’artista ed è
immediatamente precedente alle prime
scomposizioni della forma.
Umberto Boccioni (1882-1916)

Verso il 1907 si stabilì a Milano dove,


dall’incontro con il pittore Gaetano
Previati, accentuò l’interesse psicologico
per l’immagine (Ritratto della madre e
Ritratto della pittrice Adriana Bisi
Fabbri), diede una prima formulazione
della sua teoria dello stato d’animo e si
impegnò in uno studio diretto della
moderna società industriale (Officine a
Porta Romana) (1907-10).
Umberto Boccioni, Umberto Boccioni Umberto Boccioni, Officine a Porta Romana 1908
Ritratto della madre, 1907 Ritratto della pittrice Adriana Bisi Fabbri, olio su tela, 75 x 145 cm
olio su carta applicata su tela, 34 x 50.5 cm. 1907, olio su tela, 52 x 95 cm Milano, Banca Commerciale Italiana S.p.A
Milano, Galleria d’Arte Moderna Collezione privata
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Raymond Duchamp-Villon
Umberto Boccioni Giocatori di calcio, 1906
Il sogno o Paolo e Francesca, 1908-1909 bronzo, 68,5 x 68 x 53 cm
olio su tela, 140 x 130 cm Rouen, Musée des Beaux-Arts
Collezione privata.
Raymond Duchamp-Villon (1876-1918)
Boccioni ritrae Paolo Malatesta e Francesca da Aderì al movimento cubista, orientandosi però verso
Rimini avvinghiati tra di loro in una fonte di calore, una ricerca di sintesi di forma e spazio nel
che brucia sulla tela come energia pura. I colori movimento. Gli studi svolti nel 1905 sul gioco del
molto accesi e vibranti, realizzati grazie alla tecnica football, miravano all’astrazione e a una espressività
pittorica con pennellate filamentose (adottata evocativa del movimento anticipando tematiche del
all'inizio della formazione dell’artista e che si rifà futurismo
alla tecnica divisionista), creano un certo
dinamismo. L’opera sprigiona l’eros dei due amanti
in una trasposizione pittorica visionaria, secondo
una dimensione pienamente futurista.

Carlo Carrà (1881-1966)


Le due opere testimoniano l’adesione
anche di Carrà alla tecnica divisionistica
per gli effetti di rifrazione della luce.
Tuttavia già si nota una nuova
concezione dello spazio, dove tutto si
mescola, con un colore denso ed una
pennellata fibrosa. Immagini in cui il
movimento della città
moderna viene espresso nella
combinazione di linee oblique.

Carlo Carrà Carla Carrà


Uscita da teatro, 1909 Piazza del Duomo, 1909
olio su tela, 69 x 91 cm olio su tela, 45 x 60 cm 4
Collezione Selome e Eric Estorick Collezione privata
Gaetano Previati (1852-1920)

