Bene. Guardiamo come la società si muove e cosa fa, perché è importante, perché noi siamo la
società. La prima cosa che viene alla luce non è tanto il movimento quanto il suo continuo parlare
di cose, spesso per sentito dire, spesso per giudicare, spesso per sfogare più una tensione che per
dire qualcosa di senso e, purtroppo, spesso superficialmente e senza nessuna logica. Alla fine
guardiamo e giudichiamo ancora prima di sapere. Sentiamo una informazione e questa diventa
verità assoluta se torna comoda alla nostra stabilità e non ci curiamo di capire se ha qualche
fondamento. Al pari di chi gestisce un qualsiasi potere e ascolta solo i propri collaboratori credendo
in fiducia che quella sia la verità. Etichettiamo ogni cosa e ci aggreghiamo sulla base di parole,
parole che a loro volta, in alcune situazioni, non sono neppure idee. Evitiamo perfino la logica più
razionale se questa può in qualche modo mettere a repentaglio la nostra fragile posizione e porre un
profondo dubbio su ciò che sia vero per noi. Siamo subdoli, falsi, vigliacchi e pur amando il potere
e chi lo detiene, preferiamo non averlo, perché sappiamo cosa comporta: una grande e profonda
responsabilità. Delegando il potere ad altri crediamo nell'illusione di non essere responsabili, ma la
verità, l'ultima verità, è che lo saremo sempre. Responsabili moralmente e nell'anima.
Un bell’atteggiamento questo, vero? Quanti diranno che non è il loro? Quanti di noi si porranno la
scomoda domanda di quanto ci piace essere sudditi e apparentemente inermi? Se c'è qualcosa di
vero è proprio la nostra facilità di credere di poter giudicare chi ha il potere e di poterlo innalzare o
abbattere a piacimento secondo ciò che ci è più comodo. Amiamo credere alla falsa idea che queste
nostre scelte abbiano un qualche valore anche se non è vero e, aggiungo, su questa tragica visione
galleggiano ulteriori due corpi che facciamo finta di non vedere: il primo è l’abuso delle parole e il
secondo è il sovvertimento delle stesse. Non solo da parte del potere ma purtroppo anche da parte
nostra. Un siero chiamato vaccino, una morte chiamata cerebrale e così via, si potrebbe riempire
l'oceano con altri esempi. Non ci rendiamo conto che abusare in questo modo delle parole (dei
pensieri?) non solo le rende senza valore ma lo diventano anche gli stessi concetti che cerchiamo a
fatica di esprimere. Il sovvertimento e l’uso superficiale invece ne alterano non solo il senso e il
significato ma determinano un grave scollamento tra l’essere umano e la stessa realtà.
Questo scollamento è lo stesso identico errore che ci ha allontanato da Dio, dalla Verità. Non
sarebbe da riflettere? Non sarebbe da ascoltare dentro di noi cosa si muove?
Ci avviciniamo al 25 dicembre 2022, quale significato può avere questa data o questo periodo
dell’anno? Un giorno come tanti? Un giorno speciale? Un giorno da festeggiare? Oppure è
l’occasione di un cambiamento perso? Perso da quanti anni? Guardiamo con attenzione chi ci sta
vicino a noi, cosa sta facendo? Nella maggioranza delle volte guarda fuori e crede che ogni cosa che
gli capiti derivi esclusivamente dall’esterno. Vero, però è una verità parziale. Il campo di battaglia,
perché ci piace chiamarlo così, non è solo fuori ma è soprattutto dentro di noi. Purtroppo il campo
di battaglia interno è scomodo, fa male, distrugge ciò che ci tiene in piedi ed è così perché la
razionalità non basta per sapersi guardare dentro, ci vuole qualcosa di più: ci vuole ascolto. Un
ascolto che apre le porte della percezione e della scoperta di se stessi, una cosa che alla mente e al
nostro ego non interessa. Cosa vuol dire Natale? Cosa muove dentro di noi questa sola parola? Cosa
percepiamo realmente? Cerchiamo di non perderci nei movimenti del nostro inconscio che trasmette
nella mente false immagini. Quanto siamo coscienti di questo meccanismo? Quanto siamo coscienti
di essere esseri addestrati a pensare in un certo modo? Ci crediamo davvero liberi? Rispetto a queste
domande domandiamoci seriamente cosa sia realmente la libertà.
Il più delle persone, spesso per non riflettere e non sentirsi in colpa, rivolge la propria attenzione
allo sport, alle notizie, ai problemi futili o alla superficialità. Poi c'è una piccola parte di persone che
si rivolgono alla psicologia e alla filosofia, pensando che riflettendo sui profondi concetti degli
antichi pensatori o sulle nuove correnti psicologiche possano essere a posto con la loro coscienza. In
realtà questi due movimenti sono solo esteriori, legati al raziocinio, legati alla mente e alla
memoria. Qualsiasi disquisizione diventa sterile perché non si fa altro che usare una struttura già
predeterminata o peggio di riportare concetti così come farebbe un buon libro o un registratore.
