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- TEORIA DEI COLORI - - TEORIA DEI COLORI -

PREFAZIONE E NOTE DI RUDOLF STEINER


DA: GOETHE, "LE TRAI TE La prefazione è un estratto del libro "Le opere scientifiche di
DES COULEURS " Goethe" di Rudolf Steiner (1883).
Per una comprensione migliore riferirsi al libro stesso.

ED. TRIADES, PARIS, 19 73

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P5 - L'osservazione della natura deve farsi con ironia,


NOTE ALLA PREFAZIONE DI GOETHE cioè dobbiamo fare chiarezza sui rapporti che il nostro spirito
e i suoi concetti hanno con gli oggetti naturali.
P1 - Goethe non vuole dire qui che la natura della
luce ci resta inaccessibile, e che vi tocchiamo un limite della
conoscenza, ma soltanto che noi non dobbiamo ridurre la luce
ad alcune formule concettuali astratte o a delle
rappresentazioni dì movimenti meccanicì, e che bisogna
vedere in essa la vita all'opera nei fenomeni colorati. Noi non
dobbiamo cercarla al di là e isolata dai colori che appaiono
Si quid novisti rectius istis
come i suoi effetti, ma in essi e con essi.
Candídus impertí; si non, his hutere mecum!
P2 - La "natura tutta intera" non significa qui la
(Se sai qualcosa di più giusto di questo
somma delle cose naturali, ma l'essenza, l'idea della natura.
è con buona fede che te ne ho fatto partecipe,
Questa essenza è concepita come agente ed efficace in ogni
se no,serviti come me di queste riflessioni.)
fenomeno isolato. Bisogna soltanto che noi afferriamo il
fenomeno isolato nella giusta prospettiva, al di là del suo
aspetto esteriore, penetrando nell'interiorità della cosa perché
la natura si sveli come totalità efficace. Goethe si pone qui
molto al di sopra delle scienze moderne della natura, che si
limitano allo studio dell'insieme dei fenomeni.

P3 - Ogni oggetto naturale è isolato soltanto perché è


limitato nello spazio e nel tempo; ma in lui è la natura tutta
intera che si esprime. Per i sensi, per la facoltà di
rappresentazione, esistono un numero infinito di oggetti, ma
per la ragione esiste una sola natura che prende forma visibile
in una infinita diversità.

P4 - Tutti i termini qui enumerati sono quelli per i


quali cerchiamo di stabilire i rapporti tra i fatti che ci appaiono
isolati, in modo tale che l'edificio della natura si presenta agli
occhi dello spirito come una totalità, e che il sensibile venga
sempre più a coincidere con il razionale.

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Si vera nostra sunt aut falsa, licet nostra per vitam


defendimus. Post fata nostri puerí, qui nunc ludunt, nostri
judices erunt.

La luce e lo spirito (Se la nostra verità fosse falsa, è così che la si


- che governano una la fisica e l'altro l'etica - giudicherà, anche se noi la difendessimo con la vita. Dopo di
sono le massime energie indivisibili che si possano pensare. noi, i bambini che oggi giocano, la giudicheranno.)

Goethe : "Aforismi".
NOTE ALL'INTRODUZIONE

I 1 - Nella concezione goethiana del mondo, la natura


si crea nell'uomo gli organi grazie ai quali essa può apparire
nel suo supremo rigoglio. Senza l'occhio, la natura non
apparirebbe. Ciò che, nella natura, è fondato secondo il suo
essere, si crea nell'uomo gli organi adeguati al fine di essere
percepibile ai sensi.

I 2 - Il "mistico d'altri tempi" è Jacob Bdhme. Nella


sua concezione teosofica profonda dell'uomo, egli considera
l'essere come strettamente unito all'essenza del mondo stesso,
tanto che le forze all'opera all'infuori di noi, nell'universo,
sono ugualmente attive in noi. Secondo Bdhme, noi
riconosciamo l'origine delle cose perché abbiamo un'affinità
con questa origine. Il passaggio al quale Goethe si riferisce qui
si trova in "Aurora" (cioè: aurora al levarsi, madre della
filosofia): "Come l'occhio dell'uomo giunge fino all'astro in
cui ha avuto la sua origine, così anche l'anima vede l'essere
divino nel quale vive: Poiché l'anima riceve il suo tormento
dalla natura, e nella natura sono il male e il bene, e l'uomo si è
gettato nella ferocia della natura, così come l'anima è
insudiciata di peccati in ogni giorno e in ogni ora, la
conoscenza è solo frammentaria poiché la ferocia della natura
regna anche nell'anima..."

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I 3 - Luce ín quiete, cioè possibilità di sentire il


campo visivo come pieno di luce. TEORIA DEI COLORI
I 4 - Nella sua unicità, la luce non può essere
Nota al § 1 . - Goethe vede nei colori fisiologici ìl
spiegata, bisogna conoscerla nel suo rapporto con la materia,
fondamento di tutta la Teoria dei Colori; dunque nei colori, la
con gli oggetti; solo allora possiamo conoscerla.
causa dei quali non deve essere cercata in alcuni processi
obiettivi, ma nella natura stessa dell'organo visivo. Ciò si basa
I 5 - Goethe attribuiva importanza al fatto che
su una sua irrefutabile convinzione secondo cui noi possiamo
fossero formulate in modo identico nei diversi capitoli della
percepire un oggetto del mondo che ci circonda soltanto se
fisica le idee generali, i termini che ci servono a rappresentarci
questa percezione è preformata nei nostri organi. Il mondo non
i fenomeni.
ci apparirebbe colorato se l'occhio non potesse produrre lui
stesso i colori in virtù della sua natura. (Vedi Introduzione)
Goethe cerca dunque inizialmente di stabilire in quale misura
l'occhio possa produrre colori da se stesso. E soltanto sulla
base di questa ricerca che si può intraprendere con successo di
stabilire i processi obiettivi che provocano nell'occhio la
percezione dei colori. Tuttavia si avrebbe torto di credere,
poiché Goethe attribuisce una tale importanza ai colori
fisiologici o soggettivi, che egli abbia negato il carattere
oggettivo della percezione del colore. Un errore della nostra
epoca, che fa ricadere tutta la scienza in un materialismo, è di
non ammettere come oggettivi che i fenomeni meccanici (che
sì svolgono nel tempo e nello spazio). Certo, è vero che la
sensazione del colore non diverrebbe cosciente se la natura del
nostro organo visivo non potesse essa stessa crearla; ciò vuol
dire soltanto che noi dobbiamo essere in grado di ricreare i
processi fondati nel funzionamento obiettivo del mondo per
fare di questo mondo in sé un mondo per noi. In ogni soggetto
umano, il mondo, da oggettivo diventa precisamente
soggettivo. Concepire la percezione e la conoscenza come la
ricreazione interiore del mondo oggettivo, e situare questa idea
fondamentale alla base di ogni studio scientifico, è un
progresso dovuto segnatamente agli studi filosofici di Kant.

