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1. Introduzione
1. Vera philosophia
Vangelo Giovanni, prologo Omelia SE: allegoria: lettura personaggi prosopopee astratte
Giovanni, ragione, più veloce
Pietro, fede, più lento
Ragione deve cedere passo: “nisi credideritis, non intelligetis” Ago.
Priorità della fede sulla ragione, difatti la ragione non produce la verità > dissentio philosophorum
Filosofi classici sempre in contraddizione, fra loro e con se stessi: deriva è scetticismo
Fede è notio, dato certo e fondamentale, senza il quale non si può produrre verità
Filosofia è partenza dalla notio e ritorno alla notio
MA “vero cum vero consonat”: la verità è unica e non può essere contraddittoria.
Allora fra fede e ragione c’è habitudo, complementarietà, concordismo
Vera philosophia = vera religio
Quindi due letture diverse di uno stesso oggetto possono essere entrambe vere, perché pertengono a
due piani differenti > la conoscenza classica ha una sua validità sul piano dianoetico, ma non poteva
accedere a quello nooetico per mancanza di fede
Verità inferiori salvate, dignitose nell’orizzonte escatologico: preambula
Verità nooetica non è più condizione privilegiata del saggio, ma accessibile a tutti grazie a rivelazione
Fonti antiche:
- Calcidio: Timeo
- Cicerone e Seneca
- Macrobio: sonium scipionis
- Porfirio: isagoge
Metafore del sincretismo:
- Oro egiziani
- Moneta del re
- Veste della Consolatio
3. Sacra eloquentia
Tradizionalismo:
- Bibbia come processo di tramandazione di conoscenze
- Tramandazione è criterio di verità, no vero perché tramandato ma tramandato perché vero
- Bonum diffusivum sui
- Auctoritas e citazione come principi argomentativi
- Filo medievale è soprattutto esegesi
- Gelasio I: De libris recipiendis et non recipiendis: canone di riferimento
Magisterium ecclesiae e consensum unanimis Patrum
Unanimitas:
Tutte le produzioni cristiane condividono archè e telos; una veritas è bagaglio comune di fonti e intenti
4. Divina dispositio
5. Christiana institutio
Dai commenti ai padri nasce teologia, cui mezzo non è razionale, ma illuminazione divina
Se creazione del mondo per esemplarismo è atto razionale di dio sulle idee nel Verbo
Priorità ontologica dell’idea sulla cosa
Se le leggi cosmiche sono logos, le regole logiche sono regole ontologiche e la struttura grammaticale
rispecchia la struttura cosmica > simmetria rerum idearum
Allora le parole, verba, saranno il punto d’incontro fra le cose e i loro modelli: corrispondenza
Signum: qualcosa che rimanda a un’altra cosa che la trascende (sacramento): le parole sono figure delle
idee.
Solo lingua originale mantiene a pieno una pura corrispondenza con l’ordine intellettuale: Babele e
lingue positive; studio archeologico della lingua
Estetica: Ogni particolare è signum della propria forma, verità eidetica ed eterna di cui è simulacro
Bello: qualità che consente di contemplare l’essenza nell’esistenza, connessione fra ideale e materiale.
Lex pulchritudinis: è bello ciò che esprime correttamente la propria essenza in relazione alle altre
essenze, cioè è conforme a dispositio
Lex vitae: adeguazione della propria condotta all’ordine cosmico, rispetto della propria natura “ad quid
factum est”
Disciplina morum: subordinazione delle passioni alla ragione, distacco da corpo ascesi
Eudaimonia: beatitudo ultraterrena
Politica: charitas (amare altri in Dio e viceversa) è virtù universale, come riconduzione volontà particolari
a collettiva.
1. Sul male
- Male è solo depauperazione di bene a gradi inferiori della scala ontologica: è assenza, vuoto, non
essere
- Male etico è orientamento a beni inferiori rispetto a sommo bene: confusione non essere e essere
Uomo può fare male perché libero
2. Epistemologia
Sulla verità:
- è sostanza eterna immutabile, non predicato, esiste indipendentemente dal mondo ed è Dio
Sulla gnoseologia:
- Verità matematica è prova di conoscenza certa, perché indipendente da oggetti sensibili (condizionale
pure)
- Se verità matematica è evidente e non è provata empiricamente, esiste altra fonte di conoscenza
> illuminazione soprannaturale
Processo di reminiscenza che consente di toccare verità certe nel verbo: conoscenza come introspezione
3. Sul tempo:
In Dio:
- fuori dal soggetto tutto è eterno,
- In dio simultaneità dei piani temporali
- Creazione no nel tempo, volontà non dopo mente. Tempo nasce con mondo
4. Sull’anima
Riproduce la trinità
Articolazione dinamica di tre funzioni
In dio no attributi ma sostanze, no uso categorie
5. Sulla volontà
Pelagio:
- ottimismo antropologico
Uomo è libero perché deve realizzare la perfezione: no peccatori in chiesa
Secondo Ago:
- Giustizia no nel carattere ma nell’atto
- Traducianesimo: peccato trasmesso per generazione: uomo schiavo e non libero
- Passione cristo consente redenzione
- Predestinazione: redenzione non x opere, ma x grazia
6. Sulla politica
Logica vetus:
Traduzione di Ari + Porfirio
Consolatio:
Celebrazione della sola verità consonante, trasmessa dai filosofi pagani.
