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Frege vede il concetto come funzione perché anche il primo non fa altro
che mettere in corrispondenza un dominio con un elemento che può
essere rappresentativo di quell’insieme
UOMO (x) ogni volta che sostituiamo la x con un nome di uomo avremo
come valore il vero se per esempio lo sostituiamo con un nome di donna
avremo come valore di verità il falso.
CONCETTO E ARGOMENTO
La funzione è il concetto, l’argomento è l’oggetto.
I concetti sono denotati da predicati, gli argomenti possono essere
oggetti qualsiasi denotati da termini singolari. I termini singolari
espressioni del linguaggio che si riferiscono a un singolo oggetto
individuale.
Una tesi fondamentale di Frege è che espressioni che denotano un
singolo oggetto presuppongono l’esistenza dell’individuo in questione.
Frege fa una distinzione tra espressione e contenuto
ESPRESSIONE, parte astratta, costituita dal termine singolare o nome
proprio e termine concettuale o predicato che denotano un oggetto o un
concetto che rientrano nel CONTENUTO e costituiscono la parte
concreta.
SEMANTICA: distinzione tra analitico e sintetico
EPISTEMOLOGIA: distinzione tra a priori e necessario.
ONTOLOGIA E METAFISICA: distinzione tra necessario e contingente.
Il regno della logica per Frege il regno dell’analitico dell’ a priori e del
necessario.
QUANTIFICATORI
Quantificare significa enumerare un certo tipo di insiemi.
Quantificatore esistenziale (esiste almeno un)
Quantificatore universale (per ogni)
Il quantificatore lega o vincola le variabili
L’uso dei quantificatori permette di esprimere distinzioni che aiutano a
chiarire ambiguità del linguaggio comune
ES. per ogni numero esiste uno maggiore vera perchè c’è sempre un
numero maggiore di un altro numero
SEGNO
Un segno è qualcosa che sta al posto di qualche altra cosa.
La prima classificazione dei segni è data da Peirce sui vari tipi di segni:
icona indice simbolo ecc.
Per ogni tipo di segno distinguiamo
type: il tipo di segno
token: replica o occorrenza di un segno
DISTINZIONE TRA SEGNI NATURALI E ARTIFICIALI
Segni naturali sono determinati da un rapporto di causa effetto e non
sono prodotti intenzionalmente ad esempio un’impronta lasciata sul
terreno
Segni arbitrari/artificiali sono prodotti intenzionalmente dall’uomo per
comunicare.
FERDINAND DE SAUSSURE
A ogni voce del lessico corrispondono una forma e con un contenuto in
termini Saussuriani un significato e un significante e il rapporto che vi è
tra essi è arbitrario,
Il segno linguistico è un’entità a due facce che lega il significato e il
significante
significante: parte astratta parola pronunciato
significato: immagine acustica parte concreta
DISTINZIONE TRA LANGUE E PAROLE SAUSSURE
Per Saussure la lingua rappresenta l’aspetto sociale, le parole
rappresentano l’aspetto individuale del linguaggio, ogni atto di parola è
diverso l’uno dall’altro
Per Saussure la lingua è un sistema di segni esprimenti delle idee
Una lingua è diversa non solo tra significante e significato, ogni lingua
forma in modo diverso il pensiero.
Saussure inventa lo strutturalismo
Riguarda il sistema della lingua soprattutto come sistema determinato
socialmente, e come sistema strutturato di componenti del lessico.
Non si propone di studiare ogni singolo significato e significante, ma di
studiare il sistema di cui fanno parte, cioè il sistema della lingua.
Lo strutturalismo vede la lingua come una struttura fatta di segni
Con lo strutturalismo si individuano le diversità della lingua.
Saussure si occupa di studiare i cambiamenti diacronici e sincronici della
lingua.
Saussure marca più l’aspetto della langue, cioè l’aspetto sociale.
VALORE OPPOSITIVO
pèsca e pésca hanno valore oppositivo e fanno riferimento a un diverso
significato. Qualcosa di analogo si riscontra a livello semantico le voci
del campo lessicale albero/legna/bosco/foresta hanno diverso valore
differenziale nel sistema tedesco francese e italiano.
