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Turbomedievale

1. Introduzione

1. Vera philosophia

Vangelo Giovanni, prologo Omelia SE: allegoria: lettura personaggi prosopopee astratte
Giovanni, ragione, più veloce
Pietro, fede, più lento
Ragione deve cedere passo: “nisi credideritis, non intelligetis” Ago.
Priorità della fede sulla ragione, difatti la ragione non produce la verità > dissentio philosophorum
Filosofi classici sempre in contraddizione, fra loro e con se stessi: deriva è scetticismo
Fede è notio, dato certo e fondamentale, senza il quale non si può produrre verità
Filosofia è partenza dalla notio e ritorno alla notio
MA “vero cum vero consonat”: la verità è unica e non può essere contraddittoria.
Allora fra fede e ragione c’è habitudo, complementarietà, concordismo
Vera philosophia = vera religio

2. Sana doctrina: oro degli egiziani

Corpus dionysiarum: pseudoDionigi è pagano convertito


Recupero meta neoplatonica e innesto su sistema cristiano
Gnoseologia dei tre gradi:
- Aisthesis: sensibile
- Dianoia: ragione discorsiva(aporistica)
- Vooesis: Conoscenza intuitiva
Diversi livelli di conoscenza stesso oggetto

Quindi due letture diverse di uno stesso oggetto possono essere entrambe vere, perché pertengono a
due piani differenti > la conoscenza classica ha una sua validità sul piano dianoetico, ma non poteva
accedere a quello nooetico per mancanza di fede
Verità inferiori salvate, dignitose nell’orizzonte escatologico: preambula

Verità nooetica non è più condizione privilegiata del saggio, ma accessibile a tutti grazie a rivelazione

Fonti antiche:
- Calcidio: Timeo
- Cicerone e Seneca
- Macrobio: sonium scipionis
- Porfirio: isagoge
Metafore del sincretismo:
- Oro egiziani
- Moneta del re
- Veste della Consolatio

3. Sacra eloquentia

Tradizionalismo:
- Bibbia come processo di tramandazione di conoscenze
- Tramandazione è criterio di verità, no vero perché tramandato ma tramandato perché vero
- Bonum diffusivum sui
- Auctoritas e citazione come principi argomentativi
- Filo medievale è soprattutto esegesi
- Gelasio I: De libris recipiendis et non recipiendis: canone di riferimento
Magisterium ecclesiae e consensum unanimis Patrum

Unanimitas:
Tutte le produzioni cristiane condividono archè e telos; una veritas è bagaglio comune di fonti e intenti

Teologia del silenzio (PseudoD):


Tre piani di verbalizzazione della verità teologica:
- Positiva o catafatica (teo mistica): affermazione dei predicati di dio su esempio bibbia, in cui dio
stesso parla di sé
Ma linguaggio creaturale è limitato, e non può esprimere l’illimitata potenza semantica di dio
Predicati incompossibili dianoia
- Negativa o apofatica (nomi divini): Dio per negazione, sottrazione di predicati
- Superlativa (SE): Torsione linguistica che dice e nega insieme, esprimendo trascendenza come scarto
ontologico fra umo e dio
- Teo mistica: estasi, non-comprensione

4. Divina dispositio

Cosmologia cristiana è metafisica dell’ordine, diakosmesis


Si fonda sul sincretismo fra Esamerione e Timeo
Dio=demiurgo; Verbo=idee; Spirito=Anima
Ma creazione ex nihilo, atto -volontario -razionale
Segue tre momenti:
Illuminazione o proodos
Discesa del molteplice dall’uno, attraverso idee, per esemplarismo, secondo gradi di perfezione
discendenti: generi e specie. Quindi il cosmo è ordinato, sul modello ideale, e c’è corrispondenza fra
rerum e idearum nel verborum
Perfezione
I molteplici rispecchiano la perfezione della loro causa e ne riproducono il disegno. Scalarità, no
male
Purificazione, conversione, epistrofè:
Tensione amorosa del creato verso il principio, che spiega il movimento.
Il soggetto conoscente può attuare l’ascesi verso il principio attraverso riconduzione del particolare
al generale > escatologia (studio particolari come teofanici)

5. Christiana institutio

Archivio di fonti medievali sistemato da Cassiodoro


- Lettere divine: SS, patristica
- L umane: natura, realtà fenomenica
Divise da Varrone in sette arti:
- Trivio, artes dicendi: grammatica, retorica, dialettica
- Quadrivio: aritmetica, geometria, musica, astronomia

Commenti alle scritture diventano manuali, e anche artes


Le artres hanno come manuali prima le lectiones autoritatum, poi i commenti
Marziano Capella: De nuptiis philologiae et Mercurii, compendio sette arti: sincretismo fra cultura
classica e sapere medievale

Dai commenti ai padri nasce teologia, cui mezzo non è razionale, ma illuminazione divina

6. Regula sermonis e lex pulchritudinis

Se creazione del mondo per esemplarismo è atto razionale di dio sulle idee nel Verbo
Priorità ontologica dell’idea sulla cosa
Se le leggi cosmiche sono logos, le regole logiche sono regole ontologiche e la struttura grammaticale
rispecchia la struttura cosmica > simmetria rerum idearum
Allora le parole, verba, saranno il punto d’incontro fra le cose e i loro modelli: corrispondenza
Signum: qualcosa che rimanda a un’altra cosa che la trascende (sacramento): le parole sono figure delle
idee.
Solo lingua originale mantiene a pieno una pura corrispondenza con l’ordine intellettuale: Babele e
lingue positive; studio archeologico della lingua

Estetica: Ogni particolare è signum della propria forma, verità eidetica ed eterna di cui è simulacro
Bello: qualità che consente di contemplare l’essenza nell’esistenza, connessione fra ideale e materiale.
Lex pulchritudinis: è bello ciò che esprime correttamente la propria essenza in relazione alle altre
essenze, cioè è conforme a dispositio

7. Lex vitae, disciplina morum

Scarso sviluppo etico, materia fornita da SS: statico formalismo integralista


Elementi:
Decalogo comandamenti
Imitatio christi: g paradigma morale
4 virtù cardinali: prudenza – fortezza – temperanza – giustizia

Lex vitae: adeguazione della propria condotta all’ordine cosmico, rispetto della propria natura “ad quid
factum est”
Disciplina morum: subordinazione delle passioni alla ragione, distacco da corpo ascesi
Eudaimonia: beatitudo ultraterrena
Politica: charitas (amare altri in Dio e viceversa) è virtù universale, come riconduzione volontà particolari
a collettiva.

2. Agostino da Ippona (Tagaste, 354 – 430)


Biografia:
- 354 Nasce in Algeria da madre cristiana e padre pagano
Studia retorica a Cartagine
Vicino a manicheismo: dualismo materialistico. Connessioni con gnosticismo, misticismo soteriologico
- 384 Milano, ascolta Ambrogio. Dottrina neoplatonica: conversione
- 395 vescovo Ippona
- 430 morte

1. Sul male

- Manicheismo: due principi materiali eternamente in lotta, dinamismo


MA se dio è perfetto e immobile, non può subire né patire; e se dio crea, perché male?

- Male è solo depauperazione di bene a gradi inferiori della scala ontologica: è assenza, vuoto, non
essere

- Male etico è orientamento a beni inferiori rispetto a sommo bene: confusione non essere e essere
Uomo può fare male perché libero

- Male apparente è bene nell’economia generale

2. Epistemologia

Contro scetticismo e criterio verosimile:


- Verosimile presuppone vero
- Si fallor sum, conoscenza certa

Sulla verità:
- è sostanza eterna immutabile, non predicato, esiste indipendentemente dal mondo ed è Dio

Sulla gnoseologia:
- Verità matematica è prova di conoscenza certa, perché indipendente da oggetti sensibili (condizionale
pure)
- Se verità matematica è evidente e non è provata empiricamente, esiste altra fonte di conoscenza
> illuminazione soprannaturale
Processo di reminiscenza che consente di toccare verità certe nel verbo: conoscenza come introspezione

3. Sul tempo:

Tempo come tendenza al non-essere:


- Passato non è più, futuro non ancora
- Presente non è per più di un attimo

Come distensio animi:


- 3 dimesioni pensate come tre presenti
- Tempo è soggettivo, esiste nell’uomo, non nelle cose
- Si percepisce con movimento, ma non è movimento

In Dio:
- fuori dal soggetto tutto è eterno,
- In dio simultaneità dei piani temporali
- Creazione no nel tempo, volontà non dopo mente. Tempo nasce con mondo

4. Sull’anima

Articolata nelle tre componenti di volontà, memoria, intelletto

Riproduce la trinità
Articolazione dinamica di tre funzioni
In dio no attributi ma sostanze, no uso categorie

5. Sulla volontà

Pelagio:
- ottimismo antropologico
Uomo è libero perché deve realizzare la perfezione: no peccatori in chiesa

Secondo Ago:
- Giustizia no nel carattere ma nell’atto
- Traducianesimo: peccato trasmesso per generazione: uomo schiavo e non libero
- Passione cristo consente redenzione
- Predestinazione: redenzione non x opere, ma x grazia

6. Sulla politica

Teologia della storia:


- Processo storico è lineare ed orientato dalla provvidenza divina verso il fine escatologico ultimo, che
orienta il percorso (male giustificato)
- Fatti storici sono signa della volontà
- Linearità è spezzata da conflitto fra bene e male = fra due città
- Città terrena: amore di sé, attaccamento al basso e libido dominandi
- Città celeste: amore di dio, charitas in cui gerarchia è giustificata. Attesa redenzione: speranza

3. Boezio e la sapientia (476 – 526 funzionario Goti Ita)


Bibliografia:
- Cosolatio philosophiae
- De institutione arithmetica/musica
- Opuscola sacra
- Commento organono
Generale opera di conciliazione scriptura e classici: concordismo

Logica vetus:
Traduzione di Ari + Porfirio

Consolatio:
Celebrazione della sola verità consonante, trasmessa dai filosofi pagani.
Metafora dei drappi di veste > falsi filosofi

DIA/DIM:
Arti come vie diverse per una verità unica
Sapientia: studio delle sostanze immutabili
Forme dei corpi
Quantità come multitudo e magnitudo

Opuscola sacra:
1. De trinitate
2. Compendio
3. De Hebdomadibus
4. De fide
5. Contra Eutychen et Nestorium
Opuscoli teologici trattati con metodo analitico

De trinitate:
Epistemologia:
- Gradi di conoscenza (sensus, ratio, intellectus)
- Rapporto ratio – intellectus = divenire - essere; circonferenza - centro
- Mai conoscenza razionale dell’essere in sé, ma solo degli schemi conoscitivi fenomenici
Sulla trinità:
- Dio come super-sostanza priva di accidenti, inconoscibile in sé
- Persone sotto profilo della relazione, ma non fra più sostanze
- Sfugge a schematismo delle categorie aristoteliche

De Hebdomadibus:
- Fortunata distinzione esse/id quod est (cfr. Gilberto e Tommaso)
- Qual è il rapporto fra sensibile e intellegibile? Teoria dell’esemplarismo. Universali per partecipazione
intrinseca o estrinseca? (Le cose sono buone in sé o buone per altro?)
- Gli universali non possono entrare in composizione con la materia, no al partecipazionismo
emanazionistico = emanazionismo non consona, perché non garantisce la libertà della creazione e la
netta cesura fra creato e creatore
- Teoria della libera creazione = volontarismo. Le cose sono buone non per partecipazione diretta al
bene, ma perché dio vuole così.

- Altrove ambiguità sugli universali:


Logica: universali sono mentali, per astrazione da oggetti
Consolatio: reali intellegibili

De fide:
Coerenza fra prescienza divina e contingenza del mondo
L’errore che conduce al determinismo è la considerazione di dio come ente razionale:
- Ratio coglie i fenomeni secondo il principio causale. Ratio crede di essere conoscenza certa e
universale, ma è soggettiva e solo probabile.
- Intellectus può conoscere certamente, senza determinare causalmente
- Non si può dire che dio pre-conosca, perché è fuori da tempo
- Ari fra necessità relativa (ipotetica) e assoluta (metafisica).
Dio preserva cogenza della legge naturale, che è logica: consequenzialità da premesse a conclusione

Contra Eutyche et Nestorium:


Eresia del monofisismo: Cristo 1 natura
Distinzione fra natura: forma specifica; e persona: sostanza intelligente
Cristo e dio sono più persone in una natura?

4. Il IV°sec e Giovanni Filopono (490 – 570, Alessandria)


Contesto orientale: coesistenza tradizione pagana, diritto romano, religione cristiana.
Con uccisione di Ippazia (415) e provvedimento di Giustiniano (529, chiusura scuola Atene), prime
frizioni fra mondo cristiano e pagano. Limitazioni all’insegnamento dei pagani.
Maggior libertà in scuola Alessandria.
Enea, Teofrasto o sull’anima:
1. Anima è immortale perché è sostanza autonoma, ed è forma del vivente. Plato + Ari
2. Mondo non eterno perché composto di parti eterogenee e destinate alla disgregazione. Stoà
Plato assume esistenza di almeno due enti fondamentali: pluralismo. Perché è fondamentale che ci sia
un solo principio?
Giovanni Filopono:
Sforzo di accordamento fra Plato e Ari e di congiunzione sincretistica con cristianesimo. Argomentazione
filosofica dei dogmi di fede.
Creazione risolve aporie sull’eternità del mondo nel modello aristotelico > prova che paganesimo e
rivelazione sono accordabili e complementari.
De Opificio Mundi: Commento alla Genesi con interpretazione scientifica.
De Aternitate Mundi: mondo è generato, ma non è generato nel tempo. Lo spazio e il tempo non sono
contenitori; non sono sostanze autonome, ma proprietà dei corpi. Il tempo è creato da Dio insieme al
mondo.
Identità di essenza e natura lo scoprono all’accusa di eresia del monofisismo.

