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KANT

Nasce a Konigsberg nel 1724, fu il più grande esponente dell’Illuminismo tedesco, educato in un
collegio ,subito dopo studiò filosofia, matematica e teologia, all’università di Konigsberg dove ebbe
un maestro che lo indirizza verso gli studi di mate e fisica filosofia newtiana. Successivamente
divenne sotto bibliotecario alla biblioteca reale e fu nominato professore di logica e metafisica. In
generale l’esistenza di Kant non ebbe grandi avvenimenti drammatici e di passioni, si concentrava
in uno sforzo continuo di pensiero e di uno stile di vita basato su delle rigide abitudini come una
passeggiata pomeridiana sempre alla stessa ora, infatti gli abitanti avevano regalato l’orologio ad
essa.
Per quanto riguarda l’ambito politico, egli simpatizza per gli americani nella loro guerra di
dipendenza, ma anche con i francesi nella loro rivoluzione.
Il suo ideale politico è la costituzione repubblicana fondata sul principio di indipendenza, libertà,
eguaglianza.
Tra gli Episodi più notevoli nel corso della sua vita è il contrasto con il governo prussiano dopo la
Pubblicazione della seconda edizione di una sua opera, ma grazie alla libertà di stampa, che fu
ripristinata grazie a Federico Guglielmo III, Kant poté rivendicare la sua libertà di pensiero, di
parola.
Egli morì nel 1804, nella sua tomba vi è una frase tratta dall’opera “CRITICA DELLA RAGION PURA”
ovvero “il cielo stellato sopra di me è la legge morale dentro di me “
Egli fu un CRITICISTA, rifiutava le correnti filosofiche della sua epoca, ossia l’empirismo il
razionalismo. La sua opera più famosa è critica alla ragion pura 1781, solo che era troppo difficile
per la società del 700, quindi dovete pubblicare una edizione divulgativa con delle spiegazioni della
sua teoria. Negli anni successivi vengono pubblicati le due opere che compongono la TRIADE:
1 CRITICA ALLA RAGION PRATICA
2 CRITICA DEL GIUDIZIO

Per quanto riguarda la sua attività letteraria, si divide in tre periodi:


1. Nel primo prevale l’interesse per le scienze naturali
2. Nel secondo prevale l’interesse filosofico e si determina l’orientamento verso l’empirismo
inglese e il criticismo
3. Nel terzo si delinea la filosofia trascendentale
IL PRIMO PERIODO
gli scritti del primo periodo rispondono agli aspetti naturalistici propri della formazione
universitaria di Kant, l’opera principale e del 1755, lo scritto comparve in anonimo e descrive la
formazione dell’intero sistema cosmico in conformità alle leggi della fisica newtoniana.

IL SECONDO PERIODO
il secondo periodo prevale nel pensiero di Kant e l’interesse filosofico. In uno scritto del 1763
definisce la metafisica un abisso senza fondo, un oceano tenebroso senza sfondo e senza fari. In
un altro scritto dell’anno successivo rivela l’avvicinamento all’analisi dell’empirismo inglese,
definendo la metafisica con una filosofia sui primi fondamenti della nostra conoscenza.

LA DISSERTAZIONE DEL 1770


Per quanto riguarda l’anno del 1769, lo definisce come l’anno che gli ha portato una grande “luce”
e la dissertazione del 1770 , infatti presenta la soluzione critica del problema dello spazio e del
tempo.
Analizza la distinzione sensibile e intellettuale:
1. CONOSCENZA SENSIBILE: dovuta dalla ricettività del soggetto, ha per oggetto il fenomeno
ovvero come la cosa gli appare nella sua relazione al soggetto

2. CONOSCENZA INTELLETTUALE: È una facoltà del soggetto, ha per oggetto la cosa così come
essa è, ovvero nella sua natura, cioè come NOUMENO

CONOSCENZA SENSIBILE: formata dallo spazio e tempo che non derivano dalla sensibilità, sono
delle intuizioni pure perché precedono ogni conoscenza sensibile e sono indipendenti da essa,
sono delle realtà soggettive e necessarie alla mente umana.
La conoscenza sensibile si distingue in APPARENZA-ESPERIENZA In cui dall’apparenza l’esperienza
arriva attraverso la riflessione dove si avvale l’intelletto.

Nella conoscenza sensibile si devono distinguere:


1. La MATERIA, cioè la SENSAZIONE , ovvero una modificazione degli organi di senso e che
testimonia la presenza dell’oggetto dal quale è causata
2. La FORMA , cioè la LEGGE, che ordina la materia sensibile
Per quanto riguarda la CONOSCENZA INTELLETTUALE, ritiene che l’idea tradizionale abbia la
possibilità di cogliere le cose così come sono nel loro ordine intellegibile (NOUMENI) A differenza
della sensibilità che le percepisce così come appaiono (FENOMENI)

GLI SCRITTI DEL PERIODO CRITICO


dopo la pubblicazione della dissertazione Kant si concentra sulla filosofia critica.
CRITICISMO: dal Greco “separare”, questo perché da una parte analizza la ragione per capirne le
sue funzioni, dall’altra le giudica come se fosse in tribunale per valutarne i limiti e le possibilità.
Proprio per questo che si trovava in disaccordo con gli empiristi come ad esempio HUME e LOCKE,
e i nazionalisti come CARTESIO e SPINOZA.
Nonostante vedesse in loro dei buoni pecursori del suo pensiero, non ritiene che la loro filosofia
fosse sufficiente per elaborare una risposta alle domande che si era posto, come:
1. QUAL È IL FONDAMENTO DELL’ INTERA CONOSCENZA?
2. QUALI SONO LE SUE POSSIBILITÀ
3. QUALI SONO I SUOI LIMITI