Metafora dei drappi di veste > falsi filosofi
DIA/DIM:
Arti come vie diverse per una verità unica
Sapientia: studio delle sostanze immutabili
Forme dei corpi
Quantità come multitudo e magnitudo
Opuscola sacra:
1. De trinitate
2. Compendio
3. De Hebdomadibus
4. De fide
5. Contra Eutychen et Nestorium
Opuscoli teologici trattati con metodo analitico
De trinitate:
Epistemologia:
- Gradi di conoscenza (sensus, ratio, intellectus)
- Rapporto ratio – intellectus = divenire - essere; circonferenza - centro
- Mai conoscenza razionale dell’essere in sé, ma solo degli schemi conoscitivi fenomenici
Sulla trinità:
- Dio come super-sostanza priva di accidenti, inconoscibile in sé
- Persone sotto profilo della relazione, ma non fra più sostanze
- Sfugge a schematismo delle categorie aristoteliche
De Hebdomadibus:
- Fortunata distinzione esse/id quod est (cfr. Gilberto e Tommaso)
- Qual è il rapporto fra sensibile e intellegibile? Teoria dell’esemplarismo. Universali per partecipazione
intrinseca o estrinseca? (Le cose sono buone in sé o buone per altro?)
- Gli universali non possono entrare in composizione con la materia, no al partecipazionismo
emanazionistico = emanazionismo non consona, perché non garantisce la libertà della creazione e la
netta cesura fra creato e creatore
- Teoria della libera creazione = volontarismo. Le cose sono buone non per partecipazione diretta al
bene, ma perché dio vuole così.
De fide:
Coerenza fra prescienza divina e contingenza del mondo
L’errore che conduce al determinismo è la considerazione di dio come ente razionale:
- Ratio coglie i fenomeni secondo il principio causale. Ratio crede di essere conoscenza certa e
universale, ma è soggettiva e solo probabile.
- Intellectus può conoscere certamente, senza determinare causalmente
- Non si può dire che dio pre-conosca, perché è fuori da tempo
- Ari fra necessità relativa (ipotetica) e assoluta (metafisica).
Dio preserva cogenza della legge naturale, che è logica: consequenzialità da premesse a conclusione
Modelli:
- Classici: Cicero, Ver, Timeo Calcidio
- Tardo antichi: Boezio, Marziano, Agostino, Pseudo (tradotto), Gregorio (de opificio hominis)
- Formazione inconsueta: ottima conoscenza greco e tradizione orientale. Conoscenze
scientifiche
Perì physeon:
Dialogo in 5 libri fra Nutritor e Alumnus.
Reeseis con interventi lunghi e dettagliati.
Obiettivo: indagine su tutte le verità della natura, che sono manifestazioni conoscibili del dio
inconoscibile: Teofanie. Credere diventa intelligere.
Metodo: convergenza fra metodo analitico-scientifico (vera philosophia), a partire da
conoscenze classiche e arti; e metodo mistico-ermeneutico (vera religio) con modello nei padri
della chiesa, e nella Bibbia, più alta teofania.
Epistemologia:
Intellectus coglie genere sommo, non ulteriormente specificabile, massima estensione, minima
intensione: natura.
Ratio conosce in essa massima dicotomia antitetica: quae sunt/non sunt. Sono e non sono le une
rispetto alle altre: o non sono le cause invisibili, o non sono gli accidentali corporei.
Poi ratio applica un’ulteriore divisio sulla natura, con l’ausilio della fides: quadro logico
oppositivo aristotelico sulla base della sostanza maxima (natura), e del predicato di fede (creare)
declinato nei quattro modi possibili (attivo, passivo, affermativo, negativo) combinati fra loro,
che esaurisce le forme dell’essere dividendole in quattro specie:
- Natura quae creat et non creatur: dio
- Natura quae creat et creatur: idee nel verbo
- Natura quae non creat et creatur: molteplici corporei
- Natura quae non creat et non creatur: telos
7. Oltre la teologia
Theologia: sacra scrittura. GSE ne parla in Homilia a quarto vangelo.
Teologia è anticipazione limitata del momento escatologico.
Vari gradi di conoscibilità di dio nella teofania fondamentale della lectio.
- Razionale
- Mistica, nella conoscenza dei significati anagogici e alogici
- Angelica
- del deificato
9. Disputa sull’eucarestia
Berengario di Tours
Spiritualismo eucaristico: no pane e vino reale sostanza di Cristo, perché
- Sostanza divina sarebbe soggetta a generazione, corruzione, mutamento
- Sostanza divina sarebbe molteplice
Pane e vino mantengono la propria sostanza, ma sono signa connessi con la sostanza divina per
esemplarismo (autentica pretesa di realismo dell’ascendente divino sulla sostanza).
Lanfranco di Pavia
Realismo eucaristico: reale presenza della sostanza divina nel sacramento
Critica a Berengario:
Antepone l’intelligere al credere, vuole trattare il sacramento mettendo in discussione la sua validità
dogmatica, e non dopo averne riconosciuto l’indiscutibile verità. Filo non è del perché, ma del come.