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Nota al § 4. - Trattando di argomenti di morfologia Nota al § 8. - Secondo Goethe, il fondamento di ogni


in Goethe, noi abbiamo già avuto l'occasione d'attirare percezione di colore è la possibilità per l'occhio di trasmettere
l'attenzione sul modo in cui egli considera le anomalie, cioè le di primo acchito due sensazioni totalmente opposte l'una
deviazioni delle norme regolari naturali, e come ne tragga all'altra: l'assenza e la presenza della luce come tale, cioè fatta
profitto dal punto di vista scientifico. Ogni difformità, ogni astrazione da ogni considerazione qualitativa. Nell'attívítà
aberrazione è per lui dovuta allo sviluppo di una struttura visiva, queste due sensazioni sono in un rapporto d'interazione
regolare, ma in un senso esclusivo. Quando un processo vivente.
naturale che dovrebbe inserirsi in un insieme sfugge a questo,
diviene indipendente e prolifera, dà luogo a tali anomalie. Esse Nota ai § 16-17. - Questi fenomeni sono stati
non sono naturalmente contrarie alla regola, ma fanno difetto raggruppati sotto il termine di irradiazione. Essi possono
le controforze che le manterrebbero entro i limiti necessari. essere tutti riassunti dal fatto che le superfici fortemente
Invece di partecipare a un'attività comune, esse agiscono per illuminate appaiono più grandi di quanto non siano in realtà,
conto loro. Ma è anche in questo che risiede la loro utilità mentre le superfici attigue sembrano essere rimpicciolite nella
scientifica. Esse mettono in risalto ciò che contribuisce al stessa proporzione. Il fenomeno è particolarmente distinto
processo naturale, e le forze che entrano in interazione. Per quando si copre la metà di una superficie con una carta bianca,
acquistare una conoscenza delle cose, il saggio è a tutta prima l'altra con una carta nera, e su questi due campi si colloca in
obbligato a dissociare ciò che è un insieme nella natura. Per le alto una banda nera e in basso una banda bianca della stessa
malformazioni e le anomalie, la natura diventa l'ausiliaria della larghezza (vedere la figura qui di fianco). La banda bianca
conoscenza presentandoci una realtà che altrimenti noi sembrerà più larga della nera, e in modo sorprendente.
possiamo soltanto rappresentarci. Hermann Welcker ha pubblicato su questi fenomeni uno
studio notevole: "Dell'irradiazione e di qualche altro fenomeno
Nota al § 6 - La sensazione del nero è un'impressione visivo", Giessen 1852. Egli li spiega mediante il fatto che
positiva, non è l'assenza di tutte le sensazioni. Con gli occhi ciascun punto luminoso non produce sulla retina un punto
chiusi, abbiamo una rappresentazione ben definita immagine, ma tutta una zona di dispersione luminosa, così che
dell'estendersi del campo visuale nero, che va fino al limite la luce sembra superare i limiti reali di una superficie chiara.
della distanza che la vista può coprire. Noi non applichiamo la
sensazione del nero alle parti dello spazio che la posizione dei
nostri occhi non permette loro di vedere. Questo ci giustifica a
concepire che il nero è uno stato dell'organo visivo, benché
questo stato sia prodotto da un'assenza totale di luce. (Conf.
Helmholtz: "Ottica fisiologica"). Il nero è la sensazione
dell'oggetto fisico non luminoso.

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Nota al § 18. - Nell'opera citata, Welcker nota con Nota al § 36. - Goethe chiama fenomeno la
ragione che Goethe non ha in nessuna parte espresso il suo percezione di un processo naturale del quale bisogna ricercare
accordo con questa ipotesi, e che non lo si può assolutamente anche le condizioni nella natura; quando produciamo noi stessi
attaccare su questo punto, come Plateau ha fatto nel suo libro queste condizioni e così il processo appare come conseguenza
Uber Irradíation. L'inizio del § 19 mostra pertanto molto delle misure che abbiamo preso, abbiamo a che fare con
chiaramente che Goethe non desiderava prendere posizione un'esperienza. L'esperienza è di più grande valore scientifico,
sull'aspetto anatomico di questa questione. perché i rapporti di causa ed effetto sono in esso perfettamente
distinguibili. Innalzare il fenomeno al rango di esperienza è
Nota ai § da 19 a 30. - I fenomeni descritti qui sono per Goethe il compito inerente alla scienza dell'inorganico.
chiamati in ottica fisiologica "immagini consecutive". Questi
del paragrafo 20 sono chiamati, presso Briicke, immagini Nota al § 38. - L'idea qui espressa da Goethe non è
consecutive "positive", perché il chiaro e lo scuro vi sono eliminata, ma tutt'al più lasciata da parte, quando si spiega che
ripartiti come sull'oggetto osservato stesso; mentre al contrario essendo stata vista una figura nera su fondo grigio, e poi tolta,
dal § 29 sono chiamati immagini consecutive "negative" la retina che nel punto corrispondente si trovava in riposo sarà
perché in rapporto all'oggetto stesso, la ripartizione del chiaro in seguito più vivamente eccitata dal fondo grigio che le resta,
e dello scuro è invertita. essendo già affaticata. Poiché la maggiore sensibilità della
retina dopo il riposo è precisamente la caratteristica della vita.
Nota ai § 31 e 32. - La spiegazione data qui da Al posto di concetti astratti e vuoti di rilassamento e di fatica,
Goethe, è stata recentemente riconosciuta di nuovo come Goethe pone l'idea vivente, cosa che lo innalza ben al di sopra
giusta da Fechner. L'immagine consecutiva positiva si forma di un approccio intellettuale del soggetto. Solo gli spiriti
perché l'eccitazione persiste nell'occhio dopo la prima creatori sono capaci di trasformare in idea la conoscenza
impressione; quando sopraggiunge la fatica, i punti della retina acquisita dall'esperienza.
anteriormente toccati dalla luce si attenuano, e per questa
ragione sono più debolmente eccitati degli altri; ciò che prima Nota ai § da 39 a 46. - Tutte 1e immagini
era chiaro diviene scuro. consecutive di questa natura mostrano questa regressione lenta
e accompagnata da produzione di colori; benché non ancora
Nota ai § 33 e 34. - Bisogna qui sottolineare spiegato anatomicamente, il fenomeno mostra che l'insieme
particolarmente che Goethe non voleva emettere un'ipotesi di dello spettro, compresa la porpora, è preformato nell'occhio.
anatomia, ma stabilire un fatto ideale. È commettere un errore
grossolano in materia scientifica lo sbarazzarsi di tali fatti
ignorandoli. Il materialismo crede di poter eliminare tutti i
processi d'ordine spirituale superiore negandoli.