La figura di Previati è molto importante per i futuristi. Il suo nome appare


nel Manifesto dei pittori futuristi (11 febbraio 1910). Tra coloro che ne
subirono il fascino va ricordato Boccioni il quale in merito all’artista ebbe a
scrivere: «Previati è il solo grande artista italiano, di questi tempi, che
abbia concepito l’arte come una rappresentazione in cui la realtà visiva
serve soltanto come punto di partenza. (…) è stato il precursore in Italia
della rivoluzione idealista che oggi sbaraglia il verismo e lo studio
documentario del vero».
Nell’opera Paolo e Francesca Previati crea una visione immateriale,
magmatica e potentemente evocativa, orchestrando un intreccio di forme
disposte lungo una parabola ascendente con andamento a vortice che Medardo Rosso
sembra propagarsi oltre il limite della cornice. Conversazione in giardino, 1896 c.
gesso, 35 x 66,5 x 41 cm
Barzio, Museo Medardo Rosso
Gaetano Previati
Paolo e Francesca, 1901
olio su tela, 230 x 260 cm
Ferrara, Galleria Civica d’Arte Moderna
Medardo Rosso
Bambina che ride, 1889 Medardo Rosso (1858-1928)
cera, 27 x 19 x 18 cm Lugano
Collezione Pieter Coray Si interessò all’Impressionismo e alla scultura di Rodin (considerato il
progenitore della scultura moderna) che lo spinsero alla soluzione di
trasferire i principi dell’impressione pittorica al volume
tridimensionale. Per ottenere questo risultato egli fece uso di una
modellazione di tono con materiali leggeri (gesso), trasparenti (cera)
o morbidamente fusi (bronzo), e plasmò le forme porgendo
attenzione all’effetto ambientale prima che al volume. Ciò che
conferisce un senso di rivelazione e sorpresa, ciò che sublima
l’istante fermato è lo slittamento delle superfici, la negazione dei
piani definiti, la velocità di percezione (che non a caso fu capita ed
Medardo Rosso
esaltata da Boccioni e dal Futurismo). Nel Manifesto dei
Bookmaker, 1894
pittori futuristi (11 febbraio 1910), infatti, Rosso era considerato
cera, 48 x 43 x 46 cm
come l’emblema della scultura moderna, posizione ribadita l’anno
Milano Collezione Danila Rosso Parravicini
dopo nel Manifesto tecnico della scultura futurista. 5
Étienne Jules Marey (1830 – 1904)

Fu il primo fisiologo a dedicarsi allo studio del movimento


indagandone tutti i suoi aspetti.
Questo campo di indagine lo induce a inventare una serie di
strumenti per l’osservazione e la registrazione di movimenti
impercettibili all’occhio umano. Famoso fu la creazione del
fucile fotografico per registrare le fasi di movimento degli
uccelli: la lente fotografica è collocata nella canna e le
lastre sono trascinate da un cilindro ruotante azionate da
un grilletto a una velocità che consente dodici istantanee
al secondo. Dalle immagini bidimensionali così ottenute, E. J. Marey
Marey ricava modelli in gesso in movimento, che vengono Ficile fotografico
successivamente fusi in bronzo (es. Volo di gabbiano, Beaune, Musée E. J. Marey
1887). Nel 1894 Marey raccoglie i risultati delle proprie
ricerche nel suo libro più importante Le mouvément (il Etienne-Jules Marey
movimento), un testo che rivela una dimensione Studio cronofotografico della locomozione umana, 1886
sconosciuta al grande pubblico e agli artisti, tra cui quelli Fotografia b/n, 9 x 25 cm
del futurismo. In esso sono già contenute tutte le nozioni Beaune, Musée E. J. Marey
per la ripresa e la proiezione di immagini cinematografiche.
È da attribuire a Marey, più che a chiunque altro, la
paternità del cinematografo.

Etienne-Jules Marey
Cronofotografia. Salto in lungo con l’asta, 1890
Fotografia b/n, 14 x 35 cm
Incisione che illustra il fucile fotografico Beaune, Musée E. J. Marey
pubblicata su ‘’La Nature" n. 464, 22 aprile 1882 Meccanismo del fucile fotografico, 1882
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Incisione, 44 x 30,7 cm
Eadweard Muybridge (1830-1904)

È stato un fotografo al servizio del governo degli Stati Uniti. Come


Marey svolse studi sul movimento di animali, tra cui il cavallo, e
soggetti umani. Inventò uno strumento per mostrare in
successione i fotogrammi delle sue riprese. Pubblicò un album
fotografico, Il cavallo in movimento, che suscitò interesse da parte
dei pittori tra cui Thomas Eakins («il più forte e più profondo
Volo di gabbiano (da Physiologie du realista della fine del diciannovesimo secolo nell'arte americana»).
mouvement. Le vol des oiseaux Benché nulla lo dimostri, non è da escludere che i futuristi abbiano
Paris, G.Masson, 1890) usato nelle loro sperimentazioni le immagini di Muybridge. La
natura più pittorica dei suoi esperimenti rispetto all’approccio più
scientifico di Marey, rende l’opera più facilmente accessibile.
Eadweard Muybridge
Sallie Gardner at a
Gallop, 1878
Library of Congress Prints
and Photographs Division

Marey Etienne-Jules
Physiologie du mouvement. Le vol des
oiseaux
Paris, G.Masson, 1890