Dottrina della transustanziazione:
Le leggi naturali prevedono il modificarsi degli accidenti col permanere della sostanza; nel sacramento,
per decreto dell’onnipotenza, avviene il contrario: permanenza degli accidenti e mutamento sostanziale.
2. Monologion
Trattato teologico in forma monologica.
Argomentazione solamente razionale, condotta col metodo deduttivo della dialectica in virtù della
rectitudo. Ma la ratio è limitata e non può arrivare da sola all’idea di dio: necessario assumere in
partenza il dato originale dell’esistenza di dio, la notio.
Argomenti a priori: assumono ciò che vogliono dimostrare. L’utilità si trova nella dimostrazione stessa,
che non è dimostrazione del perché dio esista, ma del come dio esiste. Confluenza cred. E intell.
1°argomento ontologico: qualità
Quando predichiamo la qualità di qualcosa, lo facciamo appellandoci alla qualità stessa, astratta dalla
cosa predicata, condivisa da più cose, e presa per se stessa. Per giudicare le occorrenze particolari di una
qualità, bisogna prendere in considerazione la qualità stessa, che è l’espressione della qualità al grado
più alto. Ma la qualità al grado più alto si trova in dio, che ha tutte le perfezioni.
2°argomento ontologico: quantità
La possibilità di confrontare due quantità relative consiste in una nozione di quantità in sé, e anche
questa si trova in dio.
3. Proslogion
Trattato teologico in forma dialogica.
Tentativo di trovare un unum argumentum sull’esistenza di dio, che consista in un solo rapido atto di
pensiero. (Inventio argumenti è intuitiva)
A partire da Salmo 51, figura dell’incipiens: non potrebbe predicare l’inesistenza di dio se non esistesse
qualcosa che corrisponde al termine dio, quindi dio deve esistere.
Dio: aliquid quo nihil maius cogitare possit
Pensiero incontrato alla più alta elevazione razionale, il concetto più alto che si possa pensare.
La cosa più perfetta deve avere anche l’esistenza, perché l’esistenza è una perfezione.
Derivazione dell’esistenza in re dall’esistenza in intellectu, per rectitudo: pensabilità è garanzia
esistenza.
Gaunilone: liber pro insipiente
Pensabilità di qualcosa non ne garantisce l’essere, mancano la possibilità e la realtà.
Le parole e i significati sono contenuti mentali. L’esistenza si prova con la verifica empirica.
Tesi positiva logico-ontologica: l’universale non è una res, né quantomai una res nel verbo. Ma
l’universale deve avere una validità, se non si vuole minare la possibilità della logica di essere scientia
veritatis rerum e di fornire conoscenze vere.
Il fondamento dell’universale si trova nell’idea divina, ma non è identico all’idea divina.
L’universale è la realtà della relazione fra intellectus, cioè rappresentazione mentale della cosa, e
status, cioè effettiva condizione della res. Il legame reale fra ordo rerum e verborum, che trova
fondazione nell’idearum.
Dunque, gli universali esistono in mente hominis, e sono il risultato della relazione fra idee nel verbo e
individui nel mondo.
Gli universali non sono cose, ma proprietà delle cose, predicati delle cose, che consistono nell’enunciato
“essere corrispondenti all’idea in mente dei”.
Gli universali sono predicati sull’essere delle res.
2. Veri logici e veri philosophi
Epistemologia:
- Logica: trova fondamento nella razionalità del verbo.
La scienza è vera anche se ha per oggetto il falso.
- Teologia: è una scientia a tutti gli effetti, perché produce verità.
Per farlo, si avvale proprio della verità della logica, che le è subordinata. E dunque le verità prodotte da
queste due scienze devono consonare.
b) Andrea (1175):
validità interpretazioni discordanti a piani conoscitivi diversi.
c) Riccardo (1162):
Teologia mistica allegorica: Benjamin minor e major
d) Acardo (1170):
Tripartizione anima
Antropologia ottimistica: umano microcosmos. Celebrazione armonia psico-fisica. Discipline
fisiche valide.
4. Distinctio trinitaria
Dio è id quod est che coincide perfettamente con il proprio quo est, che è la deitas come perfezione di
tutte le qualità. “Deus est Deus deitate”.
Critica: introduce una composizione nell’essere divino, e ne nega la semplicità.
Risposta: i modi significandi dipendono dai modi intelligendi dell’intelligenza creaturale, che deve
avvalersi di strumenti mutuati dalle scienze inferiori, tentando di trascendere la formalità e
l’individualità. (es. persona (nat.), natura o qualità (math.)). I modi significandi non condizionano la reale
semplicità della substantia simplex.
Con Prisciano: un nome consignificat semper una sostanza e una qualità insieme, come homo che
sottointende humanitas.
Trinità: proprio l’imperfezione del linguaggio umano impone l’innaturale distinzione della substantia
simplex in tre substantiae singolari; se non si ammette la composizionalità divina non si può riconoscere
la realtà della distinctio trinitaria.
Opus dei: In dio e nella trinità si trova il principio, come causa efficiente nel padre, causa
formale nel figlio, e causa finale nello spirito. L’opus Dei è questa perfezione che fornisce i
modelli nelle idee e l’energia nell’amore; essa è eterna e perfetta, e dunque non può intervenire
direttamente sul mondo creato, poiché degraderebbe nella sua perfezione: l’opus Dei si
interrompe con la creazione della causa materiale nei quattro elementi.
