Sei sulla pagina 1di 4

LINGUAGGIO

Frege: Ueber Sinn und Bedeutung (1892)

- Natura dell’identità: in che senso a è identico a b?


- Omogeneità fra nomi propri e descrizioni definite
- Duplicazione del piano semantico in due livelli
- Enunciato. Senso: pensiero; significato: valore di verità
- Contesti indiretti di credenza: no significato ordinario (vv) ma senso
- Enunciati subordinati

18:
- A=a: analitico; a=b: ampliamento della conoscenza
- Differenza fra a e b non è solo nella loro natura di segni, cioè nei termini della loro forma, con
una totale identità dell’oggetto designato: se così fosse, staremmo solo eguagliando maniere
arbitrariamente scelte di designare qualcosa, e l’ampliamento della nostra conoscenza sarebbe
solo di tipo sintattico. Invece la differenza fra a e b è nella loro natura di sensi come modi di
rappresentazione di qualcosa, che danno prospettiva specifica sull’oggetto e contribuiscono a
fornirci sue info.
- Segno vs senso vs significato
- Punti di intersezione di a e b e di b e c

19:
- “stella del mattino” e “stella della sera”
- Senso e significato
- Significato è l’oggetto stesso che è designato
- Senso viene afferrato da chiunque conosca sufficientemente la lingua
- Asimmetria: a un senso corrisponde un solo significato, mentre a un significato più sensi
- Indeterminatezza delle lingue parlate vs “complesso unitario completo di segni”

20:
- “La serie meno convergente”: nomi vuoti con senso ma senza significato
- Contesto indiretto > significato ordinario; contesto indiretto > senso
- Senso è distinto da rappresentazione soggettiva.

21:
- Senso è oggettivo, anche se due persone possono attribuire due sensi diversi allo stesso
significato, quando attribuiscono lo stesso quello è lo stesso per entrambi.
- Rappresentazione è soggettiva, e due che afferrano lo stesso senso ne hanno rappresentazioni
diverse e inconfrontabili, perché private e non riunibili nella stessa coscienza: si duo idem
faciunt, non est idem.
- Metafora luna e cannocchiale
22:
- Oggetto è invariabile; immagine è variabile, ma oggettiva: dipende dall’angolazione, ma due
osservatori dalla stessa angolazione vedono la stessa immagine; immagine retinica è soggettiva.
- Differenza dell’identità è, sul piano rappresentativo, indifferente alla cosa: come differenza di
luce e colore attribuite a poesia. Ma se non ci fosse convergenza di rappresentazioni l’arte
sarebbe impossibile

23:
- Liquidazione del problema scettico: ma l’esistenza è presupposta e il significato deve essere
distinto dalla rappresentazione almeno in virtù della sincera intenzione che abbiamo di riferircisi.
- Enunciato assertorio: resistenza alla sostituzione di due termini con lo stesso significato:
significato dell’enunciato rimane lo stesso, ma pensiero cambia. Allora senso = pensiero.

24:
- Enunciato contenente nome vuoto non ha significato: se metto in dubbio significato del nome,
metto in dubbio significato dell’enunciato.
- “Odisseo sbarcò ad Itaca immerso in un sonno profondo”.
- Se ci accontentassimo del senso, non ci interesserebbe che il nome non denota nulla: questo è
ciò che facciamo quando godiamo di un’opera d’arte
- MA “Il tendere alla verità è ciò che ovunque ci spinge ad avanzare dal senso al significato”

25:
- Significato di un enunciato: valore di verità. Difatti, quando mi interrogo sul significato di un
enunciato come composizione del significato dei suoi nomi, allora mi interesso della sua verità;
altrimenti mi accontenterei di considerare il senso dei suoi nomi.
- Il rapporto fra pensiero e Vero non è lo stesso che fra soggetto e predicato, ma lo stesso che fra
senso e significato

26:
- Inoltre, ciò che permane invariato al variare di tutti i sensi che compongono un enunciato, se
questi sensi sono sostituiti con altri dal significato analogo, è proprio e solo il valore di verità.
- Eadem sunt, quae sibi mutuo substitui possunt, salva veritate”
- Tt enunciati veri e falsi hanno stesso significato, ma giudicare vuol dire avanzare da pensiero al
significato: l’avanzare dal senso al significato è ciò che ovunque è spinto dal tendere alla verità

