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La dinamica delle carezze


Le relazioni umane secondo l'Analisi Transazionale Stefano Titta sj

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PARDES EDIZIONI. 3. La dinamica delle carezze Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia (CC BY-NC-ND 3.0)

La dinamica delle carezze


Ora che conosciamo meglio le transazioni possiamo essere pi consapevoli delle transazioni che utilizziamo con gli altri, ma riconoscerle diverso dal saperle dominare. Uno dei modi per essere consapevoli delle proprie transazioni la percezione: quando si accompagnano adulti, oppure coppie, si pu percepire che qualcosa non va nella relazione con loro, cio a livello verbale o non verbale c qualcosa che non funziona. Lintuizione fa parte dellIo-marziano, funzionale perch mi permette di mettermi a servizio di quella situazione. Le persone empatiche, i grandi comunicatori sono molto abili nel fare questo. Oggi introdurremo il nuovo tema delle carezze: un tema affascinante e coinvolgente, perch coinvolge le dinamiche affettive. Il linguaggio di Analisi Transazionale quotidiano, perci il termine carezze, come pure altri termini, preso dal linguaggio comune, ma in questo contesto usato in modo specifico, perci bisogna fare bene attenzione al significato che assume. Per fare un esempio di cosa siano le carezze immaginiamo una pausa del nostro corso, con le persone che escono ed entrano, che sincrociano e si guardano negli occhi facendo un cenno del capo o dicendo: Buon giorno! E avvenuta una transazione complementare, ma anche uno scambio di carezze. Le carezze sono un altro modo di parlare delle transazioni, guardandole dal punto di vista emotivo; in realt sono la stessa cosa, vista da un punto di vista diverso. Ecco unaltra situazione: io saluto una persona guardandola negli occhi e laltro non risponde. Cosa provo? Sono deluso, triste, arrabbiato: c qualcosa che non funziona perch io mi aspetto un riconoscimento dallaltro, una transazione che mi riconosca. La carezza infatti lunit di base di riconoscimento . E essenziale per la vita di un essere umano: non essere riconosciuti per noi significa non esistere. Gli studiosi hanno compiuto degli esperimenti su bambini molto piccoli, dei neonati accuditi in tutto e per tutto ma che non venivano accarezzati, coccolati, in altre parole non entravano in relazione con qualcuno al di l della soddisfazione dei bisogni primari. Da grandi questi bambini hanno avuto dei problemi, poich hanno avuto insufficienti riconoscimenti. Bisogna che la persona sia riconosciuta come tale per svilupparsi bene, non basta soddisfare i suoi bisogni primari. Un non riconoscimento ci pesa, se poi siamo in condizioni di fragilit pesa ancora di pi: basta un banale non saluto da parte di una persona a suscitare un effetto enorme su di noi, perch dietro quel non saluto leggiamo il proprio non riconoscimento. Il riconoscimento perci un bisogno che riguarda tutta la nostra vita , noi per vivere bene abbiamo bisogno di essere riconosciuti!
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Lanalisi Transazionale ha scelto di chiamare con il termine carezze i riconoscimenti, in riferimento allinfanzia, perch sono il primo e pi profondo tipo di contatti di cui abbiamo bisogno. Dietro al fatto che abbiamo bisogno di essere corrisposti c la realt antropologica pi profonda che caratterizza luomo, cio i suoi bisogni sono un modo per sfuggire alla paura della morte . Quando non veniamo riconosciuti sprofondiamo in questa paura, cio, detto in altre parole, se per laltro noi non esistiamo, non ci d le carezze di cui abbiamo bisogno, allora sprofondiamo nella paura della morte. Siamo capaci di inventarci di tutto per sfuggire alla paura della morte, un panorama questo che appesantisce la nostra vita. Il mistero pasquale di Ges il segno che la paura stata sconfitta, san Paolo lo dice mirabilmente al capitolo 15 della prima lettera ai Corinzi: Dov, morte, il tuo pungiglione? E il pungolo che ci spinge a cercare alternative, Ges non ha avuto paura di affrontare la morte e proprio per questo vive. Alla luce del mistero pasquale non abbiamo pi paura di non essere riconosciuti, non abbiamo pi bisogno di esserlo ad ogni costo, vivendo tutta la vita alla ricerca di riconoscimenti, in disperata fuga dalla morte. Alla luce di Cristo risorto potrai essere pi libero e dare le carezze con pi libert. Si dice invece nella lettera agli Ebrei 2,14: Il Signore ha preso su di s la nostra condizione umana perch cos ha potuto vincere la morte che tiene schiavi gli uomini. Il Signore ha spezzato questo giogo, la catena dei riconoscimenti, da credenti la morte pu non farci pi paura. Certi gruppi ecclesiali, certe comunit vanno a catafascio perch i membri pensano: Eh, non mi dicono neanche grazie , in realt quando pensi cos le tue azioni sono finalizzate al bisogno di riconoscimenti, e dipendi da essi per andare avanti. Il vero fondamento invece Ges, in Lui possiamo trovare ristoro ai nostri bisogni. Etty Hillesum, la mistica morta durante la seconda guerra mondiale disse che: Ci ribelliamo come se il dolore non fosse parte della natura umana. Dolore e morte hanno la stessa radice, nella morte c privazione, dolore, sofferenza perci noi vorremmo morire senza pagarne il prezzo, ma sarebbe come dire di voler bypassare la natura umana, che fatta cos. Le carezze non sono tutte uguali, il contatto fisico per esempio una forma di comunicazione molto efficace ed in certe situazioni ha pi importanza di mille parole; la donna per cultura pi abile nel dare carezze fisiche rispetto alluomo, ma generalmente quello fisico un linguaggio che sappiamo usare poco, lo usiamo maldestramente perch ne abbiamo paura.

