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sabato settembre 18, 2010 22:13
IN ITALIA
In Italia la storia del manifesto commissionato dallindustria
porta il nome delle officine grafiche Ricordi.
Nellatelier della Ricordi, costituitosi nel 1896, lavor un
gruppo di artisti diretto da Adolfo Hohenstein.
Il sodalizio con la ditta Mele, per la quale le Officine Grafiche
realizz una serie di manifesti per circa venti anni, nacque in
un clima caratterizzato dal lavoro di equipe, in cui gli artisti
lavoravano fianco a fianco con i tecnici riproduttori.
Per i magazzini Mele furono realizzati centinaia di manifesti
dei quali scrisse anche Eduardo Scarfoglio.
In un celebre manifesto di Marcello Dudovich del 1912 una
coppia sullo sfondo ammira la dama in primo piano, che a
sua volta fissa chi guarda il manifesto. E unidea pubblicitaria
precisa: lammirazione per il modello. I cartellonisti erano
Dudovich, Cappiello, Metlicovitz, Sacchetti, Terzi, ai quali si
aggiunsero Mauzan, Nomellini, Palanti, Laskoff.
Da queste officine uscir uno dei capolavori di Hohenstein: il
grande manifesto per la Tosca, caratterizzato da un gioco di
luci e ombre melodrammatiche e dal curioso serpentello sulla
O della scritta in stile liberty.
Il linguaggio dei primi cartellonisti liberty, e le immagini sono ancora allegoriche ( per esaltare
lindustria spesso si fa ricorso alla mitologia).
Eppure gi i primi artisti del cartellone pubblicitario capiscono lesigenza di distaccarsi dallo stile
illustrativo e, forse spronati dalle esigenze dellindustria, scoprono quella sintesi di gusto pi moderno,
che caratterizza il messaggio pubblicitario. Sono molti gli artisti che si muovono nellambito della
cartellonistica teatrale, operistica (ad esempio il manifesto per il film Cabiria dipinto da Leopoldo
Metlicovitz) ma in questa breve analisi lattenzione rivolta alla pubblicit industriale. In questo ambito si
muove Aleardo Terzi, uno dei pionieri delle Officine Ricordi.
Dopo un primo periodo in cui prevalse nelle sue opere la figura allegorica, Terzi ci consegner due
capolavori della storia del manifesto dItalia: la scimmia che si lava i denti col Dentol del 1914 e il cucciolo
con il pennello in bocca della Max Meyer & C del 1921.
Nei primi decenni del secolo passato, si affacciano nel panorama italiano altri autori come Mauzian, il
futurista Depero, Leonetto Cappiello.
Nei cartelloni di Cappiello composti quasi sempre di una sola figura, possibile leggere quel sintetismo
dellidea pubblicitaria che, abbandonata la prima parentesi illustrativa, (il Cinzano del 1910, il Bitter
Campari del 1921)va diffondendosi in tutti gli artisti del manifesto, e che lo stesso Cappiello, in
unintervista del 1934, descriver con chiarezza: la soluzione grafica deve rendere impossibile la
dissociazione dellidea dalla forma.
Cappiello lavorer molto in Francia dove firmer, fra gli altri, i manifesti-capolavoro per lo Champooning
Ocap del 1929 e per il Buillon Kub del 1931, allapice della comunicazione visiva e analogica fra soggetto
e scritte.
In Francia si afferma un altro italiano, Severo Pozzato, in arte Sepo, che tornato in Italia fonder una
scuola del manifesto a Livorno. E suo il famoso manifesto del panettone Motta.Un altro artista di valore
che si impose in Francia e che entrer a far parte della storia del manifesto italiano Federico Seneca.
Famosi i suoi manifesti per la Perugina, Buitoni. Ricordiamo quello della Pastina Glutinata Buitoni del 1929
caratterizzato da una sintesi del tutto personale e da una rara efficacia pubblicitaria.
lo defin, con
mondiale
cartellonistico.
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murali,
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cittadini a dare
un austero Lord
dito
guardandolo
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Flagg, e ritorn
svariati annunci
pubblicitari.
GLI ANNI 20 E 30
I manifesti degli anni Venti e Trenta riflettono le molteplici influenze
artistiche dellepoca: futurismo, cubismo, surrealismo, dadaismo, Art
Dco.
Tra i principali cartellonisti si ricordano i francesi Cassandre e Jean Carlu e
lo statunitense E. McKnight Kauffer. Famosa la campagna pubblicitaria di
Cassandre per le ferrovie francesi, nella quale treni e linee ferroviarie
sono rappresentati in un elegante stile geometrico semiastratto (Nord
Express, 1927).
In Italia, si distinse la produzione di Fortunato Depero, caratterizzata da
grande inventiva e precisione di disegno.
In questo periodo si afferm anche luso di stampare manifesti per il
cinema e la progettazione grafica di manifesti cominci a essere
riconosciuta come genere artisticamente autonomo.
Gli artisti dadaisti attivi a Berlino (in primo luogo John Heartfield e George
Grosz) e il suprematista El Lissitskij realizzarono i primi manifestifotografici e sperimentarono luso del
fotomontaggio.
Grandi innovazioni vennero dallattivit del Bauhaus a Weimar, Dessau e Berlino, con la trasformazione
dei caratteri del testo in immagine esteticamente rilevante. Lopera di Herbert Bayer, statunitense di
origini austriache, rappresent un traguardo di raffinatezza nella grafica del manifesto che rimase a lungo
insuperato.
Gino Boccasile fu in Italia il cartellonista pi rappresentativo dellera fascista: illustr i costumi della
societ italiana di regime, seguendolevoluzione del gusto e delle mode, e si prest a farsi portavoce della
retorica propaganda fascista durante la seconda guerra mondiale.
Tra i moltiartisti e grafici che in tutto il mondo sostennero il proprio paese con manifesti dimpronta
nazionalista si
pu ricordare ad
esempio il
pittore
statunitense di
origine russa
Ben Shahn.
IL SECONDO
DOPO GUERRA
Negli anni