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dalla pittura giapponese a

La pittura giapponese
La pittura giapponese

Parigi. Panorama dell'esposizione universale del 1878

A partire dall’esposizione universale del 1878, gli esempi dell’arte giapponese


contribuiscono in una certa misura a rinnovare l’ispirazione dei pittori occidentali e le
loro abitudini visive.

Il fenomeno culturale che influenza l’Occidente, caratterizzato dalla produzione di


dipinti, sculture, spettacoli, moda e arti decorative provenienti dal Giappone, prende
il nome di GIAPPONISMO; la sua affermazione, stimolata dall’apertura commerciale e
politica del paese del Sol Levante tra il 1854 e il 1858, fa arrivare in Occidente le stampe
Ukiyo-e.
La pittura giapponese Ukiyo-e 浮世絵
• DOVE ?
• QUANDO ?

Ukiyo, si sviluppò nelle città di Edo (oggi


Tokyo) durante la seconda metà del XVII, a
Osaka e Kyōto che rappresentavano una
realtà a parte. La storia dell'ukiyo-e che
significa “mondo fluttuante”, comprende
essenzialmente due periodi storici:
• il periodo Edo, che comprende gli ukiyo-e
dalle origini fino al 1867 circa,
• quando iniziò il periodo Meiji e durò fino al
1912.

Il periodo Edo fu essenzialmente un periodo


di calma e costituì l'ambiente ideale per lo
sviluppo dell'arte in questa forma commerciale,
mentre il periodo Meiji fu caratterizzato da
nuove influenze dovute all'apertura del
Giappone all'Occidente.
Gli ukiyo-e vennero spesso utilizzati come illustrazioni per libri, ma in seguito divennero
indipendenti, stampati su un foglio singolo come cartoline, o poster per il teatro.
La pittura giapponese CHE COSA?

Le prime erano opere monocromatiche e veniva utilizzato solo inchiostro cinese su


matrici di legno intagliate, in seguito alcune stampe vennero colorate a mano con dei
pennelli, ma nel XVIII secolo si sviluppò la tecnica della stampa policromatica per produrre
nishiki-e ( che significa stampe di diversi colori).

Gli Ukiyo-e non erano costosi perché erano prodotti in massa ed erano pensati
principalmente per gli abitanti della città che non potevano permettersi dei veri dipinti. Alle
origini, il soggetto principale degli Ukiyo-e era la vita della città, in particolare le attività e
le scene dei quartieri, grossi lottatori di sumo e attori famosi che erano ritratti mentre
svolgevano il loro lavoro.
In seguito divennero popolari anche i paesaggi, mentre non apparvero quasi mai soggetti
politici e di altre classi sociali all'infuori di quelle più basse (composte appunto da
cortigiane, lottatori di sumo e attori).
La pittura giapponese CHI?
Utamaro, Hokusai, Hiroshige e Kunisada furono gli artisti più importanti di questo periodo.
Con l'influenza dell'arte europea venne introdotta le prospettiva ed altri concetti.

Le opere di Katsushika Hokusai raffigurano principalmente paesaggi e natura.


Le sue 36 vedute del monte Fuji (富嶽三十六景,) vennero pubblicate intorno al 1831.

Anche Ando Hiroshige e Kunisada pubblicarono molte opere a tema naturale.


La pittura giapponese

(1760-1849)
K.Hokusai
K.Hokusai
La pittura giapponese

K. Hokusai, La grande onda di Kanagawa, 1829–1832


La pittura giapponese K.Hokusai
La pittura giapponese K.Hokusai
La pittura giapponese K.Hokusai
La pittura giapponese K.Hokusai
La pittura giapponese

U.Hiroshige
(1797-1858)
La pittura giapponese
U. Hiroshige
La pittura giapponese
U. Hiroshige
La pittura giapponese
U. Hiroshige
La pittura giapponese
U. Hiroshige
La pittura giapponese
U. Hiroshige
La pittura giapponese

(1753-1806)
K.Utamaro
La pittura giapponese
K.Utamaro
La pittura giapponese
K. Utamaro
La pittura giapponese
K. Utamaro
La pittura giapponese
K. Utamaro
La pittura giapponese CHI ISPIRO’?

