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Cartesio

Per cartesio questo libro serve per esprimere i fondamenti primi del sapere e non dell’essere e sono la
nozione di anima, lan ozione per ogni conoscenza, per conoscere prima di tutto devo conoscere il mio
pensiero, parte dalla mente, dalla conoscenza della mente di se stessa.

Poi parla dell’unione dell’anima del corpo che è un idea fondamentale, che è la conoscenza di cio che
l’uomo è.

È una fisica meccanica, per uci il corpo umani è una macchina che parla dell’anima, approfondiamo!!

Malebranche;

la verita filosofica, troviamo qualche contradizione e perche il nostro corpo è corrotto dal peccato originale,
e da questa condizione primitiva, nascono tutti gli errori, gli errori non nascono come dice cartesio d un
cattivo uso della volotna ma per malbrache nascono dal fatto che l’uomo è corrotto dal peccato originale, e
sono errori che appartengono alla natura umana, per cui di fronte alle apperendi distinzione tra fede e
ragione dobbiamo sottometterci alla fede, consapevoli che noi ci troviamo nel peccato.

Prendendo il testo, vediamo che malbrache è un cartesiano, nel senso che fa sua la concezione
meccanicistica della natura, cioè quella espressa a desempio nell’home, di cartesio in cui da una
presentazione di tipo meccanicistico di tutte le funzioni sensoriali, in cui cartesio da questa visione di tutte
le funzioni fisiologiche e sensoriali attraverso una spiegazione di movimento, cosi anche il nostro corpo
come le percezioni, è dovuta al fatto che i miei occihi sono urtati dall’aria la quale è urtata dal sole, il sole
ruota, agita l’aria che sta attorno al sole, e questa agitazione produe un traferimento di movimento. E
fauno schema dove sostiene che a vedere è l’anima e non l’cchio.

Ed è questo che colpisce malbranche, perché libera laq natura da potenze e da capacità di agire, e dai quei
esidui di naturalismo. Cioè la natura non è una dea, non è potenza di generare esseri ma è materia inerte
generata da movimento.

Nel libro primo, abbiamo una posizione dove ci spiega che il corpo, e poi parl dell’anima che al contrario è
questo ‘’io’’ che pensa, qui abbiamo gia una sorta di esposizione sistematica, nel corpo non c’è vitalità o
sensibilita, finalismo, la natura è meccanica, l’anima al contrario sente e vuole, il sentire non è un sentire
del corpo, ma è un sentire che è mediato dall’anima, in ci il corpo è necessario perche urta i miei sensi ma
negli animali per esempio sarebbe una reazione meccanica, nell’uomo invece questa azione e questa
affezione che i miei sensi hanno dai parte dei corpi esterni è in qualhe modo l’occasione per l’anima di
sentire.

Qui possiamo notare la trasformazione della nozione di anima e la nozione di coscienze in sentimento
interiore, la coscienza che in carteso era res cogitans, e io penso di sentire, qui è diventato sentimento
interiosre, facendo appello ad una nuova nozione che è quella di sensibilità, che porta di per se, oscurità,
perplessità, pensieri nascosti, sensazioni che cartesio aveva attribuito alla res cogitans, cioe una cosa che
pensa sempre all’insegna della chiarezza.

Qui l’anima è opaca, è sentimento interiore, e la sostanza è dove si trovano tutte le modificazioni che
possono sussitere solo nell’anima che li sente.

Come conosco l’anima? Come conosco questa sotanza che pensa, che sente e che vuole? Non la vediamo in
Dio, se prendiamo la parte seconda del libro terzo, la prima consiste nel vedere Dio in se stesso, se
ricordiamo cartesio vediamo un Dio perfetto, ma gli attributi di dio ci è incoprensibile, noi abbiamo una idea
chiara e distinta di Dio, creatore della mia mente e lo dimostro razionalmente, ma la sua ntuara, la totalità
della sua essenza mi sfugge perché è incoprensibile.