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Nota ai § 48 e 49. - I fenomeni qui menzionati Nota al § 62. - Le ombre colorate hanno attirato
possono essere facilmente riprodotti con l'aiuto molto presto l'attenzione di Goethe. Leggiamo negli "Annali"
dell'apparecchio di Ndrremberg. Si pongono due quadri che dal 1770 egli aveva preso nota di un libro che trattava
sistemati l'uno dietro l'altro, e si colloca sul quadro posteriore questo soggetto. Si legge(3,da 13 a 15): "Dissertazione sulle
un disco dipinto con differenti colori. Lo si fissa fino a che ombre colorate di M. Beguelin. Hist. De l'Académie Roy. Des
l'occhio sia stanco, a questo punto si fa cadere uno schermo Sc. Et beli. Lett. Anno 1767, Berlino". Delle due lettere a
bianco situato nell'altro quadro sul disco, in modo da coprirlo Jacobi (19 luglio e 18 novembre 1793) risulta ch'egli si
interamente. Si vedono allora le immagini delle figure nei occupava in quel momento di uno studio di H.F.T.:
colori complementari. "Osservazioni sulle ombre colorate a Parigi 1782", e che stava
scrivendo egli stesso in quel momento un articolo su questo
Nota al § 50. - Si può qui utilizzare la nostra figura soggetto. Sembra che questo articolo sia pervenuto nel 1796 a
della nota al § 816; i colori saranno quelli diametralmente Sbmmering. Ma Goethe scrisse allora che voleva soltanto
opposti. raccomandare di fare le esperienze, e che doveva rimandare a
più tardi il suo giudizio su questi fenomeni; vediamo così che
Nota al § 54. - Un'esperienza molto singolare le opinioni qui formulate si sono formate più tardi.
appartenente a questa serie è stata compiuta da Wheatstone nel
1845. Quando una forte luce bianca cade su dischi blu sui Nota al § 65. - Siano L ed L' due luci, K un oggetto
quali sono state dipinte figure rosse, e si imprime a questi le ombre (S ed S') saranno proiettate su uno schermo. Facendo
dischi un movimento di andirivieni, le figure sembrano passare la luce L attraverso un vetro colorato in rosso (g), la
muoversi. Questo fenomeno prova che l'effetto di persistenza luce rossa si estende su tutto lo schermo, salvo la parte
nell'occhio è di differente durata secondo il colore. Poiché il occupata dall'ombra S. L'ombra S sarà dunque ugualmente
movimento apparente è possibile solo se la persistenza colorata di rosso. L'ombra S' al contrario, apparirà verde, cioè
nell'occhio è più lunga per un colore che per l'altro. Un'altra nel colore complementare del rosso. Questo fenomeno si trova
esperienza per dimostrare ciò può essere condotta con il alla base di tutti quelli che Goethe ci presenta a proposito delle
diploscopio di Schaffgotsch: un disco è dipinto metà in rosso, ombre colorate.
metà in verde. Lo si guarda allora da due tubi, in modo che un
occhio veda solo il rosso e l'altro solo il verde. Quando si fa
poi girare il disco rapidamente, l'occhio che prima vedeva il
rosso, vede il verde, e viceversa.

Nota al § 56. - I fenomeni descritti sono raggruppati


sotto la denominazione di colori contrastanti simultanei.

Nota al § 60. - I tre colori fondamentali sarebbero:


rosso, giallo e blu.

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Nota al § 74. - Successivamente Goethe ha molto Nota ai § da 111 a 113. - La non-percezione del blu
discusso della natura delle ombre colorate con Eckermann non è che un caso particolare del daltonismo. Esistono persone
(Vedi Entretien del febbraio 1829). Quest'ultimo aveva alle quali manca ogni sensazione di colore; esse non
espresso alcuni dubbi sul fatto che le ombre colorate sarebbero conoscono il mondo che nelle gradazioni di chiaro e scuro. Ma
realmente e unicamente di natura soggettiva. Egli credeva di succede anche che la facoltà di percezione faccia difetto
vedere, per esempio, delle ombre blu anche là dove non era soltanto per una delle tre sensazioni fondamentali. Si
visibile alcuna superficie colorata di giallo. Goethe stesso distinguono per conseguenza daltonici del rosso, del verde e
avrebbe a metà concesso a Eckermann di avere ragione. del violetto. Goethe fu uno dei primi ad esplorare questo
(Cfr.Entretien del febbraio 1829). campo. Egli vi fu probabilmente indotto in virtù del suo
personale principio di sapere che le anomalie ci rivelano più
Nota al § 75. -L'escursione invernale sullo Harz è del nettamente le leggi fondamentali. Le esperienze che lo
1777. Il bel poema "Viaggio invernale nello Harz" (Harzreise portarono alle opinioni qui espresse furono da lui condotte nel
im Winter) vi si riferisce, come anche il commentario che corso dell'anno 1798. Fu Schiller che scoprì inizialmente che
Goethe ha scritto nell'anno 1820, dove dice: "La splendida la confusione dei colori presso alcune persone era dovuta
apparizione delle ombre colorate al sole che tramonta è all'impossibilità di percepire il blu (vedere anche gli Annali
descritta in dettaglio nel mio Trattato sulle ombre colorate al per il 1798). Sembra che in quel momento, le esperienze
paragrafo 75." Probabilmente vi si riferiscono anche i versi fossero state condotte in collaborazione con Schiller. Il
seguenti, estratti dal poema menzionato: "...con il mattino dai soggetto studiato era allora un certo Gildemeister, studente a
mille colori tu gli ridi nel cuore..." Iena. Goethe riconobbe una conferma alle sue convinzioni in
una lettera che ricevette 1'11 gennaio 1811 dal dottor Brandis,
Nota ai § 89 e 90. - Goethe qui non dice altro che ciò medico personale del re di Danimarca e cavaliere dell'Ordine
che oggi ammettiamo come giusto, sapendo che un punto di Danebrog. Costui scriveva: "Io mi trovo continuamente
luminoso produce sulla retina non l'immagine di un punto, ma nella situazione di acuanoblepsia che voi descrivete. Ho già
tutto un cerchio. L'occhio riceve di conseguenza un'immagine molto spesso causato alla mia cara moglie delle piccole
che supera i limiti reali dell'oggetto. Gli oggetti sembrano contrarietà quando vedevo rosa i suoi nastri o i suoi vestiti,
allora circondati da un bordo supplementare, ed è questo che mentre erano blu chiaro. Ho anche acquistato per questa
chiamiamo alone. singolarità un certo diritto di cittadinanza nella letteratura. il
defunto M. Murray non mi ha perdonato di non aver saputo
Nota al § 93. - Più una luce è intensa, meno l'alone distinguere il vero colore dell'olio di ricino in una
prodotto è visibile. Anche la luce elettrica appare all'occhio dissertazione che aveva coronato con un premio..." La
strettamente limitata. rappresentazione schematica di cui è questione è così facile a
riprodurre che possiamo dispensarcene.
Nota all'Appendice - Goethe cominciò a lavorare a
questo capitolo nel 1806 (vedi anno 1806) dopo aver terminato
i lavori sui colori fisiologici.