Dopo il 1868, il Giappone si aprì alle importazioni dall'Occidente, tra cui la fotografia e le
tecniche di stampa, i colori naturali vegetali usati negli ukiyo-e vennero sostituiti da tinture
chimiche all'anilina importate dalla Germania e anche se gli ukiyo-e vennero in gran parte
rimpiazzati dalla fotografia e passarono di moda in Giappone, divennero fonte di ispirazione in
Europa per gli impressionisti come Degas, Monet, Renoir , e post-impressionisti quali:
Van Gogh, Gauguin e, sicuramente influenza anche Toulouse-Lautrec che di quell’arte
riprende le semplificazione delle superfici, le composizioni insolite, gli elementi parzialmente
“tagliati” dai margini della raffigurazione, l’aspetto di silhouette delle figure poste su uno
sfondo più chiaro, come pure le linee che contornano le superfici.

C. MONET, Donna col parasole, 1875


U.HIROSHIGE, Neve a Asakusa, 1845
Monet studia lo stesso soggetto con
Queste stampe sono state realizzate 40 anni l’attenzione tipica degli Impressionisti ai
prima dei quadri di Monet. colori e agli elementi atmosferici.
La pittura giapponese CHI ISPIRO’?

Il capolavoro “giapponese”
di Monet fu il giardino di
Giverny: qui l’artista fece
ricostruire nella realtà quegli
scorci che amava nelle
stampe giapponesi appese
nella sua sala da pranzo.

Il ponte giapponese nel giardino di


Giverny
La pittura giapponese CHI ISPIRO’?

Monet si ispirò a questa


opera per realizzare il
suo giardino giapponese.

C. MONET, Lo stagno delle ninfee, 1899

U. HIROSHIGE, Santuario di Tenjin a Kameido, 1856


La pittura giapponese CHI ISPIRO’?

K.HOKUSAI, Il Fuji
visto dal Saizado, 1833

C. MONET, Terrazza a
Sainte-Adresse,
1867
La pittura giapponese CHI ISPIRO’?

K. HOKUSAI,
Susino in fiore e luna, 1803

V. VAN GOGH, Rami di


mandorlo in fiore, 1890
La pittura giapponese CHI ISPIRO’?

K. HOKUSAI, Iris 1832

V. VAN GOGH, Iris , 1889


La pittura giapponese CHI ISPIRO’?

U. HIROSHIGE, Il boschetto di Suijin presso Masaki, 1857 P. GAUGUIN, La belle Angèle, 1889
La pittura giapponese CHI ISPIRO’?

Toulouse-Lautrec, realizzò
molti manifesti con la
tecnica della stampa,
ispirandosi all’arte
Giapponese, come in
questa opera nella quale ha
rappresentato Aristide
Bruant : un cantante che si
esibiva al Moulin Rouge.

Il colore è omogeneo,
prevale l’uso della linea e
sono assenti le ombre.

HENRY DE TOULOUSE-LAUTREC,
Aristide Bruant
1892
La pittura giapponese CHI ISPIRO’?

KEISAI EISEN, La casa della notte solitaria,


1848

Osserva l’opera di Keisai eisen: una


donna in primo piano e alcune persone
in lontananza rappresentate come delle
siluoettes.
Anche Toulouse-Lautrec in questa
opera mette una figura in primo piano
sullo sfondo persone in controluce

HENRY DE TOULOUSE-LAUTREC, Molulin Rouge


“La Goulue” 1891
PISA
6 febbraio 2015

CLASSI
3D-E
ISTITUTO
G.MARITI
Scuola secondari a 1 ° grado - FAUGLI A
Henri Toulouse-Lautrec
nacque il 24 novembre 1864 ad
Albi, nel palazzo medioevale
della nobile famiglia.
Nel 1872, Toulouse - Lautrec si trasferì
con la madre a Parigi, dove conobbe
Maurice Joyant, l'amico della sua vita,
che sarebbe divenuto anche il curatore
della sua eredità, il suo primo biografo e
che avrebbe fondato, ad Albi, il Museo
Toulouse - Lautrec.

Nel 1875, Lautrec a causa del suo


cagionevole stato di salute, ritornò ad
Albi dove la sua istruzione continuò ad
opera della madre e di insegnanti privati.

Egli soffriva di picnodisostosi, una


malattia ossea di natura ereditaria,
dovuta alla consanguineità dei genitori
che erano, infatti, cugini di primo grado.
A tredici anni, nel maggio del 1878, si
ruppe il femore sinistro a seguito di una
rovinosa caduta e l'anno successivo una
nuova caduta nel letto di un torrente in
secca gli procurò la rottura del femore
destro.

Le uniche cose che in quei momenti


difficili gli davano consolazione erano il
H.TOULOUSE LAUTREC, disegno e la pittura.
Autoritratto a 16 anni, 1880 , Albi,
Musèe Toulouse-Lautrec
Dopo aver ottenuto la
maturità, tornò di
nuovo a Parigi e, nel
settembre del 1882,
entrando nello studio
di Fernand Cormon,
conobbe Vincent Van
Gogh con cui instaurò
una sincera amicizia.

