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I due problemi fondamentali della teoria della conoscenza è una versione iniziale, più lunga, della
Logica della scoperta scientifica. Oltre che per ragioni editoriali, Popper è portato a riscrivere
l'opera a causa di difficoltà che non riesce a risolvere.
Popper nasce nel 1902, figlio di un illustre avvocato, di origini ebraiche ma di religione protestante.
Il 1919 fu l'anno chiave della sua esistenza a causa di tre eventi:
• presa di distanza dal comunismo (era stato prima socialista e poi vicino al comunismo),
dopo aver assistito a scontri tra polizia e manifestanti. Inizia lo scetticismo nei confronti del
marxismo.
• Entusiasmo per la teoria della relatività di Einstein: Popper si domanda a quali condizioni
Einstein avrebbe dovuto abbandonare la sua teoria.
• Questo lo porta a sviluppare dubbi nei confronti della psicologia del profondo, in particolare
contro Freud e Adler (ideatore dei complessi di inferiorità). Le teorie psicanalitiche non
possono essere smentite, a differenza della teoria di Einstein.
In un articoletto di Einstein del 1919 si trovano i germi di tutta la concezione epistemologica di
Popper: rifiuto dell'induzione; modello ipotetico-deduttivo; impossibilità della conferma delle
teoria.
La Vienna pre-guerra era un ambiente intellettuale stimolante e progressivo; la Vienna post-guerra
era una città che soffriva gravemente la crisi economica e sociale. Iniziano ad emergere movimenti
reazionari, antisemiti che porteranno all'avvento del nazismo (Anschluss). Popper conduce una vita
anti-borghese: studia al conservatorio; fa apprendistato da falegname; studia pedagogia sotto la
guida di Moritz Schlick. La sua tesi di dottorato tratta il metodo dello studio del pensiero. Diventa
insegnante di matematica e fisica nel Liceo grazie allo scritto “Assiomi, definizioni e postulati nella
geometria”. Lo sviluppo delle geometrie non euclidee aveva sollevato numerosi problemi di
filosofia della scienza: qual è la vera geometria che descrive la realtà? È un problema dibattuto per
tutto l'Ottocento: l'empirismo sosteneva che si può verificare empiricamente se la realtà sia euclidea
o meno; altri (convenzionalisti) sostenevano che la scelta fosse una convenzione: anche se
scoprissimo che la geometria è euclidea potremmo sempre ribattere che i nostri strumenti di misura
non sono adeguati. La teoria della relatività fece riemergere il dibattito: essa sosteneva infatti che la
realtà non è euclidea.
Popper entra in contatto col Circolo di Vienna. I rapporti di Popper con Schlick non erano
particolarmente positivi. Popper ha avuto il ruolo storico di criticare alcuni punti fondamentali del
circolo di Vienna.
1930-1933: scritto I due problemi fondamentali della …?
• problema dell'induzione
• problema della demarcazione
Popper sintetizza rapidamente un'opera assai più lunga e pubblica nel dicembre 1934 la Logik der
Forschung. Quando, molti anni dopo, verrà tradotta in inglese sarà “La logica della scoperta
scientifica” (1959). Fino agli anni '80, un poscritto all'opera non verrà pubblicato. Congetture e
confutazioni (1963).
2° lezione 18/04/2023
Popper iniziò a scrivere quest'opera (I due problemi fondamentali della teoria della conoscenza) su
spinta di un collega, Feigl. I due problemi sono quello dell'induzione e quello della demarcazione.
Egli riduce il primo problema al secondo. Due volumi, il secondo dei quali non ci è arrivato,
terminati nel 1933. Popper nel 1937 fu costretto a lasciare frettolosamente l'Austria e in questo
modo il manoscritto venne perduto. Popper considera La logica della scoperta una versione
abbreviata di quest'opera. La ricerca più recente ha dimostrato che ciò non è vero: egli modifica
alcune parti perché si rende conto che la sua teoria non sta in piedi.
Lettura dell'exposé.
