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Diritti Umani, LEZIONE 1 30/09/2022 (Prof Maniaci)

CONCEZIONI DELLA RAZIONALITÀ


Cosa molto importante è stabilire a priori quali sono gli argomenti razionalmente ammissibili e
quali sono razionalmente inammissibili.
Cominceremo con le concezioni della razionalità. Ci sono essenzialmente 2 concezioni di
razionalità: quella formale e quella sostanziale.
Dobbiamo individuare la definizione e la denominazione. La prima cosa che dobbiamo individuare
è una procedura argomentativa che sia razionalmente, logicamente e moralmente valida, al fine di
distinguere argomenti validi da quelli invalidi. Importante è stabilire a priori quali argomenti sono
razionalmente ammissibili e quali irrazionalmente inammissibili.
La prima lezione riguarda le concezioni della razionalità che ci servono poi per determinare questa
procedura. Abbiamo almeno due concezioni possibili: una formale e una sostanziale (agli esami
dobbiamo dire come si chiamano queste concezioni, quindi formale e sostanziale, la definizione di
queste due e gli argomenti pro e contro).

1. Definizione della concezione formale: si ha quando un individuo agisce, decide o


argomenta in modo razionale, quando individua il mezzo idoneo o sufficiente per realizzare
un suo desiderio, fine, anche se questo fine è immorale.
Dobbiamo considerare il filosofo scozzese David Hume, campione della concezione formale della
razionalità.
La concezione si chiama formale perché tenta di separare il più possibile la dimensione della
moralità dalla dimensione della razionalità. Secondo questa concezione le persone possono
incorrere in due errori fondamentali di razionalità, errori che rendono una decisione irrazionale o
non sufficientemente razionale: credenze false e contraddizioni logiche.
Credenze false: per avere una credenza falsa, il metodo che utilizziamo potrebbe essere
inidoneo a raggiungere quel fine.
Per esempio: una persona crede che fumare sigarette di tabacco faccia bene alla salute. perché è un
problema di razionalità? Se io credo che fumare sigarette faccia bene alla salute e voglio vivere una
vita lunga fumando tanto e senza malattie possiamo dedurre che fumare sigarette non è quello che
mi serve per raggiungere il mio scopo, dunque è un mezzo inidoneo a realizzare il mio desiderio.
Contraddizioni gravi tra desideri, se io ho due desideri fondamentali, cioè vivere una vita
lunga e senza malattie (desiderio n1) e fumare due pacchetti di sigarette al giorno (desiderio
n2), questi desideri sono inconciliabili: o realizziamo il primo o realizziamo il secondo.
Immaginiamo un soggetto che cambia sempre idea sull’eutanasia, cambia idea ogni giorno: in
questo caso il soggetto non è deciso e dunque non si può procedere (contraddizione tra desideri, non
un semplice conflitto) ed inoltre deve essere una contraddizione grave.

2. Definizione della concezione sostanziale: un desiderio/un’azione/una decisione che oltre


un certo grado di immoralità diventa irrazionale.
Dobbiamo considerare Platone, San Tommaso ecc…
La concezione sostanziale della razionalità, nella letteratura attuale anglosassone, è quella più
diffusa, il professore non è d’accordo e preferisce la concezione formale. Per gli autori
contemporanei che sono a favore della concezione sostanziale, possiamo ricordare Scallon e
Mcdowell.

QUALI SONO GLI ARGOMENTI A FAVORE E CONTRO DELLA CONCEZIONE


SOSTANZIALE DELLA RAZIONALITÀ? L’argomento fondamentale in favore a questa
concezione sostanziale è quello del linguaggio ordinario. La concezione sostanziale è incorporata,
incapsulata, implicita nel linguaggio ordinario, cioè in una serie di espressioni che noi usiamo nel
linguaggio ordinario.
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Dobbiamo immaginare che il linguaggio sia una spugna, infatti nel corso del tempo il linguaggio
assorbe le concezioni ideologiche più dominati creando espressioni che sono conformi a queste
concezioni. Immaginiamo una persona che si salva da un incidente automobilistico disastroso con
tanti morti, esce da questo incidente e dice “per miracolo ci siamo salvati”; questa espressione non
implica che il soggetto che la pronuncia creda nei miracoli, ma è un’espressione incorporata nel
linguaggio ordinario che presuppone l’idea che i miracoli esistono, ma questo non vuol dire che i
miracoli esistano davvero.
Questa espressione è utilizzata sia quando si crede in Dio, che quando non si crede, perché è tipica
del linguaggio quotidiano.
Secondo alcuni autori il linguaggio imparato da piccoli, è una trappola/una gabbia: questo perché il
linguaggio è come una spugna che incorpora le concezioni ideologiche nel corso del tempo.
QUALI SONO QUESTE ESPRESSIONI?
Per esempio nel linguaggio ordinario, “playboy” ovvero un uomo che conquista tante donne, ma il
corrispondente al femminile non c’è o almeno ha un’accezione negativa ovvero quello di
“sgualdrina”. Il maschilismo è incorporato in molte espressioni del linguaggio ordinario perché
abbiamo avuto 3000 anni di maschilismo e quindi da questo punto di vista il linguaggio ha
incorporato come una spugna le relative espressioni.
Anche nel caso di un bambino che piange: se è maschio il padre dice che è arrabbiato, se è femmina
dice che ha paura.
Non c’è un corrispondente del termine “mammone” perché secondo il pensiero fascista l’uomo
deve essere “tutto”, deve essere marito, padre, soldato, contribuente e la stessa cosa non vale per le
donne, per le quali non c’è un corrispondente del termine mammone. Anche sotto il profilo
sentimentale, per gli uomini si parla si “ragazzo single”, per le donne si usa l’espressione “zitella”.
Quando noi (anche parlando con un amico), diciamo “sei fuori di testa”, non stiamo facendo
un’indagine psichiatrica, ma stiamo utilizzando quell’espressione solo per fargli capire che quello
che sta facendo l’amico è gravemente inopportuno.
La stessa cosa vale per la concezione sostanziale della razionalità, immaginiamo che un amico con
una famiglia con due figli venga da me e dica che vuole abbandonare la famiglia per andare a Cuba,
io posso dirgli “sei impazzito?”.
Anche in questo esempio, il sei impazzito non sta ad indicare un’indagine psichiatrica, ma è un
modo di dire che usiamo quando una cosa ci appare inopportuna.
Questa espressione e tutte le espressioni simili a questa, non sono basate su una concezione formale
ma su una concezione sostanziale della razionalità, perché è incorporata, presupposta, in alcuni usi
del linguaggio ordinario.
A volte i telegiornali veicolano una concezione sostanziale della razionalità: per esempio nel
caso del marito che uccide la moglie, il telegiornale dice che è impazzito.
Il fatto che una concezione sia incorporata nel linguaggio ordinario non vuol dire che questa
sia corretta.
Il maschilismo è fortemente incorporato nel linguaggio ordinario, ma noi oggi lo rigettiamo
( dobbiamo uscire dalla gabbia del maschilismo).
Questo è fonte di discussione tra filosofi per stabilire se il linguaggio è o meno una gabbia, allora il
problema diventa: visto che abbiamo queste espressioni che ci vengono inculcate sin da piccoli,
possiamo rompere la gabbia e distaccarci dal linguaggio ordinario oppure no?
Secondo il professore NO; possiamo distaccarci da questo linguaggio ordinario ad una certa età, dai
18 anni in su.
Ci sono studi della femminista e linguista Sabatini sul fatto che il termine maschile è neutro o
positivo, mentre quello corrispondente femminile ha accezione negativa.
Il valore di un’espressione cambia passando dal femminile al maschile e viceversa.
Es. un cortigiano è un uomo che sta a corte, ma una cortigiana è una sgualdrina. Possiamo in
definitiva dire che il linguaggio non è una gabbia ma le persone sono influenzate dalle
espressioni del linguaggio ordinario che hanno imparato fin da piccoli.
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Anche la concezione formale della razionalità è incorporata nel linguaggio, non in quello ordinario,
ma in quello tecnico (gli economisti utilizzano una concezione formale della razionalità).
Su YouTube troviamo un monologo della Cortellesi su questo.

Sono tre gli argomenti fondamentali in favore di una concezione formale di razionalità:

Ê il primo è quello della responsabilità morale.


Alla voce dell’argomento della responsabilità morale dobbiamo inquadrare il nazismo. Troviamo in
letteratura un sacco di scritti di intellettuali ebrei, sfuggiti dai campi dì concentramento, che dicono
di non chiamare i nazisti, pazzi. Dire di qualcuno che è pazzo, o che ha commesso qualcosa di folle,
implica una diminuzione della sua responsabilità morale; diminuisce la sua responsabilità
morale perché il termine pazzo si riferisce ad una persona che è incapace di intendere o di volere, il
concetto di follia si riaggancia alle psicopatologie (persona schizofrenica o con delirio paranoico
ecc..). Durante il processo di Norimberga, gli psichiatri hanno effettuato un test psichiatrico ai
nazisti, fecero interviste a coloro che erano detenuti. I detenuti in genere erano alti gerarchi delle SS
ed erano accusati di crimini contro l’umanità. Gli psichiatri sottoposero questi gerarchi nazisti al
famoso test di Rorschach (il test delle macchie, in cui il soggetto in questione deve dire cosa vede
nella macchia), da questo test si ebbe esito negativo, quindi, sono stati giudicati dal punto di vista
psicologico normali. Risultò che queste persone erano assolutamente normali. Tuttavia il nazismo
come ideologia contiene un errore di razionalità: presupponeva la superiorità della razza ariana, che
è una stupidaggine. Adesso è scontato, ma allora molti sostenevano questa superiorità.

Ê Il secondo argomento riguarda il processo penale


Se consideriamo un’azione irrazionale, perché immorale (non perché c’è una contraddizione,
non perché una cedenza falsa), c’è il rischio che il progetto (dal momento che l’azione è
irrazionale), venga considerato non imputabile.
O se la persona stessa è considerata irrazionale, c’è il rischio che sia considerata non
imputabile nel procedimento penale.
Questo capita in casi di gravissima immoralità: immaginiamo la madre che uccide i figli.
C’è un caso di tantissimi anni fa, il delitto di Cogne è stato un caso di infanticidio, commesso il
30 gennaio 2002 in una villetta di Montroz.
Se noi adottiamo una concezione sostanziale della razionalità, potremmo considerare irrazionali o
folli le azioni compiute da un killer della mafia, da uno stupratore seriale, da un assassino.
L’argomento del processo penale qual è? Se si considera il soggetto pazzo o folle c’è un grave
rischio di non imputabilità, cioè c’è il grave rischio che il soggetto sia considerato non imputabile.
Non si applicherà quindi la sanzione penale, ma la misura di sicurezza, per esempio dieci anni in
ospedale psichiatrico. In genere i serial killer hanno problemi psichiatrici, inoltre per un caso
antropologico le cui ragioni sono ancora sconosciute, questi si concentrano soprattutto negli USA.
Il fascino della concezione sostanziale è che noi abbiamo difficoltà a capire come sia possibile
che una persona sia così così carente di sentimenti morali (es. madre che uccide il bambino) e
che non si renda conto della malvagità delle sue azioni.

Ê Il terzo argomento riguarda la psichiatra, in quanto dovrebbe separare il più possibile la


razionalità dalla moralità, cioè la diagnosi psicopatologica dovrebbe essere il più possibile
separata da un giudizio di moralità.
Questo succedeva nel secolo scorso, quando si considerava l’omosessualità come una malattia
mentale, si adottava una concezione sostanziale della razionalità e in tal proposito l’organizzazione
mondiale della sanità ha eliminato l’omosessualità dalle malattie mentali nel 1973, ed è stata
eliminata dal più importante manuale dei disturbi di personalità, il DSM (manuale diagnostico
disturbi della personalità) ed è redatto dall’associazione degli psichiatri americani.

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Gli psichiatri non dovrebbero dare una diagnosi psichiatrica basata su giudizi di valore di carattere
morale; spesso è difficile in alcuni settori distinguere diagnosi psichiatriche e giudizi di valore, è
soprattutto difficile per i disturbi di ansia, dove vi è una componente valutativa inevitabile nella
diagnosi psichiatrica, a questo disturbo è collegato un concetto di proporzione.
Per esempio, se io sono in mare aperto e vedo uno squalo, posso avere un attacco d’ansia, attacco
d’ansia che è proporzionato all’evento.
Possiamo ricostruire a partire della concezione formale, un intero albero dei disturbi della
personalità.
Per i disturbi più gravi che si chiamano psicosi, rilevano le credenze false, perché gli psicotici sono
caratterizzati da allucinazioni visive/uditive e da paranoie (come, per esempio, la paranoia di essere
perseguitato da alieni); quindi un soggetto psicotico produce credenze false sulla realtà
Poi ci sono disturbi della personalità meno gravi: le nevrosi (una persona che non riesce a stare
nella stessa stanza dei ragni, che ha la fobia dei ragni). Nel caso della nevrosi rilevano le
contraddizioni ed in questo caso la contraddizione è che il soggetto nevrotico può avere 2
possibilità: o sa o potrebbe sapere dopo una breve psico-terapia che non c’è alcuna ragione per
fuggire dai ragni. Il oggetto sa o potrebbe sapere che i ragni non sono pericolosi, ma il soggetto
fugge comunque dai ragni.
CREDENZE FALSE: PSICOSI
CONTRADDIZIONI: NEVROSI
Dal 800 ad oggi, c’è un progresso per il soggetto che soffre di disturbo della personalità. Prima
queste persone venivano incarcerate e torturate mediante elettroshock e tramite lobotomia.
Il secondo progresso dal 800 in poi, è che si è passato nell’ambito della psichiatria da una
concezione sostanziale, ad una concezione tendenzialmente formale (liberale nei confronti delle
persone che hanno disturbi della personalità).
Esempio chiave per capire questo spostamento sono quelle che una volta si chiamavano perversioni
sessuali (sadomasochismo, feticismo, voyerismo ecc..).
Una volta queste perversioni sessuali venivano considerate disturbi di personalità. Oggi le cose sono
cambiate in base al DSM 4, secondo il quale queste perversioni sono disturbi della personalità se
ricorrono alternativamente 2 condizioni.
La prima condizione è che sia un disturbo EGODISTONICO, significa che il soggetto prova
angoscia nel compiere quell’atto stesso.
La seconda condizione è che la perversione sessuale condiziona talmente tanto la vita della
persona, tanto da alterare la sua vita lavorativa, economica ecc..
Quindi abbiamo uno spostamento della psichiatria verso una concezione più liberale (se una
persona apprezza essere frustato dalla moglie, questo non è più considerato come un soggetto che
soffre da disturbo della personalità).
Restano alcuni residui della concezione sostanziale: un residuo può essere la crisi d’ansia, ma
un altro residuo può essere la SOCIOPATIA.
Per esempio nel film “Il silenzio degli innocenti”: Fbi non riesce a catturare uno
psicopatico, chiamato Buffalo Bill, che uccide giovani donne e poi le scuoia.
Il protagonista del film viene definito “sociopatico puro”: compie azioni immorali e
non prova nessun senso di colpa, nessun rimpianto.
Questa definizione ha in sé dei residui della concezione sostanziale della razionalità.

Possiamo introdurre il DILEMMA DI NORMAN BATES


Norman Bates è il protagonista di Psyco di Alfred Hitchcock (film del 1960)
Il dilemma di Norman Bates: se si può applicare la concezione formale della razionalità ai
desideri inconsci.
Se si applica la concezione formale della razionalità ai desideri inconsci, immediatamente nevrosi e
psicosi assumono un aspetto di normalità.

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Norma Bates è uno psicotico, che nella storia del film ha perso il padre da piccolo e si è attaccato
morbosamente alla madre (ha un complesso di Edipo molto sviluppato).
La madre si mette con un altro e Norman Bates non sopporta il suo nuovo compagno.
Dunque, uccide sia la madre che il compagno della madre.
Il matricidio è uno dei peccati più grandi che si possono commettere. Quindi Norman Bates ha
bisogno di sollevare sé stesso dal senso di colpa di aver ucciso la madre e per far ciò resuscita il
corpo, lo impaglia e comincia ad avere delle allucinazioni uditive (cioè sente la madre che gli parla)
e ha uno sdoppiamento della personalità (a volte è Norman Bates, altre volte è la madre).
Il vero assassino nel film non è Norman Bates, ma Norman Bates nella versione madre perché lei è
gelosa di tutte le donne di cui Norman Bates si infatua e quindi le uccide.
La psicosi serve per sollevare Norman Bates dal senso di colpa di avere ucciso la madre: se lui parla
con la madre e si sdoppia in lei, significa che la madre esiste ancora e dunque ciò significa che lui
non l’ha uccisa.
Si ha un mezzo (la psicosi) idoneo a raggiungere un fine (alleviare il senso di colpa di avere ucciso
la madre).
Mezzo: psicosi
Fine: alleviare senso di colpa
Però qui il fine è inconscio perché avviene tutto alle spalle del soggetto (non è che si mette allo
specchio e decide di diventare psicotico; lui automaticamente diventa psicotico).

2° esempio: la nevrosi data dalla fobia dei ragni.


Nella “diagnosi psicoanalitica”, Nancy McWilliams dice che la fobia dei ragni molto spesso
nasconde un senso di soffocamento che il soggetto prova nei confronti della madre o della suocera
(quindi di un soggetto femminile) che lo accudisce.
Allora il soggetto non può scappare dalla sensazione di soffocamento nei confronti della madre o
della suocera, allora sviluppa la fobia dei ragni perché questi sono più controllabili (nel senso che
può controllare che nell’appartamento non ci sono ragni).
Il soffocamento non può controllarlo, però può controllare che non ci siano ragni nell’appartamento.
Il mezzo: la fobia
Il fine: evitare la sensazione di soffocamento nei confronti della madre o della suocera.
Se si applicasse la concezione formale rigorosamente intesa ai desideri inconsci la fobia dei ragni
diverrebbe normale perché è un mezzo per raggiungere un fine, così come nel caso della psicosi =
c.d. meccanismi di difesa dell’IO (gli psicotici usano meccanismi di difesa primari; i nevrotici
usano meccanismi di difesa secondari) nei confronti di un certo soggetto o oggetto.
In questa descrizione, la cosa che non va è che le nevrosi e le psicosi non sono volontariamente
determinate, nel senso che avvengono alle spalle del soggetto, nonostante la volontà del
soggetto che potrebbe essere fortemente contraria.
La difficoltà è che il comportamento è completamente non volontario, quindi è strano
definirlo razionale.
Il comportamento potrebbe diventare volontario quando il soggetto per es va dallo psichiatra, che
dice al soggetto nevrotico di prendere una pillola che gli farà scomparire la fobia dei ragni = si è di
fronte ad una scelta volontaria: il soggetto può scegliere se prendere la pillola, far scomparire la
fobia dei ragni, e far ritornare il senso di soffocamento nei confronti della madre o della suocera; o
non prenderla e continuare ad avere la fobia dei ragni, ma non il senso di soffocamento.
Stessa cosa nel caso di Norman Bates: può prendere una pillola che gli fa scomparire la psicosi, ma
fa ritornare il senso di colpa di avere ucciso la madre; o può non prenderla, continuare ad essere
affetto da psicosi, ma far cessare il senso di colpa.
Per es. in Shutter Island, il protagonista, pur di evitare il rimorso di avere ucciso la moglie e di non
averla aiutata in quanto affetta da un grave disturbo psichiatrico che lui ha ignorato e che l’ha
portata ad uccidere i figli, decide di preferire una lobotomia ad una vita da mostro (nel senso di uno
che ha ucciso la moglie e che si sente in colpa per non avere protetto i figli).
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Questo è l’unico caso in cui la scelta diventa dunque “volontaria”.

Lezione n°2 (3/10/2022)

La razionalità non è sufficiente per distinguere gli argomenti validi dagli argomenti invalidi, infatti,
è necessaria una procedura argomentativa corretta che abbia ulteriori requisiti oltre quelli della
razionalità per poter distinguere gli argomenti validi da quelli invalidi, i quali non si possono usare
in un’argomentazione morale o giuridica.

I requisiti della procedura argomentativa corretta:


Questi sono i requisiti della procedura argomentativa corretta, attraverso la quale è possibile
attaccare i tre grandi pregiudizi della storia dell’umanità: sessismo, razzismo ed omofobia.
 1° requisito: Le ragioni devono essere corrette dal punto di vista della logica.
 2° requisito: le ragioni devono essere prive di distorsioni irrazionali e di errori cognitivi.
 3° requisito: le ragioni devono essere considerate corrette o vere dalla comunità scientifica
di riferimento.
 4° requisito: le ragioni devono essere prive di assunzioni metafisico-trascendenti.
 5° requisito: le ragioni devono essere prive di argomenti self-defeating.
 6° requisito: le ragioni devono essere universali, generali e imparziali.
 7° requisito: le ragioni dell’argomentazione devono offrire una risposta sufficiente alle
obiezioni addotte in letteratura. Nel diritto sarebbero le obiezioni addotte in dottrina e
giurisprudenza.

1° requisito: Le ragioni devono essere corrette dal punto di vista della logica.
In questo caso cambia l’argomento e cambiano i requisiti, per cui l’argomento è logicamente
corretto. Ci sono tre possibili argomenti: argomento deduttivo; argomento induttivo; argomento
abduttivo.
- Argomento deduttivo: un argomento è deduttivamente valido quando non può darsi il caso
che le premesse siano vere e la conclusione sia falsa, altrimenti l’argomento non è
deduttivamente valido. Basti pensare all’esempio: “tutti gli uomini sono mortali, Socrate è
un uomo, Socrate è mortale”, questo è un classico argomento deduttivamente valido, in cui
non c’è contraddizione tra le premesse e la conclusione. L’argomento deduttivamente valido
è privo di fallace, che è un termine tecnico per indicare un errore logico. Si hanno fallace
formali, come la contraddizione, e fallace informali. Una classica fallacia informale è quella
dell’argomento ad hominem, quando anziché attaccare la tesi dell’avversario, si attacca
l’avversario in sé. Se si ha una fallacia nell’argomentazione dell’avversario,
l’argomentazione sarà priva di efficacia. La forza dell’argomento deduttivo è che è come
una tenaglia da cui non si può scappare: cioè se le premesse sono vere, la conclusione sarà
inesorabilmente vera. La debolezza dell’argomento deduttivo è che è un argomento
tautologico, per cui la conclusione è ovvia, è implicita nelle premesse: ad esempio, tutti gli
uomini sono mortali, Socrate è un uomo, la conclusione ovvia è che Socrate è mortale, si
tratta di una conclusione che non aggiunge nulla alle premesse.
- Argomento induttivo: è l’argomento usato nelle scienze. Esempio di argomento induttivo:
ESPERIMENTO N 1: l’acqua bolle a 100°.
ESPERIMENTO N 2: l’acqua bolle a 100°.
ESPERIMENTO N 100: l’acqua bolle a 100°.
Da questi casi concreti si induce una legge generale: l’acqua bolle sempre a 100° al livello del mare.
Se si sale di quota, diminuisce il punto di ebollizione dell’acqua perché dipende dalla pressione
atmosferica. Si tratta di un argomento usato nelle scienze naturali e nelle scienze umane. La
conclusione dell’argomento induttivo non è vera, ma probabile; a differenza dell’argomento

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deduttivo, in cui la conclusione è vera. Dunque, si può dare il caso che sia falsa. Per esempio,
l’acqua bolle a 100° e a 3000 m di altezza l’acqua bolle a 90°: si tratta di un caso che rende falsa la
legge generale, la quale dovrà essere aggiustata tenendo conto anche di questo caso.
Le leggi scientifiche, nella maggior parte dei casi, non sono vere, ma sono probabili, in particolare
hanno un valore statistico-probabilistico: più sono i casi di esperimenti, maggiore è la probabilità di
successo della legge generale. La forza dell’argomento induttivo e le sue debolezze sono
simmetricamente opposte a quelle dell’argomento deduttivo: l’argomento induttivo è debole perchè
la conclusione potrebbe essere falsa. Ad esempio, la legge della gravitazione universale di Newton è
stata parzialmente modificata dalla legge di relatività di Einstein. La scienza è in continuo progresso
e ciò implica la possibilità di falsificare alcune proposizioni ritenute vere nel passato. La forza
dell’argomento induttivo è che si scoprono cose nuove, dunque, non è tautologico.
- Argomento abduttivo: questo argomento, che è stato introdotto nei primi del ‘900 dal filosofo
Pierce, parte da casi particolari per arrivare ad una conclusione particolare, concreta e non generale.
Ad esempio:
Fatto n° 1: viene trovata morta una donna nel suo appartamento.
Fatto n°2: le modalità della morte escludono il suicidio.
Fatto n°3: non ci sono segni di effrazioni a porte e finestre.
Conclusione dell’investigatore: la donna conosceva l’assassino perché gli ha aperto la porta.
Questo è un classico argomento che Pierce chiama abduttivo. La conclusione è probabile, non è
vera, quindi, può essere falsificata: è possibile che l’assassino si sia travestito da postino e la donna
abbia aperto la porta pensando ci fosse della posta per lei; pertanto, non è detto che conoscesse
l’assassino. L’argomento abduttivo è molto usato nelle scienze umane. Quanti più fatti vengono
aggiunti, quanto più la conclusione è probabile.
È possibile richiamare un esempio tratto da un libro di storia “genere e potere nel Terzo Reich”: la
domanda fondamentale dell’autore è se le donne nel Terzo Reich fossero più antisemite degli
uomini. L’autrice è andata a ricostruire nell’archivio della Gestapo di Dusseldorf e ha scoperto che
le donne erano in minoranza quanto alle denunce nei confronti degli ebrei. Le donne che
denunciavano oscillavano tra il 31 e il 37%, quindi, la maggioranza dei denuncianti era composta da
uomini. La seconda scoperta, che è un ragionamento del tutto abduttivo, è che queste denunce delle
donne erano spesso denunce di violazione del reato di propaganda contro il Reich. Le denunce di
queste donne, prima di arrivare alla conclusione, cioè mio marito ha commesso il reato di
propaganda contro il Terzo Reich, iniziavano con un elenco di lamentele del modo in cui i mariti si
comportavano perché le tradivano, le picchiavano o le abbandonavano e poi si concludevano con la
denuncia vera e propria di propaganda contro il Terzo Reich. L’autrice ne deduce che queste
denunce in realtà erano false e che la vera motivazione delle donne fosse quella di assumere più
potere nella società e nella famiglia, cioè avere un maggior grado di potere nella famiglia, quindi,
denunciare chi le avesse tradite, picchiate, abbandonate. Tramite questo ragionamento abduttivo,
abduce che le donne denunciavano soprattutto per motivazioni personali; questo non lo si sa con
certezza, si tratta di un’ipotesi probabile. Questa è l’argomentazione dell’autrice, la quale ne deduce
che le donne non erano più antisemite degli uomini perché la maggior parte delle denunce
provenivano dagli uomini. Le donne, attraverso le denunce, cercavano di assumere potere in una
società maschilista, come quella dell’epoca, in cui la donna era confinata nel popolare domestico,
cioè nel ruolo di madre e moglie. La prova definitiva è che la Gestapo ha lasciato cadere le accuse,
cioè non l’ha ritenuta sufficientemente vera e importante. Alcuni autori sostengono che le donne
erano più antisemite perché se si guarda al lato opposto, cioè a coloro che venivano denunciati per
varie ragioni, come l’appartenenza al partito comunista, l’appartenenza al partito socialista, il
collaborazionismo con gli ebrei e così via, questi erano all’80% maschi. L’autrice parte dal punto di
vista dei denuncianti e, attraverso un argomento abduttivo, sostiene che questo è il modo delle
donne di attribuire a sé stesse un maggiore potere, dato il maschilismo forte della società tedesca
dell’epoca. Questo è un ragionamento tipicamente abduttivo perché la conclusione è probabile, cioè
che le donne denunciassero per motivi personali, ma non è certo. Nell’ambito delle scienze umane,
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dunque, è possibile distinguere ragionamenti certi (ad esempio che Hitler sia il capo del Terzo
Reich) e ragionamenti abduttivi. Addirittura l’autrice afferma come a volte le donne denunciassero
solo per liberarsi di un vicino antipatico, quindi, solo per motivazioni esclusivamente personali.
L’argomento abduttivo nasconde una premessa che ha alcune caratteristiche: la premessa è
implicita, probabile e generale. La premessa implicita, nascosta, generale e probabile, nel caso della
donna uccisa nell’appartamento, è che tutte le persone normalmente non aprono agli sconosciuti.
Generale perché si dice “chiunque” e poi si applica al caso particolare della donna. Senza questa
premessa generale, la conclusione è incomprensibile. L’investigatore com’è arrivato alla
conclusione che la donna conoscesse l’assassino? Perché vi è una premessa implicita nascosta di
carattere generale, secondo la quale le persone normalmente non aprono agli sconosciuti. Se non si
ha la premessa generale, non si capisce come l’investigatore arriva alla conclusione particolare.
L’argomento abduttivo è molto usato nei romanzi polizieschi, nei thriller e in medicina, in cui i
sintomi sono i casi concreti e la diagnosi è la conclusione abduttiva del medico, il quale però può
sbagliarsi.