Opus naturae: A partire dalla creazione della causa materiale, l’opus dei si interrompe e si
innesca l’opus naturae ovvero la progressiva definizione degli enti particolari, dell’apparenza
creaturale delle cose o exornatio naturae, attraverso l’informazione della materia da parte delle
formae nativae, causae intermediae provviste di una propria efficacia causale trasferitagli dalle
idee da cui derivano.
Meccanicismo: Così, la natura è la realizzazione di un dinamismo regolato da strutture
matematiche formali interne ad essa, che sono causae secundae partecipanti dell’efficacia
causale divina, e direttamente organizzative del mondo naturale, che gode di una propria
autonomia secondo processi meccanicistici. Se la dimensione divina è caratterizzata da
aeternitas, quella naturale, poiché creata, è invece immersa nella perpetuitas.
Philosophia mundi vs theologia: la scienza fisica non è contraddittoria o alternativa rispetto a
quella teologica, ma anzi complementare, perché fornisce una conoscenza del modo in cui dio
ha operato nel mondo, e garantisce la convergenza dell’intelligere al credere secondo il canone
anselmiano. Anche la conoscenza dei pagani è autenticamente vera e coerente con quella
rivelata: non nonostante, ma proprio perché non è in grado di pervenire alla verità del dogma, è
dimostrata la sua autorevolezza scientifica, arrivata a esaurire le declinazioni del naturaliter
loquere; e la realtà di una causa non conoscibile con i mezzi naturali, proprio perché superiore ai
mezzi naturali e prioritaria rispetto ad essi. Dunque la verità dianoetica non può mai entrare in
contraddizione con quella rivelata, poiché questi saperi si trovano su due ordini di verità diversi.
(Ma la distinzione in dio fra deus e deitas non è proprio il risultato o la lettura di quella
duplicazione virtuale dell’unità divina nel figlio?)
Opus naturae: è l’oggetto delle arti del quadrivio, che rintracciano le strutture matematiche
sulle quali è sorretto il mondo creato. La matematica non studia la quantità pura ed eterna,
nell’idea, ma la quantità situata nel mondo come agente intermedio dell’ordine divino, ovvero la
causa secunda, o forma nativa di Bernardo. La struttura ordinata delle causae secundae è
principio organizzativo della natura, che gode di una propria autonomia causale e si realizza in
maniera meccanicistica a partire dall’efficacia delle formae native; le dinamiche del mondo
naturale sono quindi dipendenti dal loro fine in dio, ma autonome nel loro tendervi.
Opus Dei: è natura eidetica che costituisce causa efficiente nella creazione del padre, causa
formale nelle idee del figlio, e causa finale nel movimento di ritorno dello spirito. Il mondo
divino è perfetto, caratterizzato da aeternitas, e non contaminato dal mondo naturale, che a
partire dalla creazione della causa materiale nei quattro elementi procede da solo, senza
bisogno di un intervento diretto che degraderebbe la perfezione del creatore.
Esemplarismo platonico è realtà di essenze ideali che fondano l’esistenza delle cose particolari.
Le essenze ideali sono concetti, e l’uomo può accedervi razionalmente attraverso la parola, lo
studio della logica, che consente di ricondurre il particolare all’universale, cioè all’idea, e di
ricostruire i veri legami che sussistono fra le idee nella mente di Dio, dai quali dipende l’ordine
delle cose nel mondo.
Le parole sono il tramite fra le cose e i concetti, e le parole umane rimandano alla perfezione
eidetica dei modelli: studio della grammatica.
Esegesi è interpretazione delle parole della Rivelazione, che sono signa della realtà celeste.
Studio del liber scripturae è superamento della dimensione metaforica e simbolica della parola,
che consente di trascendere a significato più ampio. Adattamento del normale significato della
parola alla dimensione divina, transumptio, è comprensione e superamento della dimensione
simbolica del linguaggio: sollevamento dell’integumentum, dell’apparenza per arrivare
all’essenza.
Umanesimo:
Anche i classici sono stati in grado di superare l’integumentum delle apparenze per risalire ai
concetti, perché anche loro possedevano il dono della ragione. Ciò che hanno detto non
discorda con la verità ultima in dio, che pure loro non potevano conoscere, ma ne è
anticipatorio: adattamento del Timeo calcidiano alla Genesi biblica. Platone aveva intuito che
l’origine e la natura del mondo erano state regolate da un artigiano buono e sapiente, che aveva
ordinato la silva plasmandola a immagine delle divinae rationes o delle formae eternae.
Così, anche
Fisicalismo:
Gli eventi naturali appaiono al soggetto come confusi e casuali, perché gli si presentano sotto il
velo sensibile della loro esistenza non perfetta e contaminata dal loro continuo movimento di
passaggio da potenzialità ad attualità, dietro questa apparenza mutevole della natura, definita
circumstantia rei, si trova la sostanza pura come essenza immutabile della cosa. L’ordine
intelligente delle cose si esplica come una struttura di rapporti armonici, regolati da numero,
peso, e misura. Questo tipo di metafisica dell’ordine ha chiari riscontri nell’essenzialismo
pitagorico e poi nella fisica geometrica platonica. Attraverso l’osservazione naturale è possibile
risalire dalle cose apparenti alle cose essenziali, sollevando il velo sensibile, integumentum
circumstantiae rei, per conoscere ciò che delle cose è eterno, e regolato da un nexus causarum
che manifesta l’intenzione della Provvidenza. Lo strumento per risalire alle forme delle res,
causae secundae, sono le arti del Quadrivio.