5. Riforma istituzionale e rinascita culturale e religiosa – VIII°sec $


Impero carolingio: restaurazione dell’impero sotto Carlo, unificazione attuata in virtù dell’unanimitas
religiosa. Necessaria educazione per conversione: sviluppo culturale.
Riforme culturali:
- Minuscola carolina
- Unica versione della Bibbia
- Latino ecclesiastico
- Calendario
Riunione di dotti intorno alla figura dell’imperatore: schola palatina. Incrocio di diverse culture.

6. Giovanni Scoto Eriugena (851 – 870)


Biografia e bibliografia:
- Funzionario Carlo Calvo
- Annotationes al de Nuptiis
- De Praedestinatione (851)
- Perì physeon

Modelli:
- Classici: Cicero, Ver, Timeo Calcidio
- Tardo antichi: Boezio, Marziano, Agostino, Pseudo (tradotto), Gregorio (de opificio hominis)
- Formazione inconsueta: ottima conoscenza greco e tradizione orientale. Conoscenze
scientifiche

Perì physeon:
Dialogo in 5 libri fra Nutritor e Alumnus.
Reeseis con interventi lunghi e dettagliati.
Obiettivo: indagine su tutte le verità della natura, che sono manifestazioni conoscibili del dio
inconoscibile: Teofanie. Credere diventa intelligere.
Metodo: convergenza fra metodo analitico-scientifico (vera philosophia), a partire da
conoscenze classiche e arti; e metodo mistico-ermeneutico (vera religio) con modello nei padri
della chiesa, e nella Bibbia, più alta teofania.

1. La natura e le sue divisioni

Gnoseologia areopagitica dei tre gradi:


- Sensus > partitio (mereologia con condizionamento soggettivo)
- Ratio > divisio (in generi e specie)
- Intellectus > universitas (sguardo sinottico, extralogico-intuitivo) “Intellegibilis quaedam
universitatis contemplatio”

Epistemologia:
Intellectus coglie genere sommo, non ulteriormente specificabile, massima estensione, minima
intensione: natura.
Ratio conosce in essa massima dicotomia antitetica: quae sunt/non sunt. Sono e non sono le une
rispetto alle altre: o non sono le cause invisibili, o non sono gli accidentali corporei.
Poi ratio applica un’ulteriore divisio sulla natura, con l’ausilio della fides: quadro logico
oppositivo aristotelico sulla base della sostanza maxima (natura), e del predicato di fede (creare)
declinato nei quattro modi possibili (attivo, passivo, affermativo, negativo) combinati fra loro,
che esaurisce le forme dell’essere dividendole in quattro specie:
- Natura quae creat et non creatur: dio
- Natura quae creat et creatur: idee nel verbo
- Natura quae non creat et creatur: molteplici corporei
- Natura quae non creat et non creatur: telos

2. Conoscibilità e predicabilità di dio


Gnoseologia: umano non conosce mai sostanza nuda, ma sempre accidenti con i quali si
manifesta a lui.
Spazio/tempo non sono proprietà dell’oggetto in sé, ma condizioni di possibilità della
conoscenza, che non è mai conoscenza pura della sostanza, ma sempre conoscenza della
relazione fra soggetto e oggetto.
Categorie aristoteliche sono schemi umani applicati alla realtà per conoscerla.
Teologia positiva catafatica: impredicabilità della sostanza divina ineffabile e inesprimibile col
logos, perché sfugge alla rappresentazione. Ogni predicazione di dio, anche quella di
onniscienza, è un’antropomorfizzazione; valenza puramente metaforica. In dio è divina
ignoranza. Ma validità della predicazione biblica su piano simbolico, e della predicazione
dianoetica su piano scientifico.
Teologia negativa apofatica pseudoD: definizione di dio per sottrazione di predicati, non è
soddisfacente.
Teologia superlativa: torsione linguistica che rende armonia fra i contrari, superamento dei limiti
di non contraddizione. “semper” “ubique”
3. Conoscibilità delle creature: triade sostanziale
2°natura: idee in mente dei, coeterne a dio. Non sono modelli passivi ma rationes, vere e
proprie cause intermedie.
Dalle idee deriva il fisico nella sua imperfezione: le idee sono ousia, cioè sostanza pura degli enti
creaturali. La sostanza pura è caratterizzata da entelechia, cioè attualizzazione perfetta e
immutabile di tutte le potenzialità dell’ente.
3°natura: enti creaturali. Manifestazione spazio-temporalizzata della realtà ideale delle essenze,
spuria perché condizionata da movimento come attualizzazione mai incompleta di una
potenzialità irrisolta. Non esistono se non nella mente del soggetto, che applica al mondo i
criteri spazio-temporali della sua conoscenza (ago) producendo l’accidentalità. Sono quindi
phantasia, perché volatili, ma teophania, perché rimandano ai loro modelli eidetici.

4. Creazione e processio: esamerione eriugeniano


4°natura: effetto finale che torna alla causa: termine del processo escatologico, che dalla
dispersione delle cause negli effetti (processio) torna alla perfezione delle cause prime
realizzandone a pieno gli effetti (reditus). Uomo riassume in sé la parabola della separazione, ed
è fautore del ritorno del molteplice all’unitario attraverso un iter conoscitivo.
Processio: emanazione dall’unitario al molteplice.
Descritta attraverso esegesi Esamerione:
1°g: Luce = discesa delle cause negli effetti. Da principio a seconda natura.
2°g: tempo e elementi come accidenti rispetto alle cause immateriali. Da seconda a terza.
3°g: materia e composizione.
4°g: astri.
5°g: Creazione umana.
Antropologia = uomo come medietas del cosmo e officina mundi: in lui sono riassunte le forme
di tutte le creature, e lui pone in atto i possibili in mente dei attuando la creazione nel tempo.
L’uomo conosce il verbo grazie alla ragione, che gli fornisce una imago dei nella contemplazione
delle teofanie e che deve essere perfezionata. La facoltà della ragione assimila dio all’uomo, e
l’obiettivo della reductio è realizzare questa similitudo.

5. Peccato originale e interruzione del processo creativo


Reditus è percorso di assimilazione di uomo a dio, attraverso ascesa conoscitiva verso gradi più
generali dell’essere, sunairesis del molteplice nell’unitario (generi e specie).
Esegesi del racconto adamico:
Albero della vita: contemplazione immediata delle essenze nel verbo. Intuizione del vero oltre
contraddizione.
Albero della conoscenza: conoscenza logica vero/falso, scienza imperfetta.
Incarnazione comporta confinamento a sensus e ratio.
“Eva dovrà partorire conceptus particolari, per via empirica, con dolore; Adamo dovrà lavorarli
per arrivare alla loro essenza.”
6. Redenzione del peccato e reditus
Escatologia
Dopo la separazione e la creazione dei sensibili (processio), il reditus (epistrofè) è consentito
dalla inhumanatio dei in christo: con la rivelazione, cristo restituisce all’uomo il contatto con
un’autentica conoscenza intuitiva, e inverte la direzione del processo.
Non perché il verbo non fosse attingibile per luce naturale, ma perché prima che si rivelasse
sotto la luce speciale le conoscenze che erano derivabili da questo non avevano alcun telos.
La rivelazione è un orizzonte all’interno del quale far confluire le conoscenze particolari, che
prima erano disperse e senza direzione.
Reditus è universalis: di tutta l’umanità in corpi spirituali. Negazione dell’inferno x rendere
compatibile il modello con metafisica neoplatonica, in cui non esiste male: tutti sono in dio, a
diversi gradi. La distanza da dio dipende da un atto di resistenza volontaria.
Reditus specialis: del sapiente, che contemplerà a pieno dio > deificatio, theosis (SanG)

7. Oltre la teologia
Theologia: sacra scrittura. GSE ne parla in Homilia a quarto vangelo.
Teologia è anticipazione limitata del momento escatologico.
Vari gradi di conoscibilità di dio nella teofania fondamentale della lectio.
- Razionale
- Mistica, nella conoscenza dei significati anagogici e alogici
- Angelica
- del deificato

7. XI°sec - Confine tra arti liberali e teologia


Divaricazione tra arti e teologia con progressiva definizione di ambiti, rivendicazione di autonomia.
Anselmo di Betaste, Rhetoromachia: argomenta una tesi falsa perché retorica è arte della persuasione, e
non della verità.

8. Pier Damiani (m.1072)


Sostenitore del fondamento etico della sanctitas incarnato dal paradigma di vita del monaco.
Convinta battaglia contro curiositas ed abuso delle arti, a cui contrappone sancta simplicitas monacale,
della fides.
De divina omnipotentia: se dio possa modificare le leggi da lui sancite, contraddicendo la propria volontà
precedente:
- Dio può l’impossibile, perché è lui a stabilire la possibilità delle cose.
- L’unico limite di dio è volere il male, perché tutto ciò che lui vuole diventa bene. Onnipotenza non è
poter fare tutto, ma poter fare il bene
- Anche non-azione è un’azione positiva
- Non sovrapponibilità della ratio all’intellectus:
Logica è sistema di verità chiuso, valido per la realtà creata, ma non per quella divina: non applicabilità
del criterio di non-contraddizione all’oggetto divino, che trascende le aporie. Questione mal posta da
Girolamo (che l’aveva sollevata), sovrapposizione piani distinti
- Dio non negherebbe un decreto sancito in precedenza, perché in dio non esiste prima o dopo

9. Disputa sull’eucarestia
Berengario di Tours
Spiritualismo eucaristico: no pane e vino reale sostanza di Cristo, perché
- Sostanza divina sarebbe soggetta a generazione, corruzione, mutamento
- Sostanza divina sarebbe molteplice
Pane e vino mantengono la propria sostanza, ma sono signa connessi con la sostanza divina per
esemplarismo (autentica pretesa di realismo dell’ascendente divino sulla sostanza).

Lanfranco di Pavia
Realismo eucaristico: reale presenza della sostanza divina nel sacramento
Critica a Berengario:
Antepone l’intelligere al credere, vuole trattare il sacramento mettendo in discussione la sua validità
dogmatica, e non dopo averne riconosciuto l’indiscutibile verità. Filo non è del perché, ma del come.
Dottrina della transustanziazione:
Le leggi naturali prevedono il modificarsi degli accidenti col permanere della sostanza; nel sacramento,
per decreto dell’onnipotenza, avviene il contrario: permanenza degli accidenti e mutamento sostanziale.

10. Roscellino di Compiègne (1120)


 Negazionismo ontologico: no realtà degli universali logici (flati vocis). Sostanze universali hanno
esistenza solamente vocale.
 Nominalismo: esistono solamente enti individuali, conoscibili per via empirica. Gli universali
logici sono risultato di astrazione. Concezione pratica e strumentale della logica.
 Rottura del parallelismo onto-epistemologico: non-corrispondenza fra ordo rerum e idearum
falsifica paradigma epistemologico aristotelico. Mina possibilità della conoscenza di
corrispondere a oggetti reali e implica la non oggettività e l’aleatorietà delle categorie
conoscitive. Vincolo fra verità logica e ontologica: verità presuppone realtà (enunciato ipotetico
nega ciò).
 Epistula de incarnatione Verbi: accusa anselmiana di triteismo: incapacità di riconoscere il
molteplice nell’unitario è negazione del mistero divino. Le tre persone diventano enti individuali.
In realtà Roscellino defensor fidei: inconoscibilità del sovrannaturale attraverso categorie
dianoetiche, contro curiositas dei logici. Negazione applicabilità dell’esemplarismo platonico.
Deriva logica della fede, no contaminazione filo e reli. = Pier Damiani.
 Inaugura corrente dei moderni, vs antiqui della rectitudo. Raimberto Lilla logica in voce, vs
Oddone di Tournai logica in re (peccato originale perché Adamo è forma universale di uomo)
11. Anselmo d’Aosta (A. 1033 – Canterbury, 1109)
Bibliografia:
- Exemplum meditandi de ratione fidei – Monologion 1076
- Fides quaerens intellectum – Proslogion 1078
- Cur deus homo 1098

1. Verità come rectutiudo


De Veritate:
Rectitudo è nozione sia epistemologica che ontologica.
Epistemologica, dialectica come scientia della rectitudo.
verità come accordo fra ordo rerum e verborum, corrispondenza fra intellectus rappresentante e res
rappresentata.
La corrispondenza è garantita dalla omogeneità del verbo e della mente umana: le categorie umane
trovano la loro legittimazione nelle idee divine.
L’idea del dio in sé è irrappresentabile per un intelletto finito.
Credo ut intelligam: fede deve essere notio, punto di partenza
Intelligo ut credam: a partire da notio rivelata, posso tentare di chiarirla razionalmente con la dialettica.

