Coordinatore Gianluca Albicocco Fotograa Maurizio Frullani Carlo Sclauzero Riccardo Toffoletti Stefano Tubaro Progetto graco e impaginazione Martina Gregori Stampa Tipograa Moro Andrea Allestimento Gianluca Albicocco Piero Gabriele
Renzo Tondo Presidente Elio De Anna Assessore alla cultura, sport, relazioni internazionali e politiche comunitarie della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Azienda speciale Villa Manin Commissario Straordinario Enzo Cainero Direttore Giovanni Fuso Amministrazione/Gestione Eventi Maria Cristina Baldassi Marina Comuzzi Simona Cossu Alina Del Fabbro Luca Moretuzzo Giorgio Pulvirenti
Nella programmazione delle mostre di Villa Manin molte volte si sono ammirate opere di arte incisoria, frutto della maestria di tanti artisti, ma anche di chi poi doveva tradurre il segno inciso in stampa graca. E spesso ricorso il nome della Stamperia dArte Albicocco di Udine quale artece di quelle stampe. Infatti si deve a Corrado Albicocco - erede di unantica tradizione graca che ancor oggi nobilita e rende preziose le opere che escono dalla sua stamperia - se si possono ammirare - e nelle migliori condizioni di resa - le acquetinte, le acqueforti, le incisioni con altre tecniche che tanti artisti gli afdano. quindi con particolare piacere che salutiamo questa mostra di Villa Manin dedicata alla produzione dellartista udinese, grazie al quale si potranno ammirare opere di insigni esponenti italiani e regionali. Un nuovo appuntamento con larte, quindi, che apre sempre di pi la Villa Dogale al territorio, valorizzando il lavoro di chi in esso opera con grande perizia e amore per il bello, come daltronde fa lo stesso Corrado Albicocco.
Elio De Anna Assessore alla Cultura Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
LAzienda Speciale Villa Manin ha mantenuto fede alla pi volte manifestata volont di esprimere concreto riconoscimento alla lunga attivit di Corrado Albicocco, stampatore di apprezzatissima professionalit, divenuto con il trascorrere degli anni il condente e lintuitore delle capacit pi signicative degli artisti incisori. Corrado Albicocco, urbinate di nascita, geneticamente intriso di spirito artistico e culturale, friulano dadozione dopo aver svolto in pi localit dItalia unapprezzata attivit di calciatore, presenta a Villa Manin un condensato non esaustivo della lunga operativit iniziata, dapprima assieme al collega Santini, poi dal 1994 sviluppata singolarmente nellattuale sede di Via Ermes di Colloredo ad Udine. un doveroso omaggio allo stampatore ed alla persona che ha saputo rapportarsi con umanit ed umilt con un gran numero di artisti acquisendone la ducia attraverso sensibilit che, grazie ad una maturata esperienza, ha generato rapporti di grande stima. Perch Corrado Albicocco pu infatti legittimamente vantarsi di aver operato per artisti di importanza internazionale uscendo dai conni prettamente locali facendo diventare la sua stamperia un angolo privilegiato, quasi un cenacolo, portandolo anche ad intraprendere unattivit editoriale. Complimenti Corrado, ospitare questa Mostra per noi momento atteso e siamo molto lieti per averla potuta realizzare.
La Cassa di Risparmio Friuli Venezia Giulia particolarmente lieta di sostenere ed accompagnare la pregevole Mostra che lAzienda Speciale Villa Manin dedica allo stampatore darte Corrado Albicocco di Udine la cui attivit si sviluppata con crescente successo in termini di attenzione della critica e degli artisti incisori. Soprattutto nel trascorso decennio la stamperia diventata un punto di incontro di artisti nazionali ed internazionali che hanno assegnato ad Albicocco lesecuzione di pregevolissime incisioni contemporanee anche di grandi dimensioni. Le opere che possiamo ammirare a Villa Manin riassumono infatti un ampio ventaglio di realizzazioni incisorie che hanno come protagonisti artisti di grande notoriet e giovani emergenti che hanno dato energia vitale a questo ambito liberandosi da presunte posizioni di inferiorit rispetto ad altre tecniche artistiche. Non mancano poi in esposizione opere di Maestri regionali che hanno voluto cimentarsi in questa tecnica conseguendo risultati estremamente interessanti ampliando le potenzialit di valutazione dellintero movimento regionale dellArte nel XX Secolo. Degna di nota ed ampiamente riconosciuta una delle peculiari caratteristiche dello stampatore Corrado Albicocco: la seriet professionale e laver privilegiato laspetto tecnico rispetto a quello prettamente economico, rispettando i voleri degli artisti interpretando in modo esemplare il loro ruolo al ne della divulgazione della graca dartista. CARIFVG si rende parte attiva in questo omaggio ad un protagonista che ha avuto una rilevante incidenza sullevoluzione del variegato mondo artistico regionale.
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Sono nato e cresciuto in mezzo allarte. I miei due nonni erano artisti. Il primo, quello paterno, si era diplomato allAccademia delle Belle Arti di Venezia, il secondo, padre di mia madre, a quella di Urbino. Entrambi hanno continuato ad insegnare disegno, pittura, ceramica. Io non sono mai stato capace di tenere un lapis o un pennello in mano, ma larte mi necessaria quanto laria che respiro. Forse per compensare i drammi cui il mio mestiere di psichiatra mi ha avvicinato, guardare, toccare, acquistare ogni forma darte stato nella mia vita qualcosa di pi di una necessit. Un modo di vivere. Il primo incontro con il mondo della graca dautore mi capit davvero per caso. Abitavo a Padova ed ero studente di medicina, facevo molta fatica ad affrontare un esame e chiesi a mia nonna -unica donna di fede in una famiglia assolutamente laica- se conosce qualcuno in grado di farmi entrare nel convento benedettino di Praglia, alle pendici del Colli Euganei. Ovviamente mia nonna riusc ad esaudire il mio desiderio ed io mi ritrovai a passeggiare tra chiostri e giardini, a studiare nellimmensa biblioteca, ma soprattutto a conoscere la laboriosit dei monaci. Ve nerano che rilegavano libri antichi, chi coltivava gli orti, chi guardava le stelle da un piccolo osservatorio, chi preparava tisane e chi restaurava la carta. Questultimo monaco era taciturno e serioso, andavo a trovarlo un paio di volte al giorno nch una mattina mi raccont eccitato che era arrivata una stampa dalla Francia, laveva portata un misterioso signore raccomandandosi che potesse tornare alla sua bellezza originale. Il monaco da subito si prodig lavorandoci un paio di giorni, poi una sera lo vidi appendere quel foglio ad un lo, come fosse una federa, ad asciugare allaria fresca e ombrosa di un portico. Mi avvicinai e stupefatto riconobbi una punta secca di Picasso rafgurante due pagliacci, uno giovane ed uno vecchio. Quella notte pensai che poco sotto la mia cella, stava asciugandosi un foglio rmato da Picasso appena sotto limpressione della lastra, un valore enorme e stava l a sventolare come un paio di calzini. Il monaco non sapeva del valore reale di quellopera e la magia stava proprio in questo: la maestria di un grande artigiano regalata alla bellezza, senza ricavi, senza esibizioni. Pura e semplice, come avrebbe voluto Pablo. Quando lavoravo presso lospedale psichiatrico di Arezzo -il mio primo luogo di lavoro, nella met degli anni 70- avevo trovato un luogo meraviglioso dove coltivare quel mio altro modo di vivere. Era un granaio etrusco, proprio sotto la casa-museo di Ivan Bruschi, celeberrimo antiquario e inventore del mercato dellantiquariato; era posto proprio di fronte alla magnica facciata della chiesa della Pieve. Me lo aveva afttato perch potessi aprire una piccola galleria darte,
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o meglio il mio personale rifugio. Un amico stampatore di Anghiari mi aveva prestato una straordinaria scultura: un torchio per acqueforti, una riproduzione fedele di un marchingegno rinascimentale. Esponevo solo e soltanto graca e quel torchio a stella aveva contribuito a trasformare quel luogo, dalle pareti costruite con enormi elementi di pietra serena, unatmosfera da fucina artigianale. Un luogo che sarebbe piaciuto molto ai miei nonni, che purtroppo non avevano fatto a tempo a vedermi dottore. Mi passarono tra le mani opere di Richter, Severini, Dorazio, Zancanaro, Vedova, Masson e molti altri. Mi piaceva annusare quelle carte inchiostrate, lambirne i bordi. Il mio amico era stato un prezioso maestro: mi aveva insegnato a comprendere le acqueforti, le puntesecche, le litograe, xilograe. Un mondo meraviglioso dove la creativit si univa ad una capacit tecnica straordinaria, dove la genialit dellartista si mischiava, e a volte si piegava, al sapere dello stampatore. Quel poco che conosco di questo mondo lho imparato dalle parole, dai gesti sapienti e tranquilli dei miei nonni, di un monaco e di un giovane artigiano che viveva come Leonardo. Non mi sono mai reputato un collezionista, semmai un appassionato, anche se le opere dei miei nonni, quelle acquistate da mio padre e quelle, molte, che ho aggiunto lungo tutta la mia vita darebbero quellimpressione. Si tratta di un pezzo della mia vita privata che non amo esternare, far fotografare e tanto meno esibire: sarebbe come mostrare la mia dentatura o dichiarare un mio desiderio recondito. Questa passione mi ha fatto trascorrere una gran parte del mio tempo libero tra gallerie, negozi di antiquariato, atelier di artisti e stamperie. Un tempo per me terapeutico, rigeneratore. Una sera rincorrevo su internet qualche opera graca di Piero Pizzi Cannella, artista che adoro, del quale non possedevo nulla. Fu cos che capitai nel sito di Albicocco. Mi colp la qualit delle opere, lelenco degli artisti che avevano collaborato con quella stamperia. Artisti che ho sempre amato, come Emilio Vedova, Luca Pignatelli, David Tremlett, Giuseppe Santomaso, Carla Accardi, Giuseppe Zigana, Giovanni Frangi. Io credo molto negli appuntamenti, piuttosto che nel destino. E credo che uno di questi fosse proprio con la bottega di Albicocco. Capit qualche settimana dopo quelle ricerca notturna. Avevo una conferenza a Udine, e mi presentai qualche ora prima alla stamperia. Incontrai cos Corrado, anzi il suo placido sorriso. Parlammo per un bel po di tempo come ci conoscessimo da anni. Cerano, come per magia, molte cose in comune tre lui e me, oltre allamore per la graca. Cera Urbino, innanzitutto. La mitica scuola
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del libro frequentata da mio nonno Mario come insegnante prima della guerra, quella parlata dolce, ironica e calma di chi ha dietro di s secoli di storia da non esibire, ma da far scorrere come ultimo terminale dai polpastrelli delle dita. E lo capisci da come Corrado apre le cartelle, fa scivolare i fogli sul tavolo come tovaglie di lino, da come li accarezza a sentire limpressione del torchio e i graf del disegno imprigionati sulla lastra. Ci sono tornato altre volte in quel luogo ed sempre stato come la prima volta, perch non c mai una copia uguale allaltra se non temi di osservare. Specialmente mi incuriosivano le grandi opere, come la cattedrale di Pizzi Cannella o come certe acqueforti di Safet Zec o ancora come gli ultimi lavori eseguiti con David Tremlett. In queste opere enormi, ciclopiche, dove le ripassate di colore diventano una sda allimpossibile, in tutta questa grandiosit respiro nalmente lottimismo dei grandi, di quelli che sanno osare, di quelli che sanno, come mi insegnava mio nonno, come bisogna buttare il cappello oltre lattaccapanni. In Corrado Albicocco vedo tutto questo e oltre: la scelta di fare un mestiere antichissimo e futuribile, la totale mancanza di quella orrenda baldanza che si alza anche tra chi non ha fatto nulla vita, mentre lui, nel suo silenzio operoso raggiunge il massimo da un torchio e una carta ligranata. Abitasse pi vicino, andrei pi spesso alla sera, dopo una giornata uggiosa a riscaldarmi cuore e anima in mezzo agli inchiostri, ai colori, allodore di cartoni. Andrei a incrociare il sorriso di Corrado che mi fa vedere come sta venendo lultima stampa. Perch, in fondo, cos la vita: una montagna di fogli, uno sopra laltro, nella speranza che il prossimo, quello che ancora non hai sollevato con delicatezza sia sempre il migliore.
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Latmosfera spesso viziata. Le essenze aromatiche dei diluenti impregnano laria e saturano il respiro no allebbrezza. I miasmi dinchiostro e olio di lino, di bitume e trementina, si condensano sulle pagine sporche di vita, mentre le trasparenze luminose delle vetrate ltrano laria e catturano anche il pi sottile pulviscolo dei sentimenti, anche il pi fragile palpito delle emozioni. Quando una matrice incontra il foglio, il respiro della carta si fa profondo e sarrende, inne, alla pressione del torchio. Si ripete cos il miracolo dellarte graca e rinasce la bellezza, come a nuova vita. Lestrema genesi dellopera graca avviene tutta nel segreto di una stamperia. un dato di fatto acquisito, consolidato nella tradizione e dalla storia. in stamperia, in questo luogo misterioso e affascinante, ingombro di materiali e strumenti disposti nellapparente disordine di unoperosit febbrile e silente, che la matrice incontra il foglio e labile mano dello stampatore si misura con lestro creativo dellartista, per dare vita, assieme, a quella meravigliosa avventura che lopera darte graca. Del rapporto dialettico che sinstaura fra matrice e carta, fra artista e stampatore, fra lartece dellopera e chi la rende materialmente visibile, si appunta linteresse di questa mostra organizzata nella fastosa residenza di Villa Manin a Passariano; mostra dedicata ai preziosi capolavori graci e alle edizioni di libri dartista, usciti dai torchi calcograci di Corrado Albicocco, in quella che, a parere unanime, considerata una delle ultime stamperie storiche ancora in attivit; dove possibile parlare di tradizione tecnica, dincisione originale e di graca darte ai massimi livelli. Ci premesso, bene precisare che il pregio di questa esposizione di presentare al pubblico un signicativo nucleo dincisioni calcograche giudicate dinestimabile valore culturale ed estetico, rmate dai grandi nomi dellarte contemporanea e appositamente selezionate per far apprezzare i contenuti di unarte rafnata e coinvolgente, che vanta una tradizione illustre per quanto radicata nella storia della nostra civilt gurativa; ma anche un modo semplice e diretto, per far conoscere il lavoro di un professionista serio e preparato, che ha saputo dialogare con gli artisti del proprio tempo, condividendo con loro la passione per la bella stampa, per il segno e la sintesi espressiva di un linguaggio, quello graco, che nasce quasi a compimento di un miracolo tecnico. Realizzare una stampa darte sempre stata unoperazione assai complessa e articolata, dove le tecniche esecutive, il fattore tempo, lesperienza, lo spirito di collaborazione e il dialogo che sinstaura fra lartista o, per meglio dire, lartece dellopera e il suo stampatore, oltrech necessari alle nalit dellopera, giocano un ruolo fondamentale per la buona riuscita dellimpresa. Diversamente dalle altre tecniche espressive di cui composto il variegato e multiforme olimpo delle arti gurative, nella produzione di unopera graca concesso allartista di avvalersi delle competenze tecniche e della professionalit di uno stampatore
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per condurre a termine la fase estrema della sua impresa creativa, senza ledere il principio di originalit e autenticit del manufatto artistico. Nel chiedersi, allora, come nasca una stampa darte e attraverso quali processi di lavorazione tecnica questa si realizza nel suo aspetto denitivo, conviene precisare alcuni passaggi obbligati, che renderanno affascinante lacquisizione dei contenuti espressi coralmente da questa mostra friulana. Per i meno esperti in materia, va detto subito che, sostanzialmente, il processo di elaborazione di una stampa darte prevede due fasi esecutive ben distinte. La prima, ha inizio quando un artista prende in mano una lastra, in genere di zinco o di rame - ma anche di legno o altro materiale - e vincide sopra dei segni. In tal modo, la lastra diventa matrice e, in quanto tale, adatta a trasmettere i contenuti di unimmagine su di un altro materiale o supporto sico, in genere un foglio di carta, e ci avviene tramite ricercati processi di impressione e stampa non senza laiuto di un torchio o di una pressa tipograca. Limpronta o, per meglio dire, limmagine che si ottiene dalla stampa di una matrice, quando poi assume uninequivocabile valenza estetica e culturale, deve essere considerata, a tutti gli effetti, opera darte; opera che, fra laltro, ha il pregio di poter esser replicata, serialmente, in molteplici esemplari, tutti simili fra loro e mai uguali. La stampa che si ottiene da una matrice originale , dunque, lopera darte in senso stretto, loggetto della nostra contemplazione estetica e non la matrice da cui trae origine la stampa stessa, come molti sono portati a credere. Inoltre, bene precisare, onde evitare fraintendimenti ed equivoci di sorta, che quando unartista pensa di realizzare unopera graca, la pensa sempre nei termini di unopera che nasce seriale, capace di essere riprodotta, che possiede cio linestimabile dono di poter essere replicata in numerosi esemplari. In altre parole: un pittore quando dipinge una tela crea unopera unica, lo stesso pittore che incide una matrice gi cosciente di creare unopera multipla, replicabile innite volte, almeno quanto la tecnica e i materiali lo permettono. In tal modo, la stampa artistica diventa un prodotto culturale di massa, democraticamente fruibile da un pubblico sempre pi vasto ed informato, costituito non pi o non solo da appassionati cultori del bello; fatto questo che rende il manufatto graco davvero speciale, perfettamente rispondente al principio, enunciato da Walter Benjamin anni or sono, dellopera darte entrata nellepoca della sua riproducibilit tecnica, che ha denitivamente scontto laura romantica dellopera darte come testo unico, frutto di una volont creativa irripetibile. Tornando alla stampa darte e alla sua genesi costitutiva, va aggiunto che la seconda fase procedurale inizia dove nisce il lavoro manuale e intellettuale dellartista; inizia con il lavoro professionale dello stampatore. lo stampatore, infatti, che interviene nella produzione o riproduzione nale di unopera graca, ricavando da una matrice precostituita - previa unabile inchiostratura 20
quellimmagine che lartista ha cos scrupolosamente inciso, seguendo le tecniche originali dettate dalla tradizione dellarte incisoria (quali sono, ad esempio: lacquaforte, lacquatinta, il bulino, la puntasecca, la maniera a zucchero, la maniera nera, il carborundum e via dicendo, solo per rimanere nellambito delle tecniche calcograche). Ed sempre lo stampatore che, ascoltando le richieste dellartista e soddisfacendo le sue esigenze di carattere estetico e tecnico, render visibile sul foglio il suo lavoro creativo, il contenuto espressivo e poetico della sua opera, la forma sensibile del suo segno, del suo colore, del suo linguaggio, interpretandone il senso con attenzione e intelligenza, mettendo sempre il proprio mestiere, ma anche la propria sensibilit, al servizio dellarte. Il prodotto nale che si ottiene frutto, dunque, di una lunga e paziente gestazione creativa, dove nulla mai lasciato al caso e ancor meno allimprovvisazione, dove ogni azione e ogni gesto dellartista e dello stampatore sono calcolati, misurati nella perizia di una maestria che si afnata in anni di paziente lavoro. Le procedure sono collaudate, scandite da operazioni successive e conseguenti, che richiedono un tempo di esecuzione molto lento e prolungato, dove allinvenzione si sostituisce spesso la maestria tecnica. Attraverso lesperienza del lavoro, il mestiere e larte, Corrado Albicocco, come pochi altri stampatori prima di lui, ha messo sempre daccordo il foglio con la matrice; dosando sapientemente linchiostro per riempire lo spessore dei segni, calcolando la pressione giusta del torchio, con il ne ultimo di rendere visibile ci che lartista ha voluto dire, esprimere, comunicare attraverso il suo lavoro creativo. In denitiva, lo stesso Albicocco, da professionista della stampa darte, a dar respiro ai sogni, alle fantasie dellartista, risolvendo quei problemi tecnici, organizzativi e procedurali, che lopera graca, per sua natura, possiede in gran numero. Tutto ci visibile attraverso la lettura delle opere esposte in mostra. Dalle puntesecche di Safet Zec e Klaus Karl Mehrkens, alle acqueforti di Giuseppe Zigaina, Emilio Vedova, Mersad Berber, Franco Dugo, ai carborundum di Giovanni Frangi e Piero Pizzi Cannella, alle maniere a zucchero di Luca Pignatelli, Bruno Ceccobelli, alle acquetinte di David Tremlett, Giuseppe Santomaso, Carlo Ciussi, Aldo Col e Carla Accardi, ai rilievi calcograci di Walter Valentini, spiccano il volo e passano alti tutti i sogni graci di Corrado Albicocco che, da sagace promotore culturale (sua la rivista Prova dArtista, suoi i cataloghi e le mostre udinesi e urbinati sullarte graca, suoi i libri dartista pi pregiati dellattuale editoria di settore), continua con incrollabile volont, nella strenua difesa di unarte che molti giudicano forse sorpassata, daltri tempi, ma che, invece, si rivela al nostro attento sguardo ancora attuale, perch portatrice didee, di forme poetiche e di contenuti culturali sempre nuovi; esempi supremi di unarte graca che fa dei suoi interpreti gli ultimi
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demiurghi di una storia millenaria, perch ancora capaci di creare, in questa civilt ipertecnologica, dei sogni fatti solamente di carta e inchiostro, di materiali poveri divenuti improvvisamente nobili e preziosi, per questo nostro tempo cos efmero per quanto fragile, fatto com di tecnologie informatiche, di internet, di pixel e di immagini virtuali; sogni graci che possono ancora riscattare la poesia dellarte dal suo nulla pi assoluto.
