Gli stand saranno posizionati a cornice del corso principale con ammiccanti prodotti, ma su
tutti domina il rosso tarocco che la fa da padrona alla grande offrendo la possibilit di essere
acquistato a prezzi veramente contenuti cos da fornire scorte del succulento frutto rosso.
La manifestazione un'ottima occasione per visitare il paese. Partendo da largo Botteghelle,
punto focale della vita contadina di fine Settecento e percorrendo la via Garibaldi dove c' la
chiesetta di San Cristoforo costruita per i viandanti. Tra i numerosi palazzi neoclassici il tempietto
della Santa Croce, una cappella votiva dove si fermavano i contadini di ritorno dai campi. Dopo un
rapido passaggio al Belvedere, per ammirare da un punto di vista insolito il maestoso Etna e il mare
di Priolo, si prosegue per via Umberto dove si trova la casa natale dello scrittore Matteo Gaudioso.
E poi il portale della chiesa di Sant' Antonio da Padova, la chiesa di Sant' Anna e Palazzo Belfiore,
esempio di barocco siciliano opera degli scalpellini Montalto e Cultrera, la Chiesa Madre con le tele
attribuite a Pietro Novelli, e la chiesa di San Gerolamo con annessa torretta dell' orologio.
Immancabile una visita alla Salita in discesa il tratto di strada statale che collega Francofonte a
Vizzini che per uno strano gioco di illusione ottica sembra un percorso in salita pur essendo, in
realt, in discesa.
Sagra delle Anguille a Sinagra (Messina)
Appuntamento fisso nel calendario delle manifestazioni estive dedicato al prodotto tipico
locale.
La storia della Sagra
Da una indagine storica e da un accurato studio delle tradizioni popolari locali, risulta che
l'anguilla ha avuto un posto di primo piano sulle "tavole" dei sinagresi e dei paesi che si affacciano
alla vallata ove scorre il fiume Naso. (anticamente chiamato Thimetus da Tolomeo). Il prelibato
pesce veniva e, in minore misura ancora oggi, pescato, con metodi particolari, nella fiumara che, da
secoli, rappresenta per la valle una valida insostituibile fonte di approvvigionamento alimentare
che va dalla pesca delle anguille all'irrigazione delle campagne. L'anguilla del nostro corso d'acqua
del genere testa a punta ha caratteristiche molto particolari qualit organolettiche eccezionali e di
alto valore nutritivo. Quella della Sagra una storia densa di piccoli e grandi avvenimenti. Nel
1979 alcuni amici (Alberto Mommo, Alberto Raffaele detto Ciccio, Carlo Cardaci, Carmelo Fazio,
Leone Oriti, Mimmo Furfari, Nino Fogliani, Salvatore Sinagra, Sauta Antonino, ecc) si resero
conto che nelle manifestazioni estive mancava qualcosa che desse risalto al paese e, in qualche
modo rivalutasse un prodotto tipico locale. L'idea fu di Ciccio che nell'osservare la classica
stagghiata (descritta in seguito) pens di organizzare una festa in piazza che in seguito divenne
sagra, ove degustare piatti a base di anguilla. Le anguille utilizzate per le pietanze sono di un sapore
particolare e difficilmente riscontrabile in altre localit italiane. Oggi, la sagra, divenuta un
appuntamento fisso nel calendario delle manifestazioni estive.
La stagione delle anguille a stagghiata
Il sistema per la cattura delle anguille quello della stagghiata che tradotto in italiano
significa fermare l'acqua. Scelto un tratto di fiume ricco di anguille,si devia a monte l'acqua fino a
fare asciugare il tratto sottostante prescelto per la cattura. I pescatori forniti di una piccola forchetta
alzano le pietre dove si sono nascoste le anguille e le infilzano per catturarle. Questo metodo
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antico tanto da farlo risalire all'era preistorica e si usa ancora oggi per la cattura delle anguille. Nei
giorni precedenti la sagra costituisce un richiamo turistico non indifferente per quanti vogliono
assistere a un tipo di pesca cos tradizionale. Vengono rigorosamente catturate soltanto quelle che
superano i 100 grammi di peso, preservando cos la continuit della specie.
Curiosit
La cattura delle anguille a Sinagra
Quello stesso anno, si fecero anche organizzare la pesca delle anguille in una saia sul fiume.
Era un canale d'acqua morta fangosa coperta di pelurie d'erba, che risiedeva nel fondo. La pesca
incominci prima dell'alba. Con i pantaloni rimboccati sino ai ginocchi, loro e quattro uomini erano
gi nell'acqua, a cui si era creata una via d'uscita verso il basso. Man mano che l'acqua diminuiva ,
le anguille si sentivano smarrire il respiro e affioravano. Venivano prese o con le dita a tenaglia, alla
gola, o infilzate in forchette, tra risate e gridi, mentre le mani alzate e gli ampi gesti annunziavano la
vittoria. Erano anguille medie, piccole, grosse. Giacomo seguiva l'operazione da un capo all'altro
dei pescatori, curvo sino a toccare il terreno, a fior di pelurie d'erba. L'aria umida saliva a pungere le
narici con sentore di aghetti di menta selvatica e di nepitella. Gli occhi delle anguille svenivano
nella stretta, perduti nel cielo, estranei ai corpi da cui affioravano come per staccarsene; erano lisce
come velluto, si contorcevano, le pance chiare lunghe, i dorsi marrone sbiadito;a vista d'occhio il
loro profilo gi sottile si acuminava riducendosi a un filo verso la bocca serrata;respiravano a fatica
e si contorcevano mostrando i contorcimenti degli intestini; sulla pelle, a battiti di febbre, quando la
febbre batte forte sulle tempie. Giacomo sentiva un nodo alla gola. Ad un tratto il Tato, l'atleta
olivastro della comitiva, alz il braccio con in mano un'anguilla enorme, emettendo dal ventre un
grido di vittoria. Ma l'anguilla era tutta bianca, e ci fu un altro urlo: <E' una serpe d'acqua>. Il Tato
lanci la serpe lontano e il ribrezzo pass sulle facce di tutti. Ma poi la pesca si ricompose e fu una
ricca pesca.
Sagra del pomodoro di Braidi
Il Festival dedicato al pomodoro, in modo particolare a quelle variet coltivate a Braidi,
piccolo villaggio nel Comune di Montalbano Elicona (Messina). Durante l'evento si degusteranno
varie ricette a base di pomodori braidesi e di prodotti tipici del luogo.
Circondato da boschi secolari, Montalbano Elicona uno dei pi antichi e suggestivi Borghi
Medievali dellarea dei Nebrodi, ricco di storia, arte, tradizioni popolari. Sito su un vasto pianoro a
907 metri di altitudine, e coronato da un maestoso castello, offre un panorama incomparabile sul
mare e le isole Eolie, lEtna e i rigogliosi rilievi verdeggianti che lo circondano. Sull'etimologia del
nome "Montalbano" sono state avanzate diverse ipotesi anche se si tende a ritenere pi attendibile
quella secondo cui, la denominazione derivi dalla voce saracena "Mont'Alban". Nel 394 a.C. il
nome verr denominato Elicona dai Dori che credevano di ravvisarvi l'"Elikon" greco anche se
quest'appellativo verr aggiunto al sostantivo "Montalbano" solo dopo l'unificazione del Regno
d'Italia.
L'origine del borgo risale probabilmente alla prima met del secolo X e ne abbiamo una prima
menzione solo nel 1070. Fu possesso demaniale fino al 1177 anno in cui pass agli Alagona. Nel
1233 in seguito ad un'insurrezione del popolo, l'imperatore Federico II di Svevia distrusse
Montalbano dalle fondamenta. Il paese venne presto ricostruito e nel 1262 fu dato da re Manfredi a
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Bonifacio Anglona, sotto il titolo di contea. Il periodo di maggiore sviluppo lo ebbe all'epoca di
Federico II d'Aragona che nel 1325 vi fece edificare un castello. L'edificio che conserva poco delle
strutture interne originarie un'ampia costruzione con resti di una torre e una cappella con cupola in
stile bizantino. Di notevole interesse artistico la Chiesa Madre, del 1646, dedicata a S. Nicol di
Bari che presenta al suo interno un altare con bassorilievi gagineschi del 1587.
Rilevante a Montalbano Elicona la produzione delle nocciole, che rappresenta la principale
fonte di ricchezza del luogo, e dei formaggi tra cui provole e ricotte. La maggior parte del territorio
oltre che da noccioleti interessata anche da vigneti e da uliveti. Notevole estensione hanno i
boschi e i pascoli che consentono un fiorente allevamento bovino e suino. Presente anche l'industria
con l'istituzione della C.I.N.I.A.(Cooperativa intercomunale Montana Agricola) addetta alla
lavorazione e alla trasformazione delle nocciole e la creazione del complesso industriale S.I.B.A.M.
per l'imbottigliamento delle acque oligo-minerali esistenti nel territorio.
Sagra delle sarde a Selinunte
Tradizionale evento che si svolge a Marinella di Selinunte, per celebrare un prodotto ittico
dalla bont e dalle caratteristiche gastronomiche uniche. La Sagra delle Sarde, rientra nel piano
promozione dei pescatori di Selinunte, che continuano a promuovere la sardina azzurra di Selinunte
come alimento appartenente alla categoria del pesce azzurro dal valore nutrizionale elevatissimo.
La location della kermesse sar piazza Stazione di Marinella, con stand e tavolini lungo tutta
la piazza. La Sagra delle Sarde continua a svolgersi anno dopo anno, affermandosi sempre pi come
una tradizione, la quale esprime con tutta la sua bellezza le origini culturali di Selinunte e
limportanza culinaria della cucina Mediterranea. Essa viene organizzata dallAssociazione
pescatori di Selinunte in collaborazione con il comune di Castelvetrano.
La pesca locale delle sardine nel mare di Selinunte viene ancora eseguita con sistemi antichi,
utilizzando reti di tratta e ciancialo in nylon, materiale che nel tempo ha sostituito il filo e lo spago.
Il pesce appena pescato ogni mattina viene venduto allasta col banditore, in un piccolo mercato che
ha mantenuto la caratteristica del piccolo borgo marinaro di pescatori.
Sagra del Gallo ai Sapori Chiaramontani, in Contrada Muti a Chiaramonte Gulfi
(Ragusa).
I buoni sapori di un tempo, tra giochi, musica, esposizione e vendita di prodotti tipici, a cura
dell' Associazione Muti.
Nasce nel 1991 la Sagra del Gallo, che cresce di anno in anno, sempre con lo stesso scopo,
quello di parlare dei prodotti della ridente cittadina di Chiaramonte Gulfi. Molti stands, sono
presenti, tutti con prodotti tipici, ed in particolare, non mancher di certo il buon olio di
Chiaramonte e le dolci crispelle al miele. Come ogni anno sar distribuito il piatto tipico, la ranza
cunzata condita con olio doc Chiaramontano, la giardiniera ed il vino, il tutto contornato dalla
buona musica che allieter la fantastica serata di mezza estate. La sagra, ancora una volta vuole
essere unoccasione di svago e divertimento per i tanti visitatori dove si potr giocare per
aggiudicarsi una cesta piena di prodotti chiaramontani, ballare, passeggiare, respirare i profumi
tipici della campagna chiaramontana e assaporare il gusto della ruralit degli Iblei.