Marey Etienne-Jules Eadweard Muybridge


Nel testo l’autore analizza la meccanica Volo di gabbiano (scultura prodotta per intenti scientifici), 1887 Females (semi-nude and transparent drapery)
del volo, avvalendosi del suo Bronzo, 16,4 x 58,5 x 25,7 cm
rivoluzionario “fucile fotografico”. Non è Beaune, Musée E. J. Marey
difficile individuare un precursore della
moderna videocamera, Marey enfatizza
le possibilità offerte dalla fotografia ai fini
dello studio della fisiologia del
movimento, della sua scomposizione.
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Il futurismo (1909-1916)
Il manifesto del Futurismo
Dopo la pubblicazione del Manifesto di Marinetti su Le Figaro il 20 febbraio pubblicato su Le Figaro del 20 febbraio 1909
1909, il futurismo si sviluppò soprattutto in seguito all’adesione di un
gruppo di artisti (U. Boccioni, C. Carrà, L. Russolo, G. Severini, G. Balla) che
firmarono a Milano il Manifesto dei pittori futuristi (11 febbraio 1910) e il
successivo Manifesto tecnico della pittura futurista (8 marzo 1910).
Il Movimento si schierò contro il tradizionalismo culturale e il «passatismo»
benpensante e borghese. Animati da una concezione vitalistica, con
riferimenti a Bergson e Nietzsche, i pittori futuristi e Marinetti
ideologizzarono fortemente il gesto e la parola, e compirono allo stesso
tempo una profonda elaborazione della loro tematica e del loro
linguaggio, ispirandosi alla città industriale, al mito della velocità, e
rifacendosi ai principi della scomposizione del colore e della forma.
Il Futurismo fece dell’automobile un soggetto e un simbolo di primo piano,
in quanto incarnava i propri ideali fondamentali ispirati dalla rivoluzione Filippo Tommaso
tecnologica dell’epoca. Marinetti Russolo, Carrà, Marinetti, Boccioni e Severini a Parigi per
Marinetti, scrisse, infatti che «la magnificenza del mondo si è arricchita di l'inaugurazione della prima mostra del 1912
una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa,
con il suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito
esplosivo… un automobile ruggente che sembra correre sulla mitraglia è
più bello della Vittoria di Samotracia» (Manifesto, 1909). Con queste
affermazioni, l’autore annunciava polemicamente il rifiuto del passato, da
parte dei futuristi, in favore delle idee propugnate dal mondo moderno.
Analogamente anche l’aereo rivestì la stessa importanza ed era considerato
superiore a tutti gli altri mezzi di locomozione più antichi (treni, navi ecc). I
futuristi valorizzavano dell’aereo la macchina, la velocità, l’arma ma anche
la sua inedita possibilità di guardare dall’alto il paesaggio.

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Alfa Romeo 1910 Aereo, 1910

Vedute di Milano nei primi


decenni del ‘900

Marinetti sulla sua auto, 1908


Fiat 1917

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Il futurismo e la pittura

I pittori futuristi compirono una profonda elaborazione della loro


tematica e del loro linguaggio, ispirandosi alla città industriale. Le
loro ideologie furono delineate esplicitamente nel Manifesto dei
pittori futuristi (11 febbraio 1910) e in Manifesto tecnico della
pittura futurista (8 marzo 1910).
Il concetto chiave della poetica futurista è il dinamismo. La
convenzionalità della pittura tradizionale viene contrapposta alla
necessità di esprimere la mutevolezza del reale come una sintetica
“sensazione dinamica”, che supera le distinzioni tra passato e
presente, per collocarsi in una dimensione temporale nuova che
comprenda tutti gli elementi contemporaneamente, in
“simultaneità”. Per realizzare la simultaneità, i futuristi utilizzano la
frammentazione delle figure, l’uso radicale degli accostamenti di
colori complementari, la disgregazione della materialità dei corpi
attraverso il moto e la luce.
Sul piano tecnico la pittura futurista avrebbe dovuto abolire la
prospettiva tradizionale e il moltiplicarsi dei punti di vista per
esprimere il dinamico interagire del soggetto con lo spazio
circostante.
Il rapporto dialettico con la ricerca cubista, 1911-1913, risultò in
seguito essenziale alla definizione plastica e teorica dello spazio
dinamico futurista.
Seguono alcune opere dei principali pittori del movimento che
meglio hanno saputo interpretare le innovazioni culturali del
futurismo: Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Carlo Carrà, Luigi
Russolo, Gino Severini, Fortunato Depero.

