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Va l e n t i n o B e l l u c c i

I Saggi di Harmakis
07
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Tipografia: Universal Book

I fatti e le opinioni riportate in questo libro impegnano esclusivamente gli Autori.


Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale.
Possono essere pubblicati nell’Opera varie informazioni, comunque di pubblico
dominio, salvo dove diversamente specificato.

ISBN 978-88-98301-19-5

Finito di stampare Maggio 2015


© Impaginazione ed elaborazione grafica: Sara Barbagli
Valentino Bellucci

L’invenzione dell’inferno
(Reincarnazione e Cristianesimo)
7

Introduzione

Se qualcuno afferma l’idea della pre-esistenza delle anime…


anatema su di lui!

Anatemi contro Origene I, Concilio di Costantinopoli

I tempi sembrano maturi perché la cristianità riconosca


finalmente le modifiche teologiche operate dall’Impero secoli
fa nei confronti della Chiesa. La reincarnazione è un fenomeno
ampiamente studiato e verificato dalle importanti ricerche del
prof. Ian Stevenson1 e non solo, tale dottrina permette all’uomo
moderno una visione spirituale matura e responsabile, dove non
vi è più un Dio sadico che fa nascere alcuni in perfetta salute
e altri con delle terribili deformazioni, secondo un suo piano
segretissimo… L’idea della reincarnazione è complementare
all’idea di Karma, l’idea secondo la quale ad ogni azione da noi
compiuta corrisponderà una adeguata reazione; in tal modo le
nostre condizioni attuali derivano dalle azioni da noi compiute
nella vita precedente. Tutte le grandi tradizioni filosofiche e
spirituali hanno sempre proposto tale visione e il Cristianesimo
delle origini non fa eccezione. Il presente saggio ha il compito
di sviluppare in modo chiaro e documentato la storia che ha
portato un’istituzione religiosa a negare ciò che i suoi stessi

1. I. Stevenson, Where Reincarnation and Biology Intersect, Armenia,


Milano 1999.
8

Padri hanno affermato. La condanna di Origene rappresenta in


tal senso un caso eclatante. Si vedrà come forti interessi privati e
politici hanno portato un imperatore come Giustiniano a seguire
i desideri della sua “pia” Teodora… Pochi sanno, per ovvi
motivi di omertà, che il papa di allora, il buon Vigilio, venne
praticamente sequestrato e minacciato con le armi per sei mesi,
poiché si rifiutava di riconoscere le modifiche teologiche decise
da Giustiniano.
Una simile storia, del tutto documentata, dovrebbe attirare
l’attenzione di qualche regista coraggioso per realizzare
finalmente un vero film-rivelazione, un film che scuota le
coscienze addormentate dai vari Codici Da Vinci, buoni solo
per mangiare del pop-corn… Speriamo, intanto, che i cristiani
amanti della Storia e della verità possano iniziare ad approfondire
questi temi, divulgandoli, discutendoli, senza aspettarsi che
un’istituzione ormai corrotta da secoli possa dire: scusate, ma la
politica ci ha costretto…
È compito di quelle coscienze mature diffondere e divulgare ciò
che le istituzioni religiose, politiche ed economiche non vogliono
far sapere. Con i mezzi tecnologici a nostra disposizione questo è
finalmente possibile. Il ruolo svolto dall’imperatore Giustiniano
e dalla consorte Teodora è dunque decisivo per comprendere
il rifiuto delle tesi di Origene sulla pre-esistenza dell’anima e
sulla reintegrazione finale di tutte le anime nel regno spirituale;
l’imperatore non poteva accettare così la sparizione di un
paradigma utile come quello dell’inferno eterno, infatti grazie
alla paura per le fiamme perpetue la Chiesa ha potuto dominare
per secoli le coscienze.
La prova? È la modernità stessa. Nel momento in cui, dopo la
rivoluzione scientifica e dopo l’Illuminismo, gli uomini hanno
cessato di credere nell’inferno hanno pure cessato di credere nella
religione cristiana… Ed è forse per questo che alcuni teologi,
a digiuno di storia, vogliono mantenere l’idea di un inferno
9

eterno, pur essendovi teologi di fama che ne negano l’esistenza o


affermano che esso è vuoto. Questi i temi che il saggio affronta,
alla luce dei documenti storici che mostrano una politica senza
scrupoli e interessi personalissimi come i veri padroni della
teologia cristiana dei primi secoli. Heidegger diceva che la storia
dell’Occidente è il frutto di ciò che è stato rimosso; la rimozione
della dottrina della reincarnazione rappresenta uno dei pilastri di
questa storia.

