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Poniamo un certo principio S: due oggetti non possono trovarsi nello stesso luogo allo stesso
tempo, oppure, non possono occupare lo stesso volume per lo stesso preciso periodo.
Se si pensa ad una spugna imbevuta d’acqua però, sembra che occupi lo stesso posto sia la
spugna che l’acqua. Tale caso non costituisce un problema per S poiché possiamo ricorrere al
punto di vista molecolare, e constatare che il volume occupato dalla spugna e il volume occupato
dall’acqua sono differenti.
Poniamo ora un albero T che si trova al tempo t1 ad occupare un certo volume v1. Ora, l’albero, è
fatto da molecole di cellulosa W che occupano anch’esse v1 (anzi proprio perché occupano v1
porta a dire che l’albero T occupi v1)
Bisogna riformulare S; S*: due oggetti dello stesso sortale (tipo) non possono occupare lo stesso
luogo allo stesso tempo
Con queste tre riflessioni ci si può avvicinare alla spiegazione della teoria secondo cui gli oggetti
materiali “sono in competizione” per lo spazio e tendono ad escludersi vicendevolmente
Prova finale: Supponiamo di prendere un gatto, Tibbles, e supponiamo che al tempo t2 esso
perda la coda. Prima di t2 qualcuno aveva già voluto nominare tibbles senza coda con Tib.
Al tempo t1 (quando ha ancora la coda) Tibbles sta sul tappeto, e vi è presente anche Tib (con
l’aggiunta della coda). Ciò non è contrario a S*
Al tempo t3, sicuramente Tib è presente in quanto a lui non è cambiato nulla (la coda non faceva
parte della sua identità), ma vi è anche Tibbles dato che è sopravvissuto all’incidente e ora è lì.
C’è totale arbitrio sul decidere la porzione delle cose che ci si presentano che hanno
un’indipendenza sostanziale; posso chiamare una parte di Tibbles Tib, ma non per questo esiste
un gatto senza coda chiamato Tib (la divisione non è reale).
Wiggins vuole evidenziare che è sin dall’inizio che sbagliamo pensando che ci siano due gatti. Sta
a noi decidere cosa fa parte dell’identità(rapporto tra il linguaggio e le cose).
Wiggins vuole solo farci avere delle intuizioni sulla problematicità della nostra costruzione mentale
(mereologia: indagine sulle proprietà che vi sono tra l’intero e le sue parti)
quando si accetta la mereologia si accetta anche l’esistenza delle fusioni mereologiche; tuttavia ciò
non comporta un sforzo aggiuntivo (es: una volta impegnati sull’esistenza di un gatto, non
comporta impegno l’esistenza di un insieme di gatti, la fusione è i gatti e i gatti sono la fusione)
In virtù di questa tesi, la mereologia si impegna solamente ad enti identici a ciò a cui ci eravamo
già impegnati in precedenza.
Armstrong: considera l’identità stretta e la differenza stretta i punti estremi di un ventaglio di casi
diversi, avente al centro casi di sovrapposizione. La relazione parte-intero è una particolare
sovrapposizione (es: la parte in comune tra x e y potrebbe essere x, se x è parte di y)
Due case a schiera che condividono lo stesso muro, non sono né identiche ma nemmeno
completamente distinte; si dicono parzialmente identiche, e questa parzialità è il muro in comune.
L’italia e le marche, sono parzialmente identici, e la loro parzialità deriva dal rapporto parte-intero;
aggiungendo sempre più parti (abruzzo, lazio, veneto) arriveremo fino ad avere l’identità totale
Baxter: sostiene che l’intero non è altro che le sue parti contate come una sola, ovvero che l’intero
è la molteplicità delle parti trascurate le loro differenze [collegamento con l’universalizzazione?],
non significa che l’intero non esista, bensì che semplicemente non è qualcosa in più (es: un
contadino divide il suo terreno in sei piccoli terreni e li vende a sei contadini. Se quel contadino
crede di avere il terreno intero, in quanto quello non lo ha venduto, si sbaglia, sono i sei contadini a
possedere insieme il terreno intero. dunque l’intero non era un settimo terreno)
Nessuno dei sei lotti da sé è identico a quello originale, tuttavia i sei lotti insieme sì, non si possono
venderli senza venderlo.
