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4 ALA

Dei Sepolcri
Testo e Parafrasi
Martinelli Luca
14/03/2016

http://www.oilproject.org/lezione/carme-dei-sepolcri-parafrasi-ugo-foscolo-8506.html
N TESTO PARAFRASI

1 All’o a de’ ip essi e de t o l’u e Forse il sonno eterno della morte è meno doloroso
2 confortate di pianto è forse il sonno ualo a l’esti to iposi all’o a dei ip essi
3 della morte men duro? Ove più il Sole e dentro le urne confortate dal pianto di chi è rimasto? Quando
4 per me alla terra non fecondi questa davanti ai miei occhi il Sole non feconderà più sulla terra per questa
5 bella d’e e fa iglia e d’a i ali, bella popolazione di piante e di animali,
6 e quando vaghe di lusinghe innanzi e quando davanti a me non danzeranno più le ore
7 a e o da ze a l’o e futu e, future prodighe di promesse,
8 nè da te, dolce amico, udrò più il verso né sentirò più da te, dolce amico, la tua poesia
9 e la mesta armonia che lo governa, e l’a o ia malinconica che la contraddistingue,
10 nè più nel cor mi parlerà lo spirto e non parleranno più al mio cuore lo spirito
11 delle ve gi i Muse e dell’A o e, delle ve gi i use della poesia e dell’A o e,
12 unico spirto a mia vita raminga, unico conforto per la mia vita di esule,
13 qual fia ristoro a’ dì pe duti un sasso quale consolazione sarà per i miei giorni perduti una tomba
14 Che distingua le mie dalle infinite che distingua le mie ossa dalle infinite ossa che
15 ossa che in terra e in mar semina morte? la morte sparge per terra e per mare?
16 Vero è ben, Pindemonte! Anche la Speme, È ben vero, Pindemonte! Anche la speranza,
17 ultima Dea, fugge i sepolcri; e involve ultima dea, abbandona i sepolcri; e l'oblio avvolge
18 tutte ose l’o lio ella sua otte; tutte le cose nella sua eterna notte;
19 e una forza operosa le affatica e una forza operosa le trasforma
20 di oto i oto; e l’uo o e le sue to e in continuazione; e il tempo travolge
21 e l’est e e se ia ze e le reliquie l’uo o, i suoi sepol i, gli ultimi resti mortali dell’uo o
22 della terra e del ciel traveste il tempo. e ciò che resta di terra e cielo.
23 Ma perché pria del tempo a sè il mortale Ma pe h l’uo o dovrebbe privarsi prima del tempo
24 i vidie à l’illusio he spento dell’illusio e he, u a volta o to, tuttavia gli fa edere
25 pur lo sofferma al limitar di Dite? di essere ancora fermo sulla soglia di Dite?
26 Non vive ei forse anche sotterra, quando Forse non continua a vivere anche dopo la morte, quando
27 gli sa à uta l’a o ia del gio o, o gli t as ette à più ulla l’a o ia del gio o,
28 se può destarla con soavi cure se può destare tale armonia nella mente dei suoi
29 ella e te de’ suoi? Celeste uesta con un dolce moto di pietà? Divina è
30 o ispo de za d’a o osi se si, questa corrispondenza di sentimenti,
31 celeste dote è negli umani; e spesso è dono divino per gli uomini; e spesso
32 pe lei si vive o l’a i o esti to g azie ad esso si o ti ua a vive e i o pag ia dell’a i o defu to
33 e l’esti to o oi, se pia la terra e il defunto con noi, se la pietosa terra
34 che lo raccolse infante e lo nutriva, che lo accolse neonato e che lo ha nutrito,
35 nel suo grembo materno ultimo asilo po ge do l’est e o asilo el suo g embo materno,
36 porgendo, sacre le reliquie renda renda inviolabili quelle reliquie dall’olt aggio
37 dall’i sulta de’ e i e dal profano degli agenti atmosferici e dal piede profanatore
38 piede del vulgo, e serbi un sasso il nome, del volgo, e una lapide ne conservi il nome,
39 e di fiori odorata arbore amica e un albero amico e profumato di fiori consoli
40 le ceneri di molli ombre consoli. le ceneri con le sue carezzevoli ombre.
