Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Nasce a Konigsberg nel 1724, fu il più grande esponente dell’Illuminismo tedesco, educato in un
collegio ,subito dopo studiò filosofia, matematica e teologia, all’università di Konigsberg dove ebbe
un maestro che lo indirizza verso gli studi di mate e fisica filosofia newtiana. Successivamente
divenne sotto bibliotecario alla biblioteca reale e fu nominato professore di logica e metafisica. In
generale l’esistenza di Kant non ebbe grandi avvenimenti drammatici e di passioni, si concentrava
in uno sforzo continuo di pensiero e di uno stile di vita basato su delle rigide abitudini come una
passeggiata pomeridiana sempre alla stessa ora, infatti gli abitanti avevano regalato l’orologio ad
essa.
Per quanto riguarda l’ambito politico, egli simpatizza per gli americani nella loro guerra di
dipendenza, ma anche con i francesi nella loro rivoluzione.
Il suo ideale politico è la costituzione repubblicana fondata sul principio di indipendenza, libertà,
eguaglianza.
Tra gli Episodi più notevoli nel corso della sua vita è il contrasto con il governo prussiano dopo la
Pubblicazione della seconda edizione di una sua opera, ma grazie alla libertà di stampa, che fu
ripristinata grazie a Federico Guglielmo III, Kant poté rivendicare la sua libertà di pensiero, di
parola.
Egli morì nel 1804, nella sua tomba vi è una frase tratta dall’opera “CRITICA DELLA RAGION PURA”
ovvero “il cielo stellato sopra di me è la legge morale dentro di me “
Egli fu un CRITICISTA, rifiutava le correnti filosofiche della sua epoca, ossia l’empirismo il
razionalismo. La sua opera più famosa è critica alla ragion pura 1781, solo che era troppo difficile
per la società del 700, quindi dovete pubblicare una edizione divulgativa con delle spiegazioni della
sua teoria. Negli anni successivi vengono pubblicati le due opere che compongono la TRIADE:
1 CRITICA ALLA RAGION PRATICA
2 CRITICA DEL GIUDIZIO
IL SECONDO PERIODO
il secondo periodo prevale nel pensiero di Kant e l’interesse filosofico. In uno scritto del 1763
definisce la metafisica un abisso senza fondo, un oceano tenebroso senza sfondo e senza fari. In
un altro scritto dell’anno successivo rivela l’avvicinamento all’analisi dell’empirismo inglese,
definendo la metafisica con una filosofia sui primi fondamenti della nostra conoscenza.
2. CONOSCENZA INTELLETTUALE: È una facoltà del soggetto, ha per oggetto la cosa così come
essa è, ovvero nella sua natura, cioè come NOUMENO
CONOSCENZA SENSIBILE: formata dallo spazio e tempo che non derivano dalla sensibilità, sono
delle intuizioni pure perché precedono ogni conoscenza sensibile e sono indipendenti da essa,
sono delle realtà soggettive e necessarie alla mente umana.
La conoscenza sensibile si distingue in APPARENZA-ESPERIENZA In cui dall’apparenza l’esperienza
arriva attraverso la riflessione dove si avvale l’intelletto.
Da un lato i razionalisti dicevano che tutto ciò che si conosce è innato nel soggetto e poi, nel corso
della vita, viene pian piano dedotto, quindi capito e scoperto. Si giungeva così a un sapere
universale, uguale per tutti, che procedeva per deduzione.
Gli empiristi dicevano che si può arrivare a conoscere solo con l’esperienza aggiungendo un sapere
cumulativo, che aumenta nel corso della vita che però è soggettivo e quindi diverso per ognuno.
Kant arrivò a trarre nel suo pensiero dei caratteri da entrambe le correnti filosofiche servendosi
dei giudizi scientifici arrivando una conoscenza sia cumulativa che universale.
Ci fu poi la pubblicazione de LA CRITICA DELLA RAGION PURA 1781 Dove riesce a raccogliere in soli
quattro mesi, 12 anni di riflessione, poi sei anni dopo ci fu la seconda edizione dove ci sono più
informazioni in particolare per quanto riguarda la deduzione trascendentale. Dopo la
pubblicazione delle tre sue opere più importanti successivamente pubblica anche articoli, critiche
e chiarimenti del suo pensiero, ma anche testi che vengono pubblicati dai suoi discepoli negli
ultimi anni della sua vita.