Scuola di Chartres caratterizzata da un’indagine più direttamente orientata a individuare il nesso
fra ordo rerum e idearum, secondo l’idea che il liber naturae sia, tanto quanto il liber scripturae,
foriero di signa che rimandano alla perfezione divina. Così si incontrano caelestis philosophia e
philosophia mundana.
16. Bernardo di Clairvaux (1153)
Cistercense fortemente implicato nelle dinamiche istituzionali della chiesa.
Grande pensatore della christianitas, operativo nell’esegesi del testo biblico grazie a moderata ratio.
Critica alla ratio che supera i confini dello spiegare, per indicare: critica ai pensatori che producono
conoscenze intermedie senza ridurle al sommo principio di verità nella bibbia. La ragione produce
deviazioni dalla verità quando non si rifà direttamente alla verità. Critica alla speculazione filosofica
(Abelardo e Gilberto), affidamento all’opera chiarificatrice dei padri, che svela dogmi oscuri ma mai
incerti.
Scientia theologica è contemplazione mistica del monaco, trascendere regio dissimilitudinis verso
similitudo Dei (deificatio, come fusione di soggetto e oggetto di conoscenza), attraverso imago dei
conservata da uomo dopo peccato, che consiste in libero arbitrio.
1. Teologia islamica
Kalam: teologia
Inizialmente solo lectio dei dogmi: l’islam non contiene misteri
Con Abbassidi espansione in Siria: contatto con al-Kitab (gente del libro)
Inizio sistematizzazione razionale dei dogma; di mostrazioni con fine apologetico (x difendere islam)
Mu’taziliti indagine razionale del dogma:
- Teologia negativa: ascesa a principio primo, unico e trascendente (tawhiid) attraverso sottrazione di
predicati dal Corano, di quelli antropomorfi e materiali.
- Natura creata della parola divina.
- Giudizio divino
al-Ash’ari (932 ca.): teologo della mediazione fra ortodossia radicale e speculazione filosofica. Padre
della teologia islamica ortodossa.
Chiarimenti dei principi della ragione: corano è parola del dio, ma la sua manifestazione è artificiale,
nelle pagine e nell’inchiostro; predicati divini sono reali ma a un grado diverso…
Ash’ariti: letteratisti si oppongono a speculazione, solo interp. letterale
al-Baquillani: atomismo e occasionalismo.
2. al-Farabi (950)
Sufi: mistico asceta
Accordo fra le opinioni di due sapienti, il divino Platone e Aristotele:
Mondo e tempo nascono insieme alla creazione.
Opinioni degli abitanti della città perfetta:
società ideale fondata su armonia fra classi: attività professionali sotto il governo dei sapienti.
Cosmologia sincretistica:
- Principio primo è intelletto in atto che pensa solo se stesso. Niente materia, atto puro.
- Gli enti molteplici procedono per sovrabbondanza dal pensiero riflessivo del tawhid, che non
si muove né diminuisce la propria perfezione, ma è semplice e autosufficiente.
- Essenza = esistenza. Nelle creature no.
- La creazione è distribuzione di coscienza alle cause inferiori, che dipende sempre da un atto
di appercezione, un pensiero riflessivo: le cause seconde si guardano, e in questa
appercezione avviene la duplicazione in due termini: l’attualità divina e la potenzialità di sé.
Colla potenzialità di sé l’ipostasi pensa quella inferiore, e con l’attualità divina le dà vita.
- La creazione è produzione di un residuo da parte del pensiero riflessivo delle coscienze, il
quale pensiero è sempre imperfetto perché la sua esistentia non realizza del tutto l’essentia.
- Ultima coscienza è cielo della luna.
De intellectu et intellecto:
Divisione intelletto in tre facoltà:
- Passivo: è potenza conoscitiva di tutte le idee
- In atto: operazione dell’attualizzazione
- Acquisito: insieme delle conoscenze sbloccate
L’intelletto in atto è intelletto separato e comune, difatti la conoscenza è oggettiva.
L’anima è immortale, perché intelletto attivo e acquisito sono solo intellegibili.
Trattato decisivo sull’accordo della religione e della filosofia: distinzione di metodi e di ambiti, a partire
da distinzione aristotelica della logica:
- Dialettica è disciplina dei teologi, perché riguarda argomenti dal punto di vista scientifico
solo probabili
- Apodittica è disciplina dei falaasifa, perché parte sempre da premesse necessarie; indaga
solo il naturale e non il sovrannaturale
Critica ai teologi, che dimostrano con la fede e producono mali del mondo come fanatismo e
intolleranza.
- Eternità del mondo per garantire immobilità del principio.
- Mortalità dell’anima data da congiunzione di i.passivo e i.attivo, che sono universali, e da
corruttibilità dell’i.speculativo, che dipende da contaminazioni soggettive sensibili.
