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Dr.

Giuseppe Falco

I segreti della
comunicazione
positiva

Ebook gratuito
Comunicazionepositiva.it

Giuseppe Falco

I segreti

della comunicazione positiva


Ebook gratuito

http://www.ComunicazionePositiva.it
Copyright Giuseppe Falco
Tutti i diritti riservati

- LEZIONE 1 -

Limportanza di imparare
a comunicare
Benvenuto/a alla prima lezione del nostro ebook
I segreti della comunicazione positiva.
Lobiettivo di questa lezione di comprendere
perch oggi sempre pi importante imparare a comunicare
efficacemente nella nostra vita quotidiana.
Nelle seguenti lezioni impareremo COME esattamente sia possibile
migliorare il nostro modo di comunicare con noi stessi e con gli altri.
Non mi piacciono lunghe introduzioni teoriche, quindi cominciamo!
Una delle competenze pi importanti da sviluppare nella nostra vita
senzaltro quella di imparare a comunicare. Tutti noi impariamo fin
da piccoli a parlare e successivamente, a scuola, ad usare anche il
linguaggio scritto, ma, come vedremo nel corso di questo libro,
comunicare non si riduce esclusivamente allatto di parlare o di scrivere.
Si tratta di una competenza relazionale complessa che tutti possono
imparare e migliorare.
Il successo (o il fallimento) delle nostre relazioni con gli altri
inevitabilmente legato alla nostra capacit di comunicare efficacemente
con loro. Essere in grado di comunicare bene con gli altri porta infatti ad
un miglioramento del nostro rapporto con loro, e di conseguenza ad una
migliore qualit della nostra stessa vita.
Quello che si osserva oggi invece nella nostra vita quotidiana spesso
il contrario. Interi ambienti lavorativi, familiari, amicali, affettivi appaiono
infatti interrotti da blocchi comunicativi o indeboliti da incredibili dispendi
di energia o perdita di vitalit. A ci si accompagna inevitabilmente
paura, sofferenza e angoscia. Angoscia che si cerca di mascherare in
molti modi, per esempio attraverso la realizzazione professionale ad ogni
costo, il ricorso a sport estremi o persino richiudendosi in individualismo
tanto limitato quanto amaro. Siamo tutti un po malati relazionali.
Tutti noi vorremmo teoricamente una comunicazione pi profonda,
scambi pi vivi, rapporti pi creativi, incontri aperti e
stimolanti,

apportatori

di

crescita
3

cambiamento,

ma

spesso

lincomunicabilit regna sovrana.


Viviamo un po tutti in un clima di instabilit. Ci sentiamo confusi,
incerti, senza pi punti di riferimento. Tecnologie e valori cambiano ad
un ritmo sempre pi accelerato, e ci che appariva valido ed
utilizzabile solo ieri, oggi potrebbe gi apparire obsoleto. Le istituzioni
fondate su valori tradizionali vacillano, appaiono deboli e sempre meno
efficaci nello svolgere i loro ruoli.
Innanzitutto la base della societ, cio la famiglia, in crisi. Come
noto, la composizione, il funzionamento e le finalit dei nuclei familiari
sono radicalmente cambiati nellarco di pochi anni. Si registrano meno
matrimoni e pi divorzi. I figli sono spesso la posta in gioco di conflitti
tra adulti che non hanno saputo tener conto dellevoluzione della loro
relazione e non hanno saputo costruire un rapporto basato su ascolto,
conferma delle potenzialit migliori dellaltro o semplice reciprocit.
Diverse ricerche psicologiche hanno dimostrato che i figli soffrono pi per
i conflitti e malintesi che seguono la separazione dei genitori che per la
separazione stessa.
Anche la scuola in grosse difficolt, come si pu evincere dall
incremento di comportamenti violenti tra alunni e professori, il bullismo e
tutta una serie di condotte a rischio tra i giovani, dalla delinquenza
allautodistruzione mediante droghe, suicidio, esclusione sociale o
emarginazione.
Segnali poco rassicuranti vengono anche dal mondo della salute, visto
il sempre pi massiccio ricorso a calmanti, il proliferare di studi medici in
citt, e una crescente medicalizzazione del rapporto medico-paziente,
che si manifesta con eccessiva richiesta di esami clinici e spesso
nasconde incompetenze relazionali e incapacit di ascolto da parte dei
medici. Il bisogno vitale di ogni malato quello di essere compreso,
avere la possibilit di ricollegarsi al senso della sua malattia, e scoprire
strumenti utili per affrontare la sofferenza o la dipendenza fisica. Questa
necessit non sembra essere ancora al centro delle preoccupazioni di chi
ha la responsabilit di gestire i servizi sanitari.
Ma ogni crisi, sia sul piano personale, che sul piano sociale,
rappresenta anche uno stimolo nella direzione di un cambiamento
positivo. Questa duplicit di significato del termine crisi ben
presente, per esempio, nella lingua cinese. Infatti, lideogramma che
rappresenta il concetto crisi si compone di due parti: una corrisponde a
pericolo, laltra ad opportunit.
4