ANALISI COMPONENZIALE
E’ uno dei modi più diffusi per l’analisi dei campi semantici e della
struttura del lessico. Per analisi componenziale si intende la
scomposizione dei significati delle parole in elementi minimi di
significato chiamati tratti semantici
NOAM CHOMSKY
Chomsky condivideva l’idea di Saussure per cui la lingua non è un
semplice elenco di vocaboli bensì è dotata di una struttura ma a
differenza di Saussure che era strutturalista , Chomsky trattava la
linguistica generativa che riguarda la facoltà del linguaggio intesa come
facoltà mentale individuale e innata e intesa come sistema sintattico,
modulo che permette di produrre frasi grammaticali. Alla distinzione
langue e parole di Saussure, Chomsky contrappone così la distinzione
competenza esecuzione. L'esecuzione riguarda la produzione effettiva
di frasi della lingua. La competenza riguarda la capacità di produzione di
frasi ben formate.
Chomsky non vede la lingua come oggetto sociale ma naturale.
Chomsky sostiene che da lingua a lingua cambia la sintassi.
GRAMMATICA GENERATIVA TRASFORMAZIONALE
BERTRAND RUSSELL
Il significato di un nome proprio è un oggetto, mentre una descrizione
definita esprime una funzione proposizionale. Russell sostiene la tesi
per cui il significato di un nome proprio si riduce al suo riferirsi ad uno
oggetto. Ma i nomi propri del linguaggio non assolvono questa funzione
proprio perché non danno garanzia di riferirsi ad un individuo,per
esempio quando i nomi sono privi di riferimento e quindi senza valore di
verità e perciò non possono essere né veri e né falsi per esempio
Sherlock Holmes avviene nel linguaggio naturale e quindi i nomi propri
fungono da descrizioni definite. I nomi propri dunque sono abbreviazioni
di descrizioni definite, i veri nomi propri sono le espressioni indicali come
“questo e quello”, che stanno per un dato di senso per qualcosa di cui
abbiamo (acquaintance) ossia conoscenza diretta, che dipende
dall’ambito percettivo.
DESCRIZIONI DEFINITE
Valgono per chiunque soddisfi la proprietà es. il presidente della
Repubblica
NOMI LOGICAMENTE PROPRI
Svolgono la funzione di riferirsi direttamente agli oggetti. Nel linguaggio
naturale questa funzione è svolta dalle espressioni dimostrative come
questo e quello. I nomi proprio non hanno bisogno della presenza
dell’oggetto nel contesto per riferirsi e a differenza delle descrizioni
possono riferirsi a prescindere dalle caratteristiche degli oggetti. Anche
se i nomi propri non specificano alcuna caratteristica, usare
referenzialmente un nome equivale a presupporre che un numero
sufficiente di qualità descrittive siano vere di un certo oggetto.
Wittgenstein e anche Searle osservano che se dicessimo che Mosè non
è mai esistito non vorremmo solo dire che non vi è alcun individuo dal
nome Mosè ma che una serie di caratteristiche irrinunciabili per usare il
nome Mosè non si applicano a nessun individuo.
CONOSCENZA PER DESCRIZIONE
Individua un oggetto in quanto caratterizzato da certe proprietà
DESCRIZIONE INDEFINITA
Per Frege come per Russell non ha significato un oggetto ma un
concetto
WITTGENSTEIN
Wittgenstein rifiuta la tesi di Frege Ni ossia che i nomi abbiano senso e
riferimento. Gi enunciati invece hanno un senso. Per Wittgenstein il
linguaggio è un insieme di enunciati costituiti da una concatenazione di
nomi. Per il filosofo al mondo esistono i fatti che sono un nesso di oggetti
che stanno in una mera relazione i fatti sotto forma di linguaggio sono
enunciati e i nomi sono quelli che lo compongono. Una concatenazione
di nomi sono l’immagine di uno stato di cose. I fatti rappresentano uno
stato di cose che possono accadere o meno se uno stato di cose si
realizza è un fatto un fatto ha un enunciato che lo rappresenta. Il mondo
è l’insieme dei fatti cioè degli stati di cose sussistenti che corrispondono
ad enunciati veri. Un mondo quindi è tutto ciò che accade quindi
l’insieme dei fatti non delle cose. Il mondo attuale è solo uno dei tanti
mondi possibili cioè dei tanti insiemi di possibili stati di cose. Per il
principio di composizionalità di frege il valore di verità degli enunciati
dipende dal valore di verità degli enunciati componenti, Wittgenstein
approva questa definizione e nel tractatus introduce le tavole della verità
un metodo di decisione per cui dato il valore di verità degli enunciati
componenti è sempre possibile verificare il valore di verità degli
enunciati composti.