Per raggiungere la Contrada Muti luogo della sagra ci si pu recare con la propria autovettura
grazie agli ampi parcheggi messi a disposizione dellAssociazione, oppure con i bus navetta in
partenza da Chiaramonte.
Festa del buccellato
La realizzazione dei dolci tipici della tradizione natalizia ennese, che saranno offerti al
pubblico.
Buccellati di Enna
il dolce siciliano pi diffuso soprattutto a Palermo ed il gioiello natalizio presente in ogni
tavola ennese.
Si tratta di un impasto di pasta frolla, steso a sfoglia e farcito con un ripieno che varia a
seconda delle zone in cui viene preparato. Gli ingredienti variano cos come anche la forma, le
decorazioni e il nome. Il nome buccellato deriva dal latino buccellatum cio pane da dividere in
buccelli, ovvero in bocconi. Sono dolcetti, chiamati in dialetto ennese i vurciddati, o i picciddata
che si conservano bene e possono essere gustati per tanti giorni. Esistono due varianti dei buccellati
ennesi una con il ripieno di fichi e laltra con il ripieno di mandorle.
MandorlARA la Sagra del Mandorlo a Tavola (a cura dei ristoratori e del Consorzio
turistico Valle dei Templi)
Ad organizzare la manifestazione, che ha in questi anni enfatizzato a tavola, il prezioso frutto
che ci appartiene fin dalla fondazione dellantica Akragas, i ristoratori aderenti allARA di
Agrigento. MandorlARA, il titolo riassume la fusione tra le prelibatezze che prepareranno i
ristoratori, per i numerosi ospiti che giungeranno durante la settimana della Sagra del Mandorlo il
Fiore, e la Mandorla simbolo dellalbero che anticipa la primavera nel nostro territorio. La volont
di promuovere il territorio da parte dei ristoratori e albergatori si conferma nel voler riproporre la
stessa formula vincente delle scorse edizioni, un menu ricco e completo in cui la mandorla diventa
regina delle tavole. Il menu MandorlARA sar disponibile (su prenotazione in alcuni ristoranti)
nelle strutture che aderiscono alliniziativa.
Grazie al grande entusiasmo degli chef e dei ristoratori la manifestazione si arricchisce di
nuove pietanze e invenzioni in cucina ed ormai un appuntamento irrinunciabile per i cultori della
buona tavola. Tutti i men a base di mandorla sono diversi e in perfetta sintonia con la cucina del
territorio agrigentino, magnifico bacino di materie prime di altissimo livello, siano esse tratte dal
mare o dallentroterra.
Sagra della "Sfincia" di priescia" a Montelepre
Dolce tipico monteleprino a forma di e preparato nel periodo natalizio, con ingredienti
semplici; acqua e farina e condito con zucchero, miele e cannella. Centinaia le persone si ritrovano
in piazza Principe di Piemonte per un appuntamento che ormai si ripete da anni.
LAssociazione A.T.M.A., tra le varie iniziative culturali portate avanti in meno di un
decennio, ha promosso la valorizzazione della sfincia, dolce tipico. La sfincia emerge per la sua
semplicit, infatti inizialmente veniva preparata con ingredienti poveri e facilmente reperibili quale
acqua e farina, in un secondo tempo vennero introdotti dolcificanti quale miele e poi zucchero ed
infine gli aromi come la cannella. Oggi la sfincia viene preparata con impasto di latte, acqua e
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farina, dolcificata dopo la frittura con zucchero e cannella, nel giorno dellEpifania, data in cui, a
Montelepre giungono per loccasione numerosissimi visitatori.
La Sagra della Sfincia di priescia (priescia -premura), cos detta per i tempi minori che si
impiegano nella sua preparazione, il procedimento utilizzato diverso rispetto alla preparazione
delle semplici frittelle. L'impasto composto da latte, zucchero, cannella e zafferano, viene lavorato
velocemente in tegame per evitare che si attacchi alla pentola e poi riversato in uno "scanaturi"
(piattaforma di legno), a questo punto vi si aggiungono le uova e viene lavorato a mano per
formare delle piccole sfince a forma di fiocco. Organizzata dall'Associazione Atma di Montelepre
(Palermo), riscuote ogni anno tanto successo, grazie alla presenza di numerose persone dei paesi
limitrofi che vengono a degustare gratuitamente il dolce tipico.
Epifania a Sant' Angelo Muxaro, in provincia di Agrigento.
Il 6 gennaio di ogni anno "A Vastasata di Nardu e Riberiu", rappresentazione pastorale,
Erodiade e tradizionale Sagra della ricotta, giunta alla 57 edizione. Lorigine di questa bella
rappresentazione, sarebbe stata importata a SantAngelo Muxaro da tale Giuseppe Trapani da Santa
Elisabetta agli inizi del 1900.
Divenuto ormai lappuntamento di punta non solo per i santangelesi, ma anche per quanti
amano andare in giro per sagre e manifestazioni tipiche siciliane. In questo giorno rivive il mondo
della pastorizia e dei lavori umili di queste valli; di quei lavori, cio, eseguiti ancora con le mani
maestre e sapienti dei pastori e dei contadini di questi posti dimenticati, ma che sanno ancora
esprimere forti sapori antichi.
Ci si sveglia di buon mattino al suono delle campanelle delle pecore che girano per le strade
del paese, mentre in piazza si inizia a preparare la ricotta proprio come si faceva una volta: su tre
grossi blocchi di pietra viene appoggiata una grande pentola che bolle sopra della legna accesa e
sotto locchio vigile del pastore che mescola ininterrottamente. La piazza viene pervasa da fumi,
odori e sapori e quando la ricotta pronta, visitatori possono avvicinarsi per assaggiarla. Intanto,
fanno ingresso in paese i cavalli per la tradizionale sfilata. Per la gente del posto ormai avere un
cavallo da addobbare a festa e cavalcare in questo giorno e qualcosa di unico, di irrinunciabile,
qualcosa di cui andar fieri tutto lanno in attesa della manifestazione prossima.
"A Vastasata" rappresentazione pastorale. Nel primo pomeriggio giungono in paese Nardu e
Ribberiu, due pastori in costume tradizionale che portando in giro per il paese il loro asino e il loro
gregge, danno vita ad una farsa comica: un susseguirsi di, insulti, cadute, scenette grottesche, liti
sotto gli occhi infastiditi del loro padrone,U Camperi. Dopo aver girato le vie del paese si ritorna
in piazza, dove i due pastori, finiti i mestieri della giornata, provano ad andare a letto, ma sono
svegliati dallangelo del Signore che annuncia loro che in una povera capanna nato il Bambin
Ges. Tutti volgono lo sguardo alla grotta, simulata su un palchetto in un angolo della piazza, l
tante bambine vestite in candide vesti le Verginelle recitano lodi al Signore. Pi tardi, la
rappresentazione sul palco dellErodiade, con il Tiranno Erode, crudele Re di Giudea, che vorrebbe
uccidere il Bambino Ges, con i Re magi che dallOriente vengono in cerca del Messia seguendo la
stella cometa e con tanti altri personaggi. La rappresentazione si chiude con la folla che
accompagna il Bambino Ges in Chiesa. La serata si conclude passeggiando tra bancarelle
assaggiando prodotti tipici, grigliate di carne e con spettacoli musicali.
Presepe vivente, alla scoperta delle antiche tradizioni nella Cittadina Arabo-Normanna
di Casalvecchio Siculo, nella splendida valle d'Agr a pochissimi chilometri da Taormina, nel
territorio adiacente l'Antica Abbazia dei S.S.Pietro e Paolo d'Agr, perla unica dove l'Arte
Normanna e l'arte Araba hanno trovato una convergenza straordinaria.
Presepe vivente ambientato nella meravigliosa Piazza Vecchia, ricca di scorci antichi di cui
il tempo ha conservato gli antichi splendori.
Visitando Casalvecchio si avr la possibilit di assaggiare le specialit caserecce dell'antica
arte culinaria siciliana: Frittuli, Porchetta al Forno, Maccheroni al Rag, Salsiccia al Ceppo, Salame
Nostrana, Dolci tipici siciliani, e ammirare la Cattedrale S.Onofrio Anacoreta, dedicata al patrono
del paese.
Casalvecchio Siculo un piccolo comune posto sui Peloritani Meridionali a 400 mt sul
livello del mare, alle falde sud-orientali del Monte Sant Elia e sovrastante il Torrente Agr. Il
paese, definito un piccolo centro della civilt passata, di origine molto antica. Ma, antico
Casalvecchio doveva gi esserlo in epoca Bizantina essendo citato in una scrittura aragonese del
1351, nella sua denominazione greca Palachoron, cio antico casale. Denominazione che,
mantenendo nel tempo inalterato il significato, fu traslata in Catabiet, a testimonianza dell
influenza islamica di un insediamento arabo nel paese, per poi trasformarsi in Rus Vetus, fino a
Casale Vetus e, quindi, Casalvecchio. Nel 1862, dopo l unificazione d Italia, al nome di
Casalvecchio venne aggiunto Siculo per distinguerlo dall omonimo Casalvecchio di Puglia. Da
visitare la Zona Naturalistica Piano Vern che prende il nome dallomonimo monte.
Sagra in occasione dei festeggiamenti di Sant' Antonio Abate a S. Stefano Medio
(Messina)
Degustazioni di Maccheroni al sugo di maiale, panini con salsiccia o porchetta, frittola,
prodotti dop, dolci, vino locale.
Festa di S. Antonio Abate a Santo Stefano Medio, caratteristico villaggio messinese, situato
alle pendici dei monti Peloritani e diviso in due parti dal torrente S. Stefano. Nel pomeriggio del
giorno successivo alla festa si svolge la processione per le vie del paese che si conclude al calar
della sera, dopo la benedizione del parroco. Subito dopo si inscena la singolare pantomima de "U
camiddu e l'omu sabbaggiu" che richiama una moltitudine di folla, meravigliata dagli straordinari
effetti luminosi e acustici. I festeggiamenti si concludono con lo spettacolo dei giochi pirotecnici.
Festa dellArancia al ParcoMuseo Jalari - Barcellona Pozzo di Gotto
La Festa dellArancia nel periodo natalizio al ParcoMuseo Jalari, periodo in cui la Sicilia
una terra inebriante di odori. Il profumo dei fiori d'arancio si diffonde nell'aria e ne diviene
l'essenza. Dicembre un mese "fiorito" che pare essere un quadro: il magnifico contrasto tra il
verde scuro dei rami e il bianco dei fiori, un'esplosione di colore e profumo.