Disorientamento da un lato e possibilit di crescita dallaltro


rappresentano pertanto due facce della stessa medaglia. Sta a ciascuno
di noi assumersi la responsabilit delle sue stesse scelte, atteggiamenti e
condotte.
La situazione sociale attuale rende sempre pi urgente inventare una
nuova ecologia relazionale, come sostiene lo studioso francese
Jacques Salom, per riabilitare la pratica di comunicazioni vive e
sviluppare rapporti sani. Ma come possibile tutto ci?
Innanzitutto, riconoscendo che la capacit di comunicare in modo
efficace e di creare e mantenere rapporti significativi con gli altri non
piove dal cielo, ma pu essere appresa e coltivata nel pi importante
laboratorio che abbiamo a disposizione: la nostra vita quotidiana. Ogni
vero cambiamento pu solo collocarsi a livello di atteggiamenti, e non
solo di conoscenze teoriche o di tecniche.
Quindi, la natura stessa della vita contemporanea fa scaturire lurgenza
di sviluppare le nostre competenze a livello comunicativo.
Ma, su di un piano pi soggettivo ed individuale, cos che ci pu
motivare ad intraprendere questo viaggio alla scoperta del pianeta
comunicazione? Ci sono secondo me tre presupposti fondamentali
allapprendimento delle competenze comunicative:
a) Presupposto del benessere: imparare a comunicare ci aiuta a
costruire relazioni efficaci e quindi a vivere meglio;
b) Presupposto della complessit: la comunicazione
fenomeno pi complesso di ci che possa sembrare ;

un

c) Presupposto dellapprendimento: le capacit di comunicare


efficacemente pu essere appresa.
Questi tre assunti sono gli ideali preparativi di viaggio che ci
permettono di partire per la nostra esplorazione ed arricchirci di nuove
esperienze e di nuova umanit in questo settore cos vitale della nostra
esistenza. Non riconoscere la verit di queste pre-condizioni della ricerca
significa ignorare il senso ultimo e limportanza del percorso che stiamo
qui proponendo.

Vediamo in dettagli i tre presupposti.


a) Imparare a comunicare ci aiuta a costruire relazioni efficaci
e quindi a vivere meglio.
Questo primo assunto delinea il beneficio o lutilit del nostro
investimento di risorse nel conoscere/migliorare le nostre dinamiche
comunicative. Una comunicazione veramente viva con gli altri (e non
semplicemente funzionale) non solo contribuisce a creare ed alimentare
le nostre relazioni con loro, ma ci aiuta a definire la nostra identit ed
alimenta il nostro benessere psicologico. Vivere comunicare e
comunicare bene significa vivere meglio. Tra laltro, senza una valida
comunicazione non sarebbe neppure possibile la nostra stessa
sopravvivenza fisica (si pensi per es. allimportanza che ha il pianto del
neonato per la comunicazione alladulto delle sue necessit fisiologiche).
b) La comunicazione un fenomeno pi complesso di ci che
possa sembrare.
Il filosofo Ludwig Wittgenstein scriveva:
I pesci sono gli ultimi ad accorgersi dellacqua; chi usa una lingua,
tende ad un realismo ingenuo, vedendola come un riflesso della realt,
non come qualcosa di costruito. Gli aspetti delle cose per noi pi
importanti sono nascosti proprio per la loro familiarit.
Questo concetto si pu senzaltro estendere al campo della
comunicazione. Finch considereremo la comunicazione come qualcosa
di naturale e banale proprio perch sotto gli occhi di tutti, o come
qualcosa di familiare che semplicemente accade, ci apparir sempre
come un oggetto non degno di esplorazione.
Il compito delle scienze umane invece consiste proprio nel mostrare che
le cose non sono quello che sembrano e che dietro unapparente
familiarit o quotidianit si nascondono in realt fenomeni assai
complessi ed ancora in parte sconosciuti. Si tratta quindi di imparare ad
acquisire un sguardo nuovo sul mondo, che permetta di aprirci
veramente alla sua incredibile variet e sorprendente multiformit.
Vi mai successo per esempio di passare vicino ad un parco e di
guardarlo distrattamente come fosse solo una massa di alberi? Se un
botanico entrasse in quel parco riuscirebbe invece a vedere centinaia di
specie arboree e ve ne parlerebbe magari per ore in modo appassionato!
6