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Anche in questa mostra hai voluto parlare di sogni, sogni che volano. E tu nella tua vita di grandi sogni ne hai avuti pi di uno mi pare. vero. Da ragazzo sognavo di diventare un calciatore: giocavo a calcio e a un certo punto ho sospeso gli studi per tentare il professionismo. Era un sogno meraviglioso, ma ho fatto molta fatica per me Urbino era tutto. Ricordo che quando andai a giocare nellAncona la prima notte scappai per tornare a casa. Vennero a parlare a riprendermi e cos ho giocato per sette anni tra Avellino, Massa, Venezia e poi Trieste. Avevi dunque pi possibilit. Com che hai scelto? Mentre giocavo feci domanda dinsegnamento allIstituto Statale dArte di Udine, il Sello. Era il 1972, avevo 25 anni. La domanda fu accettata e ricevetti lincarico di alcune ore di Graca pubblicitaria. Cos il primo anno ho giocato e insegnato. E stata unesperienza per me bellissima, ma ricordo che partivo da Massa Carrara alluna e mezzo di notte per essere in tempo a scuola. Prendevo lautostrada per Firenze, passavo gli Appennini e poi Bologna, Venezia. Arrivavo presto a Udine perch avevo paura della nebbia e alle sette e mezzo ero gi a scuola. Poi nivo lezione e ripartivo per Massa in tempo per lallenamento. Non potevo per giocare e insegnare, era chiaro. Lanno dopo mi compr la Triestina. Ma era difcile ugualmente. Ho scelto di insegnare e l cominciato un discorso nuovo. E lo stampatore com nato? Lo stampatore nato quasi di conseguenza o quasi per caso non so. Abbandonai il calcio, feci questa scelta. Avevo afttato una casa dove cera una cantina grandissima e con Federico Santini, il mio amico di Urbino, insegnava anche lui allIstituto dArte, un giorno ci siamo detti proviamo
Tra lastra e foglio si consuma il gioco dello stampatore e si misura la sostanza del mestiere. E una distanza, piccolissima, in cui tutto ci che deve accadere accade, e il bon tirer si fa. Ma anche il luogo enorme in cui si contraggono misteriosamente anni di lavoro, esperienze, in cui cade per prendere immagine il racconto di unesistenza professionale. Pu anche diventare, come per Corrado Albicocco, una culla da cui ha preso il volo il sogno di una vita. Corrado il tuo percorso nasce intorno a un territorio, quello di Urbino, Urbino famiglia, amicizie, formazione S, sono nato a Urbino, nel 1947. A Urbino ho passato linfanzia, la giovinezza, ho conosciuto mia moglie Brunella, anche lei urbinate, ho fatto le scuole, la Scuola del libro. A Urbino sono nati i miei due gli, Pierluigi e Gianluca. La scuola che hai frequentato una scuola prestigiosa in cui sono passati incisori, illustratori, stampatori importanti. Certo, come Castellani, Piacesi, mio insegnante, e poi Battistoni, Valentini, Ciarrocchi, Fiume Brindisi e sicuramente qualcun altro Alla Scuola del libro ho seguito lindirizzo di tipograa editoriale, perch agli esami attitudinali l che ho fatto meglio. Ma la mia passione era la calcograa e quando passavo davanti al laboratorio, guardavo dentro e sentivo gli odori degli inchiostri e delle carte Mi sembrava un sogno, il sogno di qualcosa che non sapevo ancora e che ha iniziato a prendere forma quando ho aperto la mia stamperia.
a fare qualcosa. Ma il mestiere ancora non cera, sapevamo quel poco che avevamo imparato a Urbino e certo non bastava. Siamo partiti ugualmente, eravamo ragazzi e in un primo momento volevamo divertirci. Allinizio stampavamo cose fatte da noi e cos abbiamo cominciato a imparare. Poi sono capitate le occasioni, ci siamo fatti conoscere e abbiamo aperto la prima stamperia in Via Volontari della Libert. Laftto costava ventimila lire al mese. Ci pioveva dentro. Eppure gli artisti arrivavano e abbiamo iniziato a stampare cose buone. stato bellissimo. Ma andiamo ai tuoi luoghi di lavoro, alle lastre, le carte, gli inchiostri. Raccontaci, chi entrava in stamperia allora? Allinizio come dicevo eravamo noi ed entrava qualche amico. Poi abbiamo cominciato a prendere contatto con gli artisti, avevamo anche bravi colleghi allIstituto dArte. Con il terremoto abbiamo fatto una cartella con dieci artisti friulani e i nostri orizzonti si sono allargati. Le conoscenze, anche attraverso il calcio, ci hanno consentito contatti col collezionismo. Poi siamo arrivati a Zigaina e Zigaina stato linizio di tutto. Stampare con lui ci ha aperto 100 porte. Subito dopo abbiamo lavorato con Santomaso, poi ancora Vedova, in seguito Castellani, Piacesi, Sughi, mi ricordo molto bene e Fazzini, Pericle Fazzini. Questi erano gli artisti di allora. Con quasi tutti ho continuato a lavorare per anni e anni, alcuni li stampo ancora oggi, pensa. Poi questa stamperia doveva essere ristrutturata e noi ci siamo dati da fare per trovare un altro luogo. In via Gemona cera questa tipograa dismessa, era del Comune di Udine, siamo andati l insomma. Mi ricordo molto bene questa stamperia. Si chiamava AS, era in via Gemona 100. E come no, Cera questo stanzone
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lungo che abbiamo diviso con due pareti fatte da mio padre pensa. Cera la parte per lamministrazione, cera sempre un freddo terribile, non so dirti se eravamo contenti quando suonava il telefono. E poi cera la parte dove si lavorava e l si stava bene. E poi qui, in Via Ermes di Colloredo. Qui sono venuto da solo, nel 1994, sono quasi ventanni. Il tempo che passa si vede da questo accumulo che cresce in continuazione. Hai cominciato da ragazzo, quasi per gioco e oggi sei in questo posto meraviglioso circondato dal tuo grande lavoro. Ci sar stata in questo percorso la consapevolezza a un certo punto di essere uno stampatore per davvero, un momento in cui ti sei detto ora sono uno stampatore. Certamente e lo ricordo bene. stato quando ho stampato Zigaina. E non era facile accontentarlo sai. Era esigente, n pi n meno di oggi. stato quello per me lo scatto verso una consapevolezza nuova. Col senno di poi, guardando la complessit del mestiere per, fuori da ogni percezione emotiva, stato con Santomaso, col passaggio al colore che si completata la mia professionalit. La ricerca sul colore di Santomaso, peraltro pittore veneziano, era difcilissima. Abbiamo molto sbagliato, molto imparato. Per se devo dire, rivedendo quella prima stampa (esposta in mostra ndr.) oggi dico che era gi fatta bene. Era il 1978 credo. Quali sono secondo te le qualit che pi hanno aiutato e denito la tua professionalit? Io mi sento di dire che la qualit migliore che ho la passione quella che mi porta a fare e rifare le cose nch non sono come dico io. Anche adesso, dopo trentanove anni di lavoro ed esperienze, adesso che potrei lavorare su quello che ho gi
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imparato, ogni volta mi rimetto in gioco. Questultima incisione di Carla Accardi per esempio, difcilissima, stata per me una battaglia. Oppure guarda quella grande acquatinta di Tremlett sono le ultime che ho fatto sai, ho sessantacinque anni e ne ho fatte di prove e tirature ma ancora ci soffro sopra. E poi c la pazienza, ma non parliamo neanche di questo perch senza pazienza lo stampatore non esiste. Dal punto di vista tecnico cosa metti in gioco di cos particolare e importante? Ma non lo so, limportante sai sono gli artisti, se proprio dovessi dire, forse mi aiuta lattenzione per i materiali che adopero. I materiali sono sempre di grande qualit. Non so come dire: io non ho mai ripreso un materiale di scarto per fare neanche una prova. Ogni fase del mio lavoro merita il materiale appropriato e unuguale dedizione. Cos faccio la bagnatura giusta della carta giusta e via avanti. Mimpegno nello stesso modo che si tratti di un piccolo o un grande lavoro, che lautore sia pi o meno importante, che stampi un grande maestro o un ragazzo che comincia. Poi succeda quel che succeda -e guai se non succede niente- io sono pronto a giocarmi limprevisto. Quanto conta lartista nel tuo lavoro? Lartista per me tutto. C poco da fare. C chi mi dice ma tu qui ci metti del tuo. Certo, naturale. Ma lartista tutto. Io rubo agli artisti con gli occhi, guardo, non so come dire, la pastosit, come creano le superci e cerco di immedesimarmi nel loro lavoro per fargli sfruttare la tecnica pi congeniale, per farli arrivare prima. Mi sembra un ruolo importantissimo questo. Non lo so, ma capirai che inutile far lavorare allacquaforte un artista
che nella sua carriera ha usato solo il pennello. Guarda Pignatelli. Nella pittura lavora a campiture larghe, allora ho cercato di consigliargli questa tecnica, vedi, di maniera zucchero che lui ha adottato. Frangi: anche lui maniera zucchero. Ma quando gli ho fatto vedere le possibilit del carborundum ha subito cambiato e la mostra alla GAMUD (Pasadena, Galleria Arte Moderna di Udine, 2008 ndr.) tutta al carborundum. Eppure laltro giorno Frangi era qua e io avevo messo in parte tutte le cose che lui aveva scartato qualche anno fa e gliele ho fatte rivedere. Erano molto belle e lui ripartito con la maniera zucchero. Pizzi Cannella: ha una rapidit inventiva straordinaria, mettiamoci anche quello. E un peccato fermare un artista cos con una tecnica lenta. E allora bisogna mettere anche lui nella condizione ottimale. Tra le persone ti senti di dover qualcosa a qualcuno? Devo molto a tutti, ognuno mi ha dato qualcosa e ha avuto qualcosa da insegnarmi. Ogni tanto penso a Santomaso e cosa ha signicato per me lavorare con lui, penso a quanto ho imparato. Non che mi abbia insegnato sai, nessuno tinsegna niente. Ma solo vedendolo lavorare ho appreso molto e certe cose per me sono ancora fondamentali. Poi certo con Vedova, Zigaina, come si fa a non imparare da loro. Solo a stargli vicino, a guardarli mentre lavorano si apre un mondo e poi mi vogliono bene come un glio. E ancora Zec, Dugo, grandi incisori, sono amici fraterni. Sai poi io tendo ad affezionarmi alle persone e questo magari pu essere un rischio, ma va bene cos. Senza grandi gesti o grandi discorsi ci sono piccole cose o situazioni che aiutano moltissimo: la parola giusta al momento giusto per esempio. Ne sai qualcosa?
Certo, come no. Ricordo per esempio che ero al torchio con Vedova. Avevamo lavorato tutto il giorno e adesso eravamo in quel momento magico della stampa, quando il foglio esce dal torchio. Un momento per me di grande trepidazione capirai. E l che c la verica del lavoro. Esce il foglio, lo giro e lo stendo bagnato sul tavolo. Vedova guarda io zitto, col ato sospeso, gurati e Vedova dice piano: Riuscissi a fare in pittura quello che faccio nellincisione. Troppo bella, regalacene unaltra, chiss quante ne hai. Mi viene in mente, sempre Vedova, una cosa che ancora mi aiuta quando mi prendono i dubbi mi aiuta ricordare che Vedova, quando le grandi stamperie lo contattavano perch volevano lavorare con lui, rispondeva io il mio stampatore ce lho. Guarda che parlo delle stamperie storiche, quelle che avevano stampato Afro, Burri, quelle che hanno fatto la storia dellincisione italiana insomma. C stato qualche avvenimento che ha cambiato il tuo percorso, unoccasione, un colpo di fortuna, una persona, che ti ha aiutato? Devo dire che c pi di qualcuno che mi ha aiutato. Ma ricordo una persona una volta, forse era il 97 che mi telefon e mi disse le faccio una proposta indecente. Voleva in sostanza acquistare a prezzo bassissimo una quantit importante di libri dartista. La proposta era veramente indecente e ricordo che presi tempo, non sapevo cosa dire e ne parlai con il Maestro coinvolto nelledizione. E questi mi disse accetta anche se il prezzo non merita, perch questa persona deve avere un grande interesse e deve capirci bene. Non si sa mai. E aveva ragione, perch si trattava di un cultore, un grande appassionato che mintrodusse nelle sue conoscenze e mi port da artisti milanesi e romani
di una generazione nuova che hanno portato linfa importantissima alla mia stamperia, le hanno dato slancio, apertura, continuit. Parlo di Frangi, Pignatelli, Pizzi Cannella, Nunzio e ancora altri artisti allora giovanissimi con idee innovative che si sono dimostrate di grande forza anche nel campo della graca. Con questo racconto ci hai portato alle Edizioni del Tavolo Rosso, che dal 1994 hanno fatto di te anche un editore. Si tratta di edizioni di libri dartista che tu idei, stampi, confezioni e curi sotto ogni aspetto. Si pongono nel mondo editoriale come un caso importante, rafnato, esclusivo per un pubblico importante, rafnato, esclusivo. Cosa signica dedicarsi a questo lavoro, intendo come progetto anzitutto? Diciamo pure che come progetto spericolato, nel senso che il libro dartista da un punto di vista economico un vero e proprio azzardo. Ma ancora una volta entra in gioco la passione che si unisce allobiettivo. Che sostanzialmente quello di offrire a un pubblico che dicevi un prodotto di qualit, ma anche di creare alleanze culturali intono alla graca darte. Attraverso il libro dartista metto in comunicazione autori legati allespressione letteraria e autori darte visiva. Con questo, parlo sempre da un punto di vista di progetto e non del libro darte come prodotto estetico, cerco di creare e diffondere cultura graca e interesse attorno ad essa. Andiamo allora alla Prova dartista, il periodico semestrale della stamperia, che nella direzione di Roberto Budassi, dal 2003 si pone come strumento dinformazione, aggiornamento, approfondimento storico in relazione alla graca darte. Certo e anche in questo senso la cultura graca si diffonde e loperazione proprio nalizzata a questo. Le riviste di graca in Italia
sono ben poche sai. Evidente che non ci possono essere risultati economici immediati. Si tratta piuttosto di far convergere alte gure culturali, anche di diversa natura, attorno al discorso della graca darte in modo che vi sia un giro di pensiero intorno ad essa. Si forma in questo modo una condivisione e diffusione colta della graca; si eleva il valore, quello invisibile intendo, della graca che se ne avvantaggia sotto pi punti di vista. Corrado abbiamo parlato molto e ci sarebbe ancora tanto da dire. E ci sono ancora molte cose da fare, capisco bene che i materiali nella tua stamperia cresceranno e cresceranno ancora. Il sogno dello stampatore si allora realizzato? O forse, per il sognatore che sei, c ancora un sogno nascosto che deve prendere il volo? E come no! Io a questo punto vorrei avere un archivio ordinato, chiss mai. Ma il sogno grande quello di poter vericare il mio lavoro in grandi esposizioni. Mi piacerebbe per esempio, come adesso che sto preparando la mostra delle grache di Kounellis, vedere il mio lavoro esposto bene, rendermi conto dellinsieme, poter percorrere la mia storia e trovarmela davanti come in un lm. Anzi come in un sogno. E questo oggi il mio sogno. Come vedi un sogno che vola e i sogni che volano non niscono mai.
