Sei sulla pagina 1di 4

“identità e coincidenza spazio-temporale”, David Wiggins

Poniamo un certo principio S: due oggetti non possono trovarsi nello stesso luogo allo stesso
tempo, oppure, non possono occupare lo stesso volume per lo stesso preciso periodo.

Se si pensa ad una spugna imbevuta d’acqua però, sembra che occupi lo stesso posto sia la
spugna che l’acqua. Tale caso non costituisce un problema per S poiché possiamo ricorrere al
punto di vista molecolare, e constatare che il volume occupato dalla spugna e il volume occupato
dall’acqua sono differenti.

Poniamo ora un albero T che si trova al tempo t1 ad occupare un certo volume v1. Ora, l’albero, è
fatto da molecole di cellulosa W che occupano anch’esse v1 (anzi proprio perché occupano v1
porta a dire che l’albero T occupi v1)

L’albero T e la cellulosa W occupano dunque lo stesso posto, ma sono uguali? proviamo ad


applicare la legge di Leibniz (tutto ciò che vale per A vale anche per B ⇔ A=B e viceversa). Se
però supponiamo che T venga abbattuto, in maniera tale però che nessuna molecola di cellulosa
venga intaccata, avremo che W sopravviverà (e avremo dunque lo stesso numero di cellulosa di
prima) mentre T no. Volendo si può immaginare che invece vengano tagliati solo i rami di T e
vengano bruciati; in questo caso T sopravviverò mentre W no.
T però non è qualcosa in più; basti pensare ad Ari: la materia di cui qualcosa è fatto, non è il
qualcosa (T è composto da W ma non è W, come un gomitolo di lana non è un maglione).
Se assumiamo che T=W allora sarà albero anche la segatura, se invece andiamo contro a ciò,
andiamo contro al materialismo

Bisogna riformulare S; S*: due oggetti dello stesso sortale (tipo) non possono occupare lo stesso
luogo allo stesso tempo

Questa è una verità necessaria, e le sue fonti di legittimazione sono 3:


1. se due cose sono dello stesso sortale, è valido dire che il fatto che non siano uguali sia
sufficiente a stabilire che occupino posti diversi (ovvero che se due cose sono dello stesso
sortale non possono essere nello stesso luogo) 
2. Im (criterio d’identità per gli oggetti materiali): A=B; A,B ∈ f ⇔ hanno tutte le caratteristiche
uguali (oppure x=y ⇔ Fx=Fy)
Tale concetto implica logicamente S*, se questa è una verità a priori, allora lo è anche S*
3. c’è un fondamento per una verità anche più forte di S*, ovvero S**: se abbiamo A e B, e B è
parte di C; se A≠B e A≠C ⇒ nessuna parte di A sarà parte di B o C
Se supponiamo infatti che A e B siano distinti, ma occupanti lo stesso spazio, allora, poiché
non possono essere distinti per posizione, dovranno distinguersi in base alle loro proprietà.
Tuttavia nessuna regione di spazio può ammettere più predicati distinti allo stesso tempo (o
è rosso o è giallo, o rotonda o quadrata)

Con queste tre riflessioni ci si può avvicinare alla spiegazione della teoria secondo cui gli oggetti
materiali “sono in competizione” per lo spazio e tendono ad escludersi vicendevolmente

Prova finale: Supponiamo di prendere un gatto, Tibbles, e supponiamo che al tempo t2 esso
perda la coda. Prima di t2 qualcuno aveva già voluto nominare tibbles senza coda con Tib.

Al tempo t1 (quando ha ancora la coda) Tibbles sta sul tappeto, e vi è presente anche Tib (con
l’aggiunta della coda). Ciò non è contrario a S*

Al tempo t3, sicuramente Tib è presente in quanto a lui non è cambiato nulla (la coda non faceva
parte della sua identità), ma vi è anche Tibbles dato che è sopravvissuto all’incidente e ora è lì.
C’è totale arbitrio sul decidere la porzione delle cose che ci si presentano che hanno
un’indipendenza sostanziale; posso chiamare una parte di Tibbles Tib, ma non per questo esiste
un gatto senza coda chiamato Tib (la divisione non è reale).

Wiggins vuole evidenziare che è sin dall’inizio che sbagliamo pensando che ci siano due gatti. Sta
a noi decidere cosa fa parte dell’identità(rapporto tra il linguaggio e le cose).

