Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
poesia da collezione
1
2
Lorenzo Bonadè
Blu di Prussia
3
© Copyright by Blu di Prussia editrice
Monte Castello di Vibio (PG)
2020 prima edizione
ISBN 978-88-97205-62-3
4
Prefazione
5
capace di buoni sentimenti e desiderio di
riabilitazione per chi soffre le tante ingiustizie
presenti nella nostra società. Si avvalora, in tal
modo, la convinzione che il poeta non è soltanto
il sognatore che osserva, dalla finestra, il cielo
con annesse stelle, ma è, a pieno titolo, un
cittadino che vive la realtà del suo tempo ed è in
grado di offrire il suo impegno socio-politico
attraverso lo scrivere. Amore, dolore, invettiva,
esperienza dura, personaggi ai margini si danno
appuntamento là, in quel "vicolo del tarocco"
dove degrado e pena cercano un riscatto che
profumi di vita nuova, essenzialmente diversa.
Eugenio Rebecchi
6
Il nostro pensiero fu quello, per il riscontro avuto, di
chi ebbe già perso in partenza.
Le nostre esistenze romantiche ci condussero
inevitabilmente a spirare nell’isolamento.
Le nostre persone furono viste, raccontate e
rievocate a voce bassa e con sguardi distanti.
I nostri slanci furono quelli di chi vinse nella più
completa disfatta.
7
Per chi vuole provare a leggere in dialetto
piacentino
Norme di pronuncia:
ä ꓿ suono fra “a” ed “è” (pär “padre”)
ë꓿ suono fra “a” e “eu” francese (frëd “freddo”)
ö ꓿ suono di “eu” francese (cör “cuore”)
ü ꓿ suono di “u” francese (mür “muro”)
c’ ꓿ suono dolce (occ’ “occhio”)
g’ ꓿ suono dolce (curagg’ “coraggio”)
s’c ꓿ pronuncia separata (s’ciopp “schioppo”)
8
Introduzione
9
10
VICOLO DEL TAROCCO
11
Crepuscolo al focolare del poeta
12
Tanta speranza e tanta gioia
sulle bianche bocche delle nostre amate.
E prima di tornare, mostreremo loro il nostro affetto.
Sì, è certo che lo faremo.
Lo faremo, sì, prima di tornare.
Prima di tornare.
13
Suonala, suonala dai!
Solo per un attimo riecheggerà per i boschi assonati,
solo per un attimo attraverserà questa nebbia.
Insieme forza!
Verremo rimproverati…
Ma c’è tanta speranza e gioia sulle nostre bocche
e su quelle delle nostre amate!
Ognuno un giorno, ammoniscono i vecchi,
dovrà intraprendere la propria tortuosa strada.
Fatta di grigio lavoro, di solitudine urbana, di affetti
meschini,
di Futuro.
Ma par così lontano quel giorno!
Noi ingenuamente e saggiamente
non ci soffermiamo, non meditiamo.
Nulla di tutto quanto ci è chiarito.
Ma tutto amiamo e tutto afferriamo.
Siamo in tanti, in quanti rimarremo?
Quanta unione, quanta felicità!
Va bene, tutti insieme, forza, suoniamola!
Smetti di fare lo sciocco per un attimo.
Ascoltala!
Ascolta la Campana del Poeta,
pare ch’Essa sussurri:
14
un pugno di sabbia incontaminata, e subito, non
veduta,
si disperde nel fragore d’un soffio d’onda.
Fu per un attimo.
15
Leggende agresti
16
avanzerò timido fra le genti, alzando di tanto in tanto
lo sguardo, sfogliando i capelli di grano delle
giovani, e scorgendo i loro occhietti schivi come
trote di fiume.
E allora confuso, mi ritirerò su di un gran declivio
verde, con pure lacrime sul viso.
Ma la luce mi alzerà il capo, ed il sole sopra il bosco
riderà ancora mentre mi passerò le mani nei capelli
di miele.