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Carla Accardi
Carla Accardi nasce a Trapani nel 1924. Conseguita la maturit classica nella sua citt, frequenta lAccademia di Belle Arti a Palermo e a Firenze per poi trasferirsi, nel 1946, a Roma. Lo stesso anno compie il suo primo viaggio a Parigi. Nel 1947 rma il manifesto Forma I e lanno dopo partecipa alla XXIV Biennale di Venezia. A Milano, nel 1950, entra in contatto con il Mac, il Movimento Arte Concreta e a Roma con il Gruppo Origine, fondato nel 1951 da Burri, Capogrossi, Bollacco e Colla. Dal 1954 Michel Tapi si interessa alla sua opera nellambito dell Art autre ed entra a far parte della parigina Galerie Stadler. nuovamente alla Biennale di Venezia nel 1964 e nel 1988 con una sala personale e, nel 1995, partecipa alla mostra The Italian Metamorphosis al Guggenheim Museum di New York. Tra le pioniere del femminismo in Italia, fa parte con Carla Lonzi del gruppo Rivolta Femminile. Nel 1996 nominata membro dellAccademia di Brera e, nel 1997, fa parte della Commissione per la Biennale di Venezia nel ruolo di consigliere. Figura di spicco nel panorama internazionale, Carla Accardi espone in tutto il mondo e le sue opere sono nelle principali collezioni pubbliche e private a livello internazionale. In campo graco la sua ricerca conta poche esperienze che seguono la sua complessiva ricerca pittorica, orientata verso quellesaltazione del segno-colore in chiave aniconica, che rende lartista tra i massimi esponenti dellastrattismo italiano. Una sua incisione, stampata da Corrado Albicocco, partecipa al libro darte Carlo Bo. La natura del critico con introduzione di Achille Bonito Oliva e una poesia di Mario Luzi, pubblicato nel 2001 per le Edizioni del Tavolo Rosso. Nel 2012 Corrado Albicocco stampa in acquatinta a 3 colori Azzurro, rosso su nero. Carla Accardi vive e lavora a Roma.
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Mersad Berber
Nato a Bosanski Petrovac (Bosnia - Erzegovina) nel 1940, Mersad Berber frequenta la Facolt di Architettura di Zagabria, quindi i corsi di pittura e incisione allAccademia di Lubiana con Boidar Jakac, France Miheli , Gabrijel Stupice e poi con Riko Debenjak. La sua prima mostra personale risale al 1965, quando venticinquenne presenta le sue opere alla Galleria Comunale di Lubiana. Da allora espone in musei e gallerie di tutto il mondo ed presente nelle pi importanti rassegne internazionali di graca. Nel 1983 professore associato di pittura allAccademia di Sarajevo e nel 1984 la Tate Gallery di Londra acquista un suo lavoro. Tra il 1980 e il 1985 realizza il cartone animato Tempo Secondo, prodotto dalla Zagreb Film. Progetta scenograe e costumi per i teatri di Lubiana, Zagabria e Sarajevo. Riceve numerosi riconoscimenti e premi: a livello internazionale, vanno ricordati quelli alla Biennale Internazionale di So Paulo (Brasile), alla Biennale del Mediterraneo ad Alessandria dEgitto, alla Biennale di arte graca di Tokyo, il premio ICOM a Montecarlo, il Grand Prix dellAccademia Lalit Kala alla Triennale di New Delhi, il Gran Premio Internazionale alla Triennale di Graca di Cracovia (Polonia). Dedito allattivit graca sin dalle origini della sua denizione artistica, Berber caratterizza la sua ricerca per lo sperimentalismo tecnico che spinge la graca oltre lo specico nelluso di prelievi, collages e mezzi del tutto originali. Le soluzioni conducono lorigine gurativa e classica del suo mondo iconologico verso territori aperti a contaminazioni linguistiche nuove e personali. Dopo alcune collaborazioni episodiche, dal 1999 Mersad Berber intrattiene un rapporto continuativo con Corrado Albicocco e oggi sono circa cinquanta le lastre nate dal loro lavoro. Dal 1992 no alla morte, avvenuta nellottobre 2012, Berber ha vissuto e lavorato tra Zagabria e Dubrovnik.
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Mersad Berber Una grande allegoria II,1999 acquaforte, collage, mm. 1000x2000
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Mersad Berber Una grande allegoria, 1999 acquaforte, collage, mm. 1000x2000
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Mersad Berber Una grande allegoria I, 1999 acquaforte, collage, mm. 1000x2000
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Bruno Ceccobelli
Nato a Montecastello di Vibio (Pg) nel 1952, Ceccobelli frequenta lAccademia di belle Arti di Roma. Con alcuni compagni di studi, tra cui Piero Pizzi Cannella, Marco Tirelli, Nunzio Di Stefano, occupa lex-pasticio Cerere nel quartiere San Lorenzo, dando vita alla Nuova Scuola Romana o Ofcina San Lorenzo, storicizzata nel 1984 da Achille Bonito Oliva e riconosciuta istituzionalmente nel 2009 con una retrospettiva al MART di Rovereto. Nel 1977 Ceccobelli tiene la sua prima mostra personale e abbandona alla ne del decennio le iniziali ricerche concettuali per recuperare tecniche e modalit della pittura, della scultura. In questi anni si accosta alla graca. Nel 1984 presente alla Biennale di Venezia nella sezione Aperto; nel 1986 nella sezione Arte e Alchimia e alla Quadriennale di Roma. Espone a Parigi, New York, Roma, Madrid, Venezia, Londra, Francoforte, Basilea, Colonia, Vienna, Montreal, Lubiana. Nel 2005 Direttore dellAccademia di Belle Arti di Perugia. Lattivit graca di Bruno Ceccobelli muove nel clima romano degli ultimi anni Settanta e si afanca alla pittura facendo propri i valori alchemici e spirituali che caratterizzano la sua complessiva ricerca artistica. Dal bulino alla puntasecca allacquaforte -tecniche che spesso interagiscono nella stessa opera- Ceccobelli ama linvenzione e la sperimentazione. Predilige la tiratura bassa, in favore di un ampio numero di lastre; ama la gamma dei grigi quanto lo sperimentalismo cromatico. Risulta ampia anche la sua partecipazione ai libri dartista, tra cui, per le Edizioni del Tavolo Rosso, Chi vede trasforma, pubblicato nel 2003 con sette sue incisioni stampate da Corrado Albicocco. Nel 2010 lesposizione In carta sogni. Opere su carta 1980-2010, realizzata a Pescara, storicizza per la prima volta le principali opere grache di Ceccobelli. Nel 2011 partecipa allesposizione Meravigliosa natura. La natura morta incisa nel XX secolo, realizzata presso la Stamperia Albicocco a Udine e la Casa di Raffaello a Urbino. Negli ultimi anni, dopo una carriera trascorsa quasi interamente a Roma, Ceccobelli ritorna a Montecastello di Vibio, dove vive in una torre di guardia medievale.
Bruno Ceccobelli da Chi vede trasforma, 2003 maniera a zucchero, mm. 500x350
Bruno Ceccobelli da Chi vede trasforma, 2003 maniera a zucchero, mm. 500x350
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Bruno Ceccobelli Tre non pi, 2005 maniera a zucchero, mm. 955x765
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Livio Ceschin
Livio Ceschin nasce a Pieve di Soligo nel1962. Si diploma, nel 1982, allIstituto Statale darte di Venezia. Inizia a incidere nel 1991. Gli esordi artistici sono legati allo studio dei maestri incisori del passato, copiando le opere grache di Rembrandt, Tiepolo e Canaletto. Alterna in seguito esercizi di copiatura su opere di Barbisan, Pitteri e Velly. Nel 1992 si iscrive allAccademia Raffaello di Urbino e frequenta il Laboratorio di Calcograa del Maestro Incisore Paolo Fraternali. Nel 1994 ottiene il primo riconoscimento: I Premio al concorso Premio Arte - Giorgio Mondadori Editore con lopera Riessi sullacqua. Dal 1994 al 1998 gli sono state dedicate numerose Esposizioni in Italia e allestero presso Gallerie e Istituti di Cultura italo-stranieri. Da ricordare la pi importante in Italia presso la Galleria Linati di Milano nel 1998 con la pubblicazione di un catalogo curato dal critico dArte Tino Gipponi. Dal 2000 al 2002 partecipa a Biennali e Triennali di graca; fra le pi importanti, quelle di Lubiana, Cracovia e Ourense in Spagna. Nel 2002 entra a far parte della Royal Society of painter-Printmakers di Londra. Nel 2003 gli viene conferito il I Premio alla Biennale Internazionale Acqui Terme con lincisione Nel sottobosco, tra betulle e foglie. Dal 2004 stringe rapporti di amicizia con lo scrittore di Asiago Mario Rigoni Stern e con lincisione Stradina dinverno illustra la copertina del libro La storia di Tnle per ledizione polacca. La collaborazione con la Stamperia darte Albicocco risale al 2009. Ceschin vive e lavora a Collalto, un piccolo paese in provincia di Treviso.
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Carlo Ciussi
Nato a Udine nel 1930, Carlo Ciussi avvia tredicenne la sua formazione artistica nello studio di Fred Pittino. Dal 1945 al 1949 frequenta il liceo artistico di Venezia, e gi nel 1953 tiene la sua prima mostra personale al Circolo ufciali in Palazzo Barberini a Roma, mentre nel 1955 partecipa alla VII Quadriennale romana. Nel 1964 invitato alla XXXII Biennale di Venezia e nello stesso anno espone a Milano alla Galleria Stendhal. Apre nel 1965 a Milano un secondo studio e vive tra Udine e Milano. Da allora la sua attivit espositiva non conosce soste e le sue opere vengono esposte in mostre personali fra Trieste, Milano, Roma, Firenze, Zurigo, Parigi, Zagabria, Esslingen, Lubiana, mentre nel 2011 i Civici musei di Udine dedicano al suo lavoro lesposizione Carlo Ciussi 1964-2011 negli spazi di Casa Cavazzini. La sua attivit graca inizia nel 1963 alla Litograa Chiesa di Udine; procede afancando lattivit pittorica e completandone gli assunti in termini di contenuto e soluzione formale. Sulle lastre trova immagine il suo mondo di metasica armonia, reso attraverso forme geometriche in dialogo metamorco e dinamico. La ricerca graca concorre alla complessiva analisi sulla forma e sui suoi principi, che lartista conduce talora in grande formato. Tecnicamente curioso, Carlo Ciussi opera inizialmente in acquaforte e acquatinta, per sperimentare le possibilit offerte dalle soluzioni grache maggiormente pittoriche, come lacquatinta o il carborundum. Nel 2003, per le Edizioni del Tavolo Rosso, partecipa con una incisione a Cjantadis, libro darte con testi poetici di Elio Bartolini. Nel 2008 espone una personale di opere grache negli spazi della Stamperia darte Albicocco. Carlo Ciussi si spegne a Udine, nellaprile 2012, allet di 82 anni. I suoi materiali artistici sono depositati presso lo Studio Invernizzi a Milano che ne cura larchiviazione e la valorizzazione.
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Aldo Col
Nato a Modena nel 1928, Aldo Col si trasferisce con la famiglia a Cividale del Friuli nel 1933. Dopo gli studi classici, si iscrive alla facolt di Medicina presso lUniversit di Padova, ma abbandona luniversit per diplomarsi allAccademia di Belle Arti di Venezia. Inizia lattivit espositiva non ancora ventenne allinsegna di unattenta gurazione, approfondita in seguito attraverso importanti viaggi-studio in Europa. Nei primi anni Sessanta Col inizia a elaborare composizioni di calibrato geometrismo, in grado di trascendere i dati della materia sensibile in linguaggio puro di segni, forme, colore, luce. Su questi presupposti si innesta la ricerca graca nel decennio successivo, che mai si discoster nel signicato dalla ricerca pittorica dellartista. Col muove tecnicamente nella predilezione per lacquaforte e lacquatinta, ma si dedica con curiosit alle tecniche incisorie dove pi vivo il carattere sperimentale, come nelle ultime opere del 2009 realizzate, nero su nero, con la tecnica del carborundum unita allacquatinta. Anche a livello espositivo lopera graca ha accompagnato dagli anni Ottanta lattivit pittorica, pervenendo talora a situazioni espositive autonome come, tra tutte per importanza, lesposizione antologica nel 2009 presso la Stamperia dArte Albicocco. Ha partecipato nel 2010 allesposizione Incisione Contemporanea in Friuli organizzata a Villa Manin (Ud) dalla Triennale Europea dellIncisione. Nel 2003, per le Edizioni del Tavolo Rosso dirette da Corrado Albicocco, partecipa con una incisione a Cjantadis, con testi poetici di Elio Bartolini. Aldo Col vive a Cividale del Friuli e lavora nello studio di Premariacco (Ud).
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Aldo Col Molecole in riordino - 2009 acquaforte, acquatinta e collage, mm. 348x500
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Aldo Col Senza titolo, 2004 acquaforte, acquatinta, collage, mm. 313x430
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Aldo Col Incisione nigra, 2009 acquatinta, carborundum, collage, mm. 662x510
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Alex Corno
Alex Corno nasce a Monza nel 1960. Si diploma nel 1982 in Scultura allAccademia delle Belle Arti di Brera a Milano. Terminati gli studi, insegna per un decennio alle scuole statali, per poi dedicarsi interamente alla propria ricerca artistica. Negli anni Ottanta, partito da una scultura composta di assemblaggi di oggetti di recupero ridipinti, approder a un lavoro attento alla struttura e allo spazio da esso determinato. Vanta sculture ed opere presso numerose collezioni pubbliche e private. Ha esposto in numerose mostre in Italia e allestero. Si sottolineano nel 1991 Di ferro e dacciaio presso Cavenaghi Arte, Milano; 1995 Saldature Ascendenti presso la Galleria San Carlo a Milano; 1996 Tangibile allo Studio Reggiani, Milano; 2006 Alex Corno alla Galleria Antologica di Monza; 2010 Tikum Olam: Conict & Harmony, Downtown Studio Art Gallery, Colorado Springs, USA; Collezione Pubblica della Provincia di Milano, Idroscalo, Milano. Inizia lattivit incisoria alla ne degli anni 90 quando incontra Corrado Albicocco in occasione della realizzazione del libro dartista Filando i remi con testi di Pia Fontana. Continua poi assiduamente nellattivit incisoria, no alla realizzazione, nel 2013, di 4 opere a carborundum. Vive e lavora a Biassono.
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Alex Corno Lidea della scultura, 2001, ceramolle, collage, mm. 645x490
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Tonino Cragnolini
Tonino Cragnolini nasce a Tarcento (UD) nel 1937. Consegue il diploma allAccademia di Venezia ed espone per la prima volta nel 1958 a Udine, in Palazzo Kechler. Pittore e disegnatore, dalla met degli anni Settanta si dedica anche alla tecnica dellincisione, conseguente a una ricerca artistica che fa del segno elemento costruttivo ed espressivo primario. Lavorando prevalentemente in acquaforte, si rivolge tematicamente al racconto che mutua da situazioni storico-letterarie e rivisita con piglio immaginico e visionario. Soggetto spesso sono le grandi contrapposizioni del Friuli storico, quanto riti e oscurit di una cultura popolare che si stagliano sul fondo di un paesaggio culturale fortemente radicato negli umori di un Friuli arcano e razionalmente indecifrabile. Sulla lastra prendono immagine gli oscuri fatti della rivolta contadina della Zobia grassa quanto luccisione del Patriarca Bertrando, i miracoli del santuario di Trava come il processo del tribunale dellinquisizione al mugnaio Menocchio. Il percorso graco di Tonino Cragnolini si sviluppa attraverso cicli che hanno trovato esposizione antologica nel 1997 presso la Stamperia dArte Albicocco (UD). Sempre in riferimento alla graca, ha partecipato tra le altre allesposizione Incisione Contemporanea in Friuli organizzata a Villa Manin (UD) dalla Triennale Europea dellincisione. Ha collaborato con unacquaforte al libro darte Cjantadis di Elio Bartolini realizzato nel 2003 per le Edizioni del Tavolo Rosso. Ha partecipato allesposizione Meravigliosa natura. La natura morta incisa nel XX secolo presso la Stamperia darte Albicocco a Udine nel 2011. Per una costruzione critica del lavoro di Cragnolini la documentazione si trova presso lArchivio per lArte Italiana del Novecento a Firenze. Vive e lavora a Tarcento.