Da un lato i razionalisti dicevano che tutto ciò che si conosce è innato nel soggetto e poi, nel corso
della vita, viene pian piano dedotto, quindi capito e scoperto. Si giungeva così a un sapere
universale, uguale per tutti, che procedeva per deduzione.
Gli empiristi dicevano che si può arrivare a conoscere solo con l’esperienza aggiungendo un sapere
cumulativo, che aumenta nel corso della vita che però è soggettivo e quindi diverso per ognuno.
Kant arrivò a trarre nel suo pensiero dei caratteri da entrambe le correnti filosofiche servendosi
dei giudizi scientifici arrivando una conoscenza sia cumulativa che universale.

Ci fu poi la pubblicazione de LA CRITICA DELLA RAGION PURA 1781 Dove riesce a raccogliere in soli
quattro mesi, 12 anni di riflessione, poi sei anni dopo ci fu la seconda edizione dove ci sono più
informazioni in particolare per quanto riguarda la deduzione trascendentale. Dopo la
pubblicazione delle tre sue opere più importanti successivamente pubblica anche articoli, critiche
e chiarimenti del suo pensiero, ma anche testi che vengono pubblicati dai suoi discepoli negli
ultimi anni della sua vita.
IL CRITICISMO COME FILOSOFIA DEL LIMITE E
L’ORIZZONTE STORICO DEL PENSIERO KANTIANO
Il pensiero Kantiano viene definito critico perché egli si contrappone all’atteggiamento mentale del
dogmatismo, ovvero accettare informazioni senza interrogarsi, fare della critica, significa infatti
giudicare, valutare, interrogarsi di determinate esperienze umane, chiarendone quindi:
1. La POSSIBILITÀ: le condizioni che ne permettono l’esistenza
2. La VALIDITÀ: I titoli di legittimità che la caratterizzano
3. I LIMITI: I confini di validità

L’aspetto del limite, è molto importante, il criticismo si configura come una filosofia del limite,
riconoscendo il carattere finito e condizionato dalle nostre possibilità umane, esistenziali che non
sono mai tali da garantire l’onnipotenza o l’onniscienza dell’individuo.

La riflessione della sfera sentimentale dell’uomo (dell’arte e sul gusto) tendeva a produrre una
serie di interrogativi della loro struttura e validità e questo spiega come nella filosofia moderna sia
potuto sorgere il criticismo che si interroga sui fondamenti del sapere, della morale e
dell’esperienza estetica.

Il kantismo si differenzia dall’empirismo perché spinge più a fondo l’analisi critica, usando un
metodo di filosofare che invece di soffermarsi sulla descrizione dei meccanismi conoscitivi si sforza
fissarne le condizioni di possibilità e limiti di validità.

Per quanto riguarda l’Illuminismo che aveva portato davanti al tribunale della ragione l’intero
mondo dell’uomo, Kant aveva portato davanti al tribunale della ragione la ragione stessa per
chiarirne strutture e possibilità, anche se con questo andare oltre al’ Illuminismo, Kant rimane
sempre figlio dell’Illuminismo, in quanto ritiene che i confini della ragione possono essere tracciati
solo dalla ragione stessa, che è completamente autonoma.
LA CRITICA DELLA RAGION PURA
la critica della ragion pura è un’analisi critica dei fondamenti del sapere e in particolare ai tempi di
Kant, l’universo del sapere si articolava in scienza e metafisica, infatti prende un’indagine
valutativa di queste due attività conoscitive. Kant rappresentava la metafisica e la scienza in un
modo diverso, la scienza, grazie successi di Newton e Galilei, appare come un sapere in continuo
progresso, la metafisica invece con il suo voler procedere oltre l’esperienza, non sembrava aver
trovato il cammino sicuro della scienza anche se prima veniva considerata la regina di tutte le
scienze.
Kant respinge lo scetticismo scientifico di Hume , ritenendo che la scienza sia un dato di fatto di cui
non ha senso dubitare , ne condivide però lo SCETTICISMO METAFISICO anche se Hume vedeva
nella metafisico la semplice illusione di conoscere razionalmente ciò che realtà ci proviene
dall’esperienza, Kant e invece le riconosce una grande importanza, come una DISPOSIZIONE
NATURALE .

LE DOMANDE FONDAMENTALI DELLA CRITICA A CUI CERCA DI DARE UNA RISPOSTA SONO:
1. Com’è possibile la matematica pura
2. Com’è possibile la fisica pura
3. Com’è possibile la metafisica in quanto disposizione naturale
4. COM’È POSSIBILE LA METAFISICA COME SCIENZA

Nel caso della metafisica si tratta di scoprire se esistono condizioni tali che possono legittimare le
sue pretese come scienza, mentre nel corso della matematica e fisica si tratta di giustificare una
situazione di fatto, chiarendo le condizioni che le rendono possibili come scienza.

