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Incorporei: in quanto li colgo come modi di essere, sono corporei-> in quanto io colgo universale
Diffrenza fra nominatio: implica la presenza oggetto che nomino, la significa può rimandare a enti
2 gradino : sopra.
3 gradino: libri penetenziari: elencazioni colpe. 1 premessa: chiesa antica -> penitentia-> pubblica,
amministrata vescovo, colpe variegate , essere penitente, chiesa antica, morire spiritualmente e
civilmente- tradizioni padri- penitente spesso durante celebrazioni liturgiche ha un luogo preciso,
ricevere umiliazioni pesanti, il peccato non incideva solo la sfera più intima ma ricadeva su tutta la
sua vita, interessante, il penitente non riusciva a esercitare i suoi delitti, rinchoiuso in un luogo
preciso, portava march. 1 vita di continenza totale. 5 secolo-> sistema entra in crisi, aree occidente
, non erano state colpite da avvento cristianesimo latino, aree irlandesi, anglossassoni,nn si
conosce la penitenza pubblica, si chiedono su statuto peccato, per cui nasxono i penitenziali, si
diffondo fra 6 secolo, 1 lib, passaggio da imensione pubblica a dimensione provata che cerca di
essere più oggettiva nel determinare le colpe. Modello confessione privata- modello monastico ,
tariffato da tutti, se prima confessione era approssimativa, rivolta a tutti i fedele, 3 punti: la
priovatezza, reiterabilità, oggettiva- inizio ad avere una tassazione precisa colpa e relative pene.
Confessione fra 6 secolo come processo, quasi tribunale dove sacerdote confessore era giudice
della contesa, confessore-> aòla fine processo articolato- pronuncia -> rimando giuridico, rimando
alla sfera civile, ricaduta peccato alla sfera civile, importanza, fattore principale-> si comincia a
porsi domande specifiche e potenzialmente oggettive su peccato e colpa- grande fortuna fino al 10
secolo, risulta ad essere schema efficace per controllare senso di colpa penitente, controllare il suo
pensiero e le azioni conseguenti. 10 secolo , inizio a scemare-> cosa che rimane è il fatto che quest
elencazioni di pene -> fondamentali punto di vista filosofico e punto di vista teologico. Problema
futuro indulgeneze, dopo abelardo questo tipo di letteratura si trasforma, inizio primi trattati su
vizi e virtù. I penitenziali cominciano a d offrie unno schema fondamentale-> elencazione 7 vizi
capitali. Cominciano nel 6 secolo a cristallizarsi, sistemati da cassiano, lussuria, avarizia,… con il
passare dei secoli, tristezza inglobata nell’accidia, tristezza diventa una passione. Concilio
lateranense.
1 cosa fondamentale: lunga elencazione-> qualche spunto morale si presentano come psicoterapia
medievale, per autori di questi libri-> chiaro che il confessore era un medicus, figura confessore-
vista come figura medico che sa confessare diverse colpe di diverse malattie, compito confessoe
come dedico cercare di alleviare il senso di colpa , la tensione mentale che la copla e la pena
poteva far nascere nel penitente, abbiamo un primo assaggio di affondo psicologico. Questa
soggettivo per una trattazione che risulta essere prettamente soggettiva, da un aiuto ad abelrdo->
oggettività, gli autori dicono che non è possibile essere oggettivi se jon si indaga l ‘aspetto più
intimo , più personale, più vicino alla coscienza. Punto fondamentale dell’etica di abelardo, lo
schema diventa questo confessione fra 11-12 secolo, sfondo pubblico sociale della dimensione
preghiere che possono aiutare l espiazione peccato, questa è un primo approccio, tentativo di
descrive una confessione il più possibile integra. Questo-> rocaduta nell’atica di abelardo, che
Etica-> come abelardo dedichi un intero trattato, modo differente rispetto trattazione precedente ,
al problema etico. No distinguere ciò che è bene e ciò che è male, focalizza attenzione su nozione
di peccato, vuo, dire che abbiamo già una concezione etica fortemente religiosa.
Peccato-> riferimento a divinità, trattazione etica e filosofica che si inserisce in una quadro
religioso.
Trattazione-> le sue concezioni logiche, infarcite da una serie di riferimenti alle autorità, all’interno
medioevo argomento per autorità oari che argomentazione razionale, le autorità sono 2 , sacre
scritture, numerose citazioni , e i padroi della chiesa, tant’è vero che uno studioso inglese di
abelrado defibsce etica come monografia teologica su aspetti morali della religione cristiana. È un
testo ,a ll’interno del quale, religione e filosofia si incontrano e il dialogus , tra un filosofo, giudeo
abbiamo quadro etica completo. Abbiamo una morale naturale che si incontra con la teologia
cristiana, un ratio , una logica di stampo laico si incontra con la rivelazione cristiana. Etica di abelar
si pone in antitesu all’etica monastica, tipicità scetica etica monastica, e l’etica dei penitenziali,
molto legata all’altto, mentre abelardo punta su interiorità in modo differente rispetto agli altri, a
fare da tramite tra etica mon e etica di abelrdo, c’è anche quella poco conosciuta, c’è l’etica
golliardica, golliardia nasce con l università , si sviluppa con dei trattati, con bevute e canti, un etica
Dove ci può essere un influenza della morale golliardi, questo testo è stato condannato dopo
consilio sens, fine vita abelardo, condanna dottrine teologiche, ma non lui come persona.