Uno scettico potrebbe dire che tutto può venire riformulato in questo modo: 2,3,4,6,7 e 8 sono in
media identici a 5 se si intende che la loro media è identica a 5. es è vero, ma le relazioni di parte-
intero sono speciali, esse hanno analogie con la relazione di identità, quella che ogni cosa
intrattiene con se stessa e nessun’altro (es: a è a). L’identità comune (parte-intero) si potrebbe
dire, è allora il caso limite dell’identità in senso ampio
Esempi di particolari multi-localizzati non ce ne sono, in quanto una strada può essere
prima a due corsie e dopo ad una, un uomo può avere più denti da giovane che da
anziano ecc… Ma poiché essi perdono parti possiamo dire che questi non sono casi di
multi-locazione propria, non è la stessa cosa interamente presente in diversi luoghi
A sostiene l’identità degli indiscernibili (se due cose hanno le stesse proprietà sono la stessa
cosa), B no
A dice che, presi a e b, a ha una cosa che b non ha, essere uguale ad a, B risponde che questa è
una futile tautologia, è una banalità, ne so quanto prima
A dice che allora a è diversa da b, e anche questo non compete b. Ma se io so già che a e b sono
due cose distinte, dire che a è diverso da b è un’altra tautologia
B dice, se con indiscernibile intendi la stessa cosa che ha tutte le proprietà in comune. Se
consideri a e b identici, ci sarà qualcosa che avrà due nomi, ma non ci saranno 2 cose
A dice che possiamo capire due cose come diverse solo se una ha qualcosa che l’altra non ha, se
non fosse così, io potrei vedere solo due mani, ma ce ne potrebbero essere nove (differenti tra
loro) uguali alla sx e nove alla dx
B pone un universo con due sfere identiche, esse non possono essere nominate in quanto
sarebbe come nominare un ragno senza vederlo o distinguerlo (lo chiamo gigi, ma poi se devi dire
chi è gigi non lo sai). Possiamo immaginare un viaggiatore che le nomini, ma ciò non autorizza A
ad usare nomi
A allora dice che una avrà la proprietà di essere distante un miglio dall’altra e zero da se; tuttavia B
replica che entrambe saranno distanti un miglio dal centro dell’altra
A allora dice che esse devono essere in luoghi diversi, ma come faccio a descrivere i luoghi se non
c’è nessun riferimento eccetto le due sfere? esse sono solo distanti tra loro
A allora parla nuovamente del viaggiatore che nomina castore e polluce, e dice che essere ad un
miglio da castore è diverso che essere ad un miglio da polluce perché se fosse uguale sarebbe
contraddittorio dire essere ad un miglio di polluce e non essere ad un miglio da castore, ma ciò
non è così
B risponde che però è lui che sta usando i nomi castore e polluce, ma il viaggiatore non ha mai
visitato l’universo, noi abbiamo solo supposto che lo potrebbe fare
allora A dice che si necessità di un terzo elemento oltre alle sfere: un metodo di misura (righello,
regolo ecc…) e B dice che va bene, basti che l’altra sfera sia speculare.
tuttavia poi nasce un problema, se poniamo una sorta di piano di simmetria, se qualcuno volesse
attraversarlo, dice A, dovrebbe prima rimpicciolirsi e poi ingrandirsi? e inoltre, se da un alto hanno
il cuore a sx, dall'altro lo avranno a dx? e allora sono differenti.
B ammette che ha sbagliato e ritenta, stavolta pone un centro di simmetria, quella che i matematici
chiamano simmetria radiale, e tale punto non può essere oltrepassato. stavolta il cuore sarà al
posto giusto
B dice che neanche degli elettroni sappiamo caratterizzare un dall’altro, eppure sappiamo che ci
sono e sono due; così dobbiamo considerare le sfere come due stelle che conosciamo solo tramite
gli effetti, ma non sappiamo distinguere le due stelle, se gli effetti sono uguali
A dice che allora però una sarà a sx e una a dx, e B dice che si, accade se però consideri
qualcuno; tuttavia se ciò accade si sballa l’universo, esse acquisterebbero nuove caratteristiche
relazionali.
Dunque, dice B, il Principio d’Identità degli Indiscernibili è falso, nella nostra mente possono
esistere 2 cose uguali che non sono la medesima.
In questo dialogo Black ha scompigliato tutto, ha dimostrato come parlare di identità è complesso,
dire che x=x non dice nulla sull’identità