41 “ol hi o las ia e edità d’affetti Solamente chi non lascia eredità di affetti
42 po a gioia ha dell’u a; e se pu mira ha poca gioia nella tomba; e se solo immagina
43 dopo l’ese uie, e a vede il suo spi to la propria sepoltura, vede la propria anima
44 f a ’l o pia to de’ templi Acherontei, in mezzo al dolore dei luoghi infernali
45 o ricovrarsi sotto le grandi ale oppure vede la sua anima rifugiarsi sotto le grandi ali
46 del pe do o d’lddio: a la sua polve del perdono di Dio: ma affida le sue ceneri
47 lascia alle ortiche di deserta gleba alle ortiche di una terra abbandonata
48 ove nè donna innamorata preghi, dove non prega nessuna donna innamorata,
49 nè passeggier solingo oda il sospiro né alcun passeggero solitario ode il sospiro
50 che dal tumulo a noi manda Natura. che la Natura infonde a noi dalla tomba.
51 Pur nuova legge impone oggi i sepolcri Tuttavia una nuova legge oggi prescrive
52 fuo de’ gua di pietosi, e il o e a’ o ti che i sepocri siano fuori dagli sguardi pietosi e non concede
53 contende. E senza tomba giace il tuo ai morti il nome [sulla lapide]. E giace senza tomba
54 sacerdote, o Talia, che a te cantando il tuo Sacerdote, o Talia, che poetando per te
55 nel suo povero tetto educò un lauro coltivò con lungo amore un alloro
56 o lu go a o e, e t’appe dea o o e; nella sua povera casa, e vi appese corone;
57 e tu gli ornavi del tuo riso i canti e tu, abbellendolo col tuo sorriso, ispiravi il suo canto
58 che il lombardo pungean Sardanapalo, che satireggiava contro il giovin lombardo vizioso,
59 ui solo dol e il uggito de’ uoi al quale piacque soltanto il muggito
60 che dagli antri abduanie dal Ticino dei suoi buoi che, situati nelle valli ei p essi dell’Adda
61 lo fan d’ozi beato e di vivande. e del Ticino, gli consentono una vita di ozi e lussi.
62 O bella Musa, ove sei tu? Non sento O bella Musa, dove sei? Tra queste piante dove io siedo
63 spi a l’a osia, i dizio del tuo nume, e rammento sospiroso la casa materna
64 f a ueste pia te ov’io siedo e sospi o o se to spi a e l’a osia, i dizio della tua
65 il mio tetto materno. E tu venivi presenza divina. Eppure tu venivi
66 e sorridevi a lui sotto quel tiglio e a lui sorridevi sotto quel tiglio
67 h’o o di esse f o di va fremendo che ora con le sue fronde dimesse emette un fremito,
68 perché non cop e, o Dea, l’u a del ve hio, perché, o Dea, non copre [con la sua ombra] l’u a del ve hio,
69 cui già di calma era cortese e d’o e. verso il quale in passato era prodigo di serenità e di ombre.
70 Forse tu fra plebei tumuli guardi Forse tu vagando tra i cimiteri destinati alla plebe vai
71 vagolando, ove dorma il sacro capo cercando dove riposi il sacro capo
72 del tuo Parini? A lui non ombre pose del tuo Parini? La città piena di vizi, che attrae
73 tra le sue mura la città, lasciva cantanti castrati, non pose in suo onore alberi
74 d’evi ati a to i allettatrice, tra le sue mura, né lapidi,
75 non pietra, o pa ola; e fo se l’ossa né iscrizioni; e forse il ladro che
76 ol ozzo apo gl’i sa gui a il lad o solo sul patibolo abbandonò una vita di delitti
77 che lasciò sul patibolo i delitti. insanguina le sue ossa con la sua testa mozzata.
