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Di
Giovanni Avogadri
1
Ho sostituito gli occhi alla penna,
lo sguardo alla scrittura:
per questo i fiori arancioni
sul castello di Lombardia – in Sicilia –
stanno ancora cantando
e così li lascio.
Noi etruschi
non abbiamo alfabeto.
2
Ma cos’è
la tranquillità improvvisa
Al buio
sarà forse
perché un giorno di chissà quando
enumerazione.
Adesso è ombra
Attesa
necessità di compimento.
3
Rio Vermelho
All’inizio di me
c’è una spiaggia infinita
che si ritrae spaventata se provo a raccontare.
All’inizio di me
ci sono le camicie bianche di mio padre,
la mia mano nella sua
che mi mostra l’orizzonte
da qualche ponte di nave
da un tornante di strada.
4
La rivoluzione del respiro
Apro la finestra
e per me adesso
è già primavera: lo dicono
le nuvole fresche di ponente
e la luce precisa
che non ha bisogno di pioggia
per essere lavata.
Faccio posto ad ogni respiro
e come un acrobata timoroso
l'anima accenna ogni gesto con sacralità.
5
"A tal errore va incontro anche il discorso che si trova nella cosiddetta poesia orfica: esso dice infatti che l'anima, portata dai venti,
entra dall'universo negli esseri quando respirano."
Aristotele, Sull'anima
I giorni precedenti erano stati un continuo scrivere e riscrivere sul quaderno parole e immagini
cui rimanevano attaccate - miracolosamente - le emozioni e i sentimenti
che le avevano illuminate dal di dentro e rese infine frammenti di un discorso familiare, umile, popolare eppur lirico,
a volte epico e, finanche, sicuramente comico.
Vivo, insomma.
L'ansia è lontana ma col giorno ne sento appena il sapore aspro e continuo a lasciarmi portare dal ritmo della respirazione.
Già.
Non siamo noi che respiriamo ma piuttosto siamo respirati
da una marea possente che ci inabissa e ci fa riemergere, attraversandoci ci espande e ci contrae.
Nuvole grigie e luminose attraversano incessantemente i prati, schiacciati contro il cielo troppo basso (o siamo troppo in
alto noi ?)
Le immagini indisponibili, i sentimenti poi…
Ritorno.
Le immagini rifluiscono. L'Anima che siamo stati si prende ora cura del corpo.
Sentiamo la fatica spandere il suo liquore per tutte le membra.
6
GEOGRAFIA
7
Settignano
Sdraiato
e la pietra arsiccia
“Rifammi da capo
- Le dico -
tu, che sola lo puoi”.
8
Lucchio e Vicopancellorum
Non bastano
tutte le città del mondo
a consumare il Tuo silenzio
in quell'ostia bianca
nelle mie mani.
9
Unus mundus
È a questo punto
che spunta la luna sopra un patio di limoni
e l’anima riprende il suo posto: lei
ha predisposto ansie e ritrovamenti
in questa strana libertà.
10
L’angelo di S. Massimo
11
Praça do Comercio
12
Olhao
13
Serra Orrios
14
Le grotte
fiori immemori
Mi rivolgo indietro
all’ultima luce di smeraldo:
é l’urlo di Dioniso
che ferisce il cuore dell’abisso.
15
Vrgada
16
Praha
17
Lusitania
18
In transito II
19
Canale di Piombino
II
III
All’Unica
che occhieggia dal cielo
risponde un faro
timido e coraggioso,
poi un porto di luci si apre
e racconta tutte le storie.
20
Estado do Rio Grande do Sul
21
In una qualunque città del mondo
Ritroverai te stesso. Basta
Che dimentichi, per un momento, la tua lingua
La tua famiglia che abita altrove.
La città che visiti è per te il mondo,
il cielo, la notte, il giorno, principalmente
l’amore. In una qualunque città del mondo
puoi essere triste o felice, ma in modo diverso
(Armindo Trevisan)
Montevideo
Qui,
stasera,
i piedi nel fango,
è iniziata la mia festa di nozze.
22
Kouros
23
Chavez
24
Pablo de Maria
(per Gabriel e i suoi amici)
Danzatore
in questo inverno australe
che da qualche parte é primavera.
Togli il cappello
e disegna ancora con le suole,
per terra
i ricami magri e forti
delle strade di questa città.
Mi hai mostrato l’azzurro debole
del mio febbraio nel tuo cielo d’agosto
e mentre ti chiedevo
se erano case di fate
oppure vecchi bar di periferia
mi hai fatto entrare nelle stanze
che hai ridipinto
riempito di ragazze e ragazzi.
C’e’ il rosso del sangue alle pareti
perché fa freddo per le strade,
colori che avevo visto
solo nel sogno di un sogno intravisto.
Amico,
Il tuo tango e’ finito presto
E tu rimetti a posto le sedie
Sistemi la cucina
Perché domani è lunedì.
Grazie di avermi portato
nella parte sconosciuta
di casa mia,
quella in cui si arriva
passando dalla porta dei sogni
e ci si arriva a testa in giù
come in un quadro di Escher,
oppure vestiti da Zorro
o con una pena da impazzire
nel cuore.
25
Apparizioni all’Albergheria
Me l'aveva detto
nostra Signora dello Spasimo,
con due alberi secchi,
enormi mani di dolore
fiorite in febbraio
in un chiostro scoperchiato.
26
Rio de Janeiro
Troppo velocemente
siamo scivolati in questa foresta
che somiglia ad una città:
si sente ancora
il ritmo immobile di Abya Yala
della terra senza tramonto;
con i bambini sulle spalle
o sporti sui fianchi
arrivavano senza stupore
a queste lunghissime spiagge
per immergersi
nella fonte della fertilità.
