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Cartesio→ nasce in un periodo di rivoluzione, ma la Santa Inquisizione è ancora vigile.


        
 Il suo scopo è quello di raggiungere la conoscenza e si pone l'obiettivo di dimostrare che il suo
metodo, che ha dimostrato Dio, è quello giusto; poiché altrimenti si negherebbe l’esistenza di Dio

Lettera al padre: 
espone il fatto che non sia voluto entrare troppo negli argomenti degli scettici

Dobbiamo capire che le idee dovute ai sensi sono sbagliate, così facendo potremo comprendere le
idee “pulite”

Scrive le meditazioni in latino per 2 motivi:


 le opere in volgare non venivano prese in considerazione dai dotti
 non voleva che fosse accessibile a tutti:alcuni si sarebbero potuti soffermare sull’esistenza
del genio maligno

Epistola alla Sorbona (luogo di scienza e filosofia più importante del tempo):

Bisogna dimostrare l’esistenza di Dio poiché un mondo senza Dio sarebbe immorale

gli empi non vogliono che dio esista, bisogna trovare argomenti nuovi che lo dimostrino
                                                                                                             ↓ 
                                                       vuole che sia una sequenza di intuizioni facile da seguire

Prefazione per il lettore:


ci sono cose palesi che la nostra volontà da sola non riesce a capirle come palesi

a Dio si attribuiscono caratteristiche umane (ira, vendetta…) e ciò è il primo errore

Dio è incomprensibile e infinito mentre le nostre menti sono finite

Synopsis: 
la mente è sostanza mentre il corpo è accidente di una grande sostanza universale

Per Cartesio ci sono 2 sostanze:


 materiale: unica sostanza, il resto sono accidenti
 spirituale/mentale: pluralità di pensieri

PRIMA MEDITAZIONE: “Ciò che può essere revocato in dubbio”


 poiché dice “revocato”, vuol dire che scegliamo noi

cartesio vuole “buttare all’aria” tutte le sue certezza


i sensi ci ingannano (anche se in realtà sono solo il mezzo con cui veniamo ingannati), ad esempio
quando sogniamo non ce ne rendiamo conto. Come posso dunque distinguere la veglia dal
sogno?

tuttavia anche se un sogno, ciò che io sogno deve essere reale, altrimenti non potrei sognarlo

tutto ciò che ha a che fare con la realtà è in dubbio, ciò che invece riguarda le idee(mat,geom…) è
sempre vero. Anche nel sogno 2+2=4
C. ha l’idea di Dio, che se fosse buono non ingannerebbe, e se non fosse abbastanza potente da
poterlo fare, ecco che noi saremmo più imperfetti

Si presuppone dunque un genio maligno potentissimo, che ci rende come degli schiavi che
sognano di essere liberi, C. si è svegliato dal sonno e ora deve fare i conti con le tenebre realtà

la conoscenza è come una casa: sono sempre espandibili, migliorabili e hanno bisogno di solide
fondamenta; C. vuole evitare di costruire una casa “fragile”

SECONDA MEDITAZIONE: “La natura della mente, che è più facilmente


conoscibile del corpo”

Siamo in un vortice in cui non abbiamo senso d’orientamento, inizia così il dubbio iperbolico:
dubitiamo di tutto ciò che ci proviene dai sensi

qualcosa gli mette le idee in testa, e ciò o è lui o è un ente superiore; inoltre se c’è un ingannatore
ci deve essere per forza anche un ingannato ⇒ io esisto finché penso

Tuttavia però ciò non comporta che io abbia un corpo

(descrizione del corpo e dell’anima) ⇒  molte caratteristiche dell’anima dipendono dal corpo ⇒
siamo solo pensiero (esso dubita, nega, afferma immagina…)

Ciò che vedo, e che percepisco, so che è falso in quanto proveniente dai sensi. Ma il fatto che mi
sembra di vedere o percepire qualcosa appartiene al pensiero. C. lo chiama sentire