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Tonino Cragnolini Zoiba grassa 1511. Una storia friulana, 1997, acquaforte, mm. 800x600
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Piero Dorazio
Piero Dorazio nasce nel 1927 a Roma dove, terminati gli studi classici, studia per quattro anni architettura. Molto giovane, nel 1944, incontra la corrente astrattista della capitale ed inizia una serie di collaborazioni con i suoi protagonisti. Dal 1945 partecipa come esponente di spicco allattivit del gruppo Arte Sociale. Assieme agli amici Lucio Manisco, Mino Guerrini e Achille Perilli frequenta nel primo dopoguerra lo studio di Renato Guttuso, ma ben presto si allontan dalle tesi del realismo socialista ed ader al movimento dellastrattismo. Nel 1947 gura tra i rmatari del manifesto Forma 1, assieme a Ugo Attardi, Pietro Consagra, Mino Guerrini, Achille Perilli, Antonio Sanlippo, Giulio Turcato e Carla Accardi. Sempre nel 1947 vince una borsa di studio dellcole nationale suprieure des beaux-arts di Parigi, dove risieder per un anno. Con Perilli e Guerrini nel 1950 apre in via del Babuino, a Roma, la libreria-galleria LAge dOr, che nel 1951 si fonder con il gruppo Origine di Mario Ballocco, Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi, Ettore Colla, dando vita alla Fondazione Origine, nel cui ambito Colla e Dorazio pubblicano la rivista Arti Visive. Nel 1953 Virginia Dortch diventa sua moglie e si stabiliscano a New York dove tenne le sue prime esposizioni personali nella Wittenborn One-Wall Gallery e nella Rose Fried Gallery nel 1954. Durante il suo soggiorno negli Stati Uniti venne a contatto con le personalit pi importanti dellepoca come i pittori Willem de Kooning, Mark Rothko, Jackson Pollock, Barnett Newman, Robert Motherwell ed il critico darte Clement Greenberg. In questo periodo, Dorazio si concentra anche sullo studio degli scritti di Kandinsky, la cui teoria sugli aspetti immateriali della pittura lo inuenzer notevolmente. Nel 1959 partecipa a Documenta 2 a Kassel. Nel 1960, fonda il dipartimento di belle arti alla School of Fine Arts nella Pennsylvania University di Philadelphia, che negli anni sessanta era stata riconosciuta come la scuola darte e di architettura migliore degli Stati Uniti e della quale ricoprir lincarico di direttore sino al 1967. Espose in tre edizioni della Biennale di Venezia nel 1960 dove, invitato da Lionello Venturi gli viene dedicata una sala personale, poi nel 1966 e nel 1988. Nel 1965 partecipa alla mostra The responsive eye al MoMA di New York. Nel 1966 dopo la seconda partecipazione alla Biennale di Venezia espone alla Galerie Im Erker, a San Gallo dove con Giuseppe Ungaretti instaurer un sodalizio artistico: infatti per loccasione Ungaretti scrisse un saggio sulla sua pittura per la presentazione del catalogo mentre, nel 1967, sar Dorazio a realizzare una serie di grache per accompagnare la raccolta di poesie di Ungaretti intitolata La luce. Nel 1974 si trasferisce denitivamente a Todi, dove acquist un antico eremo Camaldolese; qui continu a creare no all2005 anno della sua morte. Lincontro con Corrado Albicocco avviene nel 1989; loccasione la realizzazione di una serie di grache allacquatinta destinate al Premio Nonino.
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Franco Dugo
Franco Dugo nasce a Gargaro (Grgar), in Slovenia, nel 1941. Si forma da autodidatta ed espone la prima volta presso la Galleria Il Torchio di Gorizia nel 1972. Nello stesso anno rivolge il suo interesse alla calcograa; studia le opere di Drer, Rembrandt, Goya, Picasso maturando riferimenti stilistici e tecnici propri delle pi alte esperienze legate alla storia della graca. Per anni lincisione occupa un posto preminente nella sua produzione, cos da rendere lartista presenza costante nelle pi importanti rassegne nazionali e internazionali legate allo specico calcograco. Partecipa alla Biennale di Lubiana nel 1983, 1985, 1987 e 1989; presente alla Biennale di Bradford nel 1986 e Tokio nel 1986 e 1987; partecipa allIntergrak di Berlino nel 1987 e 1990, alla Triennale europea dellIncisione del 1987 e a quella del 2010 dedicata allincisione contemporanea in Friuli. Nel 1990 invitato, e poi premiato, al XXX Premio Suzzara. In quellanno il Comune di Gorizia allestisce unantologica sulla sua opera incisoria, con scritti in catalogo di Mario De Micheli, Guido Giuffr, Vittorio Sgarbi e Marco Goldin. Nel 1995 la Stamperia darte Albicocco dedica un esposizione monograca al suo lavoro presentata da Paolo Maurensig. Nel 2011 partecipa allesposizione Meravigliosa natura. La natura morta incisa nel XX secolo realizzata nella Stamperia darte Albicocco e a Urbino nella Casa natale di Raffaello. Nel 2013 Dugo presenta a Gorizia una personale dal titolo Picasso e altro maestri, autentico tributo dellartista alle grandi gure di riferimento nella storia dellarte incisoria. Dal 1989 al 1995 docente di Tecniche dellincisione allAccademia di Belle Arti di Venezia, nel 1996 allAccademia di Belle Arti di Firenze. Nella collaborazione con la Stamperia darte Albicocco, nel 1999 ha realizzato otto incisioni per Poco prima del temporale, libro darte su testo di Fulvio Tomizza stampato per le Edizioni del Tavolo Rosso e ha partecipato a Cjantadis, edito sempre per le Edizioni del Tavolo Rosso, su testo di Elio Bartolini (2003). Franco Dugo vive e lavora a Gorizia.
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Franco Dugo Less liaisons dangereuses, 1978 acquaforte, acquatinta, mm. 800x600
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Franco Dugo Scheda di Vincenzo Perugia, 1982 puntasecca, acquaforte, acquatinta, ceramolle mm. 598x500
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Franco Dugo Il cavaliere, la morte e il diavolo, 2005 acquaforte, puntasecca, mm. 1000x1000
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Giovanni Frangi
Giovanni Frangi nasce a Milano nel 1959 e si diploma allAccademia di Belle arti di Brera nel 1982. Il 1983 lanno della sua prima personale alla galleria La Bussola di Torino, quindi nel 1986 espone alla Galleria Bergamini di Milano presentato da Achille Bonito Oliva. Dal 1989 uscite internazionali lo vedono a Berna, Barcellona, New Orleans, Hong Kong, Marsiglia, San Francisco, Los Angeles, Pechino, Hanoi, Francoforte, Bruxelles. Nel 2000 approda alla scultura attraverso grandi opere di carta e gommapiuma sostenuto da una viva curiosit sulle possibilit tecniche del fare artistico che lo conduce anche allaffondo della tecnica calcograca gi sperimentata allinterno degli studi a Brera e cresciuta allinterno della sua complessiva dimensione artistica. Avvia nel 2000 la collaborazione con lo stampatore Corrado Albicocco e nel 2001 realizza sei incisioni per il libro darte Estate a notte. (Instabilia loci), con testi di Luca Doninelli, pubblicato per le Edizioni del Tavolo Rosso. Sempre nella collaborazione con Corrado Albicocco, realizza una serie di incisioni che seguono tematicamente la sua pittura, con i cicli legati a Estate a notte (2001) a Dora Baltea (2004), a Sassi (2008), Pesci (2008). Realizza ed espone nel 2008 alla Gamud di Udine Pasadena, un ciclo di trenta incisioni al carborundum ispirate alle piante dellHuntington Botanical Gardens. La mostra andr poi a Bolzano, a Novate e a Francoforte. Nel 2011 prende parte alla collettiva Meravigliosa natura. La natura morta incisa nel XX secolo presso la Stamperia Albicocco di Udine e a Urbino nella Casa di Raffaello. Nel 2012 espone Meravigliosa natura. Il paesaggio inciso nel XX secolo sempre tra Udine e Urbino. Lo sperimentalismo tecnico, unito a una grande rapidit esecutiva, lo conduce a una produzione graca rilevante, che rimane ancorata nel senso profondo del soggetto e nelle scelte tecniche allimpianto pittorico e naturalista del suo agire artistico. Maniera zucchero e acquatinta, acquaforte e carborundum trovano unione nellaffrontare la lastra di zinco nelladozione del bianco e nero e del grande formato, entrambi funzionali allespressione libera del segno. Giovanni Frangi vive e lavora a Milano.
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Giorgio Gomirato
Giorgio Gomirato nasce a Udine nel 1932. Si forma da autodidatta, sostenuto da doti che fanno del segno qualit prima e naturale del suo essere artistico. Espone con continuit dal 1960 sia in Italia che allestero, proponendo con piglio ironico e fantastico un mondo dimmagini legato al modicarsi sico e culturale del territorio friulano. Gi nei primi anni Sessanta afanca la ricerca incisoria al disegno e la pittura. Si dedica soprattutto alla xilograa e alla linoleumgraa, per comprendere dagli anni Ottanta la tecnica diretta della puntasecca, che abbina in seguito alle possibilit che lacquatinta offre in termini di morbidezza e cromia. Nel 2005 la Stamperia dArte Albicocco dedica allartista unesposizione monograca che ripercorre con fare antologico lopera graca dellautore dal 1963 sino al 2005. Sin dagli anni Sessanta partecipa alle pi importanti rassegne di graca a livello nazionale. Tra tutte ricordiamo la pi recente partecipazione allesposizione della Triennale europea dellincisione (2010), dedicata alla Incisione contemporanea in Friuli tenutasi a Villa Manin di Passariano (UD). Per le Edizioni del Tavolo Rosso ha lavorato al libro dArte Intorno al Friuli contadino, che raccoglie quattro racconti di Gian Paolo Gri e sette incisioni dellartista (2002) e Cjantadis, con testi poetici di Elio Bartolini (2003). Ha partecipato allesposizione Meravigliosa natura. La natura morta incisa nel XX secolo presso la Stamperia Albicocco di Udine e a Urbino nella Casa di Raffaello. Nel 2012 espone Meravigliosa natura. Il paesaggio inciso nel XX secolo sempre tra Udine e Urbino. Giorgio Gomirato vive e lavora a Udine.
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Ji Kol
Ji Kol nasce a Protivn in Boemia, nel 1914. vissuto in Boemia, a Berlino, Parigi e si spento a Praga nel 2002. Artista e intellettuale poliedrico, negli anni Quaranta membro dellArt Group 42 come poeta. Nel 1945 si trasferisce a Praga, dove dirige una rivista letteraria, si interessa di musica contemporanea e concreta, e pubblica raccolte poetiche che alla ne degli anni Quaranta approdano alla poesia evidente attraverso composizioni formate da collage anche di carattere tridimensionale. Nel 1952 scrive Il fegato di Prometeo, assemblando poesia, prosa e immagini. Il lavoro, sequestrato durante una perquisizione, gli costa larresto, la condanna a un anno di detenzione e il divieto di pubblicare che rimarr in vigore sino al 1964. Nel 1960 con I poemi del silenzio abbandona denitivamente la parola in favore di una comunicazione per immagini, ottenuta attraverso assemblaggio di vecchie incisioni, segni geometrici, note musicali e parole libere tratte da alfabeti e linguaggi non codicati. Partecipa nel 1968 a Dokumenta 4 di Kassel e nel 1969 alla Biennale di San Paolo del Brasile. Espone nel 1975, 1978 e nel 1985 al Guggenheim di New York. Nel gennaio 1979, come altri esponenti del mondo culturale cecoslovacco, aderisce a Charta 77 per la difesa dei diritti umani. Nello stesso anno a Berlino grazie a una borsa di studio e nel 1980 si stabilisce a Parigi. La sua domanda di permanenza a Parigi non accettata dalle autorit cecoslovacche che lo condannano a un anno di prigione e alla consca dei beni in patria. Ji Kol chiede cittadinanza francese che ottiene nel 1984. Pubblica ed espone in modo continuativo ponendosi come personalit di spicco del mondo culturale internazionale. Lincontro con Corrado Albicocco avviene a Udine nel 1990 e dalla loro collaborazione nascono tre fotoincisioni e collage che costituiscono un unicum nella produzione dellartista. Nel 1998, allet di 84 anni, Ji Kol torna a Praga, dove si spegne nel 2002.
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Giovanni La Cognata
Giovanni La Cognata nasce a Comiso, in provincia di Ragusa, nel1954. Dopo gli studi allIstituto dArte della sua citt, si dedica alla pittura. Del 1978 la prima esposizione collettiva, di due anni dopo la prima mostra personale. Allinizio il suo lavoro dedicato al ritratto, ma presto rivolger la sua attenzione al paesaggio che sar, insieme ai dipinti gurativi, fondamentale nella sua crescita poetica e stilistica. Importante per la sua formazione la decisione, nei primi anni ottanta, di trasferirsi a Milano dove trover maggiori contatti e opportunit nel far conoscere il suo lavoro ai critici e alle gallerie. Dopo circa dieci anni dattivit a Milano, si accorge che la grande fonte di ispirazione dei suoi dipinti la forza inesauribile dellattrazione alla sua terra. Decide cos di ritornare nella sua Sicilia e rivivere dal vero le grandi emozioni della luce mediterranea: sar la svolta, le sue tele vibreranno di nuovi cromatismi, rendendo gli azzurri dei cieli abbaglianti, inammando i gialli dei campi destate, vivacizzando i verdi di primavera. Nel gennaio 1994 Marco Goldin organizza a Palazzo Sarcinelli la prima mostra antologica dove vengono esposte opere dal 1981 al 1993. Una nuova svolta nel 1999 con la rappresentazione del paesaggio urbano dove i palazzi barocchi della sua Comiso e le strette vie diventano pretesto per esaltare ancora la luce e le ombre che deformano ed enfatizzano questa realt antica. Del 2000 le prime comparse allestero con una mostra alla Albemarle Gallery di Londra e alla Galerie Prom di Monaco di Baviera. Dal 2001 chiamato a partecipare a numerose rassegne collettive in luoghi istituzionali come quella del 2004 alla Galleria dArte Moderna di Catania con gli artisti del gruppo di Scicli. Incontra la Stamperia darte Albicocco nel 2009, con il cui supporto realizzer una serie di acqueforti ricche della stessa realistica pregnanza delle sue pitture. Sempre nel 2009 presente alla collettiva Mirabili inchiostri, dieci incisori tra Roma e Milano presso la Galleria Sagittaria di Pordenone, mostra a cura di Corrado Albicocco e Giancarlo Pauletto. La Cognata vive e lavora a Comiso.
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Klaus Karl Mehrkens Paesaggio, 2005 acquaforte, puntasecca, acquatinta mm. 690x950
Klaus Karl Mehrkens nasce a Brema nel 1955. Si forma allAccademia di Braunschweig, dove si diploma nel 1982. Nel 1985 a Milano ed espone allinterno della collettiva Nuove trame dellArte, curata da Achille Bonito Oliva, mentre lanno successivo presentato da Giovanni Testori in una personale allo Studio dArte Cannaviello. Nel 1989 fa parte del gruppo dei Nuovi Ordinatori, protagonisti di una mostra presso Piramide Arte Contemporanea di Firenze. La sua attivit espositiva da allora non conosce soste e la sua pittura sostenuta da critici come Maurizio Calvesi, Vittorio Sgarbi, Alessandro Riva, oltre che Giovanni Testori e Achille Bonito Oliva. La graca sinserisce nel contesto gurale cui larte di Mehrkens si appella con carattere complementare e similare alla pittura per istintivit e urgenza. Dedito dal 2000 alle tecniche grache, predilige lacquaforte talora completata (Merkehns pittore colorista istintivo e irruento), da acquatinta e sostenuta dal punto di vista materico da collage. Nella collaborazione con Corrado Albicocco, nel 2004 partecipa con tredici incisioni alla realizzazione del libro dartista I saggi ori e altri racconti con testi di Paolo Maurensig per le Edizioni del Tavolo Rosso. Nel 2006 espone nel laboratorio udinese dello stampatore in una antologica che puntualizza il suo percorso graco. Nel 2011 partecipa a Meravigliosa natura. La natura morta incisa nel XX secolo presso la Stamperia darte Albicocco di Udine e a Urbino nella Casa di Raffaello. Nel 2012 espone Meravigliosa natura. Il paesaggio inciso nel XX secolo sempre tra Udine e Urbino. Nel 2012 espone incisioni e disegni in una monograca presso la Galleria Sagittaria di Pordenone realizzata in collaborazione con la Stamperia Albicocco. Klaus Karl Mehrkens vive e lavora a Spello, in Umbria.
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Klaus Karl Mehrkens Olimpiadi per la pace, 2008 acquaforte, mm. 850x660
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Klaus Karl Mehrkens Figura, 2003 acquaforte, acquatinta, ceramolle, mm. 398x291
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Klaus Karl Mehrkens da I saggi ori, 2004 acquaforte, acquatinta, mm. 350x455
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Francesco Michielin
Nato a Villorba (TV) nel 1954, Francesco Michielin si forma inizialmente al Liceo artistico, quindi frequenta lAccademia di Belle arti di Venezia. Pittore, incisore, disegnatore, nel 1970 tiene la sua prima esposizione di disegni e dipinti alla Galleria La Cave di Treviso. Sue personali si susseguono da quel momento in varie localit del Veneto. Nel 1987 viene allestita unimportante mostra ad Asolo, presso lEx Convento di San Pietro. Seguono diverse personali e collettive, tra cui quella del 1988 alla Permanente di Milano, del 1990 allo Studio Steffanoni, sempre a Milano, del 1996 a Palazzo Guarnieri e al Fondaco delle Biade di Feltre, del 2001 alla Casa dei Carraresi di Treviso. Partecipa inoltre a diverse edizioni della rassegna dellOpera Bevilacqua La Masa di Venezia. Nel 1990 disegna e realizza per il Teatro Comunale di Treviso la scenograa del Galateo in bosco di Andrea Zanzotto. Dal punto di vista tematico, negli anni giovanili si dedica al paesaggio, per dedicarsi in seguito alla gura umana, rappresentata con solennit e quasi distaccata dal mondo contingente. Ritrova quindi il tema del paesaggio, che tratta con un colore sapiente e ricco, denso di impasti e velature. Dal 1972 incide afancando la ricerca pittorica allincisione e, nella predilezione del segno, si dedica alla puntasecca e allacquaforte. Il suo percorso graco sistematizzato nel volume edito nel 1993 per i tipi di Neri Pozza editore. Lopera ripercorre dal 1972 litinerario graco dellautore afancando alle immagini i testi di Luca Baldin e di Arnoldo Ciarrocchi. Collabora con Corrado Albicocco dagli anni Novanta e ha partecipato alla collettiva Meravigliosa natura. Il paesaggio inciso nel XX secolo presso la Stamperia Albicocco di Udine e nella casa di Raffaello a Urbino. Vive e lavora a Valmareno, in provincia di Treviso.