2° requisito: le ragioni devono essere prive di distorsioni irrazionali e di errori cognitivi. Per quanto
concerne le distorsioni irrazionali, l’autore di riferimento è John Elster. Le distorsioni irrazionali
sono: wishful thinking (detto anche ottimismo strategico); preferenze adattive; conformismo.
- Wishful thinking: letteralmente dovrebbe essere tradotto come “pensiero desiderante”. Si tratta di
una credenza basata su un desiderio, cosa che è irrazionale.
Esempio di whisful thinking: credo che vincere al Superenalotto sia facile perchè voglio vincere al
Superenalotto. Questa è una credenza basata su un desiderio, una cosa irrazionale. La probabilità di
vincere al Superenalotto è 1 su 64 milioni.
Nelle statistiche degli anni ‘80, ad esempio, Goudin afferma come ci fosse ancora un 20% di
persone che pensasse che fumare sigarette di tabacco facesse bene alla salute perchè lo
desideravano; essi erano vittime del wishful thinking.
- Preferenze adattive: il libro di Elster si chiama “Uva acerba”, ispirato alla favola di Esopo della
volpe e dell’uva. La preferenza adattiva significa adattare la preferenza a ciò che è ritenuto
empiricamente possibile. Ad esempio, la volpe ritiene empiricamente impossibile raggiungere
l’uva, quindi, inizia a disprezzarla. È come se si dicesse che tizio sia innamorato follemente di
Monica Bellucci, ma non potendola avere, inizi a disprezzarla. Elster afferma che l’uva acerba non
è un comportamento volontario, non è che il soggetto decide, ma avviene tutto a livello inconscio,
cioè alle spalle del soggetto, il quale inizia a disprezzare ciò che inconsciamente ama.
È possibile distinguere due tipi diversi di preferenze adattive:
1. Preferenza adattiva non pericolosa: il primo tipo è innocuo. Ad esempio, tizio ama
inconsciamente Monica Bellucci, a livello cosciente la disprezza, ma ciò non cambia la realtà,
cioè che lui non possa avere una relazione con lei, o comunque che ciò sia molto improbabile.
In questo caso l’oggetto del desiderio è empiricamente irraggiungibile, dunque, la preferenza
adattiva è innocua perché non cambia niente, comunque tizio non può ottenere Monica
Bellucci.
2. Preferenza adattiva pericolosa: si ha quando ciò che è ritenuto empiricamente possibile non è
corretto. Basti pensare ad un operaio che, nella seconda metà dell’800 lavora 14 ore al giorno,
la maggioranza degli operai vuole fare uno sciopero per lavorare meno ore e l’operaio sviluppa
una preferenza adattiva pericolosa perché inizia a disprezzare coloro che vogliono lavorare
meno di 14 ore, dal momento che ritiene empiricamente impossibile, a livello inconscio, un
cambiamento della situazione. In realtà, tramite una lunga serie di scioperi, gli operai ottengono
una riduzione dell’orario di lavoro, pertanto, la preferenza adattiva dell’operaio che disprezza
chi vuole lavorare meno di 14 ore è pericolosa perché non gli consente di ottenere i suoi diritti,
cioè che gli è dovuto. Vi è un errore nel calcolo di ciò che è ritenuto empiricamente possibile.
L’operaio, che ha la preferenza adattiva pericolosa, non sciopererà e ciò andrà a suo discapito in
quanto non esercita i suoi diritti. Un esempio famoso di preferenza adattiva, fatta dalla Senn, è
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la ricerca statistica del governo indiano del 1949 in una regione in cui c’era stata una carestia;
questa ricerca evidenziava che i maschi si lamentavano di avere una condizione miserrima,
soprattutto i vedovi, a differenza delle vedove, che non si lamentavano di avere una posizione
miserrima. Questo esempio viene ripreso anche dalla Nussbaum. Secondo Elster in luogo della
preferenza adattiva, l’individuo dovrebbe adottare quella che lui chiama la strategia buddista di
liberazione dal desiderio, che è ciò che, secondo Elster, le persone dovrebbero fare con i
desideri che non possono essere realizzati. La strategia buddista di liberazione è un percorso
volontario e autentico in cui il soggetto afferma di fonte a sé stesso che ha un certo desiderio
(per esempio: amo follemente Monica Bellucci), accetta razionalmente che non può realizzare
questo desiderio e quindi razionalmente lo accantona (per esempio: il desiderio che si ha fin da
piccoli di volare, che poi viene accantonato razionalmente).

- Conformismo: terza distorsione irrazionale


L’esempio classico di conformismo è: credo che l’aborto sia immorale perché mio padre o mio
fratello o Kant o il papa pensa che sia immorale.
Nel caso del conformismo il soggetto adatta le proprie preferenze alle preferenze altrui, cioè come
un contenitore vuoto che viene riempito dalle preferenze di altri: questo, dice Elster, denota scarsa
autonomia e razionalità.
Il conformismo non c’entra niente con la moda e cose di questo tipo: si tratta di un difetto
particolare, espresso dall’affermazione che vi ho detto, per cui adatto le mie preferenze alle
preferenze altrui.
Nel conformismo ricade anche la tradizione: quando io adatto le mie preferenze alle preferenze dei
miei avi: per esempio, considero l’aborto immorale perché i miei avi lo consideravano immorale.
Dal punto di vista liberale, la tradizione ha un ruolo in certi campi ben specifici: la tradizione va
bene per la cucina (esempio: seguo la ricetta di mia nonna per fare le frittelle di ceci), va bene per il
vestiario (mi vesto come si vestivano i miei avi), per la letteratura, ecc…
L’ambito, dal punto di vista liberale, in cui non va bene la tradizione è quello della morale: in
questo caso io dovrei comportarmi in modo autonomo e non adattarmi a ciò che i miei avi
sostenevano.
L’argomento della tradizione ha un secondo problema, cioè che normalmente coloro che lo
avanzano distinguono alcuni campi in cui moralmente bisogna attendersi alla tradizione da altri in
cui non bisogna farlo: per esempio, Salvini direbbe che nel caso del matrimonio dobbiamo attenerci
alla tradizione, cioè impedire il matrimonio tra persone dello stesso sesso, mentre in altri campi,
come immigrazione e tasse, vuole un’evoluzione e non una tradizione. Per distinguere i 2 campi
(matrimonio e tasse), Salvini ha bisogno di un ulteriore argomento perché l’argomento della
tradizione è incompleto, oltre che irrazionale.
Il conformismo è ciò che Kant, nel libro “Che cos’è l’illuminismo?”, chiamava “stato di minorità”,
cioè lo stato nel quale la persona non sa servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro.
L’illuminismo rappresenta il superamento dello stato di minorità, ripeto, stato nel quale la persona
non sa servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro.

Alla voce “Errori cognitivi” bisogna ricordare gli studi di Kahneman (premio Nobel per
l’economia) e Tversky = hanno scoperto che ci sono decisioni che vengono prese mediante
ragionamenti sbagliati, che si chiamano “euristiche”. Sono sbagliate dal punto di vista del calcolo
formale della probabilità e del calcolo della frequenza statistica.
Kahneman dice che nel nostro cervello ci sono due sistemi, il sistema 1 (che prende le decisioni
immediatamente, che è inconscio, rapido e sfrutta le euristiche, cioè i ragionamenti sbagliati per
prendere decisioni = ragionamento per cui si arriva subito alle conclusioni), mentre il ragionamento
del sistema 2 (in cui il ragionamento è lento, cosciente, razionale e volontario, che arriva a
conclusioni corrette). Quindi dice Kahneman è molto facile che in alcune situazioni i soggetti
facciano funzionare il sistema 1, quello inconscio.
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Gli studi di Kahneman si chiamano studi di psicologia cognitiva e di economia comportamentale.
Esempio di errore cognitivo individuato da Kahneman e Tversky è l’availability bias (o pregiudizio
della disponibilità) = noi ricostruiamo la frequenza statistica di un evento attraverso un'euristica,
cioè un ragionamento sbagliato basato sull’impatto emotivo che l’evento ha avuto su di noi, cioè
sulla capacità del cervello di ricordare a sé stesso l’evento, cioè di riportarlo alla memoria.
Gli esempi che fa Kahneman sono i divorzi dei divi di Hollywood e gli incidenti aerei: tramite
un’euristica possiamo avere l’impressione che i divorzi dei divi di Hollywood, così come gli
incidenti aerei, siano più frequenti e molto superiori alla realtà (nel caso degli incidenti aerei è
perché muoiono più persone in una sola volta).
Mentre al contrario, i mass media non riportano tutti gli incidenti automobilistici che ci sono.
Quindi Kahneman dice che l’availability bias è un calcolo sbagliato della frequenza statistica di un
evento: siccome l’incidente aereo ha un grande impatto emotivo, siamo portati a ritenere che sia più
frequente di quanto lo sia in realtà. In realtà, l’aereo è il mezzo più sicuro per muoversi (rispetto al
treno e all’automobile). Questo è un errore cognitivo, tra i tanti che ci sono.
Altri errori cognitivi sono i framing error: si ha quando il soggetto non intende perfettamente il
calcolo della probabilità.
Le persone hanno più difficoltà se un certo dato viene esposto in termini di calcolo di probabilità e
hanno invece e più facilità di comprenderlo se viene espresso in termini di frequenze naturali: per
esempio, il dottore dice di prendere un farmaco, farmaco che ha la probabilità di 0,1% di produrre
questo effetto collaterale = questo dato, per la maggior parte delle persone non viene recepito;
mentre se il dottore dice al paziente che la probabilità di sviluppare l’effetto collaterale è di 1 su
1000, che è lo stesso, l’espressione in termini di frequenze naturali è recepito meglio.
Lo studio degli errori cognitivi è importante perché studiare la mente delle persone può essere
importante anche dal punto di vista del giudizio penale o civile, cioè evitare che i medici, gli
avvocati o i giudici commettano errori cognitivi durante un certo giudizio.
Studiare il sistema 1 e il sistema 2, il sistema delle euristiche, cioè ragionamenti che vanno oltre la
razionalità e arrivano subito alla conclusione, l’heuristics psychology e studiare la mente umana è
importante per evitare i possibili errori cognitivi.

Bisogna distinguere il conformismo dall’adesione al giudizio di una persona autorevole.


Per esempio: qualcuno ha un grosso problema morale (per esempio non sa come risolvere
autonomamente il problema dell’aborto), allora può fare questo ragionamento: il papa è una persona
autorevole perché conosce bene i fatti rilevanti, perché ci sono molti principi condivisi in comune,
allora il destinatario delle parole del papa può aderire a queste parole come si fa con una persona
autorevole = questo non è irrazionale, ma denota scarsa autonomia e scarsa razionalità, ma non è
irrazionale; l’importante è che vi siano dei principi condivisi morali comuni tra la persona
autorevole e chi si adatta al giudizio della persona autorevole: nessuno è onnisciente; quindi spesso
ci affidiamo al giudizio di una persona autorevole. Questo tipo di comportamento non è uguale al
conformismo, anche se ci assomiglia, perché non è irrazionale, ma denota scarsa razionalità e
autonomia perché il soggetto in teoria dovrebbe risolvere da solo il problema dell’aborto.

Le ragioni devono essere considerate corrette o vere dalla comunità scientifica di riferimento.
Qui non si parla dei desideri, ma delle credenze = le credenze hanno una direzione di adattamento
mente-mondo (cioè la mente si deve adattare ai fatti), la credenza si deve adattare ai fatti; i desideri
hanno una direzione di adattamento opposto (se i desideri vengono realizzati, il mondo si adatta ai
desideri).
Le credenze devono essere considerate corrette dalla comunità scientifica ove vi sia una
maggioranza nella comunità scientifica: ci sono campi in cui c’è una larghissima maggioranza nella
comunità scientifica, altri in cui c’è disaccordo (per es. per quanto riguarda il Covid-19, ci sono
pochi dubbi su come si trasmette, ma ci sono profondi disaccordi su come sia nato).
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Per es. il 98% degli scienziati ritiene che il surriscaldamento globale dipenda dall’opera dell’uomo
= si tratta di un fenomeno gravissimo che già comincia a produrre i suoi effetti anche in Italia; è
caratterizzato da lunghi periodi di siccità a cui poi si aggiungono le c.d. bombe d’acqua (temporali
improvvisi con una grandissima quantità di acqua che cade). Per esempio, a gennaio il Po era
praticamente a secco. Oppure addirittura in certe aree del mondo il surriscaldamento globale, come
negli Stati Uniti, provoca gli uragani oppure ci sono nel sud dell’Africa delle regioni che già
cominciano ad avere una siccità permanente, ci sono delle migrazioni dall’Africa del sud, dal
Madagascar, perché sono regioni dove non piove più completamente. Il riscaldamento globale è un
fenomeno che già si conosceva negli anni 90, è un fenomeno per il quale ci sarebbero delle
soluzioni, ma i paesi in via di sviluppo, come India e Cina, non hanno nessuna intenzione di ridurre
le emissioni di gas serra. La Cina ha stabilito come limite per ridurre le emissioni il 2060. Perché i
paesi in via di sviluppo hanno bisogno di consumare molto carbone, gas e fonti energetiche
altamente inquinanti, che producono gas serra.
DIRITTI UMANI
LEZIONE N.3 – 7/10/2022 Prof. G. Maniaci
Il requisito dell’assenza di assunzioni metafisico trascendenti
Le ragioni devono essere prive di assunzioni metafisico trascendenti. Esempio di assunzioni
metafisico trascendenti sono, ad esempio: Dio è contrario alla legalizzazione dell’aborto. Quali sono
le caratteristiche delle assunzioni metafisico trascendenti? Da un punto di vista agnostico dobbiamo
distinguere ragione e fede. Non c’è un teorema per dimostrare l’esistenza di Dio, quindi la sua
esistenza è giustificata da argomenti di tipo fideistico. Ci sono degli argomenti filosofici ma non è
certo. Queste assunzioni, per la loro stessa natura, non sono né vere né false, sono infalsificabili,
vertono su un mondo sovrannaturale che noi non possiamo toccare con i nostri 5 sensi. Esse non
sono nemmeno razionali o irrazionali, ma sono credute per fede. Questo è un argomento che anche i
credenti potrebbero accettare. Anche se alcuni si sforzano di dimostrare che Dio esiste, tutti gli
argomenti filosofici addotti all’esistenza di Dio non sono inconfutabili. Lo stesso vale al contrario:
non si può dimostrare che Dio non esiste. L’ateismo è in un certo senso una religione esso stesso. Ci
sono degli argomenti classici a favore della non esistenza di Dio, come quello della malvagità. Se
Dio è tanto buono, come può sopportare che avvengano certi eventi? Campi di concentramento
nazisti, gulag stalinisti, campi di lavoro di Mao Tsetung... Come fa Dio ad accettare tutto questo?
Per i cattolici la colpa è dell’uomo che dispone del libero arbitrio, cioè della libertà di scegliere se
stare dalla parte del bene o dalla parte del male.
In base al calcolo formale della probabilità, più una credenza metafisico trascendente è complessa,
più è improbabile. Secondo le leggi oggettive del calcolo formale della probabilità, per verificare la
probabilità che due eventi si verifichino contemporaneamente si deve effettuare il prodotto della
probabilità che si verifichi il primo e della probabilità che si verifichi il secondo.
Facciamo un esempio. Partiamo dall’ipotesi più semplice di assunzione metafisico trascendente:
Dio esiste. Dal punto di vista di ragione non abbiamo idea che Dio esista. Quindi questa
affermazione può essere vera al 50%, cioè per 1⁄2, e falsa per il restante 50%. Seconda assunzione:
Dio ha una coscienza ed una volontà. Come si fa a calcolare la probabilità che si verifichino
contemporaneamente queste due assunzioni metafisico trascendenti? Bisogna fare il prodotto.
Ciascuna da sola è vera o falsa al 50%. Dio esiste = 1⁄2, Dio ha una coscienza ed una volontà = 1⁄2 .
Quindi 1⁄2 x 1⁄2 = 1⁄4, poi 1/8, 1/16 e così via.
Quali sono le assunzioni metafisico trascendenti?
1) Dio esiste;
2) Dio ha una coscienza e una volontà;
3) Dio si occupa delle faccende umane (non anche per gli epicurei);
4) Dio ha stabilito un codice morale di regole che deve essere seguito da tutti i fedeli;
5) Dio ha stabilito che questo codice morale deve essere sanzionato dalla comunità organizzata in
cui questo si applica;
6) Il capo spirituale della comunità è l’interprete autentico della volontà di Dio;
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7) Il capo della comunità spirituale sostiene che la volontà di Dio è quella di essere contrario
all’aborto.
Si è passati dalla prima assunzione metafisico trascendente con maggiore probabilità (pari a 1⁄2),
all’ultima che è sempre meno probabile, la cui probabilità è pari circa ad 1/128. Più si aggiungono
assunzioni più la probabilità continua a crollare. Questo è l’ambito del calcolo di probabilità delle
assunzioni metafisico trascendenti.
Per quanto riguarda le tre religioni monoteiste più importanti al mondo (Islam, Ebraismo e
Cristianesimo
-poi ci sono religioni meno diffuse-) ci sono autori che cercano di dimostrare all’interno di queste
religioni l’esistenza di Dio. Una volta che Dio esiste, anche le altre assunzioni metafisico
trascendenti seguiranno. L’autore di riferimento si chiama Plantinga che ha scritto un libro che si
chiama “Credenze cristiane garantite”. Plantinga è convinto di potere dimostrare l’esistenza di Dio e
altre assunzioni metafisico trascendenti. Quali sono gli argomenti di Plantinga? Innanzitutto, attacca
quello che lui definisce la concezione moderna, contemporanea della scienza secondo la quale o una
proposizione è analitica, cioè vera per definizione (es: un triangolo ha tre lati) oppure è una
proposizione che verte su fatti empirici. In questo caso la proposizione può essere vera sulla base di
dati empirici e sono vere anche tutte le altre proposizioni che possiamo abdurre (argomento
abduttivo), indurre (argomento induttivo) o dedurre (argomento deduttivo) dalle proposizioni
empiriche originali. Questa, che è la concezione dei fatti empirici della scienza che lui chiama
classica è erronea perché non si può applicare a se stessa. Cioè non c’è una proposizione analitica o
non analitica basata su fatti empirici da cui possiamo desumere altre proposizioni in base
all’argomento deduttivo, induttivo, abduttivo che mostra che questa concezione sia corretta. In
realtà non è così perché la concezione della scienza che lui chiama classica è corretta dal punto di
vista più importante cioè quello che gli studiosi di epistemologia chiamano il successo pragmatico
delle teorie. Cioè non c’è solo una teoria astratta, scientifica sugli antibiotici, ma abbiamo anche un
successo pragmatico: l’antibiotico riesce a debellare l’infezione nel soggetto malato. Questa
concezione quindi è vera perché ha successo pragmatico cioè ci consente di manipolare la natura, di
manipolare noi stessi, ci consente di sviluppare un sistema tecnologicamente complesso per
manipolare la natura: siamo cioè in grado di ottenere dei risultati, di fare delle cose con le teorie
scientifiche (non con tutte, con molte). Quindi il primo argomento di Plantinga non funziona perché
la concezione classica della scienza ha un successo pragmatico. Secondo argomento di Plantinga: ci
sono proposizioni che sono considerate corrette ma non lo sono dal punto di vista della concezione
classica della scienza. Plantinga fa due esempi:
a) Le credenze mnemoniche, la nostra memoria. Dice Plantinga non possiamo dimostrare in base alla
concezione classica della scienza che queste credenze siano vere. Qui la questione diventa molto
complessa. Secondo gli studi di psicologia quando una credenza mnemonica è sicuramente
corretta? In genere una credenza mnemonica entra nella memoria di lungo periodo quando è
coerente con altre credenze non mnemoniche e quando ha un impatto emotivo molto forte su di
noi. Noi tendiamo a ricordare soltanto le cose che hanno un forte impatto emotivo, positivo o
negativo che sia, su di noi. Per fare un esempio banale, io posso mostrare che una credenza
mnemonica è corretta. Io posso dire: “ieri ho mangiato pollo”. C’è un modo di verificare mediante
un ragionamento abduttivo questa credenza? Sì. Ad esempio io posso controllare che il pollo che
ho comprato non c’è più in frigo, ci sono gli scarti nella pattumiera, i piatti sono sporchi.
Quindi Plantinga si sbaglia, anche le credenze mnemoniche possono essere oggetto di ragionamenti
abduttivi e quindi possono essere garantite secondo la concezione classica della scienza. L’obiettivo
di Plantinga è quello di affermare che ci sono proposizioni garantite al di fuori della concezione
classica della scienza, e quindi se quelle sono garantite allora è anche garantita l’esistenza di Dio.
Questo è l’iter logico di Plantinga.
b) Il secondo esempio che fa Plantinga un po’ fantascientifico è: “come facciamo a sapere che alcune
persone attorno a noi non siano in realtà robot intelligenti?”. Questo argomento è corretto, ma non
prova nulla. Noi esseri umani non possiamo dimostrare che vi siano o non vi siano robot che
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girano intorno a noi travestiti da esseri umani. Ma questo vale per moltissime altre cose: primo,
non possiamo dimostrare l’esistenza del mondo esterno. Come dice Pattenam (?) potremmo essere
tutti cervelli in una vasca, in una realtà virtuale creata dalle macchine dai computer per soggiogare
gli esseri umani, come Matrix. Non possiamo uscire dalle nostre sensazioni per dimostrare che
esiste il mondo esterno, dimostrare che non siamo il sogno di qualche divinità, non possiamo
dimostrare niente, non possiamo allo stato attuale uscire da noi stessi e dimostrare di non essere in
una realtà virtuale. Quello che possiamo fare è elaborare dei ragionamenti abduttivi cioè nella
misura in cui si afferma che ci sono dei robot travestiti da esseri umani che girano nel mondo
dovrebbe esserci un complotto mondiale di politici, medici, anatomopatologi perché questi ultimi
si accorgerebbero quando il cadaveri arriva che non è una persona ma un robot quindi ci dovrebbe
essere un complotto internazionale di tutte queste figure che sanno che ci sono dei robot ma non lo
dicono. Questa è una affermazione abbastanza improbabile dal punto di vista di un ragionamento
abduttivo. Questi sono gli argomenti di Plantinga che ovviamente non crede a questa mia
ricostruzione ma crede che le assunzioni metafisico trascendenti possano essere dimostrate. Un
altro punto importante che riguarda le assunzioni metafisico trascendenti è che queste spesso sono
un’interpretazione del capo della confessione religiosa dei cd. testi sacri della comunità religiosa di
pertinenza. Le interpretazioni metafisico trascendenti infatti non vengono inventate, non
galleggiano nell’aria ma normalmente sono frutto della interpretazione di testi cosiddetti sacri
della comunità religiosa di riferimento. Questo almeno vale per le tre religioni monoteiste:
l’ebraismo ha il vecchio testamento, il cristianesimo ha il vecchio e il nuovo testamento, l’Islam ha
il corano. Tra questi testi vi sono molte similitudini. Ma come interpretare questi testi sacri? Il
rinvio è alla relazione postsinoidale, che si chiama “Verbum Domini” di Benedetto XVI, ex Papa.
Egli inquadra l’argomento fondamentale cioè come interpretare la Bibbia dicendo che il vecchio
testamento non può essere interpretato letteralmente perché il messaggio divino contenuto nella
Bibbia si rivela nella storia. Cioè dice che molte cose che ritroviamo sia nel vecchio che nel nuovo
testamento sono il frutto di usi e costumi di popoli abbastanza primitivi che avevano delle
concezioni della vita umana abbastanza diverse dalle nostre. Soprattutto il vecchio testamento non
si può interpretare letteralmente. Questa è quella che lui chiama interpretazione fondamentalista,
che è quella che danno anche i Testimoni di Geova che osservano letteralmente un passaggio della
Bibbia dove si dice che è vietato mangiare il sangue degli animali, in particolare siamo nel
Levitico. Nel vecchio testamento vi sono affermazioni di una violenza inaudita ed è per questo che
non può essere interpretato letteralmente. Il Levitico dice che se un uomo e una donna fanno sesso
durante le mestruazioni di lei, entrambi devono essere messi a morte, se due omosessuali fanno
sesso devono essere messi a morte, se la figlia di un pastore si prostituisce deve essere messa a
morte, una chiromante o colui che fa sesso con gli animali (zooerastia) devono essere messi a
morte. Ovviamente noi non possiamo accettare questo insieme di proposizioni, non ha senso per
noi, per la nostra cultura ma questo capita perché il messaggio divino non è letterale, dice papa
Benedetto XVI il messaggio divino si rivela nella storia, nella storia ci sono gruppi di persone che
la pensavano in un certo modo e noi non possiamo leggere la Bibbia come se fosse stata scritta
parola per parola da dio. Lo stesso vale per altri aspetti. Se prendiamo la Genesi, nessun
cosmologo serio concorderebbe con il fatto che il mondo sia stato creato in 6 giorni e che al
settimo giorno Dio si riposò. Questa è una allegoria, è un mito presente tra l’altro in diverse
religioni che non deve essere interpretato letteralmente.
Per quanto riguarda i rapporti tra il vecchio e il nuovo testamento c’è, secondo Benedetto XVI, non
solo una continuità, ma anche una rottura. Il vecchio testamento è molto violento. Basti pensare
all’affermazione “occhio per occhio, dente per dente” . Il messaggio di Cristo invece è
completamente diverso. Lo dimostra un passaggio che dice: “vi è stato detto occhio per occhio
dente per dente, io invece vi dico porgete l’altra guancia”. Lo stesso fenomeno di storicizzazione
della Bibbia va fatto con San Paolo: egli dice che gli schiavi devono ubbidire ai padroni (quindi
presuppone una concezione schiavista) e che, come Gesù è il capo della Chiesa, il marito è il capo
della moglie e quest’ultima deve ubbidire al marito. I teologi si sono apprestati a concludere che
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questo non vuol dire che il marito può maltrattare la moglie perché Gesù non maltratta la Chiesa.
Quindi dice San Paolo ‘il marito deve trattare la moglie come se fosse carne della sua carne’ quindi
non deve maltrattarla, non deve umiliarla etc però aldilà di queste affermazioni resta fermo il punto
secondo cui la donna obbedisce al marito. Questa concezione per noi non ha senso e va calata nel
contesto storico in cui viveva San Paolo dominata da una concezione maschilista. La stessa
concezione maschilista ce l’ha San Tommaso secondo cui l’uomo è il capo, la testa pensante e la
donna è il corpo.
C’era una concezione maschilista diffusa che non è accettabile, quindi anche San Paolo va
storicizzato. Possiamo interpretare letteralmente i messaggi di Gesù Cristo? No, neanche lui può
essere interpretato letteralmente. Pensate all’affermazione: “è più facile che un cammello passi per
la cruna di un ago, che un ricco vada in paradiso”; oppure ancora: “dovete scegliere tra Dio e
Mammona (la ricchezza)”. Queste affermazioni sono fortemente ostili alla ricchezza, ora
storicamente la Chiesa è sempre stata molto ricca, quindi non poteva accettare una affermazione del
genere. Quindi l’interpretazione da parte dei teologi è stata nel senso di ritenere non che sia un
peccato essere ricchi, ma sarebbe un peccato essere attaccati morbosamente ai beni materiali.
Vediamo la parabola degli operai nella vigna. Dice Gesù:”l’operaio che ha lavorato un’ora deve
ricevere lo stesso compenso dell’operaio che ha lavorato sette ore”. Questa affermazione appare
come una mossa antisindacale, ma neanche questa può essere interpretata letteralmente. Quello che
Gesù vuole dire è che gli ultimi saranno i primi. O ancora “Non giudicate per non essere giudicati”.
Non possiamo rinunciare ai processi civili o penali perché servono per giudicare le persone. Lo
stesso porgere l’altra guancia non vuol dire che dobbiamo rinunciare alla legittima difesa. Quindi
non si può interpretare letteralmente neanche Gesù anche se, alcune affermazioni (e questo è un
problema interno alla Chiesa) vengono interpretate letteralmente, come quelle attinenti al
matrimonio indissolubile ‘che l’uomo non separi ciò che dio ha unito’. ‘I coniugi diventano una sola
carne’ dice Gesù. Questa affermazione viene interpretata letteralmente dalla Chiesa che crede nella
indissolubilità del matrimonio. Quindi le assunzioni metafisico trascendenti non stanno lì, nel vuoto
siderale ma sono interpretazioni di testi sacri effettuate dal capo della confessione religiosa o da
altri membri della congrega. Per esempio non c’è nessuna disposizione della Bibbia contraria
all’aborto. La Chiesa Cattolica deduce l’immoralità dell’aborto dal V Comandamento: “non
uccidere”. Si tratta di un comandamento generico, ma ci sono tante eccezioni a questo
comandamento: lo stato di necessità, la legittima difesa, la guerra giusta (di difesa cioè), la pena di
morte. Quindi c’è un problema sull’aborto perché non c’è una disposizione precisa contro l’aborto.
C’è una parabola in cui una donna viene maltrattata e perde il suo bambino. Nella Bibbia c’è scritto
che ha diritto al risarcimento. Questo non c’entra nulla però con l’interruzione volontaria di
gravidanza ma è il caso dell’aborto procurato da altri, nel nostro ordinamento condannato
penalmente con una pena detentiva. Ma questo non ci dice nulla sull’aborto volontario. C’è un
passaggio della Bibbia in cui si dice che Dio vede il futuro dell’embrione, cioè vede cosa il feto
diventerà. Ciò ha a che vedere con l’onniscienza di Dio, ma non riguarda l’aborto. Io posso abortire
anche se dio prevede il futuro dell’embrione. Un altro passaggio che viene interpretato contro
l’aborto è quello dei cd. pharmakoi. Ossia i medici maghi che in epoca pagana, durante un rituale
religioso pagano, facevano, tra le altre cose, abortire le donne. Siccome nella Bibbia si dice che essi
fossero destinati all’inferno, alcuni ne hanno tratto l’idea che l’aborto è immorale. In realtà chi va
all’inferno sono proprio i medici maghi, ossia coloro che utilizzano un rituale pagano o diabolico
per provocare l’aborto. Ma questo non esclude la possibilità che la donna possa, mediante erbe o
altri metodi naturali e al di fuori di un rituale magico, di un rito occulto, abortire volontariamente. È
possibile abortire senza un rito pagano che è quello che la chiesa osteggiava particolarmente.
Questo è un argomento utilizzato per dimostrare che l’aborto è illecito.