IL CRITICISMO COME FILOSOFIA DEL LIMITE E
L’ORIZZONTE STORICO DEL PENSIERO KANTIANO
Il pensiero Kantiano viene definito critico perché egli si contrappone all’atteggiamento mentale del
dogmatismo, ovvero accettare informazioni senza interrogarsi, fare della critica, significa infatti
giudicare, valutare, interrogarsi di determinate esperienze umane, chiarendone quindi:
1. La POSSIBILITÀ: le condizioni che ne permettono l’esistenza
2. La VALIDITÀ: I titoli di legittimità che la caratterizzano
3. I LIMITI: I confini di validità
L’aspetto del limite, è molto importante, il criticismo si configura come una filosofia del limite,
riconoscendo il carattere finito e condizionato dalle nostre possibilità umane, esistenziali che non
sono mai tali da garantire l’onnipotenza o l’onniscienza dell’individuo.
La riflessione della sfera sentimentale dell’uomo (dell’arte e sul gusto) tendeva a produrre una
serie di interrogativi della loro struttura e validità e questo spiega come nella filosofia moderna sia
potuto sorgere il criticismo che si interroga sui fondamenti del sapere, della morale e
dell’esperienza estetica.
Il kantismo si differenzia dall’empirismo perché spinge più a fondo l’analisi critica, usando un
metodo di filosofare che invece di soffermarsi sulla descrizione dei meccanismi conoscitivi si sforza
fissarne le condizioni di possibilità e limiti di validità.
Per quanto riguarda l’Illuminismo che aveva portato davanti al tribunale della ragione l’intero
mondo dell’uomo, Kant aveva portato davanti al tribunale della ragione la ragione stessa per
chiarirne strutture e possibilità, anche se con questo andare oltre al’ Illuminismo, Kant rimane
sempre figlio dell’Illuminismo, in quanto ritiene che i confini della ragione possono essere tracciati
solo dalla ragione stessa, che è completamente autonoma.
LA CRITICA DELLA RAGION PURA
la critica della ragion pura è un’analisi critica dei fondamenti del sapere e in particolare ai tempi di
Kant, l’universo del sapere si articolava in scienza e metafisica, infatti prende un’indagine
valutativa di queste due attività conoscitive. Kant rappresentava la metafisica e la scienza in un
modo diverso, la scienza, grazie successi di Newton e Galilei, appare come un sapere in continuo
progresso, la metafisica invece con il suo voler procedere oltre l’esperienza, non sembrava aver
trovato il cammino sicuro della scienza anche se prima veniva considerata la regina di tutte le
scienze.
Kant respinge lo scetticismo scientifico di Hume , ritenendo che la scienza sia un dato di fatto di cui
non ha senso dubitare , ne condivide però lo SCETTICISMO METAFISICO anche se Hume vedeva
nella metafisico la semplice illusione di conoscere razionalmente ciò che realtà ci proviene
dall’esperienza, Kant e invece le riconosce una grande importanza, come una DISPOSIZIONE
NATURALE .
LE DOMANDE FONDAMENTALI DELLA CRITICA A CUI CERCA DI DARE UNA RISPOSTA SONO:
1. Com’è possibile la matematica pura
2. Com’è possibile la fisica pura
3. Com’è possibile la metafisica in quanto disposizione naturale
4. COM’È POSSIBILE LA METAFISICA COME SCIENZA
Nel caso della metafisica si tratta di scoprire se esistono condizioni tali che possono legittimare le
sue pretese come scienza, mentre nel corso della matematica e fisica si tratta di giustificare una
situazione di fatto, chiarendo le condizioni che le rendono possibili come scienza.
Dal punto di vista di Kant, la scienza può essere descritto con la formula:
SCIENZA = ESPERIENZA + PRINCIPI SINTETICI A PRIORI
Lo scienziato kantiano è certo a priori della verità, anche se per sapere quali sono le cause che
producono gli eventi o cosa vi sia nello spazio il tempo ha bisogno di ricorrere alla testimonianza
dell’esperienza.
Lo scienziato humiano ad esempio non sa se anche nel futuro ogni evento dipenderà da cause
ossia ogni oggetto di esperienza sarà collocato nello spazio nel tempo.
