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Filosofia del linguaggio

Carola Barbero

Le tesi del paradigma


- La tesi 1 è effettivamente condivisa dalla stragrande maggioranza dei filosofi di indirizzo
analitico.
- Per la tesi 2, nonostante abbia conosciuto grande fortuna, il consenso è stato meno generale ed
univoco (per es. l’olismo semantico può essere visto come una minaccia per la composizionalità).
- La tesi 3, l’antimentalismo, è propria di Frege e di chi ha accettato di separare la
considerazione logico-semantica del linguaggio da quella dei fattori di carattere psicologico
che all'uso del linguaggio sono associati.

Frege riteneva che il significato non dovesse essere un fatto psicologico perché, sullo sfondo della
psicologia introspettiva dei suoi tempi, riteneva che la psicologia si occupasse di questioni
soggettive. La trasformazione a cui la psicologia è andata incontro rende almeno in parte non
necessaria la sua cautela e col tempo, molti filosofi analitici (anche se non tutti) hanno accettato
l'idea che il significato sia (anche) un fatto psicologico. Questo però nella maggior parte dei casi
lascia intatta l'adesione alle due altre tesi che risultano quelle autenticamente caratterizzanti per
la filosofia analitica del linguaggio.
Filosofia del linguaggio
Carola Barbero

G. Frege
Frege difende le seguenti tesi:
- quella secondo cui il linguaggio è definito dalla sua funzione;
- quella secondo cui la funzione del linguaggio è quella di comunicare;
- quella secondo cui ciò che il linguaggio comunica è il pensiero.

Per Frege, sono gli enunciati le entità di base dotate di significato e le parole hanno significato solo
all’interno degli enunciati.

Per Frege le parole non stanno per idee.

Per Frege le parole non servono a esprimere le nostre rappresentazioni mentali. Contro lo
psicologismo.

• Principio del contesto e principio di composizionalità.


Filosofia del linguaggio
Carola Barbero

Bedeutung
- la Bedeutung di un enunciato è il suo valore di verità;
- la Bedeutung di un termine singolare è l’oggetto a cui tale termine
singolare si riferisce;
- la Bedeutung di un predicato è ciò che determina se, sostituendo la
X variabile che costituisce un predicato con un nome, l’enunciato che ne

risulta è vero o falso.


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Predicati
- La differenza tra termini singolari e predicati consiste nel fatto che mentre la Denotazione di un termine
singolare è un oggetto, quella di un predicato è una funzione, ossia un’entità che prende oggetti come
argomenti. Mentre gli oggetti sono entità complete o, per usare l’espressione di Frege, sature, le funzioni
sono entità incomplete, insature.
- Un predicato come “x è simpatico” ha come denotazione un’entità insatura perchè contiene una variabile,
la quale non è altro (nelle intenzioni di Frege) che un segnaposto per un termine singolare. Le funzioni sono
saturate quando si applicano a un argomento e sulla base dell’argomento a cui si applica assume un valore
di verità.
- C’è quindi una differenza “metafisica” importante tra oggetti e funzioni: i primi sono entità sature, le
seconde insature.
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Enunciati
Perché Frege dice che il significato di un enunciato `e il suo valore di verità?

Primo argomento:
Perché è importante sapere se un certo nome abbia un riferimento? L’importanza che attribuiamo alla conoscenza del fatto che un
nome abbia denotazione dipende dal fatto che riteniamo importante sapere se gli enunciati in cui il nome compare sono veri o falsi.
Ma allora sapere quale sia il valore di verità di un enunciato è tanto importante quanto sapere se un nome abbia o meno una
Denotazione. Allora è naturale considerare la verità o falsità di un enunciato come le denotazioni degli enunciati.

Secondo argomento:
[dipende dal Principio di Composizionalità] Una delle conseguenze di questo principio è che il significato di un enunciato rimane
invariato se al suo interno si sostituisce una parola con un’altra che abbia il medesimo significato. Applichiamo questo principio a
quell’aspetto del significato che Frege chiama Bedeutung. In questo caso il principio ci dice che se all’interno di un enunciato
sostituiamo un termine singolare con un altro che abbia la stessa Denotazione, il significato dell’enunciato rimane invariato. L’unica
cosa che rimane invariata in caso di sostituzione, però, è il valore di verità dell’enunciato. Se in un enunciato sostituiamo un termine
singolare o un predicato con un altro termine singolare o predicato con la stessa denotazione, l’enunciato rimarrà vero, se vero,
falso, se falso. Ma se ciò che non cambia è il valore di verità, allora sarà proprio il valore di verità di un enunciato ad essere il
significato di un enunciato.
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Frege: Senso e significato (1892)