Inoltre, immortalità è infinità in atto di anime viventi, impossibilie.
E la materia è principium individuationis, e una volta abbandonata non c’è più distinzione.
Distinzioni logica corrispondono a tre diversi piani di conoscibilità della stessa verità, per questo fede e
ragione non sono contraddittorie, ma ciascuna vera nel proprio ambito.
3. Pensiero ebraico
Primo commento a Torah è Talmud
Libro della creazione: vie della speranza: 32 principi formali (10 sefirot + 22 lettere alfabeto)
Contaminazioni con falasifa:
- Antropocentrismo cosmico
- Dualismo anima/corpo
- Creazionismo emanazionistico con cause intermedie
- Ascesi mistica
1. Avicebron (1058)
Fons vitae:
Ilemorfismo universale:
Oltre al dio, tutto è composto di materia e forma, e primi due oggetti creati sono materia universale e
forma universale
Gerarchia scalare per emanazione da spirito
Pluralità di forme compongono individuo
Ascesa fino a superamento essere, per grazia divina
3. Cabbala
Tradizione ermeneutica alternativa alla filosofica.
Metodo di interpretazione simbolica, no intellettualistico, no sistematico.
Fine
Metafisica:
Studio delle cause prime, delle leggi immutabili e fondamentali che regolano il mondo creaturale.
Procedimento puramente razionale e considerazione totalmente naturale del mondo: no riferimento a
fede. La ragione può arrivare alla perfetta comprensione dei meccanismi naturali, ma non a quelli
sovrannaturali, e il miracolo ne è la prova.
Ammissione dell’eternità del mondo dal punto di vista razionale: distinzione di piani.
Rifiuto di Avicebron nell’ilemorfismo (immanentismo) e nell’occasionalismo (svalutazione cause
seconde), qui la fede orienta la ragione.
Da deiformitas Adamo “ex parte, sed non in aenigmate” a deformitas del peccato “ex parte et in
aenigmate”: conoscenze indirette e frammentarie del vero.
Le conoscenze particolari prodotte dalla filosofia sono utili anticipazioni, come in Plato, che ha semno
sapientiae: intuisce l’origine trascendente, ma non sa spiegarla con la sola ratio e il suo modello
degenera nel probabilismo ciceroniano.
La scientia ha come strumento la ratio inferior, incapace di dar conto della verità universale e creatrice
di dilemmi e contraddizioni; essa è utile se subordinata alla sapientia, che è conoscenza vera
proveniente da gratia revelans in Cristo, capace di invertire la china di Adamo e di aprire il cammino per
sciogliere l’enigma, dando un senso unitario a tutte le conoscenze particolari della scientia.
Compito della scientia è riunire tutte le sue conoscenze particolari sotto il lume della sapientia.
4. Teologia speculativa
Percorso gnoseologico ascensionale del sapiente alla contemplazione divina, secondo gradi scalari di
suddivisione del sapere, con al vertice la sapientia che è deiformitas.
Verità è sempre in relazione a qualcosa: adequatio rei et intellectus: l’essere è nella cosa in modo tale da
poter essere colto dalla ragione. Quando lo fa con Dio, è teologia.
Domenicano
1245 Parigi, Alberto Magno
Commenti a Giobbe, Salmi, Matteo, Paolo, Boezio
Costante studio Bibbia e vocazione ermeneutica
Prima distinzione teologia e fede: modo
Commemorativo, deprecativo, laudativo da un lato
Disputativo, prescrittivo dall’altro
2. Sancti et philosophi
A partire da struttura delle Sentenze (in quattro sezioni: dio, creazione, redenzione, sacramento), teoria
trinitaria: creazione come conseguenza del pensare il verbo da parte della causa prima. Redenzione
come attività beatifica dello spirito.
A interpretazione esegetica è complementata una razionale: descensio come separazione del molteplice
dall’uno e reversio come riunificazione. Plotino e Avicenna.
Progetto di rifondazione di una nuova metafisica che, grazie al sapere divino fornito dalla rivelazione,
ponga accordo fra i vari sistemi antichi.
Commento a de Hebdomadibus:
Classificazione delle scienze e dei limiti della ragione rispetto alla fede.
Teologia in generale è disciplina che studia ciò che è distinto dalla materia e dal mutamento accidentale.
Ma essa “è duplice”, perché si può essere separati dalla mat. e dal mov secondo essere in due modi
diversi:
- Theologia in senso stretto, sacra pagina e sacra doctrina: ha come subiectum le cose divine in quanto
tali, cioè dio e gli angeli. La fonte è la sacra scrittura e il mezzo è l’intelletto mistico esegetico.
Qui c’è pure lo studio delle res creaturali, ma solo in quanto manifestazioni della res divina.
- Metaphysica: ha come subiectum le cose divine non in sé, ma in quanto principi dei suoi subiecta, di
cui il predicato di separazione non è proprio ma artefatto, perché si possono trovare anche nella
materia, e sono: essere, sostanza, potenza, atto. La fonte è la natura e il mezzo la ragione naturale.
Qui c’è pure lo studio delle res divinae, ma solo in quanto principi della fisica e quindi secundum natura.