78 Senti raspar fra le macerie e i bronchi Senti raspare tra le macerie e le sterpi
79 la derelitta cagna ramingando la cagna abbandonata che vaga
80 su le fosse e famelica ululando; sulle fosse e che ulula per la fame;
81 e uscir del teschio, ove fuggìa la Luna, E l’upupa us i e dal tes hio, dove fuggiva la lu a,
82 l’ùpupa, e svolazzar su per le croci e svolazzare attorno alle croci
83 sparse per la funerea campagna sparse per il cimitero
84 e l’i o da a usa col luttuoso e l’u ello i o do i p ove a e con il suo grido
85 singulto i rai di che son pie le stelle funereo i raggi che le stelle pietose
86 alle obblîate sepolture. Indarno donano alle dimenticate sepolture. Inutilmente,
87 sul tuo poeta, o Dea, preghi rugiade o dea, preghi che sul tuo poeta sgorghino rugiade
88 dalla squallida notte. Ahi! sugli estinti dalla notte cupa. Ahi! Non sorge alcun fiore
89 non sorge fiore ove o sia d’u a e sugli estinti, qualora non sia onorato delle
90 lodi onorato e d’a o oso pia to. lodi umane e di pianto affettuoso.
91 Dal dì che nozze e tribunali ed are Dal giorno in cui nozze, tribunali e religione
92 dier alle umane belve esser pietose fecero nascere negli uomini primitivi, che
93 di s stesse e d’alt ui, togliea o i vivi [ancora] vivevano come bestie, la compassione
94 all’ete e alig o ed alle fere di se stessi e degli altri, i vivi sottraevano
95 i miserandi avanzi che Natura alla corruzione degli agenti atmosferici e all’assalto
96 con veci eterne a’ se si altri destina. delle fiere i miseri resti che Natura destina,
97 Testi o ia za a’ fasti eran le tombe, con la sua eterna trasformazione, ad altra vita.
98 ed are a’ figli; e us ìa ui di i espo si Le tombe erano la testimonianza delle glorie passate,
99 de’ domestici Lari, e fu temuto e altari per i figli; e da essi uscivano i responsi
100 su la polve degli avi il giuramento: dei numi tutelari della casa, e il giuramento
101 religïon che con diversi riti sulla polvere degli antenati fu rispettato:
102 le virtù patrie e la pietà congiunta culto che le virtù civili e la pietà per i congiunti
103 tradussero per lungo o di e d’a i. tramandarono per secoli con forme rituali differenti.
104 Non sempre i sassi sepolcrali a’ te pli Non sempre le lapidi sepolcrali
105 fea pavi e to; agl’i e si avvolto fecero da pavimento alle chiese; né il lezzo dei cadaveri frammisto
106 de’ adave i il lezzo i supplicanti all’odo e dell’i e so contaminò i fedeli;
107 contaminò; nè le città fur meste né le città furono rattristate
108 d’effigïati s helet i: le ad i da immagini di scheletri: le madri
109 alza e’ so i esterrefatte, e tendono si svegliano durante i loro sonni terrorizzate e tendono
110 nude le braccia su l’a ato apo le lo o a ia ude sull’a ato apo
111 del lor caro lattante, onde nol desti del loro caro neonato, cosicché non lo svegli
112 il gemer lungo di persona morta il gemito prolungato della persona morta
113 chiedente la venal prece agli eredi che chiede dal santuario agli eredi
114 dal santuario. Ma cipressi e cedri le messe a pagamento. Ma cipressi e cedri,
115 di puri effluvi i zefiri impregnando i p eg a do l’a ia di purissimi profumi,
116 pe e e ve de p ote dea su l’u e protendendevano sulle tombe il verde perenne,
117 per memoria perenne, e prezïosi pe u ’ete a e o ia, e vasi p eziosi
118 vasi accogliean le lagrime votive. raccoglievano le lacrime offerte in voto.
119 Rapìan gli amici una favilla al Sole Gli amici rapivano una scintilla al Sole
120 a illuminar la sotterranea notte, per illumina e l’os u ità ottu a del sepol o
121 pe h gli o hi dell’uo e a o e do pe h gli o hi dell’uo o he sta o e do
122 Il “ole; e tutti l’ulti o sospi o cercano il sole; e i loro petti, tutti,
123 mandano i petti alla fuggente luce. ivolgo o l’ulti o sospi o alla lu e he si allo ta a.