Wiggins vuole solo farci avere delle intuizioni sulla problematicità della nostra costruzione mentale

“tutto nella somma delle parti”, David Lewis

(mereologia: indagine sulle proprietà che vi sono tra l’intero e le sue parti)

quando si accetta la mereologia si accetta anche l’esistenza delle fusioni mereologiche; tuttavia ciò
non comporta un sforzo aggiuntivo (es: una volta impegnati sull’esistenza di un gatto, non
comporta impegno l’esistenza di un insieme di gatti, la fusione è i gatti e i gatti sono la fusione)

Se li consideriamo insieme o singolarmente, essi occuperanno la stessa porzione di realtà (es: se


stilassio l’inventario delle cose reali, non dovremmo contare il gatto singolo e lui nella fusione, o
l’uno o l’altro)
Se affermiamo che esiste qualcosa, affermando che ne esiste un’altra identica, non mettiamo
nessun ulteriore impegno. La relazione tra la parte e l’intero è come l’identità (il “sono” della
composizione rispecchia l’“è” dell’identità) → “Tesi della Composizione come Identità”. 

In virtù di questa tesi, la mereologia si impegna solamente ad enti identici a ciò a cui ci eravamo
già impegnati in precedenza.

Armstrong: considera l’identità stretta e la differenza stretta i punti estremi di un ventaglio di casi
diversi, avente al centro casi di sovrapposizione. La relazione parte-intero è una particolare
sovrapposizione (es: la parte in comune tra x e y potrebbe essere x, se x è parte di y)

Due case a schiera che condividono lo stesso muro, non sono né identiche ma nemmeno
completamente distinte; si dicono parzialmente identiche, e questa parzialità è il muro in comune.
L’italia e le marche, sono parzialmente identici, e la loro parzialità deriva dal rapporto parte-intero;
aggiungendo sempre più parti (abruzzo, lazio, veneto) arriveremo fino ad avere l’identità totale

Baxter: sostiene che l’intero non è altro che le sue parti contate come una sola, ovvero che l’intero
è la molteplicità delle parti trascurate le loro differenze [collegamento con l’universalizzazione?],
non significa che l’intero non esista, bensì che semplicemente non è qualcosa in più (es: un
contadino divide il suo terreno in sei piccoli terreni e li vende a sei contadini. Se quel contadino
crede di avere il terreno intero, in quanto quello non lo ha venduto, si sbaglia, sono i sei contadini a
possedere insieme il terreno intero. dunque l’intero non era un settimo terreno)

Nessuno dei sei lotti da sé è identico a quello originale, tuttavia i sei lotti insieme sì, non si possono
venderli senza venderlo.

Uno scettico potrebbe dire che tutto può venire riformulato in questo modo: 2,3,4,6,7 e 8 sono in
media identici a 5 se si intende che la loro media è identica a 5. es è vero, ma le relazioni di parte-
intero sono speciali, esse hanno analogie con la relazione di identità, quella che ogni cosa
intrattiene con se stessa e nessun’altro (es: a è a). L’identità comune (parte-intero) si potrebbe
dire, è allora il caso limite dell’identità in senso ampio

L’analogia ha numerosi aspetti:


1. l’innocenza ontologica della mereologia. Come è ridondante dire che esiste Possum ed
esiste qualcosa di uguale a Possum, è lo stesso ridondante dire che esistono Possum e
Magpie e la loro fusione (entrambe non necessitano impegno aggiuntivo, vedesi sopra)
2. La composizione non ristretta. Se esiste Possum automaticamente esiste qualcosa di
identico a Possum (Possum non deve soddisfare nessuna condizione per essere uguale a
se stesso), e se esistono Possum e Magpie automaticamente esiste la loro fusione
3. L’unicità della composizione. Non possono esserci due cose diverse, entrambe uguali a
Possum e non ci potrà essere due fusioni diverse entrambe uguali a Possum e Magpie (se
x è Possum e Magpie, e questi sono anche y ⇒ x è y)
4. La facilità del descrivere la fusione. Se descrivo Possum in modo completo, si descriverà in
modo completo anche ciò che è identico a Possum; così se descrivo Possum e Magpie in
modo completo (anche le loro relazioni che li legano) allora si sarà data la descrizione
completa della loro fusione (ciò avviene anche per la localizzazione; se specifico dove sono
Possum e Magpie specifico anche dov’è la loro fusione) (vale anche per i lotti, se specifico
le proprietà dei sei terreni, specifico le proprietà del lotto originario)
5. Multi-locazione. Data Maria e il suo agnello, che la segue sempre necessariamente, se
dovessimo dire che Maria e l’agnello sono identici non ci si stupirebbe della loro
inseparabilità. Se invece dicessimo che l’agnello è parte di Maria (e Maria sia interamente
presente ovunque vada) allora anche qui non ci sarebbe nulla di misterioso, perché
l’insieme può essere presente solo dove sono anche le sue parti.

Altri esempi si possono fare prendendo un universale congiuntivo P&Q, fusione di P e Q. è


automatico che ovunque appaia P&Q devono apparire P e Q.