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Tipologie di carezze
Carezze verbali e non verbali. La parola carezze traduce il termine inglese strokes. Le carezze non verbali sono quelle di cui ci occuperemo di pi: quando saluto e sorrido la carezza verbale e non verbale insieme ed i due livelli sono congruenti. Le carezze non verbali sono quelle che incidono di pi nella formazione di una persona, basta pensare ad un esempio: quando mio padre mi guardava aveva gi detto tutto esprime il fatto che quel padre con uno sguardo diceva molto pi di mille parole, e di solito era uno sguardo di riprovazione che esprimeva considerazioni negative. Positive e negative. Non un giudizio morale, definirle in questo modo, ma il positivo e il negativo relativo al contenuto che veicolano, Tu sei OK oppure Tu non sei OK ad esempio: Hai lavorato bene in quel gruppo una carezza positiva, Questo compito non corretto negativa. Anche la carezza negativa una forma di riconoscimento, che limita, riconduce una determinata situazione entro dei limiti e dare un limite importante; per questo motivo anche le carezze negative, date opportunamente, sono necessarie per crescere. La tragedia di oggi che le persone non sono pi capaci di riconoscere le carezze, i vescovi hanno ragione a dire che la vera emergenza nazionale lemergenza educativa, non vero infatti che una persona cresce meglio se riceve solo carezza positive, perch la personalit non solo espansiva, strutturalmente ha bisogno di limiti che la posizionino. C unemergenza educativa oggi per cui tanti giovani non hanno avuto riconoscimenti negativi che li limitassero e li strutturassero. Condizionate e incondizionate. Le carezze condizionate hanno a che fare con il fare, lavere, lagire, riguardano cio loperativit, le altre invece riguardano lessere. Se ti dico: Sei uno stupido la carezza riguarda lessere della persona, perci incondizionata, se invece dico: Hai fatto lo stupido condizionata da una determinata situazione. La carezza incondizionata va sullesistenziale, sullessere della persona, mentre la condizionata riguarda situazioni specifiche. Ovviamente ognuna di queste tipologie si pu incrociare con le precedenti, avremo perci le condizionate positive e quelle negative, e a loro volta potranno essere verbali e non verbali, secondo lo specchietto che vedremo illustrato pi sotto. Ci che da tenere veramente presente quando si analizzano le carezze negative che le condizionate negative partono dallAdulto, mentre le incondizionate negative partono dal Genitore Normativo negativo: le prime sono educative, fanno crescere la relazione, sono importanti per lapprendimento e sviluppano la parte positiva della persona, mentre le seconde possono essere molto distruttive. Carezze interne ed esterne: sono quelle relative a se stessi oppure agli altri. Le carezze interne sono quelle che si danno a se stessi, quelle esterne si danno agli altri, e anchesse possono incrociarsi con le precedenti, per esempio: Non sono stato chiaro una carezza condizionata negativa interna, ed costruttiva nella misura in
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cui lautocritica fa crescere. Ora faremo il seguente esercizio: trovare un esempio per ciascun tipo di carezza possibile, tralasciando per ora quelle interne, seguendo lo schema sotto indicato, per un totale di 8 tipi diversi di carezze: 1. Carezze verbali positive condizionate: Sei stato bravo 2. Carezze verbali negative condizionate: Hai commesso uno sbaglio 3. Carezze verbali positive incondizionate: Sei in gamba! 4. Carezze verbali negative incondizionate: Sei un disastro! 5. Carezze non verbali positive condizionate: porgere un pacchetto di fazzolettini 6. Carezze non verbali negative condizionate: un fischio di disapprovazione 7. Carezze non verbali positive incondizionate: un lungo abbraccio 8. Carezze non verbali negative incondizionate: ignorare volutamente il saluto

