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PENSARE A COLORI
guida allutilizzo consapevole del colore
Tesi di Laurea:
Pensare a colori
guida allutilizzo consapevole del
colore
di Girolamo Giannatempo
Relatore:
Prof. Stefano Mosena
a.a 2012/2013
Indice
QUESTIONI DI COLORE
guida colori
IL CONTRASTO
SIMULTANEO
GIALLO VS VIOLA
PROFONDITA DEL
COLORE
ANALISI IMMAGINI
EQUILIBRI
RICONOSCERE UN
COLORE
MOdelli colore
COLORE
OCCHIO
FOCUS
STORIA
LUCE
GLOSSARIO
CERVELLO
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Premessa
Nella vita di tutti i giorni cerco di provvedere a me
stesso, riuscendoci nel peggiore dei modi, facendo lillustratore e occupandomi di progettazione grafica. Per
dirla con parole tanto amate dai miei colleghi, quindi,
sono un illustratore e graphic designer freelance.
Lesigenza che mi spinge a scrivere queste pagine nasce
innanzitutto dal mio lavoro di illustratore. Nella fattispecie, dalle difficolt incontrate nel perfezionare i miei
lavori e nellarmonizzare cromaticamente limmagine.
Pertanto, la maggior parte delle considerazioni fatte
allinterno di questo mio scritto verteranno proprio sul
legame illustrazione - colore, e sulle ripercussioni che
questultimo ha nel mondo della grafica.
Mi spiego meglio. Prima perdevo molto tempo nella
scelta dei colori per le mie illustrazioni - dico perdevo
perch non cera un minimo di cognizione di causa in
quel tempo utilizzato, non vi erano motivazioni nelle
scelte, selezionavo i colori nella speranza che questi
soddisfacessero qualche presunto schema interno e mi
muovevo semplicemente per sentori, per sensazioni. Ero
un artista nellaccezione del termine di colui che si
definisce tale perch non sa spiegare agli altri il motivo
di ci che ha fatto. Mentre cercavo di capire il colore
giusto da utilizzare ai miei fini pratici, avevo sempre
limpressione di doverlo fare per compiacere qualcuno.
Solo dopo sono riuscito a chiamare questo qualcuno
con il suo vero nome, Cervello.
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Introduzione
La gente non ha molta familiarit con il colore oppure
ne parla ancora come se fosse qualcosa di mistico e romantico con un gusto quasi settecentesco. Il motivo di
tale considerazione nasce dal fatto che il colore sempre stato giudicato come qualcosa di ovvio e scontato. Il
colore c, esiste! La giacca blu, i fiori sono rossi e il cielo azzurro. Questi concetti venivano considerati come
assiomi, e per questo indiscutibili. Hegel, a proposito
dellauto evidenza sostiene che: ci che noto, proprio
perch noto, non si conosce. Poche persone, infatti, si
sono poste il problema di capire le molteplici mutazioni
del colore, di comprendere come gestirlo in relazione ai
diversi contesti e, ancora meno persone hanno cercato
di affrontare la materia dal punto di vista scientifico.
Nessuno ha mai cercato di considerare il colore come
unentit a s, come unessenza del tutto singolare. Il
che non vuol dire sradicare totalmente il colore dal suo
contesto, o non associarlo ad esempio ad una forma, ma
significa studiarne ci che vi alla sua base.
Quanto sopra, accentuato dalle varie dicerie. Faccio
un esempio, si crede che i colori siano infiniti, questo
pu essere vero, ma il tutto andrebbe contestualizzato,
e vediamo come. Stiamo parlando dei colori che vediamo, o di quelli che possono andare in stampa o ancora
di quelli che riusciamo a distinguere con i nostri occhi?
Non riuscire bene a discernere queste sottili differenze,
potrebbe portare la gente ad una confusione tale da con-
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libro: Se lei dintuito, riesce a creare dei capolavori coloristici, pu procedere ignorando le leggi cromatiche,
ma se, ignorandole, non crea dei capolavori, deve impegnarsi nel loro studio3. A questo aggiungo che, Itten non
considera lintuito come una copia delle palette altrui. A
tal proposito vedremo come aumentare in noi la consapevolezza del colore. Bisogna imparare a vedere! Riuscire a distinguere chiarezza, saturazione e tinta di base.
Terminati tutte queste riflessioni pi scientifiche mi
sembrato corretto soffermarsi un attimo sui nomi dei
colori. Vi ricordo che questanno lanno del pantone
Radiant Orchid.
Questo argomento una questione soprattutto culturale.
Ha senso aver creato un colore, di nome orchidea raggiante, se per la gente sar sempre violetto, o nella migliore delle ipotesi, lilla?
Spero che queste poche righe facciano nascere in voi
delle domande e che le pagine che seguiranno possano
rispondere almeno in parte. Ma vi ricordo che, tutte le
pagine di questo mondo, non potranno sostituire lo studio dei grandi maestri o dei contemporanei illustratori
che hanno posto un accento particolare sul colore.
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Multidisciplinariet
Ritengo necessario sottolineare un aspetto cardine del
colore, che alla base di ci che lo rende cos inafferrabile:
la multidisciplinariet.
Se dovessimo spiegare a qualcuno un argomento culinario
proveremmo a farlo, giustamente, in modo conseguenziale, passo dopo passo senza saltare nessun passaggio.
Per il colore tale tipo di ragionamento non applicabile.
Questo una nostra invenzione frutto di milioni di
anni di evoluzione ed adattamento allambiente circostante dove si sono mescolati diversi fattori che trattati
singolarmente, oggi, non spiegherebbero il loro ruolo
allinterno dellargomento.
Parlare di curve di sensibilit, di lunghezze donda o di
altri temi cos vicini al colore ma cos distanti da chi lo
adopera, porterebbe lutilizzatore stesso del colore ad allontanarsi ancor di pi da uno studio critico della materia.
Per cui reputo che lapproccio pi corretto per capire
come tutte queste discipline compongono il problema
colore sia analizzarle nel contesto con esempi pratici,
rendendosi conto come lo studio di questi temi possa
agevolare lapproccio al colore.
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Questione di colore
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1. Hermann Helmholtz, Human Vision, 1885 - 2. Enid Verity, Color Observed, 1980 - 3. Betty Edward, Larte del colore,
Longanesi, 2006 - 4. Semir Zeki, La visione dallinterno, Bollati Boringhieri, 1999
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2.1 LEVOLUZIONE
Tutti i contributi scientifici hanno confermato che ci siamo evoluti per acquisire conoscenze dal mondo fisico. Dunque, una maggiore complessit e variabilit nella scena osservata ci risulter pi consona, come dire biologicamente
pi familiare, perch ricca di informazioni da interpretare e da apprendere.
bene sottolineare che, lacquisizione di queste suddette informazioni ad opera
del cervello sia il frutto della curiosit che da sempre ha accompagnato luomo. Curiosit che sin dalle origini stata necessariamente vitale per lessere
umano, soprattutto perch riconoscere le differenze nella scena poteva essere
utile alla sopravvivenza.
Nelle prossime pagine capiremo come vengono viste queste differenze e in che
misura aiutino ad aumentare la consapevolezza necessaria a favorire un uso
pi armonico dei colori nelle nostre immagini, nella speranza che laumento
delle competenze porti una diminuzione dei tempi di lavoro.
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miglia prima dellarrivo del visitatore? (2) Quanti anni hanno i personaggi?
(3) Da quanto il visitatore mancava da casa? (4) Quali sono le condizioni
economiche della famiglia? (5) Memorizzate i vestiti dei personaggi. (6)
Esplorazione libera (inserto1_saccadi).
Dai risultati del test emerse che i centri di attenzione variavano in relazione
alle richieste del loro interlocutore. Generalizzando i risultati, si scopre che
il percorso visivo che ognuno di noi attua durante la visione di unimmagine
non regolare e dipende, oltre che dalle caratteristiche visive dellimmagine,
anche e soprattutto dagli obiettivi di chi guarda. Capiamo, inoltre, come
guardare significhi prestare attenzione e che i risultati derivanti da questo
esperimento ci dimostrano come non sia possibile prestare attenzione a tutto.
Ora qualcuno si chieder cosa possono avere in comune le saccadi e i colori.
Riflettendoci per un istante risulta abbastanza semplice. Il primo si soffermer sui centri di attenzione, il secondo un centro di attenzione.
Sappiamo che il cervello si evoluto per acquisire conoscenze e ogni immagine rappresenta qualcosa di nuovo da indagare. Recenti scoperte, inoltre,
hanno notato come il cervello ami particolarmente i cambi netti allinterno
della scena, ovvero al forse preferisce il si o il no, il vero o il falso.
Insomma, non incline allambiguit. Anche Arnheim sottolinea pi volte
come gli oggetti debbano dichiarare in modo chiaro la loro posizione allinterno del quadro favorendo il senso narrativo dellimmagine2.
Per cui quando il racconto visivo ben definito, il quadro, lillustrazione, o
comunque qualsiasi immagine, comunica esattamente dove guardare, evidenziando cos i suoi centri di attenzione. In tale modo si favorisco le saccadi,
assecondando il lavoro di analisi del cervello (il cervello del fruitore). I colori,
dice Itten hanno proprie dimensioni e luminosit, e naturalmente, danno
alle superfici valori del tutto diversi da quelli lineari3, perci studiandole
potremo essere in grado di guidare noi lo sguardo dellosservatore favorendo
maggiormente larmonia della scena. A questo punto, chiaro come il discorso sullarmonia sia molto pi articolato e, come, di base, unillustrazione cromaticamente gradevole non sia solo il frutto di una palette colori ben scelta.