I GIUDIZI SINTETICI A PRIORI


Per rispondere alla domanda se la metafisica sia possibile, Kant deve partire dall’analisi delle
discipline la cui scientifica è indiscutibile una volta individuato il fondamento della scientificità
della matematica e fisica è possibile verificare se esso fondi anche la metafisica.
Kant intende dimostrare che la conoscenza umana può essere universale e necessaria, ma anche
feconda, infatti l’opera “critica della ragion pura” inizia con una ipotesi gnoseologica. È convinto
che la conoscenza umana, ma anche la scienza, offrono dei principi assoluti, delle verità universali.
Pur derivando in parte dall’esperienza, la scienza presuppone dei principi immutabili ossia dei
giudizi sintetici a priori.
GIUDIZI SINTETICI A PRIORI : un giudizio che amplia la conoscenza in quanto sintetico, ma che
non si fondi sull’esperienza in quanto è a priori, sono principi assoluti che stanno alla base della
scienza.
GIUDIZI: perché aggiungono un predicato a un soggetto
SINTETICI: il predicato dice qualcosa di nuovo rispetto al soggetto
A PRIORI: perché se no universali e necessari non possono derivare dall’esperienza
Grazie a questi Giudizi l’uomo può raggiungere una conoscenza non solo certo necessaria ma
anche feconda e illuminante riguardo al mondo.

Esistono per Kant i GIUDIZI SINTETICI E ANALITICI

GIUDIZI ANALITICI A PRIORI: sono perfettamente veri, universali, necessari, in quanto


consistono nel separare un predicato è un soggetto in cui il predicato non è altro che una
caratteristica del soggetto stesso. Essi non aggiungono niente di nuovo, non ampliano la
conoscenza, sono giudizi esplicativi e in fecondi che richiamano la concezione razionalistica della
scienza perché pretendeva di partire da principi a priori.
L’esempio del giudizio analitico a priori è “tutti i corpi sono estesi” in cui :
ESTESI: predicato del soggetto TUTTI I CORPI
Essere esteso nello spazio è una caratteristica di tutti i corpi, quindi il predicato non aggiunge
niente al soggetto.

GIUDIZI SINTETICI A POSTERIORI: sono fondati sull’esperienza, giudizi ampliativi della


conoscenza, in quanto aumentano la capacità conoscitiva del soggetto, proprio grazie ai dati forniti
dall’esperienza, richiamano l’interpretazione empiristica della scienza perché pretendeva di
fondare la scienza con l’esperienza.
L’esempio che Kant usa è “tutti i corpi sono pesanti” questa affermazione si può formulare solo
dopo aver fatto esperienza di più oggetti corporei sono quindi giudizi privi di universalità.

Dal punto di vista di Kant, la scienza può essere descritto con la formula:
SCIENZA = ESPERIENZA + PRINCIPI SINTETICI A PRIORI

Lo scienziato kantiano è certo a priori della verità, anche se per sapere quali sono le cause che
producono gli eventi o cosa vi sia nello spazio il tempo ha bisogno di ricorrere alla testimonianza
dell’esperienza.
Lo scienziato humiano ad esempio non sa se anche nel futuro ogni evento dipenderà da cause
ossia ogni oggetto di esperienza sarà collocato nello spazio nel tempo.

LA RIVOLUZIONE COPERNICANA
Si trova di fronte al problema di spiegare la provenienza dei giudizi sintetici a priori. Egli risponde a
questa domanda elaborando una nuova teoria della conoscenza intesa come FORMA-MATERIA ,
ovvero di un elementi a POSTERIORI e un elemento A PRIORI.
1. per MATERIA DELLA CONOSCENZA si intende la molteplicità caotica e mutevole delle
impressioni sensibili che provengono dall’esperienza ed è a posteriori
2. Per FORMA DELLA CONOSCENZA Si intende l’insieme delle modalità fisse, attraverso cui la
mente umana ordina le impressioni ed è a priori.
La conoscenza umana è data dall’unione tra una forma a priori e una materia a posteriori

Per chiarire le forme a priori di Kant, gli studiosi usano l’esempio dove le paragona le lenti colorate
attraverso cui l’uomo guarda la realtà, un altro esempio è la mente Kantiana che è simile ad un
computer che elabora una molteplicità dei dati forniti dall’esterno, utilizzando una serie di
programmi interni fissi che ne rappresentano gli mutabili codici di funzionamento.

Con la nuova impostazione del problema della conoscenza implica delle conseguenze, come la
rivoluzione copernicana. Così come Copernico per spiegare i moti celesti aveva rivoluzionato
l’astronomia, mostrando come fosse la terra ruotare intorno al sole e non viceversa, Kant per
spiegare la scienza ribalta i rapporti tra soggetto e oggetto, affermando che non è la mente che si
modella in modo passivo sulla realtà esterna, ma la realtà esterna che deve adattarsi alle forme
pure a priori della mente umana.

Lavora sulla distinzione tra FENOMENO e COSA IN SE


1. FENOMENO: È la realtà che ci appare tramite le forme a priori che sono proprie della
nostra struttura conoscitiva, il fenomeno possiede una specifica oggettività che equivale
quindi allo stesso modo per tutti

2. COSA IN SE: È la realtà considerata indipendentemente da noi e dalle forme a priori


mediante le quali la conosciamo è la realtà in sé.
LA FACOLTÀ DELLA CONOSCENZA E LA PARTIZIONE DELLA
CRITICA DELLA RAGION PURA
kant distingue tre facoltà conoscitive:
1. SENSIBILITÀ: È una facoltà mediante la quale gli oggetti ci sono dati attraverso i sensi tramite le
forme a priori che sono lo spazio il tempo

2. INTELLETTO: attraverso cui pensiamo i dati offerti dalla sensibilità tramite concetti puri e le
categorie
3. RAGIONE: È la facoltà attraverso cui con l’esperienza cerchiamo di spiegare la realtà attraverso
le idee di anima, mondo e Dio.