Applicare le regole di buon senso e vivere eticamente, con dignità e integrità, il quotidiano, oltre al
significato storico ed etimologico delle parole, non è così scontato e semplice. Non è questione solo
di mente ma di cuore e non solo di cuore. Anche unendo mente e cuore ci mancherà qualcosa,
quella parte di interiore che è il vero campo di scoperta di sé. Un campo scomodo perché in esso
scopriremo il perché di tanta sofferenza e, trovandoci come nel deserto, il bene e il male saranno
anch'essi materia da comprendere:. Come dire che nel deserto troveremo non solo Dio ma anche il
demonio, il nostro demonio. Possiamo farlo questo Natale?
Domandiamoci ora il perché ci adoperiamo a studiare e a creare sempre nuove tecnologie. La
risposta è molto semplice, uno strumento lo si può controllare, invece, l’essere umano no. Per
decenni chi aveva il potere ha cercato i poteri paranormali ma ha anche toccato con mano
l'impossibilità di controllare la coscienza di chi li sviluppava e questo può essere molto pericoloso.
Per questo motivo il potere vi fornirà sempre una serie di orpelli per ingannarvi e gestire invece la
vostra vita, arrivando perfino a produrre in voi il desiderio, come fosse una droga, di chiederli voi
stessi. Purtroppo, prima o poi, perderanno il controllo della tecnologia, a quel punto tutti noi ci
renderemo conto che non siamo Dio ma solo esseri stupidi che hanno scelto il potere, un limitato
potere. Fosse solo il cellulare o la costosa e dannosa auto elettrica. Non ci stanno ingannando, siamo
noi stessi ad ingannarci ed è una nostra scelta.
Perché anche se sappiamo dare la vita e la morte, non sappiamo creare qualcosa di più della materia
o dell’energia che crediamo di conoscere e controllare. C’è una sola verità: abbiamo scelto di agire
contro la natura, contro gli animali, contro gli altri esseri umani e lo facciamo solo perché qualcuno
ci ha detto che va bene, che la natura è al nostro servizio. No, non è vero, siamo noi al servizio
della natura e se non lo siamo è perché spesso guardiamo più all’uomo e non al suo messaggio.
Così, in questo modo, gli errori umani continuano a ripetersi all'infinito, mentre la natura, la vita, la
Creazione no. Crediamo, così solo per esempio, che un nodo linfatico, la febbre o il dolore siano
una malattia, quando invece solo soluzioni naturali e a volte estreme del corpo a problemi di uno
stile di vita errato. Davvero, cureresti più il sintomo oppure sarebbe meglio lo stile di vita? Quanto
siamo consapevoli di tutto questo? Cosa vuol dire festeggiare la nascita di un neonato che può
essere Dio? O può essere un nostro fratello nello Spirito? Cosa vuol dire essere coscienti?
Quando agiamo contro è come se prendessimo quella croce di duemila anni fa, su cui sono stati
inchiodati diversi esseri umani e non solo Gesù, ponendola a testa in giù e inchiodando a forza la
nostra anima. Prendiamo il martello (la volontà arrogante dell'ego) e i chiodi (i pregiudizi e la
menzogna) conficcandoli a forza nella nostra anima o nella carne del nostro interlocutore che
potrebbe essere anche nostro figlio o figlia. Perché le nostre scelte, non dimentichiamolo mai,
ricadranno su di loro, sempre. Perché agire contro, scegliendo il potere e la divisione (perché è
questo che facciamo), non significa solo violentare e discriminare chi ci è vicino ma sovvertire il
senso stesso della vita. Vita con la "V" maiuscola. Lo facciamo non solo con le scelte ma anche con
le parole, i pensieri, le intenzioni. Se non riflettiamo ora su questo nostro agire, potrebbe capitare
che non potremo farlo in futuro ripetendo all’infinito i nostri errori e scelte. Vogliamo davvero
questo? Il tempo per riflettere è terminato, c’è una scelta da fare. Vogliamo farla? Oppure ci
lasceremo distruggere? È davvero Natale? Cosa sarà per noi questo Natale? Un'occasione per
cambiare o un'occasione persa?
Mi rendo conto che in queste parole c’è un sacco di informazioni, alcune non dette, altre pesanti
come macigni, altre presenti tra le righe, tuttavia tutte collegate. Rileggere non è ripetere, in quanto
è un’azione che richiede apertura e ascolto e in questo caso la mente è passiva e il corpo a riposo.
Ascoltare un interlocutore non è ascoltare le sue parole ma il proprio essere, è come guardare negli
occhi se stessi e percepire qualcosa che ci riguarda. Questo almeno quando il dialogo è interiore.