LA RIVOLUZIONE COPERNICANA
Si trova di fronte al problema di spiegare la provenienza dei giudizi sintetici a priori. Egli risponde a
questa domanda elaborando una nuova teoria della conoscenza intesa come FORMA-MATERIA ,
ovvero di un elementi a POSTERIORI e un elemento A PRIORI.
1. per MATERIA DELLA CONOSCENZA si intende la molteplicità caotica e mutevole delle
impressioni sensibili che provengono dall’esperienza ed è a posteriori
2. Per FORMA DELLA CONOSCENZA Si intende l’insieme delle modalità fisse, attraverso cui la
mente umana ordina le impressioni ed è a priori.
La conoscenza umana è data dall’unione tra una forma a priori e una materia a posteriori
Per chiarire le forme a priori di Kant, gli studiosi usano l’esempio dove le paragona le lenti colorate
attraverso cui l’uomo guarda la realtà, un altro esempio è la mente Kantiana che è simile ad un
computer che elabora una molteplicità dei dati forniti dall’esterno, utilizzando una serie di
programmi interni fissi che ne rappresentano gli mutabili codici di funzionamento.
Con la nuova impostazione del problema della conoscenza implica delle conseguenze, come la
rivoluzione copernicana. Così come Copernico per spiegare i moti celesti aveva rivoluzionato
l’astronomia, mostrando come fosse la terra ruotare intorno al sole e non viceversa, Kant per
spiegare la scienza ribalta i rapporti tra soggetto e oggetto, affermando che non è la mente che si
modella in modo passivo sulla realtà esterna, ma la realtà esterna che deve adattarsi alle forme
pure a priori della mente umana.
2. INTELLETTO: attraverso cui pensiamo i dati offerti dalla sensibilità tramite concetti puri e le
categorie
3. RAGIONE: È la facoltà attraverso cui con l’esperienza cerchiamo di spiegare la realtà attraverso
le idee di anima, mondo e Dio.
DIALETTICA TRASCENDENTALE: studia la ragione le sue tre idee di anima, mondo e Dio mostrando
come su di esse si fondi la metafisica
IL CONCETTO KANTIANO DI “TRASCENDENTALE” E IL SENSO
COMPLESSIVO DELL’OPERA
La scolastica medievale definiva “trascendentali” le proprietà universali che sono comuni a tutte le
cose e che quindi trascendono per generalità le categorie in senso aristotelico.
Kant invece connette il concetto trascendentale con quello di forma a priori, riferendolo a una
condizione neurologica che rende possibile la conoscenza della realtà fenomenica e tuttavia è
trascendentale in quanto non si identifica con gli elementi a priori, ma con lo studio filosofico delle
medesime. Quindi in quanto non risultano trascendentali le forme a priori, ma le discipline
filosofiche relative ad essa (ESTETICA TRASCENDENTALE- ANALITICA TRASCENDENTALE)
ESTETICA TRASCENDENTALE
Compone la prima parte dell’opera critica della ragion pura
È la scienza di tutti i principi a priori della sensibilità, considera la sensibilità ricettiva, perché non
genera i propri contenuti ma li accoglie con l’intuizione della realtà esterna oppure dall’esperienza.
INTUIZIONE SENSIBILE: È l’intuizione di un essere a cui l’oggetto è dato
INTUIZIONE INTELLETTUALE: intuizione di un ipotetico intelletto divino come Dio
La sensibilità non è solo ricettiva, ma anche attiva, perché organizza il materiale delle sensazioni
(intuizioni empiriche) se lo spazio e il tempo che sono appunto delle forme a priori (intuizioni pure)
della sensibilità.
LA TEORIA DELLO SPAZIO E DEL TEMPO
(Sono strutture formali della nostra conoscenza)
SPAZIO: la rappresentazione a priori necessaria, che sta a fondamento di tutte le intuizioni esterne
TEMPO: È la forma del senso interno ovvero quella rappresentazione a priori che sta a
fondamento dei nostri stati interni.
Kant spiega l’aprioritá dello spazio e del tempo sia con argomenti teorici generali,
NELL’ESPOSIZIONE METAFISICA, sia con argomenti tratti considerando le scienze matematiche
NELL’ESPOSIZIONE TRASCENDENTALE
ESPOSIZIONE METAFISICA
Nell’esposizione metafisica tenendo quindi conto della metafisica, Kant confuta:
1. la visione empiristica di Lock, Che considerava spazio e tempo come nozioni tratte
dall’esperienza.