E danzerò fino al bosco come uno scoiattolo,
annusando il venticello, pestando l’erba tra i raggi di
luce, ma silenzioso, ascoltando il loro continuo
fluire, frugando tra cespugli di fragoline con labbra
truccate con selvatiche more.
17
‘l cuccia ad culp al so cülein in sl’erba poc distant,
mustrand a la natüra cal la ciama, i so dintein bianc.
Traduzione
18
di fronte alla tua gioiosa casetta,
in silenzio sono ora, oh Madonna.
Volge, la fanciulla giudiziosa
il proprio sguardo negli occhi del ragazzo,
ed egli con gli occhi sulla celeste veste,
Oh Vergine, la rassicura con un abbraccio veemente
Girandosi verso la giovine, dolcemente
le pone le proprie mani sul fragile capo
e lentamente baciandosi ridiscendono
in silenzio, uniti in pagana unione.
Tanti uccellini sospirano gioiose melodie.
I ragazzi con rinnovati occhi, ti parlano,
non ti pregano, oh Madonna, ti vogliono parlare.
Giù in paese tutto suona a giubilo.
In cielo la limpidità e tanta, d’accecare.
19
Traduzione
Du fiulein e un ragažž
Una spusa e quattar strass
Fratello,
Quando il ferro nella tua gola irromperà
Il sangue della fratellanza s’innalzerà
Fratello,
Quando il tuo grido nel firmamento sorgerà
Quattro miserie sfamate saranno
As vera al ciel
As dastaccan il foi dal mister
20
Du fiulein e un ragažž
La muier e quattar strass
Fratello,
Quando la lama la tua gola oltrepasserà
Il sangue della fratellanza risplenderà
As vera al ciel
As dastacan il foi dal mister
Traduzione
V- Esodo
21
mentre tenendosi per le mani anche essi silenziosi
indugeranno. Ella avrà sotto il foulard
due occhi di nocciola vivi e speranzosi,
gote rosse e tenere labbra. Ed il giorno che verrà
Dio, dovrai di ognuno proteggere il proprio duro
cammino,
quando la loro pace rimasta sarà
nella neve luccicante, sopra i campi accecanti.
22
VII
VIII- Pellegrino
23
attraverso la fame e il freddo e la consapevolezza
d’un pericolo costante. Nell’edotto lento viaggio
verso il nulla, nel vento di neve e nel vento di
profumi.
24
In dl’äria as seinta distant al cant di’uslein
La nossa luž l’é tramuntä ancura prima del teimp
Gnan, gnan al teimp d’un suspir a d’un gest amabil.
Ché adess la sira, l’autoimn invisibil
E qul veint dal nord, sulameint un fredd sul.
E la fatiga
Ch’in pudran mai finì
Traduzione
25
grande storno d’uccelli prese il volo verso il sole al
tramonto.
26
L’ultima canzone
27
Tu io ed un altro mondo
che fu di molti altri
la soluzione è qui, qui, ora.
Ora,
un poco di tenerezza da mani rinsecchite.
Ora,
la supplica, la supplica dei miei grigi occhi.
28
Giuvineza ad Piasëinza
29
e la visione di noi due dietro a quelle mura ed un
altro dovere.
30
Porta Galera
31
I fiô ‘d Baccu
Traduzione
32
Il Paganini del Verbo
33
Il ladruncolo
Traduzione
34
scolorita, quando gli inverni arrivano con la loro
acqua e caligine.
Visibili erano i segni del tempo, arrestato nella più
mera solitudine, fermato per una vita, in una
solitudine senza più aria, di quella vita.
“Tutte le notti ritorna attraverso quell’uscio sempre
socchiuso, il mio povero giovane sposo, ritorna quì,
da quel mare, per scandire dal suo sorriso un suono
del tempo”.
Così mi parlò quella vecchia, ed io soltanto porto in
cuore sotto questa pioggia battente, il ricordo della
sua esistenza.