HENRI DE TOULOUSE-LAUTREC
Ritratto di Vincent Van Gogh, 1887
Pastello su cartone, cm. 54 x 45 ,
Amsterdam, Stedelijk Museum
Nel 1884 si trasferì da amici nel quartiere artistico
di Montmartre luogo che fu per lui un'inesauribile
fonte di ispirazione e in cui aprì, nel 1886, un
proprio atelier di pittore.
HENRI DE
TOULOUSE-
LAUTREC
Cavallerizza
acrobata al circo
Fernando, 1888,
Cigago, Art Istitute

Frequentò assiduamente
cabaret, caffè e sin dalla sua
fondazione, nel 1889, divenne
ospite fisso del Moulin Rouge,
al cui ingresso faceva mostra di
sé la sua opera "Cavallerizza
acrobata al circo Fernando",
del 1888, e per il quale realizzò
il "Ballo al Moulin Rouge", del
1892.
HENRI DE TOULOUSE-LAUTREC
"Ballo al Moulin Rouge", 1892
Iniziò tutto con una bottiglia di champagne
Quanto Henri de Toulouse-Lautrec vide un
manifesto del France Champagne
eseguita di Bonnard, capì subito che anche
la pubblicità era una forma d’arte.

PIERRE BONNARD, Manifesto per France-


Champagne, 1892
Nel 1891 ottiene il suo primo incarico
come pubblicitario: il direttore del
Moulin Rouge, Charles Ziedler, gli
assegna la creazione di un manifesto
per annunciare l’arrivo nel cafè-
cabaret di una nuova ballerina:
Louise Webwe, detta la Golosa.

A Toulouse-Lautrec basta quell’affiche


(oggi famosissima) per dimostrare
che, grazie a lui, il linguaggio
pubblicitario non sarebbe stato più lo
stesso.
L’artista propone in questa opera :
linee essenziali e colori forti per
reclamizzare nel modo più adatto il
luogo simbolo della Belle Epoquè.

Iniziò per Lautrec un periodo di


notorietà e di commissioni: produsse
31 manifesti, tra cui famosi quelli per
Jane Avril, Aristide Bruant, la
ballerina May Milton, il Divan
Japonais e il Jardin de Paris.

HENRY DE TOULOUSE-LAUTREC,
Molulin Rouge “La Goulue” 1891
Nei suoi celebri manifesti
pubblicitari e Divain
Japonais ne è un esempio,
è molto evidente il
linearismo grafico
giapponese che si nota in
modo particolare nel profilo
degli uomini con il cappello
a cilindro, dalle ombre nere
alle spalle del soggetto, alla
silouettes “senza testa”
della cantante Yvette
Guilbert nel notissimo
Divan Japonais, il noto
caffè concerto situato
a Parigi al 75 di rue des
Martyrs.

HENRY DE TOULOUSE-LAUTREC,
Divain Japonais, 1892
La vita di Toulouse-
Lautrec si svolge fra
l’atelier di Comon,
dove studia la
mattina e nei
cabaret e i cafès
chantants dove
trascorreva le serate
e le notti.

Fra i preferiti le Chat


Noir e poi le
Mirliton, il locale
rilevato dal cantante
Aristide Bruant, che
Lautrec ritrarrà in
alcuni famosi
manifesti.
HENRY DE TOULOUSE-LAUTREC
Aristid Bruant
Molti dei personaggi del
cabaret, tra cui La Goulue,
Yvette Guilbert (famosa per i
suoi lunghi guanti neri), la
ballerina Jane Avril, e
Valentin le Désossét, furono
resi immortali grazie ai quadri
e ai manifesti dell’artista

HENRY DE TOULOUSE-LAUTREC,
La Goulue che arriva al Moulin
Rouge , 1882
HENRY DE TOULOUSE-LAUTREC,
Yvette Guilbert
HENRY DE TOULOUSE-LAUTREC,
Yvette Guilbert
HENRY DE TOULOUSE-LAUTREC,
Jane Avril
HENRY DE TOULOUSE-LAUTREC,
La Gouloue e Valentin, 1894
Litografia, cm. 31,4 x 25,7 cm
Nel 1884 ebbe luogo
la prima esposizione
a cui prese parte con
alcune sue opere, a
cui ne seguirono altre
e nel 1893 realizzò la
sua prima grande
mostra individuale
che vide giudizi
positivi da parte della
critica.