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La fame di carezze
Ci sono delle persone che si mettono in condizione di ricevere carezze negative, lesempio tipico il bambino monello a scuola, il Pierino che tende a cercare riconoscimenti negativi: come mai? Uno dei motivi che nel nostro mondo occidentale la logica delle carezze legata al senso di colpa, pi facile per noi dare le carezze negative che quelle positive, far sentire in colpa laltro per gli errori commessi piuttosto che valorizzare i suoi punti di forza. Infatti per la persona meglio, piuttosto che ricevere nessuna carezza, riceverne di quelle negative: c una tale fame di carezze che vanno bene anche quelle, sono comunque dei riconoscimenti. Ci sono persone che quasi facilitano limpresa, andando sempre a cacciarsi in situazioni in cui possono ricevere carezze negative, questo avviene anche nei gruppi, e le persone che agiscono queste dinamiche di solito non ne sono coscienti, agiscono per ricevere carezze. La fame di carezze di solito si orienta male: proprio perch non abbiamo ricevuto nel passato le carezze di cui avevamo bisogno, allora cerchiamo deliberatamente quelle negative, piuttosto che nulla. Infatti c bisogno di un elevato numero di carezze per vivere, se non ci bastano quelle che riceviamo cerchiamo quelle negative, mettendo in gioco delle strategie per ottenerle . Il bravo educatore capace di cogliere le transazioni ulteriori che laltro ti porge: se do le carezze negative che mi vengono richieste confermer laltro nel continuare il suo comportamento negativo, e laltro si confermer nel suo essere inadatto, inadeguato. Molti ragazzi devianti, tossicodipendenti, ecc., si sono identificati in ruoli negativi autodistruttivi in modo tale da non riuscire pi ad uscirne. La qualit delle carezze negative ovviamente diversa se la stessa cosa la dice una persona pi distante, come un collega di lavoro, oppure se la d il proprio padre. Anche lintensit della carezza importante, una forte carezza positiva che si ricevuta da piccoli ce la si pu portare dentro per tutta la vita. Quando noi abbiamo dei ruoli educativi come catechisti o educatori, dobbiamo stare attenti a come diamo le carezze e dare soprattutto carezze negative condizionate al fare, ovvero non abusare della nostra autorit.