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Nota al § 135. - Sulla sviluppo del senso dei colori, Nota al § 137. - Essi hanno un debole grado di realtà
vedere l'eccellente lavoro del Dr Magnus "Lo sviluppo del in più perché esistono al di fuori dell'organo visivo e sono
senso dei colori nella storia". Leipizig 1877. dunque presenti al di là del processo di percezione, cosa che
non avviene per i colori fisiologici.
Nota al titolo. - Goethe pone in qualche modo
l'ultimo anello alla parte concernente i colori fisici nel 1806, Nota al § 138. - Possiamo osservare per esempio lo
dopo essersi occupato di studiare i colori per 12 anni senza spettro solare soggettivamente, cioè facendo pervenire i suoi
interruzione (Vedere gli Annali del 1806). "I colori fisici raggi direttamente nell'occhio dopo che hanno attraversato un
richiesero a loro volta la mia attenzione. L'osservazione dei prisma - oppure facendoli cadere su uno schermo bianco,
mezzi e delle condizioni che determinavano la loro dunque proiettandoli oggettivamente e studiandone questa
apparizione esigeva la messa in opera di tutte le forze del mio proiezione.
spirito." E qualche riga dopo: "Con l'impressione, noi eravamo
arrivati fino ai 13° foglio della prima parte e fino al 4° foglio Nota al § 139. - Ciò che importa qui sono le
della seconda, quando il 14 ottobre la più grande delle condizioni esteriori che fanno apparire la luce come colorata.
disgrazie si abbatté su di noi e minacciò di distruggere Il colore è fisico soltanto nella misura in cui la sua esistenza è
irrevocabilmente le carte messe affrettatamente al sicuro." Egli determinata da queste condizioni.
scrisse nel 1805: "Alcuni quaderni redatto della Teoria dei
Colori mi furono restituiti dopo la sua morte (di Schiller)." Nota al § 140. - La catottrica tratta della riflessione
Risulta da queste righe che Goethe studiava la natura dei della luce. Goethe chiama colori parottíci i fenomeni provocati
colori da lunghi anni, che rettificava dei dettagli, e che nel dalla diffrazione della luce. La diottrica tratta della rifrazione.
1806 il lavoro era sufficientemente avanti perché potesse I colori epottíci sono quelli che si riproducono alla superficie
affrontare la redazione che ne avrebbe costituito un insieme, e di un oggetto e vi persistono più o meno a lungo.
la pubblicazione.

Nota al § 136. - Nel senso goethiano del termine, i Nota al § 141. - Questa osservazione ci mostra che
colori fisici sono quelli che, al contrario dei colori fisiologici, per Goethe, e conformemente alla filosofia tedesca, l'obiettivo
hanno per origine dei processi esteriori, materiali. Essi sono principale della scienza è di saper sviluppare un fenomeno a
dunque la conseguenza di certi fenomeni nella natura partire da un altro al quale è unito da una legge.
oggettiva, materiale, e spariscono non appena questi fenomeni
cessano. Essi non sono dunque la proprietà dei corpi nella Nota al § 143. - L'apparizione di un colore diottrico è
natura, ma fenomeni secondari che accompagnano quelli del determinata dall'interazione della luce con una materia
mondo dei corpi. E in ciò si distinguono dai colori chimici, trasparente.
che devono essere concepiti come una qualità dei corpi
naturali. Questi sono un dato del tutto invariabile, mentre i Nota ai § 150 e 151. - In questi due paragrafi. Goethe
colori fisici sono processi, qualcosa in divenire (Vedere anche formula quello che chiama il "fenomeno primordiale" del
§ 137). colore: la luce, vista attraverso un mezzo torbido, dà il giallo -
le tenebre, viste attraverso un mezzo illuminato, danno il blu.

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Nota al § 181. - Lo stato dei fatti di cui Goethe parla


Nota al § 162. - La luce riflessa dal legno nefritico o qui è esattamente il seguente: i nostri sensi non ci propongono
di sandalo è blu; questo fenomeno è oggi attribuito alla che elementi giustapposti isolati fianco a fianco. L'intelletto e
fluorescenza (Cf. Annali di Paggendorf XLVI, pag. 247). la ragione hanno per fine di stabilire i rapporti fra questi
frammenti. Ogni scienza riposa sulla necessità di discernere la
Nota ai § da 175 a 177. - Goethe formula qui la sua parentela interna di tutto ciò che appare ai sensi sotto forma di
opinione sul vero compito della scienza. Quelli che noi fatti isolati che nulla riunisce fra loro.
percepiamo direttamente nella natura con l'aiuto dei nostri
sensi, sono fenomeni che dipendono dalle condizioni più Nota al § 184. - È per questo che una luce che passa
svariate. Modificandone una o alcune, il fenomeno si modifica per un tal mezzo e che cambia direzione è detta rifratta
di conseguenza. Si tratta allora di determinare quando questa
modifica è secondaria, di poca importanza, e quando è Nota a l § 187. - Sia ABCD un recipiente e abcd dei
essenziale. Tutti i fenomeni che una modifica delle condizioni raggi di sole che illuminano interamente la parete CD, ma non
colpisce solo accessoriamente e che rivelano per questo una il fondo BC. Quando si riempie d'acqua il recipiente fino a
parentela fra di essi, ci orientano verso un fenomeno MN, i raggi solari partono da questo livello MN e prendono la
primordiale - o fondamentale - sul quale riposano tutti e che è direzione indicata dalle linee tratteggiate.
l'espressione di una legge naturale. Spetta dunque all'uomo di
scienza di riunire una tale serie di fenomeni che sono la
modifica di un fenomeno fondamentale provocata unicamente
dalla modifica delle condizioni determinanti. Questo
fenomeno di base è la legge naturale oggettiva. Nessuna
spiegazione della natura può andare al di là dei fenomeni
primordiali. È un grave errore il credere di poterli dimostrare o
spiegare. Supponendo che si pervenga a dimostrare l'esistenza
dell'atomo nel mondo, non si potrebbe alla fine esprimere
l'azione di un atomo su di un altro che mediante un fenomeno
primordiale. Sarebbe dunque preferibile di non vedere
costantemente del dilettantismo nella profondità con la quale Nota al § 188. - Quando il recipiente ABCD è vuoto,
Goethe affronta la natura; egli si distingue dalla scienza l' occhio si trova in "a", può vedere la parete AB, ma non il
moderna precisamente per lo stretto rigore filosofico col quale fondo BC. Quando lo si riempie d'acqua fino a MN, il punto
elabora concetti e metodo. Neppure la filosofia può andare al B' è rifratto in C' e perviene all'occhio. Poiché l'occhio vede
di là dei fenomeni primordiali; essa non ha altro obiettivo che sempre un oggetto nell'ultima direzione che prendono i raggi
di sciogliere in questi fenomeni primordiali, constatati dallo luminosi provenienti dall'oggetto, ma non a una distanza più
studioso, il legame ideale che li collega. Mentre lo studioso grande della distanza reale che separa la sorgente luminosa
riunisce i fenomeni affinché appaia in essi il fenomeno dall'occhio, quest'ultimo vede il punto B' in B' ' , vede dunque
primordiale, il filosofo riunisce i fenomeni primordiali il fondo interamente ríalzato.
affinché appaiano in essi le idee racchiuse nella natura.