Ammiratore di Cézanne, Renoir, Manet e in particola modo di Degas, da cui riprende la


pennellata a piccoli tratti ed il disegno.

Lautrec venne a conoscenza delle stampe giapponesi grazie a Van Gogh.


Si nota nelle sue opere, l’influenza che hanno avuto per lui
per la forza delle linee ed un accorto uso
delle tinte piatte.
E.DEGAS, L’assenzio, 1875-76 HENRY DE TOULOUSE-LAUTREC,
Al Moulin Rouge, 1892

In Al Moulin Rouges del 1892, l’artista raffigura l’interno del locale da ballo secondo
un’inquadratura fotografica che ricorda un’opera di Degas: L’assenzio per la balaustra che
taglia trasversalmente la scena.
I tre uomini seduti al tavolo in primo piano sono amici di Toulouse -
Lautrec, mentre le due ragazze che li accompagnano sono
La Macarona e Jane Avril: due stelle del locale;
l’artista si ritrae in secondo piano, di profilo a
fianco del cugino Tapié de Céleyran.
HENRY DE TOULOUSE-LAUTREC,
May Belfort
HENRY DE TOULOUSE-LAUTREC,
May Milton
Viaggiò molto, visitando la Francia, l'Olanda, la Spagna, il Belgio, l'Inghilterra: realizzò, però,
pochissimi paesaggi percè non ebbe mai interesse per la pittura paesaggistica e privilegiò
sempre le figure umane.
Autore, nei vent'anni di attività, è riconosciuto come uno dei più geniali grafici della storia
dell'arte, soprattutto nella litografia a colori.

Intorno al 1890, Lautrec


ebbe l'incarico di
dipingere il salotto della
casa chiusa di Rue de
Moulins: la migliore di
Parigi. Toulose, si si
trasferì lì, vivendo in
quegli ambienti
considerati malfamati ma
che egli trovava ricchi di
vita ed accoglienti.

Fra il 1892 e il 1895


Toulouse-Lautrec
dedicò moltissimi quadri
e disegni alle case
chiuse parigine e alla
vita quotidiana che in
esse si svolgeva.

HENRI DE TOULOUSE-LAUTREC ,
Salon de la rue des Moulins,
1894, Musée Toulouse-Lautrec
LA LITOGRAFIA Litografia significa scrittura su pietra.

Il procedimento inventato da Alois


Senefelder (1771-1834) utilizza delle
lastre di pietra calcarea con una
superficie molto levigata.
La litografia è la tecnica di stampa più
vicina alla pittura e al disegno. Sulla
pietra si disegna con una matita
grassa e si dipinge a pennello.

Le tecniche di stampa come la


litografia sono dette planografiche
poiché la matrice non dispone di un
rilievo.
L'area che trattiene l'inchiostro ha Il torchio
caratteristiche idrorepellenti. litografico non
Le parti esterne al disegno vengono possiede un
costantemente inumidite affinché cilindro, la
l'inchiostro grasso non vi aderisca. matrice in
pietra viene
fatta scivolare
sotto una
grossa spatola
premente.
Bevitore di alcol, dal 1897
in poi fu sempre più colto
da depressioni, fino ad
essere ricoverato in una
clinica neurologica
all'inizio del 1899.

Quando uscì, dopo


qualche mese, riprese
soprattutto a dipingere,
realizzando, tra le altre,
"Miss Dolly, l'inglesina
dello Star a Le Havre",
"La modista", "Al Rat
Mort".

HENRY DE TOULOUSE-LAUTREC,
Miss Dolly , 1899
Olio su tavola, cm. 41 x 32,8
HENRY DE TOULOUSE-LAUTREC,
Al Rat Mort, 1899-1900
Olio su tavola, cm. 55 x 45

HENRY DE TOULOUSE-LAUTREC,
La modista, 1900
Olio su tavola, cm. 61 x 49,3
Riprese a bere e l'unica cosa
che gli dava conforto era il
lavoro: realizzò altri manifesti
e quadri, tra cui una serie di
dipinti per l'opera teatrale
"Messalina", fino a quando,
nell'estate del 1901, fu colpito
da un colpo apoplettico che
gli procurò una semiparalisi.

Quando morì aveva 37 anni


ed era il 9 settembre 1901,
assistito dalla madre e dal
suo amico Paul Viad.