PERCH LA FESTA DELLARANCIA? Lestrazione degli oli essenziali dagli agrumi fu per
molto tempo una delle principali fonti di guadagno per leconomia della provincia di Messina e di
Barcellona Pozzo di Gotto in particolare. Lavoro di grande meticolosit e di pazienza, d lidea vera
di come la frenesia moderna ha cambiato il modo di operare. Il mestiere dello Spiritaru oggi non
esiste pi, ma il ricordo di questi grandi uomini ancora vivo e, il ParcoMuseo Jalari dedica a loro
la Festa dellArancia. LArancia siciliana, rinomata in tutto il mondo, si erge sopra le altre per le
sue caratteristiche. Il sole, la terra di Sicilia, il lavoro degli agricoltori la rendono unica, succosa,
buona, ricca di propriet organolettiche preziose per la salute.
SAGRA DEL MANDORLO IN FIORE, Festival Internazionale del Folklore, Festival
Internazionale I Bambini del Mondo", Corteo Storico d'Italia,
Il Festival si articola in una serie di esibizioni dei gruppi folk per le vie cittadine, la fiaccolata
serale del folklore, spettacoli di musica Folk e degustazioni tipiche siciliane.
La manifestazione comincia con un bel giro, al tramonto, nella Valle dei Templi e prosegue
con laccensione della fiaccola dellamicizia davanti al tempio della Concordia. Lavvenimento pi
importante della sagra si svolge durante la chiusura, quando i gruppi folkloristici sfilano con i
carretti siciliani e le bande musicali dalla citt alla Valle dei Templi. Inoltre, unesibizione artistica
conclusiva viene svolta sempre ai piedi del tempio della Concordia mentre si pu assistere, davanti
al tempio di Ercole, alla cerimonia di assegnazione del Tempio dOro, premio desiderato da tutti e
raffigurante il tempio di Castore e Polluce, che viene consegnato da una giuria internazionale ai
gruppi scelti in base a chi di loro ha danzato e cantato meglio e a chi ha il costume tipico migliore.
Ogni anno vengono organizzate parecchie altre iniziative collaterali, come ad esempio miss
primavera, che premia la ragazza pi bella tra i vari gruppi e il balcone fiorito pi bello della Via
Atenea, la via principale di Agrigento. Inoltre, recentemente sono stati assegnati nuovi premi, come
quello di Gian Campione e Casesa, due pilastri del folklore agrigentino morti qualche anno fa.
Un altro trofeo, il Criscenzo, viene consegnato durante il festival dei bambini del mondo. Nel
periodo in cui si svolge la sagra, vengono realizzate anche delle mostre e delle degustazioni della
mandorla con lo scopo di pubblicizzare questo prodotto tipico siciliano.
La storia. La Sagra del Mandorlo in Fiore nasce nel 1934 a Naro da un'idea del Conte Dott.
Alfonso Gaetani, lo scopo era quello di esaltare la primavera agrigentina fornendo una strumento
per il lancio e la commercializzazione di alcuni prodotti tipici siciliani. La citt di Agrigento adott
molto volentieri questa festa che offriva la possibilit di esaltare le bellezze naturali ed
architettoniche che essa stessa possedeva e possiede. Ogni anno la valle, ricoperta da un
meraviglioso manto fiorito di alberi di mandorli, scenario di questa importante e unica
manifestazione, che raccoglie la partecipazione di vari gruppi folcloristici provenienti da varie parti
del mondo, che ci allieteranno danzando insieme sulle note delle loro melodie tradizionali.
Atre iniziative:
- Mandorlag
- Raduno del folklore siciliano
- Carretti siciliani
- Concorso Tempio dOro giuria internazionale
- Concorso Miss Primavera
- Concorso fotografico Fotografa la Sagra
- Fiera del libro di tradizione siciliana tra il 700 ed il 900
- AGRIGENTO VALLE DEL GUSTO AGRIGENTO FOOD EXPO'
Il programma della Festa propone, oltre alla trazionale degustazione di dolci a base di arancia,
spettacoli musicali e lanimazione della bottega dello Spiritaru.
Carnevale di Termini Imerese (Palermo) - "Sagra Maccarruna nta Maidda Festa a
Ballu
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Sfilata dei fantasiosi carri lungo le strade del paese. Allinterno della kermesse c pure una
sagra che quella dei tradizionali maccheroni locali detta Maccarruna nta maidda organizzata
dallassociazione Termini dAmuri.
Non molto tempo fa, quando le donne erano delle massaie provette, questo piatto veniva
preparato sempre a mano in quasi tutte le case e poi si passava alla realizzazione del condimento e,
ovviamente, alla cottura. Si arricchiva di solito con rag di salsiccia e si sistemava in una particolare
vasca di legno detta maidda, la stessa dove si preparava limpasto e attorno alla quale, per tradizione
si sedevano gli invitati. Una regola non scritta ma rispettata da tutti che valeva certamente per le
famiglie pi povere e per i contadini.
Nel corso dellevento comunque non gusterete solo maccheroni con il sugo (accompagnato
dal vino e dalla chiacchera, tipico dolce di carnevale) ma potrete intraprendere un vero e proprio
itinerario alla scoperta dei tesori del luogo, se siete stanchi di pensare solo alla cucina. Bello a tal
proposito lantico presepe in marmo realizzato da Andrea Mancino nel Quattrocento (il pi antico di
Sicilia), la camera Picta di Vincenzo La Barbera, il ciclo di affreschi sulla vita di Santa Caterina con
le didascalie in siciliano, il museo civico; come dimenticare poi la scala settecentesca che unisce la
citt bassa a quella alta e la scalinata barocca del Santuario di Santa Maria della Consolazione.
E subito dopo aver mangiato non si pu festeggiare veramente il carnevale senza abballari.
Le Feste a Ballu sono momenti di pura festa danzante. Ci si incontra, si balla e si ascoltano alcune
delle pi coinvolgenti musiche legate alle danze tradizionali ed etniche di diverse culture. Si
suonano e si ballano: pizziche salentine, tarantelle siciliane e calabresi, tammurriate, gighe irlandesi,
scottish francesii, circoli circassi, gighe, mazurke, fino alla troika russa.
Carnevale di Trappeto (Palermo).
Sfilata di Carri, balli e la "Sagra delle chiacchiere", dolce tipico di questa festa, la sera del
marted grasso.
"Sagra della Seppia nel Porticciolo di Donnalucata, in occasione della cavalcata di San
Giuseppe. Gusto MareNero
occasione per gustare la seppia cucinata in tanti modi diversi.
Donnalucata una frazione marinara del comune di Scicli da cui dista circa 8 km, in provincia
di Ragusa. Nel 1091, il conte Ruggero d'Altavilla sconfisse i saraceni, secondo una leggenda
religiosa, grazie all'intervento della Madonna detta poi delle Milizie, e in tale luogo fu costruito un
santuario. Attorno al santuario e ad una torre costiera si sviluppa nei secoli il borgo. La costa
caratterizzata da ampie spiagge di fine sabbia dorata, che in estate diventano meta di folle di
vacanzieri. Le attivit principali del borgo sono la pesca ed il turismo, oltre all'agricoltura in serra
con la produzione di primizie orticole e fiori.
In questo incantevole scenario si svolge da pi di vent'anni la tradizionale Sagra della Seppia.
Tradizione, Mare, Allegria e tanta voglia di mangiare ...nella Marina di Vigata del Commissario
Montalbano. Nei tre giorni di festa la possibilit di visitare la borgata marinara e di ammirare le
bellezze del posto. Lungo la via Pirandello vengono allestiti gli stands dedicati alla degustazione dei
piatti cucinati secondo la tradizione locale con le seppie pescate al largo di Donnalucata. Oltre agli
stands dedicati alla sagra stands espositivi di vario genere.
Festa di San Giuseppe patrono di Acquaficara - Sagra della Spincia
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Il 19 marzo usanza fare una bella festa. Nella piazza del paese si allestiscono le bancarelle e
i paesani offrono a tutte le persone i "sfinci", frittelle ripiene con ricotta o con acciughe salate,
alcuni mettono anche luva passa o la cioccolata. Durante la sagra la Parrocchia di Santa Maria del
Piliere distribuir i tradizionali prodotti della Festa di San Giuseppe.
Le Spince
Per preparare le classiche spincie occorrono farina, sale, zucchero, lievito di birra, acqua, olio
doliva, ricotta. In una ciotola bisogna sciogliere il lievito in poca acqua calda. Si devono poi
aggiungere farina ed acqua, fino ad ottenere un impasto elastico. Lasciare lievitare fino a quando
non si vede raddoppiare il volume dellimpasto. Le spincie vanno fritte in una pentola con
abbondante olio caldo, in piccole quantit di pasta, prelevate con un cucchiaio in modo da dare una
forma arrotondata, fino alla doratura delle stesse. Questi tradizionali dolci della Festa di San
Giuseppe, oltre che con la ricotta zuccherata, possono essere farciti con acciuga salata. In entrambi i
casi devono essere passate nello zucchero prima che siano completamente raffreddate.
Ricetta degli Sfinci.
Ingredienti: 1 Kg. di farina, 2 panetti di lievito di birra da 25 g, 2 bicchieri di acqua tiepida, un
pizzico di sale, acciughe salate pulite diliscate e tagliate a pezzetti, ricotta 250 g.
Preparazione
Sciogliere il lievito nellacqua tiepida, aggiungere il sale e la farina, sbattere fin quando il
composto non diventa filante e cremoso, eventualmente aggiungere altra acqua tiepida. Lasciare
riposare per 2 ore circa. Quando la lievitazione completa, preparare un tegame non molto largo
mettere lolio di arachidi portare a ebollizione, cominciare a mettere il composto a cucchiaiate,
Dopo un paio di minuti i spinci sono pronte, metterle in un vassoio e cospargerle di zucchero o
cacao.
Acquaficara, frazione di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina). L'esistenza di questo villaggio
risale al secolo XV. Come tutti i villaggi collinari dei comprensorio si presenta intimamente raccolto
nelle sue abitazioni, abitate da una gente ospitale che mantiene il culto di antichissime tradizioni,
anche se in maniera ridotta rispetto al passato, quando per la festa di San Giuseppe non c'era
famiglia che non preparava le gustose sfinci offrendone a tutti i passanti e visitatori assieme a un
vino forte, dal profumo e dall'abboccato squisiti. La Chiesa dedicata a Santa Maria del Piliere,
dove si fa ammirare una Madonna col Bambino, in marmo rosato, di stile gaginesco. Si accede
comodamente anche dalla provinciale Barcellona-Castroreale.
Sagra dell'Arancia Rossa IGP a Centuripe (Enna),
dedicata alle dolcissime arance locali, frutto coltivato da anni in grande quantit in queste
fertili zone ai piedi dellEtna. In dialetto locale chiamate "taruocco", queste arance sono un prodotto
tipico della Sicilia conosciute per la loro dolcezza e bont.