Per comprendere meglio questo concetto vi proponiamo il seguente


esercizio.

*Sperimentiamo
Guardate la seguente figura. Cos? Scrivete la vostra risposta nello
spazio sottostante.

Fig. 1 Che cos?

Probabilmente vi siete affrettati a rispondere un elefante. Ma


guardando attentamente vi sarete resi conto che in realt non lo . Le
cose, in questo caso, non sono come sembrano. E solo da questa
consapevolezza che pu partire ogni ricerca. Gi Socrate diceva che il
vero sapiente colui che sa di non sapere.
In effetti, tutti noi, credendo gi di saper comunicare e di sapere che
cosa sia la comunicazione non ci poniamo neppure il problema di andare
pi in profondit e scoprire i meccanismi che ne sono alla base. Da
questo punto di vista, uno degli assunti erronei che ci impediscono di
prendere coscienza di quanto la comunicazione umana sia complessa
quel riduzionismo ingenuo che ci porta a pensare che comunicare
significhi parlare.
E vero che tutti noi disponiamo di uno strumento molto sofisticato per
comunicare, cio il linguaggio. Nonostante questo possiamo individuare
due forti limitazioni:
7

1. Ci accorgiamo che in molte situazioni di vita quotidiana non riusciamo


a sfruttare le immense possibilit del linguaggio e la nostra
comunicazione
inevitabilmente
ne
risente;
2. Ignoriamo limportanza della comunicazione non verbale, cio
linsieme di gesti, sguardi, posture, distanze interpersonali eccche
formano la parte sommersa delliceberg della comunicazione. Secondo
lo psicologo americano Albert Meherabian, infatti, limpatto di un
messaggio comunicativo per il 55% non verbale, per il 38% vocale e
solo per il rimanente 7% verbale. Il paradosso della comunicazione non
verbale che tutti noi la utilizziamo senza rendercene conto, tutti noi
parliamo, per cos dire il linguaggio del corpo, ma non ne siamo
assolutamente consapevoli e soprattutto non abbiamo imparato a
leggerlo negli altri ed in noi stessi. Questo porta naturalmente a delle
forti limitazioni nella comunicazione interpersonale, vista limportanza
che rivestono nei processi comunicativi gli aspetti non verbali.
c) La capacit
appresa.

di

comunicare

efficacemente

pu

essere

Abbiamo visto come la comunicazione possa essere considerata un


oggetto di apprendimento vero e proprio, a dispetto della sua
(apparente) familiarit. Ma non solo un oggetto degno di
considerazione ed esplorazione: pu essere appresa un po come si
apprende unarte.
E strano come, nonostante la nostra societ ponga enfasi sul concetto di
comunicazione e si stia assistendo ad una espansione impressionante
delle tecnologie dellinformazione (cellulari sempre pi sofisticati,
Internet, webcam, ecc) ci si dimentichi di sviluppare le competenze
comunicative, che non si acquisiscono in modo naturale come il
linguaggio durante linfanzia, ma necessitano di sviluppo soprattutto
nellet matura. Nei primi due tre-anni di vita impariamo a parlare, il
resto della vita serve ad imparare ad ascoltare e a comunicare.
Uno degli ostacoli principali che ci impediscono di accrescere le nostre
capacit comunicative la nostra pigrizia. Ci aspettiamo (illudendoci)
che siano gli altri a dover indovinare i nostri desideri inespressi.
Questillusione affonda le sue radici nellinfanzia quando erano i genitori
a dover intuire e soddisfare i nostri bisogni. Questa sorta di pensiero
magico si protrae anche nellet adulta e, nei casi pi gravi, pu dar
luogo a vere e proprie patologie.
Il presente corso costituisce un primo passo verso la comprensione dei
meccanismi che sono alla base della comunicazione. Non ha la pretesa di
8