HENRY DE TOULOUSE-LAUTREC
Messalina tra due figuranti e una
statua, 1900-1901
Olio su tela, cm.92,5 x 68
e la nascita del MANIFESTO
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La nascita del M A N I F E S T O
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Con il termine pubblicità si intende


quella forma di comunicazione a
pagamento che tende in modo
intenzionale e costante a influenzare,
a far conoscere e a propagandare un
prodotto o un’idea.
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I primi manifesti risalgono


agli ultimi decenni del XIX secolo
quando l’Europa e Stati Uniti
vivevano un periodo di prosperità
economica grazie alla massiva
industrializzazione che determina
un aumento demografico, una
crescita esponenziale delle città e
una radicale trasformazione della
Crystal Palace, Londra, 1851 società.

In quel momento si formò la cosiddetta società di massa che viveva e animava le nuove metropoli
europee, soggette a interventi urbanistici radicali come il piano Haussmann che trasformò la
viabilità di Parigi.
Inoltre sorsero in quel periodo numerosi grandi edifici adibiti all’esposizione e alla vendita di oggetti
prodotti in serie, come il Crystal Palace costruito a Londra per la Great Exhibition del 1851, o ai
grandi magazzini Galéries Lafayette di Parigi che vennero aperti nel 1893.
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Galéries Lafayette, Parigi, 1893


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La frenetica vita cittadina
necessita anche di luoghi
dedicati allo svago: ecco
perché si moltiplicano
teatri, cabaret, locali
notturni quali il
celebre Moulin Rouge e,
successivamente i
cinematografi. Proprio
per comunicare con la
massa urbana borghese
che affolla strade e cafés, i
muri cittadini si coprono
dei primi manifesti
pubblicitari.

Moulin Rouge, Parigi

Fin da subito essi si rivelano lo strumento ideale per raggiungere un pubblico vasto ed
eterogeneo grazie sia a tecniche moderne (litografia, fotografia, cromolitografia), sia a
nuove strategie comunicative (uso integrato di immagine e parola).
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Teatro Eden di La Ciotat, in Francia, il


più antico cinema esistente al mondo.

Fu qui che il 21 marzo del 1899 i


fratelli Lumière proiettarono davanti a
250 spettatori uno dei loro primi
filmati, L’Arrivée d’un train en gare
de La Ciotat, un documentario di 50
secondi che mostra l’arrivo di una
locomotiva nella stazione della città, a
pochi chilometri da Marsiglia.
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Un manifesto del cinema dei Fratelli Lumière


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I primi manifesti, siano che servissero a


promuovere spettacoli o a pubblicizzare qualche
prodotto industriale, dal punto di vista stilistico, si
inseriscono nel periodo dello stile Liberty.
Nonostante ciascun artista elabori un linguaggio
personale si notano elementi comuni in queste
opere:
- la predominanza di una linea sinuosa e
- Il colore è distribuito in modo piatto e uniforme,
- tagli fortemente obliqui dell’immagine e richiami
formali alle incisioni giapponesi (soprattutto a
quelle di Hokusay ) .

Nel manifesto France Champagne di Pierre Bonnard e gli altri di questo periodo, vi
è l’integrazione fra le parole e l’ immagine. Testo e figure si compongono armonicamente,
comunicando in maniera efficace e immediata il messaggio.
Il nome dello Champagne accompagna la sinuosità della figura femminile e il pizzo del vestito in
primo piano si confonde con le bollicine della bevanda nel bicchiere. Parola, immagine ed
evocazione metaforica cooperano alla trasmissione di un messaggio promozionale.
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Uno dei massimi pionieri del
nuovo linguaggio è
senz’altro Toulouse-
Lautrec il quale, ha inventato
il modo di comporre scritto
ed immagine in maniera
che l’immagine avesse
subito funzione narrativa,
quindi metaforica, e che lo
scritto accompagnasse
l’immagine senza
appiattirne il senso.
Significativo è Molulin Rouge
HENRY DE “La Goulue” del 1891
E.DEGAS, TOULOUSE-LAUTREC, osservando il manifasto,
Lezione di danza, 1871-74 Molulin Rouge “La notiamo che la composizione e
Goulue” 1891 il punto di vista decentrato
ricordano le opere di Degas, mentre l’ombra serpentina del peronaggio in primo piano: Valentin
le désossé (ballerino e compagno di La Goulue), esalta la ballerina con il suo abito simile ad
una corolla.

Le scritte rosse e nere si inseriscono nella composizione senza disturbare il nostro occhio.
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Per restare in ambito francese,


tra gli artisti che in questo
periodo si cimentano nell’arte
del manifesto spiccano Jules
Chéret, Eugène Grasset,
Alphonse Mucha e tanti altri.