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Umberto Boccioni (1883-1916)

È stato il maggiore rappresentate del futurismo artistico, al quale


contribuì anche come teorico.
Dopo aver firmato il Manifesto tecnico della pittura futurista
(1910) la sua arte aderisce pienamente ai concetti proclamati nel
documento. La prima grande opera di questa nuova fase è La città
che sale (1910-11). Egli dipinse opere in cui le idee futuriste della
compenetrazione dinamica dei piani, della costruzione basata sulle
linee di forza che determinano l’unità spaziale tra oggetto e
ambiente: Visioni simultanee (1911), La risata (1911), e il trittico
degli Stati D’animo, qui esposto nella seconda versione (Gli addii,
1911; Quelli che vanno, 1911; Quelli che restano, 1911).
Nel 1911 Umberto Boccioni iniziò anche l’attività di scultore e Umberto Boccioni
scrisse il Manifesto tecnico della scultura futurista producendo Visioni simultanee, 1911
diverse opere. Nel 1914 pubblicò la raccolta di scritti teorici olio su tela, 60,5 x 60,6 cm
Pittura, Scultura futurista. Questo fecondo periodo creativo, che Wuppertal, Von der Heydt-Museum
culmino con il Ritratto del maestro Busoni, fu bruscamente
interrotta dalla morte dell’artista nel 1916 durante il conflitto
mondiale all’età di trentatré anni.
Umberto Boccioni Umberto Boccioni
La citta che sale, 1910-11 Ritratto del maestro Busoni, 1916
olio su tela, 199, 3 x 301 cm olio su tela, 176 x 120 cm
New York, The Museum of Modern Art Simon Roma, Galleria d’Arte Moderna
Guggenheim Fund, 1951

Il soggetto è la periferia urbana con palazzi, Umberto Boccioni


uomini e cavalli. La raffigurazione esalta La risata, 1911
dinamicamente tutte le figure, nell’intento olio su tela 110,2 x
di esaltare il lavoro umano e la modernità. I 145,4 cm
colori convergono e danno origine allo stato New York, The
dinamico, prevalgono il rosso, il blu, il giallo Museum of Modern
Art
e il verde, tutti stesi con la tecnica del donazione di Herbert
divisionismo e Nannette
Rothschild, 1959
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Giacomo Balla e l’adesione al futurismo

La sua adesione al futurismo risale al 1909 quando, come si è detto, firmò insieme
ad altri il Manifesto della pittura futurista. L’opera che segna la svolta in tal senso è Giacomo Balla
rappresentata dal dipinto Lampada ad arco del 1909, in cui tocchi divisionisti si Dinamismo di un
trasformano in virgole accomunate di vari colori per meglio rappresentare cane al guinzaglio,
l’irraggiamento della luce della lampada. Proprio la luce costituiva uno dei punti 1912
programmatici del manifesto della pittura che in questo caso sembra dissolvere la olio su tela, 90,8 x
forma degli oggetti divenendo la vera protagonista dell’opera. Fra il 1911 e il 1912 110 cm
approfondì il tema del movimento come nella Bambina che corre sul balcone, Buffalo-New York,
Dinamismo di un cane al guinzaglio, in Volo di rondini. Nell’ampio ciclo delle Albtright-knox Art
Compenetrazioni Iridescenti (1912-1914) studiò in funzione dinamica la Gallery
scomposizione della luce. Il Ciclo delle dimostrazioni interventiste (1915) conclude
il periodo del primo futurismo. Le opere successive di Balla affrontano varie
tematiche che vanno via via allontanandosi dalla sperimentazione futurista (1934).