2. Monologion
Trattato teologico in forma monologica.
Argomentazione solamente razionale, condotta col metodo deduttivo della dialectica in virtù della
rectitudo. Ma la ratio è limitata e non può arrivare da sola all’idea di dio: necessario assumere in
partenza il dato originale dell’esistenza di dio, la notio.
Argomenti a priori: assumono ciò che vogliono dimostrare. L’utilità si trova nella dimostrazione stessa,
che non è dimostrazione del perché dio esista, ma del come dio esiste. Confluenza cred. E intell.
1°argomento ontologico: qualità
Quando predichiamo la qualità di qualcosa, lo facciamo appellandoci alla qualità stessa, astratta dalla
cosa predicata, condivisa da più cose, e presa per se stessa. Per giudicare le occorrenze particolari di una
qualità, bisogna prendere in considerazione la qualità stessa, che è l’espressione della qualità al grado
più alto. Ma la qualità al grado più alto si trova in dio, che ha tutte le perfezioni.
2°argomento ontologico: quantità
La possibilità di confrontare due quantità relative consiste in una nozione di quantità in sé, e anche
questa si trova in dio.

Dio come ratio cognoscendi:


Dio garantisce la realtà delle qualità in sé, e solo la considerazione delle qualità in sé ci permette la loro
predicazione nelle res.
Dio è l’ultimo termine della scala gerarchica di valutazione, interrompe il progresso all’infinito, e
consente di qualificare le altre res in relazione a sé, come termine di paragone assoluto.
Forte retaggio platonico.

3°argomento ontologico: relazione


Predicazione dell’essere ha due modi: per sé e per aliud.
Tutte le res sono per aliud, ma allora deve esserci una sola prima cosa che sia per sé.
Argomento del principio della catena causale.
4°argomento: perfezione
La gradazione delle qualità trova la sua condizione nell’esistenza del loro massimo grado e nella loro
realtà assoluta dall’oggetto, ma allora tutte le qualità nelle cose saranno per aliud, e in dio saranno per
sé e al massimo grado, cioè perfezioni.
Dio non ha tutte le caratteristiche, ma solo quelle che possono essere buone: predicati cattivi sono solo il
negativo dei buoni, cioè dello stesso genere a grado più basso.
5°argomento: creazione
Le cose sono per dio ma non sono dio, perché sono corruttibili e molteplici. Ma se sono un essere che
non è quello di dio, allora il loro essere deve essere venuto ex nihilo. Dio è summa essentia, piena
potenza e pieno atto, ma non può essere forma o materia delle cose, o si moltiplicherebbe.
Ma anche nihil deve essere qualcosa, ed è il verbo dove venivano pensate le idee, prima di essere
pronunciate con la locutio.
Dimostrazione della trinità: uguaglianza dei termini perché p e f si amano di un amore identico che è s

3. Proslogion
Trattato teologico in forma dialogica.
Tentativo di trovare un unum argumentum sull’esistenza di dio, che consista in un solo rapido atto di
pensiero. (Inventio argumenti è intuitiva)
A partire da Salmo 51, figura dell’incipiens: non potrebbe predicare l’inesistenza di dio se non esistesse
qualcosa che corrisponde al termine dio, quindi dio deve esistere.
Dio: aliquid quo nihil maius cogitare possit
Pensiero incontrato alla più alta elevazione razionale, il concetto più alto che si possa pensare.
La cosa più perfetta deve avere anche l’esistenza, perché l’esistenza è una perfezione.
Derivazione dell’esistenza in re dall’esistenza in intellectu, per rectitudo: pensabilità è garanzia
esistenza.
Gaunilone: liber pro insipiente
Pensabilità di qualcosa non ne garantisce l’essere, mancano la possibilità e la realtà.
Le parole e i significati sono contenuti mentali. L’esistenza si prova con la verifica empirica.

4. Il sistema della verità cristiana


Realismo anselmiano: gli universali sono necessariae rationes del molteplice, situati nel verbo.
Rectitudo ontologica: corrispondenza di un particolare alla sua essenza ideale.
Sul male: ciò di cui non si può pensare nulla di peggiore, non-essere, ciò che dio non vuole né pensa,
deve essere inesistente: è deprivazione assoluta, non ha alcuna rectitudo.
Rectitudo etica: realizzazione dei possibili su modello delle necessariae rationes, attraverso la autentica
libertà umana. Libertà è di fare bene/male, realizzare/non realizzare i possibili.

5. Cur deus homo


Peccato Adamo come libero atto di non-rectitudo.
Redenzione di Cristo è necessaria alla realizzazione del bene progettato da dio. La duplice natura di
cristo è doppia compatibilità alle due esigenze della redenzione: cristo deve essere umano per chiedere
perdono, e divino per ottenerlo.
Libertà, in dio e nell’uomo, è realizzazione della necessaria volontà di dio.

12. Pietro Abelardo (1079 – 1142) $


Definizione della Theologia: notitia dei, comprensione di dio attraverso lectio.
Comprensione sempre limitata (“nostra non sufficit opera”) a ratio creaturale (“terrena disciplina,
terrena philosophia”), e mai completa del dio. Questo è dovuto all’assunzione di un modello
gnoseologico di tipo neoplatonico, per cui non è l’oggetto a pervenire al soggetto tout court, ma il
soggetto che deve assimilare la sua facoltà conoscitiva alla natura dell’oggetto, e non c’è facoltà tanto
fine da cogliere l’essenza divina.
Argumentum theologicum: “ratio quae rei dubiae facit fidem”

1. Universali e verità del conoscere

Domande sugli universali:


- Sono reali?
- Sono negli individui?
- Sono ontologicamente indipendenti dagli individui?

Polemica con Guglielmo di Conches:


G è degli antiqui x realismo degli universali.
1°tesi: ritiene che siano sostrati realmente presenti in ogni sostanza. La specie è sostrato materiale
incorporeo presente in ogni individuo, il genere è sostrato della specie, idem.
2°tesi: universale è res dell’indifferentia, individuali sono res della differentia. Ma non spiega il legame.
È visione ingenua che presenta gli stessi problemi imputabili al platonismo, come nel Sofista: allora gli
universali si moltiplicano? O i corporei partecipano dell’universale per composizione, rendendolo
composto? Non torna.
Obiezione: una res non può essere predicata di un’altra res.
(Gli universali sussisterebbero anche senza esistenza reale degli individui che ne derivano, poiché
sarebbe comunque valida l’affermazione “non ci sono rose”, anche se non esistessero rose)

Tesi positiva logico-ontologica: l’universale non è una res, né quantomai una res nel verbo. Ma
l’universale deve avere una validità, se non si vuole minare la possibilità della logica di essere scientia
veritatis rerum e di fornire conoscenze vere.
Il fondamento dell’universale si trova nell’idea divina, ma non è identico all’idea divina.
L’universale è la realtà della relazione fra intellectus, cioè rappresentazione mentale della cosa, e
status, cioè effettiva condizione della res. Il legame reale fra ordo rerum e verborum, che trova
fondazione nell’idearum.
Dunque, gli universali esistono in mente hominis, e sono il risultato della relazione fra idee nel verbo e
individui nel mondo.
Gli universali non sono cose, ma proprietà delle cose, predicati delle cose, che consistono nell’enunciato
“essere corrispondenti all’idea in mente dei”.
Gli universali sono predicati sull’essere delle res.
2. Veri logici e veri philosophi
Epistemologia:
- Logica: trova fondamento nella razionalità del verbo.
La scienza è vera anche se ha per oggetto il falso.
- Teologia: è una scientia a tutti gli effetti, perché produce verità.
Per farlo, si avvale proprio della verità della logica, che le è subordinata. E dunque le verità prodotte da
queste due scienze devono consonare.

Transizione: vero = buono.6

Etica: (Ethica/Scito teipsum)


Critica al legalismo rigido del decalogo.
No, etica deontologica, ma fondata su intentio. Il peccato non è nella passione, né nell’azione, ma
nell’assenso: nell’assenso si dà la libertà, e quindi la responsabilità.
L’intentio è inconoscibile e ingiudicabile, se non dal dio; distinzione fra peccato e crimine.

Ermeneutica (Sic et non)


la logica, scientia veritatis, è autorizzata ad indagare la lectio scritturale, con questo metodo:
- Indagine filologica: autenticità del testo
- Indagine contestuale: sul pensiero dell’autore, sulla connotazione del termine
Dopo l’esaurimento di questa procedura, è possibile applicare ratio per sciogliere un’eventuale
dissentio. Il metodo logico è quanto più oggettivo.

3. Logica della trinità


Derive razionali della distinctio trinitaria:
1. subordinazionismo: molteplicità della sostanza, con priorità della potenza.
2. modalismo: persone divine sono solo modi di manifestazione di una sostanza unica.
La logica del termine non è adeguata ad esprimere la relazione trinitaria, perché prevede solo due
configurazioni: identità (Dio è il figlio) o non-identità (Dio non è il figlio), cioè l’uguaglianza (2), e la
differenza (1).
La logica del predicato ha maggiori possibilità: “Ciò che è dio è il figlio”, esprime il giusto grado di unità e
separazione.
Le persone distinte non sono sostanze, ma neppure predicati della sostanza unica: sono status, cioè
varie configurazioni essenziali di una sostanza, il suo porsi in forme diverse. Gli status sono propria della
stostanza.

13. Scuola di San Vittore:


Scuola aperta anche a secolari.
Scuola di logica
Sistemazione epistemologica
Dignità delle scienze inferiori
a) Ugo di SanV (1141):
Didascalion: pedagogia del sapere. Scienze organizzate in scalarità graduale dell’una veritas.
- I°grado: theoretica, pratica, mechanica, logica
- II°grado: theologia mundana. Analisi del dato con procedimento razionale.
- III°grado: esegesi del dato secondo i tre gradi di littera, sensus, sententia.
Gnoseologia: illuminazione divina consente a umano cognitio sui, riconoscimento del divino che
è in sé. Le arti sono strumenti utili anche ai gradi superiori di conoscenza.

b) Andrea (1175):
validità interpretazioni discordanti a piani conoscitivi diversi.

c) Riccardo (1162):
Teologia mistica allegorica: Benjamin minor e major

d) Acardo (1170):
Tripartizione anima
Antropologia ottimistica: umano microcosmos. Celebrazione armonia psico-fisica. Discipline
fisiche valide.

14. Gilberto di Poitiers (1080 – 1154)

1. Commento dialettico a Boezio


Molto celebre nelle scuole. Accusato di eresia x tesi trinitarie.
Teologia come scientia maxima che rende intellegibile il mistero della fede, a partire dall’assunzione del
dogma di fede.
Grande commentatore di Boezio (opuscola sacra):
Distinzione fra:
- Auctor: scrittore di cose sacre la cui legittimità deriva direttamente dall’auctoritas divina. Boezio
- Lector: spiega la lectio dell’auctor, come un interpres. Gilberto
- Recitator: ripete senza spiegare.
Metodo di interpretazione del lector:
- Individuazione della quaestio che dipende da una contradictio fra due tesi, apparentemente entrambe
valide cioè con pro e contra. In realtà, una delle due presenterà un’ambiguità semantica, cioè la non
pertinenza di un termine al suo locus, o ambito.
- La distinctio è l’analisi semantica che consente di riconoscere l’adeguatezza di un termine al suo locus.

2. Il metodo della transumptio teologica


Determinazione dell’estensione e le procedure proprie di ogni locus:
Naturalis (individuali corporei); mathematica (formae nativae astratte dalla materia); theologica (esse
oltre la forma, e idee nel verbo) (Boezio)
Ognuno di questi ha una propria ratio, cioè un proprio lessico specifico e una validità interna dei propri
procedimenti: rationabiliter, disciplinaliter, intellectualiter.
Il locus theologicus, tuttavia, deve necessariamente avvalersi di termini del linguaggio naturale.
Transumptio: procedimento di translazione di termini dianoetici su un piano di significazione più alto.
La scientia intellectualiter ha degli oggetti propri, come quello di esse simplex e di persona divina; ma
questi ultimi sono espressi rationabiliter. Ineluttabile incapacità espressiva.
Pluralità della significazione (=Ockham)

3. Realtà del singolare e composizione ontologica


Realismo degli universali (e critica ad Abelardo): universali non sono in mens, non procedimento
conoscitivo ma realtà autonoma.
“quidquid enim est, singularis est” ogni individuo è singolare, ma non ogni singolare è individuo.
Divisione dell’esse:
- Substantia simplex: essere che trascende le forme.
Studiato dalla teologia con transumptio.
- Sincerae substantiae: idee divine nel verbo. Dividua universali.
Studiate dalla scientia theologica.
- Formae nativae: dividua derivati dalla moltiplicazione degli universali che si mesciono con la materia.
“Quo est” boeziano, esse come forma degli enti individuali. Quo est degli individua, ma autentici id quod
est per se stessi, come perfetta realizzazione del proprio quo est.
Studiate dalla scientia mathematica.
- Id quod est: individua, non conformità ad altro, differenza. Sono gli enti corporei che nascono dalla
composizione fra formae nativae e materia, in cui la materia determina le differenze singolari che
caratterizzano gli individua.
Studiata dalla scientia naturalis.