essere unopera esaustiva sul tema da un punto di vista teorico. Si


propone invece di presentare delle strategie pratiche ed immediatamente
applicabili nella vita quotidiana per migliorare la comunicazione con noi
stessi e con gli altri.

10

- LEZIONE 2 -

Comunicare con se stessi

Lobiettivo di questa lezione di comprendere


limportanza della comunicazione con noi stessi:
questultima costituisce la base fondamentale per una
buona comunicazione con gli altri.
Non mi piacciono lunghe introduzioni teoriche, quindi cominciamo!
La prima tappa di questo nostro viaggio alla scoperta del pianeta
comunicazione non pu che cominciare da noi stessi. E molto difficile
comprendere gli altri, i loro problemi, i loro sentimenti e stati danimo e
comunicare con loro se non siamo in grado di riconoscere questi aspetti
prima di tutto dentro di noi.
Tutte le relazioni che instauriamo con gli altri ed in particolare il loro
esito positivo o meno- dipendono in larga misura dallarmonia o dalla
disarmonia presente allinterno della nostra stessa personalit.
Il modo in cui trattiamo gli altri il riflesso del modo in cui trattiamo noi
stessi. Pi riusciamo a conciliare dentro di noi esigenze e credenze in
conflitto, pi facile ci sar comunicare con gli altri e sviluppare delle
relazioni positive con loro.
Occorre allora innanzitutto sviluppare la nostra comunicazione
intrapersonale, cio il rapporto esistente tra le diverse componenti
della nostra natura (il corpo, le emozioni, la mente, la spiritualit).
Questa competenza rientra allinterno di una pi generale intelligenza
intrapersonale, come la definisce Howard Gardner, autore della teoria
sulle intelligenze multiple. Lintelligenza intrapersonale consiste nella
capacit di sviluppare una percezione accurata di se stessi e di utilizzare
questa conoscenza per progettare e condurre la propria vita.
11

La persona che ha unintelligenza intrapersonale molto sviluppata ha


almeno alcune delle seguenti caratteristiche: consapevole della
variegata gamma delle sue emozioni; trova i modi per esprimere i suoi
sentimenti e pensieri; sviluppa un modello accurato di s; motivata ad
identificare e conseguire i suoi obiettivi; lavora in modo indipendente; ha
a cuore in generale la sua crescita e sviluppo personale.
La comunicazione intrapersonale anche al centro dello schema di Mc
Quail, detto il campo della comunicazione, che distingue i quattro
contesti nei quali la comunicazione pu aver luogo:
d) La comunicazione intrapersonale, che corrisponde in pratica al
dialogo tra le varie componenti della nostra personalit;
e) La comunicazione interpersonale, quella che avviene tra due
interlocutori;
f) La comunicazione tra gruppi, molto usata per esempio nelle
aziende quando ci si confronta su di un certo tema;
g) La comunicazione tra istituzioni e organizzazioni di massa, per
esempio la pubblicit o la propaganda politica e istituzionale.

Fig 2 Il campo della comunicazione secondo McQuail

12

5 atteggiamenti da evitare
nella comunicazione con noi stessi
La comunicazione con noi stessi costituisce senza dubbio una premessa
indispensabile per poter comunicare meglio con gli altri. Infatti, molti dei
nostri conflitti interni vengono spesso involontariamente proiettati sugli
altri, provocando incomprensioni, disagi ed inevitabili blocchi della
comunicazione.
In questarticolo vorrei illustrare cinque diversi atteggiamenti da evitare
quando parliamo con noi stessi. Riconoscerli significa compiere il primo
passo verso il miglioramento del dialogo che abbiamo con noi stessi o
monologo interiore.
Vediamoli qui in dettaglio:
Focalizzarsi sul problema: questa lessenza del lamento. Ci
identifichiamo con il problema, non con la soluzione. E invece
opportuno presupporre che molti problemi abbiano una soluzione e
chiedersi: Come voglio che questa situazione cambi?