Questo è quello che dovremmo fare non solo a Natale ma tutto l’anno. Perché il messaggio di Gesù
non nasce il 25 dicembre o alla sua morte ma nasce in ogni momento e in ogni parte del mondo,
anche nella casa vicino a voi. Non è questione di date o di simboli, questi sono elementi limitati e
parziali di una mente che non è in grado di capire cosa sia la Realtà, di cosa sia realmente il
messaggio. Amare? Possiamo davvero amare quando dentro di noi c'è violenza, menzogna,
discriminazione, rabbia e soprattutto dolore? Cerchiamo di non essere falsi almeno con noi stessi.
Vogliamo cambiare? Bene, lo si può fare. Basta smettere di guardare fuori, basta cercare un
nemico, basta giudicare, basta usare solo il raziocinio, basta rinchiudersi in torri o bolle di sapone,
per quanto possano essere belle e comode. E quando dico basta significa finirla, terminare,
smettere, piantarla... insomma, basta! Guardiamo a noi stessi e riconosciamo nell’altro un nostro
fratello, riconosciamo Gesù in chi ci è vicino, riconosciamo i nostri modi di essere e di fare, perché
solo così riconosceremo quelli del nostro fratello. Non è solo razionalità, è anche emotività,
sensibilità e interiorità. Ognuno di questi elementi ha sempre due parti: una buona e una cattiva. È
nostro compito comprendere e decidere cosa sia giusto, scoprendo che la volontà non è dell’io ma
del nostro essere spirituale al di là del nostro interiore. Non ci sono discussioni da fare ma solo
riscoprire la consapevolezza su chi siamo realmente. Rammentando sempre che è una questione di
equilibrio e non di parte. Essere di parte, stare da una parte è solo un gioco della mente, dell'ego, del
potere. Cadere nei giochi del mondo umano è molto facile, tuttavia è possibile uscirne.
Nel corso delle precedenti riflessioni vi ho sempre detto che Dio è oltre, oltre ogni immaginazione,
simbolo e pensiero. Questo per invitarvi ad andare oltre i vostri limiti, oltre i simboli, le tecniche, le
parole che sono, a causa vostra e nostra, fonte più di potere che di potenza. In realtà Dio non è oltre,
è qui. Qui, nella natura, nelle piante, negli animali, nell’essere umano e anche in esseri che vivono
questa realtà in uno stato di coscienza diverso. Diverso, non più alto o più basso. È tempo di finirla
con questa storia di misurare qualcosa che non può essere misurato, di mettere un'etichetta e credere
che quella cosa sia sempre uguale a se stessa. Niente rimane uguale a se stesso per sempre,
nemmeno noi stessi. Nemmeno chi crediamo esserci nemico. Cerchiamo il nostro personale senso a
queste poche parole e scopriamo quante volte ripetiamo i medesimi errori provocandoci dolore,
rabbia e violenza, sia nel mondo e, purtroppo, sia dentro di noi.
Per chiudere vi propongo qualcosa di diverso: la Terra è un luogo speciale ma non è l'unico, lo
spazio è infinito ma è anche finito nei limiti, i limiti sono il salvagente che ti impedisce di perderti e
di suicidarti a causa degli errori, il tempo è un'illusione per come è compreso dall'uomo ma è anche
espressione della crescita e liberazione della propria anima collettiva, siamo tutti collegati e pur
siamo sempre dei singoli e ogni singolo è importante. Tutto è vivo e in Dio, perché la felicità è la
sensazione che la natura ti dà con un tramonto, il sorriso della tua dolce metà, lo sguardo di un
neonato quando ti vede per la prima volta, la buona parola quando sei sconfortato, l'abbraccio
inaspettato. Dio è qui, le sue leggi sono qui ma, ricordiamolo sempre, siamo liberi di decidere di noi
stessi e della nostra vita e questo mondo ci fornirà di quanto abbiamo bisogno, anche se non sempre
è così perché siamo tutti coinvolti e le scelte degli altri ci travolgono. Non esiste un futuro
predeterminato ma solo una serie di scelte nel qui e ora che pur segnando un percorso, possono
tracciarne sempre uno totalmente diverso in ogni istante assoluto della Creazione. Quando capiamo
che tutto è vivo passiamo dalla scuola alla Vita, alla Creazione.
Posso solo augurarvi un buon Natale di coscienza.
Che Dio possa, nella sua migliore forma, essere scoperto dentro di voi.
Paolo
Ogni Natale creo una riflessione che viene poi spedita a diversi interlocutori
Nota 2022: non pubblicando più ulteriori riflessioni sul sito e su Sfero, chi desidera avere uno scambio, lo potrà fare
solo personalmente, contattandomi con il modulo presente in HomePage sul sito ufficiale.