L’opera CRITICA DELLA RAGION PURA a sua volta è formata da:


1. DOTTRINA DEGLI ELEMENTI: si occupa di scoprire quegli elementi della conoscenza che Kant
chiama “puri” o “a priori”
2. DOTTRINA DEL METODO: consiste nel determinare l’uso possibile degli elementi a priori della
conoscenza.

La DOTTRINA DEGLI ELEMENTI si ramifica in:


1. ESTETICA TRASCENDENTALE: studia la sensibilità e le sue forme a priori dello spazio del tempo,
mostrando come su di esse si fondi la matematica.
2. LOGICA TRASCENDENTALE: si divide a sua volta in :

ANALITICA TRASCENDENTALE: studia L’intelletto e le sue forme a priori, mostrando come su di


esse si fondi la fisica

DIALETTICA TRASCENDENTALE: studia la ragione le sue tre idee di anima, mondo e Dio mostrando
come su di esse si fondi la metafisica
IL CONCETTO KANTIANO DI “TRASCENDENTALE” E IL SENSO
COMPLESSIVO DELL’OPERA
La scolastica medievale definiva “trascendentali” le proprietà universali che sono comuni a tutte le
cose e che quindi trascendono per generalità le categorie in senso aristotelico.
Kant invece connette il concetto trascendentale con quello di forma a priori, riferendolo a una
condizione neurologica che rende possibile la conoscenza della realtà fenomenica e tuttavia è
trascendentale in quanto non si identifica con gli elementi a priori, ma con lo studio filosofico delle
medesime. Quindi in quanto non risultano trascendentali le forme a priori, ma le discipline
filosofiche relative ad essa (ESTETICA TRASCENDENTALE- ANALITICA TRASCENDENTALE)

ANALISI TITOLO DELL’OPERA “CRITICA RAGION PURA”


1. RAGIONE: si intende la facoltà conoscitiva generale e la ragione a fare sia come giudice sia come
giudicato, infatti la critica e della ragione.
2. RAGION PURA: quella che contiene i principi per conoscere qualcosa prettamente a priori
3. CRITICA: si rappresenta un’analisi delle autentiche possibilità conoscitive dell’uomo.

ESTETICA TRASCENDENTALE
Compone la prima parte dell’opera critica della ragion pura
È la scienza di tutti i principi a priori della sensibilità, considera la sensibilità ricettiva, perché non
genera i propri contenuti ma li accoglie con l’intuizione della realtà esterna oppure dall’esperienza.
INTUIZIONE SENSIBILE: È l’intuizione di un essere a cui l’oggetto è dato
INTUIZIONE INTELLETTUALE: intuizione di un ipotetico intelletto divino come Dio

La sensibilità non è solo ricettiva, ma anche attiva, perché organizza il materiale delle sensazioni
(intuizioni empiriche) se lo spazio e il tempo che sono appunto delle forme a priori (intuizioni pure)
della sensibilità.
LA TEORIA DELLO SPAZIO E DEL TEMPO
(Sono strutture formali della nostra conoscenza)
SPAZIO: la rappresentazione a priori necessaria, che sta a fondamento di tutte le intuizioni esterne
TEMPO: È la forma del senso interno ovvero quella rappresentazione a priori che sta a
fondamento dei nostri stati interni.
Kant spiega l’aprioritá dello spazio e del tempo sia con argomenti teorici generali,
NELL’ESPOSIZIONE METAFISICA, sia con argomenti tratti considerando le scienze matematiche
NELL’ESPOSIZIONE TRASCENDENTALE

ESPOSIZIONE METAFISICA
Nell’esposizione metafisica tenendo quindi conto della metafisica, Kant confuta:
1. la visione empiristica di Lock, Che considerava spazio e tempo come nozioni tratte
dall’esperienza.
2. la visione positivistica di Newton che considerava spazio e tempo come entità a sestanti o
recipienti vuoti.
3. La visione concettualistica di Leibniz, Che considerava spazio il tempo come concetti esprimenti
rapporti tra le cose

Contro LA VISIONE EMPIRISTICA


afferma che spazio tempo non possono derivare dall’esperienza, perché per farne una qualsiasi
presupponiamo le rappresentazioni originarie di spazio e tempo.

Contro LA VISIONE POSITIVISTICA


A Kant disse che spazio tempo non possono essere dei contenitori in cui si trovano degli oggetti,
bensì quadri mentali a priori dentro i quali connettiamo i dati fenomenici.

Contro LA VISIONE CONCETTUALISTICA


Kant dice che spazio tempo non possono essere considerati dei concetti, hanno una natura
intuitiva e non discorsiva, oggettivamente ogni esperienza si dà all’uomo in base alle intuizioni di
spazio e tempo, se non rientra in quelle categorie è NOUMENA.
Pur rifiutando l’oggetivismo di Newton , Kant si avvicina con la dottrina dello spazio del tempo
come coordinate assolute dei fenomeni, delle condizioni a priori del conoscere.

ESPOSIZIONE TRASCENDENTALE
Tenendo conto della scienza, secondo Kant è il punto di appoggio delle costruzioni sintetiche a
priori della matematica risiede nelle intuizioni di spazio e tempo. Considerava la geometria e
l’aritmetica come scienze sintetiche a priori per eccellenza, esempio 7 + 3 = 10, queste sintetico in
quanto il risultato 10 viene ottenuto grazie l’operazione del sommare e non risultato per via
puramente analitica.

