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“ Avendo consapevolezza di come aiutare i bambini a crescere bene le cose possono cambiare in
meglio, nella famiglia e nella società” Margot Sunderland
Se il cervello mammaliano predomina su quello razionale, la persona sarà più aggressiva, istintiva,
tormentata. Da adulto potrebbe avere disturbi emotivi e comportamentali.
Se i due cervelli lavorano in modo coordinato, si avrà l’equilibrio ottimale: il livello più elevato di
intelligenza sociale e il più profondo di compassione e interesse per gli altri.
Alla nascita e fino ai 5 anni il cervello in particolar modo quello che chiamiamo razionale è ancora
immaturo e povero di connessioni cerebrali perché esse si creano e muoiono a velocità vertiginosa.
Intorno ai 7 anni questa attività di creazione e distruzione inizia a rallentare e il carattere si inizia a
determinare sulla base di quante connessioni si sono create e in quali parti del cervello.
Gli stimoli che il bambino recepisce dall’esterno attivano ormoni e sostanze chimiche benefiche/
nocive preposte alla creazione/distruzione delle connessioni nelle varie parti del cervello. Le parti
stimolate da sostanze benefiche avranno continua creazione di connessioni che sostituiscono le
morenti, pertanto si svilupperà di più. Viceversa quelle scarsamente stimolate, non troveranno
Si intuisce quindi che tutto ciò che il bambino sperimenta con i genitori in particolare, ma anche con
il resto del mondo esterno, ha effetto sulle connessioni.
Col passare del tempo, tutto ciò fa si che venga spinto verso una determinata inclinazione piuttosto
che un'altra, diminuendo progressivamente le possibili direzioni verso le quali si indirizzerà il
carattere del bambino.
• RABBIA
Si attiva ad es. quando dobbiamo vestirlo
• PAURA
Si attiva ad esempio per una porta che sbatte
• ANGOSCIA DA SEPARAZIONE
Si attiva ad es. quando un genitore esce dalla stanza
CONSEGUENZE
Quando il bambino non è aiutato a gestire lo stress, le sensazioni intense e gli impulsi primitivi, nel
lungo periodo può mancare lo sviluppo di qualità come l’interesse per gli altri, o la capacità di
riflettere consapevolmente sui propri sentimenti, può rendere la persona, anche da adulta,
perennemente in “allarme” e iperattività, alterando la percezione degli eventi e con una alterazione
permamente nel cervello dei meccanismi di risposta allo stress.
L’incapacità di gestire lo stress trasforma la vita di queste persone in una lotta costante
(depressione, ansia, panico).
“PARADISO ORMONALE”
Si crea quando vengono rilasciate le sostanze benefiche e anti-ansia quali oppioidi, ossitocina,
dopamina e endorfine.
Questo avviene quando si sperimenta affetto, coccole, carezze, empatia e partecipazione sia nella
gioia che nel dolore emozionale, attraverso le espressioni facciali, il tono di voce, il volume
impostati sulla gentilezza e sull’amore.
• RICERCA
• CURA
• GIOCO
CONSEGUENZE
Tra i molti vantaggi che l’attivazione di questi sistemi comporta ci sono la capacità di assaporare la
vita, di apprezzare il presente, di saper affrontare i cambiamenti, di trovare soluzioni innovative e
creative ai problemi senza lasciarsi sopraffare da essi.
Un neonato che piange ha sempre un valido motivo per farlo, significa che c’è qualcosa che non
va. La difficoltà può essere nel capirne il motivo.
Con i bambini più grandi sarebbe bene saper riconoscere piange perché si è lasciato sopraffare da
emozioni intense e quando invece cerca di manipolare i genitori, vedi voce specifica.
Questo si traduce in
Ø NON SGRIDARLO, NON GRIDARE o dire che siamo stanchi e abbiamo altri problemi
Ø NON SMINUIRE I SUOI SENTIMENTI anche ignorandoli o liquidando in fretta un
problema che ci espone
Ø NON FARE IRONIA (non la comprendono fino a circa i 6 anni)
IL PIANTO
Come già detto il pianto E’ SEMPRE UNA RICHIESTA DI AIUTO.
Il neonato è
Ø Immaturo
Ø Sensibile
Ø Vulnerabile allo stress
Non ha solo fame o bisogno di essere cambiato ma sensibile al troppo rumore, troppa luce, troppo
caldo, troppo freddo al troppo imprevedibile, ecc.
Con il tempo si impara a distinguere cosa intenda comunicarci, ma non mancheranno occasioni in
cui non capiremo mai cosa volessero chiederci.
Ad esempio lasciar piangere un bambino finchè non si è addormentato pare funzionare perché il
bambino smette di piangere.