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Betty Edwards, pittrice e scrittrice, nel suo libro Larte del colore, mentre spiega
lultimo step del suo metodo per raggiungere larmonia in un quadro, dice di
passare dal colore percepito al colore pittorico. Ma cosa vuol dire?
Lei stessa commenta: sul piano didattico questo procedimento piuttosto
difficile da spiegare e continuando afferma in certa misura potete affidarvi
al vostro intuito4.
Il mio intento non quello di eliminare lintuito, ma di cercare di diventare
progettisti consapevoli, cos da poter capire le leggi che sottendono allarmonia cromatica.
Secondo il mio punto di vista, vedendo le immagini (img 2a), il colore pittorico rientra in un argomento pi ampio alla base della visione. La necessit
dei contrasti.
Nella nostra retina abbiamo delle cellule, dette gangliari, che sono in stretto
contatto con la corteccia visiva perch collegate a questa attraverso il nervo
ottico. Nella codifica delle immagini, tali cellule, privilegiano le informazioni
relative alle differenze tra chiaro e scuro piuttosto che lo stimolo assoluto5.
Perci esse sono pi sensibili alla discontinuit luminosa che alla quantit di
luce (o alle sfumature). La discontinuit luminosa che ci interessa non quella
fisica, bens quella percettiva. Due colori fisicamente diversi, appartenenti cio
a due lunghezze donda spettrali differenti, vengono percepiti come uguali
sotto una stessa luce. noto a tutti questo fenomeno come metamerismo.
Suddette cellule vedono i contorni, cio la differenza di luminanza tra le
aree adiacenti, rimanendo quasi del tutto inattive fino al bordo successivo
(questo discorso il punto di partenza del contrasto simultaneo). Il cervello
successivamente integrer le informazioni creando la percezione di unarea
omogenea. Dove questa differenza non ben accentuata, vengono addirittura
create delle barre di rinforzo. Un classico esempio visibile nelle bande di
Mach (img 2b). In una zona graduale di luminanza, fra un area pi chiara ed
una pi scura si percepisce una striscia pi brillante nella zona chiara e una
linea nera nella zona pi scura. Verificando la distribuzione fisica dellimmagine si osserva che quei picchi non esistono (img 2c). Avrete notato come
questo effetto sia visibile anche nelle nostre illustrazioni.
Se, talvolta, create due oggetti di ugual tinta ma con scarti di luminosit (nel
metodo colore HSB, la luminosit corrisponde alla B=Brightness) non eccessivi,
si pu osservare come anche qui appaia una barra di rinforzo, che crea quasi
una distanza tra i due elementi accentuandone i contrasti.
chiaro allora che ci siamo evoluti per abitare un mondo dove sono cruciali
i cambiamenti nella scena. Immaginatevi come, per la sopravvivenza, stato
utile riuscire a distinguere velocemente un oggetto dallo sfondo: questo poteva essere un predatore, o semplicemente dei frutti nella vasta vegetazione.
Il cambiamento una necessit psico - fisiologica dellessere umano legata ai suoi mutamenti biologici. La monotonia non consona alle necessit
dellessere umano6. Monotonia significa anche una sola tonalit di colore.
Non un caso che, chi usa palette monocromatiche nelle proprie illustrazioni inserisca spesso il complementare della tinta di base. Inoltre molti
illustratori aggiungono nelle proprie immagini delle texture. Queste funzionano quasi sempre perch non fanno altro che aumentare le differenze
di luminanza allinterno dellarea stessa: dove prima cera ununica informazione continua ai bordi del colore, ora le cellule si divertono a trasmettere
maggiori informazioni proveniente da zone adiacenti allinterno dellarea.
Ormai chiaro come tali variazioni piacciono molto al cervello poich si
sviluppato in un mondo ricco di dati.
Quindi ogni qualvolta ci ritroveremo a scegliere i colori per la nostra palette,
anche se risulter armonica allinizio, per rimanere tale durante la realizzazione della nostra illustrazione, dovr rispettare la propensione del cervello nel
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leggere i contrasti. Per tale motivo, non riducendo ovviamente solo a questo
il loro talento, immagini come quelle di Olimpia Zanioli o Emiliano Ponzi
conquisteranno sempre il lettore (img 2e, img 2d).
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Sul fondo del nostro occhio ritroviamo la retina, una sottile membrana nervosa propaggine del cervello, nella quale sono presenti tre strati di cellule di
cui lultimo, il pi conosciuto, composto da fotorecettori, coni e bastoncelli.
Questi sono collegati ad altri due strati di cellule pi interni allocchio, le
cellule bipolari e le cellule gangliari. Da qui partono le fibre nervose che si
congiungono nel nervo ottico e che portano linformazione visiva verso le
aree dedicate del cervello.
Vedendo limmagine (inserto 2_retina) capiamo come il nostro occhio sia costruito al rovescio, e che quindi il fascio ottico buchi il fondo dellocchio.
Il calamaro invece ce lha costruito dritto.
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sensibili ai rossi e ai verdi. Questo dovuto al fatto che la quantit dei coni
blu circa un decimo della popolazione totale dei coni e quindi non sono in
grado di concorrere con gli altri a fornire la sensazione di luminosit10. Il viola
ci apparir sempre pi scuro di un giallo equiluminoso. Per lo stesso motivo,
in pieno giorno, un maglione azzurro, da lontano tender al nero rispetto ad
un maglione arancione che rimarr sempre come tale.
Quindi, come vedremo meglio nelle prossime pagine, non saremo mai in
grado di discriminare le lunghezze donda nello stesso modo.
Per cui lecito porsi questa domanda: in una illustrazione in cui uso due soli
colori, i diversi valori che sceglier per definire le zone pi chiare o pi scure
potranno avere gli stessi parametri?
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Qui non ci interessa capire nel dettaglio la composizione del nostro cervello
(inserto 2_cervello), ma necessario parlare delle aree che intervengono nel
processo della visione, e nello specifico, della visione dei colori; perch, come
gi ho detto pi volte in precedenza, larmonia un discorso pi ampio che
si pu avere solo quando sappiamo come gestire tutte le propriet del colore.
Per far questo necessario sfatare, per quanto sia possibile, laura di misticit
che da sempre avvolge questa materia.
In breve, il segnale proveniente dai fotorecettori arriva, alle cellule gangliari;
queste sono collegate al nervo ottico che, incrociandosi con gli altri fasci di
nervi dellaltro occhio nel chiasma, si dirigono alla corteccia visiva passando
per il nucleo genicolato laterale.
La corteccia visiva, detta anche corteccia striata o cervello visivo, composta
dallarea principale V1, che lavora in parallelo con le aree adiacenti, V2, V3, V4
e V5. Le loro sigle non identificano una gerarchia, tranne per V1 e V2.
Si scoperta la modularit del cervello attraverso lo studio di pazienti affetti
da alcune patologie particolari. Ad esempio lacromatopsia, ovvero la cecit
completa al colore. Questa patologia dipende da una lesione nellarea V4, specializzata nel riconoscimento dei colori.
Mentre una lesione nellarea V5 causa lachinetopsia che non permette di percepire pi i movimenti.
affascinante rendersi conto di come il cervello riesca ad unire, in frazioni di
tempo millesimali, tutte queste informazioni, in ci che noi chiamiamo visione.
Quindi, nella percezione del colore chiaro che V4 gioca un ruolo fondamentale, ma in questa partita contribuir al risultato anche larea V1. Chiariamo
meglio quanto detto.
La precisa registrazione della composizione spettrale della luce di ogni singola
parte del campo visivo avviene grazie alle cellule selettive alle lunghezza
donda in V1. Qui le cellule rispondono ad una precisa lunghezza donda
perch i loro campi recettivi sono ristretti e abbastanza indipendenti da ci che
succede nelle zone circostanti. Quindi chiaro che non si occupano realmente
della percezione del colore per come lo intendiamo noi. Si scoperto che
queste cellule vedono il colore reale, la lunghezza donda riflessa. Quindi
se una cellula selettiva per la lunghezza donda definita come rosso, questa si attiver sempre, purch la luce riflessa corrisponda a tale lunghezza e
non al colore che realmente un occhio medio percepirebbe. V1, perci, ha il
compito di avviare una raccolta di informazioni per la costruzione del colore
che verr poi in V4. Qui le cellule reagiscono soltanto al colore nella zona,
anche se le altre aree, collocate nel suo campo recettivo, riflettono la stessa
quantit di luce rossa, verde e blu. La cellula V4 quindi legata in maggior
misura al colore e in misura minore ad una precisa composizione spettrale
della luce riflessa11.
Studi clinici hanno dimostrato la possibilit di vedere il colore anche solo
attraverso larea V1, ovviamente si perderebbe una parte importante della
nostra visione, quella che noi chiamiamo costanza cromatica e che Helmholz
definiva sottrarre illuminante. Vedere solo attraverso V1 corrisponderebbe
ad affidarsi completamente e solo alla luce riflessa dalla superficie colorata.
Questo comporta che, al cambio dellilluminante, ci che per noi rimarrebbe
dello stesso colore, per chi ha una lesione totale in V4, cambierebbe colore.
