1^LEZIONE
7 Ottobre 2020
Aristotele si è occupato del linguaggio attraverso la sua analisi logica del linguaggio
ed è stato il filosofo che ha utilizzato categorie che sono ancora oggi presenti nella
logica contemporanea: proposizione categorica, contraddizione, il concetto di
identità, principio di identità, concetti di predicato, soggetto.
Fanno parte della logica.
Però è anche vero che il linguaggio è diventato un oggetto di studio filosofico
soprattutto nel ‘900.
A partire dalla teoria del significato arriviamo a degli esiti importanti:
i rapporti tra il linguaggio e i problemi della mente, intensionalità.
Forma grammaticale vs forma logica
1- Socrate è un filosofo
2- Socrate è il maestro di Platone
3- Socrate è amico di Alcibiade
In grammatica 1,2,3 hanno la stessa struttura (soggetto-copula-predicato nominale).
In logica, invece, presentano ciascuno un diverso uso del verbo essere:
1. Enunciato soggetto-predicato
2. Relazione di identità, enunciato di identità
3. Relazione in cui si trova Socrate: relazione di amicizia
Socrate è un maestro di Platone-> Platone ha avuto più di un maestro.
2^LEZIONE
8 Ottobre 2020
14 Ottobre 2020
Un approccio alla teoria del significato che viene notato dalla linguistica è quello
denotazionistico.
Il significato è l’oggetto, l’entità possiamo dire, cui si riferiscono le varie espressioni
linguistiche, le varie parti del discorso.
A cosa si riferisce la congiunzione “ma…”, se il significato è ciò a cui ci riferiamo? In
effetti già i logici medievali avevano risolto questo problema, avevano
esplicitamente detto che:
tutte queste parti del discorso, come le congiunzioni, non hanno assolutamente
nessuna denotazione, sono le cosiddette parti sincategorematiche
4^ LEZIONE
15 Ottobre 2020
2) La capitale di x = o oppure i
Dove -> O= oggetto
I= individuo
È il caso dei termini singolari. In questo caso l’esempio è un po’ diverso, non
abbiamo più a che fare con una funzione enunciativa, cioè con il concetto, ma
siamo in presenza di una [funzione descrittiva] o descrizioni definite.
Perché definita? La differenza tra il 1° e il 2° enunciato qual è?
Se dico x è una capitale europea che potrebbe essere Parigi, Roma, Berlino…
E’ una funzione enunciativa-> che va da oggetti a valori verità
Nel caso della funzione descrittiva o descrizione definita come l’ha chiamata
B. Russell-> è una funzione che va da oggetti a oggetti.
Perché nel caso 1 completiamo un enunciato, quello che viene chiamato anche
ENUNCIATO APERTO, perché la x non è stata ancora stabilita. Se al posto della x
metto Tokyo, è falso, ma è pur sempre un enunciato.
Nel caso 2 abbiamo una funzione che va da oggetti a oggetti. Per esempio se
dico “L’autore di x”, dove per x sta la Divina Commedia, ottengo Dante Alighieri.
Per x= Francia, 2 dà Parigi come valore (denotatum)
Per x= Italia, 2 dà Roma come valore (denotatum)
DENOTATUM: è la denotazione, l’oggetto a cui si riferisce l’espressione.
(Come nel caso di “Dante”, nell’espressione “L’autore della Divina Commedia”.)
2bis) L’autore di x = i
Per x= Il Processo, otteniamo Kafka
Per x= Promessi Sposi, otteniamo A. Manzoni
“Esperimento”
L’autore della Divina Commedia= Dante
Quello che viene dopo “=” cos’è? E’ l’individuo.
La capitale della Francia= Parigi -> E’ un oggetto.
FUNZIONE DESCRITTIVA-> Va da oggetti a oggetti. Prende, cioè, oggetti come
argomenti, o come variabili indipendenti, e dà in uscita come output altri oggetti a
differenza del caso della funzione enunciativa dove abbiamo una funzione che va da
oggetti a valori di verità.
Queste funzioni mi danno in uscita un oggetto, quindi mi danno in uscita il
RIFERIMENTO a cui l’espressione descrittiva si riferisce, fa riferimento.
[43:00]
Nel caso: “L’autore dei Promessi Sposi”, non è un enunciato, ma un’espressione che
si riferisce a un individuo, una descrizione, un modo per riferirmi a un individuo.
Manzoni è uno scrittore-> ho un enunciato completo
L’autore dei Promessi Sposi …-> ho una descrizione, un modo di riferirmi a un
individuo
Nel primo caso è un ENUNCIATO
FUNZIONE ENUNCIATIVA-> perché quando vado a sostituire la x ottengo un
enunciato.