Abbiamo visto che i pharmakoi vanno all’inferno, però un aborto può essere procurato anche
attraverso mezzi naturali senza rituali occulti. Questa seconda parte non è vietata letteralmente dalla
Bibbia, quindi questa idea che l’aborto è illecito fin dal concepimento non è presente nella Bibbia,
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ma è un’idea della Chiesa che considera anche un embrione di un giorno come se fosse una persona
all’inizio del suo sviluppo. Fin dal concepimento secondo la Chiesa e secondo altri autori, il feto/
l’embrione è una persona.
Abbiamo visto quali sono le problematiche delle assunzioni metafisico trascendenti. -Caratteristiche
fondamentali!non sono né vere, né false, né razionali, né irrazionali. Dal punto di vista di
distinguere ragione e fede, sono credute per fede. Poi sorge il problema del calcolo delle
probabilità: più la credenza
dell’assunzione metafisico trascendente è complessa, più diminuisce la probabilità che tutte queste
credenze siano vere contemporaneamente.
Abbiamo visto gli argomenti di Plantinga per dimostrare che anche i pensieri e le credenze cristiane
sono garantite dal punto di vista epistemologico, abbiamo fatto l’esempio dei robot, l’esempio delle
credenze mnemoniche.
Abbiamo visto la relazione postsinoidale di Benedetto XVI, il problema dell’interpretazione dei
testi sacri che non dovrebbe essere (soprattutto il vecchio testamento, ma anche San Paolo) letterale.
I messaggi di Gesù Cristo, qui sorge un problema perché alcuni vengono interpretati letteralmente,
altri no, quindi bisogna distinguere.
Abbiamo visto il problema dell’aborto che nasce dai X comandamenti, cioè dal comandamento V
del “non uccidere”. La Bibbia non risolve il problema, cioè non stabilisce se l’embrione sia persona.
San Tommaso pensava che l’embrione diventasse una persona, nel caso dei maschi, dal 40esimo
giorno dal concepimento. In questo San Tommaso segue la dottrina aristotelica delle tre anime;
secondo Aristotele nell’embrione vengono insufflate tre anime diverse:
1) anima vegetale
2) anima sensitiva
3) anima razionale
Quella fondamentale per determinare l’aborto è l’anima razionale, l’anima sensitiva, invece, è
quella legata agli organi, cioè al movimento del corpo, ecc...
Finnis, autore che segue strettamente le indicazioni della Chiesa cattolica, sostiene che se San
Tommaso avesse avuto la conoscenza scientifica che noi abbiamo oggi dell’embrione, avrebbe
detto che l’aborto è illecito fin dal concepimento. Finnis adduce chiaramente questo argomento.
Le ragioni devono quindi essere prive di assunzioni metafisico trascendenti. Perché sono
problematiche ? Perché queste assunzioni normalmente non sono utilizzate esplicitamente, ma sono
nascoste e dissimulate dietro un ragionamento diverso. Es: la Chiesa, il catechismo dice che sono
contro la dignità dell’uomo: la fornicazione, la prostituzione, la pornografia e la maternità surrogata.
Il problema è che il concetto di dignità, come vedremo in seguito, è vuoto, si può applicare a
qualunque cosa. Dietro la dignità c’è qualcos’altro dissimulato, nascosto, che in realtà è
un’assunzione metafisico trascendente. Il ruolo delle assunzioni metafisico trascendenti quindi è
importante perché spesso esse sono dissimulate dietro argomenti diversi, come quello della dignità,
argomento preferito dalla Chiesa.
Le ragioni devono essere generali, universali e imparziali:
Generali significa che si applicano ad una classe di casi, non ad un caso concreto.
Poi ovviamente può essere applicato ad un caso concreto, ma la ragione nasce generale. Ad esempio
una ragione generale è una ragione che riguarda una classe di casi che non sono spazio-
temporalmente determinati. Un caso concreto è spazio-temporalmente determinato.
Es. L’omicidio politico è un caso generale, l’omicidio di J.F. Kennedy negli Stati Uniti è un caso
concreto cioè avvenuto in un tempo e in uno spazio ben preciso.
Le ragioni devono essere universali in particolare rispetto al soggetto della proposizione. Nella
proposizione il soggetto deve essere universale. Universale significa che si applica ad una classe di
persone.
Es. tutti gli esseri umani, tutti i migranti, tutti gli europei etc.
Le ragioni devono essere imparziali. Questo è l’argomento di Ester, che rifiuta l’uso di un
argomento basato sul self-interest, cioè sull’autointeresse.
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Un argomento non imparziale potrebbe essere: voglio o desidero, credo sia giusto, aumentare lo
stipendio dei professori universitari perché io sono un professore universitario.
Questo tipo di argomento non è irrazionale, ma è destinato, dal punto di vista della persuasione, al
fallimento. Bisogna, dice Ester, trovare un principio, un valore imparziale di qualche tipo. Questo
argomento dei professori universitari è invalido dal punto di vista della procedura argomentativa
corretta.
Un argomento imparziale (forse il prof ha sbagliato, voleva dire universale) che nasconde un self-
interest potrebbe essere ammesso.
Es. Tutti gli stati hanno il diritto di limitare i flussi migratori.
Questo è un argomento generale, è universale (tutti gli stati), ma nasconde un self-interest, perché
sono gli africani che vogliono venire qui non gli europei che vogliono andare in Africa; quindi
questo argomento nasconde un self-interest, cioè l’interesse degli europei a regolare e limitare i
flussi migratori.
Un argomento universale potrebbe essere: tutti i rifugiati hanno diritto all’asilo politico.
Quindi le ragioni devono essere generali, una classe di casi, una classe di soggetti, una ragione
imparziale che rifiuta il self-interest. Allora voi potreste dirmi ma come si portano avanti le
battaglie più importanti della storia dell’umanità esempio le battaglie delle donne, degli
afroamericani per avere una maggiore uguaglianza? Anziché essere basate sul self-interest possono
essere basate sul valore dell’uguaglianza per esempio.
Le ragioni non devono essere self-defeating, esse sono le ragioni che si autoannullano da sole una
volta scoperta la radice dell’argomento, la ratio dell’argomento.
Esempio del professore Bruno Celano “sono contrario ai matrimoni tra persone dello stesso sesso
perché ho paura della mia omosessualità”. Questo è un argomento self-defeating, cioè non ha
nessuna capacità di persuasione.
Non importa a nessuno se hai paura della tua omosessualità, chi se ne frega. Questa potrebbe essere
la nostra controbiezione.
Infine le ragioni devono offrire una risposta sufficiente alle obiezioni addotte in letteratura. A che
serve la risposta all’obiezione?
La risposta alle obiezioni è fondamentale in una argomentazione morale giuridica, perché se un
soggetto non sa rispondere ad una obiezione, vi è il fondato sospetto che vi sia una fallacia o
contraddizione grave nel suo discorso o una credenza falsa.
Purtroppo c’è un abisso tra i Paesi di common law, soprattutto gli Stati Uniti, e i Paesi di civil law
per quanto riguarda la motivazione delle sentenze. La motivazione delle sentenze nei Paesi di
common law specie negli USA è molto più completa e cerca di rispondere alle obiezioni addotte
contro le sue tesi. Questo lo sappiamo perché nei Paesi di common law esiste l’istituto della
dissenting opinion (cioè l’opinione di minoranza) e questo rende l’argomentazione molto più
completa. Essa rivela che ci può essere un’altra possibilità interpretativa.
L’argomentazione è spaccata a metà: c’è l’opinione di maggioranza e l’opinione di minoranza.

Alessia Marfia, [10/10/22 23:45]


LEZIONE 4 - 10/10/2022
Secondo il calendario dobbiamo finire le nostre lezioni giorno 18 Novembre, se tutto va come deve
andare,possiamo fare le disputationes la settimana successiva. Sia le disputationes che la prova di
fine corso saranno svolte da remoto perchè siamo tanti. Siamo circa 100 e verremo divisi in gruppi.
Sarebbe preferibile entro le prossime due settimane far pervenire al professore un elenco delle
persone interessate, in un foglio word con i nomi ( nome e cognome), lasciando uno spazio fra i vari
nomi in modo tale che lui possa aggiungere i voti e le domande.

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Abbiamo visto la scorsa volta la procedura argomentativa corretta e ne abbiamo analizzato tutti i
requisiti. Vediamo come si può applicare questa procedura e come si possono aggredire tre grandi
pregiudizi della storia dell’umanità che sono:
1. maschilismo
2. razzismo
3. omofobia

C’è una grande differenza tra razzismo, maschilismo e omofobia perchè, nel caso del mschilismo, le
donne rappresentano circa il 50% della popolazione in Europa; mentre il razzismo e omofobia
riguardano delle minoranze: gli omosessuali sono più o meno il 10% della popolazione; gli
immigrati regolari con permesso di soggiorno sono circa il 10% della popolazione italiana.
Quindi noi eterosessuali e bianchi siamo la maggioranza, quindi questo può implicare una maggiore
facilità di oppressione delle minoranze sessuali e etniche, religiose, sessuali ecc.
Quindi ricordatevi che è un problema di minoranze e maggioranze che nel caso del maschilismo
non c’è.

1. MASCHILISMO
Il maschilismo è incorporato, per presupposto implicito, nel linguaggio ordinario: la scorsa volta
abbiamo fatto l’esempio di playboy, mammone, zitella…

La linguista Sabatini ci da’ tutta una lista di termini che al maschile sono positivi e che al femminile
diventano negativi:
Es. cortigiano/cortigiana (cortigiano è un uomo che sta a corte; la cortigiana è una sgualdrina); un
uomo di strada/ donna di strada (uomo di strada è un uomo del popolo; una donna di strada è una
sgualdrina); vedovo allegro/ vedova allegra (un vedono allegro è un uomo che ha superato il lutto;
una vedova allegra è una sgualdrina); passeggiatore/ passeggiatrice ( il passeggiatore è un uomo che
passeggia, una passeggiatrice è una sgualdrina).
Vedete tutti questi termini, al femminile, improvvisamente diventano negativi ( “un buon uomo” è
letto in accezione positiva, mentre invece “figlio di buona donna” è una parolaccia, termine
negativo che indica sempre “figlio di una sgualdrina”), i quali ci invitano a pensare, dice la Sabatini,
come il linguaggio sia intrinsecamente maschilista.
Perchè tutta questa ossessione del maschilismo per la sgualdrina?
C’è l’ossessione del maschilismo sul corpo delle donne: i maschilisti vogliono appropriarsi del
corpo delle donne. La ragione fondamentale è che i maschi vogliono preservare la loro discendenza
genetica, cioè la prole perchè se una donna è una sgualdrina, potrebbe significare che tradisce il
marito o che ha rapporti sessuali prima del matrimonio e quindi, in questo senso, non è un caso che
la Chiesa vieti entrambi.
L’ossessione dell’uomo è che la sua discendenza genetica sia bastarda, cioè che non sia la sua
discendenza genetica, ma che in realtà la moglie sia stata ingravidata da un altro soggetto. C’è
un’ossessione sul corpo della donna, sul fatto che il maschio vuole assicurarsi una discendenza
genetica sua. La ratio è evitare che la donna abbia rapporti sessuali prima del matrimonio e durante
il matrimonio con altri soggetti perchè in questo caso è a rischio la discendenza genetica maschile.
Questa ossessione sul corpo della donna, che nella Chiesa è molto evidente, raggiunge l’apice
nell’Africa subsahariana, dove vengono effettuate delle pratiche di mutilazione genitale femminile
(infibulazione e isterectomia). Questo è l’apice del controllo sul corpo della donna.

Alessia Marfia, [10/10/22 23:45]


Per preservare la castità della donna soprattutto prima del matrimonio, la donna viene sottoposta ad
una mutilazione terribile che è l’infibulazione, che consiste nella scissione del clitoride e nel legare
le piccole labbra alle grandi labbra della vagina. Le mutilazioni genitali femminili, purtroppo
riguardano centinaia di migliaia di donne che subiscono questa mutilazione, la quale implica in
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futuro la difficoltà in futuro a raggiungere il piacere sessuale, quindi è proprio la privazione di un
organo. Questa pratica è punita severamente dalla legge italiana ( la pena massima è 12 anni).
Questo èà l’apice dell’ossessione maschilista sul corpo, sul castità della donna soprattutto prima del
matrimonio: evitare dei figli bastardi!

Quali sono le credenze false del maschilismo?


Le CREDENZE FALSE DEL MASCHILISMO sono due:
- La 1° credenza falsa, diffusissima nell’800 e nella prima metà del 900, considerata una verità
ovvia, era la superiorità intellettuale dell’uomo sulla donna, ragion per cui la donna non aveva
diritto di voto, non poteva diventare giudice. La donna era considerata eccessivamente emotiva,
eccessivamente sensibile, addirittura irrazionale.
- La 2° credenza falsa è che la donna viene costretta in una dicotomia santa/casta/devota -
sgualdrina/peccatrice. Ci sono due termini: uno positivo e uno negativo: nel lato positivo abbiamo
la moglie sottomessa al marito o al padre, devota, che si prende cura dei figli e della casa; nella
parte negativa abbiamo la sgualdrina, cioè la prostituta, colei che esercita la fornicazione e così via.
La credenza falsa sta nel fatto che una donna o ricade nella prima categoria o, se non ricade nella
prima categoria, automaticamente ricade nella seconda. Questo è quello che Simone De Beauvoir,
filosofa, chiama ARCHETIPI (archetipo positivo e archetipo negativo).
Simone De Beauvoir scrive uno dei libri più importanti dell’epoca che è il “secondo sesso” nel 1949
dove sostiene la tesi secondo la quale le caratteristiche della donna sono essenzialmente non
biologiche, ma di matrice culturale. Ella difende una tesi femminista nel 1949.
Come esempio di archetipo positivo possiamo tornare all’Odissea,in cui questo ruolo è ricoperto da
Penelope, cioè la moglie che aspetta dopo vent’anni il ritorno di Ulisse dalla battaglia di Troia, dalla
guerra contro i troiani. L’archetipo negativo dell’Odissea è la maga Circe, che è bugiarda, maliarda,
è una strega, è una femme fatale, cioè porta gli uomini alla rovina.
Storicamente, dice Simone De Beauvoir, esiste una tradizione dei padri della Chiesa profondamente
misogina. Il primo segnale di misoginia, dice Simone De Beauvoir, sta nella genesi: la colpa della
caduta nel peccato non è di Adamo, ma è considerata essenzialmente di Eva.
Ci sono vari padri della chiesa, tra cui Tertulliano, che esprimono delle affermazioni molto gravi
contro la donna, anche molto dispregiative.
Ancora oggi nella Chiesa, le donne sono escluse dalle funzioni fondamentali: non possono dire
messa, non possono diventare cardinale, vescovo, papa,…la chiesa è essenzialmente una monarchia
assoluta di stampo maschilista perchè esclude le donne dai posti di potere, di comando.

STORIA DEL MASCHILISMO IN ITALIA


- Fino al 1919, un secolo fa, le donne non potevano concludere un contratto, un negozio giuridico,
senza l’autorizzazione del marito o del padre.
- Nel 1946 per la prima volta le donne hanno il diritto di voto.
- Nel 1963 per la prima volta la magistratura si apre alle donne.
- Nel 1975 si ha la riforma del diritto di famiglia, che pone l’uguaglianza tra i coniugi (mentre
prima il marito era considerato il capo famiglia).
- Nel 1978 viene legalizzata l’interruzione volontaria di gravidanza (che è uno dei diritti
fondamentali secondo le femministe, insieme al diritto di usare contraccettivi anche artificiali,
quello che invece la chiesa nega.

Alessia Marfia, [10/10/22 23:45]


Il diritto di usare contraccettivi e il diritto di abortire sono fondamentali perchè implicano che la
donna ha un potere assoluto sul proprio corpo e si pone su un grado di uguaglianza anche con gli
altri maschi dal punto di vista del lavoro, nel senso che la contraccezione e l’aborto rendono la
donna libera dalla schiavitù della procreazione necessaria e costretta; quindi contraccettivi e aborto

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rendono la donna libera di godere di una vita lavorativa pena o di una vita studentesca
soddisfacente, senza l’incubo della procreazione obbligata.
E’ facile fare degli esempi, infatti una ragazza di 20 anni che rimane incinta, indebolisce
fortemente la sua possibilità di seguire un corso di laurea o post laurea e avere un lavoro
soddisfacente. Ci sono state delle importanti conquiste con l’interruzione volontaria della
gravidanza.
- Nel 1981 è stato abolito il delitto d’onore ( nella sicilia degli anni 60 era molto diffuso) e c’è un
film di Pietro Gerni che è “DIVORZIO ALL’ITALIANA”, che consisteva in questo: se il padre o il
marito o il fratello trovava la figlia o la moglie o la sorella a letto con un altro, questo, prima del
matrimonio, era considerato un atto profondamente lesivo dell’onore e della rispettabilità del
maschio, che quindi aveva il diritto di uccidere la donna e veniva punito con una pena irrisoria,
rispetto all’omicidio.
- Nel 1996 si ha la nuova legge sulla violenza sessuale che non distingue più tra atti di libidine e
violenza carnale, ma è un unico insieme riguardante la violenza sessuale, atti contro la volontà della
donna.
- Nel 1999 c’è una famosa sentenza maschilista, chiamata anche la “sentenza dei jeans”, in cui la
Corte assolve uno stupratore perchè la donna violentata si era, da sola, tolta i jeans, quindi era
considerato un fatto privo di coercizione, come se la coercizione non potesse essere psicologica.
- Anche nella giurisprudenza c’è stata un’evoluzione: da una giurisprudenza maschilista ad una
giurisprudenza meno maschilista. Negli anni 50 e 60 la giurisprudenza non riconosceva lo stupro
all’interno del matrimonio, come se al marito fosse attribuito un diritto sul corpo della moglie.
Negli anni 60 e 70 ci sono ancora sentenza maschiliste che usano il concetto di provocazione x
diminuire la pena dello stupro,come attenuante: la provocazione poteva essere anche un modo di
parlare, di vestire particolarmente attraente o accattivante per un maschio.
Ancora oggi ci sono sentenze recenti che hanno profonda difficoltà a riconoscere lo stupro nei
confronti di una prostituta: la prostituta, come tutte le altre persone, dovrebbe avere il diritto riusare
il proprio corpo come vuole e anche di rifiutare una prestazione sessuale. Quindi questa è ancora
una giurisprudenza maschilista.

Cosa rimane oggi del maschilismo?


Oggi del maschilismo, a livello giuridico in Europa e negli Stati Uniti, rimangono pochissime
norme maschiliste.
Ad esempio, col matrimonio la moglie acquisisce il cognome del marito, ma non viceversa (cioè il
marito non acquisisce il cognome della moglie). Per rendere meno maschilista questa norma, la
corte di cassazione l‘ha trasformata da obbligo in libertà, cioè la donna ha la libertà di prendere il
cognome del marito, ma può anche non farlo.
Siamo in un’epoca di transizione: da un regime maschilista come quello degli anni 50 ad un regime
realmente egualitario, che ancora non c’è.
Cosa resta del maschilismo?
Del maschilismo restano: 1) le disuguaglianze socio-economiche: il famoso gender gap, cioè la
differenza tra la retribuzione oraria lorda di una donna e la retribuzione oraria lorda di un uomo ( la
differenza in Europa e in Italia ruota attorno al 15% circa; negli Stati Uniti è il 18%). Tutti gli studi
fatti negli Stati Uniti dagli economisti dimostrano che il trend dagli anni 80 ad oggi è positivo, cioè
il gender gap, nel giro di 20 anni, è destinato a scomparire.

Alessia Marfia, [10/10/22 23:45]


2) Resta ancora molto forte, tipica del maschilismo, la violenza di genere: c’è un rapporto del
ministero delle pari opportunità del 2006, che potete trovare su internet, in cui si è fatta un’indagine
statistica su quante donne hanno subito violenza fisica, psicologica, economica e così via.

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Negli ultimi dieci anni il tasso di omicidi nel nostro Paese è crollato; quello che rimane costante,
nonostante ciò, è il numero dei femminicidi (cioè omicidi di una donna compiuti normalmente da
un familiare: marito, partner, ex partner).
Milioni di donne, almeno una volta nella vita, hanno subito una violenza (fisica, psicologica,
economica = economica nel senso che il marito esclude la moglie da una serie di attività come il
conto corrente, la spesa = il marito si attribuisce il potere di assumere decisioni atomiche della
familiare escludendo la donna; quella fisica riguarda schiaffi, prese per i capelli fino a cose + gravi
come le lesioni e gli omicidi, cioè i femminicidi).
In Italia il numero di femminicidi è orientato intorno ai 100-120 all’anno, non altissimo, ma
consistente.
Secondo le femministe Giomi e Magaraggia, le cause della violenza di genere sono o possono
essere due:
La prima è il maschilismo, in cui il maschio tratta la donna come un soggetto sub umano, inferiore.
La seconda causa potrebbe essere la crisi del maschilismo ( che è la causa più importante per il
professore), ovvero l’uomo si trova in Europa, negli Stati Uniti, si trova di fronte ad una donna più
indipendente e autonoma, che quindi non corrisponde più alle sue aspettative maschiliste. Il
tradimento e l’abbandono soprattutto, ma anche il tradimento genera violenza di genere di stampo
maschilista.
Femminicidio letteralmente significa uccisione della donna in quanto donna, ma meglio violenza di
genere basata su ragioni maschiliste.
Dal punto di vista economico c’è un problema economico nel nostro paese, non ancora risolto, il
diritto italiano, a differenza del nord Europa, non garantisce in maniera soddisfacente l’ alternanza
lavoro-famiglia della donna. Perché?
1) Asili nido pubblici sono pochi e non soddisfano la domanda;
2) L’assegno di maternità per 80% è pagato dall’ INPS, 20% pagato dal datore di lavoro,
questo implica che per il datore la donna che rimane incinta è un problema, perché diventa
un costo, sia per assegni di maternità, che per congedi parentali (maschili e femminili).
Ci sono donne che sono costrette a lasciare il lavoro dopo la gravidanza o essere assunte part-time
Problema strutturale di disuguaglianza.
1) Violenza sessuale: la stragrande maggioranza degli stupri sono compiuti non da migranti
estranei, ma da partner ed ex-partner. Gli estranei che sempre vengono dati in pasto ai
giornali rappresentano il 4-6% di tutte le violenze sessuali, il pericolo maggiore quindi viene
dai partner o ex partner.
Terza causa che le femministe non riconoscono nella violenza di genere, invece portata avanti da
alcuni antropologi, Peterson “the modic mase “ in cui sostengono che la violenza di genere ha
origini biologiche, cioè gli uomini sono per natura più aggressivi. Hanno fatto uno studio sugli
scimpanzè in Africa. I maschi sono più violenti delle femmine.
Siccome noi discendiamo dagli scimpanzé dicono che l’origine della violenza potrebbe essere
biologica. È difficile stabilire se questa credenza sia corretta o meno, siamo nel dubbio amletico tra
cultura e natura. Cosa dipende dalla natura o dalla cultura? Questi sono problemi difficili da
risolvere.
Ci sono studi di Margareth Mead, antropologa, che negli anni ’30 ha scritto un libro “sesso e
temperamento” in cui studia alcune tribù della Nuova Guinea in cui i maschi del gruppo si
caratterizzano per un’assenza di violenza e aggressività, conclude dicendo che violenza e
aggressività dipendono dalla cultura, da come i maschi vengono educati fin da piccoli. Gli studi
della Mead non sono conclusivi, perché è possibile che gli uomini siano più aggressivi ma che la
cultura può intervenire rendendoli meno aggressivi, meno violenti.
Cosa si può fare tra violenza di genere?
1) Educazione nelle scuole; educare i bimbi all’uguaglianza, rispetto del corpo e dei diritti della
donna, educare alla non- violenza.

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2) Accrescere uguaglianza tra uomini e donne, rendendo possibile, in una questione di risorse,
per la donna l’alternanza famiglia- lavoro, deve essere aumentato il grado di uguaglianza
aumentando questo aspetto, queste risorse garantendo l’alternanza appunto.
Oggi in assenza di Welfare statale, le donne si affidano al Welfare familiare, cioè si affidano ai
nonni. Attuale situazione. Oggi il tasso di lavoratrici è introno al 49%, ci sono differenze però tra
Nord e Sud, al Nord ve ne sono di più. Se la causa di violenza di genere è l’aggressività degli
uomini, cambia la causa, la ricerca, il cosa fare. Si potrebbe dedicare una parte di lezione di scienze
motorie a dei corsi di autodifesa delle donne, contro gli ex partner. Cambia la causa cambia, la
ricerca. Nei casi di affidamento dei figli ancora oggi il giudice spesso attribuisce l’affidamento dei
figli alla madre, questo è un retaggio dell’educazione maschilista. C’è una discriminazione dei padri
separati, molti dei quali hanno difficoltà a vedere i figli, perché in contrasto con le ex partner, e
quindi c’è un problema serio, di povertà da un lato perché spesso queste persone perdono la cassa,
sono costretti a dare il mantenimento, a volte c’è una discriminazione inversa che però prende le
mosse sempre dal maschilismo.
Altro tema collegato al maschilismo è il conflitto tra femministe radicali e liberal.
A differenza della prima metà del 900 in cui le donne volevano semplicemente uguaglianza
giuridiche, economica, il fronte delle femministe oggi è profondamente diviso, perché le femministe
radicali sono contrarie alla prostituzione, alla pornografia, alla maternità surrogata.
Le femministe radicali sono una lobby potentissima che ha influenzato profondamente la
Risoluzione del Parlamento europeo del 2014 sulla prostituzione. Si afferma in essa che la
prostituzione è una forma di schiavitù, non c’è nessuna differenza tra prostituzione volontaria e
forzata. In Europa abbiamo tre modelli fondamentali di regolamentazione della prostituzione:
 il modello nordico neo-proibizionista, che è presente in Svezia, Norvegia, Francia, e punisce
il cliente della prostituta con sanzioni penali. La prostituta è considerata la vittima.
 Modello abolizionista, non punisce le parti (prostituta/cliente), ma le attività collaterali, cioè
reclutamento e favoreggiamento della prostituzione.
 Modello regolamentarista, di piena legalizzazione, austriaco, olandese, tedesco, dove c’è
regolamentazione piena della prostituzione, viene considerato un lavoro come un altro, paga
contributi, tasse ha tutti i diritti di un lavoratore, si parla di sex work.
Essendo una forma di schiavitù il consenso della prostituta è irrilevante perché non possiamo tenere
conto della sindrome dello schiavo soddisfatto (lo schiavo che vuole rimanere tale).
La Risoluzione del parlamento europeo del 2014 consiglia di utilizzare il modello nordico.
Quali sono le critiche contro la tesi delle femministe radicali  in che senso le prostitute sono
costrette? Ci sono varie forme di coercizione, qui la coercizione rilevante non è la minaccia di un
male, violenza psicologica, cioè minaccia di un male (se non ti prostituisci ti uccido), ma è una
forma di violenza epistemica, cioè forma di educazione alla sottomissione. Si ha quando ci sono due
gruppi, uno dominante e l’altro dominato, e in quest’ultimo si viene educati all’obbedienza nei
confronti del primo. In questo caso le donne sarebbero educate alla sottomissione ai desideri
sessuali del maschio, sia che sia il marito che cliente della prostituta. La prostituta sarebbe schiava
dei desideri sessuali del cliente. Femministe radicali: Kathrine Mechinnon, Andrea Dworkin, Diana
Russell, e altre radicali.
Le donne sarebbero proiezioni ambulanti dei desideri sessuali maschili e quindi si sottopongono alla
sottomissione e violenza del maschio.
Critiche a questa tesi:
1) Violenza epistemica, fenomeno valido negli anni ‘60 del ‘900, ma non esiste più in Europa
alla fine del 20esimo secolo e all’inizio del 21 sec.
2) Le donne sono proiezioni ambulanti e desideri sessuali maschili allora la maggior parte dei
rapporti sessuali e matrimoni dovrebbero essere considerati sesso forzato, perché vi sarebbe
la stessa sottomissione ai desideri sessuali del maschio.

Diritti umani - Lezione 5 14/10/2022


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Eravamo rimasti al tema della prostituzione e lo scontro tra femministe liberal e femministe
radicali.
La voce delle femministe radicali e l’autrice più importante di riferimento è Catharine MacKinnon.
Mentre delle liberal una delle più importanti è Cécile Fabre.
- Le femministe radicali sostengono che non si può distinguere tra prostituzione volontaria e
prostituzione forzata; questo avviene tramite il concetto della violenza epistemica, cioè le donne
sarebbero educate fin da piccole ad essere sottomesse ai desideri sessuali maschili, quindi sarebbero
delle proiezioni ambulanti dei desideri sessuali maschili. Sia nel caso del marito, del partner, sia nel
caso del cliente della prostituta. Questo crea un paradosso e lo dicono chiaramente due autrici che si
chiamano Valeria Ottonelli e Garcia Pasqual che hanno scritto degli articoli sulla rivista di filosofia
del diritto del 2013, nonché Letizia Palumbo, che sostengono che questa tesi delle femministe
radicali è paradossale perché la conseguenza logica sarebbe che la maggior parte dei rapporti
sessuali, la maggior parte dei matrimoni sono sesso forzato, perché le donne si sottomettono al
volere del marito, del partner; quindi ci sarebbe un’ampia gamma di ragazze/donne che sono
sottomesse.
Questa violenza epistemica può valere per la prima metà del ‘900, per gli anni ‘50 e ‘60, ma poi,
successivamente, in occidente nella stragrande maggioranza dei casi è scomparsa alla fine del ‘900
e nei primi anni del XXI secolo.