Centuripe, uno dei Comuni pi belli dItalia un glorioso centro siculo, che nelloccasione
si trasformer in un grande teatro grazie alle varie iniziative e spettacoli che animeranno i
pomeriggi e le serate allietando i numerosi turisti e le persone del posto. La Sagra delle arance
coinvolger artisti ed associazioni del territorio al fine di promuovere non solo la tradizione
popolare e la cultura siciliana, ma anche le sue peculiarit turistiche. Seguir la realizzazione
dellevento con la Pro Loco di Centuripe, associazione attiva di
promozione e valorizzazione turistica e storico-culturale del territorio attraverso lidea della
battaglia dellarancia rossa.
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dellinformazione e che mette in vetrina oltre al dolce tipico anche i beni monumentali della citt. Il
prodotto di pasta reale, famoso per lAgnello viene prodotto in tutti i mesi dellanno con forme
diverse ma con lo stesso sapore.
La Sagra vuole rendere i meriti alla pasticceria locale ma anche ai panificatori. Favara ormai
una meta per i pani e per i dolci. Favara con lAgnello Pasquale valorizza la propria identit di citt
laboriosa e proietta allesterno la vera immagine di una citt attiva, con una economia vivace, con
risorse culturali, con beni recuperati ed inseriti nel circuito turistico. La prima edizione della sagra
stata celebrata nel 1997 allinterno del Collegio di Maria la Pro Loco Castello.
La manifestazione prevede diverse manifestazioni di largo interesse, oltre al tradizionale
aspetto degustativo del prodotto tipico, riguarder il comparto agroalimentare legato al territorio, e
inoltre mostre e esibizioni folcloristiche, e degustazione prodotti tipici a cura delle imprese
agroalimentari locali.
"Sagra del Carciofo" a Ramacca (Catania), i primi due fine settimana del mese di
aprile.
Ha una storia antica il violetto Ramacchese, la pregiata qualit di carciofo che viene
coltivata da secoli nelle campagne catanesi di Ramacca e che sar il grande protagonista della sagra
in programma dal 4 al 13 aprile. Una storia che affonda le sue radici nel passato della Sicilia,
quando questo prezioso frutto della natura era conosciuto per le sue qualit afrodisiache e non
poteva mancare sulle tavole pi raffinate. Una storia che da 24 anni torna ad animare il paese dei
forestieri - come viene chiamato Ramacca per lospitalit dei suoi abitanti e non si limita a
rappresentare un appuntamento gastronomico per palati fini, ma riesce a proiettare i visitatori in un
mondo accogliente e familiare, in una dimensione dentro cui poter riscoprire le antiche tradizioni di
una civilt contadina rimasta intatta nei sapori, nei colori e negli odori.
Curioso crocevia di dialetti, abitudini e tradizioni provenienti da ogni parte della Sicilia,
Ramacca racchiude nella propria cucina e nelle proprie usanze tutte quelle culture e tradizioni che
sono via via andate approdando nel paese nel corso dei secoli. E cos, insieme alle specialit
culinarie che trasformeranno il centro storico in una sorta di grande vetrina gastronomica, sono in
programma momenti che esalteranno la cultura, le tradizioni popolari e le capacit artigianali e
artistiche di questo territorio.
Ma il grande protagonista rester, come sempre, il violetto Ramacchese, una prelibata
qualit di carciofo conosciuta in tutta Italia per le sue propriet organolettiche e terapeutiche. A
tavola verranno proposti i paccheri al forno con carciofi e scamorza affumicata, le mezze penne con
crema di carciofi e pancetta affumicata, le casarecce ai cuori di carciofo e grana padano o il risotto
alla crema di carciofo e zucca gialla. I visitatori pi curiosi, inoltre, oltre a degustare prelibati piatti
a base di carciofo potranno conoscere meglio anche le sue qualit nutritive e salutari: gi da diversi
anni, infatti, questo appuntamento ha valicato i confini della provincia di Catania e attraverso
lorganizzazione di mostre e convegni affronter tutti i temi inerenti la coltivazione del carciofo in
Sicilia. Allo stesso tempo la Sagra offrir una grande vetrina a tutti i prodotti tipici della zona, dalle
arance rosse allolio, dai formaggi al miele fino al vino, oltre al pregiato pa ne locale.
Spettacoli e performance folcloristiche e musicali faranno da sottofondo a tutte le giornate,
mentre per gli amanti della cultura sono in programma visita guidate al Museo Civico, al Museo
delle Bande Musicali, al Parco Archeologico che racchiude i resti di un villaggio preistorico e i
ruderi di un centro siculo-greco e alla Chiesa di San Giuseppe, con annesso l'ex convento dei
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Cappuccini, che conserva una reliquia di Padre Pio. Allinterno di Ramacca, il cui toponimo per
alcuni deriva dall'arabo Rammuallah (terra o giardino di Allah) o Ramaq (osservatorio) o ancora
Rammak (guardiano di giumente), merita una visita la Chiesa Matrice, dedicata alla Nativit di
Maria, con lorologio civico che svetta sopra la torretta quadrata del campanile. La Sagra del
Carciofo di Ramacca insomma storia, cultura, folclore e ovviamente buona tavola: chi decider di
spingersi fin qui nel primo weekend di aprile di certo non rester deluso.
Sagra delle Verdure Tradizionali e Antiche delle Madonie.
La Pro Loco Isnello, di concerto con il Prof. Rosario Schicchi, ha individuato, quale simbolo
della sagra, la verdura selvatica della famiglia delle Apiaceae denominata Smyrnium rotundifolium,
nome locale: casese.
La Consulta Giovanile di Isnello, nellambito della Sagra, organizza sia sabato 5 che
domenica 6 aprile, visite guidate al Museo Trame di Filo ed alle chiese di Isnello, un trekking in
campagna alla ricerca delle antiche verdure, ed alcune mostre direttamente in paese
SAGRA 'MPURNATU E 'MPANATA aprile a Campobello di Licata (Agrigento).
Protagonisti della manifestazione l' 'Mpurnato, la tradizionale pasta al forno di Campobello di
Licata e la 'Mpanata, il pane con gli spinaci cotti e messi al forno, ma ci sar la possibilit di gustare
in un solo luogo le varie eccellenze del territorio.
Faranno da corollario alla manifestazione eventi culturali e visite guidate nella Valle delle
Pietre Dipinte, mostre d'arte, spettacoli musicali, giochi e animazione per grandi e piccoli, stand
artigianali e tanto altro.
Campobello un comune collinare della provincia di Agrigento situato su un altopiano della
valle del fiume Salso a 316 mt. sul livello del mare. Fu fondata come borgo feudale nel 1681 da
Raimondo Ramondetta Barone di Campobello. Dal 1980 in atto un suggestivo progetto di
inserimento d'arte nel contesto urbano, che porta la firma del Maestro italo-argentino Silvio
Benedetto, che ha realizzato la seguente produzione artistica: murales, pavimentazione, mosaici e
bronzi in piazza XX Settembre, bronzi e fontana in piazza Aldo Moro, monumento al lavoro in
pazza Tien An Men, trittico delle tre porte in via Momigliano, Parco della Divina Commedia (110
monoliti di travertino dipinti su un lato levigato da Silvio Benedetto) monumento ai caduti nel
Parco della Rimembranza.
Festa della fragola a Cassibile (Sr)
aprile / maggio Cultura, folklore, degustazioni alla "Festa della Fragola", presso l'Ippodromo
del Mediterraneo di Cassibile, popolosa frazione del comune di Siracusa, bellissime giornate da
trascorrere all'insegna del gusto e della bont. La Festa della Fragola si pone come obiettivo
principale la valorizzazione di questo meraviglioso frutto, ma nello stesso tempo vuole presentare e
far conoscere i prodotti derivati dalla sua trasformazione come gelati, granite, zeppole, marmellata,
frapp, dolci, macedonia, birra, vino ecc. Un'occasione per perdersi nel gusto e lasciarsi tentare dai
peccati di gola di un frutto delizioso, gustoso, che appartiene alla primavera ma che ha gi il sapore
dellestate, sua maest : LA FRAGOLA.
La festa della fragola un appuntamento irrinunciabile per tutto il territorio del Siracusano in
quanto diventata una delle feste pi blasonate e rinomate non collegate a culto religioso della
provincia di Siracusa. La manifestazione, che si svolge sempre nella splendida cornice
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dellIppodromo del Mediterraneo, a 4 KM dalla bellissima spiaggia con sabbia fine e dorata di
Fontane Bianche, a 9 Km dalla splendida citt di Siracusa, a 15 KM dal meraviglioso barocco della
cittadina di Noto, la festa oltre alla valorizzazione del meraviglioso frutto, diventata il fulcro
delleconomia agricola, che con le sue 100.000 presenze annue, consente di innescare un
meccanismo produttivo ed economico di tutta la provincia ed in particolar modo a quella del
piccolo paesino di Cassibile centro di produzione della fragola.
La cittadina di Cassibile sorge a poche centinaia di metri dalla famosa insenatura di Fontane
Bianche, lungo la statale 115 a 14 km da Siracusa ed a 9 km da Avola. L'economia della cittadina
basata principalmente sullagricoltura; esistono nella zona due grossi latifondi, ma anche grossi
produttori agricoli che danno lavoro a buona parte dei cittadini. Numerosi sono comunque i piccoli
agricoltori e coltivatori diretti dediti soprattutto alla coltivazione di ortaggi e primaticci (patata
novella di Cassibile, fragole, fagiolini).
Nota anche per la Riserva Naturale Orientata Cava Grande del fiume Cassibile, un grande
Canyon di circa 8 Km, con una superficie di 2696,49 ettari, che raggiunge in alcuni punti la
profondit di 300 metri. Come un diamante incastonato in un gioiello, cos tra Cassibile, Avola e
Noto vi un angolo di paradiso terrestre, un patrimonio naturalistico (storico ed archeologico) di
incommensurabile valore.
Sagra della Ricotta e del Formaggio di Vizzini (Catania)
aprile. La Festa dei sapori e dei saperi nelle terre del Verga un evento ricco di folklore,
gastronomia e spettacoli, ma i protagonisti assoluti saranno, come sempre, ricotta e formaggi.
La ricotta fresca il prodotto tipico per eccellenza della citt di Vizzini. La tradizione
contadina locale ha sviluppato nel corso degli anni una forte specializzazione nel settore
dell'allevamento degli animali da latte e della produzione di formaggi di varia natura, da quelli
freschi e consumabili pochi giorni dopo la produzione, a quelli che richiedono una breve, media o
lunga stagionatura. In breve tempo la ricotta si affermata come prodotto non solo locale,
conquistando il palato di numerosi estimatori e trasformando Vizzini nella patria della ricotta e dei
formaggi per eccellenza. Oggi la ricotta di Vizzini conosciuta in tutta la Sicilia, e trova
apprezzamento anche oltre i confini dell'Isola.