Inoltre, se fosse riflessa una quantit pi o meno uguale di luce di tutte le bande
spettrali, i soggetti in questione avrebbero descritto la superficie come bianca,
allo stesso modo di un osservatore normale vedendola nel nulla, cio isolata.
Insomma, chiaro: le cellule V4 giocano un ruolo chiave. Sono alla base dei
meccanismi di confronto che ci permettono di sottrarre lilluminante12 e di
poter percepire il colore come confronto tra le parti.
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La visione dei colori non frutto semplicemente del lavoro dei coni. Questo
fatto fu gi notato nellottocento, quando era in atto una movimentata discussione tra la teoria tricromatica di Young-Helmholtz e la teoria dei colori basata
su segnali opponenti di Ewald Hering.
I primi sostenevano che esistessero solo tre tipi di fotorecettori con tre picchi di
sensibilit che mandavano le informazioni direttamente al cervello. Il secondo
invece criticava il fatto che il giallo venisse fuori dalla somma di rosso e verde,
poich secondo lui il giallo era una sensazione elementare, non scomponibile.
A tale scopo propose la teoria dei segnali antagonisti, affascinato dallidea
dellinesistenza di un giallo che dava sul blu. Oggi, grazie alle recenti scoperte
possiamo confermare che entrambe le teorie sono vere.
Nella prima fase della visione i tre pigmenti presenti nei coni danno ragione
alla teoria tricromatica di Young-Helmholtz, ma queste informazioni poi
vengono catalogate in modo differente prima di arrivare al cervello. Questa catalogazione alla base del concetto di complementarit del colore, del
contrasto simultaneo e di tante dicerie sul colore.
Le cellule gangliari della retina, che ricevono linformazione dai coni, si suddividono in due popolazioni in relazione alla loro funzione. Un primo gruppo
riceve segnali dello stesso segno dai coni verdi e rossi, per cui si occupano
della chiarezza, ovvero dello stimolo chiaro-scuro, non contribuendo allinformazione cromatica. Questa affidata allaltra popolazione, che rappresenta
il numero maggiore di cellule gangliari. A loro volta, questultime si suddividono in altre due classi: le cellule della prima classe vengono eccitate dai
coni rossi e inibite dai coni verdi (o viceversa), quelle della seconda classe
vengono eccitate dai coni blu e inibite sia dai coni rossi sia dai coni verdi14.
Quanto detto conferma lidea dei segnali antagonisti. Per cui abbiamo tre
coppie di segnali: Bianco-Nero, Rosso-Verde e Giallo-Blu, che si cancellano
reciprocamente e, per questo, chiamate segnali opponenti dando ragione alla
teoria di Ewald Hering. Questi tre segnali cos codificati dalle cellule gangliari
viaggiano dalla retina fino alla corteccia visiva separate. Qui ci sono cellule
con propriet simili e altre ancora pi selettive, dette doppie opponenti. Il
loro campo recettivo, due volte opponente per lo stesso segnale ma invertito.
Ad esempio se il centro eccitato dal rosso e inibito dal verde, la periferia
sar eccitata dal verde ed inibita dal rosso. Queste cellule impazziscono per
i dischi rossi su sfondo verde.
Per il cervello, quindi, come ben sottolinea Riccardo falcinelli non esiste il
giallo ma il segnale giallo-blu, il giallo percepito in relazione al suo opponente cos che impossibile vedere un giallo che d sul blu o un rosso che
da sul verde15. Per cui i colori percettivi sono sei: giallo, blu, rosso, verde,
bianco e nero (ora chiaro il perch delle coppie colori nel metodo Lab, che
appunto un metodo percettivo).
Dal mio punto di vista, molto interessante, sottolineare come il cervello
riesca a generare la sensazione del giallo o del bianco e nero, partendo sempre
dai tre tipi di segnali provenienti dai coni, blu, rosso e verde.
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Abbiamo gi chiarito come il cervello sia diviso in moduli e come le informazioni dalla retina arrivino alla corteccia celebrale e da questa allarea V1 che
poi smista, come in un centro postale, i dati alle altre aree. Questa trasmissione avviene attraverso due vie, chiamate una ventrale e laltra dorsale, rispettivamente via del cosa e via del dove. Ritengo fondamentali conoscere
le loro funzioni, perch influiscono non poco nella percezione del colore.
La via del cosa trasmette informazioni riguardo al colore, al riconoscimento
delle forme e degli oggetti; la via del dove associata al movimento, allelaborazione spaziale e al controllo di occhi e braccia.
Si notato come tutti i mammiferi siano in grado di elaborare la luminosit,
quindi vi necessariamente un sistema dedicato a questo, ma solo i primati
hanno un area dedicata al colore.
La via del dove, pi antica, cieca al colore, perci le aree che ricevono informazioni da questa, come la V5 che si occupa del movimento, sono cieche
al colore e ragionano solo in termini di luminosit.
Una volta capito come avvengono le trasmissioni dei dati, riusciamo forse
a capire il motivo per il quale, quando poniamo su uno sfondo un elemento
equiluminoso, questultimo sfarfalla (img 2h).
La via del cosa riesce a vedere due oggetti separati, ma la via del dove,
cieca al colore, vede una superficie omogenea della stessa tonalit di grigio.
Non credo che un effetto di questo tipo possa essere considerato necessariamente un errore in una illustrazione.
Ci che fa la differenza la consapevolezza di saper ricreare tale effetto, facendo di un errore un elemento a nostro vantaggio e usandolo, talune volte,
anche in modo creativo (img 2i). Gli artisti che hanno fatto di questo effetto il
frutto della loro produzione sono i cosiddetti artisti delloptical art. A questi
ultimi si aggiungono alcuni quadri realizzati da grandi artisti, come Claude
Monet con il suo Impression, soleil levant del 1872 (img2m).
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1. Riccardo Falcinelli, Guardare, pensare, progettare, Stampa Alternativa e Graffiti, 2012 - 2. Rudolf Arnheim, Il potere del
centro, Abscondita, 2011 - 3. Johannes Itten, Arte del colore, Il Saggiatore, 1979 - 4. Betty Edward, Larte del colore,
Longanesi, 2006 - 5. Lanberto Maffei, Adriana Fiorentini, Arte e cervello, Saggi Zanichelli, 2008 - 6. Giulio Bertagna,
Aldo Bottoli, Scienza del colore per il design, Maggioli Editore, 2013 - 7. Riccardo Falcinelli, Guardare, pensare, progettare, Stampa Alternativa e Graffiti, 2012 - 8. Ibidem - 9. Johannes Itten, Arte del colore, Il Saggiatore, 1979 - 10. Giulio Bertagna,
Aldo Bottoli, Scienza del colore per il design, Maggioli Editore, 2013 - 11. Semir Zeki, La visione dallinterno, Bollati Boringhieri,
1999 - 12. Mauro Boscarol Web, Storia della scienza del colore, Helmholtz: esperimenti di base sulla visione del colore
- 13. Paola Bressan, Il colore della luna, Editori Laterza, 2007 - 14. Lanberto Maffei, Adriana Fiorentini, Arte e cervello,
Saggi Zanichelli, 2008 - 15. Riccardo Falcinelli, Guardare, pensare, progettare, Stampa Alternativa e Graffiti, 2012 - 16.
Betty Edward, Larte del colore, Longanesi, 2006.
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chiamato a Knigsberg come professore di fisiologia umana e nel 1855 alla cattedra di
anatomia e fisiologia delluniversit di Bonn. In questi anni si occupa inizialmente di
fisiologia muscolare per poi passare gradualmente alla fisiologia sensoriale.
Nel 1856 pubblica il primo volume del classico Handbuch der physiologischen Optik
(Manuale di ottica fisiologica). Nel 1858 passa alla cattedra di fisiologia delluniversit
di Heidelberg, dove rimarr fino al 1870.
Questi sono gli anni di massima notoriet per Helmholtz, che gradualmente assume il
ruolo di decano delle scienze naturali in Germania. suo il merito di aver raccolto e sintetizzato tutte le conoscenze del tempo sulla fisiologia e psicologia del colore e aver definitivamente chiarito alcune questioni di base della scienza del colore.
Ewald Hering
stato un fisiologo tedesco che fece importanti ricerche nel campo della visione a colori.
Nasce il 5 agosto 1834 a Alt-Gersdorf un villaggio germanico in Sassonia ai confini con
lallora Boemia (ora Repubblica Ceca) di cui il padre era pastore. Frequenta luniversit
a Lipsia, studiando con Ernst Heinrich Weber (1795-1878) e Gustav Theodor Fechner
(1801-1887). Si laurea nel 1860 e nel 1862 viene abilitato come docente di fisiologia. Da
questo momento comincia i suoi studi sulla visione del colore.
Img 2c-2.
luminanza
luminanza apparente
Img 2c-1.
spazio
spazio
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Divisionismo
Fu uno stile derivato dal Neo-Impressionismo e caratterizzato dalla separazione
dei colori in singoli punti o linee che in-
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Impressionismo
Limpressionismo un movimento pittorico francese che nasce intorno al 1860 a
Parigi. un movimento che deriva diretta-
Brightness
Il termine luminosit (Brightness) non un termine della colorimetria n della fotometria, ma del linguaggio comune. Avendo un significato ambiguo, la CIE ha deciso
di non definirlo come vocabolo tecnico/scientifico. Si pu per parlare di luminosit
quando non si vuole (o non necessario) specificare se ci si riferisce alla luminanza,
al fattore di luminanza, alla brillanza o alla chiarezza. Quindi un termine generico
che pu significare una qualunque di queste quattro grandezze.