5^LEZIONE
21 Ottobre 2020
Ci sono dei problemi nella teoria strettamente denotazionistica del significato, che è
la teoria del bambino, che apprende le parole e le indica, e pare che una delle cose
che fa il neonato è indicare con il dito: cos’è? Significa riferirsi a qualcosa, avere un
atteggiamento intenzionale verso qualcosa, avere quindi un atteggiamento che si
riferisce a qualcosa. Il linguaggio è questo, è una delle pratiche dell’intenzionalità.
… Frege
Il riferimento non è sufficiente a capire che cosa sia il significato, tanto che Frege
elabora una teoria in cui secondo lui le dimensioni del significato sono almeno due.
Per Frege è fondamentale distinguere due ASPETTI della significazione:
problema con gli enunciati, se noi possiamo dire che un nome proprio si riferisce a
un individuo, ma c’è qualcosa di più nell’ambito della significazione.
La teoria del significato non può essere ridotta…
I filosofi medievali…
A=A
A=B
6^LEZIONE
22 Ottobre 2020
E’ importante la distinzione di Frege tra Sinn e Bedeutung.
Fondamentalmente il significato è un termine molto vago, si scinde in due
dimensioni: della denotazione (che non è sufficiente a capire…) e la dimensione del
senso.
Quando parliamo condividiamo delle informazioni.
Se parlo con y di Aristotele, se y non sa chi è Aristotele e non l’ha mai sentito, mi
chiede chi sarà A, non capirà il significato dell’enunciato che sto proferendo.
Bisogna avere delle competenze, non solo lessicali ma anche cognitive, perché se
non condividiamo un tipo di info non riusciamo a comunicare.
Ecco perché diventa importante il senso.
Sapere che Aristotele si riferisce a un individuo, bisogna sapere quali sono le info
legate a questo nome. Se so chi è, so che è stato un grande filosofo…
Sono tutte info che appartengono a quello che Frege chiama il senso.
IL SENSO E’ UN’INFO, O UN INSIEME DI INFO, PERTINENTI CHE CI CONSENTONO DI
CAPIRE A CHI CI STIAMO RIFERENDO.
Su questo punto è stato sufficientemente chiaro, Frege dice che condividiamo i
pensieri comuni, le info cognitive che possono essere anche empiriche,
condividiamo questi sensi per poter interloquire, senza le quali non riusciremmo a
comunicare.
DESCRIZIONE DI UNA PERSONA, QUALI SONO LE SUE CARATTERISTICHE, LE SUE
PROPRIETA’ E COSì VIA. Il senso è importantissimo, è il modo in cui l’oggetto ci viene
dato, il nome con cui si individua…
Come seleziono ARISTOTELE, attraverso una sua specifica proprietà.
Questo la dice lunga sulla questione: quando comunichiamo, comunichiamo
fondamentalmente delle info senza cui non ci potremmo capire.
IL SENSO E LA DENOTAZIONE. E’ vero abbiamo parlato delle espressioni singolari, dei
nomi propri e sappiamo che il nome proprio è definito come ciò che si riferisce a un
oggetto, se parlo del numero due sto parlando …
Distinzione per i nomi propri, per gli oggetti, o termini singolari.
Ma esiste anche una distinzione analoga per i predicati ed enunciati?
Frege non dice assolutamente nulla per i predicati.
TAVOLA SINOTTICA
Le espressioni sono tre:
- Termine singolare
- Predicato
- Enunciato
Modo di presentazione-> il modo in cui ci viene dato, la funzione del senso è quella
di far capire a un probabile interlocutore di chi sto parlando
Lo stesso vale con il predicato che ha come denotazione un concetto
ESSERE VERDE-> Per Frege è un predicato, ovviamente un predicato è un termine
generale (diverso dal termine singolare).
La denotazione di un predicato è un concetto, un concetto è un’entità astratta
Qual è il senso del predicato? IL MODO DI PRESENTAZIONE. FREGE NON L’HA MAI
DETTA. I PIU’ GRANDI INTERPRETI DI FREGE… ANALOGAMENTE AL TERMINE
SINGOLARE, IL MODO IN CUI IL CONCETTO CI VIENE DATO.
Il concetto di UOMO E DI ESSERE UMANO: ESISTONO VARI MODI DI DESCRIVERE
ENUNCIATO: IL SENSO è DATO DAL GEDANKE (PENSIERO E NELLA TRAD. FILOSOFICA
CHIAMATO ANCHE PROPOSIZIONE (CONCETTO CHE VIENE DALLA F.MEDIEVALE)
È il contenuto di pensiero di un enunciato
Es. banalissimo: