Sei sulla pagina 1di 4

Il dialogo fra Pauli e Jung: le strane coincidenze

tra fisica e inconscio

Indice Introduzione
Un breve saggio sulla corrispondenza e gli studi
1 Sincronicità e ampliamento del incrociati di Wolgang Pauli e Carl Gustav Jung
concetto di causalità 3
Siamo all’inizio degli anni 1930: da pochi an-
ni si è giunti alla definitiva formulazione della
2 Archetipi e teoria della conoscenza Meccanica Quantistica, nella cosiddetta “Inter-
3 pretazione di Copenaghen”, a cui hanno parteci-
pato i più grandi fisici del tempo, da Schrödinger
3 Un’analogia con la meccanica quan- a Heisenberg, da Bohr a Dirac.
tistica 4
Wolfgang Pauli è un giovane fisico di origine
austriaca; il suo nome è legato principalmente
al “principio di esclusione”, ma anche a impor-
tanti lavori sulla teoria della relatività. Negli
stessi anni la psicoanalisi, nata alla fine del seco-
lo precedente per opera di Freud, viene original-
mente rielaborata e interpretata da Carl Gustav
Jung.

Tra i due incomincia un intenso scambio


epistolare, che proseguirà per diversi anni e
porterà anche alla pubblicazione del libro Natur-
erklÃrung und Psyche (Spiegazione della natura
e psiche) del 1952.
Cosa spinge Pauli e Jung ad avvicinarsi e a di-
alogare, confrontando idee appartenenti a saperi
tanto diversi? “E’ stata la concordanza di sen-
so di idee che si sono presentate in rami diversi
Un dossier di Federica Pozzi, http://www.torinoscienza.it/
aggiornato al 10.03.2004 c 2002 Provincia di Torino
Il dialogo fra Pauli e Jung: le strane coincidenze tra fisica e inconscio 2

del sapere quasi simultaneamente, la loro sensi- Psyche, in Writins on Physics and Philosophy,
bile coincidenza, che mi ha indotto a uscire fuori Springer Verlag, Berlin, 1994 W. Pauli, Fisica e
dalla mia stretta specializzazione” scriverà Pauli conoscenza, Boringhieri, Torino, 1964
molti anni dopo.
Un sito dedicato a C.G. Jung: Analytical
In effetti, grazie alle riflessioni e al continuo Psychology and Culture
confronto di idee che avvenne tra Pauli e Jung
nell’arco di quasi un ventennio, i percorsi del-
la fisica dei quanti e della psicoanalisi sembrano
intrecciarsi in più punti.
Frutto di questo scambio, come già accennato, è
il libro NaturerklÃrung und Psyche, che si com-
pone di due saggi: “La sincronicità come princi-
pio di nessi acausali”, scritto da Jung, e “L’in-
fluenza delle immagini archetipiche sulle teorie
scientifiche di Keplero”, opera di Pauli. Nonos-
tante i due saggi siano stati pensati per essere
pubblicati insieme, in Italia abbiamo soltanto
la traduzione del primo. È dunque più dif-
ficile cogliere il senso della collaborazione tra
Jung e Pauli, che cercheremo qui brevemente di
chiarire.
Nel corso degli anni, Pauli affianca ai suoi con-
tributi alla fisica dei quanti una continua rif-
lessione filosofica sulla portata e sui limiti del-
la scienza, soprattutto per quanto riguarda la
neonata teoria dei quanti. Questa teoria, pur
essendo capace di prevedere molti risultati sper-
imentali, lascia tuttavia aperti alcuni problemi:
il mondo microscopico sembra obbedire a leg-
gi diverse rispetto a quello macroscopico e gli
scienziati si trovano in difficoltà quando cer-
cano di descriverlo usando i concetti della fisica
classica.
Nello stesso periodo, Jung sta portando avan-
ti le sue ricerche sulla relatività delle categorie
spazio-temporali all’interno dell’inconscio e sul-
l’esistenza di un legame, che egli definisce “di
sincronicità”, tra fenomeni fisici e psichici, non
riconducibile a un rapporto di causa-effetto.
Egli si trova cosı̀ a interessarsi ai risultati della
fisica quantistica e a discuterne con alcuni fisi-
ci le conseguenze, le quali sembrano confermare
alcune sue ipotesi.
Da leggere C. G. Jung, La sincronicità come
principo di nessi acausali, Boringhieri, Torino,
1980 C. Meier, Il carteggio Pauli-Jung, Roma,
1999 W. Pauli, The interpretation of Nature and