Catastrofizzare: ogni situazione negativa che ci si presenta un


orribile disastro. Invece bisogna essere pi realistici nelle
valutazioni e non allarmarsi inutilmente. E vero che accadono ogni
giorno
imprevisti,
eventi
sfortunati,
errori,
ma
non
necessariamente si tratta di traumi, tragedie o disastri.
Aspettarsi il peggio: E se non le piaccio? E se non supero
quellesame?. Aspettarsi il peggio non ci aiuta affatto a
comportarci in modo efficace, ma stimola solo lansia. Invece,
formulate delle domande che presuppongano un risultato positivo,
ad esempio Come posso fare una buona impressione? Come posso
preparami al meglio per lesame?
Pensare per stereotipi: incasellando gli altri (e noi stessi) in
categorie preconcette, evitiamo di pensare alla gente in termini di
individui distinti. Ci porta a relazioni innaturali, e ci conferisce un
immeritato senso di superiorit o inferiorit, privandoci inoltre della
possibilit di conoscere e comprendere i lati migliori di coloro che
sono oggetto dei nostri pregiudizi. Invece necessario ricordarsi
che siamo tutti esseri umani, con personalit uniche, ciascuno con i
suoi pregi e difetti.

Pensare in termini di doveri: dovrei, sarebbe necessario che...,


13

devo, opportuno che... sono tutte espressioni cheusate


eccessivamente ed in modo sconsiderato, presuppongono delle regole e
degli standard di comportamento che non esistono nella realt.
Implicano generalmente delle conseguenze negative se non ci si adegua.
Questo del tutto plausibile nel caso in cui si debba rispettare i limiti di
velocit sulle strade o pagare altrimenti una multa. Il problema sorge
per quando questo tipo di ragionamento si applica anche ad altre
situazioni di vita che non lo richiederebbero affatto, come quando
diciamo a noi stessi dovrei essere pi intelligente o a questet dovrei
gi essere sposata. In questi casi necessario sostituire la parola
dovrei con la parola potrei, dando cos a noi stessi una possibilit di
scelta.

*Sperimentiamo
Ti proponiamo qui di seguito un semplice esercizio, dal titolo
Sorridere a se stessi.
Obiettivo dell esercizio: sviluppare empatia verso se stessi.
Procedura:
Con gli occhi chiusi inspira ed espira profondamente per un paio di
volte
Riprendi poi a respirare come sempre e accogli tutte le sensazioni
che provengono dal tuo corpo. In particolare diventa consapevole
dei piedi, delle gambe, del bacino, delle braccia, del torace ed
infine del volto.
Comincia a questo punto a sorridere, come fai sempre quando
sorridi a qualcuno, ma in questo caso rivolgi il sorriso a te stesso/a.
Prova poi a divenire serio/a in volto: noti dei cambiamenti nel suo
stato interiore?
Prova poi a divenire infuriato in volto: avverti dei cambiamenti nel
tuo stato interiore?
Torna nuovamente a sorridere e diventa di nuovo consapevole delle
sensazioni interiori che il sorriso produce in te.
14

7. Rimani un po in silenzio. Quando ti senti pronto/a, riapri gli occhi,


restando ancora un po in sintonia con le sensazioni che lesercizio ha
prodotto in te.
Quali riflessioni suscita in te questesercizio?

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16

- LEZIONE 3 -

Saper formulare delle critiche costruttive


Benvenuto/a alla terza lezione del nostro corso
on-line
I
segreti
della
comunicazione
positiva.

costruttivo.

Lobiettivo di questa lezione di insegnare COME


possibile formulare delle critiche in modo

Non mi piacciono lunghe introduzioni teoriche, quindi cominciamo!