• L'esperienza scientifica è un metodo per costruire teorie e per metterle alla prova.
• Il libro cerca di ridurre il problema dell'induzione al problema della demarcazione. I
problemi sono risolvibili se si eliminano alcuni presupposti che tutte le filosofie della
scienza precedenti (Hume e Kant) avevano.
• Il nemico di Popper è l'empirismo logico, sostenuto dai suoi contemporanei viennesi (come
Schlick, Carnap, Reichenbach, Wittgenstein, Philipp Frank). Si pone nei suoi confronti in
maniera critica. E' uno dei primi testi che discute col Tractatus logico-philosophicus. E tratta
anche il convenzionalismo, mostrando come il pensiero di Schlick vi collassi.
Capitolo primo:
• Alcuni temi torneranno quando leggeremo la Logica della scoperta, altre no.
• Problema dell'induzione: da un numero limitato di accadimenti si formulano proposizioni
generali, che valgono per un numero illimitato di eventi. Il problema dell'induzione si chiede
se le asserzioni generali siano valide. Con quale diritto (eco kantiana) possono affermare, da
un insieme limitato di osservazioni, che “tutti i cigni sono bianchi”? Una inferenza induttiva
espande la nostra conoscenza, mentre la conoscenza deduttiva non espande il conoscere (la
conclusione è già contenuta nelle sue premesse).
• Problema della demarcazione: quali sono le proposizioni propriamente scientifiche e quali
non lo sono (tali da poter essere dichiarate “metafisiche”)? È un problema di cui tutti gli
autori del circolo di Vienna si occupano. Le discipline scientifiche si sono liberate della
metafisica. Come si distinguono le asserzioni delle scienze empiriche da quelle metafisiche?
Quando una disciplina non è più scientifica?
• Si tratta di questioni di carattere epistemologico, ovvero radicalmente differenti da quelle
psicologiche. La questione è sulla giustificazione, sul fondamento delle asserzioni
scientifiche, non sul modo in cui vi si perviene (psicologicamente). Reichenbach sosterrà
una distinzione tra contesto della scoperta (di carattere storico e psicologico) e contesto della
giustificazione (domanda kantiana del “con quale diritto?”).
• Non si sa bene perché Popper intitoli il suo libro Logic of Scientific Discovery. Egli sostiene
infatti che non esista una logica per pervenire a una ipotesi scientifica. La sua è piuttosto una
logica della giustificazione di una ipotesi scientifica, già individuata.
• La teoria della è una teoria generale del metodo delle scienze empiriche. Nelle scienze, il
metodo non riguarda il modo in cui si scopre qualcosa, bensì il modo in cui si giustifica
qualcosa.
Capitolo secondo:
Paragrafo 2:
• La metodologia sviluppata dal filosofo dovrà trovare conferma nella pratica scientifica
stessa. Si devono tenere presenti le considerazioni storiche; tuttavia Popper non si vuole
impegnare storicamente. Le sue questioni sono metodologiche. Egli distingue in due gruppi i
“problemi della teoria della conoscenza”: questioni metodologiche e questioni filosofico-
speculative. Le seconde sono fraintendimenti delle questioni metodologiche, derivanti da
pregiudizi epistemologici. La posizione di Popper è fertile perché, a suo dire, riduce i
problemi filosofico-speculative a problemi metodologici.
• Relativamente alla sua teoria della conoscenza Popper dà due fondamentali chiarimenti.
1. Egli applica quello che chiama “metodo trascendentale” (eco kantiana, si tratta di
un'espressione neokantiana). Il punto di partenza della filosofia della scienza deve essere il
fatto, dato, che esistono delle scienze. I concetti della teoria della conoscenza devono essere
messi alla prova criticamente sulla base dei procedimentie effettivi messi in atto nelle
scienze empiriche. La filosofia della scienza sta alle scienze empiriche, come le scienze
empiriche stanno ai fatti empirici.