La definizione aristotelica del paradigma scientifico impone la necessità di assicurare anche alla teologia
in senso stretto un posto come scienza a tutti gli effetti, cioè di renderla compatibile con i criteri razionali
a cui è sottoposta ogni scienza. Inscrivere la teologia nel paradigma scientifico implica giustificare la
necessità dei suoi oggetti, nonostante questi non derivino da una conoscenza razionale. La teologia è
scienza perché ha un suo subiectum specifico, che è il principium in sé e non nei suoi principiati.
Partizione testo: Dio secundum seipsum, creatore vs creato, bene rispetto a virtù, misteri fede.
Primo, sull’esistenza di dio con anticipazioni della summa.
Primi tre con registro razionale, quarto ragione deve dar spazio a fides, con argomentazioni solo
probabili (=GSE)
Dio come primum ens > immobilità del motore > eternità > attualità > intellegibilità
Assenza di accidenti: predicazione di dio per via remotionis
Contro Maimonide sull’assoluta equivocità dei predicati creaturali e divini, che conduce a ineffabilità
assoluta.
Tom: non univocità, ma stesso termine con radicale alterazione valore semantico secondo principio
analogia: predicazione di uno stesso nome per ambiti distinti in virtù di affinità semantiche.
Riconduzione a fine semantico comune, ordinato da medesima veridicità.
Dimostrazione dell’esistenza di dio a prescindere dal credere e secondo lume naturale, poiché quello
tutti gli uomini lo condividono, e quindi ad esso non possono sottrarsi se cogente.
Concordismo: il lume naturale e quello divino non sono in contraddizione, ma in continuità, dove il
primo è inferiore del secondo ma non alternativo ad esso: le migliori considerazioni razionali conducono
con evidenza alla accettazione di dio. Se la ragione si pone in contrasto con la fede, è per “abuso di
filosofia per difetto di razionalità”.
Preambula fidei: sono quelle certezze acquisite razionalmente che anticipano e rimandano senza dubbio
a una verità divina. La verità divina presupponit il preambulus come il razionale presuppone il sensibile,
ma attraverso il razionale si possono produrre prove che conducono inequivocabilmente all’accettazione
dell’esistenza divina. Come è lecito credere senza intelligere, dovrebbe essere lecito accostarsi al
credibile con gli strumenti che consentano di comprenderlo. Queste dimostrazioni sono necessarie e
universali, e parlano dunque anche con coloro che non hanno fede.
Verità delle cose divine è duplice ex parte cognitionis nostrae, perché è credibile ed intellegibile, ma
unitaria ex parte dei.
5. Angelologia e antropologia
Angeli: pure sostanze intellettive, perché intelletto è facoltà a prescindere dal corpo.
Concretizzazione dell’organizzazione scalare di perfezioni ordinata da dio nel cosmo.
Contro ilemorfismo universale Avicebron: angeli composti, perché limitati in perfezione, ma non
composti da materia. Essentia + esse = no mutamenti accidentali ma sostanze pure.
Poiché materia quantificata è condizione di individualità, angeli non sono individui ma specie.
6. Summa Theologiae
Prima parte, dio secundum quod in se est, esposizione dei preambula fidei sull’esistenza dio come
primum, per dare perfezione all’infinita catena degli enti. 5 vie:
1. Motus: tutto il creato è in moto come passaggio dalla potenza all’atto, allora deve esserci un
primo motore già attuale che attualizza tutti gli altri-
2. Ratio della causa efficiente: nessuna cosa può essere causa di sé, o sarebbe anteriore a se
stessa. interruzione della catena causale
3. Del possibile: se tutte le cose sono possibili è in virtù di una cosa necessaria
4. Gradi: tutte le cose si valutano migliori o peggiori in virtù di un termine di riferimento ultimo, il
massimo di ciascun genere.
5. Fine: tutte le cose sono orientate a un fine, ma le cose inanimate non possono tendere
autonomamente al fine, quindi qualcuno le orienta.
Predicazione:
Dio come primum deve essere assolutamente semplice, perché non composto di materia.
Neanche la distinzione fra potenza e atto o quo est e id quod est è valida.
Dio è assoluto est, e questa è l’unica predicazione che si possa dare validamente a dio.
Esodo: “ego sum qui sum”.
Tutte le predicazioni razionali sono valide per analogia, ma da applicare a essere invisibile.
De sacra doctrina, qualis sit et ad quae se estendat: discorso sul metodo teologico.
Se sia possibile inserire la teologia, scienza del credibile, all’interno del quadro aristotelico.
Per ari, una scientia deve concernere verità universali e conseguenze necessarie per sillogismo
apodittico. I principi primi devono essere propositiones per se notae, in virtù dell’adquatio.
Ma le scienze miste, come la fisica e la metafisica, devono poggiare su assiomi non necessari, ma
contingenti, perché provenienti da dati empirici.
Nella teologia, sacra doctrina o scriptura, i principi primi sono gli articoli di fede, la cui evidenza è
certificata dal fatto che per essi la fede, col lume divino, svolgono lo stesso ruolo che per la matematica
l’intellectus principiorum.
La teologia è scienza subalterna, cioè trae la sua validità da una scienza più fondamentale. In questo
caso, la scienza subalternans è la stessa scienza di dio e dei beati, trasmessa agli uomini per lume divino.
Trae dalla scientia subalternans alcune condizioni e procedimenti peculiari, come la validità del metodo
simbolico, narrativo, precettivo.