Lo straordinario successo di questi prodotti ha offerto lo spunto per la creazione di una sagra
ad essi dedicata, che diventata uno degli appuntamenti gastronomici pi antichi ed importanti
della Sicilia. La Sagra, ogni anno, attira nel paese di Verga decine di migliaia di visitatori, e il suo
straordinario successo ha spinto gli organizzatori a portare a tre le giornate dedicate ai prodotti tipici
locali derivati dal latte. La sagra si offre anche come appuntamento folkloristico, culturale e
gastronomico di ampio respiro, proponendo non solo la degustazione e la vendita di ricotta
preparata sul luogo e di formaggi a breve, media e lunga stagionatura, ma anche eventi in grado di
far scoprire le mille facce della storia e della cultura locale vizzinese, insieme ai suoi tesori
architettonici.
In mattinata l'inizio della mescita in Piazza Marconi e l'apertura degli stand dedicati ai
prodotti caseari. A seguire, per tutta la giornata, sfilate lungo le vie cittadine: carretti siciliani,
musici e sbandieratori e gruppi folkloristici. Gli appuntamenti teatrali saranno doverosamente legati
a Giovanni Verga, con le rappresentazioni. Ricco anche il cartellone degli appuntamenti culturali,
chiese e musei cittadini saranno aperti e visitabili, con orario continuato, per tutta la giornata. Il
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Percorso Verghiano, basato principalmente sui luoghi descritti nelle novelle del Verga, far
assaporare le atmosfere del verismo con una passeggiata tra chiese e palazzi divenuti famosi.
La Sagra del Carciofo di Cerda
Si festeggia annualmente il 25 aprile in un turbinio di eventi e di festanti appuntamenti.
Durante la sagra, infatti, oltre a varie manifestazioni di intrattenimento, prevista la degustazione
gratuita dei carciofi, cucinati in diversi modi, accompagnati da pane e vino locali. Un'occasione di
aggregazione per il paese che a questo umile ma prezioso ortaggio ha dedicato un monumento.
Cerda paese collinare a 60 km da Palermo, si appoggia ai contrafforti madoniti degli ex feudi
di Calcusa e Fontanamurata. Detto feudo, talvolta denominato solo Calcusa, o solo Fontanamurata
o Murata. Si potrebbe pensare a due feudi distinti, mentre in realt uno solo.
Il centro abitato adagiato ai piedi del Pizzo della Guardia, di fronte alla vallata dove sorge il
monte San Calogero a 1.326 metri di altitudine. Centro agricolo, famoso soprattutto per la
coltivazione del carciofo, in cui il turismo gastronomico ormai una realt consolidata. A circa 7
km dal centro abitato si trovano le Tribune, ricordo della mitica Targa Florio, la gara automobilistica
su strada pi antica del mondo.
La realt architettonica rappresentata da una delle pi antiche costruzioni: il Palazzo
baronale (chiamato il Palazzo Marchese), databile intorno al 1626. L'edificio ha un impianto
austero, tipico delle costruzioni del territorio madonita e mostra evidenti segni di rifacimenti.
Interessante anche la Chiesa Madre, dedicata a Maria SS. Immacolata, costruita tra il XVI e il
XVII secolo e rimaneggiata nell'Ottocento. Altri palazzi di rilievo sono il Palazzo Russo ed il
Palazzo Coniglio. In particolare, nel Palazzo Russo, che sorge sul lato destro della piazza, si
possono ammirare nel salone delle feste affreschi, in buono stato di conservazione, realizzati dai
pittori Cavallaro e Brusca nel 1892, gli stessi che curarono, sotto le direttive dell'architetto Ernesto
Basile, gli affreschi del Teatro Massimo di Palermo.
Sagra dellAsparago Pungitopo a maggio a San Cono
frazione collinare del comune di Rometta, in provincia di Messina. La manifetsazione nasce
dalla volont di valorizzare il territorio e le sue peculiarit di cui lasparago pungitipo un esempio.
La sagra prevede degustazioni di pietanza a base di pungitopo e la presenza di gruppi musicali e
folk per danzare e divertisi in allegria. La manifestazione dar la possibilit di far conoscere ai
visitatori le qualit di un pregiato prodotto del sottobosco,
Diffuso in diverse aree del territorio siciliano, nel corso degli anni sta diventando un frutto
sempre pi raro e rappresenta la materia prima per diversi piatti tipici della tradizione rurale.
L"Asparago pungitopo": pianta sempreverde della macchia mediterranea il cui germoglio o
turione, di colore bruno-violaceo spunta in primavera dal terreno fra gli spinosissimi rami, si
prepara in cucina come lasparago coltivato, ma ha un sapore pi amarognolo. Sapore, per,
sapientemente addomesticato dallantica lavorazione della cucina romettese, a tal punto da sfornare
numerose varianti di ricette gastronomiche che magnificano il palato pi esigente.
La Sagra delle Minni di Virgini di Sambuca di Sicilia (Agrigento) celebra un particolare
dolce della tradizione siciliana che replica la forma del seno con ripieno di crema di latte, scaglie di
cioccolato e zuccata, e ricoperto con glassa di zucchero. Attualmente le Minni di Virgini vengono
prodotte esclusivamente in alcune pasticcerie di Sambuca. Il dolcevenne creato nel convento del
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Collegio di Maria nel lontano 1725 a Sambuca quando, in occasione del matrimonio dei marchesi
Beccadelli, suor Virginia di Rocca Menna prepar per la prima volta quello che in seguito sarebbe
diventato il tradizionale dolce sambucese.
Il rinomato evento, organizzato dalla Pro loco LAraba Fenicia, in collaborazione con
lassociazione Palio dellUdienza, viene inserito in concomitanza ai festeggiamenti della patrona
sambucese, Maria Santissima dellUdienza, realizzati durante la terza settimana di maggio. La sagra
delle Minni di Virgini rappresenta, per Sambuca, un importante evento in cui possibile far
conoscere ai visitatori, oltre ai luoghi caratteristici del paese e la caratteristica festa patronale, anche
le squisite specialit enogastronomiche.
Festa di S.Croce Sagra del Tatarat, riflesso della dominazione araba-musulmana in Sicilia,
danza spettacolare travolgente che viene eseguita da duellanti armati di vere spade. Folclore unico
nel suo genere, certamente uno dei pi antichi nel mondo. La quarta domenica di maggio.
La leggenda vuole che prima della fondazione di Casteltermini delle vacche si allontanavano
e si inginocchiavano sempre nello stesso punto. Il custode di esse, sorpreso dal fenomeno, cominci
a scavare e con grande meraviglia venne alla luce una Croce lignea, risalente al 70 d.C. F subito
costruito un Eremo per custodirla. Nel 1629, con la fondazione del paese, le varie corporazioni
paesane (i cosiddetti Ceti) organizzarono la nuova festa. Sontuose cavalcate, bande musicali, corte
storici, processioni, festeggiamenti e tanto altro rendono ricca e vivace la Sagra. Spettacolare il
gruppo folkloristico del Tatarat, danza spettacolare travolgente che viene eseguita da duellanti
armati di vere spade. Folclore unico nel suo genere, certamente uno dei pi antichi nel mondo.
I festeggiamenti hanno inizio il venerd sera quando i rappresentanti della Real Maestranza
guidano l'antico carroccio decorato con fiori fino all'Eremo di Santa Croce per prendere in consegna
la copia della grande croce. I rappresentanti dei ceti sfilano indossando splendidi costumi
secenteschi su cavalli bardati con gualdrappe multicolori di velluto, a cavallo anche numerose
amazzoni e ancora uno stallone al centro dei corteo che si ferma in piazza Duomo. E qui avviene la
famosa danza-battaglia dei Tatarat, le cui origini sono antiche ed oscure. La maggior parte degli
studiosi ricollega il rito alle prime processioni della Santa Croce a cui avrebbero partecipato Arabi
convertiti eseguendo danze con le sciabole al suono di un tamburo. Esistono, invece, pareri
discordanti sul significato della sciabolata stessa che viene interpretata sia come battaglia tra
musulmani e cristiani sia come allegoria della pacifica convivenza delle due etnie sotto il dominio
normanno. Durante la festa dei Tatarat in gruppo di ragazzi interamente vestiti di bianco alla
maniera araba si esibisce in un "duello" a colpi di poderose spade di ferro. I giovani, abilissimi,
eseguono una serie di figure spettacolari disponendosi ora a cerchio, ora a coppie ed ingaggiando
quella che a tratti sembra una battaglia ed una danza. I frenetici colpi di spada ed i saltelli seguono il
ritmo incessante di un tamburo da cui il nome onomatopeico della festa.
Sagra delle Teste di Turco in occasione della Festa delle Madonna delle Milizie patrona
della citt di Scicli (Ragusa)
Si celebra in citt tutti gli anni nell' ultima settimana del mese di maggio.
La testa di turco, dolce tipico sciclitano per eccellenza, con evidente riferimento proprio alla
battaglia che ispira la festa, la vittoria dei normanni sui saraceni nel 1091, e la conseguente
liberazione di Scicli. Le teste di turco saranno offerte ai visitatori che le degusteranno con
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La Sagra, che si tiene generalmente, il 1 week end di agosto, ha come fine ultimo quello di
promuovere i prodotti tipici del nostro territorio quali Pere, Pesche, Ortaggi, Salumi (tra cui la
salsiccia di Suino Nero dei Nebrodi) e Formaggi locali.
Sagra della Spiga e Festa di Burgisi"
appuntamento con la storia del Borgo di Gangi, dalla pi recente a quella che affonda le sue
radici nel mito. Una settimana che ci racconta da dove veniamo e ci ricorda chi siamo, e mette al
centro la Spiga, il frutto della Terra che si fa dorato ornamento per il Centro Storico, celebrata nella
riproposizione di tutti quei riti che hanno come filo conduttore la profonda gratitudine verso l'Ente
Superiore che l'ha donata agli uomini.
La "Festa dei Burgisi", espressione di schietta religiosit di un popolo intimamente legato alla
terra e ai suoi frutti, si svolge la 1 domenica di agosto. La celebrazione cristiana del ringraziamento
al Creatore, assicura lo svolgimento del tempo ciclico (quindi delle stagioni) e garantisce gli
elementi di sussistenza (il raccolto). In questo contesto, il pane, composto in sei gigantesche forme e
portato in processione da giovani in costume locale, assume un ruolo centrale: il simbolo che
accomuna il prodotto della terra e il lavoro dell'uomo. La ritualit di questa festa si differenzia
nettamente, anche se si possono trovare molti punti in comune, dal Corteo di Cerere, che
rappresenta il culmine della festa della Spiga e che ha il suo fulcro nella rappresentazione
mitologica dei pagani e nel rito propiziatorio per un buon raccolto. La contrapposizione forte tra
religiosit cristiana e religiosit pagana, ambedue per molto ricche di significato e intrise di una
profonda simbologia che ha come punto in comune il lavoro dell'uomo e i frutti della terra.