Le critiche che rivolgiamo agli altri sono costruttive solo se si riferiscono
a specifici comportamenti che ci aspettiamo che gli altri modifichino e/o
mettano in pratica. In sostanza, attraverso questo genere di critiche
spieghiamo agli altri come esattamente possono modificare il loro
atteggiamento per renderlo pi in sintonia con i nostri desideri o
esigenze.
Lo scopo di una critica costruttiva NON :
-ferire laltro;
-indebolirlo;
-attribuirgli etichette negative;
-colpevolizzarlo;
-difendersi nel caso ci si senta vulnerabili;
-vendicarsi;
-dare sfogo alle proprie frustrazioni, ecc
Non bisogna quindi assolutamente utilizzare le critiche come unarma in
situazioni di forte emotivit, ma come unoccasione di crescita e
miglioramento della nostra relazione con gli altri.
17

Vediamo qui di seguito i 10 atteggiamenti da evitare assolutamente


nel formulare delle critiche:
Criticare laltro in pubblico. La presenza di altre persone pu indurre
negli altri ansia, imbarazzo, vergogna o anche rabbia e renderli pertanto
meno ricettivi verso gli aspetti positivi delle nostre critiche.
Fare una critica in risposta ad unaltra critica o durante un litigio.
Questo non fa che surriscaldare inutilmente la conversazione, creando
una spirale di attacchi e difese, che non aiutano assolutamente laltro a
migliorare.
Fare una critica in un momento poco adatto, ad esempio quando gli
altri non sono nello stato danimo di recepirle.
Fare pi critiche contemporaneamente. Meglio concentrasi su di un
unico argomento per volta. Diversamente, gli altri potrebbero sentirsi
aggrediti e disposti a contrattaccare.
Formulare critiche che contengano generalizzazioni eccessive
(mai, sempre, niente, tutto), come ad esempio Non mi
accontenti mai Con il tuo atteggiamento rovini sempre tutto
eccQueste critiche sono vaghe e comunicano solo il risentimento della
persona che le formula. E preferibile indicare pacatamente lo specifico
comportamento da migliorare.
Criticare la persona e non il comportamento. Etichette negative del
tipo sei il solito egoista sei un buono a nulla sei falso servono solo
ad indebolire lautostima degli altri e non a favorire un cambiamento. In
quanto rivolte alla persona nella sua globalit sono offensive, poich chi
le riceve si sente probabilmente ferito o offeso; sono inoltre generiche, in
quanto non specificato il comportamento/atteggiamento da correggere.
Dimostrare incomprensione verso le difficolt che hanno gli altri
nel recepire la nostra critica. In particolare necessario rendere
quanto pi specifica la critica; tollerare un iniziale atteggiamento
difensivo da parte del nostro interlocutore; per il resto, non aspettarsi
che laltro ammetta esplicitamente i propri sbagli e cambi
completamente in tempi troppo rapidi.
Criticare aspetti che gli altri non possano controllare. Il fatto ad
esempio che un nostro amico sia troppo alto/basso, abbia una famiglia
che non ci piace, sia troppo estroverso/introverso, troppo emotivo o
troppo riservato eccnon certo sotto il suo controllo, e quindi
perfettamente inutile criticarlo per questo. Ugualmente non ha senso
18

criticare il nostro amico per qualcosa che ha compiuto in passato, e che


per questo non si pu pi correggere. Formulare critiche su
aspetti/avvenimenti che non si possono cambiare contribuisce solo a
mortificare laltro.
Usare dei messaggi-tu. Un esempio di messaggio-tu Non
parlarmi pi in questo modo. In questo caso lenfasi sullerrore
dellaltro. Proviamo ora a riformulare la frase usando un
messaggio-io: Se ti rivolgi a me gridando mi innervosisco. Come
si vede in questa seconda critica lenfasi posta pi sul nostro
stato danimo. I messaggi-tu sono spesso accusatori, enfatizzano le
mancanze dellaltro o impongono regole, ma tutto ci spesso non
serve a far cambiare laltro. Nel messaggio-io, invece, non si
chiede agli altri di comportarsi nel modo pi giusto in assoluto,
ma si chiede semplicemente di non fare ci che ci infastidisce e di
comportarsi in modo pi consono alle nostre esigenze.

Formulare la nostra critica usando il tono sbagliato.