Qui consideriamo luminosit sinonimo di brillanza. Quando osserviamo un oggetto
illuminato, la brillanza la percezione della quantit di luce che loggetto illuminato
riflette e che arriva ai nostri occhi.
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Img 2m - In scala di grigio il sole equiluminoso non visibile: per la via del
cosa semplicemente non esiste.
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Img 2m - Claude Monet, Impression soleil levant, 1872. Il sole arancione su fondo azzurro-grigio dipinto con tinta satura
equiluminosa rispetto al cielo, pur non essendo la tinta pi luminosa del dipinto, il sole brilla di un impalpabile tremolio.
Img 2h, Img 2m - Guardare, pensare, progettare, Riccardo Falcinelli, pag 231.
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iL cOntrasto simultaneo
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3.2 COS?
Dobbiamo le prime ricerche riguardo a ci che poi sar chiamato contrasto simultaneo alla curiosit del chimico francese Michel Eugne Chevreul.
Nominato direttore del reparto tinture di unimportante fabbrica parigina
di tappezzeria, ad un certo punto, dovette fronteggiare il problema della
variazione di colore da un punto allaltro del tessuto, presumibilmente della
stessa colorazione.
I reclami, giunti direttamente dai committenti, si riferivano allosservazione
che il nero dei disegni stampati su stoffa in tinta uniforme non era sempre
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Gi nel paragrafo precedente abbiamo notato unaffinit tra le parole di Paola Bressan e lorganizzazione che vi nel nostro cervello ad opera delle
cellule a doppia opponenza. Quindi abbiamo la conferma della necessit di
rimodernare le nostre teorie sul colore perch hanno, dal mio punto di vista,
un sapore troppo romantico. Ribadisco che oggi, si debba confidare maggiormente nella scienza. Essa non esclude minimamente ci che noi chiamiamo intuito, anzi probabilmente, grazie alla scienza, potremmo riuscire
a concretizzare al meglio le nostre intuizioni poich saremmo in grado di
prevederne il risultato.
Il contrasto simultaneo frutto di milioni di anni di evoluzione del nostro
cervello. Come gi detto, si sviluppato considerando pi importanti per la
sopravvivenza la discontinuit luminosa piuttosto che le sfumature o le aree
uniformi. Cerchiamo di capire meglio, a livello pratico, cosa succede.
Analizziamo la situazione in cui abbiamo un oggetto verde su sfondo blu
(img 3a). Innanzitutto sappiamo che si attivano solo le cellule che si trovano
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tinta ma vicini o simili per intensit luminosa. Per cui, la via del cosa riuscir
a distinguere i due oggetti, mentre la via del dove, cieca al colore, percepir
un unico oggetto equiluminoso. Detto ci, queste informazioni in disaccordo
tra loro, saranno percepite da noi sotto forma di contorni vibranti.
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lunghezze donda. Una luce bassa porta in primo piano i verdi e i blu, facendoli sembrare anche pi chiari, poich i bastoncelli, anche se non contribuiscono alla visione dei colori, sono molto pi sensibili alla luce di lunghezza
donda corta, per cui percepiremo i colori corrispettivi pi biancastri.
Per tutte queste ragioni, i colori scelti dallillustratore o dallartista non saranno mai quelli che noi vedremo, poich influenzati sempre dal fattore ambiente. Ricordiamo il caso di molti affreschi medievali, dipinti nel tempo in
cui le finestre erano traslucide e avevano una tinta giallastra o verdastra. I
colori di suddetti affreschi furono influenzati, in questo caso, dal cambio della
tinta della finestra da giallastra ad incolore. Infatti, quando si guarda sotto
il colore di una lampada al tungsteno un dipinto di Monet o di Van Gogh,
eseguito in pieno giorno, non si pu pretendere di percepire le tinte scelte
dallartista afferma Rudolf Armhein e continuando dice: gli artisti del nostro tempo, i quali affermano che i loro dipinti, eseguiti alla luce elettrica, si
possono vedere senza danno alla luce del giorno, implicano che le qualit e
i rapporti cromatici non hanno nella loro opera che unimportanza estremamente generica7. Non credo sia il caso di aggiungere altro.
Non possiamo disegnare, dipingere o progettare senza tener conto di alcune caratteristiche oggettive legate alla percezione del colore. Questo va ben
oltre lillustrazione.
Se un macellaio chiedesse un consiglio ad un amico su quale colore utilizzare
per ridipingere le pareti del proprio locale, i presupposti e le regole da tener
presente non muterebbero. Se lamico del macellaio foste proprio voi, quale
colore consigliereste? Io un verde chiaro o azzurro chiaro (con luce adeguata).
Una disciplina interessante da studiare, utile a noi tutti, chiamata cromoambiente, che da circa 30 anni ricerca i nessi tra esperienza di benessere, stress
o altro con il colore nellambiente. Ci che vi alla base di questi studi sono
le lunghezze donda che influiscono su apparati differenti del nostro corpo.
Questo lo vedremo nei prossimi capitoli quando parler, ad esempio, del sistema automatico simpatico e parasimpatico in relazione al rosso e al blu.
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Ormai siamo tutti consapevoli che, fissando un colore per oltre trenta secondi
e spostando la testa altrove, meglio se su sfondo neutro, vedremo un nuova immagine, di solito complementare al colore osservato. Questa immagine
prende il nome di postuma.
chiaro che anche qui possiamo trovare la causa dentro di noi. Questo effetto semplicemente una reazione fisiologica che avviene nel nostro occhio.
I tre tipi di coni, come ben sappiamo, ci permettono di distinguere una infinit di colori. Questi coni, infatti, sono sempre attivi, anche quando non ricevono alcun segnale (inserto 2_ sensasionecromatica). Essi rimangono sempre
come un motore al minimo, pronti a scaricare non appena arrivi un nuovo
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Img 3a.
1. Paola Bressan, Il colore della luna, Editori Laterza, 2007 - 2. Rudolf Arnheim, Il potere del centro, Abscondita, 2011
- 3. Josef Albers, Iterazione del colore, Il Saggiatore, 1963 - 4. Giulio Bertagna, Aldo Bottoli, Scienza del colore per il design,
Maggioli Editore, 2013 - 5. Josef Albers, Iterazione del colore, Il Saggiatore, 1963 - 6. Ibidem - 7. Rudolf Arnheim, Il potere
del centro, Abscondita, 2011 - 8. Giulio Bertagna, Aldo Bottoli, Scienza del colore per il design, Maggioli Editore, 2013
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Josef Albers
Nacque il 19 marzo 1888 a Bottrop. Dopo aver studiato pittura a Berlino, Essen e Monaco di Baviera, nel 1920 entr nel Bauhaus a Weimar. Nel 1925, quando il Bauhaus si
trasfer a Dessau, divenne professore. In quegli anni le sue opere cercano di sovvertire
il carattere statico della pittura per mettere in evidenza linstabilit delle forme; per fare
questo Albers ripete modelli geometrici astratti, facendo uso quasi esclusivamente dei
colori primari. Nel 1933 il Bauhaus fu costretto a chiudere per cui Albers emigr negli
Stati Uniti, di cui divenne cittadino nel 1939, dove insegn in Carolina del Nord fino al
1949. Nel 1950 si trasfer a New Haven per insegnare allUniversit Yale, ritirandosi
dallinsegnamento nel 1958. In questi anni Albers si concentr su diverse serie di pitture,
fatte da disegni geometrici tra loro simili che danno effetti di ambiguit, il cui scopo di
esplorare sistematicamente gli effetti della percezione (la sua serie pi nota Omaggio
al quadrato). Mor il 26 marzo 1976 lasciando numerosi scritti per i suoi allievi.
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Img 3c.
Rudolf Arnheim
Nato a Berlino il 1904 stato uno scrittore, storico dellarte e psicologo tedesco.
Formatosi alla scuola della Psicologia della Gestalt fondata da Max Wertheimer, Rudolf
Arnheim cominci la propria carriera applicando gli assunti della psicologia sperimentale
al cinema. A soli ventitr anni collaborava con il famoso settimanale culturale tedesco
Die Weltbhne. La fuga dai nazisti a causa della sua origine ebraica lo port, nellestate del 1933, a Roma, dove visse per qualche tempo, ma nel 1938 la fuga fu di nuovo
obbligata, in seguito allapprovazione delle leggi razziali fasciste. Si rifugi dapprima
a Londra e, nel 1940, a New York, dove incontr nuovamente il suo maestro Wertheimer e altri ebrei intellettuali fuggiti dalla Germania nazista. Dopo aver lavorato per la
fondazioni Rockefeller e Guggenheim e come ricercatore per lOffice of Radio Research
della Columbia University, divent professore di psicologia dellarte al Sarah Lawrence
College, alla School for Social Research e alla Columbia. Nel 1946 ottenne la cittadinanza americana e nel 1954 pubblic il suo libro pi famoso, Arte e percezione visiva
(Art and visual perception). Arnheim lasci New York solo nel 1968 per trasferirsi alla
Harvard University. Raggiunta let della pensione, nel 1974, sceglier lUniversity of
Michigan per insegnare psicologia dellarte per altri dieci anni. Nonostante let, sar
questo il suo periodo pi produttivo e saranno molti i libri e gli articoli dati alle stampe.
Mori nel 2007 a Ann Arbor (Michigan) a 103 anni.