124 Le fontane versando acque lustrali Versando acque purificatrici, le fontane nutrivano
125 amaranti educavano e viole amaranti e viole sul tumulo;
126 su la funebre zolla; e chi sedea e chi sedeva lì, a versare latte o
127 a libar latte o a raccontar sue pene a raccontare le proprie sofferenze
128 ai cari estinti, una fragranza intorno ai cari estinti, poteva sentire un profumo intorno a sé
129 se tia ual d’au a de’ eati Elisi. o e uello he esala l’at osfe a dei eati Ca pi Elisi.
130 Pietosa insania che fa cari gli orti Pietosa follia che rende cari
131 de’ suburbani avelli alle britanne alle giovani inglesi i giardini dei cimiteri
132 vergini, dove le conduce amore suburbani, presso i quali le conduce
133 della perduta madre, ove clementi l’a o e pe la ad e o ta, dove pregarono
134 pregaro i Geni del ritorno al prode i clementi numi tutelari della patria, perché facessero ritornare
135 che t o a fe’ la trîonfata nave il prode che troncò l’al e o aest o
136 del maggior pino, e si scavò la bara. della nave vinta, e con quello si preparò la propria bara.
137 Ma ove dorme il furor d’i lite gesta Ma dove la brama di imprese gloriose è spenta
138 e sien ministri al vivere civile e la ricchezza e la paura sono alla base
139 l’opule za e il t e ore, inutil pompa del vivere civile, cippi e monumenti
140 e inaugurate immagini dell’O o marmorei sono inutile ostentazione e
141 sorgon cippi e marmorei monumenti. malaugurate immagini di Morte.
142 Già il dotto e il ricco ed il patrizio vulgo, Il popolo dotto, ricco e nobile, decoro e guida
143 decoro e mente al bello Italo regno, del bel regno Italico, ha già da vivo la sua sepoltura, nelle regge
144 nelle adulate reggie ha sepoltura che risuonano di adulazioni e non ha altro riconoscimento di lode
145 già vivo, e i stemmi unica laude. A noi se non gli stemmi familiari. A noi la morte
146 morte apparecchi riposato albergo, prepari una dimora di quiete,
147 ove una volta la fortuna cessi dove finalmente la sorte cessi
148 dalle vendette, e l’a istà raccolga di perseguitarmi, e gli amici raccolgano
149 non di tesori eredità, ma caldi non u ’e edità di teso i, a di o ili se ti e ti e l’ese pio
150 sensi e di liberal carme l’ese pio. di un canto poetico ispiratore di libertà.
151 A egregie cose il forte animo accendono Le tombe dei magnanimi spingono gli animi
152 l’u e de’ fo ti, o Pi de o te; e ella nobili a grandi imprese, o Pindemonte;
153 e santa fanno al peregrin la terra e rendono agli occhi del forestiero bella e santa
154 che le ricetta. Io quando il monumento la terra che le accoglie. Io quando vidi la tomba
155 vidi ove posa il corpo di quel grande dove riposa il corpo di quel grande
156 che, te p a do lo s ett o a’ eg ato i, che, insegnando ai principi il buon governo,
157 gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela lo priva delle sue parvenze di gloria, e svela alle genti
158 di che lagrime grondi e di che sangue; come esso si fondi sulle lacrime e sul sangue;
159 e l’a a di colui che nuovo Olimpo e la tomba di colui che a Roma innalzò
160 alzò i Ro a a’ Celesti; e di hi vide un nuovo Olimpo per gli dei; e quella di colui che
161 sotto l’ete eo padiglio rotarsi vide sotto la volta celeste ruotare
162 più mondi, e il Sole irradiarli immoto, diversi pianeti, e il Sole illuminarli rimanendo immobile,
163 o de all’A glo che tanta ala vi stese cosicché sgombrò per primo le vie del cielo
164 sgombrò primo le vie del firmamento: all’i glese he così largamente vi spaziò col suo ingegno.
165 te beata, gridai, per le felici Te beata, esclamai, per le arie rasserenanti
166 aure pregne di vita, e pe’ lavacri e piene di vita, per le acque
167 he da’ suoi gioghi a te ve sa Ape i o! he dai suoi gioghi l’Appe i o fa s e de e a te!
168 Lieta dell’ae tuo veste la Luna La luna, rallegrata dalla tua aria tersa
169 di luce limpidissima i tuoi colli riveste di una luce limpida i tuoi colli,
170 per vendemmia festanti, e le convalli festosi durante la vendemmia, e le valli circostanti
171 popolate di ase e d’oliveti popolate di case e di uliveti
172 mille di fiori al ciel mandano incensi: mandano al cielo mille profumi di fiori.