4. Distinctio trinitaria
Dio è id quod est che coincide perfettamente con il proprio quo est, che è la deitas come perfezione di
tutte le qualità. “Deus est Deus deitate”.
Critica: introduce una composizione nell’essere divino, e ne nega la semplicità.
Risposta: i modi significandi dipendono dai modi intelligendi dell’intelligenza creaturale, che deve
avvalersi di strumenti mutuati dalle scienze inferiori, tentando di trascendere la formalità e
l’individualità. (es. persona (nat.), natura o qualità (math.)). I modi significandi non condizionano la reale
semplicità della substantia simplex.
Con Prisciano: un nome consignificat semper una sostanza e una qualità insieme, come homo che
sottointende humanitas.
Trinità: proprio l’imperfezione del linguaggio umano impone l’innaturale distinzione della substantia
simplex in tre substantiae singolari; se non si ammette la composizionalità divina non si può riconoscere
la realtà della distinctio trinitaria.

15. Scuola di Chartres:


1. Caratteri generali:
Storia: cattedrale di Chartres sorge 1020, nel XII si sviluppa in seno a essa una scuola vescovile, che vede
il suo primo grande iniziatore in Ivo 1116.
Forte matrice platonizzante.
Fisicalismo: Indagine filosofica è individuazione delle forme eterne essenziali che si nascondono sotto
alla mutevolezza del mondo sensibile. Sollevare integumentum circustamtiae rei, che presenta gli
oggetti come disordinati e casuali, per scoprire l’ordine dei rapporti e delle proporzioni che regolano
matematicamente il nexus causarum del mondo fisico secondo la provvidenza divina. Anche gli oggetti
fisici sono signa, da cui si può risalire a perfezione ideale estrapolando ciò che è eterno, la forma
secondo numero peso e misura, attraverso l’utilizzo delle discipline del quadrivio. Studio diretto degli
enti fisici, per ricostruire la connessione che sussiste fra ordo rerum e ordo verborum: dignità del liber
naturae e della philosophia mundana insieme a liber scripturae e caelestis philosophia.
Umanesimo: anche esegesi è opera di oltrepassamento dell’integumentum simbolico delle parole nella
rivelazione, e trascendimento a piano divino.
Operazione valida anche per testi classici. I classici, in virtù dell’illuminazione naturale razionale che
consente di accedere al mondo delle idee, sono a tutti gli effetti riusciti a superare il mondo sensibile e
accedere a intellegibile; la loro verità parziale è anticipazione della somma verità, e questo è evidente se
si prende il Timeo platonico: Platone aveva intuito l’esistenza di un creatore sommamente buono che
combina le rationes con la silva.
Studiati anche:
Somnium Scipionis di Macrobio per studio dell’esemplarismo.
Consolatio Philosophiae di Boezio sull’integrazione fra meccanicismo naturale e volontarismo
divino.
Aulo Gellio, Ovidio, Virgilio, portatori di dottrine cosmologico teologiche, mascherate sotto velo
di lirismo: interpretazione letteraria è preparatoria a esegesi biblica.
Bernardo Chartres: siamo nani sulle spalle dei giganti.
2. Bernardo di Chartres m.1124
Formae nativae: sono realtà ontologica intermedia fra formae aeternae e res particolari, cause
intermedie che spiegano interazione fra essenze nel verbo ed esistenze create. Su
interpretazione del Timeo, comparsa di exemplum, forma aeterna, ed exemplar, emanazione
formale dell’exemplar che entra in combinazione con la silva; eterna, ma non del tutto coeterna.
Corrispondenza linguistica: nel dispositivo della paronimia, che per lo stesso termine consente
di identificare tre forme, che corrispondono ai tre modi dell’essenza nella cosa: sostantivo,
essenza pura potenziale; predicato, forma nativa che si combina con forma; aggettivo, essenza
attualizzata in una esistenza.
Atto e potenza: sono i modi dell’essere, che dalla perfezione dell’essenza massimamente
potenziale, e non limitata dalla materia, diviene per emanazione forma e si corrompe nel suo
attualizzarsi in un’esistenza mai totalmente esaustiva della propria essenza, perché limitata dalla
resistenza della silva. La purezza della causa prima è preservata, perché essa produce un suo
duplicato senza degradarsi.
Metafisica: di matrice emanazionista neoplatonica dei vari gradi di perfezione, dal potenziale
all’attuale con sgravio di perfezione. Efficacia causale trasmessa da primo principio a causae
primae e poi causae secundae, che intervengono direttamente nella creazione e sono la
sostanza pura di tutte le cose, il cui dinamismo dipende da un continuo passaggio fra atto e
potenza. Il movimento delle cose ha delle leggi precise che risiedono nella loro natura profonda,
indagabile sollevando l’involucrum sensibile che nasconde la loro forma pura, conoscibile per via
matematica.
Psicologia: dei tre ingegni (= biga Plato). Fra ingenium advolans, vivace ma incostante; e
ingenium infimum, materialista e pigro; si trova ingenium mediocre, costante e graduale
nell’apprendimento delle scienze che consentono di ascendere da sensibile a intellegibile.
Umanesimo: commento testi antichi e tentativo conciliazione Ari e Plato.

3. Guglielmo di Conches m.1154

Opus dei: In dio e nella trinità si trova il principio, come causa efficiente nel padre, causa
formale nel figlio, e causa finale nello spirito. L’opus Dei è questa perfezione che fornisce i
modelli nelle idee e l’energia nell’amore; essa è eterna e perfetta, e dunque non può intervenire
direttamente sul mondo creato, poiché degraderebbe nella sua perfezione: l’opus Dei si
interrompe con la creazione della causa materiale nei quattro elementi.
Opus naturae: A partire dalla creazione della causa materiale, l’opus dei si interrompe e si
innesca l’opus naturae ovvero la progressiva definizione degli enti particolari, dell’apparenza
creaturale delle cose o exornatio naturae, attraverso l’informazione della materia da parte delle
formae nativae, causae intermediae provviste di una propria efficacia causale trasferitagli dalle
idee da cui derivano.
Meccanicismo: Così, la natura è la realizzazione di un dinamismo regolato da strutture
matematiche formali interne ad essa, che sono causae secundae partecipanti dell’efficacia
causale divina, e direttamente organizzative del mondo naturale, che gode di una propria
autonomia secondo processi meccanicistici. Se la dimensione divina è caratterizzata da
aeternitas, quella naturale, poiché creata, è invece immersa nella perpetuitas.
Philosophia mundi vs theologia: la scienza fisica non è contraddittoria o alternativa rispetto a
quella teologica, ma anzi complementare, perché fornisce una conoscenza del modo in cui dio
ha operato nel mondo, e garantisce la convergenza dell’intelligere al credere secondo il canone
anselmiano. Anche la conoscenza dei pagani è autenticamente vera e coerente con quella
rivelata: non nonostante, ma proprio perché non è in grado di pervenire alla verità del dogma, è
dimostrata la sua autorevolezza scientifica, arrivata a esaurire le declinazioni del naturaliter
loquere; e la realtà di una causa non conoscibile con i mezzi naturali, proprio perché superiore ai
mezzi naturali e prioritaria rispetto ad essi. Dunque la verità dianoetica non può mai entrare in
contraddizione con quella rivelata, poiché questi saperi si trovano su due ordini di verità diversi.

4. Teodorico di Chartres t.a.q 1156


Fonti: forte umanesimo, grande conoscenza fonti classiche. Timeo Calcidio; Elementa Euclide;
Gilberto Aurillac; Ermete Trismegisto; Boezio e Marziano: x metodo scientifico fondato sul
quadrivio e sintesi matematica e teologia.
Heptateucon su arti: continuità del sapere nel percorso costitutivo dell’una veritas.
Distinzione scienze: no distinzione di genere ma di grado, a seconda del livello di generalità o di
particolarità con il quale si analizza una stessa unica verità. Sapere situato su scala gerarchica,
alla cui vetta è situata la scienza più generale, teologia, che studia le rationes primordiali
dell’essere; intermedia la matematica, che studia le strutture formali del mondo secondo
quantità, astratte dalla materia; in fondo la fisica, che studia le strutture formali del mondo
dentro alla materia. Il sapere è però unitario e unitaria la metodologia gnoseologica, che
consiste nei due processi ascensionale della compositio e discensionale della resolutio.
Continuità con Haebdomadibus Boezio, critica a parcellizzazione Porreta. Proprio in virtù
dell’unitarietà del sapere è possibile risalire a conoscenze vere a partire dallo studio del grado di
verità inferiore, la fisica.
Hexameron:
Commento alla Genesi secundum physicam: l’interpretazione scientifica della creazione è
importante tanto quanto l’esegesi simbolica, già esaurita dai Padri.
Dimostrazione matematica esistenza trinità: Dio principio da premettere a catena causale.
Dio è unità massimamente semplice che è presupposta alla molteplicità, perché ogni
molteplicità fonda sulla ripetizione dell’unità. Dio è potenzialità assoluta, perché sommandosi a
se stesso crea l’infinita serie numerica. Il figlio è il moltiplicarsi dell’uno per se stesso, che dà
sempre uno, ed è la molteplicità di tutte le cose nell’unità. Lo spirito è l’operatore, la funzione
che somma l’uno a se stesso per produrre il molteplice, ma anche che moltiplica l’uno per se
stesso per tornare all’unità; lo spirito è direttamente responsabile della regolazione del mondo
creaturale, e viene identificato con l’anima mundi.
Genesi: l’attività diretta del dio si interrompe con la creazione della causa materiale, a partire
dalla quale la creazione dei particolari procede in modo gratuito attraverso l’efficacia divina
trasmessa dal creatore al principio attivo delle causae secundae, che informano la materia e ne
regolano le dinamiche in maniera meccanicistica. Le formae nativae sono prodotte con lo stesso
principio di moltiplicazione dell’uguale dalle idee nel verbo, e questo principio comporta
potenzialità, che è la forza attiva cioè attualizzante degli enti.
Dio: è ipsum esse (de Haebdo), è forma senza forma cioè atto senza potenza, e in lui non
sussiste distinzione per via della sua estrema semplicità. Dunque, non sarà valida la distinzione
fra Deus e deitas, che T critica a Porreta al concilio di Reims.

(Ma la distinzione in dio fra deus e deitas non è proprio il risultato o la lettura di quella
duplicazione virtuale dell’unità divina nel figlio?)

Opus naturae: è l’oggetto delle arti del quadrivio, che rintracciano le strutture matematiche
sulle quali è sorretto il mondo creato. La matematica non studia la quantità pura ed eterna,
nell’idea, ma la quantità situata nel mondo come agente intermedio dell’ordine divino, ovvero la
causa secunda, o forma nativa di Bernardo. La struttura ordinata delle causae secundae è
principio organizzativo della natura, che gode di una propria autonomia causale e si realizza in
maniera meccanicistica a partire dall’efficacia delle formae native; le dinamiche del mondo
naturale sono quindi dipendenti dal loro fine in dio, ma autonome nel loro tendervi.
Opus Dei: è natura eidetica che costituisce causa efficiente nella creazione del padre, causa
formale nelle idee del figlio, e causa finale nel movimento di ritorno dello spirito. Il mondo
divino è perfetto, caratterizzato da aeternitas, e non contaminato dal mondo naturale, che a
partire dalla creazione della causa materiale nei quattro elementi procede da solo, senza
bisogno di un intervento diretto che degraderebbe la perfezione del creatore.

Esemplarismo platonico è realtà di essenze ideali che fondano l’esistenza delle cose particolari.
Le essenze ideali sono concetti, e l’uomo può accedervi razionalmente attraverso la parola, lo
studio della logica, che consente di ricondurre il particolare all’universale, cioè all’idea, e di
ricostruire i veri legami che sussistono fra le idee nella mente di Dio, dai quali dipende l’ordine
delle cose nel mondo.
Le parole sono il tramite fra le cose e i concetti, e le parole umane rimandano alla perfezione
eidetica dei modelli: studio della grammatica.
Esegesi è interpretazione delle parole della Rivelazione, che sono signa della realtà celeste.
Studio del liber scripturae è superamento della dimensione metaforica e simbolica della parola,
che consente di trascendere a significato più ampio. Adattamento del normale significato della
parola alla dimensione divina, transumptio, è comprensione e superamento della dimensione
simbolica del linguaggio: sollevamento dell’integumentum, dell’apparenza per arrivare
all’essenza.
Umanesimo:
Anche i classici sono stati in grado di superare l’integumentum delle apparenze per risalire ai
concetti, perché anche loro possedevano il dono della ragione. Ciò che hanno detto non
discorda con la verità ultima in dio, che pure loro non potevano conoscere, ma ne è
anticipatorio: adattamento del Timeo calcidiano alla Genesi biblica. Platone aveva intuito che
l’origine e la natura del mondo erano state regolate da un artigiano buono e sapiente, che aveva
ordinato la silva plasmandola a immagine delle divinae rationes o delle formae eternae.
Così, anche
Fisicalismo:
Gli eventi naturali appaiono al soggetto come confusi e casuali, perché gli si presentano sotto il
velo sensibile della loro esistenza non perfetta e contaminata dal loro continuo movimento di
passaggio da potenzialità ad attualità, dietro questa apparenza mutevole della natura, definita
circumstantia rei, si trova la sostanza pura come essenza immutabile della cosa. L’ordine
intelligente delle cose si esplica come una struttura di rapporti armonici, regolati da numero,
peso, e misura. Questo tipo di metafisica dell’ordine ha chiari riscontri nell’essenzialismo
pitagorico e poi nella fisica geometrica platonica. Attraverso l’osservazione naturale è possibile
risalire dalle cose apparenti alle cose essenziali, sollevando il velo sensibile, integumentum
circumstantiae rei, per conoscere ciò che delle cose è eterno, e regolato da un nexus causarum
che manifesta l’intenzione della Provvidenza. Lo strumento per risalire alle forme delle res,
causae secundae, sono le arti del Quadrivio.
Scuola di Chartres caratterizzata da un’indagine più direttamente orientata a individuare il nesso
fra ordo rerum e idearum, secondo l’idea che il liber naturae sia, tanto quanto il liber scripturae,
foriero di signa che rimandano alla perfezione divina. Così si incontrano caelestis philosophia e
philosophia mundana.
16. Bernardo di Clairvaux (1153)
Cistercense fortemente implicato nelle dinamiche istituzionali della chiesa.
Grande pensatore della christianitas, operativo nell’esegesi del testo biblico grazie a moderata ratio.
Critica alla ratio che supera i confini dello spiegare, per indicare: critica ai pensatori che producono
conoscenze intermedie senza ridurle al sommo principio di verità nella bibbia. La ragione produce
deviazioni dalla verità quando non si rifà direttamente alla verità. Critica alla speculazione filosofica
(Abelardo e Gilberto), affidamento all’opera chiarificatrice dei padri, che svela dogmi oscuri ma mai
incerti.
Scientia theologica è contemplazione mistica del monaco, trascendere regio dissimilitudinis verso
similitudo Dei (deificatio, come fusione di soggetto e oggetto di conoscenza), attraverso imago dei
conservata da uomo dopo peccato, che consiste in libero arbitrio.