2. Le teorie della conoscenza possono essere orientate deduttivisticamente o
induttivisticamente: a seconda che siano orientate verso la deduzione o verso la deduzione.
Se abbiamo una concezione della conoscenza in cui esiste esclusivamente la deduzione, si
parla di deduttivismo radicale; se esiste solo l'induzione, si parla di induttivismo puro, tipico
dell'empirismo classico. Popper è sostenitore di una forma di deduttivismo. Essa si collega
all'ipotetismo, secondo cui le asserzioni generali sulla realtà sono solo assuzioni
provvisorie, congetture, perché una loro verificazione empirica è logicamente impossibile.
Inoltre, è un punto di vista – quello di Popper – empiristico, perché ritiene che solo
l'esperienza determina la verità o falsità di un'asserzione scientifica.
• Tra leggi generali e proposizioni particolari c'è una relazione di deduzione: dalle teorie
generali si deducono predizioni particolari sul mondo. Le leggi di natura sono fondamenti
deduttivi di predizioni.
• Le leggi generali non possono essere confrontate direttamente tra loro; posso solo dedurre
predizioni dalle varie leggi e sottoporle a controllo. Le proposizioni empiriche generali
possono essere falsificate e non verificate. Tutte le dottrine sbagliano sostenendo che le
proposizioni generali sono completamente decidibili, cioè o completamente verificabili o
completamente falsificabili. In realtà esistono asserzioni parzialmente decidibili (o solo
verificabili o solo falsificabili).
• La filosofia di Popper assomiglia a una versione speculare dell'empirismo logico, secondo
cui le leggi di natura possono e devono essere verificate. Egli sostituisce a ciò il criterio di
falsificazione.
• Le proposizioni non scientifiche, cioè non falsificabili, sono dette metafisiche.
Paragrafo 3:
• La filosofia di Popper è una sorta di razionalismo ed empirismo. Il primo è la tesi che
verità e falsità di proposizioni si possono decidere a priori: tutte le conoscenze scientifiche
sarebbero deduttivistiche (l'unico esempio è Spinoza): le leggi di natura si deducono a priori.
Il secondo sostiene che tutte le conoscenze derivano dall'esperienza: sarebbero tutte a
posteriori e ricavate dunque per mezzo dell'induzione. Il punto di vista di Popper è una
sintesi di queste due posizioni stereotipate, come già aveva tentato Kant.
• Esistono asserzioni sulla realtà e asserzioni puramente logiche. Di queste ultime, il valore di
verità si può asserire su basi logiche. Il problema della demarcazione si riduce alla
distinzione kantiana tra giudizi analitici e giudizi sintetici. Analitico: il contrario implica
contraddizione. Sintetico: il contrario è logicamente concepibile. Tutte le proposizioni sulla
realtà sono giudizi sintetici.
• Distinzione a priori e a posteriori: indipendentemente dall'esperienza e mediante
l'esperienza.
• per popper il concetto fondamentale del razionalismo (esistono giudizi sintetici a
priori) può essere distinto dal deduttivismo e l'empirismo può essere distinto
dall'induttivismo.
3° lezione 19/04/2023
Il razionalismo classico, secondo Popper, afferma che ci sono dei principi evidenti e dunque
indubitabili. Se il vecchio razionalismo aveva come modello la vecchia concezione della geometria,
il razionalismo di Popper ha come modello la concezione moderna della geometria. Da una parte, la
prima prendeva le mosse da assiomi ritenuti veri e indubitabili; dall'altra, la nuova concezione della
geometria ritiene che si può partire da assiomi diversi e costruire sistemi geometrici diversi, i quali
vengono messi a confronto sulla base delle osservazioni empiriche.
Capitolo terzo:
Il problema dell'induzione è stato formulato per la prima volta in maniera chiara da Hume: Popper
sostituisce l'argomento del circolo vizioso di Hume con l'argomento del regresso all'infinito, non
suscettibile ad alcune obiezioni logiche. La sostanza della critica all'induzione, però non cambia.
Problema: siamo legittimati a generalizzare, da casi osservati a tutti i casi in generale?