173 e tu prima, Firenze, udivi il carme E tu per prima, Firenze, hai udito il carme che
174 che alleg ò l’i a al Ghibellin fuggiasco, confortò lo sdegno del ghibellino esule,
175 e tu i a i pa e ti e l’idïo a e tu hai dato i genitori e la lingua a quel dolce
176 desti a quel dolce di Calliope labbro, labbro di Calliope [Petrarca], che spiritualizzando
177 che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma con un velo candidissimo l'Amore, che
178 d’u velo a didissi o adornando, tanto in Grecia quanto a Roma era cantato il modo sensuale,
179 rendea nel grembo a Venere Celeste; lo restituì nel grembo di Venere celeste;
180 ma più beata che in un tempio accolte ma più beata ancora, perché adunate in un solo tempio
181 se i l’Itale glo ie, u i he fo se conservi le glorie italiane, le uniche forse
182 da che le mal vietate Alpi e l’alte a da quando le Alpi mal difese e il procedere alterno
183 onnipotenza delle umane sorti, della Storia delle sorti umane, volute dal destino,
184 a i e sosta ze t’i vadea o, ed a e ti privavano di armi, ricchezze, altari,
185 e patria, e, tranne la memoria, tutto. patria, di tutto fuorché la memoria.
186 Che ove speme di gloria agli animosi Perché se un giorno una speranza di gloria
187 intelletti rifulga ed all’Italia, splenderà per gli Italiani più coraggiosi e pe l’Italia,
188 quindi trarrem gli auspici. E a questi marmi noi da questi sepolcri trarremo l’ispi azio e ad agi e.
189 venne spesso Vittorio ad ispirarsi, E a ueste to e ve e spesso a e a e l’ispi azio e Vitto io Alfie i,
190 i ato a’ pat ii Nu i; errava muto adirato con i numi tutelari della patria; andava in silenzio
191 ove Arno è più deserto, i campi e il cielo dove l’A o più solita io, o te pla do
192 desîoso mirando; e poi che nullo smanioso i campi e il cielo; ma poiché
193 vivente aspetto gli molcea la cura, nessun essere vivente placava il suo tormento,
194 ui posava l’auste o; e avea sul volto ui uell’uo o auste o trovava riposo; e sul volto aveva al contempo
195 Il pallor della morte e la speranza. il pallor della morte e la speranza.
196 Co uesti g a di a ita ete o: e l’ossa Con questi grandi abita in eterno: e i suoi resti
197 fremono amor di patria. Ah sì! da quella fremono di amor di patria. Ah, sì! Da quella religiosa
198 religïosa pace un Nume parla: pace si sente provenire la voce di un nume:
199 e nutrìa o t o a’ Pe si i Ma ato a e alimentò la virtù e il furore guerriero dei Greci
200 ove Ate e sa ò to e a’ suoi p odi, a Maratona contro i persiani, dove Atene
201 la vi tù g e a e l’i a. Il navigante consacrò le tombe ai suoi eroi coraggiosi. Il navigante
202 che veleggiò uel a sotto l’Eu ea, che attraversò quel ma e, osteggia do l’isola di Eu ea,
203 vedea per l’a pia os u ità scintille vedeva attraverso l’i e sa os u ità un balenio
204 ale a d’el i e di ozza ti brandi, d’el i e di spade cozzanti, vedeva i roghi funebri
205 fumar le pire igneo vapor, corrusche mandar fuori fuoco e vapore, vedeva
206 d’a i fe ee vedea larve guerriere scintillanti armi di ferro e fantasmi di guerrieri
207 cercar la pugna; e all’o o de’ ottu i cercare la battaglia; e fra l’o o e della otte sile ziosa
208 silenzi si spandea lu go e’ a pi si diffondeva nei campi il tumulto
209 di falangi un tumulto e un suon di tube delle schiere combattenti, il suono delle trombe
210 e un incalzar di cavalli accorrenti e l’i alza e dei cavalli che accorrevano
211 s alpita ti su gli el i a’ o i o di, scalpitanti sugli elmi dei moribondi,
212 e pianto, ed inni, e delle Parche il canto. il loro pianto, e i canti dei vincitori, e quello delle Parche.