35
Fioco lume di oratorio
36
La ballata degli infingardi
37
“Signür fa mia spuntä al sul
Signür fa mia spuntä al sul
Guarda qull giuan là cum’al sa stima
la giaccha c’al g’ha sò l’é la so prima
i scärp che lü l’g’ha in pe i’enn seinsa söla
al serca la murùsa e gnan la tröva”
38
“Signür fa mia spuntä al sul
Signür fa mia spuntä al sul
Dé la speina al vasslinein
dé da bev ai cantarein
dé da bev ai sunadur
dé la speina a al buttä
dé da bev a sta canäia”
39
Gli ormai esausti entusiasmi, accogli colui che beve
aspettando il paradiso.
Che siano proibiti i nostri versi ed offuscati i nostri
occhi.
Scompariranno ancora le nostre anime, ai raggi del
giorno,
Per tornare e ancora scomparire, per sempre tornare,
40
Al pover’omm
41
domandarsi se giusta o errata sia stata la sua
condotta di vita.
La sua anima, consapevolmente afflitta dai perduti
amori, dal perché dei dolori, dagli insuccessi d’oggi,
ma non di quelli di ieri, rinacque sempre una volta
sola e ne morì per due volte ancora.
Possano queste sue solitarie confessioni -Dio-
alleggerire il peso della sua anima adagiata fra le
braccia della morte.”
42
Antifone della Beata Vergine Maria
43
Filastrocca delle galere
(scherzo n.I)
44
lungo il boulevard soleggiato,
ad un giovane ignaro, viso ambrato,
sorridente, di grazie vera.
45
Scartàssa
Ho scelto la strada
per rispetto al vento e al firmamento
il non lavoro
per rispetto al sole ed ai fiori
il tradimento
per rispetto alla luna e alle maree
46
Maiö
Maiö
crebbe per diciassette inverni
in quella via
l’era al sö pò bel fiö.
L’è mort schissä
un giuran
par inversion
ad circulasion
da strä
Traduzione:
era il suo più bel figlio/ è morto schiacciato/un
giorno/per inversione/di circolazione/di strada.
47
Jacam
48
L’esecuzione capitale
(Epistolario proibito)
Alla madre
49
Tutto questo non è servito a null’altro che per farci
sorprendere nei sorrisi della pazzia.
Appisoliamoci per pochi giorni ancora, caro amico.
50
necessario, era davvero necessario lo slancio
estremo?
51
accennato, in un minuto d’un giorno d’una qualsiasi
stagione.
52
pubblico, silenzioso col timore di disturbare. Che sia
solo vostro questo rumore. Guardateli, guardate i
vostri figli morir silenziosamente nell’animo.
Guardateli senza più nessuna convinzione.
Neppur nessun forestiero s’accorgerà della mia
dipartita.
Lasciate che mi avvicinino uno ad uno,
singolarmente, agli occhi altrui smarriti. Ognuno,
schivo, porterà dentro sé la prima allegria del creato;
ognuno innalzerà il magnifico coraggio dei propri
antenati.
Lasciate che ognuno scopra da sé ch’io fui un
tempo. Io come essi attraversai scorci di natura
selvaggia, e come fuggii ritroso dalle masse.
Lasciate ad altri stupidi stendardi e ridicole lapidi
commemorative.
Lasciate che arrivino per i sentieri attraverso i quali
passarono i miei eroi.
Ogni goccia di pioggia ribatte come fu un tempo,
niente è cambiato: ribattono la vita, l’ardore e la
lotta.
Ma nel mio cuore stanco ne risuonano ben poche.
Da sciocchi è pensare di non esser già stati
manipolati sul nascere, com’è inutile la morte in sé,
come inutile è una chiesa sbarrata dall’interno ed un
sepolcro spoglio da fiori di campo.
Futile la pioggia su questa galera. Questa pazzia
posseduta anzitempo mi condurrà inevitabilmente a
consumare il gesto insano.
53
All’amata (non datato)
54
tutto senza distinzione.
Ma tutto ciò non ha pur senso, in quanto la chiave di
lettura apre tutt’altre porte e non la mia.
Uccisione del proprio padre come redenzione di un
antico peccato.
Solo un altro in un' intensa esistenza contro il
compromesso della vita.