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GIALLO VS VIOLA
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ci che viene dopo il funzionale, come direbbe qualcuno, per cui dobbiamo
cercare di avere una visione pi oggettiva possibile del colore cos da raggiungere il bello, o meglio ancora, larmonia in ogni occasione. Cosa cerco di dire?
Precedentemente ho parlato di quanto sia importante, ai fini di un buon
lavoro, fare delle scelte in relazione al destinatario finale, al supporto dove
verr stampata lillustrazione e alla location di esposizione. Questo perch i
colori interagiscono con ci che sta attorno ad essi, ad esempio, con la luce
che li illumina. Per chiarire ancor meglio questo concetto faccio un esempio.
Se un lavoro, ipoteticamente, dovesse essere visto maggiormente con forte
illuminazione, dovr sapere che i rossi saranno sempre pi intensi, rispetto ai blu. Questo ci spinger ad adoperare nellillustrazione maggiormente
tonalit tendenti al rosso. Al contrario, al diminuire dellintensit luminosa,
quando iniziano a far il loro ingresso i bastoncelli, la situazione si inverte: i
blu, come i verdi, saranno pi luminosi del rosso che, con forte illuminazione, stato pi intenso. Ritengo che queste conoscenze siano indispensabili
in un mondo in cui si lavora solo con lintuito. Larmonia parte anche da qui.
Ogni situazione ha il colore pi appropriato e dovremmo essere in grado di
saperlo scegliere in ogni occasione.
Questo effetto percettivo, conosciuto come effetto Purkinje, prende il nome
dal suo scopritore, lanatomista e fisiologo Jan Evangelista Purkyn che nel
1919 descrisse per la prima volta questo effetto. Cerchiamo di capire meglio
cosa succede.
La curva di sensibilit dei bastoncelli, che si attivano nella visione scotopica,
ha il suo picco di sensibilit spettrale intorno ai 510 nm. La sua curva anche
pi ristretta rispetto a quella dei coni; per lunghezze maggiori a 610 nm e inferiori a 400 nm lefficacia circa pari a zero. Ragion per cui, il viola, il gialloarancio, larancione e il rosso verranno percepiti pi scuri tendenti al nero.
Mentre per i coni, nella visione fotopica, la situazione diversa. Innanzitutto
la curva di sensibilit pi ampia, va dai 400 nm circa, fino ad arrivare intorno ai 660 nm con il picco di sensibilit massima intorno alla lunghezza donda di 555 nm. Per cui i coni hanno la massima sensibilit nel verde giallastro,
infatti questa per noi il colore pi chiaro (inserto 3_ massimasensibilitocchio),
mentre i bastoncelli hanno il loro massimo nel verde bluastro. Questa tinta
quella che di notte noi percepiamo come grigio pi chiaro.
Leffetto di Purkyne esiste proprio perch vi uno scarto differenziale di
sensibilit tra le due curve. Per cui nel passaggio dal giorno alla notte, o
al tramonto, quando siamo cio nella visione mesoscopica (passaggio dalla
visione fotopica alla visione scotopica), man mano che la quantit di luce
diminuisce i coni contribuiscono sempre meno al segnale visivo mentre i bastoncelli sempre di pi. La curva di sensibilit, cos, si sposter lentamente
da quella dei coni a quella dei bastoncelli (inserto 3_sensibilitconibastoncelli).
Lo spostarsi della curva di sensibilit porta con s un continuo mutamento nella percezione dei colori. I colori che di giorno risultano molto chiari
(tutta la gamma dei gialli e arancioni) lentamente diventano scuri e quelli
che percepiamo scuri (verdi freddi e azzurri) diventano pi chiari.5 Ecco
perch quel maglione arancione, di cui abbiamo parlato nelle prime pagine,
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Img 4a - Rapporto
geometrico, fenomeno fisico.
Img 4a - Rapporto
artitmetico, fenomeno fisico.
Img 4a - Rapporto
geometrico, fenomeno psichico.
Img 4a - Rapporto
artitmetico, fenomeno psichico.
1. Paola Bressan, Il colore della luna, Editori Laterza, 2007 - 2. Giulio Bertagna, Aldo Bottoli, Scienza del colore per il
design, Maggioli Editore, 2013 - 3. Mauro Boscarol Web, Storia della scienza del colore, Ernst Heinrich Weber - 4.
Josef Albers, Iterazione del colore, Il Saggiatore, 1963 - 5. www.ncscolour.it/pdf/icoloridelcrepuscolo.pdf - 6. Mauro
Boscarol Web, Fenomeni della percezione di colore, Effetto Helmholtz-Kohlrausch.
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Img 4b.
Johannes Itten
Nato a Sdernlinden, nel 1888 fu un pittore svizzero, fra le massime personalit della
storia dellarte moderna per limportanza dellopera didattica e dellattivit pittorica
svolte in piena sintonia col Bauhaus. I suoi insegnamenti sulleducazione della fantasia
individuale, sulla conoscenza della forma e del colore sono alla base di nuove possibilit
tecniche espressive e di nuovi valori estetici da esse scaturiti. Inoltre la sua opera fu
tesa alla ricerca dei rapporti e delle leggi comuni che governano pittura e musica.
Allievo di Adolf Hlzel allaccademia di Stoccarda, nel 1919 fu invitato da W. Gropius
a insegnare al Bauhaus, dove rimase fino al 1923 come docente nei settori della grafica,
del mobilio, della pittura murale, della decorazione tessile. Fu anche autore di testi
teorici, tra cui si ricordano Kunst der Farbe (Larte del colore, 1961) e Mein Vorkurs
am Bauhaus (Il mio corso preparatorio al Bauhaus, 1963). Mor a Zurigo 1967.
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5.1 INTRODUZIONE
Stiamo cercando in queste pagine di eliminare quello che , dal mio punto di
vista, il problema pi grande dellapproccio al colore, ovvero la sua vulnerabilit, le troppe variabili da gestire senza avere delle certezze a cui aggrapparsi. Come abbiamo visto la realt ben diversa, se le affianchiamo alcune
considerazioni che le recenti scoperte in campo neuroscientifico, psicofisico
e di altre materie scientifiche hanno fatto durante il corso di questi ultimi
anni. Avendo consapevolezza delle propriet del colore si dar dignit al
nostro lavoro. Sar, infatti, possibile motivare le nostre scelte cromatiche e
definire il motivo di determinate palette colori rispetto ad altre. Lo studio
del colore non solo materia dello spirito ma in primis materia scientifica.
La creativit non significa non avere regole. Se alcuni di noi, infatti, si definiscono creativi questo non vuol dire non avere metodo, ma coniugare
la creativit al sapere scientifico. Lo stesso Munari diceva: Creativit non
vuol dire improvvisazione senza metodo1.
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Molte delle riflessioni oggetto delle nostre discussioni sono state gi argomentate in passato dai grandi maestri che si sono occupati del colore. Le
loro osservazioni si soffermavano, ovviamente, solo su considerazioni fatte
in base a ci che vedevano, ma questo non certo poco. Ci ha permesso ai
professionisti di partire da casi pratici per arrivare a capire i fenomeni che
chiariscono la visione del colore, dando modo a chiunque, di poter accedere
a dei concetti applicabili nei diversi settori.
E chiaro ormai che, alcune delle mie considerazioni si riferiscono soprattutto a chi nella vita vorrebbe fare lillustratore; ma il colore un argomento
cos ampio, che abbraccia tantissime categorie, dando modo cos di poter
applicare le nostre considerazioni a qualsiasi progetto che ci ritroveremo ad
affrontare giornalmente.
Kandinskij, spesso, ha sottolineato come i colori caldi tendevano ad avvicinarsi allosservatore rispetto ai colori freddi. La sua non era una considera-
zione soggettiva, anzi ha forti basi solide nella fisica della luce e nella fisiologia dellocchio. Questo conferma quanto detto dal neuroscienziato Semir
Zeki, il quale considerava gli artisti come i primi neuroscienziati che, spinti
da moti interiori, rispondevano semplicemente alle direttive del cervello4.
In parte, per spiegare questo fenomeno, ci riferiamo al capitolo precedente:
pi il colore di un oggetto chiaro e luminoso (ricordando che le curve di
sensibilit dei coni e bastoncelli influiscono in questo discorso, attivando
maggiormente il lavoro neuronale da parte del cervello), maggiore saranno
le probabilit che questo venga visto come pi vicino e quindi di conseguenza pi grande.
A tale fenomeno si aggiunge la diversa rifrazione delle onde elettromagnetiche. La rifrazione la deviazione subita da unonda quando questa passa
da un mezzo ad un altro nel quale la sua velocit di propagazione cambia5.
Le radiazioni di lunghezza donda lunga, come quelle che danno la sensazione del rosso, e pi in generale la sensazione dei colori caldi, vengono
rifratte diversamente dal sistema ottico dellocchio, rispetto alle radiazioni
di lunghezza donda corta (i blu e i colori freddi). Le seconde vengono maggiormente rifratte rispetto alle prime, per cui si crea un effetto prismatico
per cui le immagini, nei nostri occhi, si formeranno con disparit diverse.