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Le patologie
Le carezze false. La fatica di dare carezze ci pu portare a dare carezze false: sono carezze che cominciano in un modo e finiscono in un altro, del tipo: Che bel maglione che hai, lhai preso al mercatino dellusato? Mentre le do sento che mi sto esponendo e allora modifico il tiro nel corso della transazione, oppure non ho il coraggio di dire quel che penso veramente e allora utilizzo le carezze false, che sono transazioni ulteriori. Sono carezze che spesso si usano in contesti affettivi carichi, in cui non si dice esattamente quello che si pensa. Le carezze di plastica. Si esprimono quando dico cose che non sono vere, esagerate al massimo dando lidea di qualcosa di finto, dietro ad esse c una qualche difficolt nei confronti della persona a cui sto parlando, per esempio se questa mintimorisce, che esprimo ingigantendo le cose. Il filtro delle carezze. Ognuno di noi ha le sue carezze preferite, sia perch esse gli sono congeniali, sia perch abituato a riceverle in certi ambiti e magari quelle che provengono da ambiti diversi non pu riceverle. Per esempio se una persona stata educata a non essere vanitosa, non pu permettersi di ricevere troppe carezze sulla bellezza, e le rimanda indietro negando o rifiutando quello che gli viene detto. Questo meccanismo si definisce in Analisi Transazionale il filtro delle carezze, e se esso maglie molte strette e lascia passare pochissime carezze ha a che fare con la patologia: lautismo ad es. lincapacit a ricevere carezze. Ognuno di noi ha un certo filtro delle carezze, che in genere riguarda soprattutto le carezze incondizionate, e tendiamo a trattenere una certa quantit di carezze di ogni tipo e a rifiutarne delle altre.

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Leconomia delle carezze


Si intende con questo termine la tendenza ad economizzare le carezze, cio ad usarle in modo parsimonioso. E una logica che interessa il nostro modo di vivere le carezze, non basata sulla realt ma su una serie di teorie che costruiamo mentalmente. 1) Non dare carezze se ne hai da dare, ovvero non bisogna mai esagerare con le carezze perch troppe potrebbero guastare, fare male, il falso mito sottostante a dire cos. 2) Non chiedere le carezze che vuoi, ovvero le carezze non si chiedono perch chiedere segno di debolezza, di quante cose ci priviamo per seguire questo falso mito! Inoltre non bene chiederle perch non possiamo fidarci dellaltro, non sappiamo se ce le d sinceramente o solo per accontentarci, quindi se a quelle carezze possiamo attribuire il loro vero valore. 3) Non accettare le carezze che vuoi, ovvero non darsi il permesso di accettare carezze che si vorrebbero veramente. 4) Non rifiutare le carezze che non vuoi, ovvero il falso mito che le carezze negative comunque sono utili e quindi bisogna accettarle anche se danno fastidio. 5) Non dare carezze a te stesso, ovvero chi si loda simbroda, c tutta una sapienza popolare che rigida nel controllare le carezze per timore che siano diseducative. Leconomia di carezze serve a controllare lambito educativo, c un film di qualche anno fa, Le choriste, in cui si vede bene questa dinamica di dare carezze positive per educare la persona, ambientato in un collegio. Spesso oggi ai bambini si danno carezze di plastica, non congruenti con la realt del bambino, eccessive, mentre se al loro posto si danno carezze positive esse gli fanno bene e lo energizzano. Inoltre se mancano del tutto le carezze negative non si fa il bene della persona, che si vive come illimitata. Le carezze a se stessi invece sono una cosa buona ma non bastano a placare la fame di carezze, siamo in un mondo autoerotico per c bisogno di carezze dagli altri per strutturarsi. Togliendo invece i cinque non iniziali alle regole delleconomia di carezze, si ottengono cinque modalit sane di dare e ricevere carezze.

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Le svalutazioni
Sono delle carezze negative date solo con il Genitore Normativo negativo, hanno una carica distruttiva nei confronti della persona, inchiodano laltro e non gli permettono di uscirne.

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