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Nunzio
Nunzio Di Stefano nasce nel 1954 a Cagnano Amiterno, in Abruzzo. Studia allAccademia di Belle Arti di Roma, diplomandosi in scenograa con Toti Scialoja. Con alcuni compagni di studio stabilisce il suo laboratorio nellex Pasticio Cerere, nel quartiere romano di San Lorenzo, dando vita alla Nuova Scuola Romana o Ofcina San Lorenzo, storicizzata nel 1984 da Achille Bonito Oliva e riconosciuta istituzionalmente nel 2009 con una retrospettiva al MART di Rovereto. Nel 1981 tiene la prima personale alla Galleria Spazia di Bolzano, dove presenta una serie di superci ondulate in gesso, installate sulla parete come dipinti, che segnano subito il percorso dellartista, sempre orientato a esplorare le possibilit espressive della materia e del suo rapporto con la luce e lo spazio. Nel 1984 espone alla galleria lAttico di Roma e lanno seguente presso la galleria di Annina Nosei a New York. Partecipa alla LXII Biennale di Venezia, dove vince il Premio 2000 come miglior giovane artista ed espone in numerose personali tra Basilea, Parigi, Roma, Osaka, Darmstadt. Nel 1993 invitato nuovamente alla Biennale di Venezia, dove torna nel 1995 con una sezione personale, che gli vale la Menzione dOnore. Nel 2005 si tiene al MACRO di Roma una prima importante antologica dellartista, seguita nel 2006 dallantologica presso il Museo dArte contemporanea di Belgrado. Nunzio, gi dedito allincisione, si accosta alla Stamperia Albicocco nel 1999 collaborando alla realizzazione di alcuni libri darte delle Edizioni del Tavolo Rosso dove, tra xilograa e acquaforte, rilancia con grande rigore tecnico la sua complessa ricerca artistica. Nel 2000 partecipa a Filando i remi di Pia Fontana, nel 2001 collabora con unincisione a Carlo Bo. La Natura del critico con introduzione di Achille Bonito Olivo e testo a cura di Sergio Pautasso, mentre nel 2003, sempre per le Edizioni del Tavolo Rosso, realizza sette incisioni per Tra le cinque e le sette, libro dartista con uno scritto di Ersi Sotirompulos. Nunzio vive e lavora tra Roma e Torino.
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Ercole Pignatelli
Nasce a Lecce nel 1935. Quando aveva diciannove anni e Raffaele Carrieri lo aveva soprannominato ragazzo-rondine, dipingeva grandi tazze, lampade, bucrani, tovaglie caravaggesche, sedie, cardi spinosi, frutti profumati del sud. I maestri erano Guttuso, Pignon e Fourgeron. Pi in l avrebbe recuperato la costruzione spaziale del cubismo e ne sarebbero venute Nature morte dallimpaginazione sicura e grafata a carbone. Negli anni Cinquanta arrivano nella sua pittura donne carnose dalla sensualit segreta. La composizione diventa plastica, giocando alla ricerca di una tridimensionalit quasi scultorea. Negli anni Settanta cominciano i paesaggi-presepe; alla ne di questo decennio rigoglioso spuntano ogni tanto degli animali, perlopi nelle Siccit trapassate da serpenti che resteranno per sempre nella simbologia dellartista di Lecce, sia nella pittura che nelle rare sculture. Incontra la Stamperia darte Albicocco nel 2003 in occasione della realizzazione del libro darte Controra, contenente 40 poesie e 20 incisioni dellartista pugliese. Vive e lavora a Milano.
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Luca Pignatelli
Luca Pignatelli nasce nel 1962 a Milano, dove vive e lavora. Si forma al Politecnico di Milano, pervenendo a un approccio con larte attraverso larchitettura. Le prime mostre vengono ospitate al Centro San Fedele (1984) e alla Galleria Antonia Jannone (1989), sempre a Milano. Negli anni Novanta inizia a utilizzare i teloni ferroviari come supporto privilegiato di una pittura che ha tra i suoi soggetti volti di Afrodite, locomotive e templi in rovina che ricordano gli skyline delle citt contemporanee. Si rivolge quindi agli aerei da guerra, al tema della caccia, che divengono soggetti caratteristici anche dellopera graca. Nel 2000 vince il Premio Cairo Communication e col nuovo millennio il suo lavoro conosce risonanza internazionale: sue personali si tengono a Firenze, (2003); New York, (2003-04) Parigi (2005), Berlino, (2005), Roma, (2007). Nel 2008 Achille Bonito Oliva presenta una sua importante personale al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Nel 2009 tra gli artisti che rappresentano lItalia nel Padiglione Italia alla LIII Biennale di Venezia. Lo stesso anno espone alla GAMUD - Galleria dArte Moderna di Udine, nella personale intitolata Chimera - Opere grache 2002/2009, che presenta cinquantacinque incisioni stampate da Corrado Albicocco. Alla collaborazione con la Stamperia Albicocco si deve nel 2000 la realizzazione di unincisione per il libro dartista Filando i remi con testi poetici di Pia Fontana per le Edizioni del Tavolo Rosso e la realizzazione di dodici incisioni per Alda Merini, Luca Pignatelli. Senza titolo, stampato nel 2003 sempre per le Edizioni del Tavolo Rosso. Nel dicembre 2011 lIstituto Nazionale per la Graca a Roma, in collaborazione con la Galleria Poggiali Forconi di Firenze, presenta Luca Pignatelli - Icons Unplugged, a cura di Antonella Renzitti. Sempre negli spazi dellIstituto Nazionale della Graca, Pignatelli, in concerto con la Stamperia darte Albicocco, tiene un workshop di cinque giorni in cui vengono realizzate cinque incisioni. Nel 2011 partecipa allesposizione Meravigliosa natura. La natura morta incisa nel XX secolo, presso la Stamperia Albicocco di Udine e a Urbino nella Casa di Raffaello. Nel 2012 espone Meravigliosa natura. Il paesaggio inciso nel XX secolo sempre tra Udine e Urbino.
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Luca Pignatelli Figura tra le rocce, 2012 maniera a zucchero, mm. 403x710
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Luca Pignatelli dal ciclo Il circo, 2012 maniera a zucchero, collage, mm. 470x687
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Luca Pignatelli da Senza titolo, 2012 maniera a zucchero, collage, mm. 355x710
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Luca Pignatelli San lorenzo - Olympic ame, 2008 maniera a zucchero, collage, mm. 840x645
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Luca Pignatelli San lorenzo - Olympic ame, 2008 maniera a zucchero, collage, mm. 840x645
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Luca Pignatelli Paesaggio con treno, alberi e ponte di ferro, 2006 maniera a zucchero, mm. 485x730
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Luca Pignatelli Leone in una foresta, 2012 maniera a zucchero, collage, mm. 830x710
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Piero Pizzi Cannella Salon de musique, 2010 acquaforte, puntasecca, mm. 678x993
Piero Pizzi Cannella nasce a Rocca di Papa, in provincia di Roma, nel 1955. Frequenta lAccademia di Belle Arti di Roma e la Facolt di losoa allUniversit degli Studi La Sapienza. Nel 1977 tiene la sua prima mostra nella capitale alla Galleria La Stanza. Nel 1982 stabilisce il suo studio nellex pasticio Cerere, nel quartiere di San Lorenzo, dando vita alla Nuova Scuola Romana o Ofcina San Lorenzo, storicizzata nel 1984 da Achille Bonito Oliva e riconosciuta istituzionalmente nel 2009 con una retrospettiva al MART di Rovereto. Nel 1984 espone alla galleria lAttico di Roma e a New York presso lAnnina Nosei Gallery. E quindi alla Skulima di Berlino, alla Galleria Bagnai di Siena, alla Triebold di Basilea, alle Gallerie Vidal - Saint Phalle e Di Meo a Parigi e ancora in altre esposizioni personali sia pubbliche sia private, che lo affermano a livello internazionale. presente nelle pi signicative rassegne artistiche tra cui la XLIII Biennale di Venezia, la XII Quadriennale di Roma, la Biennale Internazionale darte di Istanbul, la prima Biennale Internazionale darte di Pechino. La collaborazione con la Stamperia Albicocco prende avvio nel 1999 con la partecipazione nel 2000 al libro darte Filando i remi con testi poetici di Pia Fontana. Nel 2003 viene stampato Diario di Bordo, con aforismi e tredici incisioni dellartista, realizzato sempre per le Edizioni del Tavolo Rosso. del 2011 la mostra Bon a tirer, presentata presso la GAMUD, Galleria dArte Moderna di Udine, costituita da opere grache, perlopi acqueforti, puntasecca, carborundum e maniera zucchero, realizzate in collaborazione con la Stamperia dArte Albicocco e incentrate sui temi che caratterizzano lattivit pittorica dellautore. Nel 2011 Pizzi Cannella prende parte alla collettiva Meravigliosa natura. La natura morta incisa nel XX secolo presso la Stamperia Albicocco di Udine e a Urbino nella Casa di Raffaello. Nel 2012 espone Meravigliosa natura. Il paesaggio inciso nel XX secolo sempre tra Udine e Urbino. Piero Pizzi Cannella vive e lavora a Roma
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Piero Pizzi Cannella Mappe del mondo, 2003 acquaforte, mm. 356x466
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Piero Pizzi Cannella Gioia o gioiello, 2010 carborundum, puntasecca, mm. 727x306
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Piero Pizzi Cannella Sospeso per amore, 2010 maniera a zucchero, mm. 330x500
Piero Pizzi Cannella Girotondo, le spose di mezzogiorno, 2010 maniera a zucchero, mm. 503x667
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Piero Pizzi Cannella Ballo doriente, 2010 acquaforte, puntasecca, mm. 500x670
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Piero Pizzi Cannella Sospeso per amore, 2013 maniera a zucchero, mm. 1000x700
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Giuseppe Santomaso
Giuseppe Santomaso nasce nel 1907 a Venezia, dove si spegne nel 1990. La sua formazione artistica avviene presso lAccademia di Belle Arti della sua citt, dove inizia a esporre appena diciannovenne. Nel 1934 partecipa per la prima volta alla Biennale veneziana e nel 1939 si trasferisce a Parigi in occasione della sua prima personale alla Galleria Rive Gauche. Nello stesso anno espone a Milano con il gruppo Corrente e nel 1943 partecipa alla Quadriennale di Roma. Dopo il primo periodo gurativo si dedica alla realizzazione di una serie di opere dove forte linuenza della ricerca post - cubista per passare poi, negli anni Cinquanta, a unastrazione intrisa di sensazione e di un caldo colorismo tonale. Nel 1946 uno dei fondatori della Nuova secessione artistica italiana, poi Fronte Nuovo delle Arti di Venezia e nel 1952 del Gruppo degli Otto guidato da Lionello Venturi. Nella XXVII Biennale di Venezia del 1954 riceve il Gran premio della giuria per un artista italiano e nel 1958 gli viene assegnato il Premio Marzotto alla Mostra internazionale di pittura contemporanea di Valdagno. Nel 1957 realizza la prima importante personale americana a New York, e negli anni Sessanta la sua ricerca si pone con sicurezza a livello internazionale: Giuseppe Santomaso espone in tutto il mondo e le sue opere sono nelle principali collezioni pubbliche e private. Si dedica alla graca dal 1938 e dal 1955 affronta con maggiore intensit lincisione partecipando alle pi signicative esposizioni italiane e internazionali. E presente a Documenta di Kassel (1955, 1959, 1964); partecipa nel 1957 e 1971 allEsposizione Internazionale di Graca di Lubiana, dove, nel 1957, ottiene il premio per lincisione. Nel 1967 alla Biennale Internazionale della Graca di Tokyo. Nel 1972 premiato alla Biennale internazionale di graca di Cracovia e alla VII Biennale Internazionale di Graca di Tokyo. Partecipa nel 1975 alla mostra Graca Oggi della XXVI Biennale di Venezia e alla X Quadriennale di Roma. Insegna allAccademia di Belle Arti di Venezia dal 1954 al 1974. La collaborazione con Corrado Albicocco ha inizio nel 1979 allinterno della prima stamperia udinese Albicocco e Santini in Via Volontari della Libert. Figura guida per lo stampatore allora poco pi che ventenne, Santomaso trasmette un patrimonio di saperi ed esperienze che risulteranno fondamentali per laffermazione professionale di Corrado Albicocco. Dalla collaborazione con la stamperia udinese, durata sino alla scomparsa dellartista veneziano, rimane una decina di importanti opere calcograche.
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David Tremlett
David Tremlett nato a St. Austell, in Cornovaglia, nel 1945. Ha frequentato il Falmouth College of Art dal 1962 al 1963. Ha viaggiato dai primi anni 1970 in Nord America e in Australia e dal 1978 al 1987 in Medio Oriente e in Africa. La sua prima mostra personale stata con la Nigel Greenwood Gallery di Londra nei primi anni settanta, dove salito alla ribalta accanto ad artisti come Richard Long e Gilbert and George. Tremlett aveva iniziato a realizzare disegni murali in quel periodo: il primo fu nel 1969. Dal 1980 il suo mezzo di comunicazione primario stato il pastello, di cui dice: una polvere fragile, delicata, cos leggera che si pu sofare via, ma con la quale, al tempo stesso, si pu fare qualcosa di forte, esigente, e strutturalmente resistente. Come il suo materiale, i disegni di Tremlett alle pareti variano tra efmero e duraturo. In effetti, molti dei suoi wall drawings esistono solo per un breve periodo di tempo prima che vengano alterati da elementi naturali o prima che vengano coperti in preparazione per lo mostra successiva della galleria. Nel 1992 stato selezionato per il Turner Prize per i suoi molti wall drawings dislocati in tutto il mondo, in particolare presso il Kestnergesellschaft di Hannover. Fino dalla ne degli anni 70, ha creato innumerevoli wall drawings, presso lambasciata britannica a Berlino (il suo pi grande no ad oggi 16 x 46 metri), il British Council Building a Nairobi, in Kenya, (progettato da Squire and Partners nel 2004) e la Capella Delle Brunate a La Morra, Barolo, con il suo amico Sol LeWitt. Le sue vetrate per la Chiesa di San Pietro e St. Paul in Villenauxe-la-Grande in Francia sono state completate nel 2006. Tremlett ha esposto a livello internazionale in molte gallerie private e in numerosi musei. La sua storia comprende mostre personali presso il Centre Georges Pompidou di Parigi, il Museo Stedelijk di Amsterdam, Muse des Beaux Arts, Grenoble, Museo Pecci, Prato e il MOMA, Museum of Modern Art di New York. Nel 2011 gli stato chiesto di creare un lavoro di 450 metri quadrati per lingresso della Sala Manton alla Tate Britain di Londra. Conosce Corrado Albicocco nel 2005 con il quel realizza una edizione con 4 opere allacquatinta, edita dalla Visconti Fine Art di Lubiana. Seguir, poi, il libro darte Between you and me. Nel 2012, lartista inglese in collaborazione con la Stamperia darte Albicocco realizza East, unacquatinta a tre lastre di dimensioni mm. 1000x2000. Vive e lavora a Bovingdon, Hertfordshire, England.
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Walter Valentini
Walter Valentini nasce a Pergola (PU) nel 1928. Nel 1949 a Milano allievo di Max Huber, Albe Steiner e Luigi Veronesi. Nel 1950 si trasferisce a Urbino e frequenta la Scuola del Libro, ove matura la sua dedizione verso larte incisoria. Terminati gli studi, torna a Milano. Affascinato da sempre dalluniverso geometrico, si impegna in una ricerca tra pittura e incisione, che lo porta a soluzioni risolte nella prevalenza assoluta del bianco e nella sempre pi rigorosa essenzialit che si concretizza negli anni Ottanta nelle Stanze del tempo, nel Muro del tempo e poi nelle opere dedicate alla Citt del Sole, alla Citt ideale, quindi alle grandi tavole dipinte del ciclo Le misure, il cielo. La sua attivit dincisore sostenuta da una rafnata tecnica calcograca a secco, che si completa con acquaforte, acquatinta e puntasecca, nelladozione di uno sperimentalismo inedito, volto a condurre i processi incisori e i metodi di stampa tradizionali a coraggiosa semplicazione. Nel 1984 gli viene assegnato il Grand Prix della Biennale Internazionale di Graca di Cracovia. Nel 1989 invitato ad allestire una sala personale alla XVIII Biennale Internazionale di Graca di Lubiana. Nello stesso anno viene promossa unantologica di graca e di pittura nel Palazzo dellArengo di Rimini. Tra graca e pittura si susseguono molte mostre personali in Italia e allestero (Boston, Stoccolma, Amburgo, Colonia, New York, Aspen Tokyo, Monaco, Vienna, Istanbul, Parigi, Milano). invitato alla XLVII Biennale di Venezia (1997) nella sezione Unimplosive art. Verso la nuova Classicit e nel 1999 alla Quadriennale di Roma. La collaborazione con Corrado Albicocco risale ai primi anni di attivit dello stampatore allinterno della stamperia AS di Albicocco e Santini in Viale Volontari della Libert a Udine. Procede negli anni Ottanta negli spazi di Via Gemona 100 e si precisa allinterno della Stamperia dArte Albicocco in Via Ermes di Colloredo, dove nascono dalla met degli anni Novanta diverse calcograe. Walter Valentini vive e lavora a Milano.
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Emilio Vedova
Emilio Vedova nasce nel 1919 a Venezia. Autodidatta, attraversa diverse esperienze gurative e nel 1942 aderisce al movimento antinovecentista Corrente. Nel 1944-45 partecipa alla resistenza. Nel dopoguerra fra i protagonisti della Nuova Secessione italiana, poi Fronte Nuovo delle Arti, con cui espone nella Biennale veneziana del 1948. Nel 1950 entra a far parte del Gruppo degli Otto guidato da Lionello Venturi. Negli anni Cinquanta approda allInformale. Espone a Roma, Kassel, Amsterdam, New York, Washington. Nei primi anni Sessanta lavora ai Plurimi, dipinti polimaterici che escono da parete e si articolano nello spazio espositivo. Tiene conferenze in molte Accademie di belle arti e istituzioni culturali in Europa, negli Stati Uniti e in America latina. Insegna alla Sommerakademie di Salisburgo nel periodo 1965 - 1969. Dal 1975 al 1986 docente allAccademia di Belle Arti di Venezia. Dallamicizia con il musicista Luigi Nono nascono opere come Intolleranza 60, per la quale realizza scenograe e costumi (1960), e Prometeo (1984) che si avvale dei suoi interventi - luce inseriti nella struttura lignea progettata da Renzo Piano. Con la sua presenza ha segnato la Biennale di Venezia (Gran Premio per la Pittura nel 1960 e alla carriera nel 1997) e la rassegna di Kassel Documenta, alla quale ha preso parte quattro volte. La sua vasta opera graca, avviata nel 1958, componente espressiva fondamentale dellartista. costituita soprattutto di acqueforti e acquetinte, che sostengono con grande intensit lesplosione dei suoi segni neri. La collaborazione con Corrado Albicocco risale al 1979 allinterno della stamperia AS di Albicocco e Santini in Viale Volontari della Libert a Udine. Procede negli anni Ottanta negli spazi di Via Gemona 100 e si precisa nella Stamperia dArte Albicocco in Via Ermes di Colloredo, dove Vedova realizza diversi brani incisori e partecipa a preziosi libri dartista come Frammenti, con cinque acqueforti e acquetinte e Gli angeli di Vedova, con testo di Massimo Cacciari editi per le edizioni del Tavolo Rosso. Nel 2002 la Stamperia udinese ha dedicato una esposizione monograca al lavoro incisorio dellartista. Emilio Vedova si spegne a Venezia nel 2006 allet di ottantasette anni.