Prof. Valentino Bellucci


10
L’invenzione dell’inferno 11

Parte prima:

La reincarnazione e gli insegnamenti biblici

Ma voi, prima, eravate spirituali, viventi la vita eterna che non


muore mai, e perciò io non avevo fatto anche per voi, le donne:
perché gli esseri spirituali, in verità, hanno la loro sede nel cielo.2

Apocrifi dell’Antico Testamento

Come ho già detto, tutte le cose trasmigrano, anche le anime, e


sempre verso un fine superiore. Quando infatti l’anima torna a
questo mondo, è per elevarsi, e così anche le cose, persino quan-
do si ripresentano a un grado inferiore, lo fanno per elevarsi,
poiché è desiderio e anelito d’ogni cosa portarsi accosta alla
causa prima. Perciò tutto, anime comprese, continua a migrare
sinché non diventa degno di elevarsi e unirsi alla causa prima,
come disse Daniele a tal riguardo: Riposati, poi ti leverai (Dan.2.
13).3

Maggid mešarim, Colui che proclama ciò che è retto

2. Apocrifi dell’Antico Testamento, vol. 1, UTET, Torino 2006, pag. 488.


3. Mistica ebraica, Einaudi, Torino 2006, pag. 557.
12 L’invenzione dell’inferno
L’invenzione dell’inferno 13

Capitolo 1

L’ebraismo tra ortodossia e mistica

Ogni tradizione religiosa ha in sé una parte esoterica, nascosta,


rivolta a pochi, poiché tratta di verità che richiedono una notevole
maturità spirituale. Così nell’Islam troviamo la straordinaria
mistica sufi, nella cultura indù troviamo la dolce mistica
vaishnava4 e nell’ebraismo è possibile assaporare i misteri della
Qabbalah. Gershom Scholem, uno dei massimi studiosi della
mistica ebraica, ha scritto in proposito: “Il libro dello Zohar […]
nessun altro libro della letteratura ebraica ha determinato così
a lungo la formazione e lo sviluppo della coscienza religiosa
di vastissimi circoli dell’ebraismo , e proprio di quelli dotati
di maggior sensibilità religiosa; di più, per tre secoli – dal
1500 fino a circa il 1880 – si è imposto come fonte legittima
e autorevole di dottrina e di rivelazione, accanto alla Bibbia e
al Talmud.”5 E lo Zohar è a ragione considerato uno dei testi
fondamentali della mistica ebraica, della Qabbalah: “Lo Zohar
è il frutto di un autore che sembra aver vissuto profondamente
la sua conversione alla Qabbalah.” 6 Secondo studi più recenti
in tale testo confluirebbero molti autori, in una vera e propria
sintesi dell’esoterismo ebraico più antico. Il compito di questo
4. Per approfondire questa tradizione mistica Cfr. V. Bellucci, Lo yoga devo-
zionale indiano. Il vaishnavismo, Xenia, Milano 2011.
5. G. Scholem, I segreti della creazione, Adelphi, Milano 2003, pag. 13.
6. Ivi., pag. 24.
14 L’invenzione dell’inferno

cabbalista era teso allo svelamento dei significati nascosti


contenuti nel testo biblico, inoltre il cabbalista doveva cercare
di raggiungere l’unione mistica con Dio attraverso precise
tecniche meditative. Gli studi hanno dimostrato le notevoli
influenze gnostiche e neoplatoniche sui testi cabbalistici, ma
Moshe Idel nota comunque: “ La mia proposta concorda con
alcune opinioni dei cabbalisti stessi, i quali ripetutamente hanno
affermato che la Qabbalah è una tradizione antica e genuina,
un’interpretazione esoterica dell’ebraismo.” 7 La genuinità delle
interpretazioni cabbalistiche della religione ebraica è ampiamente
testimoniata dall’influenza che lo Zohar ha avuto per secoli su
di essa e non solo. Ma cosa dice lo Zohar? È un testo molto
complesso e strutturato secondo una precisa architettura. Ciò
che a noi interessa è l’esplicita esposizione della dottrina della
reincarnazione, denominata Gilgul:

Facevi parte della generazione della divisione [delle lingue], e


torni in ogni generazione in gilgul, come una ruota che si gira in
molti modi, anche se non ti sei rivelato se non nella generazione
in cui la Torah fu data per mezzo tuo. 8

Il brano fa riferimento alle rinascite di Mosè, vissuto vita


dopo vita nel ciclo del gilgul, paragonato ad una ruota, come
accade nella tradizione vedico-indiana a proposito del ciclo
denominato samsara. È la riprova che tutte le tradizioni spirituali
autentiche contengono, nella loro dimensione esoterica, le
medesime conoscenze. Idel nota in proposito: “La credenza nella
trasmigrazione delle anime (gilgul), nella possessione demonica
(dibuq) e nell’Homunculus (golem), con gli innumerevoli termini
cabalistici filtrati nell’ebraico quotidiano e la pratica di usi e
rituali incorporanti elementi cabbalistici, quali il Tiqqun della
7. M. Idel, Qabbalah. Nuove prospettive, Adelphi, Milano 2010, pp. 93-94.
8. Zohar. Il libro dello splendore, Einaudi, Torino 2008, pp. 452-453.
L’invenzione dell’inferno 15

notte di Shavu’ot, sono prova della penetrazione della Qabbalah


nell’ebraismo non cabbalistico.”9 Per quanto esoterica la dottrina
della trasmigrazione delle anime da un corpo all’altro è penetrata
anche nel mondo ebraico tout court, anche se pochi rabbini
ne parlano apertamente. In un’intervista del 1999 il rabbino
DovBer Pinson disse esplicitamente: “La reincarnazione è una
credenza ebraica antica, tramandata attraverso la tradizione orale
ed antica quanto l’ebraismo. […] Vi invito ad esplorare i misteri
della reincarnazione e spero che la troverete tanto affascinante
e significativa quanto me. La reincarnazione non è solo una
questione interessante da esplorare per una nostra conoscenza,
ma può avere un impatto profondo su ciascuna delle nostre
vite.”10

Anche se la dottrina del gilgul resta ancora oggi un


insegnamento esoterico e assai discusso nell’ambito ebraico,
resta comunque il fatto che la mistica ebraica ne contempli
chiaramente l’esistenza. Si tratta però di studiare a fondo una
tradizione che per secoli è stata orale, una tradizione che veniva
rivelata a quei pochi in grado di comprenderla senza travisarne
i complessi significati. Eppure grazie ad alcuni grandi filosofi
cabalisti come Luria l’idea della reincarnazione si sviluppa
anche a livello popolare: “ Nei secoli successivi la metempsicosi
conosce una larga adesione a livello della religiosità popolare
ebraica e nasce così l’immagine del dibbuk…[che] venne
utilizzato per rappresentare un’anima il cui peccato era così
grave da non poter essere riparato se non con il gilgul.”11

9. M. Idel, op. cit., pag. 430.


10. Rav DovBer Pinson, intervista pubblicata in News Jewish Book (1999). Il
rabbino è autore del libro Reincarnazione ed Ebraismo: il viaggio dell’anima.
11. A. Nangeroni, La reincarnazione, Xenia, Milano 1995, pag. 21.
16 L’invenzione dell’inferno

Quindi l’idea di più vite da vivere nel ciclo della reincarnazione


assume due aspetti nella tradizione ebraica, uno più esoterico e
complesso ed uno più popolare e legato al folklore.

Ma è sempre ad un livello esoterico che la mistica ebraica


è stata collegata con l’insegnamento cristiano, infatti “l’ipotesi
di Marsilio Ficino, Giovanni Pico della Mirandola e Johann
Reuchlin era che la validità e la veridicità delle dottrine cristiane
potessero trasparire dalle variegate vesti delle teologie e filosofie
antiche.”12 In particolare Pico della Mirandola studiò con grande
interesse i rapporti tra la mistica ebraica e l’insegnamento
cristiano. Anzi, fu proprio lui ad introdurne lo studio in ambito
umanistico.13 Nei suoi straordinari testi filosofici leggiamo:

Non v’è scienza che ci renda certa la divinità di Cristo, più


della magia e della qabbalah.14

Fu proprio una di queste tesi a mettere in pericolo Pico della


Mirandola, poiché la Chiesa le attaccò con forza, ma la difesa
del filosofo fu chiara: “Il conte si difese definendo come si è
visto magia naturale e qabbalah, ed argomentando che esse ci
insegnano come si opera miracolosamente nel mondo naturale;
ma è proprio questa conoscenza che ci consente di definire divina
la capacità di Gesù Cristo, che «per virtù propria fece cose che
varcano i confini di ogni potere naturale, celeste o terreno».”15

12. Ivi., pag. 434.


13. “Credo di essere stato il primo ad avere menzionato esplicitamente la
quabbalah” in F. Secret, I Cabbalisti cristiani del Rinascimento, Arkeios,
Roma 2001, pag. 29.
14. G. Pico della Mirandola, Conclusioni ermetiche, magiche e orfiche, Mi-
mesis, Milano 2009, pag. 60.
15. Ibidem.
L’invenzione dell’inferno 17

Ma per Pico della Mirandola la Qabbalah rappresentava non


soltanto una prova in negativo della divinità di Cristo, essa era
una vera e propria miniera di conoscenze spirituali ed esoteriche
da collegare col cristianesimo. Infatti dopo i suoi studi si venne
a creare un vero e proprio filone europeo di cabalisti cristiani; vi
erano addirittura cardinali interessati alla teologia cabbalistica,
come Egidio da Viterbo, il quale “faceva cercare i testi di
qabbalah. Nel 1514 scrive al suo discepolo Gabriele da Venezia
di far acquistare a Damasco un esemplare dello Zohar…”16
Tutto questo dovrebbe far riflettere lo storico senza pregiudizi,
fino a fargli riconoscere che l’affinità tra l’esoterismo ebraico e
il Vangelo era ben motivata; se la religione ebraica e la religione
cristiana restano divise sulla questione del riconoscimento
del Messia, per quanto riguarda l’aspetto mistico ed esoterico
le concordanze sono enormi. Molti nella Chiesa si opposero,
per secoli, a questi studi di sincretismo, forse per paura che la
teologia cristiana potesse recuperare alcune verità eliminate per
ragioni politiche, come la dottrina della reincarnazione.
“Vi è dunque nella Chiesa cattolica, con una tradizione continua
favorevole alla qabbalah, un’altra tradizione non meno continua
di decisa opposizione…”17 Eppure Pico della Mirandola rimase
sempre un vero cristiano, pur riconoscendo che “come gli inni
di David si prestano mirabilmente all’operato della qabbalah,
così gli inni di Orfeo si prestano alle operazioni della magia
naturale, lecita ed autentica.”18 Pico riconosceva la stessa matrice
di verità comune a tutte le grandi tradizioni e l’orfismo veniva
collegato, in modo geniale, alla tradizione ebraico-cristiana; ed
è proprio nell’orfismo il primo e chiaro riferimento greco alla
trasmigrazione delle anime: “ Vengo dai puri pura, o Regina

16. F. Secret, I Cabbalisti cristiani del Rinascimento, op. cit., pag. 117.
17. F. Secret, I Cabbalisti cristiani del Rinascimento, op. cit.,pag. 240.
18. G. Pico della Mirandola, op. cit., pag. 76.
18 L’invenzione dell’inferno

degli inferi, Eucle ed Eubuleo e voi altri Dei immortali, poiché


io mi vanto di appartenere alla vostra stirpe felice; ma la Moira
mi soverchiò… […] …poi mi immersi nel grembo della Signora,
regina del sottosuolo…”19

L’anima è di origine divina e dovrà espiare le proprie


colpe attraverso numerose vite; Pitagora e Platone ripresero
dall’orfismo questa visione e Pico della Mirandola conosceva
bene l’essenza degli inni orfici e l’importanza dell’intero sistema
cabalistico legato alla purificazione delle anime. Egli scrive
persino che “i Cureti in Orfeo e le Potestà in Dionigi Areopagita
sono la stessa cosa.”20 Ciò significa che le entità orfiche e le
intelligenze angeliche sono coincidenti, entrambe incaricate di
seguire le anime ed aiutarle nel loro percorso di ritorno a Dio;
solo che i Cureti devono occuparsi delle azioni svolte nelle vite
passate! Con questa rivelazione esoterica del grande filosofo
rinascimentale concludo questa prima parte. Esiste quindi
un ampio e documentato collegamento filosofico e teologico
tra la mistica ebraica e i cabalisti cristiani; la dottrina della
reincarnazione appartiene in pieno a questa tradizione condivisa.
Vedremo tra poco che anche nei testi cristiani l’insegnamento
cabalistico è ben presente.