17. Giovanni di Salinsbury (1180) $


Fonti:
- Cicero: probabilismo academico; primato della vita pratica; sintassi elegante
- Aristotele: conoscenze logiche (Tutto corpus, in particolare Analitici secondi e Topica)
- Allievo di Abelardo, Guglielmo, Teodorico, Gilberto
Bibliografia:
- Polycraticus: scritto etico-politico: teoresi funzionale a prassi
- Biografie (Anselmo, Becket)
- Metalogikon: trattato di logica
Metalogikon:
- Contro attacchi Cornificentes alla logica classica, riduzione logica a formalismo verbale.
Solito scacco dei moderni che minano corrispondenza alla base del modello platonico-agostiniano.
Rischio morale x G: eloquentia è alla base della convivenza > defensor Christianitatis.
- Ridimensionamento della portata della scienza logica le riconferisce forza:
- Universali non sono enti soprannaturali eterni, le divinae rationes sono inconoscibili attraverso
procedimenti dianoetici. Universali hanno esistenza di tipo psicologico, sono contenuti mentali non certi,
ma strumenti utili alla logica per accostarsi al vero, ed hanno una validità nella dimensione della ratio.
- Logica non è scientia delle probationes necessarie, poiché le sue premesse riguardano il contingente.
Quindi scientia probabilis: criterio del verosimile si affina, progressivo avvicinamento al vero.
- Scoperta della distinzione aristotelica interna alla scienza logica: dialettica è solo una branca
- Probabilis:
- Rhetorica: studio del valore formale dell’argomento
- Dialectica: scienza della dimostrazione probabile che tende al vero
- Demonstrativa (apodittica): scienza della dimostrazione necessaria
- Sofistica: scienza della dimostrazione imperfetta (studio fallacie)
A partire dalla rhetorica la logica desume la validità formale dei propri procedimenti. E tuttavia, il valore
modale di questi procedimenti deriverà sempre dal valore modale degli oggetti che ne sono argomenti.
Solo l’apodittica è scienza necessaria, perché necessaria la corrispondenza fra termine e res
rappresentata.
Se gli universali dipendono da processi di astrazione di conoscenze empiriche contingenti, rispetto alle
quali la certezza ultima risiede solo nella inaccessibile conoscenza del dio, allora anche la validità
dell’argomento sarà solo contingente e probabile, e non necessaria.
- Teologia non è sicenza necessaria ma probabile, perché i suoi oggetti sono più che mai inafferrabili.
La rivelazione fornisce argomenti alla fides, con la quale si può accedere alla contemplazione (non
razionale) delle divinae rationes.
Ari: fede è opinio: “è sempre opinabile per l’uomo ciò in cui lui crede con certezza”.

18. Incontro col pensiero greco-arabo ed ebraico (aufff)


Falsafa: sapere speculativo arabo. Chiara radice greca.
Conquista persia VII sec. e scuola neoplatonica di Harram: translatio studiorum da cultura greca.
Già netta distinzione fra religio (Maometto e Corano) e scientia (osservazione della deduzione
necessaria); forte autonomia.

1. Teologia islamica
Kalam: teologia
Inizialmente solo lectio dei dogmi: l’islam non contiene misteri
Con Abbassidi espansione in Siria: contatto con al-Kitab (gente del libro)
Inizio sistematizzazione razionale dei dogma; di mostrazioni con fine apologetico (x difendere islam)
Mu’taziliti indagine razionale del dogma:
- Teologia negativa: ascesa a principio primo, unico e trascendente (tawhiid) attraverso sottrazione di
predicati dal Corano, di quelli antropomorfi e materiali.
- Natura creata della parola divina.
- Giudizio divino
al-Ash’ari (932 ca.): teologo della mediazione fra ortodossia radicale e speculazione filosofica. Padre
della teologia islamica ortodossa.
Chiarimenti dei principi della ragione: corano è parola del dio, ma la sua manifestazione è artificiale,
nelle pagine e nell’inchiostro; predicati divini sono reali ma a un grado diverso…
Ash’ariti: letteratisti si oppongono a speculazione, solo interp. letterale
al-Baquillani: atomismo e occasionalismo.

1. al-Ghazaalii (Algazel – 1111)


Teologia non è fede, ma può chiarire dubbi intellettuali
Conoscenza più importante non è razionale, ma contemplazione mistica, “svelamento” a partire da
rivelazione
Ragione deve sempre subordinarsi
Autodistruzione dei filosofi dimostra pericoli eccesso ragione, che deviano da semplicità messaggio
divino:
- Quando filo afferma piuttosto che supportare (fede), arriva a conclusioni inconciliabili con la rivelazione
(conoscenza di dio dei soli universali e non dei singolari; non-resurrezione dei corpi, mondo eterno)
- Incompatibilità della ragione creaturale col concetto divino
- Contraddizione fra tutte le teorie dei filosofi
2. Filosofia araba, falsafa
Falsafa: deduzione necessaria. Armonizzazione delle tesi classiche (Plato, Ari, Ploti) con kalam.
1. al-Kindi (865)
Fonti: corpus Plato/Ari, Enneadi, Proclo: elementi di teologia nel Liber de Causiis, Timeo, De Anima
Sulla creazione, Filosofia prima:
- Da tawhid, principio unico immobile
- Movimento degli enti, attualizzazione, è passaggio delle res da non-essere ad essere, per
efficacia causale del principio
- Prima ipostasi è intelletto in cui sono contenute le idee
- Unità relativa degli individui nata dalla reciproca limitazione e dal movimento

2. al-Farabi (950)
Sufi: mistico asceta
Accordo fra le opinioni di due sapienti, il divino Platone e Aristotele:
Mondo e tempo nascono insieme alla creazione.
Opinioni degli abitanti della città perfetta:
società ideale fondata su armonia fra classi: attività professionali sotto il governo dei sapienti.
Cosmologia sincretistica:
- Principio primo è intelletto in atto che pensa solo se stesso. Niente materia, atto puro.
- Gli enti molteplici procedono per sovrabbondanza dal pensiero riflessivo del tawhid, che non
si muove né diminuisce la propria perfezione, ma è semplice e autosufficiente.
- Essenza = esistenza. Nelle creature no.
- La creazione è distribuzione di coscienza alle cause inferiori, che dipende sempre da un atto
di appercezione, un pensiero riflessivo: le cause seconde si guardano, e in questa
appercezione avviene la duplicazione in due termini: l’attualità divina e la potenzialità di sé.
Colla potenzialità di sé l’ipostasi pensa quella inferiore, e con l’attualità divina le dà vita.
- La creazione è produzione di un residuo da parte del pensiero riflessivo delle coscienze, il
quale pensiero è sempre imperfetto perché la sua esistentia non realizza del tutto l’essentia.
- Ultima coscienza è cielo della luna.
De intellectu et intellecto:
Divisione intelletto in tre facoltà:
- Passivo: è potenza conoscitiva di tutte le idee
- In atto: operazione dell’attualizzazione
- Acquisito: insieme delle conoscenze sbloccate
L’intelletto in atto è intelletto separato e comune, difatti la conoscenza è oggettiva.
L’anima è immortale, perché intelletto attivo e acquisito sono solo intellegibili.

3. Ibn Siinaa (Avicenna, 1037)


Libro della guarigione:
Esposizione sistematica della falsafa.
4 libri: logica, fisica, mate, meta > studio sostanza e causa
Metafisica:
- Tawhid è ultimo termine della catena causale
- T. è intellegibile immateriale in atto
-T. deve essere necessario, perché coincide con la stessa necessità (dell’essere), l’essenza è
totalmente in atto e coincide in pieno con l’esistenza
- T. è impredicabile perché semplice
- T. non decide nulla (rischio orientamento eteronomo) ma non sottostà alla necessità, perché
è la necessità esso stesso: libertà e necessità coincidono; t. è conoscere e volere.
- Creato è possibile nella sua essenza e necessario nella sua esistenza: il molteplice è la
possibilità, e ottiene necessità dall’efficacia della causa prima necessaria
- Processione da t. è passaggio di necessità a esseri possibili, mai del tutto attualizzati, il cui
residuo di potenzialità produce la causa inferiore e la cui autorizzazione di necessità lo pone
in atto. Guardando propria necessità genera i.inferiore poi alla propria possibilità crea anima
e corpo celesti.
- Mondo sublunare è pura potenzialità, mai necessaria.
- Dio conosce tutti gli enti nella loro partecipazione alla sua necessità, ne conosce la necessità
riducendoli alla loro causa prima e quindi guardando solo se stesso.
 Necessitarismo deterministico

4. Ibn Rushd (Averroè, 1198)

Trattato decisivo sull’accordo della religione e della filosofia: distinzione di metodi e di ambiti, a partire
da distinzione aristotelica della logica:
- Dialettica è disciplina dei teologi, perché riguarda argomenti dal punto di vista scientifico
solo probabili
- Apodittica è disciplina dei falaasifa, perché parte sempre da premesse necessarie; indaga
solo il naturale e non il sovrannaturale
Critica ai teologi, che dimostrano con la fede e producono mali del mondo come fanatismo e
intolleranza.
- Eternità del mondo per garantire immobilità del principio.
- Mortalità dell’anima data da congiunzione di i.passivo e i.attivo, che sono universali, e da
corruttibilità dell’i.speculativo, che dipende da contaminazioni soggettive sensibili.
Inoltre, immortalità è infinità in atto di anime viventi, impossibilie.
E la materia è principium individuationis, e una volta abbandonata non c’è più distinzione.
Distinzioni logica corrispondono a tre diversi piani di conoscibilità della stessa verità, per questo fede e
ragione non sono contraddittorie, ma ciascuna vera nel proprio ambito.

3. Pensiero ebraico
Primo commento a Torah è Talmud
Libro della creazione: vie della speranza: 32 principi formali (10 sefirot + 22 lettere alfabeto)
Contaminazioni con falasifa:
- Antropocentrismo cosmico
- Dualismo anima/corpo
- Creazionismo emanazionistico con cause intermedie
- Ascesi mistica
1. Avicebron (1058)
Fons vitae:
Ilemorfismo universale:
Oltre al dio, tutto è composto di materia e forma, e primi due oggetti creati sono materia universale e
forma universale
Gerarchia scalare per emanazione da spirito
Pluralità di forme compongono individuo
Ascesa fino a superamento essere, per grazia divina

2. Mosè Maimonide (1204)


Giuda dei perplessi:
Fra letteratismo e razionalismo
- Accordo ragione – fede
- Distinzione campi sapere con gerarchia scalare
- Ragione è limitata e secondaria rispetto a fede
- Esegesi è comprensione allegorica, predicazione per teologia negativa
- Beatitudine è dono della grazia

3. Cabbala
Tradizione ermeneutica alternativa alla filosofica.
Metodo di interpretazione simbolica, no intellettualistico, no sistematico.
Fine

19. Universitas Studiorum $


Universitas: totalità.
Nasce come corporazione di studenti e docenti.
Cambridge (1209), Oxford (1214), Padova (1222).
Divisione in facultates a seconda del genus subiectum:
- Arti: lectio aristotele
- Giurisprudenza: diritto canonico (decretum Graziano), e civile (corpus iuris Giustiniano)
- Medicina: Corpus Hyppocraticum
- Teologia: Bibbia, e Sententiae Pietro Lombardo
Lectiones:
Lettura testo auctoritas. Discussione fra opponens e respondens. Quaestio e solutio.
Dispitationes ordinariae e quodlibetales. Reportatio.
Cursus studiorum:
- Artes: baccalaureatus determinans quaestionem
- Licentia docendi: magister
- Baccalaureatus biblicus e poi sententiarius.
- Baccalaureatus formatus: magister theologiae

Frizioni tra artistae e theologi:


Arti sconfinano in ambito teologico avanzando pretese su etica e metafisica.
Provvedimenti ecclesiastici:
- Innocenzio III (1215): censura Metafisica e Etica.
- Gregorio IX, Parens Scientiarum: ammonimento ai teologi. No abuso del metodo dialettico, no ricerche
non direttamente riconducibili a verità ultima.
Definizione ambito e metodi della sana doctrina in un modulo consolidato:
- Bibbia come fonte
- Transumptio come metodo
- Organicità del sistema

20. Primi maestri secolari


In universitas magistri provenienti dal clero secolare.
Riformulano tesi sub. Filo a teo per legittimare il suo utilizzo
G. Auxerre: “Fides faciens rationem”
Fede sempre come intelligere

Incursione degli ordini mendicanti all’interno dell’università e guerra alle cattedre

21. La teoria dei trascendentali $


G. d’Auxerre
Trascendentali: prima intentiones simplices, conditiones concomitantes esse: nozioni più universali e
immediate con cui si pensa l’essere.
Ens
Unum perché semplice, identico a sé
Bonum perché autosufficiente
Verum perché è vera questa identità
(Pulchrum, G. d’Alvernia)
Ultimo grado di definibilità prima della trascendenza assoluta ed ineffabile.
Sono predicati, qualità, del dio, ma anche le categorie più generali con cui si pensa ogni essere creato.
Scandiscono i domini della conoscenza.