TAVOLE DI VERITÀ WITTGENSTEIN
Abbiamo possibilità di combinazione vero e falso degli enunciati p e q
che. Possiamo chiamare queste 4 possibilità (che sono enunciati atomici
non ulteriormente analizzabili enunciati atomici)
stati di cose o situazioni possibili (il mondo è l’insieme dei fatti cioè degli
stati di cose sussistenti che corrispondono ad enunciati veri). Carnap
chiamerà questi stati di cose mondi possibili.
PRINCIPIO DI FUNZIONALITÀ O SEMANTICA ESTENSIONALE
Il valore di verità dell’enunciato composto dipende dal valore di verità
degli enunciati componenti p e q avrà valore vero solo se entrambi gli
enunciati sono veri. L’enunciato è dunque funzione della verità degli
enunciati componenti. Con la teoria delle funzioni di verità si definisce
pertanto la visione estensionale della logica detta estensionale perchè il
valore di verità di un enunciato è chiamato anche la sua estensione.
L’enunciato è dunque funzione della verità degli enunciati componenti e
non vale nel contesto di credenza.
SENSO DI UN ENUNCIATO PER WITTGENSTEIN
Il senso di un enunciato per Wittgentein sono le condizioni di verità,
capire un enunciato è capire a quali condizioni è vero.
DIFFERENZA TRA FREGE E RUSSELL
Frege ritiene che il linguaggio naturale sia fuorviante perchè
inevitabilmente imperfetto solo un linguaggio simbolico diverso come il
formalismo logico da lui inventato può evitare le ambiguità tipiche del
linguaggio comune . Russell suggerisce che il linguaggio comune una
volta correttamente interpretato rivela una forma logica sottostante che
lo disambigua. Attraverso l’analisi possiamo individuare la forma logica
nascosta da quella grammaticale. Russell ha mostrato che la forma
logica delle descrizioni definite non è quella che appare nella
grammatica superficiale.
L’analisi del linguaggio dovrebbe portare all’individuazione della forma
logica delle proposizioni non ulteriormente riducibili ossia le proposizioni
atomiche
ATOMISMO LOGICO
Gli enunciati semplici si combinano tra loro in enunciati complessi, le
tavole della verità sono una rappresentazione della combinazione di
questi enunciati.
SIGNIFICATO DI UN ENUNCIATO
Per Frege il significato di un enunciato è il vero o il falso
Per Wittgenstein sono le condizioni di verità ossia le circostanze possibili
che se si realizzassero renderebbero vero l’enunciato
Per i neopositivisti il significato di un enunciato è il suo metodo di verifica
se non c’è escludiamo l’enunciato
Per Carnap il significato di un enunciato è il suo metodo per verificarlo
TARSKI
Tarski definisce con rigore le condizioni di verità non solo per gli
enunciati semplici e composti ma anche per quelli quantificati. Introduce
la funzione di interpretazione assegnerà come estensione a un termine
singolare un individuo, a un predicato una classe, a un enunciato un
valore di verità. Assumendo che I sia la funzione di interpretazione
posso interpretare tali espressioni del linguaggio in qualche dominio di
oggetti.
Es.
I (a)= Roma
I (P)= La classe delle capitali
a (apparti.ene) I (P)= roma appartiene alla classe delle capitali quindi
Pa è vera se e solo se I(a) appartiene a I(P)
CONVENZIONE T TARSKI
Ogni definizione di verità secondo Tarski deve essere sia formalmente
corretta sia materialmente adeguata. Ogni teoria della verità è
formalmente corretta e materialmente adeguata se si possono derivare
tutti i bicondizionali del tipo l’enunciato N è vero se e solo se E.