La "Sagra della Spiga" una manifestazione folkloristica di carattere campestre, che
divenuta il fulcro delle manifestazioni madonite e dell'intera provincia. La tradizione di questa festa
radicata nel tempo, fu iniziata da alcune famiglie di contadini benestanti che avevano la possibilit
di possedere e allevare il bestiame. La propriet del bestiame, e anche della terra, era motivo di
distinzione dalla stragrande maggioranza di contadini del posto che invece doveva dipendere da un
nobile proprietario terriero. Il termine "burgisi" pu quindi essere tradotto con "borghese". Essa
rievoca i costumi, le tradizioni e la cultura della vita contadina di un tempo, intrecciandoli alla
mitologia pagana e in particolare alla celebrazione del mito di Demetra, dea delle messi. La
manifestazione consta di vari momenti:
"A Vanniata da Festa": "u Vanniaturi" (il banditore), a cavallo di un asino, nel suo antico
costume e con il tipico tamburo, gira per le vie del paese annunciando l'inizio della manifestazione e
il relativo programma;
"U Corteo du Zitu": sfilata di figure d'epoca a cavallo per le vie del paese; rievocazione
dell'antica usanza da parte della famiglia dello sposo di far visita alla sposa e chiederne la mano;
"A Zuccatina da Zita": commedia d'autore locale in vernacolo che rievoca l'antica maniera di
chiedere in sposa una ragazza;
"A Manciata di novi cosi": caratteristica mistura cotta di legumi e cereali (lenticchie, fave,
ceci, fagioli, piselli, cicerchie, mais; si escludono il frumento per chi ha intolleranza al glutine e i
luppini, i quali, se non trattati bene, rendono la mistura amara) che viene offerta ai presenti;
"Il corteo di Demetra": costituisce il momento culminante e pi spettacolare delle
manifestazioni legate alla Sagra della Spiga, e si svolge nel pomeriggio della 2 domenica di agosto.
Una continua evoluzione ne ha arricchito, attraverso l'espediente figurativo, il significato simbolico.
Da qualche anno esso ha raggiunto una propria completezza raffigurativa e rievocativa che, pur
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variando in alcuni particolari, rispetta appieno i motivi che ne hanno ispirato la nascita. Diviso per
sezioni, sviluppa temi che trovano collegamento nel significato della tradizione e del mito e
raccolgono il senso e lo spirito della cultura contadina e della ben pi antica et classica. La Sfilata
aperta dal Corteo di Ziti, esso rievoca un tipico cerimoniale adottato dalle famiglie dei promessi
sposi pochi giorni prima delle nozze; segue il gruppo folk Engium che si esibisce in danze della
tradizione popolare. Tra i figuranti u - seminaturi, seguito da una coppia di muli che trainano un
arato di legno, in questo modo i semi venivano ricoperti e assorbiti dalla terra. Dietro altri figuranti
fra i quali sii scerbatoti nell'atto togliere le sterpaglie dal campo, i mietitori e i legatori che con
l'ausilio di due antichi strumenti (ancina e ancinedda): raccoglievano le spighe in piccole unita (i
jrmiti; che venivano poi assemblate e legale formando le gregne, cio i covoni.
La terza Sezione "u Bagliu du Baruni" nel quale sfileranno tutti i personaggi tipicamente
legati alla vita e all'attivit della nobilt contadina, nonch quanti usavano abitualmente, per ragioni
economiche, frequentare il cortile del barone. Chiude il corteo la Sezione Mitologica dove sfilano
tutte le figure legate al culto di Demetra, dea delle messi, e delle Meteres, dee della fertilit, cui pare
fosse dedicato un tempio sul vicino Monte Alburchia. Il corteo aperto dal simbolo della fertilit, e
cosi segue: il Kos vuoto primordiale dove tutto e indistinto, e i quattro elementi: la terra, l'acqua, il
fuoco e l'aria; quindi Artemide, la vergine dell'arco d'argento, dea preposta alla caccia, ai monti e
alle selve, personificazione divina della luce lunare. Artemide seguita da tre ninfe del fiume
chiamate Naiadi, che le furono regalate dal padre Zeus col compito di badare ai calzari della dea e
ai suoi cani quando era impegnata nella caccia; Apollo, dio del sole, delle medicine, delle arti, della
musica e della poesia. Dal volto ombroso scandisce il tempo: da la luce e impone le tenebre. Apollo
preceduto dai Sacerdoti, con la caratteristica fascia bianca che cingeva i loro capi, e dalla Pizia
che ha poteri divinatori; seguono invece Apollo, le tre muse: Calliope (della poesia), Tersicore
(della danza) ed Euterpe (dell'arte dei flautisti); Pan, divinit campestre dalle sembianze caprine e
dedito a scorribande presso i boschi nell'intento di catturare e concupire le Ninfe. Il dio seguito da
Siringa e Piti mnte che non riusci a concupire e che dopo un lungo inseguimento si trasformarono la
prima in canna (da questa il dio cre il flauto), e la seconda in albero di fico; Dioniso dio del vino,
della viticoltura, rappresenta in se tutto il rigoglio della natura. Accompagnato dal precettore Sileno
vaga folle per il mondo, espandendo la coltura della vite e predicando l'ebbrezza del vino che egli
stesso aveva inventato. Il corteo di Dioniso aperto dalle Iadi, ninfe della montagna, cui il dio fu
affidato da fanciullo; Le Meteres (Dee Madri) dee cretesi della maternit e della fecondit.
Persefone, bellissima figlia di Demetra vittima del ratto ad opera di Plutone, simboleggia la ciclicit
delle stagioni e del raccolto. Demetra (Cerere per i Latini), la madre del grano, dea delle messi,
dell'abbondanza e della agricoltura; incede maestosa nell'ultima stravola (antico mezzo di trasporto,
simile a una grande slitta trainata dai buoi) rappresenta la fertilit della terra e con il lavoro che ne
consegue l'alimento e la vita.
"U Pisatu": commedia musicale in vernacolo, su testo di autore locale, che rievoca la dura vita
dei campi, la trebbiatura e le vecchie usanze ad essa legate.
Sagra del maccherone, Calatafimi Segesta.
Tradizionale evento gastronomico ad agosto.
Nel centro storico della citt viene proposta la sagra che prevede la degustazione di numerose
varianti culinarie di pasta, in un contesto animato da diverse forme artistiche/musicali ed arricchito
da un laboratorio didattico.
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Il maccherone conosciuto anche come busiata sar il protagonista dellevento, anche se tra i
vicoli del centro storico sar possibile degustare tanti altri prodotti tipici, visitare le mostre e il
museo risorgimentale.
Sagra del Pettine in occasione della Festa della SS. Annunziata a Marina di Caronia.
La festa pi importante e forse lunica che viene celebrata con una certa solennit era ed
quella della SS. Annunziata, cui dedicata la prima chiesetta della borgata e si svolge la prima
domenica di agosto. Al passaggio del simulacro, la processione si infoltisce sempre pi mentre
monta un'atmosfera di grande tripudio e suggestione.
Ideata nel 1987 da Doruccio Buzzanca e Pietro La Face (la prima sagra si svolta il 10
agosto del 1988 nell'ambito di una manifestazione comunale). E' la Sagra del pettine di Marina di
Caronia, pesce pescato in abbondanza dai pescatori della borgata. Durante la manifestazione tutto il
pescato dei giorni antecedenti la sagra, viene offerto alla cittadinanza e ai presenti dopo essere stato
fritto dagli stessi pescatori del luogo in enormi padelle ricolme d'olio, tra musica, vino e balli lisci
che provocano nei partecipanti, solitamente numerosi, una incontenibile allegria.
Il pesce pettine
Nome scientifico: xyrichthys novacula) un Labride dal corpo molto schiacciato sui fianchi e
con profilo della testa quasi verticale; la bocca piccola, situata in basso e con due 2 denti acuti in
ciascuna mascella, i denti inferiori sporgono anche quando il pesce ha la bocca chiusa. La superficie
del corpo scivolosa: la livrea femminile di color roseo, rossastro o giallastro, leggermente pi scuro
sul dorso, mentre le guance e lopercolo sono striati trasversalmente di blu; quella maschile verdegrigia; gli esemplari piccoli sono rosa.
Il pesce pettine una specie ermafrodita proteroginica (inizialmente femmina,
successivamente a circa 17 cm di lunghezza avviene linversione sessuale); si riproduce in estate e
vive circa 5 anni.
Solo in rari casi raggiunge i 25 cm di lunghezza, pi frequente attorno ai 15 centimetri.
Si nutre di molluschi (principalmente bivalvi e gasteropodi), echinodermi e di crostacei.
Quando si sente in pericolo si infossa rapidamente nella sabbia con il capo in avanti, scavando
una buca profonda fino a 20 cm; passa in quel modo quasi tutto linverno.
panorami bellissimi quali la riserva di Monte Conca, la Valle del Platani sino a scorgere il mare e,
nelle giornate terse, sino a vedere lEtna.
Sagra "Ra pasta a Taianu"
Piatto tipico cefalutano. La manifestazione dedicata ad un piatto antico, risalente agli arabi,
che si mantenuto per tradizione nelluso culinario domestico. In particolare si soliti prepararla in
occasione della festa patronale del Santissimo Salvatore, dal 4 al 6 agosto a Cefal (Palermo).
Il termine taianu deriva dall' arabo "taio", che era la creta con cui veniva creato il recipiente
di terracotta, usato per la cottura della pasta. La pasta viene preparata a strati con carne sfilacciata a
mano e cotta nel pomodoro per il rag; melanzane, prima fritte e poi anchesse sfilacciate e il
pecorino. Si creano cos degli strati, ma di volta in volta la pasta viene maneggiata. Negli anni si
sono venute a creare diverse varianti della pietanza, ma la versione originale prevede due tipi di
carne: manzo e agnello che vengono utilizzati per il rag, melanzane fritte e pecorino.
La carne viene sfilacciata a mano e cotta nel pomodoro per il rag. Poi insieme alle
melanzane, prima fritte e poi anchesse sfilacciate, viene posta nel fondo della pentola di terracotta
con la pasta. La cottura naturalmente a legna e sul coperchio della pentola vengono posti dei
carboni ardenti. In tal modo la cottura avviene contemporaneamente da sopra e da sotto, quasi una
sorta di forno ambulante. I mutamenti prodotti negli anni riguardano ad esempio il tipo di carne,
alcuni non usano pi lagnello, e adottano addirittura la carne tritata; il tipo di formaggio, laggiunta
di mozzarella, che non era prevista nella versione originaria, la cottura non pi a legna e limpiego
di recipienti non di terracotta.
La Sagra delle Pesche a Mojo Akcantara (Messina).
La manifestazione prevede degustazioni di preparati a base di pesche e spettacoli.
Sulla sponda sinistra dell'Alcantara, dove il fiume scorre ai piedi dell'Etna, c' Moio
Alcantara. Questo piccolo centro dominato dalla montagna ha antichissime origini. Alcuni
ritrovamenti archeologici, infatti, autorizzano a credere che i suoi primi abitanti furono legati per
molto tempo alle fortune della famiglia Lanza. A Bianca Lanza, infatti, moglie dell'imperatore
Federico II, re di Sicilia, fu assegnata la baronia di Moio.