Esprimere
sentimenti
di
rabbia,
ostilit,
disprezzo
o
disapprovazione attraverso il tono ed il volume della voce, le
espressioni facciali, il movimento e la postura non depone certo a
favore dellefficacia della nostra critica. Per facilitare la ricezione del
nostro messaggio opportuno usare un volume di voce non
elevato, un tono che dimostri cortesia, apertura e disponibilit al
dialogo, unespressione facciale serena ed una postura rilassata. Se
questo non fosse possibile, sarebbe meglio rinviare la critica a
quando si saranno calmate le acque.

In sintesi, per far s che una critica sia costruttiva possiamo ricorrere al
metodo ABC. A sta ad indicare il comportamento specifico del nostro
interlocutore che ci ha infastidito, B il nostro stato danimo come
conseguenza del comportamento dellaltro (si tratta di un messaggio-io,
vedi paragrafo precedente), C invece il suggerimento che diamo
allaltro su come ci aspettiamo che si comporti la prossima volta.
Possiamo quindi dire Quando hai fatto A, mi sono sentito B, la prossima
volta preferirei che facessi C; ad esempio Quando a colazione ti
immergi nella lettura del giornale, mi sento trascurata da te, ti chiedo
per questo se possibile scambiare quattro chiacchiere prima di andare
al lavoro, oppure Il fatto che tu venga costantemente in ritardo agli
appuntamenti mi innervosisce molto, mi aspetto che le prossime volte tu
rispetti gli impegni presi.
Come si vede da questi esempi, critiche cos formulate sono efficaci per
19

tre motivi: manifestiamo chiaramente allaltro i nostri bisogni, senza


aspettarci che sia lui/lei a doverli intuire; ci riferiamo a suoi
comportamenti specifici e non alla sua persona; gli suggeriamo
concretamente
cosa
fare
per
adeguare
in
futuro
il
suo
comportamento/atteggiamento alle nostre aspettative.

20

- LEZIONE 4 -

Esplorando il linguaggio del corpo


Benvenuto/a alla quarta ed ultima lezione del nostro
corso on-line I segreti della comunicazione
positiva.
Lobiettivo di questa lezione di comprendere
limportanza che ha il linguaggio del corpo nella
comunicazione interpersonale.
Non mi piacciono lunghe introduzioni teoriche, quindi cominciamo!
Saper leggere ed usare il linguaggio del corpo ci permette di migliorare
notevolmente la nostra comunicazione con gli altri. Si tratta di una
conoscenza e di una pratica che pu cambiarci la vita in molti modi. Con
pazienza, persistenza e pratica potete usare la comunicazione nonverbale per rendervi conto se qualcuno vi sta mentendo, per proiettare
allesterno sicurezza in voi stessi, capire se una persona attratta da
voi, creare un interesse di tipo romantico o sessuale verso di voi in modo
sottile, persuadere, influenzare, vendere di pi, mettere le persone a loro
agio, ispirare un senso di fiducia negli altri, farsi degli amici ecc...
Prima di cominciare la trattazione di questo affascinante tema, vi
prego di considerare questanalogia. Saper leggere ed usare il
linguaggio del corpo come essere un musicista di jazz. Quando
suona, un musicista jazz d lanima ad un certo brano, e questo
influenza gli altri musicisti che stanno suonando con lui.
Tuttavia, molto raro che un musicista jazz nasca con quest
abilit. Piuttosto, la maggior parte dei musicisti ottiene
questo livello di maestria praticando le scale e studiando
teoria musicale. Questo studio gli fornisce delle possibilit
espressive che chi non ha studiato le scale non ha, per
esempio il fatto di sapere che tipo di note sono possibili in
una certa situazione, che impatto hanno in una particolare
sequenza, ad un volume particolare etc...
solo dopo questo studio che un musicista pu veramente dare lanima
ad un certo brano. Le scale sono per lui una sorta di seconda natura.
21