19. Raphael, Orfismo e Tradizione iniziatica, Asram Vidya, Roma 1985, pag. 47.
20. G. Pico della Mirandola, op. cit., pag. 81.
L’invenzione dell’inferno 19

Capitolo 2

Il Vangelo e la Gnosi

Le correnti gnostiche21 del primo cristianesimo facevano


un chiaro riferimento alla dottrina della trasmigrazione delle
anime. Basta leggere il Vangelo di Filippo: “Nessuno riuscirà a
ottenere questa grazia in alcun modo, se non rivestendosi della
luce perfetta e divenendo egli stesso luce perfetta. Colui che si
rivestirà di questa, entrerà nel Regno. Questa è la luce perfetta, ed
è necessario che – con ogni mezzo – diventiamo uomini perfetti
prima di uscire dal mondo.”22 Vi ritroviamo la grande tradizione
che invita ogni anima ad una difficile purificazione, e fintanto che
un’anima non avrà raggiunto “la luce perfetta” non potrà “uscire
dal mondo”. E quindi dovrà acquisire un altro corpo e continuare
a purificarsi. Gesù non era apparso per eliminare questa verità,
come vorranno credere Giustiniano e Teodora, ma per renderla
accessibile a tutti. Ciò che prima era verità esoterica, iniziatica,
rivelata a pochissimi, con il Cristo diventa rivelazione universale.
In un altro testo dello gnosticismo cristiano leggiamo:

Il Salvatore rispose a Maria: Se un uomo è meritevole delle


tenebre esteriori o ha peccato in proporzione ai castighi dei

21. La “gnosi” è alla lettera “conoscenza”. Molti gruppi cristiani tentarono


una sintesi tra insegnamenti esoterici e insegnamenti evangelici.
22. I Vangeli gnostici, Vangeli di Tommaso, Maria, Verità, Filippo, Adelphi,
Milano 1984, pp. 68-69.
Valentino Bellucci è nato a Weinheim (Germa-
nia) nel 1975. Dal 2005 al 2008 è stato docen-
te a contratto presso l’Accademia di Belle Arti
di Macerata, dove ha tenuto il corso: Storia e
analisi-critica del video-teatro. Ha pubblicato
numerosi testi di saggistica filosofica, con una
particolare attenzione al pensiero orientale, al
cui studio fu iniziato dal grande orientalista
Icilio Vecchiotti. Si laurea in Sociologia nel
2013, presso l’Università di Urbino, con una
tesi sulle strutture sociali dei Varna. Attual-
mente si dedica all’insegnamento delle discipli-
ne storico-filosofiche presso i licei della provincia di Pesaro-Urbino.
Tiene seminari presso l’Università di Urbino e conferenze in tutta
Italia; si dedica inoltre ad una intensa attività pittorica e poetica.

La dottrina della reincarnazione non si trova solo nelle tradizioni


orientali ma anche nei filosofi greci, a partire da Pitagora fino ad inte-
ressare uomini come Voltaire, Goethe e Mazzini. In realtà tale dottrina
è presente in ogni tradizione mistica, nella Cabbalà ebraica e nel sufi-
smo islamico. Anche nel Cristianesimo delle origini la reincarnazione
era tenuta in considerazione, come testimoniato dai testi gnostici e da
uomini di Chiesa come Origene e Sinesio. Il presente saggio racconta
la storia ben documentata di una decisione politica: l’imperatore Giu-
stiniano, ispirato dalla moglie Teodora, arrivò a far rapire un Papa per
sradicare dalla teologia cristiana ogni possibilità di salvezza perenne
per le anime, condannando così - senza appello e senza misericordia
– ad un inferno eterno tutti coloro che non volevano piegarsi al volere
della Chiesa imperiale…

Euro 15,00

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