22. Roberto Grossatesta (1253)


Vicino a francescani di Oxford (no divieto Ari, interesse per scienze naturali e modo empirico)
Epistemologia: definizione del sapere scientifico e dei suoi metodi:
Analitici II, definizione scienza:
1. A partire da dati empirici
2. Derivazione dati universali e necessari
3. Deduzione di nuovi saperi dagli universali
4. Evidenza del nesso fra causa e effetto
Sul metodo induttivo, fase di raccolta dati empirici (1)
- Concomitanza: verifica della ricorrenza di un fenomeno, ripetizione dell’esperimento i cui esiti devono
verificarsi di nuovo
- Esclusione: dei dati circostanziali e superflui
- Nesso: causale fra uno stato precedente e uno successivo
Sull’universalizzazione dei dati (2):
Consiste nell’astrazione dei dati provenienti dall’empirica.
La riconduzione di saperi empirici, contingenti, a saperi necessari, è garantita dalla illuminazione divina,
di cui l’uomo partecipa, e con cui contempla le idee nel verbo.
Matematica è paradigma della scienza per eccellenza, perché mediana fra empirismo dell’illuminazione
ab intra e necessità dell’illuminazione ab extra

Metafisica della luce (Tractatus de Luce)


- Principi secondi sono luce e materia
- 3 momenti della luce rispecchiano trinità: lux (esse) – splendor (potentia) – furor (atto)
- Formazione del cosmo attraverso attività di espansione e condensazione dell’impulso
luminoso, che fissa i cieli concentrici

23. Alberto Magno (1280)

1. Filo aristotelica e teologia cristiana

Già maestro teologico quando inizia a studiare filosofia.


Studio assiduo del corpus aristotelico, considerato come un insieme sistematico di conoscenze coerenti,
di cui avvalersi non episodicamente, ma con considerazione organica, come fondamento filosofico.
Artes propedeutiche a fides.

2. Il sistema filosofico della realtà

Metafisica:
Studio delle cause prime, delle leggi immutabili e fondamentali che regolano il mondo creaturale.
Procedimento puramente razionale e considerazione totalmente naturale del mondo: no riferimento a
fede. La ragione può arrivare alla perfetta comprensione dei meccanismi naturali, ma non a quelli
sovrannaturali, e il miracolo ne è la prova.
Ammissione dell’eternità del mondo dal punto di vista razionale: distinzione di piani.
Rifiuto di Avicebron nell’ilemorfismo (immanentismo) e nell’occasionalismo (svalutazione cause
seconde), qui la fede orienta la ragione.

Assunzione del modello metafisico neoplatonico: gerarchia scalare di perfezioni.


Primo ente è essere massimo, del tutto attuale, immateriale e necessario, in cui esse=quod est.
A partire da esso, il mondo si dispiega come gerarchia ordinata di cause seconde, che esistono per
efficacia proveniente dal primo secondo la trasmissione di influssi puramente formali. Le cause seconde
sono intelligenze e astri.
Per evitare eteronomia, introduzione dispositivo inchoatio formae: disposizione degli enti a raccogliere
una determinata forma ed a realizzarne le potenzialità, in maniera mai esaustiva. Così il movimento non
è agito da dio, ma dio agisce indipendentemente da tutte le cose guardando solo a se stesso ed
esercitando attrazione.
L’azione divina può chiamarsi fatum, perché è necessaria, e il rischio del determinismo è evitato dalla
contingenza della materia per inchoatio.

3. Antropologia e ascesa della conoscenza

Psicologia: facoltà vegetative e sensitive inchoatae nel seme paterno e meccanicistiche.


Facoltà intellettiva non può essere meccanicistica perché è libera, e dipende dall’intervento diretto
dell’illuminazione divina: determinazione ab intrinseco vs ab extrinseco.
Intelletto umano è oggettivo perché conosce forme grazie all’intelletto agente, ma è ostacolato dalla
situazione dell’intelletto passivo. Di fronte a dilemma su collettività o individualità dell’ia, la fede dà
soluzione.
Ascesi: innalzamento dell’intelletto verso le forme universali e abbandono della costrizione del corpo,
per rendersi simili a se stessi e al dio (ari, genesi) secondo copulatio dell’anima con dio, che però
dipende dalla grazia.

4. Sistema della verità teologica

Theologia come scientia perché ha un proprio subiectum:


- Speciale: dio in sé
- Specialiter: credibilia
- Generaliter: res e signa della scrittura
Organizzazione e interpretazione scrittura segue i due andamenti di descensio e reditus, corrispondenti
alle due nature di dio efficiente e finale : perfetta circolarità.
Metodo è logica, come comprensione del logos divino nel proprio.
Teologia come crasi di scientia speculativa e pratica: sapere affettivo. Perché notio dei non è
ultimamente conoscibile, ma è massimo punto di orientamento a cui tendere, anche e soprattutto
praticamente, e produce gaudium.

24. Bonaventura da Bagnoregio (1217 – 1274)


Francescano
Breviloquium: theologia è scientia e doctrina altissima” condensazione scienza e teologia
Dottrina, perché fondata su verità assunte per fede, che sono le uniche verità autenticamente in sé, da
cui derivano le altre certezze, per aliud
Scienza, perché riconduce sempre le rationes del vero teologico alla ratio prima, cioè la notio di dio.
Es. indentificazione in dio delle 4 cause ari
Tentativo di fondare tutto il sapere sulla notio fondamentale di dio, e sulla vita di cristo, massimo
paradigma del sapere: imitatio christi è assimilazione in vita ad intelletto divino
1. Scientia theologica come reductio ad unum

Reductio di tutto il sapere alla verità in cristo.


Tutta la verità è contenuta nel mistero della croce nelle sue quattro dimensioni, analoghe alle varie
dimensioni esegetiche della scrittura e secanti le tre dimensioni del mistero trinitario.
Croce: larghezza = scrittura, lunghezza = storia, altezza = gerarchia, profondità = senso
Dio: sostanza, virtus, operatio
L’epistemologia che conduce al vero è un processo di scioglimento del simbolo che sta al mistero della
vita; una interpretazione mistica delle allegorie, uno studio formale delle anagogie.

2. Theologia come determinatio distrahens

Determinatio è conversione del credibile in intellegibile: da lectio biblica, subordinans (fondante e


prioritaria), a determinatio teologica, subordinata.
Il metodo si avvale della collaborazione fra gratia revelans e ratio determinans, che corrispondono a luce
naturale e divina.
Esempio è in notitia Christi: Cristo è la verità massima, come congiunzione fra intelligenza umana e
divina: consente l’intelligentia sacrae scripturae

3. Dalla scientia alla sapientia

Da deiformitas Adamo “ex parte, sed non in aenigmate” a deformitas del peccato “ex parte et in
aenigmate”: conoscenze indirette e frammentarie del vero.
Le conoscenze particolari prodotte dalla filosofia sono utili anticipazioni, come in Plato, che ha semno
sapientiae: intuisce l’origine trascendente, ma non sa spiegarla con la sola ratio e il suo modello
degenera nel probabilismo ciceroniano.
La scientia ha come strumento la ratio inferior, incapace di dar conto della verità universale e creatrice
di dilemmi e contraddizioni; essa è utile se subordinata alla sapientia, che è conoscenza vera
proveniente da gratia revelans in Cristo, capace di invertire la china di Adamo e di aprire il cammino per
sciogliere l’enigma, dando un senso unitario a tutte le conoscenze particolari della scientia.
Compito della scientia è riunire tutte le sue conoscenze particolari sotto il lume della sapientia.

4. Teologia speculativa

Quaestiones disputatae de mysterio trinitatis:


Otto quaestiones con struttura classica scolastica
Struttura: sempre due articoli, il primo razionale (cognitio certitudinalis) e il secondo credibile (cognitio
fidei)
1. Esistenza di dio nella sua pensabilità > realtà della creazione dalla trinità
2. Unità necessaria del principio primo > realtà della tripartizione
3. Semplicità
4. Infinità
5. Eternità
6. Immutabilità
7. Necessità
8. Circulus intellegibilis: perfetta circolarità che prova l’esaustività e la verità dell’argomento
Dio è primitas, primo principio che nella sua perfezione non può non produrre, e produce due immagini
di sé, coeterne a sé.
Dio è esse primum, e trasmette essentia a oggetti che sunt aliquid, secondo le tre modalità
Liber vitae è natura speculare a liber scripturae, perché entrambi tendono all’unità escatologica che è
convergenza tra ragione e fede. Vivere = credere + intelligere
Metafora del lignum (?)

5. Reductio filosofica e itinerarium teologia

Percorso gnoseologico ascensionale del sapiente alla contemplazione divina, secondo gradi scalari di
suddivisione del sapere, con al vertice la sapientia che è deiformitas.

25. Tommaso d’Aquino (Roccasecca 1224 – 1274) $


Snodo del suo pensiero: definizione della scientia in generale e della scientia teologica, come discipline
separate. Negazione Ago: “Conoscere verità è sempre conoscere Dio”: Aristotele dimostra che, anche
senza lume divino la lux naturalis ha la sufficientia per poter conoscere i principi primi e deduzioni.
Le verità di fede e i futuri contingenti hanno bisogno di illuminazione divina.

Verità è sempre in relazione a qualcosa: adequatio rei et intellectus: l’essere è nella cosa in modo tale da
poter essere colto dalla ragione. Quando lo fa con Dio, è teologia.

1. Magister in sacra pagina

Domenicano
1245 Parigi, Alberto Magno
Commenti a Giobbe, Salmi, Matteo, Paolo, Boezio
Costante studio Bibbia e vocazione ermeneutica
Prima distinzione teologia e fede: modo
Commemorativo, deprecativo, laudativo da un lato
Disputativo, prescrittivo dall’altro

2. Sancti et philosophi

Scriptum super sententiis:

A partire da struttura delle Sentenze (in quattro sezioni: dio, creazione, redenzione, sacramento), teoria
trinitaria: creazione come conseguenza del pensare il verbo da parte della causa prima. Redenzione
come attività beatifica dello spirito.
A interpretazione esegetica è complementata una razionale: descensio come separazione del molteplice
dall’uno e reversio come riunificazione. Plotino e Avicenna.

Sulla tradizione antica:


Libera citazione dei filosofi antichi verificati dalla teoria del lume naturale, e accostati senza scarto ai
padri. Ari citato il doppio dei testimoni cristiani. Tradizionalismo e concordismo.

Progetto di rifondazione di una nuova metafisica che, grazie al sapere divino fornito dalla rivelazione,
ponga accordo fra i vari sistemi antichi.

3. I principi della metafisica

De principiis naturae: esposizione delle categorie dell’essere, da Ari


- Atto e potenza
- Sostanza e accidente
- Generi, specie, individui
- Quattro cause
- Divenire

Ens et essentia: insieme ad Avicenna


Essentia è verità di ciò di cui si predica l’essere: necessaria
Ens, esistentia è atto di essere della cosa di cui si predica l’essere, contingente
Dio: ens che realizza in atto tutta la propria essentia, senza residui potenziali
Intelligenze: sostanze separate. No materia, perché intellettive > no individuazione, sono universali. Ma
sempre composte, non puro esse, ma composizione di forma e di esse: sono attuali in una maniera che
non realizza del tutto la loro essentia, perché il loro esse ha della potenzialità che limita la necessità della
loro essentia.
Anche anima è sostanza separata, che nella sua doppiezza entra in composizione col terzo elemento
materiale, ecco perché essa è immortale. Non è però universale ma individuale, perché informata
dall’esistenza corporea di cui mantiene le tracce dopo la morte.
Sostanze composte sono forma + materia signata quantitate, solo la materia sq dà luogo a un ens in
atto, mentre se non lo è dà luogo a un universale indefinito.
Universale = int. Sep? Esse = materia non signata?
Gli accidenti hanno un’esistentia sempre predicata in relazione ad altro, ma un’essentia propria.
Essentia è potenzialità di essere, necessaria e attuale, combinata con esistentia contingente degli enti.