2. la visione positivistica di Newton che considerava spazio e tempo come entità a sestanti o
recipienti vuoti.
3. La visione concettualistica di Leibniz, Che considerava spazio il tempo come concetti esprimenti
rapporti tra le cose
ESPOSIZIONE TRASCENDENTALE
Tenendo conto della scienza, secondo Kant è il punto di appoggio delle costruzioni sintetiche a
priori della matematica risiede nelle intuizioni di spazio e tempo. Considerava la geometria e
l’aritmetica come scienze sintetiche a priori per eccellenza, esempio 7 + 3 = 10, queste sintetico in
quanto il risultato 10 viene ottenuto grazie l’operazione del sommare e non risultato per via
puramente analitica.
La GEOMETRIA è la scienza che dimostra sinteticamente a priori le proprietà delle figure mediante
l’intuizione pura di spazio
ANALITICA TRASCENDENTALE
LOGICA TRASCENDENTALE: È la scienza del pensiero discorsivo, delle regole dell’intelletto in
generale, ovvero lo studio della conoscenza a priori che sono proprie sia dell’intelletto in senso
stretto sia della ragione in senso stretto. La divide in LOGICA PURA E LOGICA APPLICATA.
Inoltre si distingue da quella generale e formale della tradizione perché ad esempio non si limita a
studiare le leggi e meccanismi formali del pensiero, ma prende in esame quegli specifici contenuti
che sono le conoscenze a priori.
Intelletto e sensibilità sono importanti per la conoscenza perché senza sensibilità nessun oggetto ci
verrebbe dato e senza intelletto nessun oggetto verrebbe pensato.
ANALITICA TRASCENDENTALE: quello che studia l’uso funzionamento dell’intelletto,
individuano i concetti puri, chiamati categorie
CONCETTI: sono dei concetti a priori, Kant li definisce come delle funzioni, delle operazioni
attive che ordinano e unificano diverse rappresentazioni sotto una rappresentazione comune,
come ad esempio nel concetto di corpo, su di essa si trovano raccolte molte rappresentazioni.
I concerti possono essere:
1. EMPIRICI: quando sono costruiti con materiali ricavati dall’esperienza
2. PURI: quando la loro origine risiede solo nell’intelletto.
I concetti puri si identificano con le categorie, cioè sono quei concetti basilari della mente che
formano le supreme funzioni unificatrici dell’intelletto.
A differenza delle categorie aristoteliche, quelle di Kant, non hanno un valore ontologico e
gnoseologico, cioè non sono anche forme dell’essere, ma solo forme del pensiero, valide per il
fenomeno, ma non per la cosa in sé, quindi hanno una portata esclusivamente gnoseologico
trascendentale.
LOGICA TRASCENDETALE: Per Kant raggruppa i giudizi secondo la quantità, qualità, relazione e
modalità, facendo corrispondere a ogni tipo di giudizio un tipo di categoria e ognuna di queste
quattro categorie si divide in tre tipologie di giudizi ad eseo associati
LA DEDUZIONE TRASCENDENTALE
Kant dopo aver formulato la tavola delle categorie si trova di fronte al problema della
giustificazione della loro valida e del loro uso, problema che ritieni più difficile e che denomina
DEDUZIONE TRASCENDETALE (si occupa di giustificare l’esistenza delle categorie, occorre proprio
giustificare l’uso delle categorie)
Kant dice che l’uso delle categorie deve essere dedotto perché la deduzione in tribunale significa
proprio dimostrare la legittimità di una questione di fatto ed è proprio quello che lui voleva fare,
porre sotto il giudizio del tribunale l’intera conoscenza umana e dimostrare il suo funzionamento,
usa il termine deduzione nel senso giuridico- florense.
Kant identifica la suprema unità fondatrice della conoscenza, che è diverso dalla semplice
categoria dell’unità, è una struttura mentale che accomuna gli uomini: IO PENSO: un luogo in cui
tutti i processi conoscitivi avvengono, una condizione necessaria per la conoscenza, rappresenta
ciò che rende possibile l’oggettività, l’universalità, senza adesso saremo chiusi nel cerchio della
soggettività individuale.