Un dossier di Federica Pozzi, http://www.torinoscienza.it/


aggiornato al 10.03.2004 c 2002 Provincia di Torino
Il dialogo fra Pauli e Jung: le strane coincidenze tra fisica e inconscio 3

1 Sincronicità e ampliamento Secondo Jung, il legame tra realtà fisica e


del concetto di causalità psichica non scaturirebbe da connessioni causali,
ma da una dinamica nascosta comune ad en-
trambe, da un ordine che collega tutte le cose.
A partire dagli anni ’30 Jung incomincia a studi-
Quest’ordine comune, generale, creerebbe lega-
are una serie di fenomeni che definisce “sincro-
mi acausali tra eventi diversi. Si profila quin-
nistici” o “di sincronicità”, oppure “coinciden-
di l’introduzione di un nuovo principio esplica-
ze significative”. In essi si ha coincidenza tra
tivo della realtà, da porre accanto al princi-
due eventi diversi e in particolare tra un evento
pio di causalità: Jung chiama questo principio
interiore, psichico (sogno, idea improvvisa, pre-
“sincronicità”.
sentimento) e un evento esterno (dato di fatto
obiettivo). Questa esigenza compare, in quegli anni, an-
che all’interno della fisica dei quanti. Tale teo-
A tutti noi è capitato di vivere curiose coinci-
ria è infatti intrinsecamente probabilistica: non
denze di questo genere: sogniamo di notte una
è possibile prevedere con certezza quale sarà
persona e la incontriamo il giorno dopo, oppure
l’evoluzione di un fenomeno microscopico, si
una determinata situazione e questa accade sen-
possono dare soltanto previsioni probabilistiche
za che noi interveniamo per favorirla. Di solito
sulle diverse possibili evoluzioni. Gli eventi de-
si tende a considerare questi eventi come pu-
scritti sono per loro natura statistici, cioè singo-
ramente casuali e non si attribuisce loro molta
larmente imprevedibili. Il principio di causalità,
importanza. Per Jung invece essi sono di grande
tanto caro alla fisica ottocentesca, sembra qui
interesse: mostrerebbero infatti l’esistenza di
vacillare.
legami, di corrispondenze tra il mondo fisico e
quello psichico. In una coincidenza significativa Secondo Pauli la realtà è troppo complessa per
il rapporto tra l’evento psichico e quello fisico essere descritta in maniera esaustiva dal princi-
non è spiegabile ricorrendo al rapporto causa- pio di causalità; ai suoi occhi l’introduzione del
effetto, eppure il rapporto esiste ed è evidente: nuovo principio sembra in grado di completarne
si tratta di un’affinità di senso, di contenuto, l’immagine in nostro possesso: “Osservati a par-
che ci balza agli occhi immediatamente quando tire da una prospettiva globale, i fenomeni sin-
viviamo un’esperienza del genere. cronistici e quelli causali potrebbero essere con-
siderati come due lati di un nastro di Moebius”,
scrive in una lettera al fisico Fierz.