Il primo manifesto che pubblica Jules Chéret, è La biche au bois, incontra un grande
successo e segna il debutto di una futura intensa attività creativa.
Chéret divenne amico di grandi artisti della sua epoca come Rodin , Bourdelle, Manet e
Renoir, divenendo a sua volta punto di riferimento per gli artisti della generazione successiva,
come Seurat, Signac e soprattutto Toulose-Lautrec.
Chéret contribuì a trasformare con la sua immensa produzione di manifesti a colori
il paesaggio urbano facendo scendere l’arte nella strada e nella piazza.
In tutta la sua carriera realizzò più di 1000 manifesti guadagnandosi i il titolo di “Padre del
poster” e rivoluzionando il settore della pubblicità nel design e nelle tecniche di stampa.
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Jules Chéret
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Jules Chéret
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Alphonse Mucha
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Eugène G r a s s e t
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Eugène G r a s s e t
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Anche in Italia la grafica Liberty


prende piede a cavallo tra XIX e XX
secolo, favorita dalla presenza di
industrie cromolitografiche come la
Ricordi di Milano.

Nel nostro Paese hanno


successo sia i manifesti di
comunicazione culturale per la
promozione di opere teatrali o
film (Leopoldo Metlicovitz
disegna il manifesto per Cabiria nel
1914),sia i manifesti pubblicitari
veri e propri.
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Leopoldo Metlicovitz

Officine Ricordi di Viale Campania 42,


Milano dove iMetlicovitz lavorò dal 1892 al
1938. La fabbrica fu bombardata nel 1944 e
successivamente demolita per lasciare spazio
a palazzine residenziali. Le Officine si
spostarono in via Quaranta.

Leopoldo Metlicovitz nel suo studio alle


Officine Ricordi in una foto del 1904
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L. Metlicovitz era nato a Trieste
il 17 Luglio 1868 da una famiglia Leopoldo Metlicovitz
di origine. Iniziò a lavorare
giovanissimo, a 14 anni, nella
ditta del padre che produceva
minuteria meccanica. Nel 1882 si
trasferì a Udine dove si impiegò
come aiuto litografo. Lì capitò
Giulio Ricordi che gli suggerì di
andare a Milano, dove dal 1888
e fino al 1892, il giovane artista
lavorò per la ditta Tensi,
specializzata nella produzione di
carte e lastre per la fotografia.
Alla fine di questo apprendistato
fu assunto come direttore tecnico
alle Officine Grafiche Ricordi
dove ben presto ebbe l’incarico
di direttore tecnico.
Tra le prime realizzazioni il manifesto di stampo verista per il quotidiano cittadino La sera.
Nel 1894 fu promosso “pittore” e in quel decennio il suo linguaggio si avvicinò
allo Jugendstil, con un’impostazione bidimensionale ed i suoi soggetti erano inseriti in una
cornice d’ispirazione botanica.
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Leopoldo Metlicovitz

L. Metlicovitz , tramite Giulio Ricordi, incontrò i


compositori Verdi e Puccini e iniziò a lavorare
anche come scenografo per il Teatro alla Scala.

Nel 1889 realizzò per la Bohéme una serie di


cartoline illustrate e successivamente si dedicò a
disegnare manifesti operistici, frontespizi per
libretti d’opera, spartiti, calendari e riviste.
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Leopoldo Metlicovitz

Il suo noto manifesto per l’Esposizione


Universale di Milano sul traforo del Sempione,
che rappresentava due nudi michelangioleschi di
spalle davanti alla nuova galleria, simboli di
Progresso e Scienza, fu scelto nel 1906 dal
comitato esecutivo, nonostante non fosse stato
presentato al concorso ufficiale.

Nella prima metà degli anni Venti si


occupò di manifesti per località turistiche
avvicinandosi al paesaggio e da allora, si
appassionò alla pittura dal vero.
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Metlicovitz firmò PUBBLICITARIO
innumerevoli creazioni, che
spaziano dalla pubblicità Leopoldo Metlicovitz
alle cartoline. Tramite le
Officine Ricordi di Viale
Campania 42, che oltre per
la loro casa stampavano
per terzi, molte ditte
emergenti come la Pirelli,
Ettore Moretti, i Magazzini
Mele di Napoli, si
affidarono alla sua matita.