28:
- Enunciati complessi: il senso dipende funzionalmente da quello degli enunciati semplici,
- MA enunciati subordinati, no. Contesto indiretto: non è lecito sostituire l’enunciato con uno che
abbia lo stesso significato ordinario, ma con uno con lo stesso senso ordinario. Contesto
- “Copernico credeva che le orbite dei pianeti fossero cerchi” vs “Copernico credeva che il moto
apparente del sole fosse dovuto al moto reale della terra”
- Enunciato subordinato è nome proprio del pensiero
31:
- Nell’enunciato non è contenuto il pensiero che il soggetto designi qualcosa. Altrimenti,
l’enunciato: “Keplero morì in miseria” avrebbe negazione: “Keplero non morì in miseria oppure il
nome Keplero è privo di significato”. È piuttosto una presupposizione
- Ideografia impedisce questo difetto del linguaggio naturale

39:
- Non è sempre possibile rimpiazzare in un complesso un enunciato subordinato con un altro per
due ragioni: a) il subordinato esprime solo parte di un pensiero; quindi, non ha un valore di
verità; e b) il subordinato racchiude anche parte di un altro pensiero

Russell: On denoting 1905

479:
- What is denotation?
- The mean of our knowledge of things we cannot perceive directly.
- Knowledge by acquaintance vs by descripition

480:
- Struttura del testo: tesi; confutazione Frege e Meinong; giustificazione; conseguenze
- X costante individuale è nozione fondamentale: entità satura. Predicati la prendono come
variabile
- Denotazioni primordiali: tutti, nessuno, qualcuno
- Tutti: C (x) è sempre vero
- Nessuno: che C (x) sia falso è sempre vero
- Qualcuno: che C (x) sia falso non è sempre vero
- Tesi fondamentale: the denoting phrases never have any meaning in themselves, but every
proposition in whose verbal expression they occur has a meaning.

483:
- Descrizioni non sono costituenti genuini degli enunciati in cui occorrono
- Meinong: viola principio non contraddizione

KRIPKE: Name and Necessity 1972

Prima lezione:
- L’uomo col bicchiere di champagne
- Dartmouth e Mill: i nomi hanno denotazione e non connotazione
- Frege e Russel: analogia fra nomi e descrizioni: le descrizioni sono il senso del nome; serve
descrizione per accedere a significato. Descrizione determina il riferimento
- Teoria del cluster: descrizione singola e concetti agglomerati
- Argomento modale e epistemico e semantico
- A priori: epistemico; necessario: metafisico
- Identità in mondi possibili: Nixon e Humphrey

- Critica mondi possibili in senso qualitativo: come mondi lontani scoperti col cannocchiale.
Invece, sono mondi stipulati a partire dal mondo reale con la permanenza di costanti.

- Designatori rigidi d’identità

Seconda lezione:
- Non è vero che il senso determina il riferimento al significato, difatti il senso può cambiare
totalmente senza che il significato cambi. Ma è vero che il nome determina direttamente il
significato attraverso una stipulazione convenzionale di parlanti in una catena causale
intenzionale.
- Questa è l’unica e fondamentale proprietà che definisce il riferimento di un nome a un
significato: la proprietà dell’oggetto significato di essere stato battezzato con quel nome, di avere
quel nome usato per riferirsi a lui
- Importanza dell’intenzione di tener fisso un riferimento

UTNAM: Significato di significato, 1975

- “Sebbene l’uso del nome presupponga che la comunità linguistica nel suo insieme sia in pieno
possesso delle sue condizioni di applicazione, non è necessario né funzionale che tutti i suoi
membri lo siano”
- Anche se due concetti con la stessa estensione possono avere intensioni differenti, è dato per
buono che due concetti con la stessa intensione hanno la stessa estensione
- Teoria fregeiana: conoscere il significato di un termine corrisponde a trovarsi in un certo stato
psicologico; l’intensione determina l’estensione

Potrebbero piacerti anche