- L’altro paradosso nella tesi della MacKinnon è che le donne sarebbero prive di autonomia. Se la
pornografia è sesso forzato, se la prostituzione è sesso forzato ecc., questo vuol dire che le donne
sono prive di autonomia, non hanno un’autonomia sufficiente per decidere da sole cos’è meglio per
loro.

- Altra critica che si può muovere alle femministe radicali è che l’educazione maschilista per
eccellenza, che è quella dell’800/prima metà del ‘900, sposa l’archetipo positivo di Simone de
Beauvoir. L’educazione ottocentesca è un’educazione intrisa di violenza epistemica, profondamente
sessuofoba, xenofoba, omofoba; questa è l’educazione classica ottocentesca della prima metà del
‘900, soprattutto negli stati totalitari che sono normalmente maschilisti. La critica è questa:
l’educazione maschilista sessuofoba, omofoba ottocentesca sposa l’archetipo positivo, cioè la donna
deve essere o una figlia o una moglie devota, ubbidiente, che si prende cura della casa, dei figli ecc.;
fare la prostituta non rientra all’interno di una nozione maschilista nell’archetipo positivo, rientra
nell’archetipo negativo. Quindi da questo punto di vista ci sarebbe un paradosso perché secondo
MacKinnon è l’educazione maschilista che rende le prostitute sottomesse ai clienti;
paradossalmente questo non è vero perché l’educazione maschilista porta le donne verso una
direzione che è opposta a quella della prostituzione.

-Altra tesi, sposata dalla Corte costituzionale nella sentenza del 2019 che ha dichiarato
costituzionalmente legittimi i reati di favoreggiamento e reclutamento della prostituzione, è quella
della vulnerabilità: dice la Corte costituzionale, dicono gli studi empirici, le prostitute sarebbero
affette da problemi, disagi di carattere psicologico. A questo proposito la sociologa Elizabeth
Bernstein afferma, appunto, che la distruzione della famiglia è una delle cause della prostituzione,
delle ragioni per cui le donne si prostituiscono. Per distruzione della famiglia si può intendere un
divorzio, una separazione, un abbandono da parte del padre, un maltrattamento, un abuso infantile,
una molestia, uno stupro…ci sono varie forme possibili.
La replica di coloro che sono favorevoli alla regolamentazione della prostituzione è che essere
vulnerabili non è in nessun ordinamento giuridico europeo una condizione che determina incapacità
di intendere e di volere, cioè l’impossibilità di stipulare contratti, ad esempio, di prostituzione. Una
persona può essere vulnerabile per tantissimi motivi: può essere vulnerabile perché è migrante, si è
sradicato dalla terra natia, può essere vulnerabile a causa di una separazione, un divorzio, può essere
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vulnerabile perché i genitori erano profondamente anaffettivi e nevrotici, perché la coppia non
riesce ad avere figli; ma tutte queste ragioni non determinano l’incapacità di intendere e di volere,
cioè non determinano un’incapacità di stipulare contratti, compreso quello di prostituzione. Tutti,
chi più chi meno, hanno alle spalle dei traumi infantili, alcune persone ne hanno di più, altre di
meno, ma c’è sempre in tutte le famiglie qualcosa che non torna, che non va. Ognuno deve fare i
conti con i propri fantasmi e questo non deve essere una causa di incapacità di intendere e di volere,
come se la prostituta fosse, appunto, incapace di intendere e di volere a causa di questi traumi
infantili, anche una persona che ha avuto traumi infantili può avere sufficiente autonomia per
stipulare un contratto di prostituzione.

-Altra causa possibile della prostituzione che va assolutamente evitata è quella della povertà. La
povertà è un problema serio perché crea una forma di coercizione nella persona; ci sono nel mondo
tantissimi paesi come Cuba, la Thailandia (forse Cuba è il caso più famoso) in cui le prostitute si
prostituiscono a causa della povertà. Questo non dovrebbe succedere, non dovrebbe essere ammesso
e si potrebbe, per esempio, irrogare al cliente della prostituta povera che fa turismo sessuale in
Thailandia o a Cuba una multa, per esempio, di 5.000€ che va ad integrare un fondo internazionale
per la lotta alla povertà; quindi, si potrebbe punire il cliente con una multa nel caso in cui si
approfitta di uno stato di povertà. Non una sanzione penale, ma una multa che serve ad un fondo
nazionale o internazionale per la lotta alla povertà. In ogni caso se il problema è la povertà non
possiamo impedire ad una donna cubana di prostituirsi per sfamare la famiglia, questo non ha
nessun senso; ma la povertà riguarda soprattutto paesi emergenti o proprio poveri (come Cuba), la
Thailandia è un paese emergente, c’è una minoranza ricca ed una maggioranza povera, è un classico
luogo di turismo sessuale (insieme a Cuba). Cuba è un bordello a cielo aperto, ci sono prostitute
ovunque, si chiamano jineteras, la visione della situazione in cui si trovano queste ragazze è
abbastanza angosciante.
Se pensiamo, però, all’Europa dell’ovest, pensiamo alla Germania: dopo la legge di
regolamentazione della prostituzione del 2002 è diventato, probabilmente, il più grande bordello
d’Europa con 400.000 prostitute, un numero enorme, questi sono i dati del 2019, ora saranno
sicuramente inferiori perché il covid ha portato ad una crisi economica. Nel 2019 il reddito pro
capite tedesco era 36.000€, quindi molto alto; nel 2020 c’è una disoccupazione del 5%. Quindi, in
Germania praticamente non c’è disoccupazione, quindi una donna senza istruzione superiore può
fare qualunque altro lavoro: l’operaia, la shampista, la segretaria, la cameriera, la cassiera e così via.
In questi paesi, come anche l’Austria, ci sono molti sussidi per evitare la povertà: sussidi alle
famiglie, sussidi alle donne, sussidi di disoccupazione involontaria e così via, che rendono meno
probabile che la prostituzione dipenda dalla povertà. Da quando la Germania si è aperta con il
modello regolamentarista un sacco di donne si sono offerte per il mercato della prostituzione,
perché? Allora c’è anche qui la risposta del libro “Temporaneamente tua” di Elizabeth Bernstein
che dice che le cause della prostituzione sono:

1. O una famiglia distrutta psicologicamente;


2. oppure quello che lei chiama “poor labor market”, cioè “lavoro pagato male”.
Elizabeth Bernstein ha scritto questo libro interrogandosi e facendo delle interviste ai clienti, alla
polizia, alle prostitute e così via. In questo libro c’è un’intervista molto interessante ad una
prostituta olandese che le ha detto che faceva la cassiera da McDonald’s con orari lunghi di lavoro e
una paga non molto allettante ed alla domanda di Bernstein “Perché fa la prostituta?” le risponde
“Perché guadagno il doppio in metà tempo”, c’è un problema di guadagno da questo punto di vista
perché, dice questa ragazza, se non hai una laurea non puoi andare da nessuna parte, cioè avrai
sempre lavori che non sono pagati in modo sufficiente e quindi preferiscono, piuttosto che fare la
badante, la prostituzione, perché guadagnano il doppio in metà tempo e non devono fare lavori che
non vogliono fare, come badare a un anziano col pannolone, oppure badare ad un bambino che urla.

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In queste interviste la Bernstein individua non solo molta autonomia nelle donne, ma un
ragionamento vero e proprio, specifico per cui hanno deciso di prostituirsi.

Quindi, la Bernstein distingue quattro livelli di prostituzione:


1. nel primo livello ci sono le vittime di tratta, cioè quelle che sono costrette dalla criminalità
organizzata a prostituirsi;
2. poi ci sono le prostitute che utilizzano il sex work come una strategia di sopravvivenza, queste
sono una minoranza (in occidente), sono le donne povere o le donne tossicodipendenti, che quindi
utilizzano il prezzo del contratto di prostituzione per acquistare cocaina, eroina e cose di questo
tipo.
3. il terzo livello sono le donne (la maggior parte) che svolgono sex work abbiamo visto per quali
ragioni fondamentali, cioè una famiglia disastrata ed il fatto che guadagnano molto di più in meno
tempo facendo la prostituta;
4. il quarto livello sono le escort, che sono un caso particolare, sono una minoranza delle prostitute,
sono prostitute come quelle di Berlusconi, per intenderci; sono prostitute di alto livello, quindi di
altissimi prezzi che, in genere, svolgono questo lavoro per poco tempo perché guadagnano
tantissimo, si parla di migliaia di euro a prestazione e poi si ritirano una volta che hanno raggiunto
un certo margine di guadagno molto alto. La sentenza della Corte costituzionale del 2019 che ha
dichiarato costituzionalmente legittimi il reato di favoreggiamento e reclutamento della
prostituzione è partita dal processo Tarantini. Tarantini a Bari era un reclutatore di prostitute per
Berlusconi, quindi un datore di escort.
C’è poi un tipo di prostituzione che riguarda non le donne, ma gli uomini che sono una minoranza e
che sono i transgender, che sono richiesti da una parte dei clienti.

Abbiamo visto quali sono le cause dell’offerta di prostituzione secondo la Bernstein, cioè la
distruzione della famiglia ed i lavori mal pagati.

Quali sono le ragioni della domanda? Perché ci sono così tanti clienti delle prostitute?
Abbiamo visto il caso della Germania con 400.000 prostitute e quindi c’è una domanda molto forte
di prostituzione in Europa. Dice la Bernstein che nell’epoca post-moderna, contemporanea la
maggior parte dei clienti richiede una relazione che lei chiama di autenticità vincolata: significa una
relazione apparentemente autentica, cioè una relazione dolce, affettuosa, empatica tra cliente e
prostituta vincolata. Vincolata da che cosa? Dal tempo; è chiaro che il rapporto è destinato ad
esaurirsi in poco tempo. Questo, dice la Bernstein, per molti uomini è un grande vantaggio perché
avere rapporti con una donna non prostituta, libera può creare delle complicazioni sentimentali che
queste persone non vogliono. Quindi, si parla di una relazione di autenticità vincolata
temporalmente. Detto in altro modo, il cliente della prostituta standard, il caso paradigmatico in
occidente è un soggetto che vuole vivere l’illusione di essere desiderato effettivamente. Questo è
uno dei risultati delle interviste della Bernstein.
Perché è importante la tesi della Bernstein, che riguarda, appunto, questa prostituzione post-
moderna? Perché secondo le femministe radicali tutti i clienti delle prostitute sono dei porci
maschilisti e misogini, che trattano la prostituta come un essere subumano. Ovviamente, nella
maggior parte dei casi abbiamo visto che non è così.

Abbiamo acquisito che è possibile distinguere tra prostituzione volontaria e prostituzione forzata.
Quali sono i numeri della prostituzione forzata, cioè delle vittime di tratta? Questo è un numero
praticamente imponderabile perché a seconda delle statistiche che fa il singolo autore, risultano
numeri diversi: secondo la Commissione europea sono una prostituta su sette in occidente; secondo
altri autori sono il 60%. Le interviste di Weilzer alle prostitute olandesi, le cosiddette “prostitute
windows”, cioè quelle che stanno in una stanza con una parete trasparente in cui c’è una sorta di
finestra sulla strada, indicano che le vittime di tratta, il sesso forzato è il 10% per esempio.
24
Quindi ci sono statistiche diverse a seconda di chi fa la statistica, non si sa bene quante sono le
vittime di tratta, ma una tesi fondamentale di alcuni autori, tra cui Cho, è che (questo punto è molto
importante) la prostituzione forzata è una variabile dipendente della prostituzione volontaria, cioè se
aumenta la prostituzione volontaria automaticamente aumenta la prostituzione forzata. La
prostituzione forzata sarebbe, quindi, un segmento direttamente proporzionale alla prostituzione
volontaria. Immaginate tutto il mercato della prostituzione: se aumenta la prostituzione volontaria
aumenta la fetta di mercato della prostituzione forzata. Questo è l’argomento di alcuni autori contro
la regolamentazione della prostituzione e questo argomento lo troviamo anche nella risoluzione del
Parlamento europeo del 2014.
Quindi nella prostituzione le vittime di tratta sarebbero un segmento direttamente proporzionale al
numero delle prostitute volontarie e dunque, dice il Parlamento europeo, non bisogna assolutamente
aprire il mercato della prostituzione (come hanno fatto la Germania, l’Olanda e l’Austria) perché in
questo modo si aumentano le vittime di tratta, cioè le ragazze, in genere dell’Europa dell’est, che
vengono portate qui dalla criminalità organizzata, vengono private del passaporto e vengono
costrette a prostituirsi; spesso sono minorenni, quindi ci sono vari problemi con le vittime di tratta, è
una pratica purtroppo abbastanza terrificante.

Ci sono diversi fattori che spiegano la tratta:


1. La tratta è un fenomeno dei paesi ricchi, nei paesi poveri non c’è, o almeno c’è in misura molto
minore;
2. dice Cho che i dati empirici dimostrano che all’aumentare della prostituzione volontaria
aumentano le vittime di tratta. L’unico dato empirico di Cho è il passaggio dal 2002 al 2003 da una
situazione di parziale illegalità della prostituzione ad una prostituzione totalmente libera in
Germania; dal 2002 al 2003 le statistiche ci dicono che il livello delle prostitute è ristretto
all’interno di una forbice: il dato massimo nel 2002 era 19.000 vittime di tratta; nel 2003 diventa
23.000. Allora, Cho sostiene (insieme ad altri autori con cui ha scritto questo articolo) che è vero
che all’aumentare del mercato della prostituzione volontaria una fetta di questo mercato è dato dalle
vittime di tratta che aumentano esse stesse.
L’articolo di Cho è basato su un dato empirico che è ripreso dall’articolo e dallo studio empirico di
Di Nicola: nell’articolo originario in cui ha analizzato questo aumento delle vittime di tratta Di
Nicola smentisce le conclusioni di Cho, cioè Di Nicola afferma che questo aumento delle vittime di
tratta è dovuto ad un diverso modo del governo tedesco di calcolare le vittime di tratta, sarebbe una
questione semplicemente di cambiamento dei criteri di computo. Quindi, lo studio originario di Di
Nicola smentisce le conclusioni di Cho secondo le quali le prostitute forzate sono aumentate
(com’era previsto) dal 2002 al 2003 in Germania.

Ci sono varie vittime di tratta: ci sono le ragazze dell’Europa dell’est, per esempio, che vengono
da paesi molto più poveri dei nostri. C’è poi il caso particolare delle nigeriane, che sono un caso a
sé stante come tipo di prostituzione perché normalmente sono persone che credono nella magia
occulta e viene fatta loro una fattura, un rituale magico. Quindi, queste ragazze che si prostituiscono
in occidente sono sottomesse perché secondo un rituale magico, vudù che è stato effettuato se non si
prostituiscono credono che ci sia il rischio per la salute e la vita dei propri parenti e dei propri amici
in Nigeria. Loro credono veramente a questo rituale e quindi (questa è una cosa assurda) sono
sottomesse alla criminalità organizzata perché hanno veramente paura che attraverso questo rituale
qualcuno possa fare del male alla propria famiglia. Quindi questo è un caso a parte, che va trattato a
parte, è molto difficile da risolvere, è molto difficile togliere dalla strada una prostituta nigeriana
perché lei è veramente convinta di questo rituale magico occulto.
Poi ci sono alcune vittime di tratta che vorrebbero ribellarsi ma preferiscono essere sottomesse ai
clienti piuttosto che essere rimpatriate nel paese d’origine poiché molto povero. L’unico modo per
risolvere questo problema è dare il permesso di soggiorno alle vittime di tratta che denunciano i
propri ausili, l’unico modo è questo. Dare a queste vittime una possibilità d’uscita.
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Cosa ci dicono gli studi empirici sulla Svezia che è il paese capostipite di questo nuovo neo-
pribizionismo promosso dalle femministe radicali per cui si punisce penalmente il cliente , che
cosa è successo in Svezia? La nuova legge che effetti ha prodotto? Dice Beistain che l’effetto
principale di questa legge svedese è stato eliminare la prostituzione outdoor che sarebbe la
prostituzione per strada, e dunque mettere tutta la prostituzione underground, cioè sotto
traccia/sotterranea.
Nell’epoca post moderna la maggior parte dei clienti ritiene una relazione di autenticità vincolata
che significa una relazione apparentemente autentica, dolce empatica, affettuosa con la prostituta e
vincolata dal tempo. Beistan dice che questo per gli uomini è un grande vantaggio .La polizia
svedese addirittura denuncia il fatto che la prostituzione svedese essendo ormai sotterranea
(underground) è più difficile colpire i bordelli che sono organizzati dalla criminalità organizzata. Un
effetto positivo di questo modello è che si è visto che la criminalità organizzata si è spostata nei
paesi di .. per esempio in Danimarca , ma questo dimostra che il modello neo proibizionista è inutile
perché se lo adottano tutti la criminalità organizzata non si sposta più ma rimane nel paese.

Quello che le femministe radicali non capiscono è che le prostitute sono un gruppo sociale più a
rischio in occidente di molestie, abusi, aggressioni e stupri. Dice Beistain: le prostitute almeno una
volta nella vita hanno subito minacce, violenza, stupri veri e propri. Quindi è vero che le prostitute
sono vulnerabili ma la ricetta per eliminare o ridurre la vulnerabilità non è il neo proibizionismo
perché questo mette la prostituzione underground, l’unico modo è quello di regolamentare cioè la
prostituta esce alla luce del sole e ha il potere giuridico, sociale ed economico di denunciare le
molestie, stupri ecc.. E la domanda spontanea che possiamo farci è: ma perché non può già farlo
adesso? La risposta è no, perché in un paese proibizionista come il nostro la prostituta se dovesse
subire uno stupro e lo deve denunciare, essa dovrebbe coinvolgere una serie di soggetti criminali
che lavorano per lei: capo del bordello, le sue guardie del corpo, il reclutatore di clienti ecc.. e
questi soggetti in un paese proibizionista sono considerati criminali , quindi se la prostituta deve
essere garantita da molestie bisogna regolamentare e cioè dare diritti e potere alle prostitute. Questo
è l’unico modo per facilitare queste a denunciare le molestie, stupri e abusi. Alcuni autori
sostengono che la vittima di tratta esiste solo nei paesi in cui la prostituzione è legale ma questo è
falso poiché in alcuni paesi la prostituzione è illegale ma c’è un altissimo numero di vittime di
tratta.
Quindi dobbiamo ricordarci che queste persone sono molto vulnerabili e questa vulnerabilità non
dipende dal lavoro che fanno ma dipende dalla criminalizzazione delle attività collaterali e cioè il
favoreggiamento e il reclutamento per cui queste persone non denunciano perché altrimenti
dovrebbero coinvolgere questa serie di soggetti che l’aiutano a svolgere questa attività economica.

Weilzer (non si capisce il nome del libro) analizza attentamente il report della polizia tedesca dopo
il 2002 e cioè dopo la regolamentazione, analizza cioè le denunce , gli arresti e le condanne. Questi
studi empirici sono molto importanti perché sono completamente conflittuali rispetto all’argomento
di Cho, cioè Weilzer individua addirittura una diminuzione di denunce per vittime di tratta in
Germania. Questo sembrerebbe in contraddizione con quanto affermato da alcuni autori di
femministe radicali in cui c’è un rapporto necessario direttamente proporzionale tra l’aumento del
mercato di prostituzione e l’aumento del mercato delle vittime di tratta.
Come si può regolamentare la prostituzione? Ci sono dei fattori importanti per farlo? Ci sono
elementi indispensabili? Per esempio si potrebbero introdurre le norme per la sicurezza delle
prostitute, alcune di queste norme potrebbero essere:

1 obbligatorietà del profilattico


2 la presenza di guardie del corpo nei bordelli in cui ci sono le prostitute
3 tutelare l’autonomia delle prostitute dal titolare del bordello, cioè ad esempio il titolare non può
acquisire più del 30% dei pagamenti effettuati alla prostituta dai clienti. Quindi imporre dei limiti
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allo sfruttamento/reclutamento delle prostitute per mantenere la loro autonomia.

Cosi come denunciato dalla polizia svedese secondo la quale con la nuova legge è possibile
individuare i bordelli in cui ci sono le vittime di tratta, al contrario con una regolamentazione è più
facile individuare i bordelli in cui vi sono le vittime di tratta perché tutto diventa alla luce del sole i
bordelli diventano leciti e quelli invece con vittime di tratta diventano illeciti e sono più facilmente
identificabili. Ricordiamoci sempre che sono soggetti (le prostitute) a rischio e che devono essere
assolutamente tutelate poiché queste vivono nel terrore non essendoci una sicurezza e tutela.

La prova fondamentale secondo la quale non si può distinguere fra prostituzione volontaria e forzata
è che tutte le associazioni di prostitute siano nazionale che internazionali, chiedono tutte la stessa
cosa cioè la regolamentazione: vogliono più diritti, garanzie e potere.
Allora dovremmo credere alla MacKinnor? queste associazioni di prostitute sarebbero associazioni
di schiave soddisfatte? Non è un’assurdità pensare che migliaia di iscritti a queste associazioni siano
schiave soddisfatte? E’ abbastanza paradossale. Dunque queste richiedono la regolamentazione per
farlo diventare un lavoro vero e proprio chiamato sex work.

Ci sono alcuni autori che pensano che IL LAVORO IN SE DELLA PROSTITUTA Sia nocivo per
la psiche della prostituta, le femministe liberal non sono d’accordo e parlano a questo proposito
come un emotional labor (lavoro emozionale), la caratteristica di questo lavoro è che la prostituta si
crea un’identità fittizia che usa nel luogo di lavoro, nome diverso, entità diversa, ecc. e separa
l’identità lavorativa da quella reale. Crea dunque una barriera tra vita pubblica (lavorativa) e
privata. Non è il lavoro in se che danneggia la prostituta ma il contesto: cioè l’illegalità della
prostituta o l’illegalità del favoreggiamento e reclutamento (sempre per lo stesso discorso che
abbiamo fatto prima). E’ questo che le danneggia. Io non ho mai sentito, dice il prof, al mondo
l’esistenza di associazioni internazionali di schiavi soddisfatti , in America durante la schiavitù
esistevano? No. E questo ulteriore argomento serve per farci capire che non esiste la differenza fra
prostituzione volontaria e forzata.

Pornografia: Anche qui quelle femministe radicali la considerano forzata ma in realtà anche qui
non esiste la pornografia volontaria o forzata. Possiamo usare gli stessi argomenti trattati contro le
femministe radicali ma possiamo aggiungere qualcosa in più.
Secondo Daiana Russel c’è un rapporto direttamente proporzionale tra consumo di pornografia e la
violenza di genere, secondo lei il consumo di pornografia aumenta questa violenza. Gli studi di
Daiana sono basati sugli studi di Malamuth (prof statunitense) che ha scoperto?
1. Ha fatto delle inchieste anonime a studenti e ha chiesto: vorreste usare la violenza sessuale su una
persona se foste sicuri di non essere arrestati? Il risultato è stato che la maggior parte degli studenti
hanno detto si -.-
2. Ha fatto un’altra in chiesta agli studenti, facendo vedere un video di pornografia violenta (film
pornografico in cui si assiste ad una donna che gode di uno stupro). Dopo aver visto questo film, la
metà dei suoi studenti credevano che la donna potesse realmente godere durante uno stupro.
3. Il terzo studio dimostra che questa credenza –che le donne godono di uno stupro- sparisce nel giro
di settimane.

Altri autori hanno sottoposto i loro studenti a delle sessioni di video di pornografia normali (non
violenti), cioè tipo 4/5 ore al giorno per settimane. Il risultato è che i maschi sono molto più
insensibili nei confronti delle donne. Come dice la Eaton non ci sono prove empiriche certe che
dimostra che il consumo di pornografia causa la violenza di genere; essa fa l’esempio del Giappone
e del sud africa. Quest’ultimo è un paese con un altissimo tasso di stupri ma in quanto paese povero
non c’è consumo di pornografia, il quale invece è molto massiccio solo nei paesi ricchi.

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In Giappone per esempio c’è un altissimo consumo di pornografia, la caratteristica del Giappone è
che il consumo è maggiormente indirizzato verso il sadomaso. Nonostante ciò però il tasso di
violenza nei confronti delle donne non è più alto rispetto agli altri paesi occidentali, la Eaton dice
che non abbiamo delle prove certe empiriche che dimostrino una relazione direttamente
proporzionale tra consumo di pornografia e violenza di genere.

L’unico problema resta per la pornografia violenta, in merito si potrebbero rifare degli studi
empirici mettendo una scritta a caratteri cubitali prima di un film o altro, dove si inserisce che le
donne nella realtà NON GODONO DURANTE UNO STUPRO. Quindi bisognerebbe vedere come
reagirebbero gli studenti a questo nuovo esperimento. Tutto questo problema infatti ruota attorno
alla pornografia violenta.
Alcuni autori vogliono sfruttare un argomento di questo tipo cioè fare riferimento ai famosi serial
killer in merito agli stupri tra cui Ted Bundy perché lui nelle sue numerose interviste dichiara che
quando era piccolo faceva un ampio consumo di pornografia. Questo ovviamente non prova nulla
essendo un singolo soggetto ed è possibile che la tesi si possa ribaltare e cioè , Ted bundy non è che
stuprava per questo alto tasso di visualizzazione di pornografia ma magari guardava solo
pornografia violenta perché stuprava.
Altro argomento a favore della pornografia: è che essa al contrario provoca una diminuzione della
violenza di genere, perché c’è un effetto di sublimazione, cioè il soggetto proietta tutta la sua
rabbia/frustrazione sul consumo di pornografia e quindi evita di effettuare la violenza di genere,
come nel caso del Giappone.

PROIBIZIONISMO: Si punisce il cliente


ABOLIZIONISTA: si puniscono i reati di reclutamento e favoreggiamento quindi si crea terra
bruciata attorno alla prostituta
REGOLAMENTARISTA: Modello tedesco-olandese-austriaco.

Legalizzando la prostituzione si potrebbe adottare un accorgimento delle prostitute nel .. olandesi


che si chiama red bottom che sarebbe un bottone che può prendere la prostituta in caso di pericolo e
allerta immediatamente o la guardia del corpo oppure la polizia. Questo red bottom potrebbe essere
una nuova via per tutelare le prostitute.

LEZIONE 6 - 17/10/2022

Gli esami si terranno il 2 e il 6 dicembre.