In quanto a priori, la MATEMATICA è anche universale e necessario, immutabilmente valida per


tutte le menti pensanti, indipendentemente dall’esperienza.

La GEOMETRIA è la scienza che dimostra sinteticamente a priori le proprietà delle figure mediante
l’intuizione pura di spazio

L’ARITMETICA è la scienza che determina sinteticamente a priori le proprietà delle serie


numeriche, basandosi sulle intuizioni pure di tempo e di successione

ANALITICA TRASCENDENTALE
LOGICA TRASCENDENTALE: È la scienza del pensiero discorsivo, delle regole dell’intelletto in
generale, ovvero lo studio della conoscenza a priori che sono proprie sia dell’intelletto in senso
stretto sia della ragione in senso stretto. La divide in LOGICA PURA E LOGICA APPLICATA.
Inoltre si distingue da quella generale e formale della tradizione perché ad esempio non si limita a
studiare le leggi e meccanismi formali del pensiero, ma prende in esame quegli specifici contenuti
che sono le conoscenze a priori.

Intelletto e sensibilità sono importanti per la conoscenza perché senza sensibilità nessun oggetto ci
verrebbe dato e senza intelletto nessun oggetto verrebbe pensato.
ANALITICA TRASCENDENTALE: quello che studia l’uso funzionamento dell’intelletto,
individuano i concetti puri, chiamati categorie

CONCETTI: sono dei concetti a priori, Kant li definisce come delle funzioni, delle operazioni
attive che ordinano e unificano diverse rappresentazioni sotto una rappresentazione comune,
come ad esempio nel concetto di corpo, su di essa si trovano raccolte molte rappresentazioni.
I concerti possono essere:
1. EMPIRICI: quando sono costruiti con materiali ricavati dall’esperienza
2. PURI: quando la loro origine risiede solo nell’intelletto.
I concetti puri si identificano con le categorie, cioè sono quei concetti basilari della mente che
formano le supreme funzioni unificatrici dell’intelletto.

A differenza delle categorie aristoteliche, quelle di Kant, non hanno un valore ontologico e
gnoseologico, cioè non sono anche forme dell’essere, ma solo forme del pensiero, valide per il
fenomeno, ma non per la cosa in sé, quindi hanno una portata esclusivamente gnoseologico
trascendentale.

LOGICA TRASCENDETALE: Per Kant raggruppa i giudizi secondo la quantità, qualità, relazione e
modalità, facendo corrispondere a ogni tipo di giudizio un tipo di categoria e ognuna di queste
quattro categorie si divide in tre tipologie di giudizi ad eseo associati

LA DEDUZIONE TRASCENDENTALE
Kant dopo aver formulato la tavola delle categorie si trova di fronte al problema della
giustificazione della loro valida e del loro uso, problema che ritieni più difficile e che denomina
DEDUZIONE TRASCENDETALE (si occupa di giustificare l’esistenza delle categorie, occorre proprio
giustificare l’uso delle categorie)
Kant dice che l’uso delle categorie deve essere dedotto perché la deduzione in tribunale significa
proprio dimostrare la legittimità di una questione di fatto ed è proprio quello che lui voleva fare,
porre sotto il giudizio del tribunale l’intera conoscenza umana e dimostrare il suo funzionamento,
usa il termine deduzione nel senso giuridico- florense.
Kant identifica la suprema unità fondatrice della conoscenza, che è diverso dalla semplice
categoria dell’unità, è una struttura mentale che accomuna gli uomini: IO PENSO: un luogo in cui
tutti i processi conoscitivi avvengono, una condizione necessaria per la conoscenza, rappresenta
ciò che rende possibile l’oggettività, l’universalità, senza adesso saremo chiusi nel cerchio della
soggettività individuale.

L’attività dell’io penso si attiva tramite i giudizi, che a sua volta si basano sulle categorie che sono
le diverse maniere di agire dell’io penso, le 12 funzioni unificatrici in cui si concretizza la sua
attività sintetica.
Kant insiste sul carattere formale e quindi finito dell’io penso che si limita a ordinare una realtà
che gli preesiste e senza la quale la sua stessa conoscenza non avrebbe senso.

La seconda edizione della critica, contiene una confutazione dell’idealismo diretta sia contro
l’idealismo problematico di CARTESIO e dogmatico di BERKELEY. Questa confutazione
dell’idealismo risiede nella tesi secondo cui l’interiorità non può essere concepita senza
l’esteriorità, in quanto l’esperienza interna dipende da qualcosa di permanente che si trova al di
fuori di essa.