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Nota al § 196. - Il fenomeno descritto era per Goethe Nota al § 239. - La figura ABCD è spostata dal prisma in
decisivo, poiché egli si diceva: Se il fenomeno dello spettro modo tale che appaiano un'immagine principale e
prismatico fosse dovuto a una decomposizione della luce da un'immagine secondaria. La faccia A'' A' B'' B' è un chiaro su
parte del prisma, si dovrebbe vedere ugualmente colorata fondo scuro, e appare dunque blu, per D'' C'' D' C' è
attraverso il prisma una superficie bianca. l'inverso, ragione per cui si vede apparire del giallo.

Nota al § 199 e 200. - Si osservano le esperienze qui


indicate quando si guarda un disco bianco su fondo nero
attraverso un vetro convesso o attraverso un vetro concavo.

Nota al § 216. - I fenomeni spiegati non sono


essenzialmente che una ripetizione di quelli descritti nel
“Contributi all'ottica” del 1791 e 1792.

Nota al § 223. - Sia AB uno specchio, ab


un'immagine. I raggi riflessi da AB sono rifratti in tale
maniera che seguono la direzione segnata dalle rette ao'a,
bpb', bp' b'' . Si vede che a causa della riflessione dovuta da Nota al § 246. - Il caso descritto si produce quando le
una parte alla parete anteriore, dall'altra dalla parete posteriore frange non si ricoprono al centro, cosicché l'immagine
dello specchio, si formano due immagini che coincidono principale sussiste.
parzialmente.

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Nota al § 263. - Qui si manifesta in tutto il suo rigore Nota al § 292. - L'ottica newtoniana interpreta il fatto
l'opposizione fra Goethe e i Newtoniani. Essi spiegano che di cui Goethe parla qui dicendo che nei differenti tipi di vetro,
differenti colori hanno gradi diversi di rifrangibilità, cosicché l'intensità della rifrazione non è proporzionale alla dispersione.
il rosso subisce il minino, il violetto al contrario ìl massimo Un prisma di vetro di crown avente un angolo di rifrangenza
spostamento; Goethe stima che lo spostamento più o meno più piccolo di un prisma di vetro di flint può essere condotto
pronunciato delle figure di colori differenti proviene dalle ad avere lo stesso potere di dispersione di quest'ultimo, ma un
modifiche del bordo della figura che fanno sì che una parte di potere rifrangente non uguale, ma maggiore di questo. Se
essa è oscurata, mentre l'altra guadagna in luminosità. Se ci dunque una luce bianca attraversa questa combinazione di
raffiguriamo schematicamente i sei colori del prisma, prismi, il secondo (di vetro di flint) sopprime certamente la
dobbiamo rappresentarci che il rosso, visto attraverso il dispersione dei colori che aveva provocato il primo (di vetro
prisma, appare con una frangia rossa e una blu. Ma la frangia di crown), ma non la loro deviazione. È su questo fatto che
blu tratteggiata formerà con il rosso un'ombra indistinta, così poggia la possibilità di costruire dei cannocchiali acromatici.
come il rosso sembrerà spostato nella direzione della freccia. Goethe è naturalmente portato a dire che il vetro di flint
Il risultato è inverso per il blu. Questa circostanza fa sì che i produce un fenomeno colorato di un terzo più intenso del
diversi colori sembrano avere un grado differente di vetro di crown.
rifrangibilità. Il nostro disegno mostra esattamente come le
diverse immagini colorate appaiono dopo la rifrazione in Nota al § 303. - Da quanto dice qui, sembra che
differenti punti, così che dopo la rifrazione ogni colore deve Goethe non si sia servito dell'apparecchio chiamato eliostato,
avere un posto determinato nello spettro. - A partire da ciò si grazie al quale si possono far cadere i raggi del sole in una
possono spiegare nel senso di Goethe gli spettri discontinui. camera oscura secondo una direzione fissa. Si compone di uno
Essi, si sa, sono dovuti a gas incandescenti. Questi ultimi specchio la cui posizione è regolata da un movimento
emanano una luce colorata che è loro propria. Questa, dopo la d'orologeria di modo che i raggi sono riflessi in una direzione
rifrazione, apparirà in un punto determinato (come è stato costante.
dimostrato); al contrario i corpi solidi o liquidi, dai quali
emana una luce non colorata, mostreranno uno spettro perfetto Nota al § 309. - Quando si concepisce il sole come
(continuo). Goethe spiega così i fenomeni dell'analisi un'immagine, non si può parlare di un parallelismo perfetto dei
spettrale: il colore corrispondente a una sostanza determinata raggi anche nel caso di una minima apertura. Poiché si
appare, dopo il passaggio attraverso il prisma, particolarmente produce necessariamente in un'apertura 0 un incrocio dei
chiaro, perché l'oscuramento del suo ambiente lo deve fare raggi.
apparire più vivo. Ne risulta la possibilità dì determinare una
sostanza dal suo spettro. Il colore corrispondente a un corpo
prende, secondo la fine del paragrafo, una "luminosità più
brillante".

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Nota al § 310. - La fisica materialista confonde molto


frequentemente le linee aggiunte mentalmente ai fenomeni con
delle forme di fenomeni obiettivamente presenti. La luce
segue una direzione determinata. Noi possiamo materializzare
questa direzione mediante linee sul foglio. Ma se usiamo
queste linee come se fossero oggetti reali, noi sostituiamo la Nota al § 325. - È precisamente molto importante per
forma dei fenomeni con una finzione. Goethe di non considerare il colore prismatico come qualcosa
di finito, di completo, ma come un fenomeno che si modifica
con il concatenamento delle condizioni che lo determinano.
Per lui, il rosso non esiste in sé, è un processo, un fenomeno;
non è contenuto nel bianco nella realtà, cosa che ne farebbe un
componente di questo, non c'è nel bianco che la possibilità di
farvi apparire il colore con procedimenti esteriori.

Nota al § 340. - Goethe esige espressamente che il


fenomeno che si produce qui sia afferrato nel suo divenire, e
non in un punto unico sotto la sua forma stabilizzata.