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Emilio Vedova dal Gli angeli di Vedova, 1989 acquatinta, mm. 250x350
Emilio Vedova dal Gli angeli di Vedova, 1989 acquatinta, mm. 250x350
Emilio Vedova dal Gli angeli di Vedova, 1989 acquatinta, mm. 250x350
Emilio Vedova dal Gli angeli di Vedova, 1989 acquatinta, mm. 250x350
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Emilio Vedova dal Gli angeli di Vedova, 1989 acquatinta, mm. 250x350
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Emilio Vedova Nel palmo della mano, 1984/1986 acquatinta, mm. 650x190
Emilio Vedova Nel palmo della mano, 1986/1988 acquatinta, mm. 640x950
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Giancarlo Venuto
Gian Carlo Venuto nasce nel 1951 a Codroipo (Ud). Si forma allAccademia di Belle arti di Venezia ed esordisce con una prima mostra alla Galleria La Roggia di Pordenone nel 1974. Nel 1975 vince una borsa di studio presso lOpera Bevilacqua la Masa, nella cui galleria espone nellanno successivo una serie di severi lavori dimpianto concettuale ispirati allesperienza manicomiale vissuta a anco di Franco Basaglia. Nei primi anni Ottanta si orienta verso un recupero dei pittori del primo Cinquecento italiano producendo serie che alla ne degli Ottanta vengono assorbite nel carattere naturalistico e metamorco del ciclo Die Zauberte. Negli anni Novanta, prolungati soggiorni allestero (Scozia, Inghilterra, Australia, Senegal, Ungheria, Turchia, Lituania, Germania, Finlandia, Grecia, Spagna e Portogallo) indirizzano la pittura di Venuto verso il recupero di una forma plastica, destinata a stemprarsi nei mobili contorni di ninfee o nuvole delle opere successive. Espone a livello internazionale e le sue opere si trovano in un ampio collezionismo sia a carattere privato che pubblico. Dal 1985 svolge attivit di docenza presso lAccademia di Venezia, Torino, Milano. La ricerca graca accompagna lartista dalle sue origini. Sono del 1973 le prime esperienze in puntasecca, cui segue lacquaforte, lacquatinta, la maniera zucchero, il carborundum, la tecnica lavis, in un procedere esplorativo continuo, capace di superare le convenzioni legate allo specico per cercare soluzioni via via pi vicine alla sostanza poetica e alla tenuta formale del suo linguaggio visivo. Nel 2010 e nel 2011 partecipa alla Triennale europea dellincisione. Dalla collaborazione con Corrado Albicocco nasce la partecipazione a Cjantadis, il libro dartista con testi di Elio Bartolini, pubblicato nel 2003 per le Edizioni del Tavolo Rosso; partecipa ad Aspetti dellincisione contemporanea europea presso la Galleria Spazzapan di Gradisca dIsonzo nel 2006 e allesposizione Meravigliosa natura. La natura morta incisa nel XX secolo presso la Stamperia Albicocco di Udine e a Urbino nella Casa di Raffaello. Nel 2012 espone Meravigliosa natura. Il paesaggio inciso nel XX secolo sempre nella collaborazione con la Stamperia darte Albicocco, tra Udine e Urbino. Vive e lavora tra Gorizzo di Codroipo (Ud) e Milano.
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Safet Zec
Nato nel 1943 a Rogatica, oggi in Bosnia - Erzegovina, Safet Zec si forma alla la Scuola di Arti Applicate di Sarajevo, quindi si diploma e perfeziona allAccademia di Belle Arti di Belgrado. Sino allo scoppio della guerra lavora nella sua casa-studio a Pocitelj, nei pressi di Mostar, e a Sarajevo, dove si dedica a una ricerca sostenuta dal pluralismo tecnico attraverso cui d immagine alle sue vedute dinterno, ai giardini, ai paesaggi. Con la guerra molte sue opere vengono distrutte: nei bombardamenti va perduta lintera sua opera incisoria. Nel 1992 fugge con la famiglia a Udine, dove riprende lattivit graca incoraggiato dallo stampatore Corrado Albicocco. Nel 1994 Conegliano, in Palazzo Sarcinelli, ospita la prima antologica italiana dellartista. Nel 1996 riceve il Grand Prix Alpe Adria a Lubiana e, nello stesso anno, presenta nella Stamperia dArte Albicocco la sua opera graca. Nel 1998 realizzato Tutto il resto lo cambio, il libro darte edito per le Edizioni del Tavolo Rosso con diciannove incisioni di Zec e testi di Izet Sarajilic, Abdulah Sidran e Mesa Selimovic,: Del 2005 Pomona Adriatica, con testi di Paolo Frasson e otto incisioni di Zec, e Hacer Tiempo del 2006, con testi di Jorge Semprun e sei incisioni di Zec, sempre stampate da Corrado Albicocco. Nel 1998 si trasferisce a Venezia; cambiano i soggetti della sua pittura e i formati delle opere, anche grache, spesso diventano monumentali. Nel 2001 si svolge in Francia, a Lille, una delle pi importanti antologiche dedicate allartista. Nel 2010 presenta centotrenta opere presso il Museo Correr di Venezia e nel 2012, nella cura di Stefano Zuf, espone cinquanta capolavori pittorici e venti incisioni alla Rotonda della Besana di Milano. Nel mese di novembre del 2012, la Triennale Europea dellIncisione, dedica una mostra monograca alla sua opera graca a Villa Manin (Ud). Nel 2011 prende parte alla collettiva Meravigliosa natura. La natura morta incisa nel XX secolo presso la Stamperia Albicocco di Udine e a Urbino nella Casa di Raffaello. Nel 2013 espone Meravigliosa natura. Il paesaggio inciso nel XX secolo sempre tra Udine e Urbino. Lo Studio-collezione Zec, nel cuore di Sarajevo, alla ne del conitto stato riaperto ed ora un centro diniziative culturali. La sua casa-studio di Pocitelj stata restaurata e ospiter una scuola di graca.
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Safet Zec La nestra aperta, 1993 acquaforte, puntasecca, collage, acquarellata, mm. 800x1000
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Safet Zec La camera di mia madre, 1994 acquaforte, puntasecca, mm. 990x1300
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Safet Zec Grande casa bianca, 1997/1978 acquatinta, puntasecca, mm. 1000x1350
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Safet Zec Mani sul volto I, 2001 ceramolle, puntasecca, mm. 455x394
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Giuseppe Zigaina
Giuseppe Zigaina da Una polemica in prosa, 2000 acquaforte, acquatinta, mm. 180x325
Giuseppe Zigaina nasce nel 1924 a Cervignano del Friuli (Ud). Durante la guerra studia in collegio a Tolmino, nellalta valle dellIsonzo. Si trasferisce a Venezia dove, nel 1944, ottiene la maturit artistica. Nel 1946 conosce Pier Paolo Pasolini, dando avvio a un lungo sodalizio, che lo porta a collaborare con il regista al lm Teorema (1968) e al Decameron (1971), dove Pasolini gli afda la parte del frate santo. Nel 1948 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia, dove torner anche nel 1950, 52, 54, 60, 66, 82, 2011. Protagonista della pittura italiana, le opere dellartista sono esposte a livello internazionale e i suoi lavori si trovano nelle principali collezioni pubbliche e private del mondo. Zigaina si dedica alla graca muovendo dal segno, elemento originario della ricerca dellartista e predilige la tecnica dellacquaforte. Numerose sono le partecipazioni a mostre collettive di graca, come, ad esempio, Graca italiana contemporanea, Pisa 1958; Biennale internazionale della graca di Firenze, 1974; Biennale internazionale de la gravure, Mulhouse 1980; World prints 83, San Francisco; Intergrak 84 a Monaco di Baviera; Graca italiana della segunda midad del siglo XX, Caracas 1994, Aspetti dellincisione contemporanea europea, 2006, Gradisca dIsonzo. Numerose anche le personali dedicate alla graca dellartista come, tra tutte, Giuseppe Zigaina. Zeichnungen und Radierungen. Disegni e incisioni 1947-2001, itinerante nel 2001-2002 tra Monaco, Bologna, Udine, Salisburgo. La collaborazione con la Stamperia AS, nasce nel 1976 quando il maestro afda agli stampatori alcune lastre di prova. La collaborazione, da allora, non mai cessata. Nel 1994 la Stamperia darte Albicocco inaugura i nuovi spazi in Via Ermes di Colloredo, proprio con una personale di graca dedicata a Zigaina. Per loccasione lartista denisce quella di Albicocco ..una Galleria ideale, che mi fa venire in mente, non so perch, lantico forno a legna dove le nostre madri portavano a cuocere le colombe pasquali. La fragranza la stessa, anche se, al posto dellindenibile profumo del pane fresco, aleggia laltrettanto divino - per me - odore della trementina. Il lavoro di Zigaina inaugura anche le Edizioni del Tavolo Rosso con il libro dartista Giuseppe Zigaina. Anatomia di unimmagine nel 1994. A questo seguir la partecipazione ad altri quattro preziosi volumi, sempre per le Edizioni del Tavolo Rosso.
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Giuseppe Zigaina Immagine per un paesaggio con farfalla notturna, 1983 acquaforte, mm. 742x995
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Giuseppe Zigaina Icona per un transito n. 8, 1993 acquaforte, morsura libera, mm. 787x995
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Giuseppe Zigaina Immagine per un paesaggio con astronave, 1983 acquaforte, mm. 882x1238
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Giuseppe Zigaina Icona per un transito, 1989 acquaforte, morsura libera, mm. 590x450
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Giuseppe Zigaina Farfalla - Visitazione, 1994 acquaforte, maniera a zucchero, mm. 315x242
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Giuseppe Zigaina da Una polemica in prosa, 2000 acquaforte, acquatinta, mm. 305x200
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Con Giuseppe Santomaso. Con Piero Dorazio. Con Walter Valentini. Con Albert Merz.
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Con Tonino Cragnolini. Con Franco Dugo e Paolo Maurensig. Con Carlo Ciussi. Con Franco Dugo. Con lamico Piero Gabriele.
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Con Giovanni Frangi e Giovanni Agosti. Con Bruno Ceccobelli. Con Klaus Karl Mehrkens.
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Con Piero Pizzi Cannella. e il suo assistente Davide. Lastre realizzate nellatelier di Piero Pizzi Cannella a Roma. Con David Tremlett.
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Il libro illustrato come lo conosciamo oggi lincontro di unespressione letteraria e di unespressione plastica che per reciproca complicit si sommano in due scritture.
Franoise Chapon
Forse sono irrimediabilmente tramontati i tempi di Ambroise Vollard ed Henry Kahnweiler, degli editori Iliazd, Triade, Skira, Maeght e Mardersteig, importanti, anzi, fondamentali, per la creazione storica di un fenomeno e per la costruzione estetica e formale, direi quasi architettonica, del libro dartista, e le iniziative pionieristiche e sperimentali di un tempo, forse hanno esaurito la loro ragion dessere, lasciando il posto ad una consolidata, quieta ma pur sempre decorosa tradizione tipograca e editoriale che, quando mantenuta ad alto livello, sa ancora misurare il contributo dei vari interventi nalizzati alla creazione del libro dartista come lo conosciamo e lo abbiamo nel tempo amato e ammirato. Le edizioni Il Tavolo Rosso di Udine, casa editrice che dal 1994 ha iniziato a produrre libri darte seguendo ancora i canoni della tradizione artigianale pi rigorosa, riuscita, attraverso la scelta mirata degli autori, dei testi e degli artisti chiamati ad illustrarli con incisioni originali, a confezionare un prodotto nito di pregio, che si presenta come un insieme armonico daltissimo valore estetico e librario. La casa editrice nasce dalla passione di Corrado Albicocco per i libri darte, passione maturata come allievo della prestigiosa Scuola del libro di Urbino e consolidata in trentanni di lavoro come stampatore duciario dei maggiori peintre-graveur italiani e stranieri, da Santomaso a Vedova, da Zigaina a Zec, da Dugo a Velasco, da Pignatelli a Frangi. In questi anni di certosino lavoro, la collana di libri dartista del Tavolo Rosso si arricchita di trentatre opere. Fra i titoli pi signicativi si segnalano i primi volumi editi con testi ed incisioni originali di Giuseppe Zigaina, Anatomia di unimmagine del 1994, Il tempo delle origini del 1998, Una polemica in prosa del 2000, che ci offrono, nellinsieme, uno spaccato sincero e grafante, della vena letteraria, critica e poetica dellillustre pittore friulano; non da meno, il libro Tutto il resto lo cambio del 1998, con testi dei Sarajcic, Selimovic e Sidran, arricchito con diciannove incisioni di Safet Zec. Nel 2001 linsegna del Tavolo Rosso chiamata a realizzare per lU.N.E.S.C.O. unimpresa editoriale complessa e di ampio respiro. Si vuole rieditare, a cura di Sergio Pautasso, il celebre saggio di Carlo Bo La natura del critico, uno dei testi fondamentali della moderna ermeneutica letteraria, in omaggio allopera dellillustre critico, per il traguardo dei suoi novantanni. A corredo del testo: una prefazione di Giovanni Puglisi, una poesia di Mario Luzi e unintroduzione all-armata di Achille Bonito Oliva. Completa ledizione una nutrita selezione di opere grache di artisti contemporanei, legati anche affettivamente a Carlo Bo, con incisioni originali di Carla Accardi, Domenico Bianchi, Mario Ceroli, Sandro Chia, Jannis Kounellis, Ignazio Moncada, Nunzio, Mimmo Paladino, Alfredo Pirri, Vettor Pisani, Arnaldo e Gi Pomodoro, Emilio Vedova e Giuseppe Zigaina. Limprovvisa morte del critico, avvenuta quando ancora il libro era in corso di stampa, ha mutato loriginario omaggio in un tributo alla memoria. Unopera monumentale, di straordinaria bellezza e importanza, presentata ed esposta nelle sedi di prestigiose istituzioni culturali, da Milano (IULM) a Roma (UNESCO) e Chicago (Istituto di Cultura Italiana). Con Frammenti e Gli Angeli di Vedova, del 2003, si realizzano due capolavori delleditoria moderna e, al contempo, si rende un doveroso omaggio allarte di Emilio Vedova. Si tratta di due libri di eccezionale fattura compositiva, nati dalla decennale collaborazione tra lartista veneziano e il suo torcoliere di ducia. Libri che si lasciano sfogliare e conquistare con lo sguardo e dove, ad ogni istante, si rinnova il piacere per la bella pagina scritta e illustrata, dove magniche incisioni originali, desunte dai cicli De America, Gli Angeli e le Annunciazioni, gli Oltre, arricchiscono i testi autogra e quelli scritti dellamico-losofo Massimo Cacciari; libri che nellinsieme vanno a costituire una breve antologia della poesia minimale ma anche del pensiero e dellarte del pittore veneziano.
Roberto Budassi
Anatomia di unimmagine. Ed. 1994. Libro dartista con due racconti autobiograci e 14 incisioni allacquaforte e acquatinta di Giuseppe Zigaina; tiratura di 110 esemplari numerati e rmati dallartista.
Il tempo delle origini. Ed. 1998. Libro dartista con 3 racconti autobiograci e 16 incisioni allacquaforte e acquatinta di Giuseppe Zigaina; tiratura di 110 esemplari numerati e rmati dallartista.
Il tempo delle origini, edizione economica che riproduce i tre racconti e le 16 incisioni del libro dartista; le prime cento copie contengono unacquaforte e acquatinta originale numerata e rmata dal maestro.
Tutto il resto lo cambio. Ed. 1998. Libro dartista con cinque poesie di Izet Sarajelic, un racconto di Mea Selimovic e cinque poesie di Abdulah Sidran e 19 incisioni allacquaforte e acquatinta di
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Come una vita. Ed. 1998. Libro dartista con 5 poesie e 8 puntesecche di Elisa Mestroni, tiratura di 60 esemplari numerati e rmati dallartista, 33 in numeri arabi, 20 in numeri romani e 7 prove dartista.
Poco prima del temporale. Ed. 1999. Libro dartista con 7 racconti di Fulvio Tomizza e 8 incisioni di Franco Dugo; tiratura complessiva di 110 esemplari numerati e rmati dallartista.
La casa di fronte. Ed. 1999. libro dartista con 2 racconti di Paolo Maurensig e 7 incisioni di Leonardo Cremonini, Gianfranco Ferroni, Piero Guccione, Nunzio Gulino, Walter Piacesi,
Riccardo Tommasi Ferroni, Giuseppe Zigaina; tiratura complessiva di 100 esemplari numerati e rmati dagli artisti.
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Filando i remi. Ed. 2000. Libro dartista con testi di Pia Fontana e 10 incisioni di Alex Corno, Stefano Di Stasio, Luca Pignatelli, Nunzio, Piero Pizzi Cannella, Marco Tirelli, Velasco, Giuseppe Bergomi,
Paolo Jachetti, Tommaso Cascella; tiratura complessiva di 100 esemplari numerati e rmati dagli artisti.
Emozioni. Ed. 2000. Libro dartista con una raccolta di 15 poesie e 10 puntesecche di Elisa Mestroni, tiratura complessiva di 60 esemplari numerati e rmati dallartista.
Una polemica in prosa. Ed. 2000. Libro dartista con testo e 5 acqueforti e acquetinte di Giuseppe Zigaina; tiratura complessiva di 60 esemplari numerati e rmati dallartista.
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Dopo un lungo silenzio. Ed. 2001. Libro dartista con 4 poesie di William Butler Yeats tradotte da Eugenio Montale e 4 incisioni allacquaforte di Arnoldo Ciarrocchi;
Giuseppe Zigaina per Friederike Mayrocker. Ed. 2001. Libro dartista con testo e 3 incisioni di Giuseppe Zigaina e 3 incisioni di Friederike Mayrocker; tiratura complessiva di 70 esemplarinumerati e rmati.
