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KARL POPPER

1902-1994
Popper nasce a Vienna nel 1902 e vive lì la sua prima importante fase della vita: la sua famiglia era di idee aperte e in
questo ambiente Karl Popper fece il suo processo di maturazione.
Il suo processo di formazione ha avuto tre pilastri: la filosofia,la matematica e la fisica. Popper grazie a questo processo
di formazione, che non è in senso stretto filosofico ma oggi diremmo più scientifico, diventa fin dall’inizio un filosofo
molto attento alle esigenze della scienza, al tipo di conoscenza che la scienze formula, al metodo che è proprio della
scienza e ai problemi che hanno un significato di tipo scientifico.
Popper passa in rassegna tutte le forme di sapere scientifico formatesi e succedutevi dal 1600 ai suoi giorni e,
trovandoci delle distorsioni, decise di indicare a se stesso tutti i difetti di quelle concezioni scientifiche e sottolineare i
loro pregi in parallelo cosi da identificare una forma di conoscenza scientifica ottimale.
Alla conclusione di questo percorso, Popper entrò in contatto, tra gli anni ’20 e gli anni ’30 del 1900, a Vienna con un
circolo composto da intellettuali di varia estrazione, è un circolo che diviene celebre con il nome di Circolo di Vienna
(positivismo logico)→ esso includeva tutti coloro che al tempo si interessavano della scienza suddividendosi nelle varie
discipline che essa poteva presentare, quindi aveva come protagonisti i filosofi, fisici, matematici, linguisti, psicologi,
psicanalisti, logici, era un modo di confrontarsi e discutere intorno a problemi che ruotavano attorno ai vari campi
delle discipline scientifiche e che tendevano a ricondurre alla conoscenza scientifica ciò che propriamente poteva
essere inteso come forma di conoscenza.
Popper non rientra in senso stretto tra i membri del Circolo di Vienna, partecipa ad alcuni incontri ma
tendenzialmente era in antitesi con due dogmi che il Circolo aveva affermato con estrema energia:
- la riducibilità della conoscenza a conoscenza scientifica, quasi che solo la conoscenza scientifica sia una forma di
conoscenza
- un principio che secondo tutti i membri del Circolo permetteva di distinguere ciò che è scientifico da ciò che non lo
è, il principio di verificazione o verificabilità→ nella sua forma canonica fu espresso da Moritz in tal modo: “il
significato di una proposizione si risolve nel metodo della sua verifica” e con questa forma il principio voleva
distinguere tra due tipi opposti di proposizioni, cioè affermazione attraverso il linguaggio di cosa fosse presente
nella realtà
1. primo tipo sono le proposizioni dotate di significato
2. prive di significato (con significato si intendeva ciò che comunica delle verità)

Popper sosteneva invece il principio di falsificazione→secondo il quale uno scienziato deve a tutti i costi
cercare di smentire una data teoria al fine di verificare se essa regga oppure no; solo in questo modo la scienza
progredisce.
I membri del Circolo attraverso questo principio tentavano di risolvere qualsiasi problema. Considerando ciò che non
era rispettoso del principio di verificazione come privo di elementi contenutistici e quindi come una forma spuria o
illusoria di conoscenza. Popper non era d’accordo e per questo motivo rimane ai margini di questo movimento
culturale, ma ne condivideva l’anima, lo spirito e apprezzava il tipo di cultura che veniva manifestata all’interno del
Circolo.
Nel 1938 il circolo di Vienna formalmente si scioglie, dopo l’annessione dell’Austria al terzo reich, si scioglie perché il
tipo di conoscenza che veniva proposto: l’esaltazione della scienza e la visione della scienza come unica e vera forma di
conoscenza erano in conflitto con le filosofie e le forme di cultura dominanti in Germania che erano di carattere
metafisico, idealistico, assolutamente refrattarie al discorso scientifico, basate su un totale rifiuto del valore della
scienza.
L’avvento del nazionalsocialismo anche in Austria era destinato a scompaginare il Circolo. Ma in realtà il Circolo era
già in crisi perché il clima di intolleranza nei confronti delle idee di cui si faceva portatore era cresciuto anche in
Austria e aveva portato nel 1936 all’uccisione di Moritz Schlick, l’anima del Circolo.
Schlick viene ucciso da un suo ex studente di filosofia che si era convertito al nazionalsocialismo. Dopo questo
avvenimento che segnalava un clima decisamente irrespirabile, molti esponenti erano emigrati, Ludwig Wittgenstein
andò a Oxford in Inghilterra, dove con il suo insegnamento diede origine ad una nuova forma di filosofia che tutt’ora è
dominante, la cosiddetta filosofia analitica o filosofia del linguaggio ordinario. Rudolf Carnap andò negli stati uniti
seguito da molti altri esponenti. Anche Popper nel 1937 decise di allontanarsi da Vienna, anche perché nelle sue vene
scorreva sangue ebraico e il clima non era dei migliori, così decise di accettare un invito dalla Nuova Zelanda e si recò
lì ad insegnare.
In Nuova Zelanda riceve notizia delle vicende che accadono in Europa e assiste a queste vicende con sgomento,
essendo di idee liberali, non poteva accettare una situazione del genere quindi decise di compiere un’operazione
sorprendente: egli aveva una formazione scientifica e tutte le sue opere erano state di riflessione sullo statuto della
scienza e sul metodo scientifico, aveva scritto in proposito il suo capolavoro “la logica della scoperta scientifica”
(1934).