CONSEGUENZE
• TOCCO E MASSAGGIO
• SUZIONE (dita, succhiotto)
Il tuo bambino educarlo e capirlo (r.1)
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• CALORE CORPOREO DEL CONTATTO CON IL GENITORE O
DELL’AMBIENTE (in braccio, bagno caldo, copertina avvolgente, lenzuoli
preriscaldati con borsa acqua calda)
• MOVIMENTO E CULLAMENTO (piano, altrimenti si possono rompere i delicati
vasi sanguigni nel cervello, lo stesso dicasi per la delicatezza da usare nello spostarlo
da posizione sdraiata a in braccio, per non stressare i nervi del collo)
• NINNA NANNA
• SUONI GRAVI (lavatrice, ecc. che gli ricordino i suoi percepiti in utero)
• Se annoiato, proporre qualcosa per TENERLO IMPEGNATO E DIVERTIRLO
• Se è stanco EVITARE L’IPERSTIMOLAZIONE e portarlo in un luogo tranquillo
Ø NON ISOLARSI
Ø LASCIARSI AIUTARE
Ø CONFIDARSI
Ø Ricordarsi che il difficile in genere dura per i PRIMI TRE MESI
Ø E’ IMPORTANTE CONSOLARLO PER IL SUO SVILUPPO FUTURO
IL SONNO
Ø Il neonato NON SA CALMARSI DA SOLO
Ø NON LASCIARLO PIANGERE DA SOLO Se si addormenta solo perché è esausto di
piangere e senza aiuto, svilupperà il sistema protesta-disperazione-distacco affettivo
Ø LASCIARE CHE SI AGGRAPPI A NOI è il sistema istintivo attraverso il quale si
rassicurano quando SI SENTONO IN PERICOLO
Ø NON RICATTARLO O MINACCIARLO
Ø NON INSISTERE PER FARLO DORMIRE quando fa comodo a noi e SE NON HA
SONNO
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EDUCAZIONE AL SONNO
Ø Fare della sua CAMERETTA un luogo piacevole e sicuro, ALLA SUA PORTATA
Ø STABILIRE UNA ROUTINE SERALE (Bagnetto quando serve, massaggio, pigiama, latte,
nanna)
Ø NANNA DOPO COCCOLE O FIABA
Se si alza dal lettino o quando ancora troppo piccolo piange, calmarlo coccolandolo poi riportarlo
nel lettino dolcemente e fargli ancora qualche carezza parlandogli
COMUNICARE
I primi 6 mesi sono uno dei periodi in cui si socializza con maggior facilità.
CONSEGUENZE
• Avere LUOGHI DA ESPLORARE es. costruire una diga con rametti, raccogliere e
catalogare foglie, andare in gita in campagna, ecc.
• Avere AMICI con cui giocare e confrontarsi, primi tra tutti i genitori
• Avere GIOCATTOLI CREATIVI pochi ma istruttivi, ricreare mondi fantastici
• Fare ATTIVITA’ ARTISTICHE E FIGURATIVE
• Fare GIOCHI DI CONTATTO FISICO INTERATTIVO ad es. mangiare i piedini e
fare le pernacchiette sulla pancia per i più piccoli mentre per i più grandi simulazioni
di lotta non violenta
Ø Va bene uno STILE di vita ABITUDINARIO, le abitudini ripetitive creano in loro un senso
di sicurezza perché sanno cosa aspettarsi, ma NON uno stile TROPPO abitudinario.
E’controproducente in quanto non fornisce loro sufficienti stimoli.
COME INIBIRE I SISTEMI GIOCO E RICERCA NEL BAMBINO (DA NON FARE)
Ø DESTABILIZZA L’UMORE
Ø IPERATTIVA I SISTEMI NEGATIVI
Attenzione però a verificare che sia reale stanchezza e non ci siano invece motivi emozionali o
relazionali, altrimenti il bambino si sentirà incompreso e il problema non verrà risolto.
FAME
COME COMPORTARSI
Ø NON ARRABBIARSI
Ø EVITARE CASTIGHI, RICATTI MORALI legati al vostro affetto o alla vostra fiducia,
LASCIARLO SOLO. Penserà che NON SAPETE COMPRENDERLO E REPRIMERA’ I
SUOI SENTIMENTI PERCHE’ MANIFESTARLI E’ PERICOLOSO.
CAPRICCIO
Il capriccio mira ad avere il controllo sui genitori, dettato dal desiderio di manipolare e controllare.
