Sei sulla pagina 1di 4

WITTGENSTEIN :

-Ci invita persuadendoci a cambiare stile di pensiero , NON PENSAR GUARDA


-osservo e cosi risolvo problemi filosofici ( con ciò che è sempre stato sotto ai nostri occhi =
diversamente dai problemi scientifici )
- FREUD = riduzionismo , questo in realtà è questo … un sogno bello diventa osceno ,xke ?
( loro persuasione )
- obbiettivo = spiegare l’essenza della proposizione / trovare quella cosa che hanno in comune
tutte
.. usando delle espressioni innumerevoli , e differenti sono le funzioni delle parole con alcune
sottili somiglianze ( es. utensili / in comune che tutti modificano qualcosa )
- definizioni OSCENTIVE : spiegare l’uso , il significato della parola , quando è chiara la funzione,
che questa parola deve svolgere nel linguaggio …
-I nomi = segni semplici , che significano oggetti semplici , non composti
- GIOCO LIGNUISTICO : sono termini di paragone , gettano luce attraverso somiglianze e
dissomiglianze sullo stato del linguaggio
=Modelli che devono essere presi come sono , non come idee a cui la realtà dovrebbe
corrispondere
=Come Nietzsche , saremo tanto più oggettivi quanti più occhi differenti sapremo impiegare
=WITT. ( studiare il ling. Nei modi primitivi del suo impiego , aiuta a dissipare quella nebbia che
circonda il funzionamento del linguaggio e ne rende impossibile una visione chiara )
=fa parte di un attività , di una forma di vita , e le parole fanno parte di quel gioco , il quale è tale
proprio xke quelle parole ne sono parte
= I giochi sono imparentati / hanno somiglianze
= es. FOTO , è la nitidezza che fa di una foto un ritratto ? / Una foto con contorni sfocati non è una
foto ?

-USO E SIGNIFICATO
=W. non ci da la definizione di significato , ma illustra il modo attraverso il quale ci serviamo di
quella parola ( SIGNIFICATO : l’uso di una certa parola , nel linguaggio )
=A volte il significato di un nome si spiega indicando il suo portatore / LUIGI , da nome anagrafico ,
diventa qualcosa in cui riconoscersi
-USO REGOLA ESATTEZZA
=non è sempre la regola a spiegare l’uso
= il significato può essere ridotto all’uso ? devo seguire regole o interpretazioni ?
= secondo lui le proposizioni del nostro linguaggio sono in perfetto ordine logico , l’errore sta nel
pensare che noi usiamo il ling. Con regole rigorose
= dubitiamo xke possiamo immaginare un dubbio
=processo psichico , diminuzione del dolore x es.
Stato psichico tristezza .. NON E’ COSI LA COMPRENSIONE …AVER CAPITO è so andare avanti e te
lo dimostro facendo! ( regole / interpretazioni / applicazioni )
= tra le regole e le sue singole applicazioni interviene qualcosa , una spiegazione /
interpretazione , = una regola non può determinare alcun modo di agire perchè qualsiasi modo di
agire può essere messo IN ACCORDO O IN OPPOSIZIONE CON ESSO. = no regole.
=Nessuna spiegazione ha bisogno di un'altra, forse ne abbiamo bisogno noi x evitare
fraintendimenti Una spiegazione serve a eliminarlo o perevenirlo , ma NON OGNI
FRAINTENDIMENTO CHE IO POSSA IMMAGINARE
= seguire la regola è la prassi , devo imparare a seguirle PRIMA di impararle

-ESPERIENZA PRIVATA E LINGUAGGIO PRIVATO


= “ il problema delle altre menti “ / “dell’altro
=IMPOSSIBILITA’ DI UN LINGUAGGIO PRIVATO , che ha 3 significati tra cui
-Monologo
-Raccontare le proprie esperienze interiori
= in entrambi LINGUAGGIO COMPRESO E DECIFRATO
-MA POSSO immaginare un monologo che solo noi possiamo comprendere = FANTASIA
=super privatezza , nella vita quotidiana soprattutto è facile nascondere i sentimenti, ma in
filosofia c’è il dubbio che sia impossibile mostrarli!
= in filosofia : questa super privatezza tende a mutarsi in qualcosa di più impegnativo “ miei
sentimenti non potrei mai esibirli “ ( anche se volessi ) , posso esibire un segno del mio sentimento
, x es. SOLO IO POSSO VOLER SENTIRE LA MIA PRIVATEZZA , SOLO IO LA POSSO COGLIERE
Ma lo sono sempre privati ? = certe volte il dolore altrui si vede , dalle ferite del suo corpo, o dal
volto
FARE DEL DOLORE UN OGGETTO PRIVATO HA 2 CONSEGUENZE :
*non conosciamo più quella immediatezza con cui neghiamo il dolore altrui
*credo che lo possa provare solo io , il tuo posso solo congetturarlo

-Il mondo é la totalità di tutto ciò che accade, ossia dei fatti.

-I suoi costituenti sono elementi semplici e indefinibili, detti oggetti , le cui combinazioni possibili
sono quelle che Wittgenstein definisce stati di cose
-FATTO = il sussistere di uno stato di cose.
-Come non é possibile pensare un oggetto semplice se non in connessioni possibili con altri
oggetti, così i nomi hanno senso solo entro una proposizione .
-PREPOSIZIONI = non avrebbero senso se non avessero una forma generale identica a quella degli
altri stati di cose . *
(se in esse non si mostrasse questa stessa forma = dove ‘forma’ indica una possibilità di struttura,
cioè di combinazione tra gli oggetti.)

-Ogni proposizione ha, pertanto, un senso chiaro e definito, che consiste nella sua
relazione col mondo.
* raffigurano stati di cose/ combinazioni possibili tra gli oggetti che costituiscono il mondo.
NON relazione di somiglianza o riproduzione totale dei particolari! MA identità di forma tra
quel che raffigura e quel che é raffigurato.
Una proposizione però non comunica la sua forma tramite nomi o proposizioni MA esibisce
tale forma, cioè fa vedere ( con la combinazione e disposizione dei suoi elementi ) che le
cose stanno in quei termini.
Proposizione elementare o atomica = unità minima fornita di senso
mentre i suoi costituenti isolati non lo sono
Comprendere una proposizione = sapere come stanno le cose, quando essa é vera o falsa.
Uno stato di cose = é una possibilità realizzata, cioè un fatto, quando la proposizione che lo
raffigura é vera.
In questo senso, si può affermare che i fatti sono ciò che rende una proposizione vera o
falsa: vera se corrisponde ad essi, falsa se non corrisponde. = procedura di verificazione
Le proposizioni molecolari o complesse sono funzioni di verità delle proposizioni
elementari (atomiche), cioè sono costruite a partire da queste tramite operazioni logiche.
Grazie costanti logiche , che connettono le proposizioni elementari in funzione dei loro
valori di verità = si hanno proposizioni complesse, la cui verità dipende dal valore delle
proposizioni componenti.
= risulta che la proposizione complessa, é vera solo se sono vere ambo le proposizioni
elementari.
= Le costanti logiche non raffigurano stati di fatto, sono prive di contenuto oggettivo. Così
la costante ‘non’ non si riferisce ad un oggetto, ma é solamente uno strumento che fa
parte di simboli con cui raffiguriamo il modello e indica solo che é stata eseguita
l’operazione logica del negare.

Potrebbero piacerti anche