Esempi di particolari multi-localizzati non ce ne sono, in quanto una strada può essere
prima  a due corsie e dopo ad una, un uomo può avere più denti da giovane che da
anziano ecc… Ma poiché essi perdono parti possiamo dire che questi non sono casi di
multi-locazione propria, non è la stessa cosa interamente presente in diversi luoghi

Anche l’analogia ha i suoi limiti però

1. noi sappiamo che se x e y sono uguali solo se condividono tutte le caratteristiche


(nell’identità), se però x è parte di y ci saranno cose che non saranno di y e altre che non
saranno di x (nella fusione). (es: l’italia è parzialmente identica anche con il lazio, ma le
marche non lo sono; oppure le marche hanno una certa forma, mentre l’italia no)
2. anche se le parti e la fusione occupano lo stesso spazio di realtà, non abbiamo una vera
generalizzazione della Legge di Leibniz, ciò che è vero per i molti non è detto essere vero
per la fusione (es: la fusione è una, i molti sono 6)
“l’identità degli indiscernibili”, Max Black

A sostiene l’identità degli indiscernibili (se due cose hanno le stesse proprietà sono la stessa
cosa), B no

A dice che, presi a e b, a ha una cosa che b non ha, essere uguale ad a, B risponde che questa è
una futile tautologia, è una banalità, ne so quanto prima

A dice che allora a è diversa da b, e anche questo non compete b. Ma se io so già che a e b sono
due cose distinte, dire che a è diverso da b è un’altra tautologia

B dice, se con indiscernibile intendi la stessa cosa che ha tutte le proprietà in comune. Se
consideri a e b identici, ci sarà qualcosa che avrà due nomi, ma non ci saranno 2 cose 
A dice che possiamo capire due cose come diverse solo se una ha qualcosa che l’altra non ha, se
non fosse così, io potrei vedere solo due mani, ma ce ne potrebbero essere nove (differenti tra
loro) uguali alla sx e nove alla dx

B pone un universo con due sfere identiche, esse non possono essere nominate in quanto
sarebbe come nominare un ragno senza vederlo o distinguerlo (lo chiamo gigi, ma poi se devi dire
chi è gigi non lo sai). Possiamo immaginare un viaggiatore che le nomini, ma ciò non autorizza A
ad usare nomi

A allora dice che una avrà la proprietà di essere distante un miglio dall’altra e zero da se; tuttavia B
replica che entrambe saranno distanti un miglio dal centro dell’altra

A allora dice che esse devono essere in luoghi diversi, ma come faccio a descrivere i luoghi se non
c’è nessun riferimento eccetto le due sfere? esse sono solo distanti tra loro

A allora parla nuovamente del viaggiatore che nomina castore e polluce, e dice che essere ad un
miglio da castore è diverso che essere ad un miglio da polluce perché se fosse uguale sarebbe
contraddittorio dire  essere ad un miglio di polluce e non essere ad un miglio da castore, ma ciò
non è così

 B risponde che però è lui che sta usando i nomi castore e polluce, ma il viaggiatore non ha mai
visitato l’universo, noi abbiamo solo supposto che lo potrebbe fare

allora A dice che si necessità di un terzo elemento oltre alle sfere: un metodo di misura (righello,
regolo ecc…) e B dice che va bene, basti che l’altra sfera sia speculare.

tuttavia poi nasce un problema, se poniamo una sorta di piano di simmetria, se qualcuno volesse
attraversarlo, dice A, dovrebbe prima rimpicciolirsi e poi ingrandirsi? e inoltre, se da un alto hanno
il cuore a sx, dall'altro lo avranno a dx? e allora sono differenti.

B ammette che ha sbagliato e ritenta, stavolta pone un centro di simmetria, quella che i matematici
chiamano simmetria radiale, e tale punto non può essere oltrepassato. stavolta il cuore sarà al
posto giusto

B dice che neanche degli elettroni sappiamo caratterizzare un dall’altro, eppure sappiamo che ci
sono e sono due; così dobbiamo considerare le sfere come due stelle che conosciamo solo tramite
gli effetti, ma non sappiamo distinguere le due stelle, se gli effetti sono uguali

A dice che allora però una sarà a sx e una a dx, e B dice che si, accade se però consideri
qualcuno; tuttavia se ciò accade si sballa l’universo, esse acquisterebbero nuove caratteristiche
relazionali. 

Dunque la presenza di un osservatore muterebbe le proprietà dell’osservato

Dunque, dice B, il Principio d’Identità degli Indiscernibili è falso, nella nostra mente possono
esistere 2 cose uguali che non sono la medesima.

In questo dialogo Black ha scompigliato tutto, ha dimostrato come parlare di identità è complesso,
dire che x=x non dice nulla sull’identità

Potrebbero piacerti anche