Si riconosce perché il bambino
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Ø NON PIANGE
Ø ARTICOLA LE SUE RICHIESTE
Ø SI OPPONE AL RIFIUTO
Ø NOIA
Ø DISAPPUNTO
Ø FRUSTRAZIONE
IN CASA
Ø Spesso SI ANNOIANO, cercate uno spazio per loro per farli giocare o LASCIARE LORO
QUALCOSA CON CUI GIOCARE O INTRATTENERSI, altrimenti troveranno da soli il
modo per farlo
LA SPESA
A TAVOLA
Ø Fate PORZIONI PICCOLE in modo che sentano di poterle finire, è meglio che ne chiedano
ancora e vengano lodati per questo piuttosto che si sentano frustrati in partenza e perdano
appetito
MARACHELLE
I giocattoli per loro rappresentano il loro territorio e dividerli con altri li fa soffrire, sono molto
possessivi. Imparare a condividere è una operazione molto evoluta, perciò non arrabbiatevi se non
lo fanno, ma lodateli se lo sanno fare.
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Ø Spiegare che SI PUO’ FARE A TURNO
Ø SI POSSONO BARATTARE I GIOCHI
Ø Se nulla serve, SEQUESTRARE IL GIOCO FINCHE’ INSIEME NON TROVANO UN
MODO PER CONDIVIDERLO E GIOCARCI INSIEME
Ø SE CI RIESCONO GRATIFICATELI ABBONDANTEMENTE, la negoziazione e il
compromesso sono doti umane superiori
Ø ALLESTIRE CESTONI PER GIOCHI CHE SONO DISPOSTI A CONDIVIDERE, E
ALTRI PER I GIOCHI CHE PROPRIO NON VOGLIONO CONDIVIDERE, in modo che
entrambi sappiano come potersi muovere nel rispetto reciproco
Ø SE NON SANNO PERDERE PROPONETE GIOCHI DI SQUADRA
NEGOZI DI GIOCATTOLI
NON ASCOLTA
Ø NON RIPETETEVI TROPPE VOLTE, FINIRA’ PER NON ASCOLTARE OGNI VOLTA
EGOISMO
Ø Nei bambini è normale, cercare solo di dare loro amore e calore, il resto verrà da se nel
tempo con il vostro esempio
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BUGIE E PAROLACCE
Ø IL DIALOGO E’ PIU’ EFFICACE DEL CASTIGO. Vuol dire dare valore ai problemi che
hanno generato il comportamento errato, e risolverli.
Ø NON USARE IL CASTIGO PER PUNIRE BAMBINI CHE NON SANNO AFFRONTARE
SENTIMENTI DOLOROSI
Non si fa la lotta in cui ci si fa male, ma solo quando diverte tutti quelli che giocano.
Se si litiga per un gioco, il gioco viene portato via finchè non si trova un modo per condividerlo.
Se non lo sapete fare chiedete aiuto ad un adulto.
Se avete voglia di picchiare, ditelo ad un genitore che vi aiuterà a gestire i vostri sentimenti.
Non sono ammesse parolacce, chiedete aiuto ad un adulto per trovare il modo di dire agli altri cosa
volete cambiare. (ovviamente non devono sentire dire parolacce tra i familiari).
IL LEGAME AFFETTIVO
Ø NON RISPARMIARSI IN COCCOLE, ANCHE DA GRANDI. Soprattutto se l’iniziativa
parte da loro. I ragazzi più grandi le rifiuteranno, ma lo apprezzeranno molto
Spesso è solo per avere più attenzioni. NON ARRABBIARSI MA FAR CAPIRE AL BIMBO CHE
LO COMPRENDIAMO ANCHE SE NON POSSIAMO ACCONTENTARLO. OFFRIRE
EVENTUALMENTE UNA ALTERNATIVA che non sia accondiscendere alla sua richiesta.
DIVERSAMENTE RIPARARE IN FRETTA LA ROTTURA ED ESSERE AFFETTUOSI.
Per il primogenito può essere molto doloroso ma non ve lo diranno mai, faranno in modo che vi
accorgiate di loro.
Trovate il modo di aiutarli ad esprimere il loro disagio (attraverso pupazzi, racconti, disegni,
mettersi d’accordo che quando vuole attenzioni mette un sassolino nella tasca della mamma, ecc.)
SPIEGARE CHE L’AFFETTO PER LUI NON E’ CAMBIATO CONDIVIDERE INSIEME LA
NUOVA ESPERIENZA, FARSI AIUTARE OGNI TANTO, DEDICARGLI MOMENTI
SPECIALI NELLA GIORNATA SOLO PER LUI/LEI.
Ø ESSERE AFFETTUOSI
Ø PRENDERE SUL SERIO I LITIGI TRA FRATELLI, alcuni sono l’anticamera del bullismo