Per Malbrahce solo Dio è conosciuto per se stesso, solo lui puo agire nello spirito, quindi noi lo conisciamo
in se stesso per rivelazione, ma non è una rivelazione affidata alla fede ma è affidata alla raigione, perché è
lui il nostro solo maetro, quindi noi conosciamo dio per se stesso per partecipazione, per la rivelazione che
dio opera nella nostra mente.

I corpi sono sottoposti alle leggi della natura, seguono l’ordine naturale, quindi dei corpi io posso avere e
cogliere la verità attraverso l’idea chiara e distinta dei corpi stessi.

Che per Carteiso era innata, le idee chiare e distente erano innate, che significa naturale, cioe gli uomini
naturalmente hanno questa idea, cioè per natura, sono stati fatti cosi.

Per Malebranche la verità essendo Dio è i corpi essend conosciuti nella loro natura e verità, come li
conosciamo? Li vediamo in dio, dio ci partecipa di quest conoscenza dei corpi, perché dei corpi abbiamo
delle iddee vere, e la veritàà è la sua mente è Dio e l’ordine.

Quindi dei corpi noi li conosciamo attraverso le idee e quindi nella verità, infatti della fisica noi possiamo
avere una scinez vera perché vediamo i corpi in Dio l’idea.

Non è che ediamo la materiain dio, noi vediamo solo l’idea dei corpi in Dio, ora perché non vediamo la
nostra anima in Dio? Perché la nostra anima è libera, a differenza dei corpi di cui noi abbiamo una
ocnoscenza certa, legata all’idea chiara e distinta, e quindi nella verità non possiamo avere della nostra
anima una conoscenza per idea, perché a questo punto noi vedremo la nostra anima in dio e quindi
nell’ordine necessario che è dio stesso.

La nostra anima sfugge a quella determinazione dei corpi, noi non la conosciamo attraverso l’idea chiara e
distinza, la conosciamo solo per ocscienza, il lessico della coscienza accoglie anche questo singificato in
senso intellettuale, per questo la conosciamo che ne abbiamo è una conoscenza imperfetta, sappiamo solo
cio che sentiamo accadere in noi. Ad esempio se non avessimo mai avvertita il dolore non sapremmo che la
nostra anima è capace.

Se pure Malebche accetta il dualismo cartesiano, tuttavia il prima della mente è dato all’anima, per
malebrache abbiamo un rovesciamento totale perché la ocnoscenza vera è quella dei corpi che
ocnoscendeli in dio. La ocnoscenza dell’anima se pure soggetivamente è prima alal conoscenza dei corpi
tuttavia è una conoscenza consusa ed opaca, è una conoscenza tenebrosa.

È una conoscenza opaca e confusa, e tuttavia in questo tipo di conoscenza noi scopriamo che è qualcosa di
grande, è vero che noi ocnosciamo poco della nostracoscienza ma sappiamo che è qualcosa di grande e
questo qualcosa di grande che noi scopriamo nella conoscenza intima di noi strssi, che cosa si da? La
scoperta della libertà, noi scopriamo la libertà con la nostra anima, perché essa è libera, è questo
riconoscimento che ci viene ridato dal nostro sentimenot interiore è il segno che l’uomo pur essendo
peccaqtore, limitato nella sua ocnoscenza, tuttavia è capace di moralità.

Emerge in qualche modo dalla riflessione dell’anima su stessa, da questa concezione metafisica dell’anima
emerge un terzo dato, e cioè che noi abbiamo il presentimento della nostra libertà che è indissolubile dal
presentimento dal destino futuro.

È un sentimento della libertà che si trasforma in responsabilità dei nostri gesti, una sorta di sentire il nostro
destino immortale attraverso l’azione. Qui abbiamo un esperienza esistenziale, non piu nella mente ma
abbiamo un esenzialismo da cui appunto una fenomelogia degli stati d’animo che ha avuto pur con questo
pessimismo radicare apre ad una narrazione dei vari stati d’animo che hanno un successo enorme.

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