Nota al § 315. - Goethe vede nel rosso un bianco Note ai § 350 e 351. - Ciò si deduce direttamente dal
intensificato. nostro schema della nota al § 318.

Nota al § 318. - Abbiamo qui indicato il percorso seguito dai Nota al § 352. - Goethe mostra qui come,
raggi luminosi. L'immagine ab è vista in AB dopo doppia sopprimendo le condizioni che provocano nella luce
rifrazione. È l'immagine soggettiva. Quella obiettiva sarebbe l'apparizione dei colori, si sopprime anche il fenomeno
a3b3 e sembrerebbe spinta verso l'alto. colorato. Quando i margini reintegrano l'immagine, questo
fenomeno sparisce.

Nota al § 361. - Elaborare una nozione astratta della


luce non è affatto conforme al modo di rappresentazione
proprio a Goethe, il cui spirito si muove sempre in un ambito
di realtà concreta. Egli doveva necessariamente attribuire alla
luce una realtà concreta, piuttosto che ideale. Dì conseguenza,
questa luce non poteva generare i colori che ingaggiando
battaglia con la materia. Poiché in effetti, dal momento che la
si rappresenta come composta da diverse qualità luminose,non
è più possibile di concepire la luce stessa come un elemento
concreto.

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- TEORIA DEI COLORI - - TEORIA DEI COLORI -

Nota al § 486. - I colori chimici sono propriamente le sostanze


Nota al § 374. - È dunque necessario, al momento colorate per l'influenza della luce. Mentre nei colori fisici il
della riflessione, che lo spazio illuminato dalla luce riflessa sia colore esiste come tale, ma solamente finché sussistono le
contiguo a uno spazio scuro. condizioni che lo producono, nei colori chimici la materia
appare sotto forma dí colore. Per questo fatto il colore è
Nota al § 389. - (Vedere nota al § 199) Colori fissato, il suo apparire non è più dipendente da certe
parottici. - Quando guardiamo una superficie illuminata molto condizioni, ma unicamente dalla presenza della luce.
fortemente di modo tale che un corpo opaco interposto fra il
nostro occhio ed essa la dissimuli in parte, il bordo di questo Nota al § 491. - Alcali è un termine impiegato in
corpo appare scavato, come se la luce ne avesse ritagliato una chimica più frequentemente in passato di oggi; designava le
piccola porzione. Per molto tempo si è attribuito questo basi: potassio, sodio, litio, ammoniaca.
fenomeno (23, 26) a una sorta di attrazione esercitata dalla
materia sulla luce. Negli Annali del 1806. Goethe nota: "Si è Nota al § 492. - Ddbereiner, per esporre il rapporto degli acidi
negato nei colori parottici il fenomeno di flessione, e si è e delle basi con le colorazioni e i dati calorici, ha schizzato la
dedotta la presenza di striature colorate da quella di luci seguente tabella:
doppie."
rapporto acido rapporto acido
Nota al § 392. - "Che i bordi del sole producano materia calda doppio rapporto materia luminosa
ciascuno la propria ombra, è ciò che appare e fu ben
confermato nel corso di un'eclisse anulare di sole." (Annali del fuoco
1806) chiaro scuro
(bianco) doppio rapporto (nero)
Nota al § 429. - In fisica si chiamano la maggior
parte delle volte colori epottici i colori dei foglietti sottili. Li si torbido
rapporta oggi al principio d'interferenza. Goethe prende (grigio)
interesse a questi colori subito dopo aver cominciato ad
occuparsi di ottica. Nella "Campagna dì Francia" (1792), giallo Blu
riferisce che nel corso di un viaggio sull'acqua, a Coblenza,
questo capitolo gli apparve in una luce del tutto nuova. verde
Troviamo nel suo Giornale alla data del 12 gennaio 1798:
"Pomeriggio, studio dei Colori, ciò che concerne i colori rosso Indaco
ottenuti per pressione."
violetto
porpora

(Vedi la "Chimica e Stechiometria", Iena 1819)

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Nota al § 506. - La calce ferruginosa è l'ossido di Nota al § 636. - Come per le piante, Goethe
ferro. considerava che per gli animali, la presenza della luce è come
indispensabile per un insieme colorato superiore.
Nota al § 507. - La "terra d'allumina" è l'allumina
allo stato bruto, una lignite mescolata con argilla e pirite. Nota al § 657. - Goethe si proponeva di seguire la
legge della metamorfosi attraverso tutte le fasi della vita
Nota al § 508. - Lo stato regulin di un metallo è organica. Tuttavia, non ha esposto di questo lavoro che una
quello in cui appare vergine e non mescolato con altre parte piccolissima.
parcelle.Quando vi si mescolano queste parcelle differenti
dalle quali deve essere isolato, lo si chiama minerale.
Nota al § 662. - Il colore elementare è un elemento
Nota al § 511. - Per ossidazione, Goethe intende isolato. Ma Goethe considera l'organico come interamente
sempre la combinazione del metallo con l'acido che dà un sale. organizzato, fin nelle sue minime fibre; bisogna quindi che i
colori siano stati inglobati nell'organizzazione, e che siano
Nota al § 514. - Il massicot è un ossido di piombo. divenuti assolutamente un'unità superiore.
L'etiope di cui parla Goethe è l'etiope minerale, miscuglio di
mercurio e di fiore di zolfo. Il turbitto è il solfato mercurio Nota al § 667. - Benché Goethe abbia nettamente
basico. destinato all'uomo un posto nella serie naturale delle
organizzazioni, egli non ne ha comunque misconosciuto la
Nota al § 529. - L'oriana è un colorante giallo-rosso, natura superiore, cosa che testimonia l'ampiezza potente delle
il cartamo un colorante rosso estratto dai petali della ginestra sue vedute sulla natura. Perché su questo punto si è
dei tintori. doppiamente peccato. Da una prospettiva, isolando
completamente l'uomo dalla serie delle creature naturali, e
Nota al § 542. - Il camaleonte minerale è un attribuendogli empiricamente una tutt'altra origine di quella
manganato di potassio. Si può ossidare dando il permanganato degli altri esseri viventi; dall'altra prospettiva, vedendo in lui
di potassio, ed è nel corso di questo processo che si produce il unicamente un essere organizzato,e non allo stesso tempo
cambiamento di colore che gli ha valso il suo nome. spirituale. Ciò che fu dimenticato è che essendosi l'essere del
mondo manifestato in lui sotto la sua forma più pura, l'uomo si
Nota al § 543. - L'inchiostro simpatico è una è potentemente elevato al disopra della sua origine
soluzione diluita di cloruro di cobalto; è di colore rosa. empiricamente identificabile.