Per dirla in altre parole, nel flusso continuo dellonda elettromagnetica, le
onde che inducono in noi la sensazione dei rossi verranno viste un momento prima, perch colpiranno prima la retina, per cui il cervello percepir
questo difetto di fabbrica come uninformazione spaziale, traducendo il
segnale della percezione delloggetto rosso come pi vicino e di conseguenza pi grande di uno blu. Quindi come nelle pi rispettose reflex, anche il
nostro apparato ottico ha problemi di abberrazione cromatica. Si tratta di un
vero effetto stereoscopico binoculare, dicono gli studiosi Lamberto Maffei
e Adriana Fiorentini per cui oggetti rossi possono apparire pi vicini di
una superficie blu6. Queste scoperte sono importantissime per chi giornalmente fa scelte cromatiche per i propri lavori, sono utili a definire meglio le
profondit spaziali nella scena, il racconto visivo e a dire al lettore su quale
parte della scena focalizzarsi. Ricordate quando allinizio parlavamo di assecondare le saccadi?
Secondo voi, nel quadro di Andr Derain, Barche nel porto di Collioure (img
5a) il pittore sceglie casualmente il rapporto cromatico dellarancio in primo
piano e del giallo/bianco sullo sfondo? Io credo sia la scelta pi coerente a
supporto delle riflessioni fatte in questi paragrafi. Larancio, in primo piano
fortemente preponderante e ci spinge quasi fuori dallimmagine, per cui
sullo sfondo subentra la necessit di avere un colore che riporti lattenzione
su tutta la scena, che quindi ancori il quadro al centro. Come dire, neurologicamente parlando, vi il bisogno di aggiungere un elemento cromatico
al fine di aumentare lattivit dei coni, in modo da riequilibrare la scena
visiva. Sappiamo che il giallo fortemente luminoso, tenendo conto che sar
influenzato dalle macchie bianche, sicuramente pi dellarancio in primo
piano; per cui il giallo sullo sfondo, riuscir da solo a bilanciare la macchia arancione. Centrando lattenzione sul giallo, il pittore, inoltre, riesce ad
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accrescere la grandezza del lago, proprio perch i due piani, sfondo giallo e
soggetto arancione, sono stati ben scelti.
Capiamo bene come lo studio delle caratteristiche fisiche e fisiologiche della luce
e del nostro occhio, sia necessario per riuscire a prevedere le sensazioni percettive
che, da alcune scelte cromatiche, potranno scaturire nel nostro fruitore.
la consapevolezza di questi attributi oggettivi che ci permette di creare nellinsieme una scena equilibrata, dove tutti i tasselli sono al loro posto, dove nulla
rimane in sospeso e dove tutto ben definito. Scegliere una palette colori da Kuler, cosiddetta armonica, senza conoscere le caratteristiche di base che i colori si
portano dietro, non ci aiuta di sicuro, n a crescere professionalmente, n a risparmiare tempo nella fase di colorazione e n a ricreare la tanto sperata armonia.
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Nel nostro viaggio, alla ricerca del perch alcuni colori rispetto ad altri ci sembrano pi grandi e/o pi vicini, risulta necessario capire il ruolo del sistema
nervoso automatico (SNA) e delle sue implicazioni in questi fenomeni.
Questo si occupa del controllo delle funzioni vegetative, ossia quelle funzioni che sono di solito al di fuori del controllo volontario. Questo sistema
composto da 3 diverse parti che lavorano in modo sinergico: il sistema
nervoso enterico, il sistema nervoso simpatico e il sistema nervoso parasimpatico. stato visto come gli ultimi due sistemi abbiano probabilmente un
ruolo allinterno della percezione della profondit del colore.
Studi recenti hanno notato come colori a bassa frequenza come il rosso e
larancione, attivando maggiormente il sottosistema simpatico, inducano
una situazione neurovegetativa generale di attenzione, prontezza di allarme e preallarme. I colori ad alta frequenza, invece, attivando il sottosistema
parasimpatico abbassano i livelli di guardia, inducendo una sensazione di
tranquillit fisiologica. Per cui il cervello, per lo stesso motivo del quadrato
bianco pi grande del quadrato nero, di un oggetto rosso (o di frequenza
pi bassa/colori pi caldi) pi vicino di uno blu (o di frequenza pi alta/
colori freddi), in mancanza di altri dati, nel suo lavoro di confronto tra i due
oggetti, considera pi vicino lelemento che attiva maggiormente i meccanismi di difesa. E chiaro come questo metodo, nel percorso dellevoluzione,
abbia permesso ai nostri antenati di sopravvivere e proteggere la specie.
A conferma della teoria del cervello si aggiunge un altro elemento fisiologico: laccomodazione del nostro occhio. Questa ci permette di vedere sempre
a fuoco gli oggetti che abbiamo dinanzi a noi e a meno di sei metri il cristallino deve aumentare la propria convessit affinch tali elementi rimangano
sempre a fuoco.
Come in tutte le lenti semplici, le lunghezze donda lunghe, come abbiamo
gi detto, saranno rifratte di meno rispetto alle lunghezze donda corte, per
cui occorre una maggiore accomodazione per mettere a fuoco un oggetto
rosso rispetto ad uno blu. Mentre, sempre a distanze inferiori a sei metri, un
oggetto verde, data la sua modesta richiesta di accomodazione, risulta il pi
riposante dato il minor sforzo dei muscoli ciliari.
Per cui lattivazione dei meccanismi di difesa, sommata alla forte accomodazione del cristallino, porta il nostro cervello a credere che quelloggetto
rosso sia pi vicino delloggetto blu, confermando ancora una volta il pensiero di Kandinskij: il colore caldo muove verso lo spettatore quello freddo
se ne allontana.
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1. Bruno Munari, Da cosa nasce cosa, Editori Laterza, 1996 - 2. Johann Wolfgang Goethe, La teoria diei colori, Il Saggiatore, 1993 - 3. Wassily KandinskyLo spirituale nellarte, Se, 2005 - 4. Semir Zeki, La visione dallinterno, Bollati
Boringhieri, 1999 - 5. it.wikipedia.org/wiki/Rifrazione - 6. Lanberto Maffei, Adriana Fiorentini, Arte e cervello,
Saggi Zanichelli, 2008.
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Equilibri
6
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6.1 INTRODUZIONE
Stiamo cercando di capire, entrando sempre di pi in argomenti specifici,
come il frutto dellarmonia cromatica allinterno della scena non sia solo
il risultato di una palette accattivante. Tutti i servizi online che offrono la
possibilit di avere palette perfette, gi pronte per luso, risultano inutili,
poich manca la base teorica con la quale in seguito poter applicare quei
colori allinterno della scena. Non considerando il fatto che, uno studio approfondito della materia, ci possa dare tutte le competenze per realizzare da
s una palette cromatica interessante.
Chi crede di riuscire a utilizzare il colore liberandolo dalla forma, deve
tornare su i suoi passi. Finch il nostro cervello continuer a ragionare per
contrasti, e quindi tramite lintegrazione dei bordi, tutti gli sforzi fatti, e
quelli che si faranno, comunque risulteranno inutili, a meno che il cervello
non trovi un altro modo per raggiungere la visione del mondo circostante.
Tuttavia, pur non essendo un esperto della materia, lo ritengo impossibile
almeno per i prossimi seimila anni.
Per cui opportuno studiare alcuni principi generali legati alla forma e
allambiente in cui siamo cresciuti, utili sicuramente a gestire meglio le macchie di colore allinterno delle nostre immagini.
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A sbilanciare la scena, oltre allanisotropia spaziale dovuta alla forza di gravit, contribuisce anche lasimmetria laterale, che questa volta, non dovuta
ad una forza fisica, ma pi ad una deformazione culturale.
Lasimmetria laterale si manifesta nella distribuzione irregolare del peso
sullasse verticale da destra a sinistra. Lo storico dellarte Heinrich Wlfflin not che i dipinti, nella loro visione speculare, perdevano di significato.
Questo perch le immagini vengono lette da sinistra verso destra, proprio
come da sempre siamo abituati a leggere. Inoltre not come la direzione
della diagonale che va dal basso a sinistra in alto a destra vista come ascendente, mentre la sua opposta come discendente.
Qualsiasi oggetto sulla destra della scena ha un peso visivo maggiore; risultando, dunque, pi appariscente.
Ne abbiamo conferma osservando due oggetti di ugual forma, misura e
peso, posti a sinistra e a destra del campo visivo: quello di destra appare
pi grande, per cui per bilanciare la scena, e far apparire laltro elemento
uguale a quello di destra, loggetto a sinistra andrebbe ingrandito. Inoltre,
poich limmagine si legge da sinistra a destra, il movimento di un oggetto
verso destra si percepisce pi agiato, mentre al contrario un elemento che
attraversa la scena da destra verso sinistra ci apparir come una persona che
attraversa una strada con forte vento contrario. Sembra debba superare una
resistenza maggiore per cui procede pi lentamente2.
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dolori del giovane Werther) che gli porta grande fama come scrittore.
stato un gigante della letteratura tedesca e mondiale ma noto anche per le sue ricerche nel campo della morfologia botanica e
anatomica, basate sullidea della natura unica e indivisibile. Una concezione idealistica che applic ad alcune indagini, la scoperta
dellosso intermascellare nelluomo, la teoria vertebrale del cranio, la metamorfosi delle piante e infine la Farbenlehre, la teoria dei colori.
Sul colore, la posizione di Goethe e dei suoi discepoli Runge e Schopenhauer ispirata dallellenismo classico e dal romanticismo.
Si pu dire che, da un punto di vista scientifico, sia una posizione reazionaria. Era il momento in cui nei paesi di lingua tedesca le
idee della rivoluzione scientifica venivano rifiutate e si preferiva la celebrazione dellantica Grecia e delle proprie origini mitiche.