Un’altra sentenza decisa a tavolino. E un’altra mia
commovente confessione al fato, di non sradicare sul
mio corpo esangue, il fiore delle quattro stagioni, e
le altre mille in esse-uniche.
Tutto è già stato stabilito, ogni vita incarcerata:
giocala, giocala bene ed in fretta la tua individualità
ragazzo che mai mi leggerai.
Amate giovani, le vite buttate, perché in esse
ricercherete l’introvabile errore.
Amate giovani, le vite inutili, perché tramite esse
riscoprirete il senso della vita.
E ne impazzirete.
Tutto si ribalterà: mari, monti, ogni più imponente
opera crollerà di fronte alla semplicità
dell’illuminato.
Amate il vecchio contadino, la brutta puttana, lo
sporco mendicante, la solitudine incolmabile del
reietto, del tempo la giovane carne della troia finita.
I vegliardi, sempre e comunque. L’assoluto rispetto
verso il prossimo. Inizialmente.
E poi l’antica dignità e perseveranza, umiltà e bontà,
la rettitudine dei poveri nella vita.
Gioite d’insulti, sputi e isolamento, del disprezzo e
55
delle urla della massa.
Sparite.
Il ritiro, forse, come unica salvezza.
Forse, perché si potrebbe tornare in mezzo al branco
e ringhiare agli innumerevoli branchi sempre
esistenti.
Si vince qualche battaglia, mai la guerra.
Riempirsi di vita i polmoni e tendere i muscoli verso
il cielo, anche solo per una volta soltanto, ecco il
vivere.
La “via”, questa via, che sono questo maligno
tempo, le leggi e le circostanze, m’han portato al
gesto estremo.
Ed ora, straccione imbrattato di fimo e terra, oltre
alla vergogna e alla sofferenza, oltre al peccato e ai
rimorsi, non pretendete pubbliche umiliazioni,
questo mai avverrà: se non nei confronti di un
limpido sguardo di bimba che mi dona, nella mente,
il sorriso candido dalla sua anima.
Un cappio e una sagoma tesa per qualche istante,
prima di scomparire in masse infinite di grigio fumo
e putrido fango: e neanche sui colli si riaprirà il
cielo.
Non mi avrete mai maledetti bastardi! Fui il solo Dio
nella mia creazione, e lo sarò in ultimo nel mio
sacrificio.
56
Le pendü
57
La fête des fous
(variante)
58
Vassallo
59
Lucanda dl’a loina
Dü oçç portafurtoina
E un ätar animäl sacrifical
Quando le insolite creature della notte col loro
supplizio
Negli antri dei bugigattoli svaniranno
Migrare necessario sarà
Dalla Locanda dl’a Loina.
Traduzione
60
Scurnüsla
61
Bella in cäran, con dü fumei russ, dill bell têtt e cavì
castan, la cameriera l’ha ma fatt un bell surriss con
dü oçç giuvan e bon.
Bei e strassä, da tütt ‘ien guardä, ho pinsä.
Ho lassä i me poc sold in sal tävul spêss, e’m sum
alvä pian pianein e i me oçç ‘ien cascä fiss is du
fessür bianc d’un veçç strasson ca al ma disa:-“ ‘ta
‘teint ragass, te te un sul fa in môd da dvintä mia una
scurnüsla”-.
Sum andä fôra coi cavì biond e daspatnä.
E’l timpurä l’era uramäi finì, e ‘ciel ‘scür uramä al
sa rassegnäva, e in mežž ‘ll nüval,
timidameint, spuntävan i prim ragg ad sul.
Côr cunteint e strass all’äria.
Traduzione
62
avventore, e subito la rabbiosa vecchietta sdentata
velenosa come un serpente –“Taci tu, ubriacone!”-
Distese le umide ossa sul seggiolone, al locandiere
richiesi stufato caldo e rosso vino in ciotole sfasate.
La mia figura appartata, nel chiarore soffuso delle
lampade a petrolio, senza gioia né pianto, completò
il quadro di povere genti.
Soldi fanno soldi, pidocchi attirano pidocchi, miseria
crea misera.