Giacomo Balla
Compenetrazione
iridescente n. 7,
1912
olio su tela, 77 x
77 cm
Torino, Galleria
Civica d’Arte
Giacomo Balla Giacomo Balla Moderna
Giacomo Balla Giacomo Balla
Lampada ad arco, 1909 olio su Bambina che corre sul balcone, 1912
Velocità d’automobile, 1912 Linee andamentali + successioni dinamiche (Volo
tela, 174,7 x 114,7 cm olio su tela, 125 x 125 cm
olio su legno 55,6 x 68,9cm di rondini), 1913
New York, the Museum of Milano, Civica Galleria d’Arte Moderna
New York, The Museum of Modern Art tempera su carta intelata, 49 x 68 cm
Modern Art Raccolta Grassi
Milano, Collezione Mattioli

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Carlo Carrà (1881-1966)

Nel 1910 fece parte del primo gruppo futurista, seguendone le alterne fortune nelle esposizioni europee (Parigi,
1912) e nelle affermazioni programmatiche, raggiungendo risultati qualitativi raramente ottenuti in seguito.
Uno dei primi dipinti futuristi è ispirato ai Funerali dell’anarchico Galli (1911), assassinato in Via Carlo Farini a Torino,
nel 1904. I funerali erano sfociati in una mischia, nella quale il pittore era rimasto coinvolto. Questa stessa
impressione, di essere coinvolto in un tumulto, Carrà cercò di comunicare allo spettatore, dipingendo l’episodio a
distanza di anni, e stendendo sulla grande tela, con i bagliori del colore e le traiettorie multiple dei gagliardetti
agitati, dei bastoni dimenati nell’aria, una rete di ‘linee-forza’ nella quale lo sguardo è attirato. In tal senso Carrà
mette in pratica il concetto espresso nel Manifesto tecnico della Pittura futurista: «noi porremo lo spettatore al
centro del quadro».
La sua tecnica di rappresentazione, a quest’epoca, è ancora legata ai modi del divisionismo che in seguito saranno
mediati con il cubismo.
Pur nella scomposizione futuristica, la sua pittura era rivolta a una ricerca formale e sintetica, governata da un chiaro
Carlo Carrà scuro soffice e volumetrico e da innesti plastici di schietta solidità. Il passaggio di Carrà dal futurismo alla pittura
Sobbalzi in carrozzella, metafisica è segnato nel 1916 anche in seguito all’incontro con De Chirico, Savino e De Pesis.
Carlo Carrà
1911 Funerale dell’anarchico Galli,1911
olio su tela 52,3 x 67,1 cm olio su tela, 198,7 x 259,1 cm
Carlo Carrà
New York, The Museum New York, The Museum of Modern Art
Nuotatrici, 1910
of Modern Art acquistato con il lascito di Lillie P. Bliss, 1948
olio su tela, 105,3 x 155,6 cm
donazione di Hebert e
Pittsburgh, Museum of Art, Carnegie Institut
Nanette Rothschild, 1965
donazione, G. David Thompson, 1955

Carlo Carrà
Ritratto di Marinetti, 1910-11
olio su tela, 100 x 80 cm
Collezione privata

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Luigi Russolo
Luigi Russolo (1885-1947) Sintesi plastica dei movimenti di una donna, 1913
Olio su tela, 86 x 65 cm
Rispetto agli altri pittori Russolo era anche compositore. Nel 1910 sottoscrisse sia Grenoble, Musée de Peinture et de Sculpture
il Manifesto dei pittori futuristi sia il Manifesto tecnico della pittura futurista.
La sua pittura oscillò tra esperienze di dinamismo (Sintesi plastica dei movimenti di
una donna) e un divisionismo simbolista dove compaiono echi letterari (Profumo e
Ricordo di una notte). La fase successiva testimonia ancora di più l’aggancio del
suo futurismo al decadentismo simbolista (Musica, 1911) in cui il colore si carica di
suggestioni psichiche. L’azione di Russolo fu però più incisiva nella ricerca di
valorizzazione dei timbri musicali, in particolare nella Teoria dei rumori (1916) e
nei concerti futuristi.