213 Felice te che il regno a pio de’ ve ti, Felice te, Ippolito, che nella tua giovinezza
214 Ippolito, a’ tuoi ve di a i correvi! percorrevi il mar Egeo, regno libero dei venti!
215 E se il piloto ti drizzò l’a te a E se il timoniere diresse la nave
216 olt e l’isole Eg e, d’a ti hi fatti oltre le isole egee, di certo sentisti
217 e to udisti suo a dell’Ellespo to isuo a e i lidi dell’Ellespo to
218 i liti, e la marea mugghiar portando di antiche storie e rimbombare la marea portando
219 alle prode Retée l’a i d’A hille le armi di Achille al promontorio Reteo
220 sov a l’ossa d’Aia e: a’ ge e osi sopra la tomba di Aiace: per i magnanimi
221 giusta di glorie dispensiera è morte; la morte è giusta dispensiera di glorie:
222 né senno astuto, né favor di regi né l’astuta i tellige za, il favo e dei e
223 all’Ita o le spoglie ardue serbava, conservavano ad Ulisse, sovrano di Itaca, le
224 ché alla poppa raminga le ritolse spoglie difficili [da ottenere], perché l’o da
225 l’o da i itata dagl’i fe i Dei. incitata dagli dei infernali le strappò alla nave fuggiasca.
226 E me he i te pi ed il desio d’o o e E me, che la malignità dei tempi e il desiderio di gloria
227 fan per diversa gente ir fuggitivo, costringono a una vita di esule, tra gente straniera,
228 me ad evocar gli eroi chiamin le Muse me le muse, suscitatrici del pensiero umano,
229 del mortale pensiero animatrici. chiamano a evocare gli eroi.
230 siedo ustodi de’ sepol i, e ua do Le muse Pimplee siedono a tutela dei sepolcri,
231 il tempo con sue fredde ale vi spazza e quando il tempo, con le sue fredde ali,
232 fin le rovine, le Pimplèe fan lieti vi distrugge persino le rovine, loro allietano
233 di lo a to i dese ti, e l’a o ia i dese ti o il lo o a to, e l’a o ia supe a
234 vince di mille secoli il silenzio. il silenzio di mille secoli.
235 Ed oggi nella Tròade inseminata E oggi nella Troade desolata risplende
236 ete o sple de a’ peregrini un loco ai viaggiatori un luogo eterno, reso tale
237 eterno per la Ninfa a cui fu sposo grazie alla ninfa [Elettra] che ebbe in sposo Giove
238 Giove, ed a Giove diè Dàrdano figlio, e che a Giove diede Dardano come figlio,
239 onde fur Troia e Assàraco e i cinquanta dal quale derivano Troia, Assaraco e i cinquanta
240 talami e il regno della Giulia gente. letti nunziali e il regno della popolazione da cui discende Iulo.
241 Però che quando Elettra udì la Parca Eterno per il fatto che, quando Elettra udì la Parca
242 che lei dalle vitali aure del giorno che la richiamava dalle vitali brezze del giorno
243 chiamava a’ o i dell’Eliso, a Giove alle danze dell’Eliso, ivolse u ’est e a
244 mandò il voto supremo: E se diceva, preghiera a Giove: E - diceva - se ti furono gradite
245 a te fur care le mie chiome e il viso le mie chiome, il mio viso e le dolci
246 e le dolci vigilie, e non mi assente notti trascorse insieme, e la volontà dei fati
247 p e io iglio la volo tà de’ fati, non mi assegna premio migliore,
248 la morta amica almen guarda dal cielo almeno proteggi dal cielo l’a a te o ta,
249 o de d’Elett a tua esti la fa a. cosicché resti viva la fama della tua Elettra .
250 Così orando moriva. E ne gemea Così pregando, moriva. E se ne doleva
251 l’Oli pio; e l’i o tal apo a e a do Giove; e facendo un cenno col suo capo immortale
252 piovea dai crini ambrosia su la Ninfa fece piovere dai suoi capelli ambrosia sulla ninfa
253 e fe’ sa o uel o po e la sua to a. e rese sacro quel corpo e la sua tomba.