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Ma dopo quelle vicende decide di volgere altrove i suoi studi, perché dal suo punto di vista quello che sta accadendo in
Europa è il segno di una grave responsabilità da parte di alcuni intellettuali di punta che sono coloro che con i principi
che hanno introdotto nelle loro filosofie hanno condizionato le menti di generazioni intere di studenti che poi in modo
acritico hanno accettato le idee di questi intellettuali di punta e le hanno ripetute senza originalità, rendendole
trionfanti. Secondo Popper ciò che sta avvenendo ora in Europa è il frutto dell’insegnamento di queste figure negative.
Il nazionalsocialismo non è solo un movimento politico ma esprime un clima culturale, esprime un sistema di pensiero
che si fonda in tutta una storia del pensiero che lo precede molto e il compito che decide di darsi Popper sta nel
rintracciare progressivamente nella storia del pensiero umano quei personaggi che nonostante la loro grandezza e la
loro fama possono considerarsi come i veri responsabili di ciò che sta accadendo e i responsabili di un fenomeno che
preoccupa ancora di più Popper: l’adesione in massa degli uomini di cultura agli ideali del fascismo o del nazismo.

Non è una questione di carattere politico ma una questione culturale, se gli intellettuali stanno in massa da quella
parte, non è per basse questioni di potere ma per ragioni più serie, c’è un convincimento diffuso che vede nel
totalitarismo una forma di pensiero superiore al pensiero liberale e che vede nel totalitarismo l’unica vera forma di
giustizia che è accettabile per l’uomo.

Quindi essere per il totalitarismo vuol dire essere per la vera giustizia e non per una falsa forma di giustizia come è
quella che ricerca chi è liberale o chi non è totalitario. Alla base di questa convinzione che si sta affermando in modo
apparentemente invincibile sono secondo Popper soprattutto quattro filosofi: Platone con la sua idea del comunismo,
Aristotele, Hegel, Marx. Nonostante le enormi differenze tra questi filosofi, tutti hanno una concezione filosofica
totalitaria, anti individualistica, anti liberale, inaccettabile su questo piano per Popper, ma anche foriera di
trasformare quella che è una concezione totalitaria della giustizia nell’esaltazione di una forma di giustizia vera che
vede sempre il prevalere della collettività o dello Stato sugli individui.
Negli anni del conflitto Popper, anziché dedicarsi al metodo scientifico si dedica per la prima volta a fare opera da
“storico della filosofia” e a polemizzare duramente non tanto le idee politiche ma quei leader intellettuali che erano
stati alla base di un processo culturale come quello che si era manifestato.
Scrive due opere celeberrime
- “la società aperta e i suoi nemici” (1943), in essa Popper entra in conflitto con tre leader intellettuali e filosofici
responsabili di tutte le idee sbagliate alla base del nazional-socialismo e del fascismo che avevano scatenato il
secondo conflitto mondiale: Platone, Hegel e Marx.
Questi errori filosofici concernono una concezione che Popper chiama storicismo, quindi tali soggetti sono tutti
storicisti,in modi diversi ma tutti condividono quello che è il punto centrale della concezione storicistica della
realtà: l’idea che la storia si sviluppi sulla base di leggi che determinano necessariamente gli eventi che accadranno
e che quindi il futuro che ci aspetta.
In comune tutti hanno questa proiezione di tipo storicistico e proprio per questo affascinano, perché danno agli
intellettuali un traguardo che non è inteso come frutto di una scelta individuale, ma è l’indicazione di ciò che
necessariamente accadrà perché quella è la direzione che prende la storia. Per discutere e debellare questa
concezione storicistica.
- “la miseria dello storicismo” (carattere teorico e metodologico), permetteva a Popper di mettere in luce la natura
infondata di tutte le forme di storicismo, di tutte le teorie che pretendevano di basarsi sulla possibilità di prevedere
il futuro come ciò che deve necessariamente realizzarsi sulla base delle leggi scoperte→quindi nell’opera Popper
discute da un punto di vista teorico gli errori che ogni concezione storicistica compie.
Quelle che vengono presentate come le vicende future che necessariamente devono verificarsi in realtà non sono
vicende che dovranno verificarsi per forza, non sono previsioni scientifiche, ma sono delle profezie. La convinzione
che quelle leggi ci siano,la fede in quelle leggi e nella loro razionalità ha un potere di attrazione che è enorme ed è
proprio contro questo che Popper polemizza.