I dati storici di cui tratta, seppur sembrino contraddire il criterio di universalità in quanto eventi, la
riconquistano in quanto esempi.
Teo è scienza speculativa e pratica insieme.
Critica a ontologia tommasiana: no ens ed essentia l’ una possibile e l’altra necessaria. È perversione
dell’esemplarismo nel partecipazionismo, per cui la potenzialità degli enti è portata all’atto dalla
necessità dei modelli che vi partecipano come cause intermedie, in virtù dell’efficacia trasmessa da Dio
come necessità suprema. Tesi riconducibile a necessitarismo emanazionistico avicenniano.
La distinzione è solo di carattere epistemologico, le categorie sono intentiones, ma non ha
corrispondenze reali.
La realtà degli enti (aliquid cui convenit esse) è la creazione di supposita da parte dell’ente supremo
(aliquid quod est ipsum esse), che creando produce la stessa distinzione concettuale: guarda al modello
essenziale e produce gli individuali particolari reali. È questo il vero senso dell’esemplarismo patristico.
*altra critica a psicologia vicina a averroismo.
3. Illustratio Specialis:
Gnoseologia: scire veritatem è capacità dell’uomo di ricondurre l’ente particolare al suo modello
essenziale nel verbo. Congiunzione del dato sensibile in naturalibus col dato universale abitante la
mente di dio.
Questa facoltà dipende da illustratio specialis: condizione a priori della conoscenza che le consente di
attingere a verità necessarie in maniera oggettiva; è congiunzione mistica dell’intelletto umano col
verbo.
4. Nuova epistemologia cristiana:
Errore nell’assunzione del paradigma astrattivo aristotelico, che fonda soltanto sulla conoscenza
sperimentale, la quale è sempre parziale e probabilistica e non consente accesso a verità necessarie.
Errore nell’indagare dio con gli strumenti della scientificità, ovvero col lume naturale.
Teologia è superiore alla fede, perché converte credere in intelligere, ed è superiore alle scienze, perché
fonda sull’assoluta certezza della rivelazione, in cui subiectum ed obiectum coincidono.
No adeguazione della teologia ai criteri epistemologici aristotelici, ma adeguazione delle scienze al
paradigma teologico. La teologia può fondare ed orientare le altre scienze.
Gnoseologia agostiniana:
- Conoscenza è conoscenza della composizione fra essentia ed existentia negli oggetti, ma non è mai
certa
- Anima è articolazione di facoltà: sensitiva (senso, immaginazione, memoria) – intellettiva (attiva,
passiva. Quella attiva è individuale)
- Senso coglie phantasma e trasmette a passivo
- Conoscenza fenomenologica
- Diversi gradi di pensabilità ens/in exist.
- Autentico ritorno a gnoseologia agostiniano/neoplatonica: presentazione dell’oggetto sotto diversi
rispetti a seconda della facoltà, assoluta solo in dio (=/ Tom: conoscenza oggettiva certa); (=/ Enrico:
illustratio specialis)
Teologia:
- Impossibilità conoscenza res divina in sé
- Scientia affectiva: operatio > speculatio
- No conoscenza, ma amore, è capire dio
1. Dibattito e condanne
Pars costruens:
Rifiuto del metodo dell’astrazione e negazione universali
Nuovo paradigma scientifico: scientia experimentalis
- Intuitiva: da esperienza diretta a necessità enunciati, sempre verificabile
- Fissa principi primi per tutte le altre scienze: fondamentale
- è indipendente dalle altre scientiae
Matematica è paradigma, da cui derivano tutte le altre scienze, come esempio della perfetta
convergenza fra empirico e universale
Applicabilità della scienza è prova di verità
Proprietà soteriologica delle scienze meccaniche
Arrivata a etica, coglie propri limiti
Teologia è experimentalis per eccellenza: nella SS, dato concreto, c’è testimonianza della conoscenza di
dio del modus essendi delle cose, che è massimamente diretta e intuitiva
Fede si sostituisce a esperienza quando esperienza non si può avere, ma è la condizione di possibilità
dell’esperienza
No distinzione teorico/pratica
Teologia storica: passaggio da sapienza a rivelazione
Gradi di conoscenza
1. Theologia in se ed in nobis
Theologia in se è conoscenza che dio ha di se stesso. Preclusa a soggetto che non ha mezzi conoscitivi
commensurati.
Theologia in nobis è conoscenza limitata di dio sotto la nozione di ens infinitum con tutte le perfezioni
È astrattiva – essenzialistica
Theologia in se svelata da rivelazione: ora uomo conosce predicati di dio e li deve indagare
2. Teologia e filosofia
5. Essere infinito
Dio indagato non a posteriori secondo astrazione, ma a priori secondo la nozione evidente di infinitum
Dimostro dio dall’infinità, passando per possibilità e poi per necessità
Possibilità è non contraddizione, valida perché dio ha solo le perfezioni: dio è pensabile e la sua idea non
è contraddittoria
Necessità: non da cercarsi nel mondo fisico. Limitante. Dio deve poter generare anche mondi non
sperimentabili.
Coloratio anselmi: non solo finitudine presuppone infinità, ma infinità è coerente
6. Volontarismo e conseguenze