Carlo Bo, La natura del critico, testo di Sergio Pautasso, prefazione di Giovanni Puglisi, introduzione di Achille Bonito Oliva, una poesia di Mario Luzi. Ed. 2001. Libro dartista in memoria di Carlo Bo
con 14 incisioni originali di: Carla Accardi, Domenico Bianchi, Mario Ceroli, Sandro Chia, Jannis Kounellis, Ignazio Moncada, Nunzio, Mimmo Paladino, Alfredo Pirri, Vettor Pisani, Arnaldo
Pomodoro, Gi Pomodoro, Emilio Vedova, Giuseppe Zigaina. Edizione darte tirata in 70 esemplari, 50 in numeri romani, 14 fuori commercio riservati agli autori, 3 prove dartista, 3 prove di stampa.
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Estate a notte (Instabilitas Loci). Ed. 2001. Libro dartista con un racconto di Luca Doninelli e 6 incisioni di Giovanni Frangi; tiratura di 40 esemplari in numeri arabi, numerati e rmati dallartista.
Corots. Ed. 2002. Libro dartista con un racconto e 4 incisioni di Umberto Valentinis, presentazione di Renzo Pellegrini; tiratura complessiva di 50 esemplari numerati e rmati dallartista.
Intorno al Friuli contadino. Ed. 2002. Libro dartista con racconti di Gian Paolo Gri e 7 incisioni di Giorgio Gomirato, presentazione di Renzo Pellegrini; tiratura di 50 esemplari numerati e rmati dallartista.
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Fotogrammi. Ed. 2002. Libro dartista con un racconto di Pino Corrias e 13 incisioni di Velasco Vitali; tiratura complessiva di 75 esemplari di cui 40 in numeri arabi, 20 in numeri romani
Senza titolo. Ed. 2002. Libro dartista con undici poesie di Alda Merini e 12 incisioni di Luca Pignatelli; tiratura complessiva di 65 esemplari di cui 40 copie in numeri arabi, 20 copie in numeri romani
(destinate agli autori), 5 copie in prova dartista fuori commercio; tutti gli esemplari sono numerati e rmati dallartista.
I Professori. Ed. 2002. libro dartista con un racconto di Marco Lodoli e 6 incisioni di Stefano di Stasio; tiratura complessiva di 65 esemplari di cui 40 in numeri arabi, 20 in numeri romani e
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Di noi per dopo. Ed. 2002. Libro dartista con poesie e 11 incisioni di Alberto Ghinzani; tiratura complessiva di 65 esemplari di cui 40 in numeri arabi, 20 in numeri romani e alcune prove
Frammenti. Ed. 2003. Libro dartista con scritti e 5 incisioni di Emilio Vedova; tiratura complessiva di 75 esemplari di cui 50 in numeri arabi, 20 in numeri romani, 5 prove dautore
Tra le cinque e le sette. Ed. 2003. Libro dartista con uno scritto Ersi Sotiropoulos (con traduzione a fronte) e 7 incisioni di cui tre xilograche di Nunzio (Di Stefano); tiratura complessiva di 65
esemplari di cui 40 in numeri arabi, 20 in numeri romani e alcune prove dautore e fuori commericio; numerati e rmati dallartista.
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Cjantadis. Ed. 2003. Libro dartista con dieci cantate di Elio Bartolini e 7 incisioni di Carlo Ciussi, Aldo Col, Tonino Cagnolini, Franco Dugo, Giorgio Gomirato, Giancarlo Venuto,
Come se uno si mettesse a parlare alle case. Ed. 2003. Libro dartista con venti poesie di Umberto Fiori e 11 incisioni di Marco Petrus; tiratura complessiva di 40 esemplari numerati e rmati dallartista.
Storie di bordo. Ed. 2003. Libro dartista con aforismi e 13 incisioni Piero Pizzi Cannella; tiratura complessiva di 40 esemplari numerati e rmati dallartista.
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Chi vede trasforma. Ed. 2003. Libro dartista con aforismi e 7 incisioni di Bruno Ceccobelli; tiratura complessiva di 40 esemplari numerati e rmati dallartista.
Gli Angeli di Vedova. Ed. 2003. Libro dartista con un testo di Massimo Cacciari e 8 incisioni di Emilio Vedova; tiratura complessiva di 80 esemplari numerati e rmati dallartista.
Controra. Ed. 2003. Libro dartista con quaranta poesie e 20 incisioni di Ercole Pignatelli; tiratura complessiva di 40 esemplari numerati e rmati dallartista.
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Attorno al tavolo. Ed. 2003. Libro dartista con poesie in dialetto lombardo e in italiano di Franco Loi e 11 incisioni di Giancarlo Vitali; tiratura complessiva di 60 esemplari numerati e rmati dallartista.
I saggi ori. Ed. 2004. Libro dartista con 2 racconti di Paolo Maurensig e 12 incisioni di Klaus Karl Mehrkens; tiratura complessiva di 40 esemplari numerati e rmati dallartista.
Pomona Adriatica. Ed. 2005. Libro dartista con poesie e racconti di Paolo Frasson e 8 incisioni di Safet Zec; tiratura di 60 esemplari pi alcune prove dartista. Numerati e rmati dallartista.
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Dal paesaggio. Ed. 2006. Libro dartista con poesie di Andrea Zanzotto con 9 incisioni di Graziella Da Gioz; tiratura complessiva 60 esemplari numerati in numeri arabi e rmati dallautore.
Hacer Tiempo. Ed. 2006. Libro dartista con testi di Jorge Semprun e 6 incisioni di Safet Zec; tiratura complessiva 60 esemplari numerati in numeri arabi e rmati dallautore.
Tracce di oracoli terrestri (una dedica e quattro testi nel tempo, 1999 2009). Ed. 2009. Libro dartista con testi di Eugenio De Signoribus e 5 incisioni di Enrico Ricci; tiratura complessiva 70 esemplari
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Il volo della martora. Ed. 2013. Libro dartista con testo di Mauro Corona e prefazione di Claudio Magris con tre acqueforti di Livio Ceschin. Libro in fase di realizzazione.
La Genesi. Inno a Dio Creatore. Ed. 2013. Libro dartista con sei maniera a zucchero di Alessandra DEste. Libro in fase di realizzazione.
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Kengiro Azuma
Mersad Berber
Gianni Borta
Borta, Le monde des eurs savvages, 1990 acquaforte, acquatinta, ceramolle, mm. 600x750
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Gianpietro Carlesso
Borta, Alla ricerca del ore perduto, 2008 acquaforte, at. al carbondrum, mm. 585x975
Borta, Prato antico di Varbie, 2009 acquaforte, acquatinta, ceramolle, mm. 850x1225
Leonardo Castellani
Bruno Ceccobelli
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Livio Ceschin
Ceschin, Dal tempo, sopra la pietra antica, 2010 acquaforte e puntasecca, mm. 585x940 mm
Sandro Chia
Arnoldo Ciarrocchi
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Carlo Ciussi
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Aldo Col
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Col, Ovale con traccia bianca, 2009 acquatinta, ceramolle e collage, mm. 380x492
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Alex Corno
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Tonino Cragnolini
Cragnolini, Luoghi e personaggi del Nievo - Il cavalier Spaccafumo Colloredo e Fratta, s.d. ceramolle, mm. 400x300
Cragnolini, Luoghi e personaggi del Nievo - Il cavalier Spaccafumo, s.d. acquaforte, mm. 300x400
Cragnolini, Zoiba grassa 1511 - Una storia friulana, s.d. puntasecca, mm. 295x210
Cragnolini, Zoiba grassa 1511 - Una storia friulana, s.d. ceramolle, puntasecca, mm. 474x328
Cragnolini, Zoiba grassa 1511 - Una storia friulana, s.d. acquaforte, mm. 242x182
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Leonardo Cremonini
Graziella Da Gioz
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Mario Di Iorio
Stefano Di Stasio
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Piero Dorazio
Franco Dugo
Dugo, Hobo (omaggio a Woody Guthrie), 1978 acquaforte, acquatinta, mm. 601x799
Dugo, Ulisse (omaggio a Umberto Saba), 1979 acquaforte, acquatinta, mm. 498x515
Dugo, Portrait del Marchese Eduardo De Valerno, 1982 mezzatinta, acquaforte, mm. 633x500
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Dugo, La Gioconda recuperata dai carabinieri, 1982 puntasecca, mezzotinta, fotoincisione, mm. 501x601
Dugo, Il pittore Yves Chaudron nello studio, 1982 puntasecca, mezzotinta, fotoincisione, mm. 500x599
Dugo, Omaggio a Drer (secondo stato), 1983/1988 acquaforte, puntasecca, mm. 400x599
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Dugo, Autoritratto con pelliccia (da Drer), 2005 puntasecca, mm. 700x500
Dugo, La scimmia, (da La vergine con la scimmia), 2005 puntasecca, mm. 600x500
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Gianfranco Ferroni
Dugo, I quattro cavalieri dellapocalisse (da Drer), 2005 acquaforte, puntasecca, mm- 1300x990
Giovanni Frangi
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Omar Galliani
Paola Gandol
Alberto Ghinzani
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Giorgio Gomirato
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Emilio Greco
Piero Guccione
Nunzio Gulino
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Peter Halley
Irwin
Giovanni La Cognata
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Matteo Massagrande
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Albert Merz
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Francesco Michielin
Michielin, Unaltalena per Rembrandt Giorgio (Fina), 1981 acquaforte, mm. 290x200
Marco Petrus
Petrus, da Come se uno si mettesse a parlare alle case, 2003 acquaforte, acquatinta, mm. 175x252
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Petrus, da Come se uno si mettesse a parlare alle case, 2003 acquaforte, acquatinta, mm. 225x156
Petrus, da Come se uno si mettesse a parlare alle case, 2003 acquaforte, mm. 112x150
Petrus, da Come se uno si mettesse a parlare alle case, 2003 acquaforte, mm. 350x135
Petrus, da Come se uno si mettesse a parlare alle case, 2003 acquaforte, acquatinta, mm. 350x250
Petrus, da Come se uno si mettesse a parlare alle case, 2003 acquaforte, acquatinta, mm. 350x250
Petrus, da Come se uno si mettesse a parlare alle case, 2003 acquaforte, acquatinta, mm. 350x250
Petrus, da Come se uno si mettesse a parlare alle case, 2003 acquaforte, acquatinta, mm. 350x175
Petrus, da Come se uno si mettesse a parlare alle case, 2003 acquaforte, acquatinta, mm. 350x137
Petrus, da Come se uno si mettesse a parlare alle case, 2003 acquaforte, acquatinta, mm. 360x255
Petrus, da Come se uno si mettesse a parlare alle case, 2003 acquaforte, acquatinta, mm. 350x250
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Walter Piacesi
Piacesi, Maschera, ori secchi, scheletro di gufo, 1981 acquaforte, mm. 350x263
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Luca Pignatelli
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Luca Pignatelli, San Lorenzo, Olympic Flame, 2008 maniera a zucchero, mm. 840x645
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Luca Pignatelli, Paesaggio con le bombe, 2009 maniera a zucchero, mm. 490x665
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Ercole Pignatelli
Luca Pignatelli, Reliquia di San Marco, 2012 maniera a zucchero, mm. 400x350
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Vettor Pisani
Pizzi Cannella, Particolare per una camera dartista, 2002 acquaforte, mm. 241x178
Pizzi Cannella, Particolare per una camera dartista, 2003 puntasecca, mm. 264x364
Pizzi Cannella, Dallatelier dei mari e dei venti, 2003 acquaforte, mm. 362x249
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Pizzi Cannella, Dallatelier dei mari e dei venti, 2003 acquaforte, mm. 365x265
Pizzi Cannella, Particolare per una camera dartista, 2003 acquaforte, mm. 364x262
Pizzi Cannella, Gli anelli della cattedrale, 2010 carborundum, puntasecca, mm. 500x334
Pizzi Cannella, Bagno turco, 2010 maniera a zucchero, puntasecca, mm. 652x500
Pizzi Cannella, Nord, Nord-Ovest, 2010 maniera a zucchero, puntasecca, mm. 668x500
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Pizzi Cannella, Luccello variopinto porta lacqua bella, 2010 acquaforte, mm. 328x347
Pizzi Cannella, Ci baciava in fronte e sorrideva, ci baciava ancora e poi cantava, 2010 acquaforte, mm. 250x222
Pizzi Cannella, I cuochi, le amanti, gli artisti, 2010 acquaforte, mm. 248x220
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Armando Pizzinato
Pizzi Cannella, Auguri di buon viaggio 2013, 2012 acquaforte, collage, mm. 214x279
Aldo Poli
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Federico Righi
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Piero Ruggeri
Franz Schwarzinger
Marco Tirelli
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Virgilio Tramontin
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David Tremlett
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Mario Tudor
Lorenzo Vale
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Walter Valentini
Vale, Autoritratto con migliori amici, 2012 acquaforte, acquatinta, mm. 237x332
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Emilio Vedova
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Velasco
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Vladimir Velikovi
Velickovic, Man serving tennis ball, 1990 ceramolle, collage, serigraa, mm. 740x490
Velickovic, Man serving tennis ball, 1990 ceramolle, collage, serigraa, mm. 740x490
Giancarlo Venuto
Velickovic, Man serving tennis ball, 1990 ceramolle, collage, serigraa, mm. 740x490
Venuto, I giardini dellanima, 1994 acquatinta, ceramolle, acquarellata a mano, mm. 590x380
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Giancarlo Vitali
Venuto, Paesaggio romano, la casa del frutteto, 2012 ceramolle, acquatinta, mm. 1000x700
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Vitali, ..ma dove stiamo andando?, s.d. acquaforte e acquatinta, mm. 204x226
Safet Zec
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Zec, Grande albero inclinato, 1996 acquaforte, puntasecca, collage, mm. 1000x750
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Zec, Scale. Omaggio a Tina Modotti, 2003/2005 ceramolle, puntasecca, mm. 642x490
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Giuseppe Zigaina
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Zigaina, Mio padre lariete - la laguna, 1981 acquaforte, morsura libera, mm. 480x378
Zigaina, Mio padre e lariete - Il sogno, 1981 acquaforte, morsura libera, mm. 498x375
Zigaina, Paesaggio come anatomia con nave spaziale, 1981 acquaforte, acquatinta, mm. 298x388
Zigaina, Mio padre lariete - Notturno, 1981 acquafort, morsura libera, mm. 498x375
Zigaina, Astronave sulla laguna, 1983 acquaforte e morsura libera, mm. 364x487
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Zigaina, Icona per un transito, 1992 acquaforte, morsura libera, mm. 222x161
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Zigaina, Mio padre come anatomia, 1994 acquaforte, maniera a zucchero, acquatinta, mm. 222x161
Zigaina, Mio padre che ascolta, 1994 acquaforte, maniera a zucchero, acquatinta, mm. 205x130
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Caro Corrado, in questi giorni convulsi di lavoro vorrei tanto sedermi con te da qualche parte per raccontarti una aba. Te lho detto altre volte, ricordi? Forse per uscire dal tempo , per raggiungere un luogo dove esista ancora il silenzio - e la calma soprattutto - con cui nelle notti estive della mia infanzia ci si sedeva sulla pietra fuori casa ad ascoltare il canto delle rane. Perch una aba? Perch la aba lombra rimastaci addosso dei mitici racconti dei nostri antenati. I quali racconti, come sai, narravano sempre l inizio di un qualcosa di assolutamente reale, ineluttabile e fatale. Ora linizio alle porte. E quando si parla di inizio vuol dire che c stata o ci sar, imminente, una ne. Il mio tuttavia non vuol essere un congedo. Anzi sogno sempre di riprendere il lavoro allacquaforte per poter sperimentare ci che sto facendo da tempo con altre tecniche pittoriche. Sperimentando su grandi lastre, con laiuto della tua disponibilit e del tuo sorridente entusiasmo. Adesso che ci penso, lavorare con te come condarti i miei segreti, i miei sogni, le mie ansie, insomma come raccontarti la aba della mia vita. Quando tu, Corrado, stacchi lentamente il feltro dal foglio della prima prova io, se sono presente, sono preso da un infantile tremore; come se si trattasse dellaspettazione di un qualcosa che prima non cera e che adesso, come in uno specchio magico si mostra: alla rovescia, come ben sai. Di qui la vertigine.. Che poi si placa quando limmagine che avevo negli occhi incidendo la lastra si sovrappone per magia a quella del foglio fresco di stampa. E forse per questo, loggetto delle nostre cure sottost a leggi e ritmi suoi propri: quelli che ti lasciano lavorare in luoghi e tempi separati dai miei. Ma io di notte penso, come penso allacido che scava i solchi in una nebbia di bollicine dargento E cos la aba continua. Alle nostre prime esperienze, quando ti parlavo di quel fondino di cui avevo solo limmagine dentro di me (ed era forse allatmosfera del sogno che pensavo) ti chiedevo in sostanza di immergere i miei segni in un territorio
inesistente, ma reale come tutto ci che alle soglie di una sica gloria. Ti chiedevo un nulla che come un cielo dovesse avvolgere una folgore, ad esempio, o la visitazione del Grande insetto. Dapprima hai pensato ad un velo di acquatinta costantemente ripetibile. Poi, lentamente, lidea del cielo come atmosfera del sogno si fatta strada. Ci che sei riuscito a fare, - dal nulla o dal nero caos dellinchiostro - indicibile, ch di un nulla esistente quel nero residuo lidea incarnata. Ora tu chiami semplicemente fondino quel territorio che decide dellalterit del segno, che lo rende irripetibile, che lo trasforma in unamalgama dei nostri pensieri. Tu sai da quanti anni lavoriamo assieme? Da quanti anni sperimentiamo quel misterioso ritaglio di cielo su cui appaiono le nuvole astronavi o mio padre lariete che ci osserva da qualche parte nel cosmo? (E il tuo? Dimmi, chiss se tuo padre si accorto, in cimitero, di essere protetto anche di notte da un gesto che ricorda la mia mano?) Oltre ad aver stampato per me tantissime acqueforti, tu hai fatto - con me, certamente - due bellissimi libri, due libri darte, tu dici. Anchio lo penso, anzi lo spero.. Ma forse in realt i racconti autobiograci che accompagnano quelle lastre rivalutate costituiscono proprio quella aba di cui parlavo. Dopo tutto, il segno dellacquaforte non molto lontano dal segno scritto - verbale di un racconto. Nascono assieme da quella cannula dosso o di metallo che lo stilo con cui gli antichi scrivevano sulle tavolette di cera. La punta acuminata tracciava dei segni che consentivano di comunicare ad altri un messaggio, e, a un certo livello, di esprimersi; cos che il segno tracciato dallo stilo diventa stile. E questo, tu lo sai, il Giano bifronte che mi perseguita e mi protegge n da quando ero bambino. Ed forse questa la aba che ti vorrei raccontare, ma a voce, con calma, passeggiando sullargine del Torre, ad esempio, dove ancora, ai margini di Ruda, dovrebbe persistere leco delle mie parole di un tempo.