4. Filosofia e teologia: da Boezio a Summa

Commento a de Hebdomadibus:
Classificazione delle scienze e dei limiti della ragione rispetto alla fede.
Teologia in generale è disciplina che studia ciò che è distinto dalla materia e dal mutamento accidentale.
Ma essa “è duplice”, perché si può essere separati dalla mat. e dal mov secondo essere in due modi
diversi:
- Theologia in senso stretto, sacra pagina e sacra doctrina: ha come subiectum le cose divine in quanto
tali, cioè dio e gli angeli. La fonte è la sacra scrittura e il mezzo è l’intelletto mistico esegetico.
Qui c’è pure lo studio delle res creaturali, ma solo in quanto manifestazioni della res divina.
- Metaphysica: ha come subiectum le cose divine non in sé, ma in quanto principi dei suoi subiecta, di
cui il predicato di separazione non è proprio ma artefatto, perché si possono trovare anche nella
materia, e sono: essere, sostanza, potenza, atto. La fonte è la natura e il mezzo la ragione naturale.
Qui c’è pure lo studio delle res divinae, ma solo in quanto principi della fisica e quindi secundum natura.

La definizione aristotelica del paradigma scientifico impone la necessità di assicurare anche alla teologia
in senso stretto un posto come scienza a tutti gli effetti, cioè di renderla compatibile con i criteri razionali
a cui è sottoposta ogni scienza. Inscrivere la teologia nel paradigma scientifico implica giustificare la
necessità dei suoi oggetti, nonostante questi non derivino da una conoscenza razionale. La teologia è
scienza perché ha un suo subiectum specifico, che è il principium in sé e non nei suoi principiati.

Summa contra Gentiles:


Gentiles: non credenti.

Partizione testo: Dio secundum seipsum, creatore vs creato, bene rispetto a virtù, misteri fede.
Primo, sull’esistenza di dio con anticipazioni della summa.
Primi tre con registro razionale, quarto ragione deve dar spazio a fides, con argomentazioni solo
probabili (=GSE)

Dio come primum ens > immobilità del motore > eternità > attualità > intellegibilità
 Assenza di accidenti: predicazione di dio per via remotionis
Contro Maimonide sull’assoluta equivocità dei predicati creaturali e divini, che conduce a ineffabilità
assoluta.
Tom: non univocità, ma stesso termine con radicale alterazione valore semantico secondo principio
analogia: predicazione di uno stesso nome per ambiti distinti in virtù di affinità semantiche.
Riconduzione a fine semantico comune, ordinato da medesima veridicità.

Dimostrazione dell’esistenza di dio a prescindere dal credere e secondo lume naturale, poiché quello
tutti gli uomini lo condividono, e quindi ad esso non possono sottrarsi se cogente.
Concordismo: il lume naturale e quello divino non sono in contraddizione, ma in continuità, dove il
primo è inferiore del secondo ma non alternativo ad esso: le migliori considerazioni razionali conducono
con evidenza alla accettazione di dio. Se la ragione si pone in contrasto con la fede, è per “abuso di
filosofia per difetto di razionalità”.
Preambula fidei: sono quelle certezze acquisite razionalmente che anticipano e rimandano senza dubbio
a una verità divina. La verità divina presupponit il preambulus come il razionale presuppone il sensibile,
ma attraverso il razionale si possono produrre prove che conducono inequivocabilmente all’accettazione
dell’esistenza divina. Come è lecito credere senza intelligere, dovrebbe essere lecito accostarsi al
credibile con gli strumenti che consentano di comprenderlo. Queste dimostrazioni sono necessarie e
universali, e parlano dunque anche con coloro che non hanno fede.
Verità delle cose divine è duplice ex parte cognitionis nostrae, perché è credibile ed intellegibile, ma
unitaria ex parte dei.

5. Angelologia e antropologia

1270, De unitate intellectus contra averroistas

Angeli: pure sostanze intellettive, perché intelletto è facoltà a prescindere dal corpo.
Concretizzazione dell’organizzazione scalare di perfezioni ordinata da dio nel cosmo.
Contro ilemorfismo universale Avicebron: angeli composti, perché limitati in perfezione, ma non
composti da materia. Essentia + esse = no mutamenti accidentali ma sostanze pure.
Poiché materia quantificata è condizione di individualità, angeli non sono individui ma specie.

Uomo: sostanze intellegibili composte con materia individuante.


Anima è componente intellegibile, perché coglie gli universali. In quanto intellegibile è eterna e
incorruttibile, e sussiste di per sé, anche dopo la morte, ma mantiene la sua capacità informativa x
consentire ricongiungimento con corpo dopo giudizio.
Essendo permixta con materia, anima si individua e, condizionata da accidenti corporei, pensa in modo
diverso da tutte le altre, determinando l’identità con l’intelletto acquisito, che si mantiene dopo caduta
del corpo.
Non è necessario che l’anima sia comune per tutti gli uomini per garantire l’oggettività della conoscenza,
perché non essendo l’anima corrotta dal corpo essa può cogliere le necessariae rationes. E non è
corretto che ci sia una sola anima, perché ci sarebbe un solo individuo ed è ovvio che non sia così.
No a composizione forme Maimonide: innecessaria moltiplicazione di individui e rottura dell’unità
sostanziale; la forma più perfetta contiene in sé quella meno perfetta, come facoltà.
Intelletto in continuità con senso nella capacità di produrre universali logici adeguati a partire da specie
catturate dai sensi.
Anima libera di una libertà che scaturisce dall’intelletto, come capacità di formulare giudizi pratici. I
giudizi sono orientati, ma non necessitati dalla conoscenza, poiché questa è sempre parziale e dipende
dal desiderio soggettivo.

6. Summa Theologiae

Massimo progetto di accordo fra fede e ragione.


La ragionevolezza della convergenza è manifestata dalla prova di necessità della resurrezione.
De aeternitate mundi: anche dove la frizione sembra massima, come nelle argomentazioni degli
averroisti, si trova in realtà la massima prova della distinzione e della complementarità f/r.
Summa theologiae: riassunto della disciplina theologica nelle sue verità sulle relazioni interne di dio con
la sua essenza ed esterne di dio col creato. Tutto l’ordo disciplinae
Metodo della disputatio: quaestio, obieciones, resolutio, discussione obietiones.

Prima parte, dio secundum quod in se est, esposizione dei preambula fidei sull’esistenza dio come
primum, per dare perfezione all’infinita catena degli enti. 5 vie:
1. Motus: tutto il creato è in moto come passaggio dalla potenza all’atto, allora deve esserci un
primo motore già attuale che attualizza tutti gli altri-
2. Ratio della causa efficiente: nessuna cosa può essere causa di sé, o sarebbe anteriore a se
stessa. interruzione della catena causale
3. Del possibile: se tutte le cose sono possibili è in virtù di una cosa necessaria
4. Gradi: tutte le cose si valutano migliori o peggiori in virtù di un termine di riferimento ultimo, il
massimo di ciascun genere.
5. Fine: tutte le cose sono orientate a un fine, ma le cose inanimate non possono tendere
autonomamente al fine, quindi qualcuno le orienta.

Predicazione:
Dio come primum deve essere assolutamente semplice, perché non composto di materia.
Neanche la distinzione fra potenza e atto o quo est e id quod est è valida.
Dio è assoluto est, e questa è l’unica predicazione che si possa dare validamente a dio.
Esodo: “ego sum qui sum”.
Tutte le predicazioni razionali sono valide per analogia, ma da applicare a essere invisibile.

7. Teologia come scienza

De sacra doctrina, qualis sit et ad quae se estendat: discorso sul metodo teologico.
Se sia possibile inserire la teologia, scienza del credibile, all’interno del quadro aristotelico.
Per ari, una scientia deve concernere verità universali e conseguenze necessarie per sillogismo
apodittico. I principi primi devono essere propositiones per se notae, in virtù dell’adquatio.
Ma le scienze miste, come la fisica e la metafisica, devono poggiare su assiomi non necessari, ma
contingenti, perché provenienti da dati empirici.
Nella teologia, sacra doctrina o scriptura, i principi primi sono gli articoli di fede, la cui evidenza è
certificata dal fatto che per essi la fede, col lume divino, svolgono lo stesso ruolo che per la matematica
l’intellectus principiorum.
La teologia è scienza subalterna, cioè trae la sua validità da una scienza più fondamentale. In questo
caso, la scienza subalternans è la stessa scienza di dio e dei beati, trasmessa agli uomini per lume divino.
Trae dalla scientia subalternans alcune condizioni e procedimenti peculiari, come la validità del metodo
simbolico, narrativo, precettivo.
I dati storici di cui tratta, seppur sembrino contraddire il criterio di universalità in quanto eventi, la
riconquistano in quanto esempi.
Teo è scienza speculativa e pratica insieme.

Differenze tra teo e meta:


Esse sono scientie, de aliquo, cioè hanno lo stesso subiectum.
Però hanno due obiecta diversi, che dipendono da due diverse rationes formales.
Così teologia ha come subiectum tutto ciò che cade sub ratione dei, ovvero tutto il reale.
Essa può avvalersi delle scientiae inferiori, ma senza sottoporla ai medesimi criteri che valgono per
quelle: deve riadattare le leggi logiche e fisiche al dominio divino, senza pretendere di spiegare il perché
ma solamente il come (es. della conversio nella transustanziazione)
Sancito chiaramente il confine fra filo e teo, restituita dignità a ognuna.

26. Enrico di Gand (1293)


1. Fondamenti teologici
Summa Quaestionum Ordinariarum: fondazione di nuova epistemologia su base scienza teologica.
Critica a epistemologie francescana e domenicana:
Vs Tom:
non gradualismo epistemologico dell’una veritas, con teologia al vertice.
no, teologia vagliata da criteri epistemologici aristotelici: non è la teologia che deve conformarsi alle
altre scienze.
Le verità di fede trovano giustificazione all’interno del sistema chiuso del sapere rivelato, e non devono
essere sottoposte a verifica di correttezza argomentativa o di altre scienze.
Innecessario confronto fra verità di fede e verità naturali, che comporta nei fedeli dubbi sui postulati
fondamentali, come libertà e creazione.
Vs Bona:
no gradualismo epistemologico con superamento finale.
No teologia come vaga sapientia.
Ma superiorità della teologia rispetto alle altre scienze la pone come cardine del sistema filosofico in
toto, in grado di orientare e definire metodologicamente le scienze inferiori.

2. Composizione intenzionale dell’essere:

Critica a ontologia tommasiana: no ens ed essentia l’ una possibile e l’altra necessaria. È perversione
dell’esemplarismo nel partecipazionismo, per cui la potenzialità degli enti è portata all’atto dalla
necessità dei modelli che vi partecipano come cause intermedie, in virtù dell’efficacia trasmessa da Dio
come necessità suprema. Tesi riconducibile a necessitarismo emanazionistico avicenniano.
La distinzione è solo di carattere epistemologico, le categorie sono intentiones, ma non ha
corrispondenze reali.
La realtà degli enti (aliquid cui convenit esse) è la creazione di supposita da parte dell’ente supremo
(aliquid quod est ipsum esse), che creando produce la stessa distinzione concettuale: guarda al modello
essenziale e produce gli individuali particolari reali. È questo il vero senso dell’esemplarismo patristico.
*altra critica a psicologia vicina a averroismo.

3. Illustratio Specialis:

Gnoseologia: scire veritatem è capacità dell’uomo di ricondurre l’ente particolare al suo modello
essenziale nel verbo. Congiunzione del dato sensibile in naturalibus col dato universale abitante la
mente di dio.
Questa facoltà dipende da illustratio specialis: condizione a priori della conoscenza che le consente di
attingere a verità necessarie in maniera oggettiva; è congiunzione mistica dell’intelletto umano col
verbo.
4. Nuova epistemologia cristiana:

Errore nell’assunzione del paradigma astrattivo aristotelico, che fonda soltanto sulla conoscenza
sperimentale, la quale è sempre parziale e probabilistica e non consente accesso a verità necessarie.
Errore nell’indagare dio con gli strumenti della scientificità, ovvero col lume naturale.
Teologia è superiore alla fede, perché converte credere in intelligere, ed è superiore alle scienze, perché
fonda sull’assoluta certezza della rivelazione, in cui subiectum ed obiectum coincidono.
No adeguazione della teologia ai criteri epistemologici aristotelici, ma adeguazione delle scienze al
paradigma teologico. La teologia può fondare ed orientare le altre scienze.

27. Egidio Romano (1316) $


Metafisica: ontologismo dei due modi
- Realtà assoluta dei due modi di essentia ed esistentia, res concretae che compongono l’individuo
- Composizione solo per accidens
- No partecipazionismo: ogni essentia è individuale, non necessaria ed eterna ma effetto di creazione
intenzionale: no emanazionismo

Gnoseologia agostiniana:
- Conoscenza è conoscenza della composizione fra essentia ed existentia negli oggetti, ma non è mai
certa
- Anima è articolazione di facoltà: sensitiva (senso, immaginazione, memoria) – intellettiva (attiva,
passiva. Quella attiva è individuale)
- Senso coglie phantasma e trasmette a passivo
- Conoscenza fenomenologica
- Diversi gradi di pensabilità ens/in exist.
- Autentico ritorno a gnoseologia agostiniano/neoplatonica: presentazione dell’oggetto sotto diversi
rispetti a seconda della facoltà, assoluta solo in dio (=/ Tom: conoscenza oggettiva certa); (=/ Enrico:
illustratio specialis)

Teologia:
- Impossibilità conoscenza res divina in sé
- Scientia affectiva: operatio > speculatio
- No conoscenza, ma amore, è capire dio

28. L’aristotelismo degli Artistae e la condanna del 1277 $

1. Dibattito e condanne

I magistri delle arti propongono tesi averroiste.