Nota al § 617. - Nell'accedere dei processi chimici Nota al § 675 (264). - Circa il legame entro lo spettro
dall'inorganico al regno dell'organico, Goethe vede luminoso e lo spettro calorico, vedere la nostra Introduzione.
un'intensificazione di ciò che non è più determinato dalle sole
forze chimiche, ma è ugualmente sottomesso alle leggi che Nota al § 679. - Circa il rapporto fra lo spettro
regolano l'organizzazione. La chimica appare in qualche modo luminoso e lo spettro chimico, vedere la nostra Introduzione.
a un livello superiore. Quarta sezione VEDUTE GENERALI INTERNE

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- TEORIA DEI COLORI - - TEORIA DEI COLORI -

Nota al § 690. - Se si pensa che in un antico stadio di Nota al § 716. - Goethe fissa qui in modo molto
civilizzazione i popoli avevano un senso del colore molto più preciso quello che è il compito del fisico e quello del filosofo.
imperfetto del nostro oggi, di modo che non distinguevano che Il primo si deve muovere solamente nell'ambito dei fenomeni.
il chiaro e lo scuro ove noi percepiamo oggi dei colori, Poiché in essi la natura si esprime direttamente. Il suo compìto
bisogna ben ammettere anche che numerose superfici è dì ricondurre i fenomeni derivati ai primordiali. Quando ha
debolmente colorate non ci appaiono ancora che come una raggiunto questo fine, il fisico di per sé deve ritenersi
semplice sfumatura di chiaro. Gladstone ha ben dimostrato, soddisfatto. Pensiamo qui alle parole di Goethe (Massime in
poggiandosi sullo studio che aveva effettuato di Omero, che i Prosa, 1049): "Noi avvertiamo davanti ai fenomeni
Greci percepivano i colori dell'arcobaleno solo parzialmente. primordiali, quando si rivelano ai nostri sensi, una specie di
(Vedi: "Il senso dei colori" di W.E. Gladstone, primo ministro timore che arriva fino all'angoscia. Gli uomini che vivono con
di Gran Bretagna, 1858). i sensi si rifugiano nello stupore." - Qui il fisico abbandona il
problema. Egli fornisce un certo numero di fenomeni
Nota al § 695. - Per Goethe, la fisica nel suo insieme primordiali che il filosofo deve prendere in mano. Soltanto là
doveva poggiarsi sul contrasto. Secondo lui, la natura procede inizia il suo lavoro. Egli ha per compito di inserirli in una
per contrasti che sono inclusi in un'unità superiore. Tali connessione spirituale, di modo che ci appaiano formanti un
contrasti sono presenti, per esempio, negli effetti magnetici, tutto uniforme. Se il fisico ci conduce verso i fenomeni
elettrici, ecc. primordiali, il filosofo ci guida verso l'idea.

Nota al § 697. - Goethe definisce qui un'unità fisica, Nota al § 717. - Vale a dire che al filosofo importa
ma nella quale i composti in quanto tali sono spariti. Mostra di maggiormente di avere una concezione della natura piuttosto
nuovo, in questa maniera, la sua avversione per la concezione che una conoscenza di fatti isolati.
grossolana fondata sui sensi che crede che i componenti
debbano essere realmente contenuti nel composto. Il Nota al § 719. - Non bisognerebbe dedurre da queste
materialismo assolutamente non si rappresenta che molti righe che Goethe è indifferente alla concezione della natura
elementi semplici possano fondersi in un tutto superiore e del filosofo. A chi parla come al § 274, non si può attribuire
sparirvi completamente, tanto da non esservi più presenti in una tale indifferenza. Ma è diverso per l'importanza che le
quanto tali. teorie filosofiche devono avere per il fisico. Esse devono
essere per lui le stelle che lo guidano nel suo studio dei
Nota al § 708. - Il contrasto che esiste nella natura fenomeni. E là anche delle vedute incomplete possono
fisica è precisamente la dualità in quanto tale. Noi percepiamo rivelarsi utili.
qui una cosa, là un'altra. È solamente quando lo spirito penetra
più avanti che percepisce nella dualità un'unità superiore, un
tutto che precisamente si esprime soltanto mediante contrasti.

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Nota al § 720 (276). - Queste righe sono scritte del Nota al § 722. - Sul rapporto di Goethe con la
tutto nel senso di una lettera che parla della sua Teoria dei matematica vedere la nostra Introduzione al secondo volume
Colori, che Goethe ricevette da Hegel il 20 febbraio 1821, e delle "Opere Scientifiche". A colpo sicuro egli non
nella quale è detto: "Posso ora parlare a Vostro Onore disconosceva l'importanza di questa scienza per una
dell'interesse particolare che presenta per noi un fenomeno comprensione esatta della natura, ma vedeva anche
primordiale messo in luce in tal maniera che noi possiamo chiaramente che in quest'ultima regnano condizioni che
mettere un tale risultato a profitto per la filosofia? Quando in bisogna da principio stabilire qualitativamente prima di
effetti noi abbiamo eseguito il nostro lavoro d'ostrica, il nostro sottometterle a un esame quantitativo al quale solo la
grigio assoluto o tutto nero, orientandolo verso l'aria e la luce matematica può procedere. I processi naturali sono il risultato
di modo che ne sia divenuto avido, noi abbiamo bisogno di di numerosi elementi agenti gli uni sugli altri e si modificano
finestre ove portarlo completamente alla luce del giorno... Qui seguendo l'importanza più o meno grande di uno di essi; ma
i fenomeni primordiali di Vostro Onore ci sono di eccellente bisogna inizialmente stabilire quale azione esercitino gli uni
profitto; in questa penombra, spirituale e concettuale per la sua sugli altri, ed è soltanto in seguito che si possono esaminare le
semplicità visibile o percepibile per la sua natura sensibile - i gradazioni che dipendono dal numero e dalla quantità di questi
due mondi, la nostra opera astratta e l'esistenza apparente, si elementi.
salutano."
Nota al § 727. - Ciò che Goethe rivendica qui per sé,
Nota al § 721. - Goethe ha costantemente portato in lo considera assolutamente come un'esigenza generale della
sé la coscienza di questo rapporto che aveva con la filosofia. scienza. Vedere "Massime in prosa" 1007: "Il grande compito
Egli l'ha formulato in una forma particolarmente bella quando sarebbe di liberare le teorie matematico-filosofiche dalle parti
nel 1821 dedicò a Hegel un bicchiere che simboleggiava gli della fisica che non fanno che ostacolare la conoscenza, invece
elementi essenziali della sua dottrina, con le seguenti parole: di favorirla, e nella quale il metodo matematico, a causa dello
All'assoluto si raccomanda con molto garbo,che sia sviluppo esclusivo della nuova formazione scientifica, ha
amabilmente accolto,il fenomeno primordiale. trovato un'applicazione così falsa." - E 1010: "Dobbiamo
riconoscere e confessare cosa è la matematica, in che cosa può
servire maggiormente allo studio della natura; in quale punto,
al contrario, non è al suo posto, e in quali pietosi errori la
scienza e l'arte sono cadute utilizzandola a torto dalla loro
rinascita."

