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Il racconto del mandarino del Buddha.

Il Budda offr un mandarino ad un suo seguace dicendoli di assaporarlo e gustarlo con i sensi pienamente aperti e svegli. Aggiunse che quanto pi quel mandarino era reale ai suoi sensi tento pi lui stesso era in grado di essere reale. Quindi la percezione di s reale quanto la percezione della realt esterna. Si tanto pi reali quanto maggiore la capacit percettiva. Questo non equivale a dire che una persona sensibile reale, perch va precisato che sensibilit reale non significa che una percezione ci pu far sobbalzare o creare emozione. Non lamplificazione emozionale della percezione che ci interessa (come la famosa fiaba della principessa sul pisello) ma capacit percettiva stessa svincolata dalla emozione. La capacit di immedesimazione e condivisione, cio quanta realt porto dentro di me e non quanto me porto nella realt per far vedere che la percepisco. Non posso allo stesso tempo percepire poco e sentire molto emotivamente, rendendo isterica la mia sensazione che rimane chiusa verso lesterno. La apertura alla base della percezione reale e il non giudizio sulla stessa. Il peso emotivo, la colla emozionale che appiccichiamo alle esperienze, rendono vischiosa la percezione della realt e limitano la manovra nella stessa. Se appesantisco di emozione quello che faccio, drammatizzo inutilmente, esercito una pressione sulla realt impedendole di entrare. Lei pu essere in me e io lei se non mi faccio prendere troppo dallemozione, se reggo allimpatto senza strepito. Non perch non sento nulla ma perch riesco ad assorbire. Se riesco a rimanere calmo ed osservare riesco a mantenere la banda larga dellesperienza, altrimenti mi devo fermare prima perch ho gi fuso la connessione con lo stress emotivo. Rimanere calmi e rilassati fondamentale per nonfondere per aumentare il piacere trasferito e messo in circolo. Senza strepito, senza fare casino. La realt lesperienza e tanto maggiore e concreta lesperienza tanto maggiore e reale chi esperisce. Lesperienza pi reale che possiamo avere legata alla natura. I nostri costrutti mentali sono i nostri sogni, come pure le nostre costruzioni materiali. Nella natura il segreto della trasformazione e non nel suo rifiuto. Il corpo non solo ci che crediamo esso sia, molto di pi, come molto di pi quello che i nostri sensi non riescono a sperimentare. Ma lo sforzo deve essere quello di ampliare i sensi per ampliare la realt. Non un problema quantitativo ma qualitativo. Estendere le percezioni. Percepire la realt sottile in noi e fuori di noi. Per impedire la percezione basta frapporre limmaginazione e lemozione, non condire la percezione necessario per non sovrapporre il rumore delle aspettative e delle proiezioni del nostro ego. Sentire non proiettare. Ci vale in particolare nella sessualit. E un corpo che sente, lasciatelo fare e non vogliate fare per lui il regista, lo scenografo, il tecnico audio, luci, ecc Se intervenite voi, lui passa in secondo piano. Ottimale stare ad osservare cosa succede quando i corpi si avvicinano e rimanere stupefatti dalla capacit che hanno di riconoscersi e di fluire energeticamente. Questa intelligenza pari a quella che ci fa pulsare il cuore. Non ha bisogno del nostro intervento. La mente ha bisogno di romanticismo, ma il corpo non lo , per il semplice fatto che non mentale. Il romanticismo non un fatto corporeo, riguarda lapproccio alla relazione, nella quale leros nasce da circostanze e stati danimo. Se questi prevalgono rispetto al desiderio fisico, alla percezione, allora si troppo mentali. Non pu essere accusato in tal senso il tantra di essere pi materiale quando in realt il contrario. La dimensione spirituale quella che va oltre il fisico, ma passando da fisico, oltre la personalit, oltre la stessa anima, per arrivare al vuoto. La mente ha la capacit di registrare e creare letteralmente la realt in base a quanto i sensi inviano al sistema nervoso. Ma quella realt non la realt vera la fuori. Solo se le nostre esperienze si arricchiscono la realt l fuori pu cambiare. Se la realt della nostra esperienza esteriore ed interiore si annulla allora si sperimenta la vacuit, lassenza di esperienza che non assenza di realt, ma una nuova realt alla quale stiamo facendo spazio nel nostro vecchio spazio mentale. Facciamo posto alla Dea Nera. Abbiamo ridotto a zero la realt delle nostre costruzioni mentali. Delle nostre illusioni figlie di Maya. La nostra cultura, che ci servita a superare la paura della morte, non ci serve di fronte alla morte dellego. Alla morte della paura.

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