L’atmosfera è quella è
quella del liberty, dove la
sensualità del corpo
femmineo appare piatta e
svuotata e si trasfigura in
contorta linea grafica. I
colori sono smaltati, gli
sguardi languidi, i sorrisi
fissi, venati da una
sotterranea decadenza che
prelude alla prima guerra
mondiale.
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Leopoldo Metlicovitz

Ma non dobbiamo dimenticare che e il


marchio di fabbrica che ancora oggi
viene utilizzato dalle Distillerie
Fratelli Branca, produttrici del Fernet
Branca, raffigurante un'aquila che
ghermisce con le ali spiegate una
bottiglia del liquore amarognolo al di
sopra di un globo terracqueo è opera
di Metlicovitz del 1893.
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Leonetto Cappiello
Il più innovativo tra i cartellonisti italiani
è Leonetto Cappiello che, dopo un esordio
influenzato dallo stile di Chéret, con i suoi
manifesti per Chocolat Klaus (1904),
Thermogène (1909), Bitter Campari e altri,
stravolge i caratteri derivati dai modelli francesi
anticipando le tendenze della grafica degli Anni
Trenta..
Le sue opere sono dominate da sfondi
scuri astratti sui quali primeggiano
personaggi anti-realistici dai colori vivaci
(folletti, amazzoni, pierrot) che non hanno
apparentemente una connessione con il
prodotto reclamizzato, ma sono incisive a
livello inconscio ed emozionale.
L’importanza di Cappiello nell’evoluzione della
grafica pubblicitaria sta nella sostituzione del
prodotto con delle figure-arabesco che
finiscono per identificarlo.
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Leonetto Cappiello
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Leonetto Cappiello
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PUBBLICITARIO

« anche pensandoci bene.... non arriverete forse, a citare un solo


manifesto che sia diventato famoso per il ricordo della riproduzione
del prodotto.

Tutti i manifesti che vi ricordate sono rimasti nella vostra memoria per la
forma dell’immagine inventata dall’artista, che è diventata inscindibile
dal prodotto e dal suo nome »
La nascita del M A N I F E S T O
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La nascita del M A N I F E S T O
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1. U. Hokusai, uno dei tre grandi protagonisti dell'ukiyo-e., influenzò molto la pittura di
La pittura Vincent Van Gogh. In questa presentazione hai trovato la comparazione di alcune opere.
Fai una ricerca di immagini del pittore post-impressionista e confrontale con quelle di
giapponese Hokusai e, con brevi didascalie, spiega le analogie che osservi fra le due opere.

1. Tra gli artisti che in Francia si cimentarono nell’arte del manifesto ricordiamo Jules Chéret,
Eugène Grasset, Alphonse Mucha . Quale di questi artisti ti ha maggiormente
interessato, osservando le sue opere in questa presentazione?
Fai una ricerca di immagini unite da brevi commenti che ci permettano di conoscere in
modo approfondito le sue opere.
Il manifesto 2. Leopoldo Metlicovitz e Leonetto Cappiello: due personalità importanti per il manifesto
pubblicitario pubblicitario in Italia ma che ebbero caratteristiche molto diverse.
Presenta le opere in ordine cronologico anche per capire se ci sono stati cambiamenti di
stile.

3. Le pubblicità che ha firmato Oliviero Toscani per Benetton sono decisamente diverse
da tutte le altre. Perché?
Che strategia ha voluto utilizzare per colpire l’attenzione?
Analizza le sue campagne pubblicitarie per Benetton.

4. Come nasce un manifesto pubblicitario? Chi lo realizza? Come?


Questo manifesto fa parte di una serie eseguita nel 1893
da H.Toulouse-Lautrec, edita dallo stesso Bruant per la
vendita del proprio locale. Dopo la chiusura del “Mirliton” il
canzonettista ne lasciò le copie superstiti in deposito ai
librai Sevin e Rey.
Furono eseguiti con il sistema della stampa litografica
che sfrutta un particolare tipo di pietra, opportunamente
levigata.
Si disegna su di essa con una matita grassa che ha la
caratteristica di trattenere nelle parti non disegnate, un
sottile velo d’acqua, che respinge invece, il segno grasso.
Quando l’inchiostro viene passato sulla pietra trattata, è
respinto nelle parti inumidite e trattenuto nelle zone grasse,
così, quando si stampa, la carta riceve solo l’inchiostro che
si è depositato sulle parti disegnate.
Osserva l’immagine: i colori sono distribuiti in modo
uniforme grazie al procedimento della stampa, le tinte sono
quindi piatte e solo sull’ampia sciarpa rossa , delle linee
ondulate, ne evidenziano l’andamento ed il volume.
I colori sono vivaci e contrastanti e così, sul nero
del mantello è ben evidente il nome del cantante e
le due grandi macchie nere, questa e quella del
cappello, risaltano sul fondo bianco. Anche il
contorno verde ha un ruolo importante perché
accostato al rosso della sciarpa, ne esalta la
brillantezza del colore.
Per ottenere riproduzione del manifesto di Toulouse Lautrec, poi utilizzare un
metodo più semplice di quello da lui usato. Si tratta della lineolegrafia, una
tecnica simile alla xilografia perché varia solo il supporto: nel primo caso il
linoleum che consente un’incisione di più facile esecuzione rispetto al
secondo perché viene usato come matrice il legno.