GLI SCHEMI TRASCENDENTALI


Chiedi a garau… non si caoisce nulla
Kant indaga il modo in cui le categorie si applicano ai fenomeni, è questa la funzione della dottrina
dello schematismo trascendentale, mentre con la deduzione trascendentale ha dimostrato in
generale come l’intelletto condizioni la realtà fenomenica tramite le categorie, con la dottrina
dello schematismo deve dimostrare come viene in concreto.
Nell’ANALITICA DEI CONCETTI: ha legittimato L’applicazione delle categorie
Nell’ANALITICA DEI PRINCIPI: indaga il modo in cui le categorie si applicano ai fenomeni

Vi era il quesito su come fosse possibile che l’intelletto condizioni le induzioni e quindi gli oggetti
sensibili, Kant disse che l’intelletto non potendo agire direttamente sugli oggetti della sensibilità,
agisce indirettamente su di essi tramite il tempo che il MEDIUM UNIVERSALE attraverso cui tutti gli
oggetti sono percepiti. Quindi se il tempo condiziona gli oggetti, allora l’intelletto condizionando il
tempo, condizionerà gli oggetti. Tutto ciò avviene attraverso una facoltà chiamata
IMMAGINAZIONE PRODUTTIVA , in quanto produce una serie di schemi temporali che
corrispondono ognuna o una delle categorie.
Definisce “immaginazione produttiva” come il potere di rappresentare un oggetto anche senza la
sua presenza nell’intuizione, e la facoltà di produrre a priori le condizioni dell’intuizione.
La distingue in:

1. IMMAGINAZIONE PRODUTTIVA: si limita a riprodurre nell’animo, intuizioni empiriche già


avute secondo le leggi empiriche dell’associazione
2. IMMAGINAZIONE PRODUTTIVA: attività spontanea capace di determinare a priori la
sensibilità

Kant intende per SCHEMA: la rappresentazione intuitiva di un concetto, la regola dell’intelletto


per determinare l’intuizione in conformità a un concetto universale. Lo schema, pur avendo una
certa parentela con l’immagine, va distinta, in quanto l’immagine è la sintesi di una singola
intuizione ed è prodotta attraverso l’immaginazione descrittiva.

SCHEMI TRASCENDENTALI: Sono regole attraverso cui l’intelletto condiziona il tempo in


conformità ai propri concetti a priori. Dice che è chiaro che ci deve essere qualcosa di intermedio
che risulti omogeneo, da un lato con la categoria e dall’altro con il fenomeno affinché si renda
possibile l’applicazione della prima al secondo e questa rappresentazione deve essere pura,
sensibile, intellettuale.

1. Per quanto concerne le CATEGORIE DI RELAZIONE, lo schema della categoria di sostanza è


la permanenza nel tempo, lo schema della categoria di causa effetto e la successione nel tempo

2. Per quanto concerne le CATEGORIE DI MODALITÀ: lo schema della categoria di possibilità


dell’esistenza in un tempo qualsiasi, lo schema di categoria di realtà è l’esistenza in un
determinato tempo.

3. Per quanto concerne le CATEGORIE DI QUANTITÀ: il loro schema complessivo è il numero

4. Per quanto concerne le CATEGORIE DI QUALITÀ: il loro schema complessivo è la causalità


ossia la presenza, l’assenza, intensità dei fenomeni nel tempo

I PRINCIPI DELL’INTELLETTO PURO E L’IO LEGISLATORE


DELLA NATURA
il frutto ultimo del discorso di Kant si trova nella sezione dedicata ai principi dell’intelletto puro,
ovvero alle regole di fondo tramite cui avviene l’applicazione delle categorie agli oggetti

PRINCIPI INTELLETTO PURO: enunciazioni generali che sulla base delle categorie possiamo
formulare a priori sulle cose, sono leggi supreme dell’esperienza, degli assiomi di fondo di ogni
scienza, che Kant e li divide in quattro gruppi, corrispondenti e quattro tipi di categorie:
1. ASSIOMI DELL’INTUIZIONE( Che corrispondono alle categorie di quantità) affermano a
priori che tutti i fenomeni intuiti costituiscono delle quantità estensive

2. ANTICIPAZIONI DELLA PERCEZIONE (corrispondenti alle categorie della qualità)


affermano a priori che ogni fenomeno percepito a una qualità intensiva

3. ANALOGIE DELL’ESPERIENZA: affermano a priori che l’esperienza costituisce una trama


necessaria di rapporti basati su specifici rapporti di permanenza, causalità

4. I POSTOLUTI DEL PENSIERO EMPIRICO IN GENERALE: stabiliscono la possibilità se vi è


un accordo formale, la realtà se la connessione è materiale è necessaria se la connessione dei dati
fenomenici è universale.

Questa dottrina dei principi coincide con quella teoria dell’io legislatore della natura che si
configura come una vera e propria rivoluzione copernicana, se per natura in generale intendiamo
la conformità a leggi dei fenomeni cioè quell’ordine necessario universale che sta alla base
dell’insieme di tutti i fenomeni risulta evidente che tale ordine non deriva dall’esperienza, bensì
dall’io penso e dalle sue forme a priori.

Hume sosteneva che l’esperienza da un momento all’altro potesse smentire le verità fondamentali
della scienza
Kant invece sostiene che questo non potrà mai succedere in quanto l’esperienza essendo
condizionata dalle categorie dell’intelletto e dell’io penso non potrà mai smentire i principi

GLI AMBITI D’USO DELLE CATEGORIE E IL CONCETTO DI


“NOUMENO”
Nella dottrina dell’io legislatore della natura appare l’originalità del copernicanesimo filosofico di
Kant, dove invece che cercare negli oggetti o in Dio la garanzia ultima della conoscenza , la scopre
nella mente stessa dell’uomo. Questa originalità è consentita anche nel l’intendere il fondamento
del sapere in termini di possibilità e di limiti.