(riflessione sulla cera, e sul fatto che la comprendiamo con la mente e non coi sensi) ⇒ con gli
occhi posso vedere l’estensione, ma lo comprendo solo con l'utilizzo del giudizio, che è nella
mente

i corpi non li conosco tramite i sensi o tramite l’immaginazione bensì con l’intelletto, dunque è la
mente la cosa più semplice da conoscere

Principio della priorità dei corpi: se i corpi esistono allora sono percepiti dalla mente
Principio della priorità della mente: conoscere la mente è molto più semplice del corpo

TERZA MEDITAZIONE: “Dio, che esiste”

io sono certo che quel modo di pensare le cose (immaginare e sentire) è in me, anche se in realtà
non esiste nulla

sono arrivato a dire che io esisto, e ciò è un idea chiara e distinta ⇒ tutto ciò che è chiaro e distinto
è vero (cerca una regola generale per la verità)

esistono 2 tipi di proposizioni:


 contingentemente vere: sono vere ma possono essere false
 indessicali: hanno un senso più o meno definito e sono vere o false in base alla posizione
del locatore ( questa è una borraccia è vera solo se indico una borraccia)
la frase “io penso, io esisto” è vera ogni volta che la si pronuncia (tuttavia è contingente: il soggetto
può non esistere, ma se così fosse la frase non sarebbe pronunciata)

C. mette in dubbio anche le idee matematiche

L’immagine mentale che abbiamo non è detto che corrisponda alla realtà ← errore più frequente
Ci sono 3 tipi di idee:
 innate: non provengono dall’esperienza
 avventizie: provengono dai sensi esterni
 prodotte da noi: create tramite immaginazione
poiché le idee provenienti dai sensi potrebbero non corrispondere dalla realtà oppure potrebbero
essere prodotte da me (i sogni) ⇒ le avventizie e quelle prodotte da noi non sono affidabili
 vi è una gerarchia delle idee ( alcune hanno più “realtà oggettiva”): Dio → Sostanze finite → modi
e accidenti
 sostanze= capace di esistere da sé
accidenti= caratteristica della sostanza
modi= attributo alla sostanza (estensione, movimento…)

Se non ci fosse qualcosa in grado di produrre l’effetto (idea) non ci sarebbe nel mondo oggettivo,
inoltre ciò che è più perfetto non può derivare da ciò che è meno perfetto.
Se qualcosa ci da un idea, allora ci deve essere qualcosa di abbastanza reale (formalmente) da
produrre l’idea

es: una cattedra senza cassetti non può darmi l’idea di una cattedra con i cassetti ⇒ o ho creato io
quell’idea con la mia immaginazione, oppure ci deve essere una sorgente da cui derivano le idee

le idee di altri umani, animali e angeli; possono essere state prodotte da me con l’immaginazione
(anche se per gli angeli non è così semplice)

alcune idee però sono materialmente false, ovvero rendono come positivo ciò che è un’assenza o
una privazione (es: il caldo potrebbe essere solamente l’assenza di freddo)

delle cose materiali percepisco in maniera chiara e distinta: grandezza, forma, posizione,
movimento (derivate dall’intelletto), sostanza, durate e numero (derivate dai miei pensieri); per
quanto riguarda la luce i colori ecc…  esse sono in noi poiché siamo imperfetti e mischiati con il
nulla

poiché in me c’è l’idea di Dio e della perfezione, ma io essendo imperfetto non posso aver
generato tale idea ⇒ Dio esiste e mi ha messo lui queste idee

e se io fossi perfetto e non lo sapessi? il fatto già che non lo so è simbolo di imperfezione ⇒  non
sono perfetto

noi non siamo solo creati da Dio, ma esso ci conserva pure

poiché fatti da Dio, abbiamo un suo “sigillo” impresso su noi, ovvero l’idea di lui. Inoltre siamo
l’immagine per negazione di ciò che dio è (vedi quad)

QUARTA MEDITAZIONE: “il vero e il falso”