Il professore si è dimenticato di dire una cosa sulle assunzioni metafisico trascendenti: c’è il
problema molto spinoso e controverso dei miracoli: i miracoli rappresentano un’assunzione
metafisico trascendente, particolare, come quella dell’anima che viene insufflata nel feto al primo
mese, perché vertono in parte sul mondo soprannaturale e in parte sul mondo empirico, cioè si
verificano nei fatti del mondo empirico; allora, come vi ho già detto per le altre assunzioni
metafisico trascendenti, non sono né vere né false, ma possiamo giudicare della loro maggiore o
minore probabilità; il matematico Odifreddi nel libro sui paradossi, nell’introduzione, ha calcolato
che ad es. a Lourdes, il tasso di guarigione è di 1 su un 1.000.000 di visitatori: stiamo parlando dei
miracoli riconosciuti dalla Chiesa; la Chiesa fa un attento esame del c.d. miracolo, alcuni li esclude,
altri li include, c’è un esame dettagliato, sulla base di criteri, che la chiesa effettua; quindi, non tutti
quelli che vengono proposti come miracoli vengono accettati come tali. Mentre, invece la
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remissione spontanea di malattie o di tumori, Odifreddi sostiene che la percentuale è di 1 su 10.000;
quindi, a Lourdes avvengono meno miracoli che in altre parti del mondo. È possibile che ci siano
miracolai a Lourdes però è inverosimile.
I miracoli del XX secolo sono “miracoli ordinari” non “straordinari". Quali sono i miracoli
straordinari? I miracoli straordinari sono quelli nei quali Dio rende possibile ciò che è
empiricamente impossibile. Questi sono i miracoli straordinari. La maggior parte dei miracoli del
XX secolo sono miracoli ordinari, cioè sono remissioni spontanee di tumori, questo è il grappolo
principale; però le remissioni spontanee di tumori avvengono anche a prescindere dai miracoli. Nel
XX secolo non c’è nessuno, come si racconta nelle parabole della Bibbia, che ha moltiplicato i pani
e i pesci, non c‘è nessuno che ha resuscitato i morti e cose di questo genere, non ci sono miracoli
straordinari, sono miracoli ordinari che sono normalmente la remissione spontanea di un tumore
ovvero la classica Madonna che piange. Come dice Troisi, in un vecchio film, non ci sono mai
madonne che ridono, perché una Madonna che ride, ovviamente essendo una statua, è
empiricamente impossibile, sarebbe un miracolo straordinario, mentre, le lacrime si possono creare
ad hoc. L’unico miracolo straordinario del XX secolo, attualmente inspiegabile, è rappresentato
dalle stigmate di Padre Pio che sono un miracolo straordinario, nel senso che, scientificamente, è
del tutto inspiegabile. C’è un professore che si è occupato di questa questione e lui dice
espressamente che è incomprensibile come queste ferite, indipendentemente dal fatto che siano state
auto inferte o meno, non si siano mai infettate, come non abbiano mai raggiunto i nervi etc. Quindi,
c’è un problema di incomprensibilità alla luce della scienza attuale. C’è un alterativa per quanto
riguarda le stigmate di Padre Pio, c’è uno psichiatra molto famoso, che si chiama Cancrini che, nel
XX secolo, ha letto i diari di Padre Pio: Padre Pio ha concesso poche volte ai medici di analizzare le
stigmate e Cancrini sostiene si tratti di sintomi di conversione, sintomi di conversione significa
somatizzazioni isteriche; nella letteratura dell’800 e del 900 troviamo casi conclamati di isteria, casi
ad es. di paralisi alle gambe, cecità, sordità e una serie di malanni che colpiscono soprattutto le
donne, da cui il termine isteria, iusteron, che colpivano le donne soprattutto nell’800 e nella prima
metà del ‘900, perché le donne erano fisicamente, giuridicamente, politicamente, socialmente,
economicamente represse; quindi, c’era un elevato sviluppo di soggetti isterici, che avevano sintomi
di conversione di vario tipo, anche molto gravi, come una paralisi; quindi, che non hanno carattere
organico, una malattia organica ma, sono soltanto una somatizzazione di un disturbo di personalità;
Cancrini sostiene che le stigmate di Padre Pio potrebbero essere un eccezionale sintomo di
conversione, cioè un sintomo isterico eccezionale, mai visto, di un disturbo che si chiama istrionico
di personalità. Questi sono i fatti nudi e crudi. Tornando all’ultima lezione, vi devo dire l’ultima
cosa sulla prostituzione e sulla pornografia: possiamo dire ormai, nel XXI secolo che il rigetto della
prostituzione e della pornografia è un vero e proprio tabù, cioè, è un tabù irrazionale che non è
coerente con altre credenze del popolo occidentale. Ci sono persone che fanno un matrimonio di
interesse, cioè fanno un matrimonio il cui unico scopo è acquisire una sicurezza economica, ci sono
persone che svendono la propria intelligenza, la propria razionalità, la propria onestà morale e
intellettuale viene svenduta per avere 15 minuti di celebrità o per apparire sul giornale, o per
apparire in televisione o per qualche altro motivo. Perché è così importante questa ossessione per il
corpo della donna? Cioè, la donna offre il suo corpo in cambio di denaro. Non ci sono altre forme di
prostituzione? Il matrimonio di interesse non è una forma di prostituzione? Chi svende la propria
onestà intellettuale per pochi soldi non è una forma di prostituzione? Perché collegarsi, in qualche
modo, insistere sul denaro? Non c’è solo il denaro, una persona può svendersi per avere solo una
maggiore sicurezza economica ma, questo non è chiamato prostituzione, anche se lo è. Quindi, la
prostituzione come la pornografia è oggetto, secondo il professore, di un tabù irrazionale.
Quando invece le persone svendono la propria onestà morale e intellettuale per pochi soldi. Questa
è l’ultima cosa che il professore voleva dirci sulla prostituzione e sul conflitto tra le femministe
liberal e le femministe radicali. Abbiamo visto gli studi sulla prostituzione e la tratta, abbiamo visto
gli studi della Russell sulla pornografia di Malamuth, abbiamo visto tanti studi su questo tipo di
attività. Ricordatevi che le prostitute sono in assoluto, in Europa, il gruppo maggiormente
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vulnerabile della società: cioè, che è soggetto a molestie, abusi, aggressioni, percosse, minacce e
stupri; quindi, l’esigenza fondamentale è regolamentare la prostituzione, come chiedono tutte le
associazioni di prostitute, regolamentare, dare più poteri, più diritti, più forza alle prostitute,
consentendo loro di denunciare gli stupri, le molestie e le aggressioni, consentendo loro di avere
delle guardie del corpo nei bordelli, delle telecamere nei bordelli che eventualmente individuino
l’aggressore: si possono mettere quindi le telecamere, le guardie del corpo, ci sono vari modi per
proteggere le prostitute.

Passiamo agli altri due pregiudizi della storia dell’umanità che sono IL RAZZISMO E
L’OMOFOBIA.
È bene ricordare la differenza fondamentale del razzismo e dell’omofobia rispetto al maschilismo:
nel maschilismo le donne rappresentano il 50% della popolazione, mentre gli eterosessuali bianchi
rappresentano il 90% della popolazione italiana, quindi il 10% sono i migranti. Allora, la prima
credenza falsa da aggredire è la superiorità della razza bianca caucasica o ariana, sulle altre razze; a
questo punto bisogna leggere Luigi Cavalli Sforza che ha scritto un libro che è intitolato “Geni,
popoli e lingue” in cui attacca fortemente la teoria della superiorità della razza bianca ariana
caucasica. L’autore di riferimento dell’800 sulla discriminazione delle razze è Gobineau.
Gobineau pensava che la razza bianca fosse una razza eterna, che esistesse da sempre, una razza che
esiste da sempre che è pura e incontaminata e deve rimanere pura e incontaminata, cioè non deve
mischiarsi, tramite rapporti sessuali, matrimoni con le altre razze. È una razza intellettualmente e
moralmente superiore alle altre razze e questo comporta, nell’800 il razzismo c.d. scientifico.
Possiamo distinguere due forme di razzismo, il razzismo antico, che è quello dei greci che
chiamavano gli stranieri barbari e il razzismo scientifico della seconda metà dell’800 e della prima
metà del 900 in cui vari autori, più o meno filofascisti, più o meno filonazisti, credevano realmente
che si potesse scientificamente dimostrare che la razza bianca fosse una razza superiore: questo è il
razzismo c.d. scientifico.
Negli anni ‘30 nel periodo del fascismo e del nazismo, sorgono vari dipartimenti di eugenetica dove
si studia l’inferiorità delle altre razze, soprattutto la razza africana e gli ebrei, che vengono
considerati intellettualmente e moralmente inferiori.
Questa idea della superiorità della razza bianca su quella ebrea fa sorridere perché sono ebrei alcuni
dei principali geni della storia dell’umanità, Freud era ebreo e, soprattutto, Einstein era ebreo.
Dipartimenti di eugenetica che studiavano l!inferiorità delle altre razze: questo ha avuto un impulso
anche con gli studi ottocenteschi dell’antropologia che studiavano i popoli c.d. primitivi, cioè le
tribù africane sostanzialmente.
Quindi, il razzismo c.d. scientifico è basato sulle idee di Gobineau; Cavalli Sforza nel libro “Geni,
popoli, lingue” smonta, una per una, le tesi di Gobineau.

1punto: secondo Cavalli Sforza non ci sono razze nella specie umana perché non ci sono sufficienti
differenze, dal punto di vista genetico, tra le varie razze, rispetto agli animali, cani, gatti, cavalli in
cui parliamo di razze diverse, non vi sono sufficienti differenze generiche tra individui
appartenenti a c.d. razze diverse. Sforza non parla di razze, ma parla di popolazioni: c’è la
popolazione asiatica, la popolazione africana, la popolazione europea, la popolazione degli Stati
Uniti etc.

2punto: non è mai esistita una razza pura eterna e incontaminata perché la paleontologia ci dice, ci
informa, ci mostra, attraverso vari reperti, che l’homo sapiens è partito dall’Africa circa
80/100.000 anni fa e dall’Africa ha conquistato l’Europa, l’Asia e il Nord e Sud America.
Quindi, abbiamo tutti una discendenza africana, seppure lontana nel tempo. Non esiste una razza
pura, né tanto meno eterna.

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2 punto: Una razza pura viene creata nel mondo animali, nei cani e nei cavalli incrociando i
consanguinei, attraverso rapporti incestuosi. Cavalli Sforza sostiene che questo sarebbe un
problema per la specie umana, cioè accettare questa idea dei rapporti tra consanguinei, oltretutto
bisogna considerare che incrociare consanguinei dà luogo ad alcune malattie o a infecondità,
infertilità. Questo succede anche incrociando i cugini, ad esempio, come accadeva nell’aristocrazia
settecentesca in Francia, aumenta la probabilità di malattie e di infecondità.

3 elemento: dice cavalli Sforza, non in assoluto, ma in proporzione, ci sono più differenze tra due
europei rispetto ad un europeo e un africano.

4 fattore: studi sui gemelli. Gli studi sui gemelli rappresentano la falsificazione totale della tesi della
superiorità della razza caucasica. Gli studi sui gemelli omozigoti, divisi alla nascita e dati a
famiglie diverse, dimostrano, dice Cavalli Sforza, che un terzo dell’intelligenza dipende dal DNA
ma un terzo dipende dall’ambiente familiare; quindi, se un bambino nero o asiatico nasce da una
famiglia culturalmente ricca, non necessariamente economicamente ma culturalmente ricca, avrà
le stesse competenze intellettuali, cognitive dei bianchi.
Negli anni ’50 gli americani erano fissati con i quozienti di intelligenza, facevano dei test ai
bambini sul quoziente intellettivo e notavano che gli afroamericani erano indietro rispetto ai
bianchi, pensando che questa fosse una prova della superiorità della razza ariana, della razza
caucasica. In realtà, non è così, perché gli afroamericani sono mediamente più poveri
economicamente e culturalmente, i genitori hanno un bagaglio di parole più ristretto per cui questa è
la regione per cui i poveri, in genere, sviluppano minori competenze cognitive e intellettuali,
dipende dalla famiglia d’origine. Questa è la Falsificazione completa e totale della tesi della
superiorità della razza caucasica bianca; allora, dice Cavalli Sforza, da cosa dipendono le differenze
tra una popolazione e un’altra? Perché gli africani sono neri e noi siamo bianchi? La ragione, dice
Cavalli Sforza, c’è la dà la biologia col concetto di selezione naturale per cui i neri sono neri perché
il colore della loro pelle li protegge meglio dai raggi ultravioletti del sole. Noi stando più a nord
abbiamo perso questa qualità. Il colore nero della pelle protegge dai raggi ultravioletti quindi, dice
Cavalli Sforza, le differenze tra le popolazioni, dipendono da un adattamento al clima, all’ambiente
etc.
Un problema molto spinoso e molto controverso è il problema della xenofobia in Europa.
Ci sono partiti di estrema destra che cominciano ad acquistare molti voti, un caso è quello
dell’Italia, poi c’è il Vox in Spagna, c’è un partito in Germania, ci sono i nazionalisti svedesi, che
hanno da poco preso il 20%, ci sono varie forze di estrema destra xenofobe. Allora, la domanda è:
questa xenofobia dipende dal razzismo c.d. scientifico? Cioè i seguaci della Meloni sono razzisti nel
senso di Gobineau? La risposta secondo me è negativa; considerate che Marine Le Pen ha preso il
40% dei voti, una cifra mai vista in Francia. La xenofobia, secondo me, ha radici completamente
diverse, cioè coloro che credono nella superiorità della razza bianca esistono, esistono ancora oggi,
sono una piccola quota dei partiti di estrema destra come Casa Pound, Forza Nuova etc., i
neofascisti e i neonazisti, in America si chiamano suprematisti bianchi, di cui possiamo andare a
visionare noi sessi il loro sito. Ci sono quindi dei razzisti nel senso di Gobieneau, ma non sono,
secondo il professore, la maggioranza. La xenofobia dilagante, sempre più dilagante, Marine Le Pen
ha preso il 40%, dipende da fattori diversi.
Fattore n.1: i migranti come gli afroamericani negli Stati Uniti commettono più crimini; i migranti
rappresentano circa il 30% della popolazione carceraria ma sono il 10% della popolazione totale,
quindi commettono più crimini; se andiamo a guardare i report della polizia, per quanto riguarda le
denunce e gli arresti per violenza sessuale i migranti hanno il 39% contro il 61% degli italiani ma a
fronte del 10% popolazione. Perché i migranti commettono più reati? E’ semplice, per tre ragioni
fondamentali:
1 Perché sono più poveri 2 Perché sono emarginati

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3 (Per quanto riguarda la violenza sessuale), perché sono più maschilisti: cioè, provengono da paesi
in cui non c’è, come in Tunisia, in Algeria, in Egitto, in Siria, in Libia, un’emancipazione della
donna; quindi, sono soggetti spesso più maschilisti; spesso si sente la notizia di un padre che ha
ucciso la figlia perché questa si era comportata in modo ‘occidentale’, cioè si vestiva, si truccava in
modo occidentale e questo era considerato, da parte del padre, un delitto d’onore; cioè, uccidere la
figlia era considerato un modo per evitare il disonore della famiglia. Quello che c’era in Sicilia
negli anni ’50 e ‘60 accade oggi con alcuni soggetti migranti. Ma non è questo, secondo il
professore, il fattore fondamentale della xenofobia diffusa, il fattore fondamentale è la guerra tra
poveri. Circa due anni fa, c’è stato un episodio particolarmente grave, in cui alcuni neofascisti di
Casa Pound hanno aggredito e insultato una coppia di zingari che aveva ricevuto in comodato d’uso
una casa di edilizia residenziale pubblica, cioè una casa popolare. Quindi, molte persone hanno
paura perché le risorse del servizio sanitario nazionale, le risorse destinate alle case popolari, le
risorse destinate alle scuole pubbliche sono poche e quindi si crea una guerra tra poveri per cui
molte persone sono spaventate dall’idea che un migrante possa acquisire una risorsa pubblica, che
sia il servizio sanitario nazionale, che sia una casa popolare etc. contro di loro, anziché darle ad un
italiano viene data ad un migrante. La guerra tra poveri è sicuramente uno dei fattori fondamentali
della xenofobia dilagante. Come si cura la guerra tra poveri? C’è una sola possibilità ed è
aumentare, ampliare i diritti sociali, cioè tutelare tutti; l’unica cura possibile per questo tipo di
xenofobia è tutelare i diritti sociali di tutti.
Esempio personale: il servizio sanitario nazionale è letteralmente a pezzi, dopo 10 anni di tagli, il
professore si è fatto male ad un polso mentre era in vacanza a Marina di Ragusa, è andato in
ospedale a Ragusa, è entrato alle 17 ed è uscito, per fare una radiografia, all’1.30, perché c’era una
sola dottoressa per 35 persone. Il servizio sanitario è a pezzi e questo crea e alimenta la guerra tra
poveri. Questo è un fattore fondamentale della xenofobia.
Il terzo fattore fondamentale della xenofobia è la guerra di identità: cioè, alcuni soggetti vedono la
propria identità bianca, cristiana, minacciata da identità diverse, come musulmani etc.
C’è una vera e propria islamofobia, cioè, molte persone pensano che la maggior parte dei
musulmani siano favorevoli alla guerra santa, cosa non vera ovviamente. La maggior parte dei
musulmani sono moderati, i fondamentalisti religiosi sono una minoranza, ma questo è un problema
di un’identità debole, chi ha un!identità del sé debole, qualunque essa sia, qualunque religione
abbia, ha paura del diverso, ha paura della diversità, ha paura che i suoi figli diventino musulmani,
o diventino buddisti etc.; c’è un problema di una guerra tra identità culturali.
Quindi, secondo il professore, il razzismo scientifico di Gobineau rappresenta una minoranza nei
partiti di estrema destra e nei seguaci dei partiti di estrema destra, ma la xenofobia ha delle radici
parzialmente differenti, più comprensibili, che non hanno necessariamente a che vedere con la tesi
dei suprematisti bianchi americani che credono realmente nella superiorità della razza bianca.
Anche Donald Trump era xenofobo, una delle ragioni per cui è stato eletto è che lui ha promesso di
ergere un muro tra gli Stati Uniti e il Messico; queste sono, come nel caso di Marine Le Pen,
classiche campagne anti-immigrazione portate avanti da alcuni attori politici. Ampliare i diritti
sociali di tutti è l’unica soluzione per evitare la guerra tra poveri.

Ultima questione: l’immigrazione è necessaria oppure no? Ne abbiamo bisogno oppure no? Quali
sono le risorse economiche dell’immigrazione?

Primo: il tasso di natalità, i migranti fanno più figli, e questo è molto importante perché in Italia il
tasso di natalità è quasi 0 e questo è un grave problema perché ogni 100 giovani ci sono 150
anziani; siccome le pensioni sono pagate dai lavoratori, nel corso del tempo, se si continua così, ben
presto, ci saranno troppi anziani la cui pensione deve essere pagata dai più giovani e quindi c’è il
rischio di non riuscire più a pagare tutte le pensioni. Sicuramente, sia noi che il professore, avremo
delle pensioni più ridotte di quelle dei nostri genitori, che hanno pensioni che rappresentano circa

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l’80% dello stipendio originario. Questo a noi non capiterà, avremo pensioni più ridotte; quindi, c’è
un problema di natalità.

Secondo: c’è un problema di welfare, cioè il welfare dello stato non è sufficiente a garantire i diritti
di tutti, per cui abbiamo bisogno (è brutto dirlo ma è così) dei migranti come risorsa economica:
cioè di un soggetto che fa da badante a un prezzo molto inferiore rispetto a quello di un italiano.
Quindi, come gli imprenditori sottolineano, l’immigrazione è una risorsa economica.
Abbiamo visto quindi il razzismo dei greci, il razzismo di Gobineau (cosiddetto scientifico, con i
dipartimenti di eugenetica) e la xenofobia attuale.
Ovviamente più le condizioni economiche peggiorano più cresce la xenofobia. L’ultimo pregiudizio
della storia dell’umanità è l’omofobia.
L’omofobia a differenza degli altri due nasce con il cristianesimo. Prima dell’epoca cristiana
l’omosessualità nella Grecia del V secolo a.c., nella Roma del I secolo a.c. era altamente tollerata.
Noi non possiamo neanche immaginare cosa vuol dire vivere nella Grecia del V secolo a.C: cioè
vivere una vita nella quale la bisessualità è considerata una cosa del tutto normale. Per noi è
impensabile perché più o meno tutti abbiamo ricevuto una educazione cristiana e anche coloro che
sono favorevoli ai matrimoni tra omosessuali, etc. non vivono quella vita, quel clima di tolleranza
assoluta, che c’era nella Grecia del V secolo a.C. L’unico problema per noi, per quanto riguarda la
Grecia, è la pederastia, cioè il rapporto tra maestro e allievo, in cui l’allievo aveva 13/14 anni,
questo può essere un problema per la nostra etica, essendo qualcosa di non condivisibile. Ma a parte
questo non possiamo neanche immaginare cosa fosse un clima di tolleranza assoluta
dell’omosessualità. Quindi l’omofobia nasce con il cristianesimo; nella bibbia ci sono innumerevoli
passaggi contro i sodomiti (per sodomiti si intende soprattutto gli omosessuali), ad es. passaggi sul
fatto che andranno all’infero (lo dice San Paolo, lo dice il Vecchio Testamento, lo dice l’Apocalisse,
lo trovate ovunque).
Quali sono le cause dell’omofobia?
La prima causa l’abbiamo vista in precedenza: causa religiosa  dipende da un attaccamento alle
prescrizioni della bibbia. Attenzione, la chiesa è molto accogliente nei confronti degli omosessuali,
non li rigetta, ma rifiuta che facciano sesso. Possono quindi essere accolti nella chiesa ma devono
rimanere casti. Questo è il prezzo dell’ammissione da parte della chiesa cattolica.
La seconda causa dell’omofobia sono le credenze false.
La prima credenza falsa è che ci sono più pedofili tra gli omosessuali rispetto agli eterosessuali.
La seconda credenza falsa è che una coppia di omosessuali non può educare e crescere in modo
equilibrato un bambino (questo è ciò che pensa Salvini o la Meloni che l’ha detto espressamente
in televisione). Come dice Salvini: “un bambino ha diritto a un papà e a una mamma”.
Se andate sul sito dell’associazione di psichiatri americani, quella che redige il dsm (American
psychiatric association), troverete un compendio una sintesi degli studi empirici su questo aspetto:
tutti gli studi empirici su coppie omosessuali che allevano bambini ci dicono tutti che non c’è
nessun problema, danno, squilibrio di nessun genere. Gli studi empirici sono classificati a seconda
dei vari periodi: il primo periodo, negli anni 80, si è occupato dei divorziati, per esempio uomo e
donna che divorziano, la donna ha l’affidamento del bambino, la donna va a vivere con un’altra
donna, quindi il bambino viene educato da due donne, ma il padre esiste, è più o meno presente
come figura paterna. Gli studi più interessanti sono invece quelli in cui il padre o la madre è
totalmente assente come figura di riferimento. Come è possibile un caso del genere? È possibile
perché le lesbiche utilizzano la fecondazione assistita eterologa, quindi una delle due diventa la
madre biologica del bambino e l’altra lo adotta.
I maschi omosessuali possono solo ricorrere alla maternità surrogata, cioè una madre biologica
esterna che porta avanti una gravidanza per conto di terzi. Anche questi studi dimostrano che non
c’è alcuno squilibrio statisticamente rilevante rispetto agli altri bambini allevati da coppie
eterosessuali.
Un’altra credenza falsa è che gli omosessuali siano dei travestiti.
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Le cose sono totalmente separate, non hanno nulla a che vedere l’una con l’altra. In genere coloro
che si travestono sono i transgender che sono una cosa a parte: sono persone che hanno un’identità
maschile ma si sentono donne, quindi si vestono come donne, prendono gli ormoni per fare crescere
il seno e così via. Un esempio classico, di persona transgender è Vladimir Luxuria, famosa nella
televisione. Quindi ci sono alcune credenze false sugli omosessuali.
La terza causa fondamentale dell’omofobia è l’omosessualità repressa. Cioè l’omofobo è un
omosessuale represso che odia la sua stessa identità, proietta quest’odio all’esterno nei confronti
degli altri omosessuali.
Alla voce omosessualità repressa e omofobia vi consiglio di vedere il film American beauty di Sam
Mendes. Si chiama in psicanalisi formazione reattiva: si ha quando il contenuto cosciente è in
contrasto con il contenuto inconscio. Il soggetto consciamente odia gli omosessuali e a livello
inconscio invece li ama.

Un’altra credenza falsa è che gli insegnanti omosessuali posso trasmettere la loro omosessualità
ai bambini.
Sembra una credenza assurda ma, negli Stati Uniti alla fine degli anni 70 primi anni 80, c’è stato un
movimento, organizzato da cristiani fondamentalisti religiosi, che voleva impedire agli omosessuali
di insegnare nelle scuole materne, primarie e secondarie.
Non esiste solo il terrorismo islamico ma anche il terrorismo cristiano: periodicamente negli Stati
Uniti vene ucciso un medico abortista, è un classico del terrorismo cristiano americano. In certi stati
del sud i medici abortisti sono in grave pericolo.

Ultima causa dell’omofobia


Dal punto di vista psicanalitico c’è una relazione quasi inspiegabile tra paranoia e omofobia: i
paranoici sono terrorizzati dall’essere omosessuali. A questo punto vanno distinti due tipi di
paranoici: paranoico psicotico, piuttosto raro, quello che ha un delirio di persecuzione, pensa di
essere perseguitato da servizi segreti o alieni o cose di questo tipo.
A noi interessa il paranoico nevrotico, molto più diffuso, che è la persona che ha costantemente
paura di essere tradita, di essere fregata; una persona che ha costantemente paura di essere
sottomessa.
Qual è il legame tra omofobia e paranoia? Il legame passa dall’interpretazione della sodomia come
atto massimo di sottomissione. Queste persone sono terrorizzate dalla sodomia, quindi
dall’omosessualità e possono diventare particolarmente omofobe.
A questo punto avete due possibilità: il paranoico consapevole e quello inconsapevole. Il primo è il
soggetto che, consapevole della sua nevrosi, riconosce che la sua omofobia è nevrotica, e in questo
caso può metterla da parte e sviluppare atteggiamenti benevoli nei confronti dell’omosessualità
(avere amici omosessuali, essere d’accordo ai matrimoni gay e cose di questo genere).
Il paranoico inconsapevole è quello più pericoloso, perché, non consapevole della sua nevrosi, può
produrre degli atteggiamenti fortemente ostili contro gli omosessuali come il disgusto, la
disapprovazione, la mancata accettazione dei matrimoni o adozione da parte degli omosessuali e
cose di questo genere.

Adesso dobbiamo fare degli esempi, molto importanti soprattutto per voi giuristi, di sentenze: ci
sono alcune sentenze, storicamente importanti, che si avvicinano ai requisiti della procedura
argomentativa corretta, e sentenze che si allontanano dai requisiti della procedura argomentativa
corretta.
Incominciano con una sentenza americana del 2015 (ricordate che nel mondo anglosassone, nel
common law le sentenze si citano: attore v. convenuto)  Obergefell v. Hodges
Tale sentenza della corte suprema degli Stati Uniti del 2015 ha legalizzato i matrimoni tra persone
dello stesso sesso.

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Ha esteso a tutti gli stati federali il diritto di tutte le coppie omosessuali di sposarsi. Gli argomenti
della corte sono:
1) valore dell’autonomia individuale cioè il diritto di vivere la propria vita secondo i propri
valori, le proprie concezioni filosofiche, religiose, estetiche e così via purché non si cagioni
danno a terzi, questo è il valore della autonomia individuale.
Nella costituzione americana viene ricondotto al c.d Right of privacy, diritto alla privacy, cioè il
diritto di avere il controllo sulle decisioni che riguardano il proprio corpo e la propria vita. Il diritto
di privacy non è esplicito nella costituzione americana ma è considerato implicito nel XIV
emendamento, dove si dice che nessun cittadino può essere privato della vita, della libertà e della
proprietà senza il Due process of law.
La corte suprema degli stati uniti interpreta, da molto tempo, questo principio del due process of
law non solo dal punto di vista processuale ma anche dal punto di vista sostanziale.

1) 2) valore dell’uguaglianza
È tutelato anch’esso nel XIV emendamento che parla dell’equal protection of law.
Tutte le sentenze nella storia della Corte Suprema, che riguardano l’uguaglianza tra uomo e donna,
tra bianchi e neri, passano tutte attraverso l’equal protection of law, che corrisponde, più o meno,
all’art.3, comma 1 della nostra Costituzione. Il ragionamento della corte è che “in ogni ramo del
diritto discriminare in base all’orientamento sessuale è vietato”, es. non si può licenziare una
persona perché omosessuale, il locatore non può rescindere il contratto perché il locatario è
omosessuale, non si può imporre un’aggravante penalistica perché un soggetto è omosessuale.
In tutti i rami dal diritto commerciale al diritto del lavoro la discriminazione in base
all’orientamento sessuale è proibita, tranne in un caso: le associazioni (si può creare
un’associazione, come casa Pound o Forza Nuova, e mettere nello statuto che non si ammettono
omosessuali come membri). Ma la regola, in linea di massima, in tutti i rami dell’ordinamento è che
la discriminazione in base all’orientamento sessuale è vietata.
Dice la corte “se è vietato ovunque, non ha senso mantenere l’eccezione per i matrimoni” perché
per i matrimoni dovrebbe essere diverso  dunque, la Corte stabilisce che non si può mantenere
questa eccezione per i matrimoni.

3) Danno ai bambini
L’assenza del matrimonio, dice la Corte suprema, danneggia i figli delle coppie omosessuali.
Immaginate una coppia lesbica: una delle due donne ha fatto la fecondazione assistita eterologa, ha
partorito il bambino, dunque rappresenta la madre biologica; e poi c’è la compagna: senza il
matrimonio, questa compagna non rappresenta giuridicamente niente per il figlio, nonostante lo
abbia educato, istruito, mantenuto, ecc.., la compagna della madre biologica non rappresenta
giuridicamente un genitore. Questo può generare danni enormi, perché, se la madre biologica
muore, il bambino va in adozione perché la compagna non è considerata giuridicamente un
genitore. In caso di separazione la compagna non ha nessun diritto sui figli educati, cresciuti,
mantenuti. Questa appena descritta è la situazione attuale in Italia perché, quando Renzi firmò la
legge sulle unioni civili, per il rifiuto e contrasto del ministro con Alfano, venne eliminata dalla
legge sulle unioni civili la step child adoption (grazie alla quale la compagna della madre biologica
può adottare il bambino della coppia).

La step child adoption, è stata quindi eliminata dalla legge sulle unioni civili, dunque in Italia
attualmente ci troviamo con questi danni alle coppie omosessuali, dove uno dei due genitori non
rappresenta legalmente un genitore.