Sinn: Contenuto informativo/modo di presentazione
Bedeutung: Oggetto/denotazione

Nomi propri: n.p. (Sartre)


d.d. (l’autore de La nausea)

Nomi propri: senso (modo di presentazione dell’oggetto)


significato/denotazione (oggetto)
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Sinn
• Il livello semantico della Bedeutung, per quanto ci dica qualcosa sulla natura del significato linguistico, non
sembra essere in grado di caratterizzare alcuni aspetti molto importanti della nostra concezione pre-teorica di
significato.
• In particolare, se guardiamo solo alla Bedeutung, per esempio, dovremo accettare che tutti gli enunciati veri
abbiano la stessa Bedeutung, ossia il Vero e che tutti gli enunciati falsi abbiano la stessa Bedeutung, ossia il
Falso.
• Però, sebbene “Roma è la capitale d’Italia” e “Alessandro Manzoni è l’autore de I promessi sposi” siano
entrambi veri, non diremmo, in nessun modo, che essi hanno lo stesso senso; hanno qualcosa in comune – il
valore di verità – ma questo non sembra essere l’unico aspetto rilevante.
• Per Frege due predicati hanno la stessa denotazione se danno lo stesso valore per gli stessi argomenti, ossia se
sono veri degli stessi oggetti. Si considerino due predicati come “x è una creatura dotata di un cuore” e “x è
una creatura dotata di reni”. Visto che, di fatto, tutte le creature con cuore sono anche creature con reni e
viceversa, i due predicati sono veri degli stessi oggetti; dato un oggetto come argomento del primo e come
argomento del secondo, il valore sarà il medesimo. Tuttavia, anche in questo caso sarebbe importante riuscire
a distinguere i due predicati.
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Sinn
La strategia di Frege consiste nel trovare un altro aspetto rilevante dal punto di vista semantico che possa
essere aggiunto alla Bedeutung.

Il Sinn è l’aspetto ulteriore inserito da Frege che affianca quello della Bedeutung.
1) (2x23) + 2 = 18
2) 18 = 18
3) A = B
4) A = A
5) Espero = Espero
6) Espero = Fosforo
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Sinn
1) (2x23) + 2 = 18
2) 18 = 18

• (2) è ovvia, possiamo concludere che essa sia vera senza pensarci. La formula (1), invece, non è ovvia; per determinarne la verità
dobbiamo fare alcuni calcoli.
• Imparare che (1) è vera vuol dire estendere le nostre conoscenze matematiche, mentre nel caso di (2) non è così.
• Il problema è che, dal punto di vista della denotazione, non sembra esserci alcuna differenza, rispettivamente, tra (2) e (1).
• Per Frege l’espressione “(2x23) + 2 ” è un termine singolare; la denotazione di un termine singolare è l’oggetto a cui l’espressione
si riferisce, che, nel nostro caso, `e il numero 18; anche “18” è un termine singolare che, come `e ovvio, si riferisce anch’essa al
numero 18. I due termini quindi, sono indistinguibili quanto a denotazione.
• Tutte le parti costituenti di (2) e (1) hanno la medesima denotazione. Inoltre, visto che sono entrambe vere, hanno anche la
medesima denotazione a livello enunciativo.
• Sebbene, quindi, l’espressione “(2x23) + 2 ” e l’espressione “18” siano due modi diversi di descrivere il 18 contribuiscono allo
stesso modo (con il numero 18) alla denotazione dell’enunciato.
• Non sembra quindi esserci alcuna differenza tra (2) e (1) a livello della denotazione sebbene siano due enunciati con diverso
valore informativo.
à Allora il diverso contenuto informativo delle due espressioni sarà colto dalla nozione di Senso.
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Sinn
• Come facciamo a capire se due enunciati con il medesimo valore di verità esprimono due Sensi (ossia due pensieri)
differenti? Valutando il loro contenuto informativo.

• Come si fa a comparare il contenuto informativo di un enunciato rispetto a quello di un altro? Un criterio potrebbe
essere il seguente:

Criterio della Differenza: il pensiero associato ad un enunciato A come suo Senso è diverso dal pensiero associato ad un
enunciato B come suo Senso se è possibile che qualcuno comprenda sia A che B ma abbia atteggiamenti differenti verso
i due: ad esempio, nel caso creda che A sia vero ma creda che B sia falso. Quel che ci dice il Criterio della Differenza è
che due enunciati differiscono in contenuto informativo se qualcuno li comprende entrambi senza pensare
necessariamente che abbiano lo stesso valore di verità (ossia la stessa denotazione).