Luigi Russolo Luigi Russolo


Ricordi di una notte, 1911 Profumo, 1910
olio su tela, 100 x 101 cm olio su tela, 65,5 X 67,5 cm
New York, Collezione privata Rovereto, Mart, Museo di arte
moderna e contemporanea di Trento
e Rovereto
Luigi Russolo
La musica, 1911
olio su tela, 225 x 140 cm 14
In prestito da Salome e Ercik Estorick
Gino Severini (1883-1966) Gino Severini
Treno blindato, 1915
Aderì al futurismo nel 1910 sviluppando una forma espressiva che olio su tela, 116,5 x 87, 5 cm
proponeva un’originale sincretismo di diverse istanze d’avanguardia. New York, Collezione Richard S. Zeisler
Oltre a sviluppare tematiche care ai futuristi (macchine, velocità e
movimento) era interessato anche al dinamismo della danza. Tra le
opere di questi anni si ricordano Boulevard (1910), Ballerina in blu
(1912) e Dinamismo di una danzatrice (1912).
Adotta anche tecniche più libere, il collage, le parole dipinte (Il treno
blindato e Il Treno dei feriti, 1915).

Gino Severini
Il treno dei feriti, 1915
Gino Severini Gino Severini Gino Severini olio su tela, 117 x 90 cm
Il boulevard, 1910 Dinamismo di una danzatrice, 1912 Ballerina in blu, 1912 Amsterdam, Stendelijik Museum
olio su tela, 63, 5 x 91,5 cm olio su tela, 60 x 45 cm olio su tela, 61 x 46 cm
In prestito da Salomone e Erick Estorick Milano, Collezione Riccardo e Milano, Collezione Mattioli
Magda Jucker 15
Deposito Pinanoteca di Brera
Fortunato Depero (1892-1960)

Nel 1915 firmò con Giacomo Balla il Manifesto della ricostruzione futurista
dell’universo che apriva la seconda fase del futurismo nella quale l’esigenza
dell’arte totale aspirava ad influenzare molti aspetti dell’esistenza attraverso una
radicale trasformazione dell'ambiente: dall'arredo alla moda, dal cinema al teatro,
dalla musica alla danza, dal manifesto pubblicitario alla progettazione dell'oggetto
d'uso.
«Astrattisti futuristi» si firmano Balla e Depero: il manifesto costituiva la prima
teorizzazione della tendenza non figurativa dell'arte d'avanguardia in Italia. Viene
anche proposto e teorizzato l'uso di diversi materiali per la costruzione dell'opera
d'arte - metalli, tessuti, vetri, liquidi ecc. - prefigurando un'arte polimaterica.
La sua pittura in questo periodo (1916-1918) è caratterizzata da una dinamica
astratta, di colori a stesura piatta, di acceso cromatismo, su temi di natura vegetale
e animale, con una vena di stupefazione in senso fantastico favolistico.

Fortunato Depero Fortunato Depero Fortunato Depero


Movimenti di uccelli, 1916 Fortunato Depero La grande selvaggia, 1917
Ballerina, bozzetto per costume,
olio, tempera e smalto su tela, 100 x 135 cm Balli plastici, 1918 tempera su tela, 197 x 129 cm
1917
Rovereto, Galleria Museo Depero olio su tela, 100 x 70 cm Zurigo, Collezione privata
tempera su tela, 75 x 52 cm
Rovereto, Galleria Museo Depero
Rovereto, Galleria Museo Depero
16
Il futurismo e la scultura
Come la pittura anche la scultura risente profondamente dei nuovi ideali futuristi. Anche in questo
settore si distinse la figura di Umberto Boccioni il quale approfondì la sua ricerca sul dinamismo. Nel
1912 pubblicò il Manifesto tecnico sulla scultura futurista in cui la scultura avrebbe dovuto avere una
composizione formata da diversi piani che si intersecavano tra loro con materiali vari. L'autore
affermava: «La nuova plastica sarà dunque la traduzione nel gesso, nel bronzo, nel vetro e in
qualsiasi altra materia dei piani atmosferici che legano e intersecano le cose».
Questa visione è stata chiamata da Boccioni trascendentalismo fisico. «La sistemazione delle
vibrazioni, delle luci e delle compenetrazioni dei piani, produrrà la scultura futurista».
Quindi, come la pittura aveva liberato gli oggetti dall'isolamento sullo sfondo immergendoli in uno
spazio avviluppante (o la compenetrazione dei piani), così la scultura avrebbe dovuto amalgamare
figura e ambiente in un solo blocco plastico. La riprova delle teorie di Boccioni è forse una delle sue
sculture più note: Forme uniche nella continuità dello spazio.
Umberto Boccioni
Dinamismo di un cavallo in corsa + case, 1914-15
guazzo olio, legno, cartone, rame e ferro dipinto, 112,9 x
115 cm
Venezia, Collezione Peggy Guggenheim (Fondazione
Solomon R. Guggenheim)