Goethe era convinto che la teoria dei colori fosse il suo maggior contributo alla scienza e la pi importante delle proprie opere, ma
secondo il giudizio degli scienziati, di oggi ma gi del suo tempo (per esempio Helmholtz), anche se conteneva idee e spunti interessanti, nella sua parte principale la teoria errata. Mori a Weimar, il 22 marzo 1832.
schema 6a.
giallo
arancio
rosso
viola
blu
verde
giallo:viola
arancio:blu
rosso:verde
giallo:viola
arancio:blu
rosso:verde
1/4:3/4
1/3:2/3
1/2:1/2
schema 6b.
(rapporti inverti)
giallo
arancio
rosso
viola
blu
verde
1. Rudolf Arnheim, Il potere del centro, Abscondita, 2011 - 2. Ibidem - 3. Johannes Itten, Arte del colore, Il Saggiatore,
1979 - 4. Johann Wolfgang Goethe, La teoria diei colori, Il Saggiatore, 1993.
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RICONOSCERE UN COLORE
7
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Terzo step: riconoscere la Saturazione. Il terzo attributo il grado di pienezza di un colore. Bisogna capire quanto sia vivace o opaco in relazione
ad una nuova scala che realizzeremo, chiamandola questa volta, rettangolo di saturazione (img 7a). Per realizzare questo rettangolo si parte da un
qualsiasi colore puro, col massimo grado di vivacit (saturazione), per arrivare al massimo grado di opacit, dove non pi possibile distinguere la
presenza di nessuna tinta (desaturazione). Vi ricordate leffetto HelmholtzKohlrausch che, a parit di luminosit, lelemento pi saturo risulta pi luminoso? Allenare gli occhi ad individuare i diversi livelli di saturazione potrebbe aiutarci a non cadere in inganno dinanzi a un tale effetto.
105
1. Riccardo Falcinelli, Guardare, pensare, progettare, Stampa Alternativa e Graffiti, 2012 - 2. Mauro Boscarol Web, Storia
della scienza del colore, Grassmann: le leggi empiriche della visione del colore - 3. Mauro Boscarol Web, Sensazione e
percezione del colore, La tinta, la chiarezza, la pienezza - 4. Betty Edward, Larte del colore, Longanesi, 2006 .
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a.
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c.
d.
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g.
h.
i.
Img 7c.
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MODELLI COLORE
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La sintesi additiva possibile perch il nostro occhio non in grado di distinguere due piccoli punti oltre una certa distanza. Un classico esempio di
mescolanza additiva la televisione a colori. Qui lo schermo pieno di puntini, rossi, blu e verdi, talmente vicini, che locchio li vede sovrapposti se non
visti da una distanza fortemente ravvicinata. Il colore risultante quindi il
prodotto di una sommatoria (ecco perch additiva) delle singole lunghezze
donda che nellocchio vengono fuse, producendo in noi la sensazione del
colore. Poich in base alla variazione di intensit delle tre luci, la mescolanza
cambia, potremo avere una molteplicit di colori2.
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a.
d.
g.
Rosso
L4
S2
Giallo - verde
L4
S2
b.
e.
Rosso - Arancio h.
L4
S2
Blu-verde
L3
S3
Rosso
L1
S5
Blu-verde
L4
S5
c.
f.
i.
Blu
L3
S4
Giallo
L1
S1
Rosso
L4
S6
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GUIDA COLORE
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9.1 INTRODUZIONE
Lo strumento che alcuni illustratori, o creativi, usano pi spesso in illustrator
per la scelta delle palette cromatiche lo strumento Guida Colore.
Ma siamo sicuri di esser in grado di utilizzarla? Abbiamo pieno controllo dei
suoi strumenti?
Cos un complementare divergente? Avete chiaro gli schemi colore con i quali
la guida genera le vostre palette? Queste sono alcune delle domande da porvi
quando vi troverete ad aprire questo pannello.
Ogni strumento moderno stato realizzato per facilitare il lavoro quotidiano,
ma quando lo strumento a dominarci, questo comporta casualit, fortuna e
tanti tentativi; mentre solo la conoscenza del mezzo pu permettervi di gestire
con sapienza il mezzo.
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119
Successivamente, Helmholtz, sempre impegnato negli sviluppi che hanno condotto allodierna colorimetria, nei primi anni della met dellOttocento, dedic molto del suo tempo allo studio e alla ricerca dei complementari spettrali, ovvero cerc quelle tinte che allinterno dello spettro visibile si annullano
reciprocamente in una tinta acromatica, riuscendo a trovare inizialmente solo
la coppia giallo-blu. Gli studi di Gressman, invece, sottolinearono il contrario,
ossia la possibilit di avere infinite coppie di complementari spettrali. Scoperto
ci, Helmholtz, affinata la tecnica, si rimise al lavoro, confermando la teoria di
Gressman, ma aggiungendo un fondamentale tassello.
I colori, compresi tra il giallo e il verde, non hanno complementari spettrali per
cui, per neutralizzare tali colori, Helmholtz utilizz mescolanze di rosso e violetto in diverse proporzioni (ovvero con vari valori di viola).
Questi formano una linea retta dal violetto al rosso, detta linea dei porpora, che
viene fuori da colori non spettrali.
Si tratta di una fondamentale scoperta che ha rotto la lunga tradizione del cerchio di Newton che comprendeva anche il colore viola.
Se ogni colore spettrale deve avere un complementare, come richiesto da Grassmann, allora bisognava ridefinire il cerchio di Newton, iniziando a non considerarlo pi un vero e proprio cerchio, in quanto ora alla base vi era un segmento rettilineo dal rosso al viola1.
Proseguendo con le ricerche, Helmholtz, arriv ad unaltra considerazione importante che ha ridefinito maggiormente lormai vecchia forma circolare del
modello di Newton: le varie coppie di colori complementari non hanno delle
quantit fisse per produrre la luce acromatica. Per cui, se deve valere la regola
del baricentro, sostenuta da Newton, i colori spettrali non sono equidistanti dal
punto di bianco (il punto centrale allinterno del modello definito inizialmente
da Newton) comportando una differenza di saturazione tra i colori.
Tale scoperta, muta del tutto la forma iniziale del modello di Newton dato che
nemmeno la curva un cerchio. Perci Helmholtz, ammettendo la provvisoriet dello schema, disegn nuovamente il diagramma dei colori di Newton,
aggiungendo le recenti scoperte. Nel 1869 Helmholtz, insieme ad un suo collaboratore affinano le ricerche portando il diagramma alla sua forma quasi
definitiva (img 9a), che verr soprannominato diagramma delle cromaticit
presentato nel 1931 dalla CIE (Commission Internationale de lclairage) nella
sua forma ufficiale (img 9d)2. Con lintroduzione di questo nuovo diagramma,
si affermeranno nuovi concetti, tra cui quello di gamut.
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124
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Partiamo da un esempio. Create dei quadratini colorati (img 9b). Una volta realizzati, seguendo i parametri che vi ho indicato, ricontrollate gli stessi inseriti.
Sono cambiati? A quanto pare s. Ora disegnate un quadrato rosso. Dopo aver
creato un altro quadrato, scegliete il colore complementare rispetto al primo
colore dalla guida colori (img 9c). Fatto questo, copiate e incollate il quadrato
verde (il complementare del vostro quadrato rosso) e rifate la stessa procedura
al contrario. Ragionando secondo il cerchio cromatico che tutti conosciamo, al
rosso corrisponde un determinato verde, e a quel verde corrisponderebbe lo
stesso rosso, giusto? Invece nel nostro caso, notiamo che il verde ora ha come
complementare un viola. Per quale motivo?
Questi due esempi spiegano come giornalmente abbiamo a che fare con i colori
fuori gamut e di come la guida colori e, in generale il software, riporti la tinta
allinterno del gamut della periferica scelta.
Ovviamente questo accade perch il gamut delle periferiche pi ristretto rispetto a ci che noi vediamo, per cui il software ogni volta che scegliamo un
colore fuori gamut lo riporta allinterno del suo spazio.
Per fortuna, quando selezioniamo un colore fuori gamut il programma avvisa
lutente attraverso un triangolino giallo, mentre non accade nulla quando selezioniamo un colore dal pannello guida colori. Per cui ci risulta strano vedere
quel verde, complementare del nostro rosso, avere il viola come complementare quando lui il colore principe. Questo succede perch ogni colore presente
nel pannello guida colori, se fuori gamut, viene riportato allinterno del gamut
di riferimento. In tal caso, il nostro rosso avrebbe un altro verde pi luminoso
come complementare, ma essendo fuori gamut il software lo sostituisce con
il prossimo allinterno del gamut di riferimento. Ovviamente la guida colori
ricalcoler il complementare partendo da quel colore verde e non considerando
quello come il colore pi vicino al nostro rosso di partenza.
121
La nostra analisi degli schemi cromatici si basa sulla visualizzazione del cerchio
cromatico della guida colori che rispecchia quello che tutti conosciamo (inserto_cerchiocromatico):
COMPLEMENTARE
I due colori sono diametralmente opposti. Contrasto elevato 1 possiamo
considerarlo una variante sul tema.
COMPLEMENTARE DIVISI
Composto da tre colori. Scelto il primo si aggiungono a questo i colori a destra
e a sinistra del suo complementare.