Al mio seguito nemmeno un berretto, ma solo
obsoleti stracci e l'acqua in essi.
Di colpo il mio fisso sguardo fu scosso da una figura
diversa da quegli omoni, che veloce fra i tavoli si
accostò a me posando abbondanti profumate razioni.
In carne, con gote rosse, bei seni e capelli castani, la
cameriera mi serbò un accogliente sorriso, e due
occhi giovani e buoni.
-“Belli e straccioni da tutti sono guardati”- , pensai.
Lasciati i miei unici danari sullo spesso tavolo e
rialzatomi lentamente, i miei occhi si incrociarono
fissi in due fessure biancastre di un vecchio
mendicante, che come a voler avvertire, pronunziò
-“Attento figliuolo, da sole che sei, non diventare
lucciola”-
Varcai l’uscio ancora umido con gli spettinati capelli
biondi.
63
dal quale, quasi timidamente, spuntavano grandiosi
raggi di luce.
Cuore lieto e stracci all’aria.
64
Il Figlio Selvaggio
65
Scudlèi
66
Motel PEP
67
Tito, Desolina e Paülein
Traduzione
68
Impasse
Non rimane
null'altro
69
Acquemorte
II
70
Canton dal canäl
71
Ninì
72
Primaverile notturno
73
Ciano
74
Vespar
75
Quelle primavere avevano il gusto
delle antiche mura
che si aprivano come un giglio ai giochi della natura.
Ed i tuoi bei capelli
avevano la calura di una fresca mattinata
d’estate stagliata nel trasparente cielo.
Stagioni abortite.
Lento il tempo.
Fragili le vite.
I fratelli riposano ora nella piana.
Ora, come allora.
Alcuni sopravvissero al nubifragio
della pietà umana.
Li ricordo tutti, Dio,
nessuno è andato dimenticato.
Si è detto quello che si doveva dire, amore,
si è fatto quello che era necessario fare.
Forse mal espresso,
forse non del tutto terminato
Guarda
i muri sono là
ancora là
ma non parlano
videro quel giovane barcollante
sfumare
ma più non raccontano
badano a resistere
presto anche per loro
sarà necessario il crollo
76
presto per le anime smarrite
sarà necessario
un deserto
ancora più abbandonati
nel vento
sulle polveri d’ogni civiltà caduta
di ciascun idioma esamine
d’ogni visione abortita
e sarà un eterno.
Una verità. Un mondo. Conclusi.
Eppure come tra le tegole come sui ceppi,
germogliano verdi sospiri.
I fanciulli…
Immota semplicità dei fiori più rari.
Il bimbo ai compagni: “Venite!
Qua… qua…
È pieno di luce!”
Troppi anni sottratti.
Quanto freddo.
Ma non al cuore.
Avvolgi il braccio intorno al mio ed andiamo.
No… non ancora…
È ora amore, che il cielo si rassereni,
che l’inquietudine per sempre si plachi.
Partiamo
ma non più soli grazie al cielo.
Piovevano tenui foglie sulla via quasi del tutto
ricoperta, silenziose, come la prima neve sulle
viuzze desolate. Nelle spaccature del cielo, il primo
77
grigio sole mandava i suoi magnifici raggi; mentre
un solitario vecchio discendeva silenzioso e lento
come le tenui foglie sulla via ricoperta. Semplici,
come la salita in cielo di anime salve.
78
Indice
79
Scurnüsla 61
Il Figlio Selvaggio 65
Scudlèi 66
Motel PEP 67
Tito, Desolina e Paülein 68
Impasse 69
Acquemorte 70
Canton dal canäl 71
Ninì 72
Primaverile notturno 73
Ciano 74
Vespar 75
80
Finito di stampare nel mese di Gennaio dell'anno 2020
da Litogì di Milano per conto di Blu di Prussia editrice
Via E. Pettinelli, 6/13 - 06057 Monte Castello di Vibio (PG)
Tel. e fax: 075 8780442
e-mail: eugenio.rebecchi@gmail.com
Composizione in proprio
81
82