Umberto Boccioni
Antigrazioso, 1912-13
Umberto Boccioni gesso, 58 x 50 x 40 cm
Forme uniche nella continuità dello spazio, 1913 Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna
bronzo, 126,4 x 89 x 40,6 cm
Roma, collezione privata

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Il futurismo e l’architettura Fino al 1914 l’architettura futurista non venne presa inSezione 5
Il movimento futurista ignorò l’architettura sino al 1914. In considerazione fu proprio nel 1914 che Chiattone e Sant’Elia
quell’anno due architetti, Antonio Sant’Elia e Mario Chiattone presentarono ad una mostra a Milano, un immagine
presentarono in una mostra a Milano un’immagine rivoluzionaria rivoluzionaria della città, chiamata ‘LA CITTA’ NUOVA’ ovvero
della «città nuova», la città futura, in una serie di disegni e di ‘LA CITTA FUTURA’.
progetti. Nel catalogo era pubblicato un testo scritto da Sant’Elia
sull’esigenza di un rinnovamento radicale dell’architettura Rinnovamento radicale dell’architettura italiana.
italiana, scaduta a un eclettismo accademico. In. Questo manifesto si legge il programma di
Marinetti apportò qualche modifica al testo originario e lo quest’architettura:
ripubblicò nel medesimo anno (1914) come integrazione dei Tutto doveva essere rimodernato, concetti su cui si doveva
programmi del movimento intitolandolo Manifesto
dell’architettura futurista. In esso si proclamava che tutto doveva
basare l’architettura, il gusto del:
essere rivoluzionato e vi si esaltava come futurista «il gusto del • leggero (vetro)
leggero, del pratico, dell’effimero, del veloce». • pratico ( è l’essenziale. Si unisce all’utile e non al super uo,
In accordo con le teorie estetiche di Boccioni sul dinamismo le cose in più, come gli ornamenti non servono.)
plastico si esaltavano tutte le tecnologie e gli elementi che
• e mero (senso del provvisorio - tenda), senso di instabilità,
concorrevano a portare dinamismo al progetto: dai nuovi
materiali alle rinnovate tipologie edilizie, dall’effetto dinamico qualcosa che si muove - l’ascensore)
delle metropolitane a quello degli ascensori. • veloce
Quel manifesto è stato l’evento più importante del futurismo nel Venivano esaltate le nuove tecnologie che riuscivano a
campo dell’architettura e tendeva a inserire l’Italia nel processo conferire alle architetture il plasticismo/dinamismo:
europeo del rinnovamento architettonico. In realtà nessuna
importante opera futurista fu mai costruita in Italia. Di quel composizione molto articolata/capacità di imprimere
momento polemico ci rimangono oggi la serie di disegni di dinamicità e azione nell’opera.
Sant’Elia e quella di Chiattone. Sant’Elia, in particolare, sviluppò Gli architetti italiani hanno assimilato qualcosa dei grattacieli
una ricerca volumetrica e spaziale che, grazie a una latente per creare i palazzi vetrati strutture in ferro.
dinamicità, si svincolava dagli stili e anticipava in parte le
successive esperienze del costruttivismo.
Ri utare il passato signi cava attenersi alle nuove funzioni
della società per cui tutti gli elementi contemporanei
costituivano elemento di ri essione.
Si svincola dall’architettura del passata e si anticipa la
corrente del costruttivismo.