.Non può essere che dio mi inganni sempre in quanto nell’inganno c’è malizia e debolezza, ovvero
imperfezioni mentre dio è perfetto

Poiché dio non mi vuole ingannare mi ha sicuramente fornito la capacità di giudicare il vero; ma
poiché io sono imperfetto (creato dal non ente) allora ho in me anche alcune mancanze, e dunque
se mi sbaglio non è perché dio vuole così, ma semplicemente perché il mio giudizio non è perfetto.
noi non siamo perfetti in quanto se dio così ci avesse fatto saremmo stati dei dio creati; tuttavia la
definizione di Dio va contro all’essere creato.

il motivo per cui dio ci ha fatto imperfetti non lo possiamo sapere in quanto non possiamo
pretendere di capire tutto ciò che fa dio, come non possiamo comprendere la ragione del mondo,
non c’è bisogno però di saperlo per investigarlo ⇒ la fisica non ha bisogno delle cause finali
il fatto che noi sbagliamo dipende dal fatto che convergono sia l’intelletto che il libero arbitrio; con
l’intelletto percepisco solo le idee che non sono né false né vere (idea di chimera), l’errore sta
quando le giudico vere o false.
La volontà inoltre è più “estesa” rispetto all’intelletto, e giudica anche ciò di cui non siamo
totalmente sicuri, commettendo errori.
Ma il commettere errori, e quindi il fatto che possiamo scegliere, non è qualcosa di negativo; anzi
evidenzia la nostra libertà: noi possiamo scegliere cosa fare, e questa libertà è perfetta; quasi al
pari di quella di Dio.

anche essa ha dei limiti, infatti noi non abbiamo il potere di soddisfare totalmente la nostra volontà

abbiamo la facoltà di migliorarci e autocorreggerci, in modo da creare un'abitudine nel non


sbagliare

per non errare devo trattenere il giudizio ogni volta che l’idea non è chiara e distinta

QUINTA MEDITAZIONE: “l’essenza delle cose materiali; e,di nuovo, Dio, che
esiste”

ci sono in me delle idee “minori” che percepiamo come non derivanti dall’esperienza

esempio triangolo: quando io penso a un triangolo non penso a tutte le proprietà che ha; tuttavia
esse sono in me; e non possono nemmeno provenire dall’esperienza poiché potrei fare la stessa
cosa con figure che non esistono (poligono con cento lati) ⇒ la mathesis è vera

posso applicare lo stesso ragionamento dei numeri e  figure all’idea di Dio ⇒ Dio è l’idea più certa
che ho

il fatto che penso che Dio esiste non vuol dire che esso esista davvero: posso infatti pensare ad un
monte; ad esso si assocerà sempre una valle , che essi esistano o meno. Con l’idea di Dio il
ragionamento è simile, solo che l’idea di Dio non può essere separata dalla sua esistenza

ci sono alcune cose ovvie e altre che necessitano di essere studiate a fondo per capirle, es: un
triangolo vedo subito che ha 3 lati ma per vedere che il quadrato dell'ipotenusa è uguale alla
somma del quadrato dei cateti ho bisogno di dimostrarlo. Una volta dimostrato però lo riterrò vero
ogni volta senza doverlo ri-dimostrare

Dunque posso dimostrare l’esistenza di dio in 2 vie: 


a. tutto ciò che è chiaro e distinto è vero e non può non esistere, ho l’idea di dio chiara e
distinta ⇒ Dio esiste
b. ho l’idea di un ente perfetto, è necessaria l’esistenza nella perfezione ⇒ qualcosa di
perfetto esiste

Dio è sia essenza che esistenza (nella sua essenza è intrinseca l’esistenza), separandole
facciamo solo una divisione concettuale
Le idee sono l’essenza delle cose, ciò che non posso togliere da quelle cose (es: dal triangolo non
posso togliere l’avere 3 lati)

Dio ci serve come base per conoscere tutto il resto; si pone alla base della scienza. Conoscendo
l’esistenza di Dio possiamo assicurarci che le cose che conosciamo chiare e distinte esistano
anche quando smettiamo di vederle