Le due opere scatenarono grandi polemiche perché, soprattutto nella prima opera, Popper attaccava come nemico
della libertà e democrazia, come fautore del capitalismo proprio Marx.
Le sorti del conflitto mondiale si modificano, vincono le potenze alleate, nel 1946 Popper ritorna in Europa, va a
Londra alla London School of echonomics e lì comincia ad insegnare.
Inizia una intensa attività di ricerca e pubblicazione dalle quali deriva una serie di opera che culminano nei seguenti
lavori:
1972→ “Conoscenza scientifica”
1977→ “L’io e il suo cervello”, pubblicato con John Eccles, un neurofisiologo che con lui condivide una concezione
dualistica del rapporto tra cervello e mente. L’opera è concepita come una presentazione a se stante, prima da parte
dell’uno poi da parte dell’altro, delle proprie convinzioni in proposito.

1669→Popper tiene una serie di conferenze, in seguito trascritte e pubblicate da un suo allievo dopo la sua morte nel
1994.
“La conoscenza e il problema corpo-mente” è la trascrizione degli interventi fatti da Popper a delle conferenze e degli
scambi con i suoi interlocutori a queste conferenze, pubblicata da un suo allievo il quale curò e sistemo la trascrizione
di una serie di conferenze che Popper aveva sostenuto in una università americana, dedicate all’argomento che poi
emerge nelle varie opere, cioè la conoscenza oggettiva e l’io e il suo cervello.

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Nelle conferenze Popper enuncia in pubblico per la prima volta il passaggio che pensa di effettuare su base scientifica
tra i principi propri della sua epistemologia all’applicazione di questi principi ad un discorso che sul piano scientifico
vede prevalere l’idea che la mente si riduca esclusivamente al cervello, quindi che non sia altro che una produzione di
esso e vada intesa come una manifestazione di ciò che biologicamente è presente in qualsiasi cervello.
→la definisce pluralistica perché comprende più realtà.
Quindi l’opera parla del rapporto che esiste tra corpo e mente e definisce in modo conclusivo che la mente non è altro
che l’esito finale e in via di modificazione di un’interazione tra tre generi di cause diverse:
- Cause mentali
- Cause fisiche
- Teorie

Tale opera può essere vista sotto due livelli differenti:


1. Teorico→presenta una successione di teorie e concezioni, che sono le premesse per giustificare la teoria del sé e
della mente umana, quali la differenza tra conoscenza oggettiva e soggettiva, la teoria dei tre mondi, la teoria
dell’evoluzione (modificata rispetto a quella darwiniana) e la teoria dell’evoluzione emergente.
2. Epistemologico→non vengono mai ne esplicitati ne giustificati i principi scientifici, ma solo presentati; consiste
soprattutto nell’individuazione di alcuni grandi e gravi errori che, storicamente parlando, hanno caratterizzato le
idee di scienza che sono state formulate e si sono imposte nell’epoca moderna (dal 1600 al 1900); formula una
idea di scienza sulla base della scienza fino ad allora sviluppatosi e individua gli errori nei punti essenziali, quali:
- Forma di sapere di natura non ipotetica: idea che la conoscenza scientifica differisca da tutte le altre forme di
conoscenza per la mancanza di un riferimento alle ipotesi (costrutti mentali che non dipendono dall’esperienza e
che, se utilizzati, porterebbero a forme di conoscenza del tutto incapaci di dare una rappresentazione adeguata
della realtà che noi percepiamo).
- Forma certa di conoscenza: idea fantomatica che solo la conoscenza scientifica sia capace di giungere alla verità, se
per verità intendiamo ciò che è caratterizzato da assoluta certezza (qualsiasi conoscenza non scientifica non può
essere fonte di certezza).
- Conoscenza accuratamente verificata: identifica il sapere scientifico con il sapere che è confermato dall’esperienza,
dalle osservazioni e dagli esperimenti e che è scientifico proprio perché si basa esclusivamente su metodologie
legate ai tre elementi precedentemente elencati; per questo la scienza è un sapere accuratamente verificato e come
tale rigoroso.

Pretesa che solo la scienza sia una forma di conoscenza indipendente da qualsiasi ipotesi
Rientrano in questo tipo di pensiero:
a- Osservativismo→si basa su una pretesa che è del tutto illusoria, esso nasce con Locke e dha la pretesa di basare la
sua scienza esclusivamente sull’esperienza senza dipendere da ipotesi
Popper giudica tutto questo un’illusione poiché
- l’osservazione pura non esiste
- la nostra esperienza percettiva viene influenzata dalla nostra conoscenza precedente
b- Filosofia sperimentale→passa dall’osservazione agli esperimenti senza ritenere di dover fare delle ipotesi
Popper definisce questo tipo di scienza metafisica, cioè non intende basarsi sulle ipotesi
Nel testo “scienza e filosofia” Popper scrive varie conclusioni dedotte dalla filosofia sperimentale per far notare che
queste vengono controllate e non confutate
Definisce, inoltre, che autoritarismo della scienza è la pretesa che la differenza tra scienza e non scienza era che la
scienza era l’unica disciplina che poteva giungere alla verità
c- Sapere di tipo induttivo
d- Positivismo

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