Il linoleum è caratterizzato da una superficie liscia e compatta che si incide


facilmente che permette di realizzare elaborati anche di una certa
complessità.

FASI DI LAVORO:
1. Per mezzo di un foglio di carta lucida, ripassa tutti i contorni del manifesto di Toulouse –Lautrec
2. Appoggia della carta copiativa mettendo il lato inchiostrato rivolto verso la lastra di linoleum
3. Capovolgi il disegno fatto sul lucido che appoggerai e fermerai sulla lastra
4. Ripassa tutto il disegno per mezzo di una matita o una penna
5. Togli la carta lucida e quella copiativa
6. Adesso vedrai sulla lastra il disegno e, per mezzo di una penna a sfera ripassa l’interno delle parti che dovranno rimanere
in rilievo: con questo sistema, ti sarà più facile procedere alla fase successiva dell’incision
7. Per mezzo degli appositi strumenti quali: sgorbie e lancette, incidi prima i contorni della figura e poi procedi a togliere
superfici che non dovranno essere inchiostrati
8. Con l’apposito rullo procedi a spalmare dell’inchiostro sulla matrice
9. Appoggiare un foglio sopra la lastra e, con un altro rullo o con la pressione delle mani si ottiene il trasferimento del
disegno.
Con questo procedimento si possono ottenere infinite
copie, avendo cura ogni volta, di lavare la matrice e
procedere alla successiva inchiostratura.
Basterà utilizzare un cartoncino nero ed
un inchiostro di colore chiaro per ottenere
un elaborato che sarà il negativo del
precedente, proprio come una pellicola
fotografica.
Potrai ottenere una riproduzione del manifesto con i quattro colori usati da
Toulouse-Lautrec: nero, rosso, verde e bistro, incidendo quattro lastre diverse.
e.
FASI DI LAVORO:
1. Anche in questo caso ripassa i contorni del manifesto per mezzo di un foglio di carta lucida
e colora con dei pennarelli la composizione, rispettando quella originale
2. Prendi la prima matrice di linoleum e procedi appoggiando la carta copiativa e quella
lucida capovolta
3. Ripassa il contorno di tutto quello che dovrà essere stampato di nero
4. Procedi all’incisione togliendo per mezzo delle sgorbie e lancette tutto quello che non dovrà
essere stampato di colore nero
5. Procedi nello stesso modo con un’altra matrice, ma questa volta ripassa solo quanto
dovrà essere stampato di colore rosso
6. Analogo procedimento avviene per il verde e per il bistro.
7. Adesso procedi alla stampa che sarà costituita da quattro fasi sullo stesso foglio: prima
inchiostra la matrice nera e stampa
8. Procedi in modo analogo per il verde, il rosso e poi per il bistro stampando sempre sullo
stesso foglio .
o
Questo sistema di stampa richiede molta attenzione perché se il
foglio non viene appoggiato esattamente sulle diverse matrici, non si
ottiene una buona riproduzione, è consigliabile quindi, delineare bene
il bordo della composizione.
Sono molti i manifesti di Toulouse -Lautrec che potresti
riprodurre anche con tecniche miste come pastelli a cera
e inchiostro di china.

FASI DI LAVORO:

1. Disegna su foglio ruvido la composizione che è riprodotta sul


manifesto che hai scelto;
2. Colora con pastelli a cera lasciando uno spazio vuoto fra una
campitura e l’altra e non colorare quello che è nero nel manifesto;
3. Ricopri il tuo elaborato
con l’inchiostro di china
nero o altro colore e,
grazie alla proprietà
dei pastelli a cera che
respingono i liquidi
dalla loro superficie,
otterrai un dipinto che
avrà i contorni del
colore che hai scelto
per ricoprire e con un
effetto “anticato” sopra
i pastelli a cera.
Oppure potresti
personalizzare una
semplice maglietta,
riproducendo un
manifesto di Tuoluose-
Lautrec dipingendo con
colori per stoffa oppure
acrilici.

Ricorda di stirare il tuo dipinto


( sul rovescio della stoffa) per
fissare definitivamente il
colore.
Dalla pittura giapponese a

e la nascita del MANIFESTO


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