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Antonio Sant’Elia (1888-1916) Antonio Sant’Elia
Sant’Elia propone nel 1914 una «città del futuro» nei cui edifici «non è più dato vedere un retro, una facciata o Città nuova, casamento con Sezione 5
un fianco ma corpi di fabbrica che potrebbero continuare idealmente in ogni direzione» (Corrado Maltese). ascensori esterni, galleria,
«Nelle sue idee è avvertibile un’utopistica ma generosa ambizione di sentire l’architettura nuova come passaggio coperto su tre
promotrice di tutta una civiltà» (Bruno Zevi). piani stradali (linea
L’architetto muore nel 1916 durante la prima guerra mondiale, all’età di ventotto anni. tramviaria, strada per
automobili, passerella
Nel 1914 propone una città del futuro per la cui gli edi ci non avevano più un prospetto, un retro una metallica) fari e telegrafia
facciata, un anco ma corpi di fabbrica che idealmente potevano continuare in ogni direzione. senza fili, 1914
I disegni di Sant’Elia sintetizzavano lo spirito della nuova società. inchiostro e matita colorata
Muore a 28 anni e purtroppo non ci ha lasciato nulla oltre ai suoi disegni. su carta, 52,5 x 51,5 cm
Ascensore visto come una macchina/treno. Como, Musei Civici
Presenta lo scenario di un architettura nuova che poi si sarebbe realizzata

Antonio Sant’Elia Antonio Sant’Elia Antonio Sant’Elia Antonio Sant’Elia


La città nuova, studio 1914 Casa a gradinata con Stazione d’aeroplani e treni ferroviari con Centrale elettrica, 1914
acquarello su carta, 45,3 x 35,3 cm ascensori esterni, 1914 funicolari e ascensori, su tre piani inchiostri su carta, 30 x 20 cm
Collezione privata Inchiostro e matita su carta, stradali, 1914 Milano, Collezione Paride Accetti
28,8 x 17,9 cm Inchiostro e matita su carta, 50 x 39 cm 19
Como, Musei Civici Como, Musei Civici
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Mario Chiattone (1891-1957)
Influenzato da Sant’Elia riprese nei suoi disegni i temi
avveniristici dell’architettura futuristica. Dopo la guerra
abbandona l’avanguardia adottando un linguaggio
architettonico neoclassico.
Partecipa alla mostra con Sant’Elia, proponendo però forme più moderate.
Progetti quasi tutti vetrati. Ferro utilizzato nei ponti, nelle ferrovie, riferimenti alle architetture moderne statunitensi
ma con forme innovative.
Ultimi disegni più classicheggianti e che richiamano ad esempio le torri.
Gli architetti futuristi in realtà non hanno realizzato nulla di concreto nel momento in quanto venne presa in
considerazione tardi.

Mario Chiattone Mario Chiattone


Mario Chiattone Mario Chiattone Casa ad appartamenti III, Casa ad appartamenti VI o Casa signorile
Ponte e studio di volumi, 1914 Costruzioni per una metropoli moderna, Mario Chiattone 1914 o Casa collettiva, 1915
acquarello e inchiostro di 1914 Opificio, 1914 acquarello e inchiostro su Acquarello, inchiostro di china e matita su
china su carta, 65 x 47,4 cm acquarello e inchiostro di china su inchiostro di china su carta, 57 x carta, 47 x 41 cm carta, 60 x 80 cm
Pisa, Dipartimento di Storia carta, 106 x 95 cm 40 cm Pisa, Dipartimento di Storia Pisa, Dipartimento di Storia delle Arti
delle Arti dell’Università, Pisa, Dipartimento di Storia delle Arti Pisa, Dipartimento di Storia delle Arti dell’Università, dell’Università,
Gabinetto Disegni e Stampe dell’Università, delle Arti dell’Università, Gabinetto Disegni e Stampe Gabinetto Disegni e Stampe
Gabinetto Disegni e Stampe Gabinetto Disegni e Stampe 20

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