SESTA MEDITAZIONE: “l’esistenza delle cose materiali, e la reale distinzione


della mente dal corpo”

Le cose matematiche esistono (sono idee chiare e distinte) e Dio non ci mente sulle cose chiare e
distinte

La materia sembra poi derivare dall’immaginazione; tuttavia c’è da distinguere tra immaginazione e
intellezione:

immaginazione = intellezione + uno sforzo (es: per immaginare un chiliagono devo sforzarmi
mentre le sue proprietà le capisco perfettamente)

dunque se l’immaginazione necessita di uno sforzo essa non è fondamentale per noi ⇒ ciò che
deriva dall’immaginazione non è necessario

l’intelletto invece è preciso: sappiamo distinguere 1000 lati da 1001

nell’intellezione la mente guarda solo a ciò che è dentro di essa; nell’immaginazione invece guarda
al corpo e a ciò che è derivato dai sensi

l’immaginazione è legata anche alle qualità secondarie (colori, dolore ecc…), esse vengono
percepite dai sensi e arrivano all’immaginazione tramite la memoria (non posso immaginare un
colore che non ho mai visto)

primo oggetto di sensazione: il mio corpo

secondo oggetto di sensazione: sensazioni del mio corpo in relazione ad altri corpi (es: fame)

terzo oggetto di sensazione: qualità secondarie + caldo e freddo

le qualità secondarie si manifestano a noi senza nostro volere, e spesso sono ingannatrici; i nostri
sensi (anche quelli interni come il dolore) vengono ingannati

Se posso concepire le cose chiare e distinte senza l’altra, e concepisco me stesso come cosa
pensante solamente ⇒ se ho un corpo, esso è distinto dall’anima; nonostante siano legati in
maniera strettissima (abbiamo passioni, sensazione: siamo mischiati al corpo)

ci sono idee legate all’intellezione ed altre invece legate al corpo sensibile. Abbiamo una passiva
facoltà di sentire le idee sensibili; ma non potremmo averla se non esistesse una facoltà attiva che
le può produrre

Questa facoltà non può essere in me, in quanto priva di intelletto e contro la mia volontà; dunque
dovrà essere o in Dio oppure nelle cose corporee che mi fanno percepire le cose attraverso i sensi
(il mondo corporeo). Poiché sappiamo che dio non è ingannatore, se ci ha fatto percepire che le
idee ci vengono dal mondo corporeo ⇒ le cose corporee esistono, anche se non sono chiare e
distinte
la natura ci ha “insegnato” a distinguere le cose buone da quelle cattive, siamo noi che usiamo
questo criterio poi per giudicare altro (come che il sole sia della grandezza che vedo)

la natura in quanto meccanismo funziona, né bene né male, siamo noi a giudicarla in base al
nostro fine (un orologio rotto funziona: segna il tempo anche se non è il MIO tempo) 

es: corpo malato di idropisia (hai sete e devi bere costantemente), continua a bere anche se gli fa
male, perché per natura è così

la mente non è divisibile a differenza del corpo, essa non posso pensarla divisa

Sentiamo il dolore del piede “tramite il cervello” poiché è come una corda che se tiri una estremità
si muove anche all'estremità opposta (così sono i nervi legati al cervello). tuttavia può capitare che
anche se tiriamo da una parte che non sia il piede, ma sempre nello stesso nervo, sentiamo il
dolore al piede

il motivo per cui mi sbaglio è che sono per natura determinato dall’abitudine: è meglio che mi
sbaglio quando non ho un piede e sento dolore, che non sento dolore quando invece io lo ho

è vantaggioso avere un corpo, ci serve per mantenerci in vita

risulta banale la differenza tra veglia e sogno; nel sogno non ho la concezione della memoria, se
mi comparisse una persona e scomparisse all’improvviso la crederei un uomo, mentre da sveglio
lo considererei o uno spettro o un inganno della mia mente.

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