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Ci sono dei casi in cui tuttavia, i tribunali dei minori, consentono la cosiddetta adozione in casi
speciali, quindi consentono alla compagna di adottare il bambino, ma sono casi del tutto
discrezionali, non è stabilito dalla legge quindi non c’è nessuna certezza.
Nel corso del processo Obergefell, l’American psychiatric association ha presentato una memoria
difensiva, che si chiama amicus brief, in cui diceva chiaramente che tutti gli studi dimostrano che
non ci sono danni ai bambini. Se ci fossero danni ai bambini quelli contrari ai matrimoni gay non
utilizzerebbero questo argomento? Ovviamente sì.
Il fatto che nella dissenting opinion il giudice Scalia (giudice conservatore che ora è morto) non
abbia utilizzato l’argomento dei danni ai bambini, significa che questi danni effettivamente non ci
sono.
Quindi la Corte Suprema dice che in assenza del matrimonio l’altro genitore non è giuridicamente
un genitore. Questo è un danno grave per i bambini.
La sentenza tuttavia è imperfetta perché non analizza le obiezioni al valore dell’autonomia
individuale. Manca, in parte, l’ultimo requisito della procedura argomentativa corretta. Ma si tratta
in linea di massima di una buona sentenza.
Vediamo adesso una sentenza che viola i requisiti della procedura argomentativa corretta.
È la sentenza del 2010, della Corte costituzionale italiana, che si è trovata a risolvere lo stesso
problema, cioè la questione di legittimità costituzionale degli articoli del codice civile che
consentono il matrimonio solo tra uomo e donna.
Come fa la Corte costituzionale italiana a superare l’obiezione fondamentale del principio di
uguaglianza: anche da noi, in ogni ramo del diritto, la discriminazione in base all’orientamento
sessuale è proibita.
Come è possibile conservare questa eccezione per i matrimoni?
Dice la corte costituzionale italiana che esiste una differenza tra coppie eterosessuali e omosessuali,
e tale differenza rende legittima la discriminazione. Dice che la discriminazione non è irragionevole
perché le coppie eterosessuali hanno “potenziali” (il termine potenziali viene messo tra parentesi
nell’argomentazione della corte) finalità procreative, a differenza delle coppie omosessuali.
Qual è il difetto di questa motivazione?
Il primo difetto è che usa il concetto di potenzialità in modo totalmente confliggente con il
linguaggio ordinario. Per quale motivo la corte aggiunge “potenziali finalità procreative” e non dice
semplicemente “finalità procreative”?
La Corte costituzionale, con questo potenziali, vuole ricomprendere anche le coppie eterosessuali
sterili o che non vogliono avere figli. Il concetto di potenzialità usato è: “se la coppia non fosse
sterile, allora potrebbe procreare” “se la coppia non avesse l’impedimento della sterilità allora
potrebbe procreare”.
Questo concetto di potenzialità è del tutto assurdo, ed è facilmente dimostrabile: ad es. io sono un
insegnante e dico alla madre del mio allievo: “suo figlio ha grandi potenzialità intellettuali, potrebbe
diventare una persona geniale.”
Quando dico questo cioè che il bambino ha grandi potenzialità vuol dire che queste potenzialità
sono empiricamente possibili, non impossibili. Se il bambino avesse un incidente automobilistico e
un danno cerebrale, per cui non può più diventare un genio, continueremmo a dire che il bambino
ha grandi potenzialità intellettuali? Ovviamente no. Ma secondo il concetto che usa la corte, io
potrei dire: “se il bambino non avesse avuto un danno cerebrale allora sarebbe diventato un genio”
ma questo modo di utilizzare il concetto di potenzialità è del tutto in conflitto con quello del
linguaggio ordinario. In base a questo concetto di potenzialità io potrei dire “se una coppia lesbica
non avesse l’impedimento dell’assenza di un gamete maschile allora potrebbe procreare”.
Potremmo usare il concetto di potenzialità della corte e applicarlo alle coppie omosessuali
tranquillamente. “Se una coppia di maschi omosessuali non avesse bisogno di un utero, allora
potrebbe procreare”.
Questo concetto di potenzialità non solo è assurdo ma anche incoerente, perché si può applicare alle
coppie omosessuali.
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Lezione 7 21 ottobre
C’era l’ultima cosa da dire sulla sentenza della corte costituzionale del 2010 sui matrimoni tra
persone dello stesso sesso.
Ricordatevi che la corte costituzionale ha detto: c’è una differenza tra le coppie
eterosessuali e omosessuali perché le coppie eterosessuali hanno potenziali finalità
procreative.
Abbiamo visto già due critiche su questo uso del concetto di potenzialità. Resta l’ultima critica.

L’ultima critica è che:


- la corte costituzionale italiana viola la separazione dell’art.7 tra stato e chiesa
introducendo nel diritto italiano un istituto che non fa parte del diritto civile italiano ma fa parte del
diritto canonico, quindi diritto di un ordinamento straniero perché la santa sede è una monarchia
assoluta, è un ordinamento a parte.

Cosa dice il canone della santa sede?


Il canone del diritto canonico dice: il matrimonio è ordinato alla procreazione, e qua si fa
riferimento alle potenziali finalità procreative.
Cioè se la coppia è sterile – dice la sacra rota - il matrimonio è valido ugualmente; anzi spesso si
sente dire dal Papa che queste coppie dovrebbero adottare bambini in difficoltà. Quindi il
matrimonio di una coppia sterile è valido perché le finalità procreative sono potenziali.

Quando il matrimonio è invalido? A che serve questo istituto delle potenziali finalità procreative
nel diritto canonico? Serve perché se i coniugi hanno fin dall’inizio del matrimonio o anche prima
del matrimonio una riserva mentale cioè non vogliono avere figli e poi di fatto non hanno figli, non
per sterilità ma per decisione consapevole, il matrimonio può essere annullato da uno dei due
coniugi.
La riserva mentale di non avere figli per il diritto canonico è una violazione del canone per cui il
matrimonio è ordinato alla procreazione.
Questo istituto non ha alcun senso nell’ordinamento civile italiano, non fa parte delle ragioni per cui
si considera un matrimonio annullabile.
Quindi la corte costituzionale introduce nell’ordinamento italiano un istituto di un
ordinamento straniero, per giunta della chiesa, che contiene una violazione dell’art.7
sulla separazione tra stato e chiesa.

Abbiamo visto la sentenza Obergefell, abbiamo visto la sentenza del 2010 della corte costituzionale
italiana sul matrimonio tra persone dello stesso sesso.

Sentenza del 2019


Ora andiamo ad analizzare la sentenza del 2019 sulla legittimità costituzionale dei reati di
favoreggiamento e reclutamento della prostituzione, sentenza del 2019 della corte costituzionale
italiana.

Prima di vedere questa sentenza, vi dico qualcosa di importante per le vostre vite che non c’entra
con i diritti umani.
Il professore parla dell’amore e delle relazioni affettive, non flirt ma relazioni affettive stabili che
poi possono portare alla convivenza o al matrimonio. La prima cosa di cui dovete tenere conto è che
le commedie romantiche sono carine, ma dalle commedie romantiche non saprete nulla di come si
conduce una relazione affettiva stabile, vi portano fuori strada. Se volete un film realistico sul
rapporto di coppia dovete vedere “Figli” di Mattia Torre, per avere una visione realistica del
rapporto di coppia. Secondo punto: è scientificamente accertato che bisogna distinguere
l’innamoramento dall’amore.
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L’innamoramento è la fase iniziale che dura circa 24-36 mesi e questo è scientificamente
dimostrato; durante la fase dell’innamoramento il nostro cervello produce la dopamina e la
feniletilamina che sono degli oppiacei naturali, delle droghe prodotte dal nostro cervello, per cui noi
siamo drogati dal nostro cervello stesso da questi elevati livelli di dopamina. Dopo 24-26 mesi
questi livelli di dopamina e feniletilamina diminuiscono in modo consistente, per questo c’è un
famoso film che dice “L’amore dura tre anni” perché dopo 24-36 mesi si riducono questi livelli di
dopamina. Allora non si dovrebbe assolutamente, anche se è molto frequente, sposarsi e avere figli
durante la fase dell’innamoramento. Per sapere se una persona vi piace veramente dovete superare
la fase dell’innamoramento cioè dovete aspettare che i livelli di dopamina tornino alla normalità.
Perché durante questa fase in cui siamo drogati dal nostro cervello, noi sottostimiamo,
sottovalutiamo i difetti dell’amato o dell’amata.
Questo è proprio scientificamente dimostrato, quindi non bisogna prendere impegni seri con
conseguenze parzialmente irreversibili (c’è il divorzio però il divorzio è pesante) durante la fase
dell’innamoramento. Dovete aspettare un po’, almeno 36 mesi, ,per sapere se la persona che vi sta
accanto è veramente la persona giusta.
L’ultima cosa che vi volevo dire è la definizione di “amore” che si dà in psicoanalisi: l’amore
implica il ritorno al passato e contemporaneamente la negazione del passato. Cioè, quando ci
innamoriamo, noi cerchiamo il ritrovamento delle persone che abbiamo amato durante la nostra
infanzia. E contemporaneamente chiediamo all’amato o all’amata di riparare ai torti che gli
originari genitori o fratelli hanno commesso. Quindi indagate nei vostri amori infantili per capire
quali sono le persone che avete amato durante l’infanzia e quali sono i torti che avete subito durante
l’infanzia, perché nessun genitore è perfetto, tutti i genitori commettono degli sbagli più o meno
grossi, più o meno rilevanti, quindi dovete individuare una persona che li ripara, una relazione
affettiva correttiva dei torti subiti durante l’infanzia. Questa è la definizione standard di amore,
quindi lasciate perdere il destino, la provvidenza, le previsioni astrologiche, i segni. Mi ha spiegato
una persona esperta che per falsificare una previsione astrologica dovremmo trovare due persone
nate nella stessa città, nello stesso giorno, nello stessa ora; per capire se avendo lo stesso segno e lo
stesso ascendente hanno caratteri diversi oppure no, perché se hanno caratteri diversi la previsione
astrologica automaticamente è falsificata. Ma l’astrologia è infalsificabile perché è molto difficile
trovare due persone che sono nate nella stessa città, nello stesso tempo e nello stesso luogo. Quindi
lasciate stare l’astrologia, mantenete i piedi ben saldati sulla terra e tenete presente questa
definizione di amore.
L’ultima cosa: purtroppo molte persone, se il rapporto tra i genitori era nevrotico, tendono a
riprodurre con il partner il rapporto nevrotico che c’era tra i genitori. Quindi se vostro padre era una
persona abbandonante, molte ragazze tendono a trovare partner abbandonanti. Questo si chiama in
psicoanalisi “coazione e ripetere” cioè siamo portati a ripetere il rapporto affettivo anche sbagliato,
nevrotico, che avevano i nostri genitori. Quindi state attenti a chi sposate, con chi fate figli e cose di
questo tipo.

Detto questo, torniamo alla sentenza della corte costituzionale del 2019.
Quali sono gli argomenti della corte costituzionale?
Il primo argomento della corte costituzionale si avvicina molto alle tesi delle femministe radicali,
per cui dice la corte che è difficile distinguere tra prostituzione volontaria e prostituzione forzata,
perché la corte fa riferimento alla relazione alla legge Merlin del 1959 che ha chiuso i bordelli di
stato, fa appello alla relazione introduttiva a questa legge, secondo la quale le prostitute si
prostituiscono o perché hanno una famiglia distrutta alle spalle, o perché sono povere o perché
hanno dei problemi, dei disagi affettivi e psicologici. Abbiamo già visto questo argomento della
vulnerabilità; l’argomento non ha senso perché avere subito un trauma infantile non determina una
forma di incapacità d'intendere e di volere. La corte costituzionale non riesce a comprendere come
sia possibile che una persona decida di prostituirsi perché la sessualità è la sfera più intima del
nostro essere, quella che concediamo soltanto ad alcune persone.
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Abbiamo già visto che l’argomento della vulnerabilità non ha senso; ci sono molte persone che
hanno dei disagi affettivi e psicologici, ma – salvo casi gravi di disturbi abbastanza gravi come una
grave depressione o una schizofrenia – normalmente un disturbo nevrotico non dà luogo a una
forma di incapacità di intendere e di volere. Questo punto è essenziale.
La corte si stupisce e si chiede come sia possibile che queste donne si prostituiscano.
E quindi conclude dicendo che deve esserci per forza qualcosa di storto o di distorto nel loro
comportamento.
Qui la corte costituzionale non affronta il problema fondamentale, anzi lo nega, nega che esista il
problema di vulnerabilità intesa in un senso diverso (come abbiamo visto prima). Le prostitute sono
vulnerabili non perché hanno problemi psichici o disagi affettivi; sono vulnerabili perché sono
soggette da parte dei clienti a molestie, abusi, aggressioni, percosse, maltrattamenti, stupri. Quindi
la corte costituzionale non tiene conto di queste ricerche empiriche e non tiene conto del fatto che
criminalizzare il reato di favoreggiamento e di reclutamento della prostituzione rende più difficile
per la prostituta denunciare il cliente che l’ha stuprata.
La corte non si rende conto della richiesta – ormai assoluta – delle associazioni di prostitute che
vogliono maggiori poteri, diritti, garanzie.

Quindi la corte costituzionale si concentra sulla vulnerabilità nel senso del disagio
psichico e affettivo, cioè della famiglia distrutta da cui parte la prostituta, ma non si
concentra sulla vera vulnerabilità cioè sull’insicurezza del lavoro della prostituzione.

Quindi questo regime abolizionista per cui prostituirsi è legale ma i reati di favoreggiamento e di
reclutamento sono previsti dal codice penale, secondo la corte costituzionale questi reati sono
costituzionalmente legittimi.
Questi reati sono costituzionalmente legittimi perché - dice la corte - la prostituta è una vittima,
bisogna fare terra bruciata intorno alla prostituta di modo che abbia difficoltà ad esercitare la sua
professione; perché in base al modello abolizionista che punisce il reclutamento e il
favoreggiamento ci sono tutta una serie di soggetti che sarebbero passibili di denuncia penale.
Ad esempio il gestore del bordello, il gestore del sito web in cui la prostituta si pubblicizza, tutte le
varie forme di favoreggiamento e di reclutamento.

Chi è che ha sollevato questa questione di legittimità costituzionale dei reati di favoreggiamento e
reclutamento?
L’ha sollevata il tribunale di Bari nel famoso processo a Tarantini. Tarantini era un famoso
reclutatore di prostitute, in particolare di escort, che nel caso specifico di Tarantini, da cui parte il
processo, erano tutte escort destinate all’onorevole Berlusconi. Questo è il processo a Tarantini.
Questi sono fatti ormai abbastanza acclamati per cui lui reclutò una serie di escort per Berlusconi e
il Tribunale giustamente si chiede: una escort che prende 1000 euro a prestazione si può considerare
una persona incapace di intendere e di volere perché ha qualche disagio psichico? Ovviamente no.
In tutto l’ordinamento italiano avere una nevrosi non è una ragione che determina incapacità di
intendere e di volere, salvo che la nevrosi determini un comportamento completamente irrazionale.
Una nevrosi che determina un comportamento irrazionale potrebbe essere il caso di una persona che
con un coltello sta tagliando il pomodoro e ha la fobia dei topi, allora gli amici per fargli uno
scherzo gli buttano un topo finto sulla tavola, lui si spaventa da morire, ha un attacco di panico e
ferisce con il coltello l’amico che era accanto a lui.
Questo è un caso in cui la nevrosi si trasforma in un’azione irrazionale quindi non imputabile. Ma
sono casi abbastanza rari. Normalmente avere un trauma infantile non determina l’incapacità di
intendere e di volere, soprattutto delle escort che guadagnano tantissimo con la prestazione.
Dice il Tribunale: pensare che queste persone siano forzate o costrette (a 1000 euro a prestazione) è
veramente implausibile.
39
La corte costituzionale italiana replica dicendo: sì è vero che le escort entrano nel mercato della
prostituzione volontariamente, però hanno difficoltà poi a uscirne una volta che ne sono entrate.
Ma questa è un’affermazione che non ha nessun dato empirico di riferimento, non è suffragata da
dati empirici, non c’è nessuna ragione per cui una escort – come di fatto succede – non possa poi
successivamente lasciare questo mestiere per qualcos’altro. Normalmente le escort che guadagnano
così tanto accumulano una certa ricchezza e poi fanno qualcos’altro.
Questo è il processo a Tarantini e il giudice ha sollevato la questione di legittimità costituzionale dei
reati di favoreggiamento e reclutamento.

Abbiamo visto l’altra volta che un’altra ragione fondamentale per cui le donne si prostituiscono
(nell’Europa occidentale, abbiamo visto il caso della Germania) è che preferiscono fare le prostitute
piuttosto che fare la badante o la segretaria o la shampista. Tutti lavori tipici di una persona che ha
un basso grado di istruzione, che non ha una laurea o un diploma. Le prostitute preferiscono
prostituirsi perché guadagnano il doppio in metà tempo (anzi più del doppio) di una badante.

Il secondo argomento della corte è che la prostituzione è contraria alla dignità dell’uomo.
Questo argomento lo trovate nel catechismo della chiesa cattolica, lo trovate tra le femministe
radicali.
Il concetto di dignità, come vedremo nelle lezioni successive, è affetto da grave indeterminatezza
semantica, vuol dire che è quasi vuoto ed è estremamente controverso in quanto può essere riempito
in tanti modi diversi.

Dignità significa uguale considerazione e rispetto, ma rispettare chi, cosa e perché non è
determinato dall’argomento della dignità. L’argomento della dignità è un argomento parassitario
cioè ha bisogno di un altro argomento per potere essere completato.
Quindi la corte costituzionale italiana assume una posizione platealmente paternalista, non tiene
conto della volontà delle prostitute reali o delle associazioni di prostitute. Parte dal presupposto che
la prostituta sia una vittima del sistema e quindi bisogna fare terra bruciata attorno alla sua attività.
Ovviamente quella della prostituzione è un’attività economica – dice la corte costituzionale – per
cui proibire il reclutamento ed il favoreggiamento implica impedire a questa persona di svolgere la
sua attività economica in modo efficace.
Ovvero normalmente la prostituta si avvale di soggetti che sono denunciabili per reclutamento e
favoreggiamento. Questa è la prassi che c’è adesso.

SENTENZA ROE V. WADE (1973)


E veniamo alla famosa sentenza che è stata da poco ribaltata, la famosissima SENTENZA ROE V.
WADE del 1973.
Questa sentenza è stata recentemente ribaltata, annullata, rivista dalla corte suprema degli Stati
Uniti.
Nel 2022 la corte suprema ha fatto il c.d. revirement giurisprudenziale, ha annullato un precedente.
Che cosa diceva l’originaria Roe v. Wade le 1973? La sentenza è molto interessante, la corte dice:
1. Da nessuna parte della costituzione emerge il fatto che il feto deve essere considerato una persona
fin dal concepimento.
2. Dice la corte: non voglio impegnarmi in una discussione filosofico-teologica del tipo quando
l’anima viene insufflata nel feto o quando il feto diventa una persona; dice la corte: possiamo
decidere anche non entrando nel merito della questione filosofica.

In questa sentenza epocale Roe v. Wade la corte distingue tre trimestri: primo trimestre, secondo
trimestre e terzo trimestre.
• Nel primo trimestre l’aborto dovrebbe essere liberamente permesso.
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• Nel secondo trimestre dovrebbe essere permesso ma è possibile che la legge preveda determinate
modalità procedurali, burocratiche, mediche, che assicurino la salute e la vita della donna.
• Nel terzo trimestre l’aborto è illegale.

Il criterio che usa la corte è il c.d. Viability, vuol dire che la corte considera l’aborto legale – è un
criterio diverso da quello adottato dal nostro legislatore – fino a quando il feto non può vivere fuori
dal ventre materno. La viability è la capacità del feto di vivere autonomamente fuori dal ventre
materno.
Nel 1973 si pensava che un feto (questa è una questione che ricalca la tecnologia esistente) non
potesse vivere fuori dal ventre materno prima del secondo trimestre. Quindi la corte rende legale
l’aborto – a differenza del nostro ordinamento - fino al sesto mese.

Dice la corte: bisogna fare un bilanciamento, un contemperamento tra il fatto che il feto sia
potential life (vita potenziale), un contemperamento tra le considerazioni relative al feto che è una
vita potenziale e le esigenze della donna di avere una piena vita sociale, lavorativa, economica, cosa
che la gravidanza in una certa situazione potrebbe impedire.

All’epoca di Roe v. Wade l’aborto era criminalizzato in 30 stati cioè era illegale in qualunque fase,
in qualunque trimestre. Poi c’erano 13 stati in cui l’aborto era permesso a certe condizioni, cioè:
incesto, stupro, rischio per la salute della donna e malformazioni del feto. E poi c’erano 4 stati tra
cui New York e Hawaii (prima il prof dice erroneamente Haiti ma poi si corregge, per cui è corretto
Hawaii) in cui l’aborto era permesso.

La sentenza è molto chiara, molto cristallina, è una sentenza di rottura rispetto alla legislazione
statunitense dell’epoca che attribuisce a tutte le donne il fondamentale diritto di abortire entro il
sesto mese.
Oggi la tecnologia ovviamente è progredita e un feto nato prematuro può sopravvivere anche nella
24esima-25esima settimana, anche se in genere questi nati prematuri hanno un sacco di problemi di
salute perché sono nati troppo presto. Quindi ci sono vari problemi medici, diciamo così.

DOBBS V. JACKSON WOMEN'S HEALTH ORGANIZATION (2022)


E veniamo alla famosissima sentenza che opera un overruling, cioè un annullamento di quel
precedente, che ha gettato la storia americana indietro di 100 anni, la sentenza del 2022 che si
chiama DOBBS V. JACKSON WOMEN'S HEALTH ORGANIZATION. Questa è la
sentenza con cui la corte suprema ha ribaltato il precedente Roe v. Wade.

Qual è il danno di questa sentenza? La sentenza stabilisce che il diritto di abortire non è
costituzionalmente garantito, quindi stabilisce che ogni stato fa quello che vuole. Questo è un
grave problema perché ci sono degli stati del sud che hanno proibito o presto proibiranno l’aborto.

Quindi si crea un danno a chi? Chi è che viene danneggiato da questa sentenza? Le minoranze
povere come gli afroamericani. Perché se una donna ricca vuole abortire e sta in Alabama dove
l’aborto è illegale, se ne frega perché prende l’aereo e se ne va a New York ad abortire. Mentre
invece una donna povera dello stato dell’Alabama ha maggiore difficoltà ad abortire e a muoversi
da uno stato all’altro.
Quindi questa sentenza penalizza fortemente le minoranze etniche più povere come i latinos e gli
afroamericani. Questa sentenza penalizza fortemente le donne delle classi meno abbienti, che hanno
maggiori difficoltà a spostarsi da uno stato all’altro per abortire.

Che cosa dice la corte suprema in questa sentenza Dobbs? La sentenza è molto lunga, molto
complicata.
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1. Prima di Roe v. Wade, fino a pochi anni prima di Roe v. Wade, non c’erano nel diritto americano
leggi, sentenze o articoli accademici che parlavano del diritto di abortire come previsto da Roe v.
Wade fino al sesto mese. Fino a pochi anni prima di Roe v. Wade – dice la corte – nessuno parlava
del diritto di abortire fino al sesto mese.
2. La corte parte dal presupposto – questa è una chiara mossa conservatrice – dice che se un diritto
non è esplicitamente garantito dalla costituzione ma è implicito deve essere parte della storia della
nazione e della tradizione del diritto americano.

Qual è la norma a cui faceva riferimento la sentenza Roe v. Wade? La norma di riferimento è il 1
4° emendamento, la clausola del due process of law, inteso in senso sostanziale. Cioè secondo la
corte c’è un vero e proprio right to privacy, un diritto a compiere scelte personali che riguardano la
propria vita sessuale, sentimentale, economica, ecc… la chiama privacy in senso molto lato, un
diritto che è implicito nel due process of law, stabilito dal 14°emendamento che è del 1868. (La
costituzione americana è stata promulgata nel 1789 quindi è un emendamento di quasi un secolo
dopo).
Dice la corte: se un diritto non è esplicitamente garantito dalla costituzione, deve essere parte della
storia della nazione e della tradizione dei precedenti. Cosa che non capita con Roe v. Wade perché
fino a pochi anni prima nessuno parlava del diritto di abortire.
Quindi dice la corte suprema: la storia americana è una storia in cui l’aborto è sempre stato
considerato un crimine. Ai tempi in cui fu approvato il 14° emendamento, tre quarti degli stati
vietavano l’aborto fin dal concepimento.
Quindi la storia degli Stati Uniti, la storia dei precedenti, delle leggi, delle sentenze, degli articoli
accademici importanti di autorevoli giuristi, è una storia in cui l’aborto è stato normalmente
considerato illegale.

Alla fine del 700 e all’inizio dell’800 c’era una dottrina particolare un po’ diversa secondo la quale
l’aborto era possibile fino a quando non fossero percepiti i primi movimenti del feto. Questa era la
famosa dottrina di common law del “quickening” cioè che i movimenti del feto determinavano la
differenza tra l’aborto legale e l’aborto illegale. Questo era molto diffuso nel common law di fine
700-inizio 800.
Si pensava – stiamo parlando quindi di una medicina molto antico che non conosceva bene
l’embriologia – che il feto fosse vivo quando cominciava a muoversi, intorno alla
16esima-18esima settimana. Questa dottrina di common law è stata stravolta nel corso dell’800, in
cui tutti gli stati hanno vietato l’aborto fin dal concepimento.

La sentenza Dobbs dá grande valore alla tradizione della storia americana, alla storia delle leggi,
delle sentenze e degli articoli accademici, perché Roe vs Wade è una sentenza di rottura con il
passato.
Il grosso rischio è che adesso gli stati del sud, che sono quelli più conservatori e governati spesso da
fondamentalisti religiosi, proibiscano l’aborto in base alla nuova sentenza.

L’Alabama, ad esempio, ha nel 2019 adottato una legge che si chiama “life protection act” in cui si
dice che il medico che pratica l’aborto può essere condannato da 10 anni all’ergastolo, quindi è un
delitto di classe A come l’omicidio e lo stupro; in Alabama l’aborto è gravemente sanzionato.

Questa idea che bisogna obbedire alla tradizione ovviamente è un’idea fortemente contestabile,
perché il principio base dell’attaccamento alla tradizione morale, lo abbiamo già visto, potrebbe
essere una forma di Conformismo nel senso di Ester perché il principio base è “dobbiamo fare
quello che abbiamo sempre fatto”: quindi un principio che non prevede evoluzioni, è insita in esso
la insensatezza.

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Ci sono un sacco di casi in cui invece il diritto, una legge o una sentenza rompono con le leggi
precedenti ed è possibile immaginare una sentenza di rottura che attribuisca un diritto fondamentale.

La corte Suprema americana sostiene che la sua sentenza sia migliore di quella di Roe vs Wade
perché dice, nel 2022, “noi non vogliamo prendere partito, posizione, sulla questione che il feto sia
una persona, quando lo diventa, come è perché ecc.” e l’accusa a Roe vs Wade è proprio di
prendere posizione espressamente ed esplicitamente sostenendo che l’aborto è lecito fino al sesto
mese.

In realtà questo è contraddittorio perché la Corte è vero che lascia liberi gli stati di decidere come
regolare l’aborto, ma contemporaneamente la sua decisione sottointende un principio: cioè che gli
stati hanno il diritto costituzionalmente garantito di proibire l’aborto fin dal concepimento, quindi
l’idea che il feto sia una persona fin dal concepimento è secondo la Corte costituzionalmente
garantita. È un diritto costituzionalmente garantito, cioè che è esattamente quello che capita in
Alabama con il “life protection act” in cui viene definito il feto come una persona fino dal
concepimento.

La Corte Suprema nel 2022 lascia aperta questa possibilità di considerare il feto una persona come
una possibilità costituzionalmente garantita; quindi non è vero che non prende posizione ma prende
posizione sotto due punti vista:
- Il primo dà un’impronta profondamente conservatrice alla dottrina del Constitutional law
americana (non può esserci una sentenza di rottura)
- A differenza di Roe vs Wade la corte suprema non effettua un bilanciamento tra i diritti del feto e
della donna; Roe vs Wade aveva diviso i trimestri per cui nei primi due vinceva il diritto della
donna, le esigenze e i suoi bisogni, nell’ultimo trimestre invece si teneva conto della vita del feto.
Mentre la corte suprema del 2022 sostiene che è un diritto costituzionalmente garantito quello di
considerare il feto una persona fin dal concepimento. Questo come vedremo (faremo una lezione
apposita sull’aborto) è molto problematico.

PROIBIZIONISMO E ANTIPROIBIZIONISMO
Chiudiamo l’analisi delle sentenze, cambiamo argomento: occupiamoci di Proibizionismo,
Antiproibizionismo delle droghe.
Questo è un corso di etica normativa, su quali sono i diritti fondamentali delle persone, quindi
possiamo chiederci: le persone hanno diritto di consumare le sostanze stupefacenti? Alcuni autori
sostengono la tesi negativa secondo la quale i consumatori-tossicodipendenti non hanno diritto a
consumare sostanze stupefacenti.
Ci sono ragioni pro e contro.
In genere la maggioranza degli autori che sono contrari fanno leva sui danni dell’antiproibizionismo
– espressione che significa legalizzare la vendita e il consumo di sostanze stupefacenti -.

Come potrebbe essere fatta questa legalizzazione?


Ad esempio per le droghe leggere si potrebbe prevedere la soluzione olandese dei coffee shop o la
soluzione del Colorado degli USA per cui la cannabis viene venduta in negozi appositi; mentre le
droghe pesanti, come la cocaina e l'eroina, potrebbero essere vendute in farmacia dietro prescrizione
del medico.
Il medico spiega al soggetto che vuole consumare queste droghe pesanti quali sono i possibili danni
alla salute della cocaina e dell’eroina.

Veniamo alle ragioni dell’antiproibizionismo (che è quello che il Prof preferisce).


Nel proibizionismo, questo è un dato ormai scontato in letteratura, c’è un danno economico per lo
stato, qual è questo danno economico?
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È dato dalla guerra alla droga, cioè immaginiamo l’insieme delle forze di polizia, le loro attività,
per trovare gli spacciatori, i processi che costano molto, le condanne e poi la reclusione in carcere
degli spacciatori che costa pure parecchio. Questo è un danno economico dello stato.
Il secondo danno economico dello stato è che se si legalizzasse la cannabis, l’hashish, l’eroina, la
cocaina, sarebbe fatto esattamente come quando si legalizzano le sigarette e il tabacco. Il prezzo
delle sigarette incorpora delle tasse indirette come l’IVA (75%). C’è un articolo che calcola quanto
lo Stato incasserebbe solo con la legalizzazione soltanto della Cannabis, cosa che si sta facendo in
Germania e che è già stata fatta in alcuni Stati americani tra cui il Colorado. Si calcola che l’incasso
annuale per la vendita della cannabis per lo stato oscilla tra 6 e 8 miliardi di euro l’anno a secondo
se la cannabis viene venduta a 8-9-10 euro. Come hanno fatto gli autori a calcolare il consumo? Si
sono serviti dei dati empirici di un ente che si chiama acquadraz che ha misurato il livello di thc
contenuto nelle acque reflue perché la cannabis lascia delle tracce nell’urina e poi questa va a finire
nelle fognature. Ovviamente la cannabis è la droga più consumata, l’eroina e la cocaina sono
consumate da una piccola minoranza. Abbiamo quindi due dati, il primo è il danno emergente(la
guerra alla droga), il secondo ossia il lucro cessante (il mancato introito che deriverebbe dalla
legalizzazione delle droghe e in particolare della cannabis).