1270 Tempier proibisce discorsi su:
- Intelletto unico separato
- Negazione provvidenza e affermazione determinismo
- Eternità del mondo e delle specie
1272 altro divieto a esprimersi sulle questioni di fede, come trinità
1276 denuncia lezioni private
1277 Giovanni XXI condanna:
- Determinismo necessitaristico della crazione
- Molteplici cause intermedie “se il cielo si fermasse, dio non esisterebbe”
- Contro la trinità e il principio di autorità
- Che dio non conosce altro da sé
- Che è credibile solo ciò che è noto
- Che la beatitudine è la virtù in terra

2. Sistema di pensiero degli Aristotelici delle Arti


Sigeri Bramante (1281) metafisica:
Causa prima necessaria e perfetta produce attualità meno perfette attraverso trasmissione di
efficacia a cause intermedie.
Necessità delle cause ideali è corrotta dall’incapacità della materia e crea la contingenza.
Un solo intelletto separato sulla luna e anime particolari mortali.
Boezio di Dacia De summo bono sive de vita philosophi ; De aeternitate mundi

3. La doppia verità e le distinzioni epistemologiche degli artistae


Concordismo della conoscenza razionale e di quella intuitiva, a diversi ordini conoscitivi.
Ogni scienza si confà al suo oggetto, dunque esistono diversi ordini di verità e una verità deve
essere relativa al proprio dominio disciplinare. Due verità appartenenti a diversi dominii non
possono essere contraddittorie.
La fede è autentica e superiore proprio perché sfugge alla spiegazione razionale.
Procedimento per intentio philosophorum.

29. Ruggero Bacone (1214 – 1292) $


Rifondazione teologica e riduzione delle altre scientiae ad essa
Critica a theologi contemporanei, 7 peccati:
1. Applicazione della logica al trivio e altri misteri
2. Studio discipline sbagliate (giuste: greco, mate, scienze empiriche)
3. Ignoranza coperta da presunzione
4. Sostituzione Sentenze a SS
5. Corruzione SS
6. Incapacità distinzione esegesi letterale/spirituale
7. Mancanza di eloquio
Offendicula sapientiae:
Appello ad auctoritates
Traditio
Communis opinio
Critiche a filosofia:
- Presuppone universali
- Si affida ad astrazione

Pars costruens:
Rifiuto del metodo dell’astrazione e negazione universali
Nuovo paradigma scientifico: scientia experimentalis
- Intuitiva: da esperienza diretta a necessità enunciati, sempre verificabile
- Fissa principi primi per tutte le altre scienze: fondamentale
- è indipendente dalle altre scientiae
Matematica è paradigma, da cui derivano tutte le altre scienze, come esempio della perfetta
convergenza fra empirico e universale
Applicabilità della scienza è prova di verità
Proprietà soteriologica delle scienze meccaniche
Arrivata a etica, coglie propri limiti

Teologia è experimentalis per eccellenza: nella SS, dato concreto, c’è testimonianza della conoscenza di
dio del modus essendi delle cose, che è massimamente diretta e intuitiva
Fede si sostituisce a esperienza quando esperienza non si può avere, ma è la condizione di possibilità
dell’esperienza
No distinzione teorico/pratica
Teologia storica: passaggio da sapienza a rivelazione
Gradi di conoscenza

30. Giovanni Duns Scoto (1308)

1. Theologia in se ed in nobis

Theologia in se è conoscenza che dio ha di se stesso. Preclusa a soggetto che non ha mezzi conoscitivi
commensurati.
Theologia in nobis è conoscenza limitata di dio sotto la nozione di ens infinitum con tutte le perfezioni
È astrattiva – essenzialistica
Theologia in se svelata da rivelazione: ora uomo conosce predicati di dio e li deve indagare

2. Teologia e filosofia

Stesso subjectum diversa ratio formalis


Filo: cause; teo: fine extremo
Rivelazione supplisce a limiti filo attuando potentia oboedientialis in intelletto umano

3. Statuto scientifico teologia


Theo in se no scientia: no acquisizione sapere
Theo in beatus e viator:
- No se deve vertere su universali necessari, x fatti storici
- Sì se opposta ad opinio, perché vera
Funzione pratica e soteriologica:
- Prassi è volontà dopo comprensione, sapere il bene è volere il bene
Strumento theo sono complexiones, enunciati composti:
- Filo arriva solo a significato generalissimo di dio mediante i suoi effetti, non dice nulla di
personale
- No subalternazione ma piani differenti

4. Metafisica e ontologia: univocità essere

Avicenna: essere in quanto essere vs Averroè: cause prime e seconde


Avicenna è soluzione migliore perché fornisce a meta soggetto autonomo e distinto da teo e naturali
Essere indagato senza altre determinazioni o l’aiuto della rivelazione
Dio è primum rerum omnium principio, primo oggetto di intellezione più generico e coestensivo a
ragione ( no quidditas Tom, verità Ago )
Essere univoco a tutti gli enti è concetto primo dell’intelletto e sufficit
Contro analogia: valida solo se si conosce analogato. Predicati validi per astrazione.

5. Essere infinito

Dio indagato non a posteriori secondo astrazione, ma a priori secondo la nozione evidente di infinitum
Dimostro dio dall’infinità, passando per possibilità e poi per necessità
Possibilità è non contraddizione, valida perché dio ha solo le perfezioni: dio è pensabile e la sua idea non
è contraddittoria
Necessità: non da cercarsi nel mondo fisico. Limitante. Dio deve poter generare anche mondi non
sperimentabili.
Coloratio anselmi: non solo finitudine presuppone infinità, ma infinità è coerente

6. Volontarismo e conseguenze

Essere finito è un fatto non necessario


Creazione è composizione di possibili e messa all’essere secondo infinita volontà
Potentia absoluta vs ordinata
Finito non dipende dalla partecipazione a modello ideale, ma è haecceitas: essenza autonoma unica e
irripetibile
Pssibili: varie formae: facoltà
Gnoseologia: conoscenza intuitiva fondata su esperienza empirica diretta è molto più affidabile e vera di
astrattiva
Nuova scienza sperimentale fondata su intuizione del contingente
- No nessi causali, ma compossibilità fra forme possibili
- Espressa da complexiones intuitivamente vere
7. Volontà umana e libertà

Libertà come indifferenza di equilibrio


No necessaria intellezione per orientarsi fra beni specifici
Assecondare potentia ordinata e absoluta

31. Guglielmo di Ockham (1280 – 1347)


1. Il “Venerabilis Inceptor”
Dà il la alla maturata coscienza dei moderni e inaugura il nuovo metodo logico e teologico, fondato sul
riconoscimento dell’assoluta singolarità di tutti gli enti e sulla diretta attività del dio nella creazione,
spontanea, volontaria, contingente. Gli universali logici sono astrazioni, strumenti utili ma privi di realtà
forte. Contro esemplarismo e necessitarismo. (cfr. Boezio sulla creazione).
Accusato per questo di eresia da Giovanni Luttrel, che gli impedisce di accedere alle cattedre.
Critica contro Giovanni XXI: potere temporale sostenuto da diritto inesistente, perché fonda sulla visione
neoplatonico-gerarchica del cosmo.
2. Teoria della verità: notitia intuitiva ed abstractiva, termine incomplexum e
complexum
Ordinatio (commento alle Sententiae):
Logica è fons scientiae, scientia maxima che consente di indirizzare le altre speculazioni.
Metafisica del singolare ammette solamente individui concreti, prodotti dal libero atto divino. A ogni
individuo corrisponde un termine singolare, che è mattone della logica.
Composizione di termini è proposizione, di proposizioni è dimostrazione.
Corrispondenza della res alla rappresentazione mentale, nel termine, garantita da notitia intuitiva.
Notitia intuitiva: conoscenza empirica diretta, data da apprensione immediata del senso, e da
appercezione del proprio stato interiore. Nascendo dall’intuizione, che è il mezzo di conoscenza delle
verità più alte, le notitiae intuitivae sono massimamente evidenti e rispecchiano con certezza la realtà;
perciò, da queste ultime, si possono ricavare i principi da cui derivare conoscenze universali e
necessarie.
Notitia abstractiva: conoscenza di un oggetto che viene astratto dalle proprie determinazioni spazio-
temporali, e perde la propria individualità, la propria realtà concreta. Non è il risultato di un processo
empirico, ma di uno razionale, e non dipende dall’individuazione di un diverso dominio di enti (quali i
generi e le specie, perché universali non esistono, o sarebbero colti intuitivamente nella loro
concretezza). A cambiare non è l’oggetto della conoscenza, ma solo l’habitus del conoscente, il modo di
arrivare all’oggetto, che in questo caso è richiamato con la memoria e sublimato dalle proprie
caratteristiche singolari.
Il termine è detto incomplexum, perché esso è massimamente semplice, ma da solo non asserisce
ancora la realtà della res che denota. La verità o la falsità si trova solo nei complexa, cioè nella relazione
fra due termini semplici. La verità dipende dalla conferma sperimentale della relazione, che è evidente.
Proposizioni singolari necessarie: sempre vere, per intuizione.
Universali necessarie: sempre vere perché evidenti (matematiche)
Singolari contingenti: sempre vere, perché confermate dall’esperienza
Universali contingenti: non vere, perché non hanno conferma certa nella realtà dei loro termini.
3. Suppositio e nominalismo
Suppositio: conoscenza del significato che un termine assume all’interno del proprio complexum (da
teoria del polisemantismo di Pietro Ispano).
Valida solo per termini categorematici (non x sincategorematici, come congiunzioni)
- S. materialis: termine nella sua connotazione sintattica, come flatus vocis
- S. personalis: termine nella sua corrispondenza più diretta con l’individuo concreto che
denota, anche nel caso in cui sia un collettivo, se significa tutti i membri
- S. simplex: termine non rimanda direttamente a un individuo, ma piuttosto ad un quidquid
simile, aliquid commune a diversi individui: l’essenza o quidditas
Nominalismo: la s.simplex non designa degli individui reali, ma dei termini che hanno una consistenza
solo mentale, intentiones verso la somiglianza fra due o più cose. È affermazione della realtà
dell’individuo.
4. Primato dell’individualità e rasoi di Ockham
La logica perde la pretesa di afferrare l’architettura sovrasensibile delle cose, e di corrispondere in
piccolo alla grande struttura del mondo: rottura del parallelo onto-epistemico. L’identità fra ordine
cosmico e schema mentale è una antropomorfizzazione ingiustificabile. No esemplarismo.
Logica diventa scientia dell’individuale, che studia la realtà dell’individuo e la relazione fra idee possibili.
Rasoi di Ockham: formule attivate dai seguaci per confutare affermazioni logiche e teologiche antiqui:
- Frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora: onnipotenza divina
Tutto il creato dipende dall’atto arbitrario di dio, che non deve rifarsi a principi logici:
volontarismo.
Negazione della pluralità di cause intermedie.
- Entia non sunt moltiplicanda praeter necessitate: economia
No alle duplicazioni inutili, tentativo di trovare la risposta più semplice.

5. La nuova concezione della scienza


Perdita di fondamento nell’adequatio dell’ordo rerum all’idearum, scientia è solo realtà del legame fra
ordo rerum e verborum, verificabile per via sperimentale.
Distinzione fra scientiae:
- S. reali (fisica): realtà immediata dei singolari, anche nei principi matematici, che si avvale
della supp. Personalis
- S. mentali (logica): realtà astratta degli universali, che hanno comunque una validità se
l’astrazione che li produce, nella supp.simplex, è corretta, e sono scienza del reale ma non
degli oggetti naturali.

6. Teologia come sapienza


Teologia è solo sapientia, sicentia probabilis, perché i suoi principi nella scrittura non sono evidenti né di
per sé, né attraverso verifica sperimentale. Ma la non verificabilità del messaggio divino è proprio ciò
che lo rende così potente.
Teo è scientia credibilis, che può fornire delle argomentazioni solo a partire dall’assunzione della realtà
del principio, non per experientiam, ma per fidem. Questo metodo si avvale della predicazione di
proprietà che supponunt pro dei, a partire da un’analisi razionale del suo concetto.
Simplicitas dei è assoluta impredicabilità dell’ente divino al di là del messaggio scritturale.
Contro theologia in se e metodo dell’homo viator. Contro epist. tomista

7. Libertà della fede


Volontarismo: totale spontaneità dell’atto creativo.
Ne deriva assoluto libero arbitrio dell’uomo, atomo indipendente dotato dal dio della libertà di compiere
il bene secondo il dogma, che conduce alla redenzione.
Guelfismo: la chiesa ha il compito di condurre i credenti verso il dogma, ma nessun compito governativo:
la legittimità politica del pontefice è fatta derivare dall’architettura gerarchica di un cosmo a diversi gradi
di perfezione, e in ultima analisi falsa. “Regno di dio è in altro mondo”
Il potere imperiale sì ha il compito di governare, ma nel rispetto dei dogmi divini.

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