Incipit è programmatico: si trova nei maggior parte, il testo dopo essere bruciato, lo ritroviamo nel
1600, ritrovamento copie, 700 -800 testo rigira, questa condanna influisce su diffusione testo, su
diffusione di queste prospettive, idee etiche di abvelardo, incipit-> precetto non inserito come
novitòà, socratismo cristiano, riferire in termini cristiani una maieutuica presenzam, qualcosa che
l’uomo si porta dentrom ripresa argomento, nel 12secolo era molto in voga, scuola di san Vittore,
troviamo affermazioni che dice che socrate ha inventato l’etica. Questo anche deve essere visto
come percorso -> discesa , coscienza di se stessi, prendere coscienza della presenza del maestro
interiore per elevarsi a dio, precetto socratico però non esplicitato in questo modo in abelardo,
Socratismo cristiano presente anche nelle altre opere di abelrdo, coernza di abelardo nella sua
trattazione, p.193 dialogus-> è il cristiano a parlare, anche in quest opera, il richiamo a socrate
Testo etica: inizio con definizione, avelardo è logico, vuole definire termini del discorso così
possiamo dialogare senza incorrerer in interpretazioni fasulle o in errori. P1: mores, costumi, e
definendo i costumi abelardo defisne l’oggetto dell’etica, abbiamo subito 2 termini che ci
accompagneranno , vizia e virtutes, specifica dell’animo, qualche cosa che riguarda interiorità, si
sta parlando vizi e virtù animo, i vizi e le virtù sono inclinazione animo, qualcosa di naturale, fin
dalle prime righe abbiamo chiara impostaziojne abelardo, inclinazione spinge all’azione buona e
Inserisce anche altri vizi e virtù che riguardano il corpo, robustezza,velocità, essere diritti, vedere->
vizio o virtù da solo è un termine neutro, generico che quini in quanto tale non ha valore etico, per
avre eun valore etico devo aggiungere due determinazionei, 1 genitivo ( specifiicazione del) e
riferimento all’azione, spingono a compiere azioni,, vizio e virtù sono sempre presentati come
antitetici, in coppia, dell’animo. Specifica che vizi e virtù sono presentati insieme ma come
contrapposti l’uno all’altro, contrarietà in questo modo non ci può essere coesistenza. Abelrd
presenta una distinzione, parla di vizi, che sono eticamente netri, non possono rendere l’animo
umano degn0 né di biasimo né di degno, elimina quelle qualità dell0animo dall’ambito morale che
non possono dire nulla di più, vizi non possono essere caratterizzati eticamente, se uno è tonto
non è merito suo , talenti che sono stati dati, sono moralmente neutri, perché noi dipendono da
noi. Queste qualità , ci sono sia i cattivi intelligenti che i buoni tointi, dal momento che queste
qualità sono presenti in uomini, non concorrono per nulla , questo vizi o virtù che sono inclinazioni
sono qualcosa di connaturato all’uomo, non qualcosa che ci rende buoni o cattivi. Abbiamo 1
inclinazione, in quanto tale , non è né buona o cattiva. Sarà consenso che io do, a rendere me
stesso buono o cattivo, se io coltivo una mia inclinazione cattiva, questo non va bene, se io coltivo
una mia virtù, va bene, ma non la virtù in quanto inclinazione a rendermi buono, opposto
nell’abbandono completo delle passioni la vera strada per le virù, abelardo non dice nulla di
completamente nuovo, lo aveva già detto guglielo di champeaux, da punti di vista etico portava
questa posizio, + fortuna abelardo che fonda e motiva questa posizione memtre champeaux lo
incontro ad una altra scuola quella di anselmo di laon, era considerato il vecchio e anselmon di
laon era legato ad una concezione etica monastica, le passioni dovevano completamente sparire.
Abelardo è moderno, le passioni sono inclinazioni che fanno parte dell’uomo e in quanto tale non
parte di abelrdo. Entra il discorso del peccato, i primi tre termini, vizio, virtù, azione e ora c’è la 4
nozione. Vizio anima rispetto peccato e il peccato rispetto azione cattiva,il vizio è inclinazione
verso un azione cattiva, no n è il peccato, non corrisponde al peccato né il peccato si identifica con
azione cattiva. Vizio non si dentifica con peccato, vizio è inclinazione, come qualcosa che
apparyiene all’uomo, quello che diventa più difficile fra peccato e azione malvagia, distinzio
ui abelardo usa esempi per chiarire , descrizione psicologica perfetta , chi è inlcine all’ira, capacità
di infiammarsi, perdere bene intelletto, è una descrizione di quella che è inclinazione, vizio ha sede
nell’anima, cho è iracondo ha questa inclinazione che anche quando è tranquillo, non essere
iracondo che c’è solo nel momento in cui è irato ma modo di essere del soggetto. Il vizio c’è anche
senz al’azione, l’azione è qualche cosa che aggiunge qualcosa al vizio, ma il vizio può esserci anche
senza l azione, il vizio è svincolato dall’azione, è una dipsosizione innata, e quindi non può essere
in qualche modo sottomessa all’atto, perché è qualcosa di naturale , non può neanche essere
giudicato come vbuono o cattivo, azione volendo può anche essere impedita da qualcosa che è
azione esterna, contro il vizio della golosità azione esterna che impedisce la mia azione, azione da
idea di esteriorità. Tutti noi abbiamo inclinazioni che ci spingono verso azioni , buone o azioni
cattive, noi tutti siamo vizipoisi e virtuosi, tutti abbiamo inclinazioni. Il vizio scorporato dall’azione,
possiamo vedere che il vizio e l azione possononessere anche letti in termini aristotetlico, come
rapporto potenza-atto, il gizio è la pèotenza che viene attualizzata attracerso il consenso. Termini
aristotelici che in abelkrdo non ci sono, possono essere interpretati in questo modo. Il vizio viene
individuato con una parità interna, interiorità interna dell’auomo, il izio è un abitus, qualcosa di