Del terzo danno ne parla Saviano nel libro 000. Saviano dice che la cocaina è pericolosa ma
bisogna legalizzarla perché il 70% degli introiti della criminalità organizzata sono rappresentati dal
traffico di stupefacenti. Quindi legalizzare gli stupefacenti significherebbe distruggere il potere
della criminalità organizzata. Alcuni autori sostengono che questo non cambierebbe niente perché
se si legalizzassero gli stupefacenti la criminalità si organizzerebbe con altre attività tipo traffico di
organi, traffico di rifiuti pericolosi, traffico di armi. Questa obiezione in realtà non funziona perché
il mercato illegale delle armi o dei rifiuti pericolosi è un mercato illegale che funziona come quello
legale cioè c’è l’offerta e la domanda. La criminalità organizzata che perde il mercato degli
stupefacenti non può aumentare la domanda di armi né può aumentare la domanda di riciclaggio o
di rifiuti pericolosi.
Come qualsiasi mercato la criminalità non può incidere sulla domanda ma solo sull’offerta. Il terzo
danno è il danno ai consumatori. Nel mercato nero degli stupefacenti capita che le droghe sono di
cattiva qualità, essendo un mercato illegale la criminalità organizzata non ha alcun interesse ad
operare un controllo sulla qualità delle droghe. A volte ci sono quindi sostanze tagliate male, che
causano overdose, ci sono vari problemi che implicano un danno ai consumatori che deriva non
dalla sostanza in sé ma dal proibizionismo. In una fase di legalizzazione le droghe sarebbero
controllate e di migliore qualità.

Il quarto danno è causato dai consumatori. I consumatori soprattutto di eroina e cocaina, se


diventano fortemente dipendenti, potrebbero commettere dei reati come furto e rapina per
acquistare la dose di cocaina o eroina.
Ci sono una serie di reati patrimoniali che potremmo evitare con una serie di accorgimenti ad
esempio si potrebbe immaginare una distribuzione gratuita negli ospedali per i consumatori di
eroina e cocaina a basso reddito. Per le droghe bisogna ricordare che ci sono i paesi produttori e i
paesi consumatori. I paesi consumatori sono i paesi ricchi come il Canada, l’Europa, il Giappone,
mentre i paesi produttori sono paesi poveri. Ogni droga ha il suo paese produttore, ogni droga ha i
suoi effetti e quindi il suo gruppo di consumatori ben preciso. La cocaina è prodotto nel famoso
triangolo sudamericano formato da Perù, Bolivia e Colombia. L’oppio da cui si estrae la morfina e
l’eroina è prodotta da Afghanistan, Vietnam e Myanmar. La cannabis è prodotta da molti paesi in
nord Africa tra cui il Marocco, Libano.
Il quinto danno è che in questi paesi produttori c’è un elevato livello di violenza, di omicidi,
lesioni gravi e permanenti perché c’è una guerra continua tra le varie bande che cercano di
accaparrarsi la produzione di stupefacenti. Tutto questo sarebbe eliminato con la legalizzazione.
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8ª lezione - 24.10.2022
Eravamo rimasti ai danni del proibizionismo. Abbiamo visto che ci sono cinque danni
fondamentali:
- il danno economico allo Stato;
- il fiorire, la potenza della criminalità organizzata che gestisce il traffico di stupefacenti, che
potrebbe essere in gran parte eliminata;
- i reati commessi dai consumatori;
- i danni alla salute ai consumatori derivanti dal fatto che nel mercato illegale le droghe sono
di cattiva qualità;
- il danno nei Paesi produttori.
Ricordatevi, da quello che ho letto, non ho esperienza diretta a parte la cannabis, ogni droga ha il
suo Paese produttore e il suo gruppo di consumatori, quindi cambia la droga, cambia il gruppo di
consumatori e cambia il Paese produttore. Forse ve l’ho già detto, vi ho già detto i Paesi produttori.
Per quanto riguarda il gruppo di consumatori, negli USA l’apice del consumo di marijuana si è
avuto nel 1979, perché nel 1979? Perché gli anni Settanta sono l’epoca degli hippies, i figli dei fiori,
quelli che volevano la pace in Vietnam e cose di questo tipo. La droga preferita dagli hippies è la
marijuana. Ogni droga ha il suo gruppo di consumatori e i suoi effetti: la marijuana a seconda dei
punti di vista in genere dà euforia, è come l’alcol praticamente, riduce i freni inibitori e cose di
questo tipo. Il picco di consumo di cocaina negli USA si è avuto nel 1985, perché gli anni Ottanta
sono l’epoca degli yuppies, il gruppo sociale dei cosiddetti arrampicatori sociali, cioè avvocati,
dottori commercialisti, broker di borsa, che attraverso la cocaina, non ho esperienze dirette,
abbassavano i freni inibitori aumentando la sensazione della forza fisica e intellettuale, cioè
consentendo di lavorare molto di più. La cocaina era la droga preferita dagli yuppies. Quindi ogni
droga ha i suoi Paesi produttori, il suo gruppo di consumatori, i suoi effetti sull’organismo.
L’ecstasy è la classica droga nelle discoteche del sabato e della domenica, anche questa dà un
abbassamento dei freni inibitori e una sensazione di euforia. Cambia la droga, cambiano gli effetti,
cambia il gruppo di consumatori. La cannabis e l’hashish sono in assoluto le sostanze più
consumate. Prendendo in considerazione una popolazione di età compresa tra i 15 e i 65 anni, si
stima un consumo del 13% della popolazione negli USA ed un consumo del 10-11% della
popolazione in Europa. Invece, i consumatori di cocaina ed eroina sono molto meno. Quali sono i
danni paventati dai proibizionisti? I proibizionisti dicono: guardate, se legalizziamo gli stupefacenti
succederà questo. Cosa succederà? Ci sarà un aumento vertiginoso del consumo, quindi questo
aumento del consumo produrrà un aumento vertiginoso degli incidenti stradali, degli incidenti sul
lavoro, della disoccupazione, dei maltrattamenti in famiglia e così via. Questi sono i danni paventati
dai proibizionisti in caso di legalizzazione. Si parla di un aumento del consumo del 2000-3000%,
cose di questo tipo. Alla voce “proibizionisti” – io chiamerei allarmisti- potete inserire i due autori
McCoun e Reuter che hanno scritto un libro che si chiama Drug War Heresies - Le eresie della
guerra alla droga. Questi autori sostengono che, in caso di legalizzazione, ci sarà un aumento
vertiginoso del consumo sia delle droghe leggere che delle droghe pesanti, quindi un aumento del
consumo implica un aumento degli incidenti stradali, un aumento degli incidenti sul lavoro, tutta
una serie di conseguenze drammatiche che nessuno vuole.
Abbiamo dei dati empirici che sconfessano questa tesi proibizionista? Trent’anni fa c’era solo un
Paese che aveva legalizzato la cannabis che era l’Olanda, adesso il quadro è profondamente
cambiato, ci sono moltissimi Stati che hanno legalizzato la cannabis, c’è il Canada, la California, il
Colorado,
l’Uruguay, tra poco anche la Germania legalizzerà la cannabis, è un disegno di legge governativo, e
poi c’è l’Olanda.
Qual è il dato empirico più sicuro? Il dato empirico più sicuro è quello olandese, in Olanda si
consuma meno cannabis e hashish che nei Paesi proibizionisti europei, la media dei Paesi
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proibizionisti è 10- 11%, in Olanda si consuma il 9%; tenete presente che il dato olandese è un dato
falsato perché in Olanda c’è un cospicuo turismo ricreativo, cioè persone che dalla Germania, dal
Belgio, si muovono in Olanda semplicemente per andare nei coffee shop, quindi in realtà il
consumo degli olandesi è inferiore a quello statistico stimato. Cosa ci dicono gli studi empirici? Gli
studi empirici fatti sul consumo di droga in Olanda ci dicono che i ragazzi un po’ più piccoli di voi
provano per la prima volta la cannabis, ma smettono di consumarla qualche anno dopo o qualche
mese dopo, quindi la media dei consumatori, anche se la maggior parte dei ragazzi iniziano a
consumarla, è più bassa che nei Paesi proibizionisti. Questi sono i dati empirici. Quindi in giovane
età, intorno ai 18 anni, i ragazzi provano ad andare nei coffee shop, ma la maggior parte di questi
ragazzi poi smette di consumare cannabis e hashish, quindi la media della popolazione è inferiore
rispetto ai Paesi proibizionisti. Allo stesso modo non risultano aumenti sproporzionati del 2000-
3000% in altri Paesi come l'Uruguay, il Canada, il Colorado, non risulta questo aumento esorbitante
del consumo di cannabis o di hashish.
Ho letto un articolo specifico sul Colorado, che è uno Stato federale negli Usa che ha legalizzato la
cannabis nel 2014, c’era un articolo che si occupava di valutare dopo cinque anni cosa è successo in
Colorado. Cosa è successo in Colorado in questi cinque anni, dal 2014 al 2019, di legalizzazione
della cannabis?
1° effetto: come previsto lo Stato ha incassato centinaia di migliaia di dollari, perché il prezzo della
cannabis incorpora una tassa indiretta come l’iva, come le sigarette e l’alcol, esattamente lo stesso
tipo di meccanismo, per cui c’è stato un aumento elevato dell’introito fiscale, in cinque anni più di
un milione di dollari hanno calcolato;
2° effetto: tipico della legalizzazione, il prezzo della cannabis si è ridotto del 27%, questo è un
classico effetto della legalizzazione, la droga costa di più nei mercati illegali;
3° effetto: non risulta nessun aumento vertiginoso del consumo.
Ci sono però due effetti negativi che potrebbero essere una prova empirica di un piccolo aumento
del consumo:
1- sono raddoppiati i conducenti di automobili coinvolti in incidenti mortali positivi al THC, la
molecola della cannabis. Attenzione, non è che sono raddoppiati gli incidenti stradali, sono
raddoppiati i positivi al THC che erano coinvolti in un incidente stradale. Questa non è una
prova dell’aumento del consumo perché questi soggetti erano positivi anche all’alcol e ad altre
droghe, quindi hanno semplicemente aggiunto la marijuana ad altre droghe che li avrebbe
comunque portati all’incidente automobilistico.
2- Un altro effetto della legalizzazione è che a differenza di quello che accade nel mercato illegale
dove la droga e la cannabis vengono vendute essenzialmente per essere fumate, nei Paesi che
hanno legalizzato la cannabis come il Colorado, la California, si è diffuso un modo diverso di
consumare la cannabis, cioè ci sono negozi che vendono dolci e bevande gassose a base di
cannabis, si è passati dal consumo “respiratorio”, dal consumo mediante sigaretta, al consumo
alimentare, ci sono tisane alla cannabis, ci sono un sacco di merci diverse, il mercato si è
completamente diversificato e c’è un consumo alimentare. Il secondo effetto negativo è che è
quintuplicato il numero di persone che vanno al pronto soccorso con dei disturbi da
intossicazione di cannabis; questa potrebbe essere la prova di un piccolo aumento del consumo
perché è cambiato il tipo di consumo, cioè la sigaretta di cannabis dà certi effetti, il dolce di
cannabis dà altri effetti la nausea e altre cose, questi ricoveri al pronto soccorso hanno sintomi
tipici del consumo alimentare, dimostrano uno spostamento del consumo dalle sigarette al
consumo alimentare.
Collega: in Colorado prima della legalizzazione era criminalizzato il consumatore? Prof.: non lo
ricordo ma in genere negli USA sì.
Collega: magari non potevano andare al pronto soccorso per non essere scoperti.
Prof.: questo non lo ricordo ma normalmente negli USA i consumatori sono puniti, nei Paesi che
non hanno legalizzato, normalmente anche i consumatori sono puniti anche con sanzioni penali
credo.
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Che intendo per piccolo aumento del consumo? Piccolo aumento potrebbe essere il 15-20%, cose di
questo tipo. Questo è quello che è successo in Colorado.
Vi ho detto i dati statistici olandesi, in Olanda i dati empirici dimostrano un consumo a ondate, si
chiama wave like (?), cioè come un’onda, un picco. Ci sono due picchi fondamentali, uno negli anni
Settanta e uno negli anni Novanta di consumo di cannabis, dati empirici dimostrano che gli stessi
picchi si sono avuti in altri Paesi proibizionisti, quindi sembra da questi dati empirici che il
consumo di cannabis prescinda completamente se sia legale oppure no, l’aumento del consumo
sembra dipendere da fattori culturali, sociali, economici, di qualche tipo, che prescindono dalla
legalizzazione o dal proibizionismo. Questo effetto ad ondate negli anni Settanta e Novanta si
riscontra anche in altri Paesi europei proibizionisti. Quindi la conclusione degli autori è che il
consumo, almeno nella stragrande maggioranza dei casi, sembra prescindere dalla legalizzazione o
dal proibizionismo. La prova definitiva è che negli USA, almeno negli Stati in cui viene proibita sia
la vendita che il consumo, c’è un consumo di marijuana molto più elevato che altrove, il 13% è il
picco più assoluto rispetto ad altri Paesi proibizionisti.
Dovete tenere presente, argomento nº 2, gli studi di Jeffrey Miron, professore che si è occupato del
problema del consumo e della vendita di sostanze stupefacenti. Miron ha analizzato il mercato degli
oppiacei, eroina e morfina sono gli oppiacei, prima e dopo il proibizionismo, cioè prima del 1919 e
dopo il 1919 negli USA; Miron ha analizzato il consumo di alcol prima e dopo il proibizionismo,
ricordatevi che negli USA dal 1920 al 1933 era proibito il consumo di alcol; infine Miron ha
analizzato il consumo di cocaina prima e dopo gli anni 80, qual è la caratteristica degli anni 80? Che
i presidenti repubblicani come Reagan e Bush hanno incrementato fortemente le risorse economiche
della DEA, l’organismo che si occupa di perseguire il traffico di stupefacenti, hanno incrementato
fortemente le risorse contro la guerra alla droga per eliminare, secondo loro, il fenomeno. Miron ha
analizzato il consumo di cocaina prima e dopo questa politica fortemente proibizionista dei
presidenti repubblicani come Reagan, siamo alla fine degli anni 80.
La conclusione di Miron è che il proibizionismo, nella migliore delle ipotesi – che non è
necessariamente quella che si verifica- produce un abbassamento del consumo del 20%, così come
la legalizzazione, nella peggiore delle ipotesi, comporta un aumento del consumo del 20%. Queste
sono ipotesi estreme perché, come abbiamo visto, in Olanda questo effetto non si è verificato,
quindi non sono effetti necessari.
Perché il mercato degli stupefacenti, nonostante tutte le risorse impiegate dai presidenti
repubblicani, non finirà mai? Il mercato illegale intendo, l’unica strada è legalizzare.
Per due motivi:
1° perché c’è una elevata domanda di droga, quindi se c’è un’elevata domanda di droga
automaticamente si crea l’offerta. Quindi cosa succede? La polizia fa due anni di indagini, arresta
una banda di marocchini, o italiani, o turchi o francesi, dopo poco tempo questa banda viene
sostituita da un’altra banda di iraniani o di turchi o di italiani o di marocchini o di altro tipo. Quindi
il mercato è inarrestabile e questo è detto esplicitamente dalla polizia in un manuale destinato a
conoscere il consumo e la vendita di cocaina che è curato da un certo Serpelloni, manuale di
cocaina che potete trovare su internet. Ci sono dichiarazioni della polizia che dice il mercato è
inarrestabile.
2° perché il ricarico della criminalità organizzata è elevatissimo. Il ricarico è la differenza tra quanto
la droga viene comprata nei Paesi produttori, in genere viene comprata ad un prezzo basso, e quanto
viene venduta al dettaglio nei Paesi consumatori. Viene comprata all’ingrosso la cocaina in
Colombia e poi viene rivenduta al dettaglio in Europa, il ricarico è del 2000-3000 %, ciò vuol dire
che la criminalità organizzata guadagna tantissimo dal consumo e dalla vendita di stupefacenti, il
ricarico è elevatissimo.
Quindi il mercato degli stupefacenti, il mercato illegale, sulla base dei dati empirici che abbiamo a
disposizione, sembra un fenomeno inarrestabile. Gli USA nel 2000 hanno tentato pure di
coinvolgere la Colombia in un piano di distruzione dei campi di coltivazione di cocaina, si chiama
Plan Colombia, ma questo piano è fallito miseramente.
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Collega: non è illegale la coltivazione delle foglie di coca, ma tutto il resto sì, infatti loro le
coltivano e le mangiano essiccate, senza lavorazione.
Altro elemento fondamentale è l’elasticità della domanda. Chi si ricorda in microeconomia potere di
elasticità della domanda e dell’offerta? L’elasticità è la proporzione tra domanda e offerta, cioè
quanto la domanda di un bene aumenta in relazione alla diminuzione del prezzo, un bene
particolarmente anelastico è un bene che viene consumato nonostante ci sia un aumento del prezzo,
ad esempio le sigarette di tabacco sono un bene abbastanza anelastico. Non troverete uno studio su
questa materia, cioè l’elasticità tra domanda e offerta di cocaina, di eroina, di cannabis, ci sono
centinaia di studi, tutti con conclusioni diverse, che danno percentuali di elasticità diverse, facendo
la media tra questi studi possiamo dire che si calcola che se il prezzo della cocaina, secondo questi
studiosi, si riduce del 50%, il consumo aumenta del 25%. Questa è la media degli studi che io ho
visto. Ma, domanda fondamentale, ci sono dati empirici che suffragano questa tesi? In realtà no
perché dal 1990 al 2005 i prezzi della cocaina e dell’eroina sono crollati, più che dimezzati; in base
a questa tesi avremmo dovuto avere un aumento vertiginoso del consumo che non c’è stato, o anche
un aumento del 25%. Le statistiche ci dicono che in quel periodo il consumo di cocaina ed eroina
negli Stati europei è aumentato, addirittura diminuito in alcuni Paesi in modo completamente
diverso, in alcuni casi è aumentato del 7%, in altri casi del 10-15-20%, in altri Paesi è diminuito,
non c’è nessuna correlazione diretta tra la diminuzione del prezzo e l’aumento della domanda,
perché la diminuzione del prezzo è quello che… con la legalizzazione, normalmente il prezzo
diminuisce.
Un altro aspetto della retorica proibizionista è il problema della dipendenza, nella cultura di massa
che è creata dai libri dai film e anche dagli articoli accademici ,i consumatori di cocaina ed eroina
vengono descritti come tutti fortemente dipendenti dalla sostanza in realtà i dati empirici che sono
ormai diciamo abbastanza consolidati dicono che ci sono tre tipi di consumo delle droghe: consumo
ricreativo è un consumo occasionale o saltuario che riguarda la maggior parte dei consumatori; un
consumo terapeutico: la morfina viene utilizzata nel caso di alcune terapie oncologiche perché è
l’unico mezzo per frenare il dolore del paziente; un consumo compulsivo tutti i dati empirici ci
dicono che il consumo compulsivo riguarda il 20-25% dei consumatori.
Letture consigliata: Douglas Husak “Drugs and rights”

Relazione dell’osservatorio nazionale consumo di droga (Il prof. ha letto la relazione del 2009)
Manuale di cocaina di aggiornamento tecnico-scientifico di Serpelloni
Sito di analisi sul consumo di cocaina The Cocaine Project

Tutti gli studi ci dicono che i consumatori di cocaina ed eroina per la maggior parte dei casi sono
consumatori saltuari o occasionali solo il 20-25% è un consumatore compulsivo. Per questo non
dovete consumare droghe pesanti, perché non sapete se rientrerete nel consumo ricreativo o se
invece cadrete nel consumo compulsivo (tunnel della droga). All’interno del consumo compulsivo
c’è una minoranza di persone che fa una brutta poiché non riescono più a disintossicarsi e
normalmente muoiono per un eccessivo consumo di cocaina, eroina, alcol, psicofarmaci e cose di
questo tipo. Ad esempio, la cantante Whitney Houston è morta per il consumo di cocaina da cui non
riusciva a disintossicarci, l’attrice Marilyn Monroe è morta per un eccesso/un’overdose di
barbiturici, cioè psicofarmaci. Ci sono vari casi di soggetti che fanno una brutta fine. Allora se
guardiamo semplicemente alla dimensione della mortalità non c’è paragone tra il consumo di
droghe pesanti e il consumo di sigarette e di tabacco. Secondo la Fondazione Veronesi ogni anno
muoiono 70000 persone per problemi di vario tipo collegati al consumo di tabacco: carcinoma al
polmone, problemi cardiocircolatori e altri. Secondo il Dipartimento delle politiche antidroga nel
2018 sono morti a causa delle droghe 378 persone. Voi direte che i consumatori di tabacco sono
molti di più, ma in proporzione ai consumatori il livello di mortalità del tabacco è molto più alto,
per questo è consigliato evitare un uso compulsivo delle sigarette e del tabacco. La maggior parte
dei consumatori di droghe pesanti sono consumatori occasionali o saltuari. La retorica
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proibizionista tende a presentare anche nella cultura generale i cocainomani e gli eroinomani come
consumatori compulsivi, cosa che non è corretta!
A conclusione di questo discorso che cosa possiamo fare nel caso di legalizzazione? In caso di
legalizzazione lo stato ha un ingente incasso-maggiore gettito fiscale, cosa possiamo fare con questi
soldi? Possiamo innanzitutto finanziare programmi di educazione nelle scuole contro il consumo di
droghe sia leggere che pesanti, quindi in questo caso gli incidenti automobilistici non aumentano
ma diminuiscono possiamo finanziare la polizia per bloccare coloro che consumano stupefacenti
soprattutto nel weekend nelle discoteche al di fuori delle discoteche, si potrebbero organizzare dei
posti di blocco per individuare i soggetti positivi alla droga al volante di un’automobile o motociclo,
con questi soldi potremmo aumentare i programmi di disintossicazione, rendendo la droga legale le
persone come gli alcolisti anonimi non avrebbero più paura delle sanzioni quindi avrebbe una
maggiore facilità a disintossicarsi partecipare ad un gruppo di sostegno contro il consumo di
stupefacenti; si possono fare tante cose con questo gettito fiscale in più, ma non viene fatto nulla.
Potremmo ad esempio attribuire all’interno di un’azienda ad un lavoratore consumatore di
stupefacenti potremmo attribuirgli un lavoro che non implica un danno nei confronti di terzi, ad
esempio, un lavoro d’ufficio anziché un lavoro tipo manovrare delle gru si potrebbe fare con i
consumatori di stupefacenti. Tutti i reati patrimoniali potrebbero essere tutti eliminati tramite una
somministrazione controllata della cocaina ed eroina negli ospedali per consumatori da basso
reddito.
Tutti i dati empirici che vi ho detto li trovate nel libro Drugs and Rights, nel manuale sulla cocaina
di Serpelloni oppure li trovate nei world drug report dell’UNODC. L’UNODC è l’organismo delle
Nazioni Unite che si occupa nel traffico e del consumo di sostanze stupefacenti dove trovate tutte le
statistiche che volete sul consumo, sul prezzo all’ingrosso ed al dettaglio dei vari stupefacenti ed
altro.
Concluso l’argomento proibizionismo antiproibizionismo passiamo direttamente al conflitto tra
paternalismo e anti-paternalismo. Io vi offrirò una concezione anti-paternalista contro il
paternalismo giuridico. Qual è la definizione di paternalismo? Lo Stato ha il potere legittimo di
limitare la libertà individuale anche con l’uso della forza contro la volontà dell’individuo per il tuo
bene. Per il tuo bene è la caratteristica fondamentale del paternalismo. Allora avete una limitazione
della libertà individuale, l’uso della forza che può essere normalmente l’uso della sanzione penale o
della sanzione amministrativa contro la volontà dell’individuo per il bene dell’individuo stesso, il
concetto di bene più utilizzato non è quello che l’individuo pensa essere il suo bene, ma è quello
che lo Stato pensa che sia un bene per l’individuo. Per definire l’anti-paternalismo dovete
semplicemente mettere una negazione lo stato non ha il diritto legittimo di limitare libertà
dell’individuo contro la sua volontà mediante l’uso della forza per il suo bene. Come dice Mill nel
suo famoso libro del 1859 on Liberty Mill dice che l’individuo è sovrano sulla sua mente e sul suo
corpo, l’unica ragione per limitare la libertà dell’individuo è quando cagiona un danno ai terzi. I
casi di conflitto tra paternalismo e
anti-paternalismo sono la prostituzione, la pornografia, l’uso del casco alla guida di un motociclo,
l’uso delle cinture di sicurezza, il consumo di sostanze stupefacenti fino ad arrivare agli sport
estremi, al sesso sadomaso e all’eutanasia ed al suicidio assistito. Questo è un punto molto
importante non dimenticatelo normalmente tutti gli anti-paternalisti o la maggior parte di essi sono
anti-paternalisti moderati-ALL’ ESAME VI CHIEDERO’ in cosa consiste questa moderazione?
Consiste nel fatto che l’individuo che è sovrano sulla sua mente e sul suo corpo è un individuo che
ha alcune caratteristiche, sono essenzialmente 5: l’essere adulto, l’agire in assenza di pressioni
coercitive sufficienti, agire in uno stato di razionalità e capacità di intendere e di volere, conoscere i
fatti rilevanti e infine avere dei desideri sufficientemente stabili nel tempo. Questi requisiti li
chiameremo requisiti per un grado sufficiente di autonomia. Una precisazione: io non sostengo la
tesi secondo la quale in assenza di uno di questi requisiti lo stato ha il diritto il potere legittimo di
fare quello che vuole, nei limiti del possibile bisogna soddisfare i desideri anche delle persone più
svantaggiate, intellettualmente meno fortunate che hanno una grave disabilità mentale, che hanno la
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demenza senile o che hanno un grave disturbo di personalità come la schizofrenia, dobbiamo ove
possibile soddisfare i desideri di queste persone senza l’uso di violenza, però è facile immaginarsi
dei casi in cui invece possiamo impedire a queste persone di agire, immaginate uno schizofrenico
che ha una allucinazione e vede il mare davanti a sé vuole tuffarsi nel mare mentre invece si sta
tuffano nel Tevere a gennaio abbiamo il diritto di impedirgli di tuffarsi perché il suo scopo non è
suicidarsi. Ad esempio se lo schizofrenico vuole consumare cannabis in un regime di legalizzazione
dovremmo consentirlo. Gli anti-paternalisti radicali sono quelli che prescindono da questi requisiti,
ad esempio, Freeman vorrebbe che la droga fosse venduta al supermercato come qualunque altro
bene. In un regime di legalizzazione moderato le droghe pesanti potrebbe essere vendute in
farmacia dietro prescrizione medica quindi ci sarebbe un controllo da parte del medico che informa
il soggetto dei rischi del consumo di cocaina o di altra sostanza. La maggior parte degli insegnanti
paternalisti come me sono anti paternalisti moderati.
Quindi avete paternalismo, anti paternalismo, anti paternalismo moderato, anti paternalismo
radicale, i 5 requisiti per un grado sufficiente di autonomia e i casi di conflitto ordinari tra
paternalisti e anti paternalisti.
Tenete presente che l’eutanasia è legale in Belgio, Olanda, Spagna, in alcuni stati federali degli Stati
Uniti.
Il suicidio assistito è legale in Svizzera e in Germania (dove recentemente è intervenuta la Corte
Costituzionale a stabilire che “ciascuno ha il diritto ad una morte autodeterminata”).
DIRITTI UMANI LEZIONE N. 11 DEL 4/11/2022
Eravamo fermi ai diritti indisponibili.
Nel caso Englaro (siamo negli anni 2000, la sentenza della Corte di Cassazione di Englaro è del
2007, la Corte d’Appello un po’ prima), la Corte d’Appello ha rifiutato la proposta di Beppino En-
glaro di staccare l’alimentazione e l’idratazione artificiali di Eluana Englaro che era in stato vegeta-
tivo permanente, con la motivazione che il diritto alla vita è un diritto indisponibile.

Ci sono 3 sensi possibili di indisponibilità:


1. il primo senso di indisponibilità è l’inalienabilità (in letteratura i diritti fondamentali sono con-
siderati inalienabili);
2. il secondo senso è l’impossibilità di rinunciare in via definitiva alla titolarità del diritto;
3. il terzo senso è l’impossibilità di rinunciare all’esercizio del diritto, vuol dire che dovete
eser- citarlo necessariamente.
Quali di questi sensi sono compatibili con una concezione antipaternalista? Ricordatevi che l’altra
faccia dell’antipaternalismo è il principio del danno a terzi. Dice John Stuart Mill “L’individuo è
sovrano sulla sua mente e sul suo corpo. L’unica ragione per cui la comunità può limitare la
libertà dell’individuo mediante l’uso della forza è il principio del danno a terzi” (cioè non
cagionare danno a terzi).

PRIMO SENSO DI INDISPONIBILITÀ  INALIENABILITÀ


Distinguiamo 3 tipi di diritti (distinzione molto comune in letteratura e in diritto costituzionale):
diritti di libertà, diritti politici e diritti sociali.