• L’informatività di un enunciato può differire dall’informatività di un altro con stessa Bedutung se ci può essere
qualcuno che, pur ritenendo vero il secondo, non ritenga vero il primo (coloro che ancora dovevano scoprire
poniamo che la Stella della Sera era la Stella del Mattino si trovavano esattamente in questa situazione).
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Sinn
Tale nozione è in grado di risolvere due problemi:
1) Nomi vuoti
‘Ulisse’ è un nome proprio privo di riferimento perché non è mai esistito né esisterà.
Se un nome proprio non si riferisce a nessun oggetto reale, per Frege non ha denotazione. Si consideri il seguente
enunciato:
-Ulisse sbarcò a Itaca immerso in un sonno profondo
Per il principio di Composizionalità (dei significati) il significato di questo enunciato (il valore di verità) dipende dalle
denotazioni delle parti componenti; visto, però, che una delle parti componenti (“Ulisse”) è priva di denotazione,
anche l’intero enunciato sarà privo di denotazione, ossia non sarà né vero né falso. Pur essendo privo di Bedeutung,
l’enunciato non è tuttavia privo di Sinn, tant’è che noi lo capiamo, ne afferriamo il senso quando lo ascoltiamo,
esprime un pensiero pur non avendo un valore di verità.
2) Contesti indiretti
. Il linguaggio non contiene solo le frasi semplici. Pensiamo per esempio a quando vogliamo riportare il discorso altrui
(“Aristotele disse che . . .”), descrivere pensieri o sentimenti (“Luigi crede che . . .”, “Mario spera che . . .”).
Tutti questi contesti sono detti contesti indiretti e servono a riportare pensieri, sensazioni, credenze in maniera
indiretta. Tali contesti presentano un problema per la teoria di Frege.
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Frege: Senso e significato


1. L’autore de La nausea
2. Il vincitore del Premio Nobel nel 1964
3. L’autore de La nausea era astemio
4. Il vincitore del Premio Nobel nel 1964 era astemio
5. Anna ha detto che l’autore de La nausea era astemio
6. Anna ha detto che il vincitore del Premio Nobel nel 1964 era astemio
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Contesti indiretti
Contraddicono forse il Principio di Composizionalità?
Frege ci rassicura, dicendo che:
1) il Principio di Composizionalità per le denotazioni rimane vero: la denotazione di un enunciato, anche in questi casi,
rimane invariata se sostituiamo una sua parte con un’altra che abbia la medesima denotazione.
2) TUTTAVIA, la denotazione degli enunciati retti da verbi che introducono contesti indiretti (“dice che”, “crede che”,
“spera che”, etc.) non è la denotazione usuale (cioè il valore di verità) bensì il Senso (cioè il pensiero).

àLa soluzione di Frege consiste nel sostenere che la denotazione o il significato di un enunciato in un contesto indiretto è
il suo Senso. Questa mossa sembra risolvere il problema perché all’interno di contesti indiretti potremo sostituire solo
espressioni che abbiano lo stesso Senso usuale.
àQuesta soluzione potrebbe sembrare ad hoc, invece, è un’idea plausibile: quando affermiamo enunciati diretti
(enunciati che ci dicono come stanno le cose) quel che interessa è il valore di verità; quando affermiamo enunciati
indiretti – i quali servono a riportare le proprie o altrui credenze, i propri o altrui sentimenti o le parole dette da altri –
quel che conta sembra essere il contenuto informativo di quel che viene riportato, non tanto il suo valore di verità; ecco
perchè allora in tali contesti, Frege riteneva che rilevante fosse il Senso.
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Domande
1. Principio del contesto e di composizionalità
- Principio del contesto: una parola ha significato solo nel contesto di un enunciato
- Principio di composizionalità: il significato di un enunciato è determinato dal significato delle parole che lo
compongono e dal modo in cui sono combinate.

Il principio del contesto è strettamente connesso al concetto fregeano di "senso". il principio del contesto è trattato da
Frege in relazione a due diversi temi, il discorso indiretto e gli indicali, rispettivamente nei saggi "Sul senso e sul
significato" del 1892 e "Il pensiero" del 1918.

Principio del contesto e discorso indiretto


Il principio del contesto qui aiuta Frege a salvare la composizionalità. Per il principio di composizionalità il significato di
un enunciato è composto a partire dal significato delle parti componenti. Per verificare la validità del principio di
composizionalità Frege usa un test di sostitutività: se in un enunciato si sostituisce una espressione con un'altra
coreferenziale, il riferimento dell'enunciato non cambierà.

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