Il presupposto di ogni induzione è che le asserzioni universali sulla realtà possono essere vere, che
esistono regolarità. Popper vuole risolvere il problema in modo empirico, cioè a posteriori. Popper
si chiede se si possa legittimare su basi empiriche l'induzione.
Regresso all'infinito:
Popper sostiene che un'inferenza induttiva sia giustificata da un principio di induzione di primo
ordine, che a sua volta poggia su un principio di induzione del secondo ordine, e così via con un
regresso all'infinito. Ciò dimostra che l'induzione è ingiustificabile: non si può sapere di più di ciò
che si sa.
Quali sono stati i tentativi di raggirare il problema? Popper ne elenca alcuni.
1. Le proposizioni universali hanno un valore normale: esse sono univocamente decibili, cioè
si può provare che sono vere o false.
2. Le proposizioni universali non hanno un valore normale, ma un valore oggettivo di
probabilità.
3. Esistono delle proposizioni universali, ma non sono vere proposizioni, bensì pseudo-
proposizioni. Non è possibile assegnare loro un valore normale.
• Critica immanente: è una critica logica oppure empirica; studia la struttura e le premesse
delle dottrine epistemologiche
• critica trascendente: consiste nell'utilizzare come mezzo di prova contro la posizione che si
critica una contraddizione tra questa posizione e un'altra che si suppone vera.
Esiste un metodo specifico della teoria della conoscenza, e dunque un metodo trascendentale (nel
senso del problema posto da Kant a proposito di un tale metodo); un metodo che, adoperato
correttamente, non soltanto è pienamente affidabile ma è addirittura inevitabile, un metodo di cui
praticamente ogni teorico della conoscenza dopo Kant ha fatto uso in modo più o meno
consapevole. Questo metodo sostenuto da Popper fa appello ai dati di fatto che la scienza empirica
sussiste e ai metodi di cui essa effettivamente si avvale per controllare e giustificare i propri dati: è
qeusto il metodo trascendentale.
Il metodo trascendentale nella teoria della conoscenza si basa sull'analisi della conoscenza
scientifica come un dato di fatto oggettivo. Il «metodo trascendentale» è pertanto un analogon del
metodo empirico, e la teoria della conoscenza sta alla scienza di natura come la scienza di natura sta
al mondo dell’esperienza.
Popper per 30 pagine ricostruisce il modo in cui Kant tenta di risolvere il problema di Hume. Il
punto fondamentale è questo: che esista la conoscenza scientifica è un dato di fatto. Ci deve essere
un errore nell'argomentazione di Hume. Ma quale? L’argomentazione di Hume dimostra in modo
cogente che la questione della validità a posteriori non può porsi per le proposizioni rigorosamente
universali e che, se mai hanno una validità, tali proposizioni possono valere soltanto a priori. Così
Kant è costretto ad allargare il «problema di Hume» trasformandolo nella questione: « Come sono
possibili giudizi sintetici a priori?»
C'è un passaggio in cui Popper riassume l'argomentazione kantiana. Da pagina 58 in poi dare uno
sguardo veloce o balzare a pie' pari.
Qual è il punto in cui l'argomento di Kant non funziona, secondo Popper? (vedi pag. 70-71).
Lezione 4
Dimostrazione della regolarità in natura: se non esistesse, scienza non esisterebbe. Ma scienza
esiste, quindi…
Pseudo-proposizioni.
Enunciati universali:
L’induttivismo ingenuo sostiene che hanno le stesse caratteristiche di quelli particolari.
In base a queste premesse il sistema fallisce.
Allora gli induttivisti hanno lavorato sulla prima condizione con le tre possibilità sopra.
Ciò che caratterizza la proposizione scientifica non è una questione di contenuto, ma di metodo:
deve essere controllabile. Se no, credenze con significato storico genetico ma non scientifico.
Devo poter indicare un metodo con cui un qualsiasi altro osservatore possa riprodurre lo stesso
fenomeno.