L’attività dell’io penso si attiva tramite i giudizi, che a sua volta si basano sulle categorie che sono
le diverse maniere di agire dell’io penso, le 12 funzioni unificatrici in cui si concretizza la sua
attività sintetica.
Kant insiste sul carattere formale e quindi finito dell’io penso che si limita a ordinare una realtà
che gli preesiste e senza la quale la sua stessa conoscenza non avrebbe senso.
La seconda edizione della critica, contiene una confutazione dell’idealismo diretta sia contro
l’idealismo problematico di CARTESIO e dogmatico di BERKELEY. Questa confutazione
dell’idealismo risiede nella tesi secondo cui l’interiorità non può essere concepita senza
l’esteriorità, in quanto l’esperienza interna dipende da qualcosa di permanente che si trova al di
fuori di essa.
Vi era il quesito su come fosse possibile che l’intelletto condizioni le induzioni e quindi gli oggetti
sensibili, Kant disse che l’intelletto non potendo agire direttamente sugli oggetti della sensibilità,
agisce indirettamente su di essi tramite il tempo che il MEDIUM UNIVERSALE attraverso cui tutti gli
oggetti sono percepiti. Quindi se il tempo condiziona gli oggetti, allora l’intelletto condizionando il
tempo, condizionerà gli oggetti. Tutto ciò avviene attraverso una facoltà chiamata
IMMAGINAZIONE PRODUTTIVA , in quanto produce una serie di schemi temporali che
corrispondono ognuna o una delle categorie.
Definisce “immaginazione produttiva” come il potere di rappresentare un oggetto anche senza la
sua presenza nell’intuizione, e la facoltà di produrre a priori le condizioni dell’intuizione.
La distingue in:
PRINCIPI INTELLETTO PURO: enunciazioni generali che sulla base delle categorie possiamo
formulare a priori sulle cose, sono leggi supreme dell’esperienza, degli assiomi di fondo di ogni
scienza, che Kant e li divide in quattro gruppi, corrispondenti e quattro tipi di categorie:
1. ASSIOMI DELL’INTUIZIONE( Che corrispondono alle categorie di quantità) affermano a
priori che tutti i fenomeni intuiti costituiscono delle quantità estensive
Questa dottrina dei principi coincide con quella teoria dell’io legislatore della natura che si
configura come una vera e propria rivoluzione copernicana, se per natura in generale intendiamo
la conformità a leggi dei fenomeni cioè quell’ordine necessario universale che sta alla base
dell’insieme di tutti i fenomeni risulta evidente che tale ordine non deriva dall’esperienza, bensì
dall’io penso e dalle sue forme a priori.
Hume sosteneva che l’esperienza da un momento all’altro potesse smentire le verità fondamentali
della scienza
Kant invece sostiene che questo non potrà mai succedere in quanto l’esperienza essendo
condizionata dalle categorie dell’intelletto e dell’io penso non potrà mai smentire i principi
Per Kant, il conoscere non può estendersi al di là dell’esperienza, in quanto una conoscenza che
non si riferisca a un’esperienza possibile non è conoscenza , ma un vuoto pensiero che non
conosce nulla.
Secondo la terminologia di Kant, le categorie non hanno un uso trascendentale e implica che il loro
unico uso possibile sia quello empirico, per il quale vengono riferite solo ai fenomeni, ossia gli
oggetti di un’esperienza determinata.
- in senso positivo il NOUMENO oggetto di un’intuizione non sensibile, di una conoscenza extra
fenomenica che potrebbe essere propria di un ipotetico intelletto divino dotato di una intuizione
intellettuale
- In senso negativo il concetto di una cosa in sé come di una X che non può mai entrare in rapporto
conoscitivo con noi ed essere quindi oggetto della nostra intuizione sensibile.
La COSA IN SE più che essere una realtà, e per noi è un concetto limite, che serve ad arginare le
nostre pretese conoscitive, in altre parole l’idea di cosa in sé o di noumeno costituisce una specie
di promemoria critico che da un lato circoscrive le pretese della sensibilità, rammentandosi che ciò
che ci viene dato dall’intuizione spazio-temporale non è la realtà in assoluto, e dall’altro circoscrive
l’arroganza dell’intelletto, ricordandoci che esso non può conoscere la cosa in sé, ma soltanto
pensarle nella loro possibilità, sottoforma di X ignote
DIALETTICA TRASCENDENTALE
Nell’estetica e nell’analitica, vi è la dimostrazione di come sia possibile il sapere scientifico. Nella
DIALETTICA TRASCENDENTALE , Affronta il problema se la metafisica possa anch’essa costituirsi
come scienza.