1) I diritti di libertà sono storicamente collegati ad una concezione liberale che è stata filosofica-
mente elaborata nel ‘700 e messa in pratica nell’800. I diritti di libertà sono:
- la libertà di stampa;
- la libertà di espressione;
- la libertà di manifestazione;
- la libertà di raduno;
- la libertà religiosa;
- il diritto di proprietà;
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- il diritto di stipulare contratti.
L’inalienabilità da cosa dipende? L’inalienabilità è molto semplice nei diritti di libertà perché
siccome tutti abbiamo gli stessi diritti di libertà non ha senso vendere a nessuno il mio diritto di
libertà. Se anche voi avete la libertà di manifestazione del pensiero non posso vendervi la mia
perché già l’avete (quindi non si pone un problema di alienabilità).
L’unico caso in cui si pone il problema di alienabilità è il caso famoso in letteratura dei CON-
TRATTI VOLONTARI DI SCHIAVITÙ. In questo caso, la libertà di riferimento è la libertà
personale (art. 3): la libertà personale è inviolabile; vuol dire che è anche indisponibile (nel primo
senso, cioè inalienabile)?
Sì, la libertà personale è inalienabile, e questo dipende dal fatto che anche dal punto di vista di una
concezione antipaternalista possiamo vietare i contratti volontari di schiavitù.
Cos’è un contratto volontario di schiavitù? È un caso nel quale un soggetto, non costretto, ma
volontariamente, stipula un contratto di schiavitù volontario, cioè stipula un contratto in cui in
cambio di un corrispettivo si mette a disposizione come schiavo di un suo padrone (dell’altro
contraente).
Perché non posso farmi schiavo di qualcun altro? Perché non posso avere questa libertà?
1. la prima ragione è che dobbiamo tutelare, per quanto riguarda gli atti di disposizione del
proprio corpo gravi e irreversibili, la volontà ultima del soggetto.
Esempio: immaginiamo che un soggetto dia il proprio consenso all’eutanasia e inizi l’iter
burocratico per procedere; poi al momento dell’iniezione letale il soggetto si rifiuta. Quale volontà
facciamo prevalere? La volontà precedente o attuale? Si fa prevalere quella attuale (questo vale per
l’eutanasia, per il suicidio assistito, per l’aborto, cambiamento di genere sessuale e così via). Vale la
volontà ultima del soggetto. Nel caso dei contratti volontari di schiavitù prevale la volontà ultima
dello schiavo di liberarsi, cioè di rescindere il contratto di schiavitù. Da un punto di vista
antipaternalista possiamo inserire in questo contratto una clausola di recesso ad nutum (recesso
libero) perché assumiamo che lo schiavo abbia il dirit- to fondamentale di non essere schiavo e
quindi se vuole liberarsi dal contratto dobbiamo at- tribuirgli questo potere. Questo riguarda gli atti
di disposizione del proprio corpo impor- tanti, gravi o eventualmente irreversibili. Se si
legalizzasse la prostituzione, anche il con- tratto di prostituzione incorporerebbe una clausola di
recesso ad nutum (la prostituta può ri- fiutare fino all’ultimo momento la prestazione).
Abbiamo 2 interessi da bilanciare:
- l’interesse del padrone ad avere lo schiavo tutto il giorno;
- l’interesse dello schiavo di liberarsi dal contratto e dal vincolo con il padrone.
In questo bilanciamento facciamo prevalere la volontà dello schiavo di liberarsi (interesse
meritevole di tutela) rispetto all’interesse del padrone di avere uno schiavo notte e giorno.
Ovviamente la maggior parte dei contratti non contengono una clausola di recesso ad nutum (per
esempio, se io stipulo un contratto di mutuo con la banca non posso rescindere dopo il contratto), e
quindi la maggior parte dei contratti sono vincolanti per la controparte. È un bilanciamento degli
interessi del contraente e dell’altro contraente; nel caso dello schiavo, il suo diritto di non essere più
schiavo è più importante dell’interesse del padrone di avere uno schiavo tutto il giorno. Questa è
una delle ragioni per cui possiamo vietare i contratti di schiavitù.

2. La seconda ragione per cui possiamo vietare i contratti di schiavitù è un possibile danno a
terzi. Innanzitutto, come dice Feinberg, dobbiamo distinguere tra desideri statisticamente
ricorrenti e desideri statisticamente inesistenti.
Tra i desideri statisticamente ricorrenti ci sono il desiderio di ottenere l’eutanasia, il suici- dio
assistito, il diritto di consumare sostanze stupefacenti, il sesso sadomaso anche violento (piccola
percentuale).
Quali sono i desideri statisticamente inesistenti?

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L’incesto  è molto improbabile trovare un padre cinquantenne che vuole avere una rela- zione
con la figlia ventenne, perché il tabù dell’incesto è fortemente radicato nel mondo per cui,
normalmente, l’incesto avviene statisticamente mediante violenza o per eventuale sfrut- tamento di
una condizione di minorità della persona.
Lo stesso vale per il contratto di schiavitù  chi è che vorrebbe stipulare un contratto con cui resta
schiavo di un altro soggetto per tutta la vita? È un desiderio altamente improbabile. Quindi
possiamo elaborare una presunzione di involontarietà; se qualcuno dice di voler stipulare un
contratto di schiavitù volontaria possiamo presumere una forma di involontarie- tà, cioè una forma
di irrazionalità o una forma di coercizione.
Qual è il danno a terzi? Il danno a terzi è il seguente: già oggi ci sono dei soggetti, in genere
emigranti, che sono vittime di traffici, cioè sono schiavizzati dalla criminalità organizzata (non si sa
esattamente quanti sono). Se noi introducessimo la possibilità di stipulare un con- tratto volontario
di schiavitù, la criminalità organizzata potrebbe costringere le vittime di tratta a stipulare questo
contratto e in questo caso la schiavitù sarebbe legalizzata, e questo è un danno a terzi.
Il punto di partenza è la presunzione di involontarietà. Come dice John Stuart Mill, che si occupa
di questa questione nel saggio “On liberty” del 1859, “L’individuo non è libero di non essere
libero”, cioè non è libero di non essere libero per sempre, in via definitiva con un contratto
volontario di schiavitù. Quindi è corretto affermare che LA LIBERTÀ PERSO- NALE È
INALIENABILE ANCHE DA UN PUNTO DI VISTA ANTIPATERNALISTA.

2) Secondo tipo di diritti: i diritti politici  il diritto di voto. Perché non posso vendere il mio
diritto di voto a qualcun altro? Per tutelare la democrazia, perché viceversa le classi più ricche
potrebbero acquisire vari diritti di voto dalle persone più povere (verrebbe meno la democrazia,
per cui servono persone che hanno la possibilità di votare 6, 7, 8, 10 volte).

3) Diritti sociali  i diritti sociali, dal punto di vista storico, nascono nella seconda metà
dell’800, e nella prima metà del ‘900 vengono riconosciuti. I diritti sociali nascono da un orien-
tamento culturale socialista comunista o cattolico-riformista (orientamento che ritroverete nel-
l’Assemblea costituente). Quali sono i diritti sociali? I diritti sociali sono:
- il diritto alla salute;
- il diritto al lavoro;
- il diritto all’istruzione;
- il diritto alla casa, e così via.
I diritti sociali sono inalienabili? Si. Perché? Perché ciascun diritto sociale presuppone un insie- me
di risorse pubbliche fornito dallo Stato. Se io ho il diritto alla salute, ho, ad esempio, il diritto ad
effettuare una tac gratuita in ospedale in caso di incidente. Perché non posso vendere questo diritto?
Perché questo diritto presuppone un budget economico che serve per comprare una tac, per pagare i
medici, infermieri, ecc.; questo budget economico non può essere liberamente di-
sposto, utilizzato dal titolare del diritto. Non posso vendere il mio diritto alla salute perché dietro
c’è un budget economico, ci sono risorse pubbliche dello Stato che si formano tramite la tassa-
zione ed io non ne posso disporre liberamente delle risorse pubbliche della comunità.

SECONDO SENSO DI INDISPONIBILITÀ  IMPOSSIBILITÀ DI RINUNCIARE ALLA


TITOLARITÀ DEL DIRITTO IN VIA DEFINITIVA
Qui abbiamo una presunzione di involontarietà (se non di coercizione).
Perché dovrei rinunciare senza alcun corrispettivo? Perché un soggetto dovrebbe rinunciare per
sempre al suo diritto alla salute? Che senso ha? Se non vuole farsi curare è sufficiente non andare in
ospedale, non c’è un obbligo di farsi curare (salvo che non sia un problema di danni a terzi). Io pos-
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so non esercitare il diritto alla salute, ma perché devo rinunciarci per sempre? Posso cambiare idea
in futuro, potrei avere una necessità di esercitare il diritto alla salute. Sembra strana l’idea che un
soggetto rinunci alla titolarità del diritto in via definitiva.

TERZO SENSO DI INDISPONIBILITÀ  IMPOSSIBILITÀ DI RINUNCIARE AL-


L’ESERCIZIO DEL DIRITTO, DEVO ESERCITARLO
Vi sono 3 casi diversi.

1) Il diritto al nome e il diritto ad un difensore in un processo.


- Diritto al nome: io non posso rinunciare al mio nome e cognome; ci sono dei casi particolari per
cui la legge prevede di cambiare il cognome (corrisponde ad una parolaccia, per esempio), ma
normalmente devo esercitare questo diritto. Qual è la ragione? La ragione è un potenziale danno a
terzi, cioè il Codice penale punisce chi falsifica documenti di identità perché nor- malmente il
desiderio di falsificarli dipende dall’esercizio di un’attività criminosa; non posso
dare false generalità ad un pubblico ufficiale (ci sono reati ben precisi, e c’è un danno a terzi
abbastanza probabile). Più che diritto indisponibile al nome, sarebbe più opportuno parlare di un
DIRITTO-DOVERE, dove il dovere è basato su un danno a terzi.
È un diritto strano perché è parzialmente alienabile, come il diritto all’immagine (io posso vendere
la mia immagine per uno spot pubblicitario). Posso vendere il mio nome: ad esempio, stipulo con
qualcuno un contratto che preveda la pubblicazione di un romanzo a mio nome anche se non l’ho
scritto io (questa è una possibilità dell’ordinamento); posso prestare il mio nome, alienarlo, a fronte
di un corrispettivo per consentire a qualcuno di pubblicare un libro a nome mio.
- Diritto ad un difensore nel processo: il c.p.p. non dice che l’imputato ha diritto ad un difenso-
re, dice semplicemente che se non nomina il difensore di fiducia viene nominato un difensore
d’ufficio. È un diritto che non posso non esercitare, cioè non è previsto, a differenza degli Stati
Uniti, che l’imputato si difenda da solo. È un DIRITTO-DOVERE; qual è la ragione del dove- re?
La ragione del dovere è un possibile danno a terzi, cioè se manca il difensore (la contro- parte del
P.M. nel processo), il processo è squilibrato dal punto di vista del P.M., e quindi po- trebbe venire
meno l’esigenza fondamentale del processo che è quella di punire i colpevoli e assolvere gli
innocenti. Un imputato innocente senza difensore potrebbe essere condannato.
2) I diritti dei lavoratori.
La maggior parte dei diritti dei lavoratori sono inalienabili e indisponibili nel terzo senso (non posso
rinunciare all’esercizio del diritto, devo esercitarlo).
-
Diritto alla retribuzione
-
Diritto alle ferie pagate
-
Diritto ad un posto di lavoro sicuro (sicuro nel senso dove non c’è rischio per l’incolumità
dell’operaio)
-
Diritto al riposo giornaliero
-
Diritto al riposo settimanale, e così via.
Ci sono vari diritti normalmente attribuiti ai lavoratori. Quando manca il riposo giornaliero, c’è un
riposo compensativo (questo vale soprattutto per i medici e gli infermieri).
Qual è la ragione dell’indisponibilità dal punto di vista di una concezione liberale? La ragione sta
nel tutelare la sufficiente libertà da pressioni coercitive; tutelare l’interesse dei lavora- tori
dalla chiusura della negoziazione con i datori di lavoro. Se questi diritti fossero disponi- bili, i
datori di lavoro potrebbero effettuare pressioni coercitive legali per indurre i lavoratori a rinunciare
a tali diritti.
Quali sono queste pressioni coercitive?
Ad esempio: minaccia di licenziamento (la minaccia di licenziamento è particolarmente grave
perché con il Jobs Act di Renzi, licenziare un nuovo assunto ormai è abbastanza semplice per- ché,
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a parte alcuni casi di licenziamento discriminatorio, il licenziamento c.d. economico è pra-
ticamente libero perché l’imprenditore deve pagare semplicemente una sanzione pecuniaria che va
da 12 a 36 mensilità, quindi, di fatto, Renzi ha reso il licenziamento dei nuovi assunti prati- camente
libero -a parte il licenziamento discriminatorio), minaccia di riduzione della produzio- ne, minaccia
di delocalizzazione (portare l’azienda all’estero), e così via.
Se questi diritti fossero disponibili, si creerebbe una guerra tra poveri per cui i poveri potrebbero
essere costretti dalla povertà a rinunciare ad alcuni di questi diritti, e questa è assolutamente una
situazione da evitare. La stessa Costituzione italiana fa riferimento ad alcuni di questi diritti come
irrinunciabili, cioè sono indisponibili, devono essere esercitati (il lavoratore non può non andare in
ferie). Quindi, i diritti dei lavoratori sono indisponibili nel terzo senso, e non vi si può rinunciare
nemmeno in via parziale, cioè gli operai non possono stipulare un contratto in cui ri- nunciano
parzialmente alla titolarità del diritto alle ferie, al riposo, e così via.

3) Il diritto alla vita e il diritto alla salute.


Questi sono considerati da alcuni autori indisponibili (non posso rinunciare all’esercizio del dirit- to
alla vita, devo vivere, non posso non vivere). In questo caso, il diritto alla vita e il diritto alla salute
sono considerati indisponibili sulla base di una TEORIA IDEALE DEGLI INTERESSI che è
incompatibile con una concezione liberale.
Che cos’è una teoria ideale degli interessi?
La teoria ideale degli interessi è il nocciolo del paternalismo perché questa teoria individua il bene
dell’individuo (paternalismo: diritto di limitare la libertà dell’individuo mediante l’uso della forza
contro la sua volontà per il suo bene; questo bene viene identificato in base a una teo- ria ideale
degli interessi). È una teoria che attribuisce interessi -indipendentemente dai desideri, dalle
preferenze autonome (quindi razionali, basate sulla capacità di intendere e di volere, basate sulla
conoscenza dei fatti rilevanti, libere da pressioni coercitive)- contro i desideri e le preferen- ze
autonome degli individui.
Ad esempio, Robert P. George, un giusnaturalista cattolico, nel suo libro “In Defense Of Natural
Law” (In difesa del diritto naturale), individua nel matrimonio un bene assoluto, un diritto indi-
sponibile. Quindi, anche se una escort ritenga che in quel momento preciso della sua vita ritiene di
non avere interesse a sposarsi, arriva Robert P.George -che in base ad una teoria ideale degli
interessi- attribuisce alla escort il diritto indisponibile a sposarsi (a cui non si può rinunciare).
La teoria ideale degli interessi è il nocciolo del concetto di bene nella definizione di paternali- smo;
nella nozione di paternalismo, il concetto di bene è indipendente dai desideri e dalle prefe- renze
autonome dell’individuo, la cui libertà viene limitata. Ad esempio: un soggetto vuole otte- nere
l’eutanasia e non può perché ha il diritto indisponibile alla vita.
Si hanno essenzialmente due possibilità:
- o la teoria degli interessi è una teoria normativa, camuffata da fattuale, cioè ci dice non quali
interessi le persone hanno (descrittivo), ma ci dice in realtà quali interessi le persone
devono avere;
- o la teoria degli interessi poggi su assunzioni metafisico trascendenti (sarebbe molto proble-
matica per le ragioni viste sopra per cui sono problematiche le assunzioni metafisico
trascen- denti). Ad esempio, potrebbe essere una assunzione metafisico trascendente “Dio è
favorevole a considerare indisponibile il diritto alla vita”.
La teoria ideale degli interessi si chiama anche TEORIA OGGETTIVA DEGLI INTERESSI,
perché gli interessi non sono soggettivamente riconosciuti dall’individuo, ma sono oggettiva-
mente imposti dall’alto. “Teoria oggettiva degli interessi” perché sono indipendenti dagli inte-
ressi soggettivi degli individui. Quindi questa teoria o è una teoria ingannevole, cioè normativa,
camuffata da fattuale, oppure è ontologicamente, razionalmente, molto problematica perché pog-

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gia su assunzioni metafisiche trascendenti che non sono né vere né false, né razionali né irrazio-
nali, né falsificabili né verificabili.

Alessandra Santoro

PARTE II

[Ragazzi ho visto gli elenchi degli esami e siete tantissimi quindi la disputatio inizia alle 13:00 e
finisce alle 17:00, gli esami iniziano più o meno alle 12:15 e finiscono alle 19:00]
Non so se in diritto penale avete distinto l’eutanasia attiva, l’eutanasia passiva e il suicidio as-
sistito, qual è la differenza?
a) L’eutanasia passiva, ammessa nel nostro ordinamento, si ha quando un soggetto richiede la
sospensione o l’interruzione di un trattamento vitale (che potrebbe essere una forma di
alimentazione artificiale tramite sondino oppure la ventilazione artificiale, cioè il polmone
d’acciaio; ci sono varie possibilità). Il soggetto richiede la sospensione o l’interruzione del
trattamento, e questo lo può fare chi è direttamente capace di intendere e di volere oppure, in
base alla legge Renzi, lasciando delle DAT (dichiarazioni anticipate di trattamento) in cui si
afferma che in futuro, se si cadesse in stato vegetativo-permanente, si lascia scritto il volere
che i medici stacchino il sostegno del trattamento vitale, cioè l’alimentazione e l’idratazione
artificiale  in questo senso si chiama eutanasia passiva perché il medico lascia morire il
paziente secondo il decorso della sua malattia. In questo caso dovete ricordare il caso Welby
di qualche anno fa, in cui il soggetto ha richiesto al medico il distacco del polmone d’acciaio
con cui viveva da tanto tempo, e il medico è stato assolto dal giudice. Anche il caso di Elua-
na Englaro è un caso di eutanasia passiva.
b) Quando invece si parla di eutanasia attiva? L’eutanasia attiva, vietata dal nostro
ordinamen- to, sussiste quando il medico effettua un’iniezione letale al paziente e questo
muore. Questo è vietato nel nostro ordinamento.

c) Il suicidio assistito si ha quando un soggetto si fa prescrivere dal medico i farmaci necessari


a suicidarsi  ad esempio in Svizzera si usa normalmente il pentobarbital. In questo caso,
l’ultimo atto di morte autodeterminata è compiuto dal soggetto, il quale assume i farmaci
prescritti dal medico per cui c’è un suicidio assistito ma è pur sempre un suicidio, e non un
caso di eutanasia attiva poiché l’ultimo atto di morte è compiuto dal soggetto. Questo è il sui-
cidio assistito.

Quali sono gli argomenti che possiamo utilizzare contro l’idea che il diritto alla salute e il dirit- to
alla vita siano beni indisponibili?
1) Il primo argomento è quello dei permessi bilaterali: normalmente un diritto soggettivo è
un agglomerato, un insieme, un grappolo di posizioni afobiche che si chiamano hohfeldiane
in memoria di Hohfeld, un autore che ha scritto degli articoli sui diritti soggettivi all’inizio
del ‘900. Un diritto soggettivo, normalmente, è un agglomerato di posizioni afobiche che
sono una pretesa e un permesso bilaterale. Permesso bilaterale significa permesso di fare
qualco- sa/permesso di non fare qualcosa. Se io ho la libertà di manifestazione del pensiero,
ho la pretesa che lo Stato non interferisca nella mia libertà e nella mia manifestazione del
mio pen- siero, e ho un permesso bilaterale, cioè posso esprimere la mia opinione, posso non
esprimere la mia opinione (permesso di fare/permesso di non fare).
Normalmente, i diritti soggettivi sono un agglomerato di una pretesa e di un permesso bilate- rale,
salvo che i titolari del diritto stesso non vogliano un permesso unilaterale  che è il caso dei diritti
dei lavoratori in cui l’interesse dei lavoratori alla chiusura della negoziazione implica che i
lavoratori hanno il permesso di andare in ferie ma NON hanno il permesso di non andare in ferie
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(permesso unilaterale). Il permesso unilaterale vale soltanto quando ci sono degli interessi dei
titolari del diritto stesso, interessi reali non ideali.
Normalmente, un diritto soggettivo è un agglomerato di una pretesa e di un permesso bilatera- le:
immaginate di andare a pescare in un lago in cui c’è affisso un cartello che dice “È per- messo
pescare”, e immaginate che ad un certo punto fate una pausa dal pescare e un vigile vi multa perché
non state pescando; in questo caso il vigile interpreta il cartello “È permesso pe- scare” nel senso
che è permesso pescare ma non è permesso non pescare, cioè lo interpreta come un permesso
unilaterale. “Non permesso non pescare” significa “vietato non pescare” che a sua volta significa
“obbligatorio pescare”. Questa è la logica giuridica, il rapporto tra permesso, divieto e obbligo. Per
cui “Non è permesso non pescare” è divieto del permesso non pescare, cioè è vietato non pescare
che a sua volta significa è obbligatorio pescare. È ov- vio che una persona che fa una pausa dal
pescare e viene multata si sentirà ingannata dall’in- terpretazione del vigile del cartello in cui c’è
scritto che è permesso pescare, sarebbe una for- ma di inganno.
Coloro che interpretano il diritto alla vita come un diritto indisponibile, lo interpretano come un
permesso unilaterale a cui non corrispondono interessi reali dei soggetti titolari come nel caso degli
interessi dei lavoratori, quindi una forma di inganno.

2) Il secondo argomento è un argomento utilizzato da Bruno Celano che elabora una con-
cezione illuministica dello Stato di diritto  ricordate che lo Stato di diritto prevede che
le norme abbiano alcuni requisiti fondamentali (rule of law), cioè la divisione dei poteri, le
norme devono essere generali e astratte, irretroattive, coerenti, complete, ecc..
Celano elabora una concezione particolare che chiama “illuministica” secondo la quale lo Sta- to
non deve ingannare i cittadini, e questo è quello che accade normalmente con la teoria ideale degli
interessi perché viene interpretata come teoria normativa camuffata fattuale cioè una teoria
ingannevole.

3) Il terzo argomento è quello della contraddizione pragmatica in cui si distingue tra con-
traddizioni logiche e quelle pragmatiche.
- Una contraddizione logica è, ad esempio, quella del “È permesso pescare, non è
permesso pescare” che è un’ipotesi di contraddittorietà.
- Quando si ha una contraddizione pragmatica? Quando il soggetto viola alcune assunzio-
ni implicite nel contesto. Esempi di contraddizione pragmatica: “Mio cugino di 5 anni è
scapolo”  questa affermazione è sintatticamente corretta ma è pragmaticamente con-
traddittoria, cioè non ha senso perché un bambino di 5 anni non può sposarsi quindi non
ha senso affermare che è scapolo, è un’informazione inutile.
Altro esempio di contraddizione pragmatica: “Piove ma non ci credo”  questo non ha senso
perché se piove è ovvio che ci credo. Oppure se vi recate in un hotel e la cameriera dell’hotel dice
“Per qualunque cosa sono a disposizione”, questo non implica prestazioni sessuali, sarebbe una
contraddizione pragmatica intenderlo in questo senso.
La contraddizione pragmatica viola assunzioni implicite nel contesto d’uso di un termine. Qual è la
contraddizione pragmatica nel caso della teoria ideale degli interessi applicata al diritto alla vita e
al diritto alla salute? La contraddizione pragmatica sta nel fatto che viene attribuito un diritto e
viene reso indisponibile contro gli interessi di alcuni titolari del
diritto alla vita e del diritto alla salute, cioè coloro che hanno deciso di morire tramite euta- nasia
hanno il diritto indisponibile alla vita (cioè devono vivere); questo diritto di dovere vivere è in
contrasto con gli interessi reali di alcuni titolari che hanno deciso di morire.
Altri esempi di contraddizione pragmatica: “Gli ebrei della Germania nazista avevano il diritto di
essere rinchiusi nei campi di concentramento”  questo diritto è privo di senso. Oppure un esempio
di Kreiner “Giorgio ha il diritto di essere tradito e ingannato”  que- sta è una contraddizione
pragmatica perché non ha senso che qualcuno preferisca essere tradito o essere ingannato. Per cui la
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contraddizione pragmatica sta nell’attribuire un diritto e renderlo indisponibile contro gli interessi di
alcuni titolari: coloro che hanno deciso di morire hanno il diritto indisponibile alla vita, cioè NON
possono non vivere ma devono vivere. Questo è l’argomento della contraddizione pragmatica.

A questo punto potete elaborare una quadripartizione, 4 categorie.


(1) I diritti indisponibili nel terzo senso come i diritti dei lavoratori in cui il diritto
indisponibile è un agglomerato di una pretesa e di un permesso unilaterale, ma non è soltanto
un dovere ma è anche un diritto poiché i lavoratori possono esercitare il diritto alle ferie,
possono avanzare la pretesa di esercitare il diritto alle ferie, al riposo, ad un ambiente salubre,
ecc.. Quindi qualificar- lo solo come un dovere è sbagliato, i lavoratori hanno gli strumenti per
esercitare il diritto alla retribuzione, alle ferie, al riposo, ecc.; quindi è essenzialmente un diritto
ma non disponibile.
(2) La seconda categoria è quella dei diritti indisponibili in base alla teoria ideale degli
interessi, in questo caso si ha un permesso unilaterale e una pretesa ma la teoria ideale degli
interessi va contro le preferenze autonome dei titolari del diritto.
(3) Il terzo caso è quello dei diritti-doveri (come il diritto ad un difensore nel processo). Il
concetto di diritto-dovere deriva dal fatto che il dovere è basato sul principio del danno, cioè
c’è un dan- no a terzi, per cui è preferibile chiamarlo diritto-dovere.
(4) Il quarto caso è quello dei doveri puri, non diritti ma solo doveri esclusivamente basati, dal
punto di vista liberale, sul principio del danno.

Un ultimo punto da affrontare è l’interpretazione della Corte di Cassazione sulle disposizioni del
Codice civile sul matrimonio e sulla legge del divorzio del 1970 (poi emendata da Renzi recente-
mente con il cd. divorzio breve, ma la legge resta nell’impianto generale quella del ’70).
La Corte di Cassazione tratta gli accordi prematrimoniali esattamente come i contratti volontari di
schiavitù. La Corte di Cassazione dice: “Gli accordi prematrimoniali non sono validi perché limita-
no il diritto alla difesa della persona più debole del matrimonio in caso di separazione o divorzio”.
Questo dal punto di vista liberale ovviamente non ha senso. Negli Stati più liberali sono permessi
gli accordi prematrimoniali in cui i coniugi possono già decidere l’ammontare dell’assegno di man-
tenimento, possono decidere come dividersi i beni familiari in caso di separazione o divorzio, pos-
sono inserire diverse clausole, ma la Corte di Cassazione ritiene che sia importante tutelare la vo-
lontà ultima del contraente più debole, in genere la donna, e tutelare il suo diritto alla difesa.
La ragione per cui questa interpretazione è sbagliata è perché crea un’analogia tra il diritto della
donna ad un assegno di mantenimento e il diritto dello schiavo di liberarsi del contratto. Si tratta di
diritti completamente differenti: il diritto dello schiavo di liberarsi del contratto dipende dal fatto
che se non recede, rimane la sua libertà personale completamente violata; nel caso degli accordi
prematrimoniali, quello che potrebbe succedere è che venga negato l’assegno di mantenimento alla
donna.
Non credo in questa analogia, non credo che il diritto all’assegno di mantenimento sia paragonabile
al diritto dello schiavo di liberarsi del contratto. Non credo che il diritto all’assegno di mantenimen-
to sia un diritto fondamentale, credo sia un diritto che debba essere interpretato come indisponibile
per cui una persona può fare un accordo prematrimoniale che non prevede nessun tipo di assegno di
mantenimento.
Vi ho già detto che in letteratura si crea una strana retorica per cui gli argomenti più utilizzati sono
gli argomenti fallaci come il piano inclinato, l’argomento della dignità umana e l’argomento
della sacralità della vita umana. Questi argomenti sono parassitari, sono incompleti, cioè
presuppongono verosimilmente, dissimulano, nascondono un altro argomento che normalmente, nel
caso dei catto- lici contrari, è un argomento teologico.
L’argomento della dignità è molto importante perché la Corte costituzionale ritiene che sia un bene
supremo (quello della dignità umana) anche se non è esplicitamente dichiarato nella Costituzione, lo
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considera un principio generale implicito in Cosituzione. Il problema dell’argomento della dignità
umana è che si tratta di un concetto affetto da grave indeterminatezza semantica cioè quasi vuoto, si
traduce con “eguale considerazione e rispetto” ma considerazione rispetto di chi, di cosa e perché
non è stabilito dall’argomento della dignità umana; chi dobbiamo rispettare? Perché dobbiamo ri-
spettare? Cosa dobbiamo rispettare? Tutto ciò non è stabilito dall’argomento della dignità umana.
È un argomento parassitario che nasce incompleto ma che viene utilizzato sia dal catechismo della
chiesa cattolica, sia dalle femministe radicali, sia dai cattolici non riformisti, viene utilizzato contro
l’eutanasia, la pornografia, la prostituzione, ecc., per cui è un argomento parassitario, affetto da gra-
ve indeterminatezza semantica.
Anche i nazisti avevano un’idea di dignità umana chiaramente diversa dalla nostra, quindi storica-
mente la dignità è stata declinata in modi totalmente diversi. Resta un argomento incompleto, paras-
sitario, che potrebbe nascondere, molto probabilmente, un argomento teologico o un argomento per-
fezionista o un argomento utilitarista-organicista.

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