Sostiene le CATEGORIE costituendo la facoltà logica di unificare il molteplice della sensibilità,


funzionano solo in rapporto al materiale che esse organizzano , cioè in connessione con le
intuizioni spazio-temporali alle quali si applicano.
CONSIDERATE DI PER SE, cioè senza essere riempite di dati provenienti dal senso esterno o
interno, sono vuote, questo fa si che risultino operanti solo in relazione al fenomeno intendendo
quest’ultimo come l’oggetto proprio della conoscenza umana.

Per Kant, il conoscere non può estendersi al di là dell’esperienza, in quanto una conoscenza che
non si riferisca a un’esperienza possibile non è conoscenza , ma un vuoto pensiero che non
conosce nulla.

Secondo la terminologia di Kant, le categorie non hanno un uso trascendentale e implica che il loro
unico uso possibile sia quello empirico, per il quale vengono riferite solo ai fenomeni, ossia gli
oggetti di un’esperienza determinata.

La COSA IN SE costituisce il presupposto o il postulato immanente del discorso gnoseologico di


Kant.

- in senso positivo il NOUMENO oggetto di un’intuizione non sensibile, di una conoscenza extra
fenomenica che potrebbe essere propria di un ipotetico intelletto divino dotato di una intuizione
intellettuale
- In senso negativo il concetto di una cosa in sé come di una X che non può mai entrare in rapporto
conoscitivo con noi ed essere quindi oggetto della nostra intuizione sensibile.

La COSA IN SE più che essere una realtà, e per noi è un concetto limite, che serve ad arginare le
nostre pretese conoscitive, in altre parole l’idea di cosa in sé o di noumeno costituisce una specie
di promemoria critico che da un lato circoscrive le pretese della sensibilità, rammentandosi che ciò
che ci viene dato dall’intuizione spazio-temporale non è la realtà in assoluto, e dall’altro circoscrive
l’arroganza dell’intelletto, ricordandoci che esso non può conoscere la cosa in sé, ma soltanto
pensarle nella loro possibilità, sottoforma di X ignote
DIALETTICA TRASCENDENTALE
Nell’estetica e nell’analitica, vi è la dimostrazione di come sia possibile il sapere scientifico. Nella
DIALETTICA TRASCENDENTALE , Affronta il problema se la metafisica possa anch’essa costituirsi
come scienza.
Nella tradizione filosofica il concetto dialettico compare anche in senso positivo, per Platone e la
scienza delle idee, per gli stoici si identifica con la logica. In Aristotele assume un significato
negativo in quanto de nota, sia il procedimento dimostrativo fondato su premesse probabili, sia
l’arte sofistica di costruire ragionamenti basati su premesse che sembrano possibili ma in realtà
non lo sono.

Con il termine “DIALETTICA TRASCENDENTALE” Kant intende l’analisi e lo smascheramento dei


ragionamenti Fallaci della metafisica, ma quest’ultima rappresenta un’esigenza naturale ed
inevitabile della mente umana.

LA GENESI DELLA METAFISICA E DELLE SUE 3 IDEE


La ragione non è altro che l’intelletto stesso, il quale essendo la facoltà logica di unificare i dati
sensibili tramite le categorie, è inevitabilmente portato a voler pensare senza dati. La nostra
ragione è attratta verso il regno dell’assoluto e quindi verso una spiegazione globale di ciò che
esiste.
Le idee trascendentali sono i concetti puri della ragione, dove la ragione e portata unificare:
1. I dati del senso interno mediante l’idea di anima, che l’idea della totalità assoluta dei fenomeni
interni
2. I dati del senso esterno mediante l’idea di mondo, che l’idea della totalità assoluta dei fenomeni
esterni
3. I dati interni ed esterni mediante l’idea di Dio, inteso come fondamento di tutto ciò che esiste.

L’errore della metafisica consiste nel trasformare queste tre esigenze di unificazione
dell’esperienza che Kant fa derivare dei tipi fondamentali di sillogismo in altrettante realtà,
dimenticando che noi non abbiamo mai niente a che fare con la cosa in sé, ma solo con la realtà
non oltre passabile del fenomeno.

La dialettica trascendentale vuole essere lo studio critico delle peripezie e naufragi della
metafisica, cioè delle avventure dei fallimenti del pensiero quando procede oltre gli orizzonti
dell’esperienza.
Per dimostrare l’infondatezza della metafisica, Kant prende in considerazione le tre pretese
scienze:
1. PSICOLOGIA RAZIONALE : studia l’anima
2. COSMOLOGIA RAZIONALE: indaga il mondo
3. TEOLOGIA RAZIONALE: specula su Dio

CRITICA DELLA PSICOLOGIA RAZIONALE E


COSMOLOGIA RAZIONALE
Ritiene che la PSICOLOGIA RAZIONALE ho metafisica sia fondata su un paralogismo, c’è un
ragionamento errato che consiste nell’applicare la categoria di sostanza all’io penso,
trasformandolo in una realtà permanente chiamata anima. Osserva che Leo penso è un’unità
formale sconosciuta cui non possiamo applicare nessuna categoria.

Noi non possiamo conoscere L’io qual è in se stesso, ovvero L’IO NOUMENICO , ma solo L’IO quale
appare a noi stessi tramite le forme a priori, ossia L’IO FENOMENICO

Anche la CONOSCENZA RAZIONALE, che pretende di Far uso della nozione di mondo, inteso come
totalità assoluta dei fenomeni cosmici è destinata per Kant a fallire. La cosmologia razionale ha
come oggetto il mondo o il cosmo, cioè la totalità incondizionata dei fenomeni, poiché un’idea di
questo tipo trascende l’esperienza, essa risulta legittima.