2 Archetipi e teoria della


conoscenza

Un altro punto fondamentale all’interno del-


la riflessione di Pauli riguarda la teoria del-
la conoscenza. Egli si pone l’antico problema
filosofico riguardante la natura del “ponte” che
permette di passare dai dati empirici provenien-
ti dall’esperienza ai concetti e alle idee e quindi
alla formulazione di teorie scientifiche. Si tratta
di un problema lungamente dibattuto nel corso
della storia della filosofia e delle scienze.
Un dossier di Federica Pozzi, http://www.torinoscienza.it/
aggiornato al 10.03.2004 c 2002 Provincia di Torino
Il dialogo fra Pauli e Jung: le strane coincidenze tra fisica e inconscio 4

3 Un’analogia con la meccani-


ca quantistica

L’idea che emerge dalle riflessioni di Pauli e Jung


è quella di una natura intesa come “totalità”,
nella quale esiste un ordinamento generale, che
collega tra loro la realtà fisica e quella psichica.
Pauli pare molto affascinato da questa visione
dell’universo.
Il fisico e lo psichico sembrano essere intima-
mente legati in un tutt’uno a due facce, come
se fossero i due aspetti complementari di una
sola realtà. Un rapporto del tutto simile a quel-
lo che caratterizza la natura degli oggetti nella
meccanica quantistica, che possono presentare
di volta in volta caratteristiche corpuscolari op-
La risposta di Pauli è fortemente influenzata pure ondulatorie, entrambe possibili ma mai
dalla psicoanalisi junghiana. Secondo lo scien- coesistenti.
ziato, il passaggio dall’esperienza alla formu-
lazione delle teorie non può essere effettuato Il dialogo tra Pauli è Jung è stato un ten-
tramite la pura logica; risulta invece più sod- tativo molto originale di riflettere sulla natu-
disfacente postulare l’esistenza di un ordine cos- ra e sul nostro modo di conoscerla e di avvic-
mico, oggettivo e universale, al quale risulti- inare due discipline profondamente diverse per
no soggetti sia l’animo umano che l’insieme dei metodi e oggetto di studio, ma che inaspettata-
fenomeni naturali. mente hanno mostrato analogie e punti di con-
tatto. La speranza era quella di fornire un’im-
Il processo di comprensione della natura risul- magine del mondo il più completa possibile, che
ta allora essere una ricerca di corrispondenze, di comprendesse i fenomeni fisici e quelli psichici.
sovrapposizioni fra immagini interne preesisten-
ti nella psiche umana e gli oggetti del mondo es- Si tratta di problematiche estremamente com-
terno. A guidare questa ricerca sono delle “idee plesse che, dopo la morte di Pauli e di Jung,
innate”, che sono presenti negli strati profondi, non sono più state affrontate in maniera inter-
inconsci, della psiche e che fungono da produt- disciplinare. In parte esse sono state approfon-
tori e ordinatori di rappresentazioni. Si tratta dite da alcuni allievi di Jung, per esempio da
degli archetipi, un concetto introdotto da Jung Marie Louise von Franz, che ha sviluppato le
che indica contenuti inconsci innati e comuni a riflessioni junghiane sui rapporti tra psiche e
tutti gli uomini. Sarebbero queste idee, dal forte materia. Sul versante della fisica, gli sviluppi
contenuto simbolico ed emozionale, a dirigere successivi sui fondamenti della teoria dei quanti
l’attenzione dello scienziato e ad influenzarne il sembrano confermare l’idea di una natura intesa
modo di selezionare i dati dell’esperienza, cos- come totalità, formata cioè da sottoinsiemi non
tituendo cosı̀ il ponte cercato tra le percezioni e separabili (“non-località” della teoria).
le idee. Sono mancate, tuttavia, la ricchezza e il fasci-
Scrive Pauli: “In qualità di fattori ordinanti no di un dialogo che, superando le rigide dis-
e produttori di immagini, in questo mondo di tinzioni tra le discipline, ha tentato di creare
immagini simboliche, gli archetipi esercitano la nuovi strumenti per esplorare il mondo, fornen-
funzione di quel ponte che abbiamo tanto cerca- do stimoli e suggestioni uniche nella storia della
to fra le percezioni sensoriali e le idee, e sono scienza moderna.
dunque un necessario presupposto anche per
sviluppare una teoria scientifica della natura”.
Un dossier di Federica Pozzi, http://www.torinoscienza.it/
aggiornato al 10.03.2004 c 2002 Provincia di Torino

Potrebbero piacerti anche