Nota al § 730. - La teoria dei colori di Goethe si è


rivelata molto feconda nella pratica. A lui interessava sempre
che lo spirito avesse finalmente un qualunque legame con la
vita. "Non basta sapere, bisogna anche applicare; non basta
volere, bisogna anche fare".

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Nota al § 732. - Vedere "Massime in Prosa", 810:


"Nessun fenomeno si spiega da se stesso e per mezzo di se Nota al § 751. - È nella natura della lingua che in
stesso; solo numerosi fenomeni raccolti, classificati questo senso non possa essere che simbolica. Nella maggior
metodicamente, danno infine qualcosa che potrebbe avere il parte dei casi, le parole sono state create in rapporto ad oggetti
valore di una teoria." diversi da quelli ai quali noi le applichiamo nel lavoro
metodico. È anche per questo che noi non possiamo rendere
Nota al § 733. - Delle "nuove considerazioni": in una cosa che per mezzo di numerose espressioni che la
Goethe non si tratta mai di fenomeni, ma di una maniera di descrivono, avvicinandola in qualche modo da numerosi lati.
concepire le cose. Egli voleva comunicare al mondo, non una
somma di fatti, ma un metodo per trattare dei fatti. Nota al § 752. - Queste righe contengono di nuovo
un deciso rifiuto del materialismo, come abbiamo già esposto
Nota al § 739. - "Massime in Prosa", 912: "Proprietà nella nota al § 269. Goethe va anche così lontano che
fondamentale dell'unità vivente: scindersi, riunirsi, spandersi preferisce, per esprimere dei fenomeni naturali, servirsi di
nel generale, fissarsi nel particolare, trasformarsi, specificarsi, forme di linguaggio che noi utilizziamo per la vita morale,
e siccome il vivente si manifesta sotto mille condizioni, piuttosto di formule matematiche e meccaniche, perché queste
apparire e sparire, solidificarsi e fondersi, pietrificarsi e ultime favoriscono esageratamente una concezione
liquefarsi, dilatarsi e contrarsi." grossolanamente materialista delle cose.

Nota al § 740. - Goethe si rivela qui fautore del Nota al 5 757. - Cìò che Goethe sì propone dì fare
metodo al quale ogni attitudine scientifica vera deve aderire, quì, non è niente meno che una classificazione sistematica dei
di saper partire dal semplice, cercare un altro elemento fenomeni primordiali, dunque un quadro per lo meno
semplice da aggiungervi, e collegare i due in una unità schematico della filosofia della natura.
superiore.
Nota al titolo. - Le pagine che seguono sono una
Nota al § 748. - A Goethe non piaceva che i "Estetica del colore" alla quale niente può essere paragonato,
fenomeni fossero raggruppati secondo semplici analogie quanto alla finezza dell'osservazione e dell'esposizione,
esteriori. "Io considero altrettanto utile che gradevole la nell'insieme della letteratura estetica.
comunicazione per analogie; il caso analogo non si vuole
imporre, non vuole dimostrare nulla; esso si oppone a un altro Nota al § 764. - I colori che Goethe classifica qui dal
senza collegarsi ad esso. Molti casi analoghi non si riuniscono lato Più sono detti abitualmente anche "caldi", mentre quelli
in serie coerenti: sono come una buona compagnia che stimola dal lato Meno: verde, blu e violetto, sono chiamati "freddi".
sempre, piuttosto che dare." (Massime in Prosa, 752) - Se
dunque egli permette che per analogie si comunichi qualche Nota al § 775. - Il rosso è il primo colore che il
cosa e lo precisa. Goethe non le considera come bambino impara a distinguere, il blu l'ultimo.
scientificamente giustificate. È per questo che i rapporti che si
cercava di stabilire tra il colore e il suono non sono mai stati
per lui altro che un gioco senza valore.

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- TEORIA DEI COLORI - - TEORIA DEI COLORI -

Nota al § 804. - Il vivente è una totalità che si vuole


manifestare universalmente. Ne consegue che quando uno dei Nota al § 817. - L'elemento caratteristico risiede
suoi stati passa solo al primo piano, quello che gli è opposto si precisamente nel fatto che un qualunque elemento isolato si
sforza ugualmente di manifestarsi. Un effetto omogeneo, che libera del tutto e conferisce così all'oggetto sul quale appare
basta a se stesso, non può riposare che su questa attività un'impronta particolare. Nell'elemento caratteristico risiede ciò
simultanea. per cui un essere si distingue dagli altri che gli sono affini e
della stessa specie.
Nota al § 809. - Queste righe saranno concretizzate dalla
figura a fianco. I colori riuniti da linee (diametri) si Nota al § 826. - Se si guardano le due figure
richiamano reciprocamente, e visti uno accanto all'altro precedenti si notano immediatamente le combinazioni
presentano un tutto armonioso. appartenenti a questa categoria:

Giallo - giallo-rosso
Giallo-rosso - porpora
Porpora - blu-rosso
Blu-rosso - blu
Blu - verde
Verde giallo.

Nota al § 863. - Il colore isolato rappresenta qualche


cosa d'incompleto, d'incompiuto. E in questo senso esso non è
conforme all'idea. L'artista, che porta in sé il sentimento della
totalità dell'idea, avverte questo carattere incompiuto.

Nota al § 816. - Le combinazioni alle quali questo Nota al § 878. - Goethe vede l'organico organizzato
testo fa allusione sono dunque,dalla figura a fianco, le fino nelle sue più infime parti, di modo che in arte, tutto è da
seguenti: lui sentito fino ai minimi dettagli. Per questo nel colorito della
carnagione, ogni colorazione,ogni sostanza è elevata a una
Giallo-blu sfera superiore dalla forma, dall'organismo.
Giallo-porpora
Verde-Blu-rosso Nota al § 887. - Il caratteristico esige che un tratto sia
Verde-giallo-rosso sottolineato. Ma da questo fatto gli altri sfumano, e la totalità
Blu-porpora artistica è dissociata. Ma quando tutti i dettagli hanno una
Blu-rosso-giallo-rosso parte uguale, il caratteristico si perde. È sostituito da un
insieme omogeneo e più maestoso. Qui si apre da una parte la
vista della grandezza classica e calma, dall'altra quella di una
deviazione che termina nell'insulsaggine e nell'uniformità.

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Nota al § 900. - Effettivamente, la Teoriarattato dei


Colori di Goethe ha goduto della stima generale dei pittori.

Nota al § 917. - Goethe distingue rigorosamente


l'allegoria dal simbolo. La prima cerca di esprimere un
concetto mediante un fenomeno percettibile dai sensi.
Operazione che ha sempre qualcosa di arbitrario, di fortuito. Il
simbolo invece cerca un fenomeno sensibile isolato che, in
quanto tale, esprime già l'idea. E veramente, noi percepiamo
l'infinito nel finito.

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