254 Ivi posò Erittonio: e dorme il giusto Qui fu sepolto Erittonio, e riposano
255 e e e d’Ilo; ivi l’Ilia he do e i resti del giusto Ilo; qui le donne troiane
256 sciogliean le chiome, indarno, ahi! deprecando scioglievano le chiome inutilmente, ahi! cercando
257 da’ lo a iti l’i i e te fato; di scongiurare l’i i e te fato dei lo o a iti;
258 ivi Cassandra, allor che il Nume in petto Qui venne Cassandra, quando il Nume (di Apollo),
259 le fea parlar di Troia il dì mortale, le fece predire la fine di Troia,
260 ve e; e all’o e a tò a e a o oso, e ai defu ti a tava u a to pie o d’a o e,
261 e guidava i epoti, e l’a o oso e lì vi guidava i nipoti, e insegnava quel
262 app e deva la e to a’ giovi etti. lamento amoroso ai giovinetti.
263 E di ea sospi a do: Oh se ai d’A go, E sospirando diceva: Oh se mai
264 ove al Tidide e di Laerte al figlio il destino vi consentirà di tornare dalla Grecia,
265 pascerete i cavalli, a voi permetta dove nutrirete i cavalli del figlio di Tideo e del figlio di Laerte,
266 ritorno il cielo, invan la patria vostra invano tornerete a cercare la vostra patria!
267 cercherete! Le mura, opra di Febo, Le mura, opera di Apollo,
268 sotto le lor reliquie fumeranno. bruceranno sotto i loro stessi resti;
269 Ma i Penati di Troja avranno stanza ma gli dei della patria avranno dimora
270 i ueste to e; h de’ Nu i do o in queste tombe; perché è dono che possiedono gli dei
271 servar nelle miserie altero nome. conservare una fama gloriosa pur nelle miserie.
272 E voi palme e cipressi che le nuore E voi, palme e cipressi che piantano
273 piantan di Priamo, e crescerete ahi! presto le nuore di Priamo, crescerete, ahimè, rapidamente
274 di vedovili lagrime innaffiati. bagnati dalle lacrime delle vedove.
275 Proteggete i miei padri: e chi la scure Proteggete i miei padri: e colui che, pietosamente,
276 asterrà pio dalle devote frondi si asterrà dal colpire con la scure le vostre fronde consacrate,
277 men si dorrà di consanguinei lutti si addolorerà meno per la perdita di persone care
278 e santame te to he à l’alta e, e con mano pura potrà toccare gli altari divini.
279 proteggete i miei padri. Un dì vedrete Proteggete i miei padri. Un giorno vedrete
280 mendico un cieco errar sotto le vostre un mendicante cieco vagare
281 antichissime ombre, e brancolando sotto le vostre antichissime ombre, ed entrare nei loculi
282 penetrar egli avelli, e a a ia l’u e, brancolante, abbracciare le urne,
283 e interrogarle. Gemeranno gli antri e interrogarle. I loro antri segreti gemeranno,
284 secreti, e tutta narrerà la tomba e le tombe narreranno di Ilio rasa al suolo
285 Ilio raso due volte e due risorto due volte e due volte risorta
286 splendidamente su le mute vie splendidamente sulle vie che erano divenute mute,
287 per far più bello l’ulti o t ofeo per rendere più bella la vittoria finale
288 ai fatati Pelìdi. Il sacro vate, ai figli di Peleo, destinati dal fato [a distruggerla]. Il sacro poeta,
289 placando quelle afflitte alme col canto, consolando col suo canto quelle anime afflitte,
290 i prenci argivi eternerà per quante renderà eterna, per tutte le terre che abbraccia il gran padre
291 abbraccia terre il gran padre Oceàno. Oceano, la fama dei principi achei.
292 E tu, onore di pianti, Ettore, avrai, E anche tu Ettore avrai onore di pianti,
293 ove fia santo e lagrimato il sangue dovunque sarà considerato santo e degno di commozione
294 per la patria versato, e finché il Sole il sangue versato per la patria, e finché il sole
295 risplenderà su le sciagure umane. illuminerà le esistenze sciagurate degli uomini.

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