Quando ci accade il musicista non ha pi bisogno di pensare alle scale e


alla teoria musicale, ed libero di entrare in contatto vero con i suoi
sentimenti o con la gente che lo circonda, e queste sensazioni passano
direttamente dalle loro scale e teorie musicali nel loro strumento.
probabile che voi viviate unesperienza simile lavorando con il
linguaggio del corpo (salvo che in questo caso ci sono meno scale da
padroneggiare e molta meno teoria da conoscere). Inizialmente, mentre
cercate di praticare alcune di queste tecniche, state in realt suonando
singole note non ancora pienamente connesse alla vostra anima. Come
tali, vi potete sentire un po impacciati e non ottenere i risultati che
avevate sperato.
Ma con il tempo e la pratica, usare il linguaggio del corpo vi diventer
cos naturale che potrete davvero metterci lanima.
Un ultima avvertenza: le persone percepiscono pi o meno consciamente
quando state mentendo, per questo il linguaggio del corpo molto pi
efficace quando utilizzato per comunicare qualcosa che veramente
desiderate, sentite o credete.
Per esempio, se volete mettere qualcuno a suo agio, dovete trovare
qualche tratto della sua personalit che genuinamente vi piace e pensare
a questo mentre gli/le sorridete, annuite a ci che dice, puntate i piedi
verso di loro, vi sporgete in avanti e ponetele vostre spalle allindietro.
Se infatti trascurate laspetto mentale e vi impegnate solo a mettere in
pratica le tecniche, gli altri se ne renderanno conto e di conseguenza
non avrete limpatto sperato.

22

Perch imparare a leggere ed usare


il linguaggio del corpo?

quasi come leggere gli altri nel pensiero!


Perch la maggior parte del linguaggio verbale
in pratica un comportamento riflesso e perch i
segnali non verbali possono contraddire ci che
una persona sta dicendo. Imparare a leggere
questi indizi e saperli adeguatamente usarecostituisce un enorme vantaggio per:

- Sapere se qualcuno/a ci sta mentendo


- Scoprire se una persona attratta da noi
- Sedurre
- Ispirare rispetto e fiducia
- Mettere le persone a loro agio
- Stringere delle amicizie
- Persuadere, vendere ed influenzare
e molto altro ancora.

Il linguaggio del corpo appreso o innato?


Il linguaggio del corpo sia appreso sia innato. Una parte del
linguaggio del corpo infatti comune a tutta lumanit, unaltra parte
dipende dal luogo e dalla cultura dorigine.
Ad esempio alcune espressioni facciali (come il sorriso che indica
contentezza ed il broncio che indica dispiacere) sono praticamente
universali. Tali gesti sono in realt degli istinti radicati dei segnali
inviati direttamente dal paleo-encefalo ai muscoli facciali. Di
conseguenza, non ci sono molte possibilit di modificare queste
espressioni, tanto vero che le si pu osservare in tutte le culture del
mondo.
Ad ogni modo, lidea secondo cui alcune forme di comunicazione non
verbale siano comuni a tutta lumanit risale addirittura a Darwin ci
a riprova del fatto che linteresse per il linguaggio del corpo risale ai
primi dell 800.

23

Charles Darwin in una caricatura dellepoca

Molti aspetti del linguaggio del corpo variano in base alla cultura e ci
indica che il linguaggio del corpo anche un comportamento appreso. In
altre parole:

Il linguaggio del corpo una


combinazione di istinti e di
comportamenti appresi

Il linguaggio del corpo solo


un pezzo del puzzle

Attraverso il solo linguaggio del corpo una persona pu trasmettere


tutta una serie di informazioni senza neanche aprire bocca. Gesti,
posture e sguardi costituiscono pertanto una lingua vera e propria
indipendente dal linguaggio verbale. Come per qualsiasi altro linguaggio,
il contesto nella quale avviene la comunicazione di estrema
importanza. In altre parole:

24

Per poter leggere effettivamente il


linguaggio del corpo necessario
prendere in considerazione UN INSIEME di
segnali, cos come il tono della voce e le
parole. Evitate di arrivare a facili
conclusioni solo sulla base di UN SOLO
indizio!

Il linguaggio del corpo fornisce pi indicazioni di quelle che


possederemmo in una data situazione ma non certo rende irrilevanti
altre informazioni (come ad esempio il contenuto di una conversazione).
Linterpretazione di gesti, posture, movimenti ecc... pi precisa quindi
se tiene in considerazione un insieme gestuale e la parole usate.

25

CONCLUSIONE
COMPLIMENTI, sei arrivato a completare lebook I segreti della
comunicazione positiva!
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