Giuseppe Zigaina, 1999
I legami tra unopera darte e lambiente in cui essa nasce sono assai misteriosi. A volte parrebbe il contrario: le tele di Friederich non avrebbero potuto esser dipinte che nella nudit dello spazio in cui Kersting ha collocato il maestro di Greifswald, quelle di Francis bacon nel caos di un atelier che era quasi una discarica dartista. Parrebbe, ma le eccezioni sono innumerevoli,; non consigliabile dedurre il risultato dallordine o dal disordine esterno, dalla tavolozza raschiata e lisciata ogni sera o invece traboccante di grumi. Nella stamperia darte le considerazioni si complicano per la presenza della gura assai singolare dello stampatore. Anche la stamperia un atelier - laboratorio dallaspetto imprevedibile, tra il parlatorio di un convento e il ripostiglio; pu regnarvi una pulizia asettica, lunare, o una trascuratezza che soverchia lo stesso piano del torchio. E, di nuovo, non ne dedurresti la nettezza o la trasandatezza dei fogli che vi stampano. Figura singolare, dicevo, lo stampatore. Tanti artisti sono stati o sono stampatori di se stessi, ma altrettanti - in maggioranza - non sanno prescinderne. Perch, dunque, singolare? Lo stampatore una sorta di contraddizione vivente: tanto la sua opera capitale, ed egli ricercato e taluni incisori ne sposano la collaborazione come prendessero i voti, tanto in quella collaborazione egli si annulla. Interpreta, condivide, e nella condivisione sparisce. Come un interprete musicale, la sua statura nella comprensione del testo e nella capacit di restituirlo intatto, non di aggiungervi di s. Se non allaltezza, noi buttiamo via il pianista, non Mozart, e se il pianista grande di Mozart la vera grandezza. Ma lo stampatore collabora con lartista, ed difcile sondare in questo caso il vero signicato di quel verbo. In linea di massima un avvocato difende tutti gli imputati, un attore recita tutti gli autori, e lo stampatore non seleziona gli artisti; ma se limpegno, la professionalit e la cura sono costanti, il cuore non batte sempre allo stesso modo. E basta la prima lastra perch, se deve avvenire, i cuori dellartista e
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dello stampatore si riconoscano. Come diverso locchio dello stampatore dallocchio dello spettatore comune. Se guarda il foglio stampato egli vede la lastra e se guarda la lastra vede il foglio stampato. Il solco per lui segno, un intreccio vuole questa o quella inchiostrazione, una spazio richiede o riuta la velatura. Quante volte artista e stampatore dicono insieme o si precedono lun laltro nel dire: rinforziamo qua, alleggeriamo l, o si correggono o divergono per concordare di nuovo. E quante volte in una tacita divisione di compiti il secondo, intuendo i ni dellaltro, a proporre soluzioni tecniche che poi, insieme, vengono modicate, messe a punto, rielaborate. Quanto pi la visione dellartista profonda (quale che sia la complessit della lastra) tanto pi messa alla prova la sensibilit dello stampatore; egli deve comprendere che cosa quel segno nella visione dellautore. Non basta conoscere metalli e acidi, saper tonicare una matrice stanca, regolare pressioni al milligrammo o quantaltro - se non si intende il senso della visione poetica. Lartista afda la lastra allo stampatore come la salute al medico o lanima al confessore, e capisce distinto se in buone mani, come distinto, da indizi altrettanto sfuggenti (il primo sguardo, una parola, un gesto) lo stampatore capisce che cosa gli viene richiesto. Pi ancora di quanto viene dato alla lastra, conta quanto alla lastra si chiede. Ci si lavori due ore o due mesi, un giorno o un anno, nellacido, col metallo, sono immersi lavoro attese e speranze, e il gesto che stacca dal torchio il primo foglio pronuncia una sentenza. Il nome di chi stampa non viene segnato in calce; esso resta sconosciuto ai pi e lanonimato copre virt e difetti. Talora egli fa troppo, perch troppo poco fa lartista, talaltra la riuscita felice va alla sua cura, sapienza, amore. Come si potrebbe privarlo di una sepolta ma imprescindibile paternit? Non vorremmo, coi tempi che corrono, consumistici, mercicati, snobistici, con i pretesi sperimentalismi e le pretese novit, non vorremmo (sarebbe crollo fra i crolli)
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che di tutto ci - cura, sapienza, amore - privati del futuro, languente il presente, non si potesse pi che parlare al passato.
Guido Giuffr, 1999
Stimo Corrado. Corrado ha laspetto sico di un antico cavaliere, Celtico o Longobardo, Arabo o Svevo. Mi piace immaginarlo: al soldo delle carovane dei Polo nei viaggi verso lOriente, con loro, in qualit di fornitore di cavalli Berberi. Poi insuperabile cacciatore con laquila, ospite delle trib mongole, e ancora, maestro falconiere nelle interminabili scorribande di caccia con Federico II durante la breve permanenza dellImperatore in Friuli nel 1232. Poi so questo esperto falconiere al soldo del Papato come implacabile esattore (e/o abile tagliaborse) lasciati: cavalli, falchi, imperatori e nomadi; si fa stanziale. Gli urbinati increduli lo spiano mentre notte tempo si affanna a rincorrere uninforme palla di pezza. La sua abilit anche con il gioco di gambe, e cita qualche decina di concittadini urlanti che lo fanno idolo. Messe poi a riposo gambe e piedi si fa (sempre a Urbino) monasticamente apprendista stampatore. Lo ritroviamo ancora in Friuli (lo sapevamo gi falconiere con Federico II) a metter su bottega. Le prime due stamperie ben presto dissolte in unimpalpabile nuvoletta solfurea, erano condivise con un suo conterraneo. Tanto erano mute, buie, tetre le prime due botteghe, tanto luminosa, ciarliera e vitalmente imperiale lattuale. Dal circo della vita il nostro Maestro di bottega ha conservato oltre alle irreperibile esperienze, un paio di trampoli da giocoliere circense che, non visto, usa abitualmente. Dallalto dei suoi trampoli, in parte mascherati da un lungo mantello rosso, (tavolo?) lo stampatore ha una visione a volo di falco su tutto ci che avviene in stamperia. Cos anche Corrado come il protagonista del Barone Rampante di Calvino, credono di aver vinto la gravit, vive questa piacevole irrealt. Da lass, come un incontenibile diretto-
re dorchestra, Corrado impone il suo spartito: indica, zittisce, suggerisce, entra in controcanto e amabilmente impreca. Le braccia dello stampatore ormai dilatate a dismisura, sono simili a due proboscidi di elefante, proboscidi che gli consentono, sempre tenendosi ben saldo sui trampoli di: telefonare, acidare, stampare, salutare i passanti, ingurgitare in maniera pantagruelica enormi quantit in fumanti brioches, stendere preziosi tappeti caucasici ai piedi degli artisti in transito, che come meteore attraversano la stamperia. Dopo ogni passaggio di questi preziosi corpi astrali il tempo improvvisamente si ferma, e assistiamo ad una temporanea metamorfosi. Il Nostro (trampoliere) abbagliato da tante celestialit vacilla, la sua vasta ombra si estende su tutte le pareti, poi un opl, e Corrado lasciati i trampoli scende momentaneamente e rapidamente, coadiuvato dallamabile Franco Pillon, si precipita a (fermare) prima che possa svanire, lorma preziosa lasciata sul tappeto dal divino di turno. A Corrado nulla sfugge - sarebbe unimperdonabile iattura. Per lo stampatore , ogni alitare dellincisore, ogni gesto del corpo, ogni modulare della voce anche nella fonesi pi impercettibile, deve trasformarsi in unopera incisa. E Corrado tuffatosi nelle vasche dellacido nitrico soddisfa tutti. Poi, pago di tanto altruismo, risale sui trampoli a sognare le scorribande vissute. Di Corrado, per Corrado, su Corrado avrei potuto raccontare cose inverosimili, inenarrabili e fantasmagoriche, ma onde evitare qualsivoglia fraintendimento ho preferito attenermi ai fatti concreti.
Tonino Cragnolini, 1999
Lartista, lo stampatore, la stamperia. Quelle che seguono sono alcune osservazioni sul rapporto che si stabilisce tra lartista che incide la lastra e lo stampatore. Sono riessioni che nascono da una pi che ventennale esperienza, viva e profondamente sentita. Le mie prime lastre sono state stampate alla Galleria Cartesiana di Trieste. Nello
stesso periodo ho conosciuto Corrado Albicocco e Federico Santini che avevano la stamperia a Udine, in Piazzale Osoppo., sopra la roggia. Era il 1975 e dovevo tenere la mia prima mostra personale di incisione al Centro Internazionale della Graca di Venezia. Da quel momento, Corrado stato il mio stampatore, quando non provvedevo io stesso alla stampa poich ho sempre pensato che per me era necessario essere autonomo nel mio lavoro di incisore. Volevo diventare un artista incisore completo, imparare tutti i segreti di questa affascinante e un po misteriosa arte ed ero attratto da tutta la parte artigianale, da apprendista stregone, che serviva per lesecuzione di una lastra. Ero affascinato dalla terminologia, per me tutta nuova, del mondo dellincisione: acquaforte, acquatinta, vernice molle, maniera nera, puntasecca, maniera a zucchero; e i nomi degli strumenti: bulino, berceau, rotelline, brunitoio; e poi: mordente olandese, bitume giudaico, colofonia, morsura, tarlatana. Era il mio mondo e lo volevo esplorare tutto. Avevo bisogno di un posto tutto mio, completo di tutta lattrezzatura necessaria, per realizzare questo mio bisogno in assoluta solitudine, un posto dove mettere un torchio, i banchi di lavoro, la piastra per riscaldare le matrici, una bella lastra di marmo sulla quale preparare gli inchiostri, le mensole con allineati tanti barattoli, vasetti pieni di vernici, bottiglie e bottigliette, lattine di petrolio, di olio di lino, di solventi vari e scatole piene di magnesio, di amido di riso, e, appese, le molle di ferro per laffumicatura delle lastre, stracci, vecchi giornali e la tarlatana per la pulitura delle lastre e pacchi di carta da stampa. Insomma, volevo una mia piccola stamperia, con gli odori intensi degli inchiostri, delle vernici e dei solventi, uno spazio dove rinchiudermi e imparare a fondo larte di incidere e conoscere tutte le tecniche e le possibilit di usarle per le mie esigenze espressive. Tutto questo lho avuto e per molti anni mi sono impegnato quasi esclusivamente nel campo dellincisione, elaborando un linguag-
gio complesso, usando le varie tecniche separate o insieme in una magica combinazione, sfruttando le innite risorse del mezzo incisorio. Il momento pi emozionante, comunque, resta sempre quello della stampa. Un incisione bella solo se stampata bene e stampare bene non cosa facile. Ho imparato a stampare bene da Corrado, lui che mi ha insegnato a preparare nel modo giusto linchiostro, a renderlo uido con un po di olio di lino e a sgrassarlo aggiungendo amido di riso o magnesio in polvere nelle giuste proporzioni. importante preparare bene linchiostro per rendere pi agevole loperazione della pulitura della lastra e ottenere una stampa perfetta. Non tutte le lastre si puliscono nello stesso modo, dipende dalle tecniche di incisione usate; una lastra incisa allacquaforte si pulisce in maniera diversa da una incisa alla puntasecca o da una preparata alla maniera nera e un bravo stampatore deve conoscere la giusta tecnica di pulitura, usare la tarlatana o il palmo della mano o la carta per ottenere il migliore risultato. Ecco che il discorso via via diventato discorso propriamente da stampatore pi che da incisore; giustamente, in quanto io ho voluto essere anche stampatore, anzitutto per lesigenza, di cui ho gi detto, di conoscere tutte le fasi che portano alla creazione di una graca; poi anche perch ritengo che se si incisori e stampatori assieme, si in grado di stabilire meglio una giusta relazione con chi precisamente si occupa dellultimo stadio di questo complesso lavoro, una relazione cio che non vede la stampa come operazione da delegare, in modo, a parer mio, un po subalterno a un tecnico, quasi si trattasse di una fase talmente altra da avere legami solo meccanici con quella precedente; cos sicuramente non per il genere di graca che faccio. Mentre lavoro ad una lastra, infatti, ho necessit di fare molte prove di stampa per controllare i vari stati dellopera e per questo ho bisogno di grande concentrazione, di solitudine, che posso avere solo nel mio laboratorio. anche vero che quando la lastra
nita mi piace vedere le prime prove stampate con il mio torchio; unemozione che ho voluto provare sempre da solo, egoisticamente, nellintimit del mio studio. Soltanto dopo, con le prove e la lastra, vado da Albicocco nella sua stamperia ed in questo momento che si viene a creare quel delicato rapporto, quella sintonia, quella speciale comunione che lega lartista al suo stampatore. Corrado guarda attentamente la lastra, le prove di stampa (sa che sono un bravo stampatore e sono molto esigente) e capisce subito come desidero venga stampata; mi d i suoi suggerimenti, ne discutiamo insieme: a quel punto inizia il suo compito e io gli afdo la mia lastra con grande ducia e piacere. Non ho alcuna preoccupazione perch so che Corrado possiede tutte le qualit necessarie che hanno fatto di lui non solo uno stampatore instancabile, ma fra i migliori che io abbia conosciuto, un vero artista nel suo campo. Per questo mestiere (nel senso pi alto del termine), ci vuole molta passione, grande sensibilit artistica e anche forza sica perch stampare faticoso, specialmente se le lastre sono di grandi dimensioni o se si deve eseguire unintera tiratura. Una stamperia anche un punto di incontro di artisti, collezionisti e appassionati, di persone che apprezzano una forma darte cos segreta e affascinante come lincisione. uno spazio sico nel quale si concretizzano legami di amicizia, di stima, dove si discute, si scambiano idee, opinioni, esperienze, dove nascono progetti di lavoro anche con altri artisti, dove si tengono talvolta dei corsi di insegnamento delle tecniche dellincisione per coloro che voglio avvicinarsi a questa importante forma darte e approfondire la conoscenza. Il punto di riferimento, il trait dunion di tutta questa attivit lo stampatore, in questo caso Corrado Albicocco. La sua stamperia, il suo laboratorio, il luogo ideale per favorire questi fermenti: bella, ampia, luminosa, attrezzatissima, con il grande torchio elettrico nel mezzo, le incisioni alle pareti e il vecchio tavolo rosso, diventato simbolo dellatelier e logo delle
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rafnate e prestigiose edizioni di libri darte che sono lorgoglio e la grande passione di Corrado, glio della famosa Scuola del Libro di Urbino. La stamperia darte di Corrado anche lo spazio pi adatto per esporre le incisioni: sulle grandi pareti bianche, fra lodore degli inchiostri e dei solventi, tra i torchi e i banconi di lavoro, vicino a spatole e tarlatana, le stampe sembrano davvero vivere, quasi recassero impressa, assieme ai segni, lemozione profonda che prende nel momento in cui il passaggio del rullo e appare limmagine che no a quel momento era solo nella mente dellartista, no a quel momento solo evocata, come in uno specchio oscuro, nella lastra.
Franco Dugo, 1999
Un testimonianza sulla stamperia dice Corrado Albicocco. Ma chi la stamperia? La stamperia Corrado Albicocco. Quindi la testimonianza su Corrado Albicocco. Che ottimo stampatore, questo si sa. Per cui, se si va nella sua stamperia, si intanto sicuri di vedere delle belle stampe, nel senso specico di stampe ben stampate. Buonissima cosa, ma insufciente - per quanto mi riguarda - a farmi andare da Portogruaro a Udine e, trovandomi a Udine, a nire in stamperia. Mentre io, quando sono a Udine - ma talvolta anche appositamente - ci vado sempre. E Corrado non pu farmi sgarbo peggiore che farmela trovare chiusa. Perch la sua stamperia uno dei rari approdi ai quali mi piace attraccare, per la precisissima ragione che dentro c lui. Che ti accoglie sorridendo. Che ti lascia in pace a leggerti il giornale. Che chiacchiera se hai voglia di chiacchierare, e intanto prende, bagna, imposta, registra, annusa, osserva, ripulisce e alla ne ti mostra lo splendore della lastra lucidata, o uno degli ultimi, bellissimi libri. E poi sospende per offrirti un bicchiere. Questo il punto, lui larte e amicizia insieme. Prendi due e paghi nulla. Lunga vita a Corrado Albicocco.
Giancarlo Pauletto, 1999
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Stamperiaperta aperta a tutti coloro che vogliono approfondire le proprie conoscenze in un campo tanto affascinante quanto poco conosciuto perno agli stessi artisti. davvero loccasione per i non addetti ai lavori di accedere, come osservatori, ai riti che in genere ammettono i soli iniziati. La bella stampa calcograca, adeguatamente incorniciata sottovetro ed appesa alla parete, solo il risultato nale di un lavoro sapiente e praticato da pochi maestri; esso consiste in una serie di operazioni eseguite in perfetta simbiosi tra stampatore ed artista. Tutto accade in unatmosfera che oserei denire magica: dalla preparazione della lastra di rame o di zinco coperta da una sottile vernicetta, che emana un profumo di cera vergine e trementina, allaffumicatura della superce con la lampada; dalle varie morsure nellacqua forte (acido nitrico) allinchiostratura e pulitura della lastra con la tarlatana, lastra che a volte, nellultimo passaggio, viene accarezzata con il palmo della mano. Sembra di vivere in una dimensione antica. A questo punto inizia la vera fase di stampa dove il foglio di carta, opportunamente umido, viene fatto passare sotto i rulli del torchi che, attraverso la morbida pressione del feltro, spinge la carta a ricevere linchiostro nellincavo della lastra. il momento di sollevare il foglio stampato.. sono istanti di intensa attesa che si ripetono per ogni singola stampa ed ogni volta si avverte questo brivido in modo sorprendentemente unico e suggestivo.
Franco Pillon, 1999