Nella tradizione filosofica il concetto dialettico compare anche in senso positivo, per Platone e la
scienza delle idee, per gli stoici si identifica con la logica. In Aristotele assume un significato
negativo in quanto de nota, sia il procedimento dimostrativo fondato su premesse probabili, sia
l’arte sofistica di costruire ragionamenti basati su premesse che sembrano possibili ma in realtà
non lo sono.
L’errore della metafisica consiste nel trasformare queste tre esigenze di unificazione
dell’esperienza che Kant fa derivare dei tipi fondamentali di sillogismo in altrettante realtà,
dimenticando che noi non abbiamo mai niente a che fare con la cosa in sé, ma solo con la realtà
non oltre passabile del fenomeno.
La dialettica trascendentale vuole essere lo studio critico delle peripezie e naufragi della
metafisica, cioè delle avventure dei fallimenti del pensiero quando procede oltre gli orizzonti
dell’esperienza.
Per dimostrare l’infondatezza della metafisica, Kant prende in considerazione le tre pretese
scienze:
1. PSICOLOGIA RAZIONALE : studia l’anima
2. COSMOLOGIA RAZIONALE: indaga il mondo
3. TEOLOGIA RAZIONALE: specula su Dio
Noi non possiamo conoscere L’io qual è in se stesso, ovvero L’IO NOUMENICO , ma solo L’IO quale
appare a noi stessi tramite le forme a priori, ossia L’IO FENOMENICO
Anche la CONOSCENZA RAZIONALE, che pretende di Far uso della nozione di mondo, inteso come
totalità assoluta dei fenomeni cosmici è destinata per Kant a fallire. La cosmologia razionale ha
come oggetto il mondo o il cosmo, cioè la totalità incondizionata dei fenomeni, poiché un’idea di
questo tipo trascende l’esperienza, essa risulta legittima.
ATINOMIE: termine usato da Kant per indicare il conflitto in cui la ragione viene a trovarsi con se
stessa. Le antinomie si concretizzano in coppie di enunciati opposti, dove uno afferma e l’altro
nega la medesima cosa, ma tre quali è impossibile decidere.
Le prime due atinomie sono dette MATEMATICHE perché concernono il cosmo dal punto di vista
delle categorie di quantità e qualità, la terza e quarta sono dette DINAMICHE perché concernono il
cosmo dal punto di vista delle categorie di relazione e modalità.
Tra la tesi e antitesi di queste antinomie che appunto divide in matematiche dinamiche è
impossibile decidersi perché entrambe possono essere razionalmente dimostrate.
Le atinomie dimostrano quindi l’illegittimità dell’idea di mondo.
Le tesi delle arti non è presentano un concetto è troppo piccolo per l’intelletto e le antitesi è un
concetto troppo grande per l’intelletto stesso.
Kant elabora una serie di prove dell’esistenza di Dio che raggruppa in tre classi:
3. PROVA FISICO TEOLOGICA: fa leva sull’ordine finalità del mondo per giungere ad una
mente ordinatrice, cioè Dio creatore, perfetto e infinito.
CRITICA : parte dell’esperienza dell’ordine del mondo, ma pretende di elevarsi all’idea di una
causa trascendentale, dimenticando che l’ordine della natura potrebbe essere la natura stessa.
Oppure occorre concepire Dio non solo come causa dell’ordine del mondo ma anche a causa
dell’essere stesso del mondo, sia come creatore.
Non è ateo, ma agnostico, in quanto ritiene che la ragione umana non possa dimostrare
nell’esistenza di Dio la sua non esistenza.
Ogni idea è una regola che spinge la ragione a dare al suo campo di indagine nonché l’esperienza,
non solo la massima estensione ma anche la massima unità sistematica.
IDEA PSICOLOGICA: spinge a cercare legami fra tutti i fenomeni del senso interno e
rintracciare in essi un’unità maggiore come se fossero manifestazioni di un’unica sostanza
semplice.
La metafisica di Kant è accettata nella forma di scienza dei principi a priori del conoscere o
dell’agire