ATINOMIE: termine usato da Kant per indicare il conflitto in cui la ragione viene a trovarsi con se
stessa. Le antinomie si concretizzano in coppie di enunciati opposti, dove uno afferma e l’altro
nega la medesima cosa, ma tre quali è impossibile decidere.

Le prime due atinomie sono dette MATEMATICHE perché concernono il cosmo dal punto di vista
delle categorie di quantità e qualità, la terza e quarta sono dette DINAMICHE perché concernono il
cosmo dal punto di vista delle categorie di relazione e modalità.

Tra la tesi e antitesi di queste antinomie che appunto divide in matematiche dinamiche è
impossibile decidersi perché entrambe possono essere razionalmente dimostrate.
Le atinomie dimostrano quindi l’illegittimità dell’idea di mondo.

Le tesi delle arti non è presentano un concetto è troppo piccolo per l’intelletto e le antitesi è un
concetto troppo grande per l’intelletto stesso.

TESI: sono proprie del pensiero metafisico e del razionalismo


ANTITESI: tipiche dell’empirismo e della scienza.
Per quanto riguarda la terza e quarta antinomia, le antitesi valgono per il fenomeno, mentre la tesi
potrebbero valere per la cosa in sé

TEOLOGIA RAZIONALE E LA CRITICA ALLE PROVE


DELL’ESISTENZA DI DIO
la teologia razionale che ha per oggetto Dio, ritenuto da Kant è l’ideale della ragion pura, dunque
quel supremo modello personificato di ogni realtà e perfezione, risulta priva di valore conoscitivo. I
filosofi designano tale modello con il nome di ENS REALISSIMUM, concependolo come l’essere da
cui dipendono e derivano tutti gli esseri. Poiché tale ideale, scaturito dalla ragione ci lascia
nell’ignoranza.

Kant elabora una serie di prove dell’esistenza di Dio che raggruppa in tre classi:

1. PROVA ONTOLOGICA: pretende di ricavare l’esistenza di Dio dal semplice concetto di


quest’ultimo come essere perfettissimo. L’esistenza è un qualcosa di constatabile solo
empiricamente, è un fatto e non la proprietà di un concetto, non è un predicato poiché non è una
proprietà logica ma un fatto asseribile mediante esperienza. Ne consegue che tale prova risulti
impossibile se vuole derivare da un’idea una realtà e contraddittoria se nell’idea del perfettissimo
assume già sottobanco quell’esistenza che vorrebbe dimostrare. In entrambi i casi la prova è
fallace.

2. PROVA COSMOLOGICA: gioca sulla distinzione tra contingente e necessario, affermando


che se qualcosa esiste, deve esistere anche un essere assolutamente necessario. Secondo Kant e il
primo limite di questo argomento consiste in un uso illegittimo del principio di causa, in quanto
esso partendo dall’esperienza di eventi etero causati pretende di Innalzarsi oltre l’esperienza
all’incausato. Il secondo limite consiste in perpetue forzature logiche e nella tendenza di ricadere
nella prova antologica. Anche la prova cosmologica finisce per implicare la logica di quella
ontologica, che dai puri concetti vuole far scaturire dell’esistenza che possono ingannare
soddisfare gli inesperti. Questo argomento è privo di autentica capacità dimostrativa.
Non ho capito ????

3. PROVA FISICO TEOLOGICA: fa leva sull’ordine finalità del mondo per giungere ad una
mente ordinatrice, cioè Dio creatore, perfetto e infinito.

CRITICA : parte dell’esperienza dell’ordine del mondo, ma pretende di elevarsi all’idea di una
causa trascendentale, dimenticando che l’ordine della natura potrebbe essere la natura stessa.
Oppure occorre concepire Dio non solo come causa dell’ordine del mondo ma anche a causa
dell’essere stesso del mondo, sia come creatore.

Non è ateo, ma agnostico, in quanto ritiene che la ragione umana non possa dimostrare
nell’esistenza di Dio la sua non esistenza.

LA FUNZIONE REGOLATIVA DELLE IDEE


Le idee della ragion pura possono e devono avere una funzione regolativa indirizzando la ricerca
intellettuale verso quell’unità totale che rappresentano.

Ogni idea è una regola che spinge la ragione a dare al suo campo di indagine nonché l’esperienza,
non solo la massima estensione ma anche la massima unità sistematica.

IDEA PSICOLOGICA: spinge a cercare legami fra tutti i fenomeni del senso interno e
rintracciare in essi un’unità maggiore come se fossero manifestazioni di un’unica sostanza
semplice.

IDEA TEOLOGICA: addita all’intera esperienza un ideale di organizzazione sistemica perfetta,


che essa non raggiungerà mai ma che perseguirà sempre
LE IDEE: cessando di valere dogmaticamente, verranno in questo caso problematicamente come
condizioni che impegnano l’uomo nella ricerca naturale.

NUOVO CONCETTO DI METAFISICA PER KANT


(????????)
concepita come scienza dei concetti puri, una scienza che abbraccia le conoscenze che vengono
ottenute indipendentemente dall’esperienza , sul fondamento delle strutture razionali della mente
umana. Di questo nuovo tipo di metafisica fanno parte: METAFISICA DELLA NATURA, METAFISICA
DEI COSTUMI.
(non so se ho capito)

La metafisica di Kant è accettata nella forma di scienza dei principi a priori del conoscere o
dell’agire

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