Notevole valore storico artistico hanno alcune opere di carattere religioso quali le chiese di
Ges e Maria, di S.Antonio e la chiesa parrocchiale della Madonna delle Grazie dove si trova un
pregevole Crocifisso ligneo di fra' Umile da Pintorno. Sotto un profilo morfologico l'abitato di
Moio si trova al centro di un territorio pianeggiante ed irriguo, circondato da ovest a sud dal fiume.
Sul paese grava il massiccio monte Moio, dal cui cratere fuoriusc la lava che diede vita a quelle in
comparabile paesaggio delle gole della Alcantara.
Sagra della "Pantofola
dolce tipico di Lercara Friddi a base di mandorle e cioccolato, una delizia dolciaria che ha da
sempre contraddistinto la pasticceria Lercarese, il 10 agosto. Non si calza ma si mangia, questo
lo slogan che da qualche anno i pasticceri lercaresi portano avanti. Oltre alla sagra si terr una
mostra-mercato dellusato, con numerosi stand e manifestazioni di folklore e musica popolare.
Una giornata quella lercarese che prevede numerose iniziative quali degustazioni di prodotti
tipici e visite culturali guidate. Liniziativa nasce dalla collaborazione di numerose associazioni
presenti nella cittadina, con il patrocinio del comune di Lercara Friddi (Palermo)
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Nei secoli, il segreto della sua semplice e genuina ricetta (farina, zucchero, mandorle trite,
uova, zuccata, cioccolato) e delle modalit di preparazione, si tramandata da madre in figlia fino
ai nostri giorni in cui, con particolare maestria, le numerose pasticcerie continuano a produrre, nel
rispetto della tradizione tale particolare specialit. Lercara stata sempre conosciuta ed apprezzata,
non soltanto nei paesi vicini ma anche all'estero, per i suoi prodotti dolciari e per la pantofola in
particolare.
Sagra del Biscotto Sampirotu" a San Pier Niceto (Messina).
La manifestazione dedicata al tipico biscotto si ripete da oltre 30 anni ma la storia del biscotto
affonda le sue radici sin dagli inizi del novecento. Agosto.
Una famiglia sampietrese, spinta dal bisogno di creare un biscotto tipico inizi a preparare un
impasto con ingredienti unici: finocchio selvatico, anice e sesamo. Limpasto ottenuto richiedeva
una lunga lavorazione prima di procedere con la cottura effettuata in due fasi. Tutte le massaie di
San Pier Niceto incominciarono cos a preparare questo tipo di biscotto tramandando la ricetta da
madre in figlia.
Obiettivo principale della manifestazione, che costituisce un tassello importante per
leconomia del paese, la promozione turistica del territorio con le sue tradizioni, i suoi sapori, usi
e costumi. Durante la manifestazione si potranno assaggiare gratuitamente i gustosi biscotti - sia
nella versione morbida che dura - insieme alla granita al limone di produzione dei bar locali.
Sagra dei Sapori Chiaramontani (agosto), nell'omonimo quartiere del paese montano di
Chiaramonte Gulfi (Ragusa). Promossa dall'Associazione Villaggi, lobiettivo dellevento quello
di mettere in primo piano le peculiarit gastronomiche del territorio. Confermato il trend di crescita
delle affluenze che ogni anno si registrano, a ulteriore riprova della prelibatezze e genuinit del cibo
offerto, sar possibile gustare la rinomata salsiccia, la caponata di olive rigorosamente
chiaramontane, le melanzane, i peperoni, gli spiedini, il pane casareccio, il tutto condito con olio di
oliva chiaramontano che come sappiamo noto per i riconoscimenti ottenuti: olio DOP dei monti
iblei, che continua a riscuotere successo nelle tavole oramai da diversi anni.
La sagra, promossa dall'Associazione Villaggio Gulfi, non vuole puntare solo sulla
gastronomia, ma si orienta verso la promozione turistica del territorio e delle sue bellezze naturali.
Sagra della provola "basicotana (agosto), in concomitanza dei festeggiamenti in onore della
Madonna di Basic, del 21 agosto.
Basic un borgo medievale a 550 metri s.l.m sui Monti Nebrodi. Sovrasta il Mar Tirreno al
centro del Golfo di Patti, fra Capo Tindari e Capo Milazzo, famoso soprattutto per l'ottima provola
prodotta. Nel mese di agosto in concomitanza con i festeggiamenti in onore della Madonna di
Basic del 21 agosto, caratterizzati dalla tradizionale processione dell'antica statua della Madonna,
si svolge la tradizionale Sagra della Provola basicotana.
La provola che vanta unantichissima tradizione, un formaggio a pasta filata famosa per la
forma a pera e la testa a palla e per la sua stagionatura. Buonissima la provola con il limone, che
viene fatta stagionare con un limone verdello al suo interno il quale conferisce al prodotto gli aromi
dell'agrume. Non da meno sono la salsiccia e i salumi tipici. Canti e suoni della nostra terra con la
folkloristica sfilata per le vie del paese dei carretti siciliani. Sagra della provola: Degustazione di
provola, pane e vino locali, a seguire... balli popolari.
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La genesi che ha portato alla nascita della rinomata pescabivona (nota anche con il nome di
agostina) alquanto casuale; infatti essa nasce da mutazioni spontanee che, grazie allaccumulo
di variazioni vantaggiose, hanno portato questo frutto a detenere lo scettro della produzione
frutticola bivonese, e non solo. Negli ultimi anni infatti anche i comuni limitrofi hanno iniziato ad
avviare coltivazioni di pescheti, ampliando quella che la produzione della pescabivona.
Degustazione delle golosit della pesca Bivona: pesche al vino rosso, gelato, marmellata.
Sagra della "Manna, linfa dolce come il miele, agosto.
Con il termine manna si indicano alcune sostanze che derivano dalla secrezione di diverse
piante, che hanno in comune la manna dei frassini, contenente mannite, solo laspetto e la
denominazione.
La manna da frassino si ottiene dalla coltivazione di alcune specie appartenenti al genere
Fraxinus, si produce dalla seconda decade di luglio fino alla met di settembre praticando
quotidianamente delle incisioni sul tronco da cui fuoriesce una linfa che con il caldo secco estivo si
solidifica. La raccolta avviene dopo una settimana circa. Si producono diverse qualit di manna: la
manna cannolo che la pi pregiata per lassenza dimpurit, la manna rottame, che si
raccoglie dal tronco del frassino e manna in sorte che si raccoglie da contenitori posti alla base
dellalbero, generalmente cladodi (pale) di fico dindia.
Quasi sicuramente la coltivazione del frassino da manna risale alla dominazione araba (IX- XI
sec. d.C.). Nel 1800 il frassino da manna fu coltivato maggiormente in Sicilia, nei territori collinari
del Parco delle Madonie. Intorno al 1950 sul mercato fu immessa la mannite, ottenuta dai
sottoprodotti degli zuccheri. Ci ha determinato il tracollo della coltura. Attualmente la coltivazione
del frassino, per la produzione di manna, limitata nei comuni di Pollina e Castelbuono in provincia
di Palermo, dove esiste lultima generazione di frassinocultori detti Ntaccalori.
Oggi i raccoglitori di manna sono riuniti nel Consorzio Obbligatorio Produttori della Manna,
che fa parte di un Presidio Slow Food, sostenuto dalla Regione Sicilia, con l'obbiettivo di migliorare
la tecnica di raccolta, di aumentare la quantit di manna purissima prodotta e di incrementare cos
anche il valore commerciale a beneficio dei coltivatori. E' inoltre stato istituito il Museo
Etnoantropologico della Manna sempre a Pollina, sito in piazza Duomo, in esso vengono custoditi
gli strumenti che servono ancora oggi alla raccolta e quelli pi significativi dell'attivit artigiana e
contadina.
Sagra del Pomodoro siccagno e Sagra della Lenticchia, manifestazioni dedicate ai prodotti
di punta che nel mese di agosto dominano lo scenario agricolo-turistico della cittadina del
"Vallone".
Il Pomodoro pizzutello Siccagno. L'oro rosso di Villalba
Coltivato senza irrigazione, il siccagno interessante oltre che per la tradizione legata alla sua
lavorazione, anche sotto il profilo organolettico e nutrizionale. Ricco di vitamina A e vitamina C,
nonch di antiossidanti come il licopene, ha anche un basso contenuto di calorie. E molto saporito,
tanto che la passata pu essere cucinata anche senza sale. Il pizzutello si semina a marzo e per tutta
lestate non riceve da bere n dal cielo n dalluomo. Il contadino deve per smuovere il terreno e
zappettare il campo tra i filari, per rompere la crosta argillosa e permettere allumidit di correre tra
le radici e nutrire le piante.
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La lenticchia entra nella rotazione agraria delle campagne di Villalba nei primi dell'800 ad
opera del marchese Niccol Palmeri, il quale introdusse un morfotipo a seme grande di colore
verde, che nel tempo si selezionato in un ecotipo esclusivo. Oggi la coltivazione limitata ad un
areale ristretto dell'agro villalbese, a causa delle numerose difficolt legate alla coltivazione
tradizionale ed alle scarse rese produttive relative agli stessi metodi di coltivazione. Ad occuparsi
della tutela del prodotto L'Associazione Produttori della Lenticchia di Villalba (pro.le.vi.), che ne
regolamenta la coltivazione attraverso un disciplinare di produzione in uso ai soci aderenti, ai quali
vine riconosciuto il presidio slow food. La lenticchia di Villalba si distingue per le sue peculiari
caratteristiche organolettiche e nutrizionali, dovute alla concomitanza di diversi fattori.
Cavallotti secondo i modi della festa popolare ad opera delle volontarie e dei volontari
dellAssociazione Sagra dei Sapori Antichi Carlentinesi.
La manifestazione sar arricchita da varie iniziative collaterali: concerti, spettacoli folk, eventi
sportivi, Concorso Canoro per Giovani Talenti, che gi lanno scorso ha valorizzato nuove voci e
riscontrato, a giudizio dei componenti la giuria, importanti abilit artistiche. In piazza Cavallotti si
svolger la consueta preparazione della ricotta co seri e pani munizzatu (preparazione dal vivo
della ricotta) seguiranno, nellarco delle due giornate, brevi degustazioni guidate di vino, pane ed
olio realizzate da esperti, produttori del territorio ed appassionati del Cibo Sincero.
Sagra della Rana a Patern (Catania).
Un evento che negli anni ha saputo incuriosire i tantissimi visitatori incantati dalla
prelibatezza di piatti originali e di impeccabile finezza.
Scopo della manifestazione continuare a valorizzare le tradizioni del territorio, si
accosteranno due serate di buon divertimento con spettacoli e musica.
Sagra del Pistacchio a Bronte settembre-ottobre
La tradizionale manifestazione dedicata all'oro verde DOP del comune etneo: il pistacchio, il
suo gioiello gastronomico. Durante la manifestazione saranno organizzate: visite guidate gratuite
del centro storico di Bronte, mostre di arte contemporanea.