COMPLEMENTARE SINISTRA
Lo schema generale composto da soli due colori. Scelto il primo si aggiunge quello a sinistra del suo complementare. Nella guida colori si associano
allo schema di base due variazioni per tinta e vengono variati i paramentri
di luminosit e saturazione. Composti 1 e Contrasto elevato 4 sono una
variante sul tema.
COMPLEMENTARE DESTRA
Lo schema generale composto da soli due colori. Scelto il primo si aggiunge
quello a destra del suo complementare. Nella guida colori si associano allo
schema di base due variazioni per tinta e vengono variati i paramentri di luminosit e saturazione. Composti 2 una variante sul tema.
ANALOGHI
Schema di solito composto da tre o cinque colori. Scelto il primo si aggiungono, uno o due colori, alla destra e alla sua sinistra. Analoghi 2 e Contrasto
elevato 3 sono una variante sul tema.
MONOCROMATICI
Schema composto da ununica tinta. Lasciata invariata la luminosit si modifica la saturazione generando cos gli altri colori che comporranno la palette.
Monocromatici 2 una variante sul tema.
TONALIT
Schema composto da ununica tinta. Lasciata invariata la saturazione si modifica la luminosit generando cos gli altri colori che comporranno la palette.
TRE TONI / TRIADE EQUIDISTANTE
Schema composto da tre colori equidistanti tra di loro. Tre toni 2, tre toni
3 e Contrasto elevato 2 sono varianti sul tema.
QUATTRO TONI/COMPLEMENTARI DOPPI
Schema composto da due coppie di complementari. Ogni colore equidistante dallaltro. Quattro toni 2 e Quattro toni 3 sono varianti sul tema.
PENTAGRAMMA
Schema composto da cinque colori. Nasce dallunione di uno schema complementare divisi con laggiunta di due colori equidistanti dalla tinta di base.
122
123
Colorimetria
la disciplina che si occupa di standardizzare la misurazione del colore
Grn
Cyanblau
Weiss
Indigo
Purpur
Violett
16
100
91
Orange
Roth
Img 9a.
Baricentro
Img 9b.
H
S
B
Gelb
H
S
B
123
41
73
1. Mauro Boscarol Web, Storia della scienza del colore, Helmholtz: esperimenti di base sulla visione del colore - 2.
Diversi estratti di questo paragrafo sono stati presi direttamente dal blog di Mauro Boscarol ( Storia della scienza del
colore, Helmholtz: esperimenti di base sulla visione del colore) per cui si ringrazia lautore e si rimanda a lui per i
diritti dautore.
124
Isaac Newton
stato un matematico, fisico, filosofo naturale, astronomo, teologo e alchimista inglese,
nato a Woolsthorpe, Lincolnshire, nel 1642. Isaac Newton contribu in maniera fondamentale a pi di una branca del sapere. Fu il primo a dimostrare che le leggi della
natura governano il movimento della Terra e degli altri corpi celesti. Egli contribu
alla Rivoluzione scientifica e al progresso della teoria eliocentrica. A Newton si deve
anche la sistematizzazione matematica delle leggi di Keplero sul movimento dei pianeti.
Newton fu il primo a dare prova che la luce bianca composta dalla somma (in frequenza) di tutti gli altri colori. Egli, infine, avanz lipotesi che la luce fosse composta
da particelle da cui nacque la teoria corpuscolare della luce in contrapposizione ai
sostenitori della teoria ondulatoria della luce, patrocinata dallastronomo olandese
Christiaan Huygens e dallinglese Young e corroborata alla fine dellOttocento dai
lavori di Maxwell e Hertz. La tesi di Newton trov invece conferme, circa due secoli
dopo, con lintuizione del quanto dazione di Max Planck e i lavori di Einstein
sullinterpretazione delleffetto fotoelettrico e la conseguente introduzione del quanto
di radiazione elettromagnetica, il fotone. Queste due interpretazioni saranno risolte
nellambito della meccanica quantistica con la teoria del dualismo onda-particella.
Isaac Newton occupa una posizione di grande rilievo nella storia della scienza e della
cultura in generale. Il suo nome associato a una grande quantit di leggi e teorie
ancora oggi insegnate: si parla cos di dinamica newtoniana, di leggi newtoniane del
moto, di teorie della gravitazione. Pi in generale ci si riferisce al newtonianesimo
come a una concezione del mondo che ha influenzato la cultura europea per tutto il
Seicento. Mor a Kensington, Londra, il 20 marzo 1727 allet di 84 anni.
Img 9c.
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127
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129
130
131
de con nomi e codici con una vasta gamma di colori, ma queste sono solo
per gli addetti ai lavori, i quali senza le loro mazzette sarebbero in grado di
nominare solo una manciata di colori.
Qui, invece, stiamo parlando della popolazione media, che non si occupa
quotidianamente di illustrazione, grafica o molto pi in generale di colore.
Nel 1969 i due linguisti Berlin e Kay pubblicarono una ricerca sullo studio
del vocabolario dei colori in quasi cento lingue diverse. Scoprirono che nel
linguaggio primitivo il lessico dei colori era ridotto al bianco e al nero, che
corrispondevano piuttosto al chiaro e allo scuro. Poi al lessico primario
cominci ad aggiungersi il rosso, poi ancora il verde o il giallo che rappresentavano la quarta o la quinta parola inserita, a seconda dellordine in cui
comparivano nel lessico della popolazione. A queste stato aggiunto, dopo,
il marrone, il rosa, il violetto, larancione e il grigio.
Per cui chiaro il divario abissale che abbiamo tra i milioni di colori e
quelli che realmente riusciamo a nominare.
Probabilmente, potremmo estendere maggiormente il nostro lessico cromatico con uno studio mirato nelle scuole, apprendendo un metodo apposito
che ci possa dare la possibilit di sfruttare al massimo la potenza discriminatoria dei nostri occhi.
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ANALISI IMMAGINI
11
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11.1 INTRODUZIONE
Credo che tutto quello che abbiamo scritto si perderebbe se non ci fosse una sezione dedicata alle considerazioni pratiche sullimmagine, al fine di fissare bene
le idee. Per tale ragione, di seguito, analizzeremo alcune illustrazioni o dipinti.
Sono convinto che, tutti gli scritti sul colore che ognuno di noi potr leggere
nella vita non basteranno a risolvere larcano attorno al concetto di armonia,
se questi non fossero affiancati dallosservazione. Non voglio essere frainteso.
Losservazione non vuol dire ispirazione/copia, ma significa capire ci che
funziona, comprendere lelemento che ci attira verso una determinata immagine. in questo istante che ci tufferemo nella teoria per trovare tutte o quasi
le risposte servendoci di un approccio critico. Bisogna diffidare dai libri sul
colore che dettano regole precise per realizzare unimmagine armonica, imprigionando il tutto in dei semplici schemi cromatici. Ritengo pi utile cercare
di capire come ragionano gli organi deputati alla visione perch l risiede il
segreto. Sapere come pensano ci permette di assecondare le loro azioni e
reazioni. Qui pi che altrove secondo me risiede il concetto di armonia.
Ovviamente le immagini analizzate rispecchiano un mio gusto personale, per
cui mi perdonerete se non saranno di vostro gradimento, ma limportante
discuterne i contenuti.
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141
Img 11a.
Img 11b.
Img 11c.
Per una migliore visione delle immagini
presententi in questa pagina si rimanda
ai siti di riferimento degli autori.
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EPILOGO
INDICE TEMATICO
BIBLIOGRAFIA
SITOGRAFIA
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Epilogo
Le riflessioni finali ritengo di averle scritte pi volte in
diverse occasioni tra le varie pagine di questa tesi, ma
adesso mi perdonerete se aggiungo quelle di rito.
Con la mia piccola ricerca voglio sensibilizzare gli
addetti ai lavori, rendendoli ancora pi curiosi.
Il colore non roba da poco, non meno importante
di un carattere tipografico o di qualsiasi legge della
gestald, ma parte integrante di un progetto. Ha, per
questo, bisogno di uno studio approfondito.
Tuttora oggi si legati a vecchie concezioni; i corsi di
cromatologia insegnano ancora ci che si diceva pi di
tre secoli fa, ma non volendo sminuire il lavoro fatto in
tutto questo tempo, chiara la necessit di rinnovare
la materia. Questo non vuol dire cancellare il passato
ma affiancargli il presente, in quanto grazie alle recenti
scoperte siamo in grado di migliorare il nostro lavoro.
Per chi sempre alla ricerca dellarmonia qui potr trovare dei consigli, delle basi il pi possibile oggettive,
perch sul colore vi sempre stato troppo sentimentalismo e questo, secondo me, ha portato a considerare
questa splendida materia troppo difficile da studiare.
Per cui, il pi delle volte, si preferito arrendersi e
affidarsi a quei siti online, che pur non negando la loro
utilit, ritengo diminuiscano il livello intellettivo e culturale, dando modo al caso di prendere il sopravvento.
La differenza tra due progettisti nella consapevolezza del proprio lavoro, ricordate?
Spero che con questo testo possiate aver pi chiare le
idee e infinite nuove domande a cui dare risposta.
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INDICE TEMATICO
149
46 divisionismo**
47 impressionismo**
67 Rudolf Arnheim**
45 brightness**
124 colorimetria**
124 baricentro**
150
*riguarda lendocrinologia
** selezionate da fonti bibliografiche online
151
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BIBLIOGRAFIA
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