Convenzione T (da Truth). Essa si basa sulla distinzione tra linguaggio
oggetto e metalinguaggio il primo è il linguaggio di cui si stanno studiando le
proprietà il secondo è il linguaggio che viene usato per parlare del linguaggio
oggetto.
Prendiamo un enunciato dell’inglese, snow is white (in questo caso l’inglese è
il linguaggio oggetto). Tarski si domanda a quali condizioni questo enunciato è
vero. Usando come metalinguaggio l’italiano, diremo che snow is white è vero
se e solo se la neve è bianca.
TEORIA CORRISPONDENTISTA
La verità è intesa tra gli enunciati e lo stato di cose
CARNAP
Ogni espressione del linguaggio formale ha una intensione e una estensione
estensione: classe di oggetti che cadono sotto il concetto
LOGICA MODALE
Carnap introduce la logica modale e si interessa delle verità possibili (vere in
qualche mondo possibile) e necessarie (vere in tutti i mondi possibili). Carnap
sostiene che le verità della matematica e della logica sono analitiche e
necessarie per convenzione, sono vere in virtù del significato e sono definiti
“enunciati logicamente veri” (tautologie). Secondo Carnap altre verità
dipendono dal significato dei termini non logici vengono definiti enunciati veri
per i postulati di significato perché dipendono dal significato dei termini del
lessico.
ES piove o non piove: vere in tutti i mondi possibili in virtù del significato
(tautologia)
Giorgio è scapolo= Giorgio non è sposato. Giorgio so per definizione che non
è sposato ma non è una verità logica a priori, in un altro mondo potrebbero
essere descritti gli scapoli come uomini sposati.
STRAWSON
SEARLE
Per Searl un nome proprio ha un senso non perché specifica le caratteristiche
di un oggetto ma perchè è connesso alle caratteristiche degli oggetti, i nomi
propri dunque non sono abbreviazioni di descrizioni definite come sosteneva
Russel ma ganci a cui appendere descrizioni secondo Searle .
Searle quindi contribuisce a costituire la teoria del descrittivismo per il
descrittivismo anche se un nome proprio non funziona come una descrizione
è necessario che possegga tutte le qualità che vengono attribuite al suo
portatore es. Se un individuo non possedesse alcune delle proprietà di
Aristotele non potrebbe essere Aristotele.
KRIPKE
Secondo Kripke i nomi propri sono termini che designano un solo oggetto in
tutti i mondi possibili a differenza di frege che sostiene che i nomi abbiano un
senso egli sostiene che siano privi di senso e che questo senso consista in
uno più descrizioni definite come sostengono Russell o Searle
Kripke dunque sostiene che la teoria descrittivista sia falsa e fuorviante
PUTNAM
Lo stato mentale e le descrizioni connesse a un nome di tipo naturale non
determinano il riferimento, che viene determinato direttamente da una
relazione diretta con il mondo. ES. di Putnam che extraterrestri e terrestri che
prima di conoscere la chimica utilizzavano stesse descrizioni dell’acqua per
riferirsi a due liquidi diversi, dunque stesso senso ma diverso riferimento
quindi Putnam a differenza di Frege sostiene che il senso non determina il
riferimento, il senso viene afferrato mentalmente è un contenuto mentale.
KAPLAN
indicali e dimostrativi sono diversi dai nomi propri e dalle descrizioni definite
es. io sono qui ora enunciato sempre vero pur riferendosi a persone luoghi
diversi (in base al contesto si capisce chi ha emesso l’enunciato) non è una
necessità logica perché io potrei essere pure altrove
Luca è a Roma può essere vero o falso
KRIPKE
principio di traduzione se un enunciato esprime una verità in un linguaggio
una sua traduzione in un altro linguaggio esprime una verità in quell’altro
linguaggio
PLATONISMO FREGEANO
I pensieri sono entità di un terzo regno che non è costituito né da entità fisiche
(cose del mondo esterno) né da entità psichiche (rappresentazioni mentali).