La Sagra del pistacchio promuove lo squisito frutto verde che cresce alle pendici dell'Etna ed i
prodotti da esso derivati. Il pistacchio di Bronte, infatti, particolarmente pregiato e ricercato per il
suo sapore aromatico e gradevole in pasticceria, in gelateria e per aromatizzare ed insaporire molte
vivande. Lolio, estratto dal frutto, trova anche applicazione in dermatologia per le sue alte doti
emollienti ed ammorbidenti.
Ma chiaramente in cucina e pasticceria che il pistacchio (tignosella - pistacchio non
sgusciato) diventa un re. Pistacchio non solo sinonimo di dolci, ma nutriente condimento per i
primi piatti. Se da una parte, infatti, la fama delle pennette al pistacchio ha fatto il giro della Sicilia
per la loro bont, non meno prelibata la pasta fresca fatta in casa realizzata con la farina di
pistacchio. I dolci naturalmente la fanno da padrone: paste, torte e gelati sono resi ancor pi gustosi
con il prezioso frutto dellEtna che servito negli anni anche ad inventare prelibatezze nuove. Oltre
al favoloso gelato e allosannata torta al pistacchio (realizzata con pan di spagna, a volte farcita con
uno strato di cioccolata o di nutella che si associano particolarmente al gusto del frutto), e alle
gustose paste di pistacchio realizzate con la stessa procedura con cui si produce la pasta di
mandorle, si fanno sempre pi strada, il pesto di pistacchio a base di solo pistacchio ed olio di semi
e la filletta al pistacchio, ovvero il tradizionale dolce brontese guarnito del prezioso frutto. Il dolce
del pistacchio ed il salato dei secondi piatti pi tradizionali riescono a sposarsi nella salsiccia di
pistacchio. Preparata allinizio dai macellai con qualche perplessit, ormai richiestissima. Del
resto la mortadella migliore si condisce con il pistacchio che se di Bronte e sinonimo di grande
qualit. Immaginate poi una specie di Nutella di colore verde che qui chiamano Pistacchiella o
pi semplicemente crema di pistacchi. Girando fra gli stand della sagra o recandovi in qualsiasi
pasticceria o ristorante di Bronte sar possibile trovare tutto e forse di pi, in un variegato cocktail
di prodotti che per hanno un colore solo: il verde delloro di Bronte.
La Sicilia lunica regione italiana dove si produce il pistacchio e Bronte, con oltre tremila
ettari di coltura, ne rappresenta larea di coltivazione principale (pi dell'80% della superficie
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regionale e l1% di quella mondiale) con una produzione dalle caratteristiche uniche che ne fanno
un prodotto di nicchia di grande valore. Il pistacchio era gi conosciuto dai greci e dai romani, ma
entrato a far parte delle coltivazioni agricole in Sicilia solo grazie agli arabi che hanno scoperto che
sul territorio di Bronte la pianta su cui effettuare linnesto cresceva spontaneamente.
Lambiente di coltivazione va dai 300 ai 900 metri sul livello del mare con la pianta che si
adatta ad ambienti difficili come i terreni lavici brontesi, dove non cresce nientaltro se non la
ginestra, che per a differenza del pistacchio non produce reddito. La raccolta viene effettuata
ancora con le tecniche di un tempo fra le irte e spigolose lave dellEtna e dal frutto sulla pianta
bisogna togliere prima il mallo, poi il guscio e per finire quella pellicina che protegge il verde
pistacchio. Subito dopo la raccolta il pistacchio va essiccato per ridurre la percentuale di umidit
fino al 4%, impedendo la formazione di microrganismi.
Sagra del Miele e dei Prodotti tipici locali a ottobre a Sortino in provincia di Siracusa
L'importante manifestazione che tende a valorizzare il prodotto principale dell'economia
sortinese. Il miele ibleo quello cantato da Virgilio, Ovidio, Teocrito; quello che decine di
apicoltori, i "fasciddari", con un arte e dei gesti antichi offrono agli oltre cinquantamila visitatori
che ogni anno, nel primo week-end di ottobre, affollano le strade del paese in occasione della sagra.
Occasione per degustare il miele, i dolci e i liquori a base di questo prodotto, tra i pi buoni
d'Italia. La lunga tradizione mielaia delle genti sortinesi succedutesi nelle varie generazioni ha
portato alla produzione di mieli caratteristici, quali quello di timo, di eucalipto, di zagara oltre che
all'onnipresente millefiori. Anche i dolci che si producono nei giorni delle feste, sono a base di
miele come i piretti (biscotti duri di farina e miele con una mandorla dentro), le sfingi (o sfinci)
piccole masse di pasta lievitata, poi fritte e condite con miele crudo e i sanfurricchi (caramelle di
miele cotto, lavorato per inglobare aria e indurito, successivamente tagliato in piccoli pezzi). Altro
prodotto tipico un liquore di miele chiamato "spiritu ri fascitrari" (liquore dei mielai) prodotto per
distillazione dell'acqua che risulta derivata dallo scioglimento della cera (che contiene molti residui
zuccherini e di miele), successivamente fatta fermentare e distillata, se ne pu utilizzare il prodotto
anche "bianco", ma la tradizione lo fa preferire "cunzatu" (condito) con miele cotto a fuoco
lentissimo per varie ore. Ma la Sagra non solo dolcissime degustazioni di "miele" e di altri
pregevoli prodotti del territorio, ma anche iniziative culturali e tanta musica, spettacoli ed ancora
tradizione.
Tradizionale, tappa obbligata per riscoprire la cultura iblea, la Casa Museo dell'apicoltura
tradizionale: "A Casa do' Fascitraru", infatti, racchiude secoli di tradizione e di impegno popolare
che trae sostentamento dal rapporto fecondo con la natura circostante.
FESTA DELLA NOCE (ottobre) a Motta Camastra (Messina).
Spettacoli folkloristici e degustazioni di vari prodotti tipici. Festa ricca di tradizioni e cultura,
che richiama ogni anno tantissime persone proveniente da tutta la sicilia.
La Festa della Noce si svolge " O' chianu 'a cruci" dove vi sono presentazioni e spettacoli
folkloristici e degustazioni di vari prodotti tipici: dalla "Noce", ai vari prodotti della terra. La
cittadina si anima di stand tipici, disseminati lungo le viuzze che caratterizzano il centro situato a
pochi passi da Taormina e dalle Gole dellAlcantara, ma proporr anche alcuni momenti di
riflessione e convegni di studio sulla pianificazione territoriale e sulla gestione delle risorse per uno
sviluppo armonico ed integrato tra uomo ed ambiente.
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Tre giorni all'insegna di sapori e saperi tipici: un viaggio attraverso questo simbolo di
produzione di qualit, divenuto emblema di una cultura contadina viva e genuina che, da luogo
antropologico del passato, pu divenire opportunit per il futuro. Il calendario prevede numerosi
eventi collaterali, degustazioni gratuite di prodotti tipici, sfilata di sua Maest la Noce sui carretti
siciliani.
La Noce
La noce fin dalla notte dei tempi ha suscitato l'interesse di pensatori e dottori, gi l'etimologia
della parola affonda le radici nella mitologia. Il nome deriva dalla dizione latina "Junglas Regia"
ovvero "Ghianda di Giove", proprio a sottolineare la bont e la ricchezza di questo frutto ai
fininutrizionali. Recenti studi sia in Italia che all'estero hanno confermato la valenza anche sotto il
profilo medicamentoso sia della drupa che delle foglie. La presenza di grassi insaturi del tipo acido
linoleico e acido linolenico, comunemente conosciuti come Omega 3 e Omega 6, sono componenti
essenziali delle membrane cellulari e fanno s che, mangiando noci, si tengano bassi i livelli di
colesterolo nel sangue e si combattono i rischi di malattie cardio-vascolari. Altre propriet della
noce e delle noci, sono da attribuire nell' utilizzo per la preparazione per la cosmesi a quelli
astringenti, depurative, ipoglicemizzanti, antisettiche.
"Sagra della Castagna" a Montagnareale, in provincia di Messina.
Un appuntamento molto atteso che ogni anno richiama l'interesse di migliaia di persone.
Come sempre caldarroste, degustazioni e spettacolo per le vie del paese. Escursione paesaggistica,
Visita guidata di castagneti, luoghi suggestivi del Paese e passeggiate attraverso i sentieri
naturalistici di collegamento. Visita al Mulino di Capo, perfettamente funzionante, a Pineta Rocca
Saracena (circa 120 Ha di boschi di alto fusto).
Nel pomeriggio cottura in grande quantit dei caldarroste su grandi testi ( (formelle di ferro
dal lungo manico per la cottura sul fuoco), Sagra del dolce con degustazione di Torte. Esposizione
di prodotti agricoli e artigiana li, castagne al forno e crude, noci, nocciole, Miele, liquori artigianali,
Panini con salsiccia, panini con porchetta, Prodotti sottolio, insaccati, Cannoli di ricotta e di crema
di castagne, Pane fritto, spince, Pane e torte di castagne.
Sagra dellUlivo a Finale di Pollina (Palermo), seconda domenica di novembre.
Sfilata equestre e degustazione di prodotti della gastronomia locale. La manifestazione vedr
un susseguirsi di momenti culturali, folklorici e gastronomici che allieteranno quanti vorranno
partecipare alla tradizionale festa popolare.
Le origini - Il 25 novembre 1973, Finale vive un giorno di festa diverso, nuovo, straordinario:
nasce la prima Sagra dellUlivo. Quellalbero che stato la fonte di ricchezza per lintero paese,
diventa simbolo ed elemento rappresentativo di una piccola comunit che ha la voglia di crescere e
far conoscere la propria cultura popolare eterogenea. Mimmo Ventimiglia, ideatore della
manifestazione, inconsapevolmente, crea una tradizione. La Sagra viene patrocinata
dallAmministrazione comunale e dalla Pro Loco che ha il compito di ideare ed organizzare la
manifestazione, che ogni anno si rinnova, proponendo iniziative sempre originali.
Si ripetono, invece, la sfilata equestre che mette in risalto la capacit dei cavalieri di
spettacolarizzare l'evento in modo controllato ed efficace. La sfilata pomeridiana si arricchisce,
inoltre, di gruppi folkloristici provenienti da diverse realt. Come noto, ormai da qualche anno, la
manifestazione vede la partecipazione di un numero indeterminato di persone provenienti
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dall'entroterra madonita, dalla provincia di Palermo e da altre svariate localit, per assistere e vivere
alcuni momenti di grande vitalit coinvolgente. La degustazione dei vari prodotti della gastronomia
locale rappresenta il clou della manifestazione. Ognuno dei presenti viene messo in condizione di
assaggiare i prodotti preparati a base di olio e olive. Viene, inoltre, data la possibilit di acquistare
specialit gastronomiche in vendita nei vari stands.
San Giorgio il Grande si diffuse tra i popoli, fu conosciuta anche a Prizzi. Gli abitanti, devotamente
e orgogliosamente lo elessero loro protettore. In ogni famiglia crebbe un Giorgio, nel ricordo del
cavaliere cristiano senza paura.
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