27
Missa no Morro
E’ questo il tempo
per andare gravidi, uomini e donne
per il mondo
28
Livorno: uno stradario immaginale
29
Voglia di ricominciare
dagli scarti del mondo
dalle fratture dell'universale
moderna estensione dell' Uguale.
Ricominciare da quest'azzurro
che irrompe tra i palazzi
dal saluto delle gaggie
dai colori sulle facciate scrostate.
È vento di mare
e oggi si può ricominciare
30
(Piazza del Voltone)
"Per me Livorno?
Per noi Livorno è una religione! "
Piero Ciampi
Ripeto il nome : Livorno
e sulla punta delle labbra
il sapore di queste consonanti
aspre etrusche e levantine
mi sa di nuovo di verde scuro
e cieli rimescolati,
di stracci di nuvole
ai bordi d'una botta di colore
che ti assale così,
nel bel mezzo di una via
bella e salvatica,
cattiva quasi
come le donne di Livorno
senza cipria e le gambe scoperte
a prendere l'ultimo sole
di settembre.
Ma quant'altra vita
ci aspettiamo da qua,
dalle piazze ovali
come tamburi orientali
d'un ritmo ancora non sentito,
d'una danza che intreccia cieli e strade
e gente che compra e che vende,
che parla una lingua cantata,
che s'intende negli occhi
con una febbre pura di vita
di mare di fresco.
Sfonderemo il futuro
in un passato mai conosciuto.
Vivremo nuova passione,
vera passione
31
(Via Cairoli)
32
(Tra Via dell’Origine e Via Pietro Gori)
33
(Via Montebello)
34
Livorno, mi vuoi bene?
Livorno di Fattori,
l'alba al Marzocco e le camicie rosse
di chissà quante rivoluzioni.
Livorno di mattina,
secchiate di luce
sulle cime dei lecci
- macché cime,
sono case,
larghe ! -
Livorno,
la luce tra i pini,
Castiglioncello e la Signora Martelli,
il Castello Pasquini.
Livorno di Modì,
- aspra sui fossi -
mercato fondachi pesce e benzina,
finisce crudele la mattina:
tra i palazzi d'un altro tempo
si cerca la parola
e si finisce per cantare.
Livorno di Mascagni:
la terrazza le nuvole sono bastioni
- Via dell'Antica Polveriera, le Case Rosse -
quanti bastimenti salparono
dai contrafforti del tramonto.
35
LITURGIA
36
Excessus mentis
Trafitto
tra midollo osso e cerebro
da un cherubino inaspettato
che ha colpito il nodo dei sentimenti
dove si avviluppavano alla coscienza
il bambino è uscito fuori subito
e ha cominciato a cantare senza ritmo
una melodia che non ricordava:
tutto orecchio e bocca
era
tutt’ occhio e mano che tocca:
37
Sogno
È molto oltre
il luogo delle nozze?
38
Confessione
39
Il pozzo di Giacobbe
40
Avvento a San Domenico
Tu vieni e seguimi
41
Triduo pasquale
Venerdì santo:
Antifona d'ingresso
Pange lingua
Sabato Santo
I tabernacoli aperti
e le madonne di legno
mi indicano fuori:
al vento al mare al sole
al mondo
dove la croce è stata innalzata:
è il mondo il luogo del tuo Spirito.
42
Pasqua
Vedere le cose
oltre
le cornee crocifisse
sulla Necessità.
Vedere il mondo
43
Dossologia della seconda dopo Pasqua
Stamani,
nella chiesa abbandonata
dopo il lento lavacro delle preghiere
Il Tuo Corpo sapeva di giglio marino
e m'ha inebriato.
44
Lingua materna
Non ho bocca
Con cui mangiare questo cibo
per il quale muoio di fame e desiderio.
Non ho lingua per chiedertelo,
non c’è cammino né ingresso
né porta né finestra
per entrare dove Tu vivi
dove io posso vivere.
Solo Tu puoi darmene;
io posso solo
bruciare d’amore
sulla soglia.
Poi
rovescio il fantasma
dell’assenza,
attendo ogni cosa
sono vicinanza
protezione
di ogni essere
di ogni fuori.
45
Ascensione
46
Pentecoste
L’acqua e il fuoco
Due diluvi
Di lacrime di passione:
Solo così s’intesero le lingue.
47
Ubriachi,
così alcuni dissero e dicono,
per non credere quanto videro.
Lo Spirito Difensore
È forse l’Intensità di Dio?
48
Apollo
49
Cristo
50
Aenigma
Comunque
È luce immanente
La tenebra azzurra
Il mare nella grotta
51
Ascèsi
Remigare senza fretta
nel cielo nel mare
d’un giorno di settembre
senza l’ombra d’una pena,
neanche una piccola piccola.
Cioè
uscire fuori,
andarsene via
e ritrovare per strada
tutte le cose.
52
Speak low (su musica di Kurt Weil)
I
Parla sottovoce, ti prego,
tienimi vicino al cuore
e il tuo silenzio
non avrà bisogno di gridare
per entrare nei miei giorni;
sprofondando in un cielo grigio
di nuvole ammatassate
come una coltre calda d’inverno
ogni mattina accendo una luce
e veglio tutto il giorno
mentre raccolgo ogni sospiro.
Parla piano,
e non avrò bisogno di guardarti:
basterà accostare la testa
al centro di ogni attimo
per attraversare parlando con te
il mistero del mondo.
II
Solo quando ho chiuso gli occhi
proprio tu li hai baciati,
solo fissando lo sguardo
in un dove senza luogo
ho camminato sicuro,
e ora ti chiedo
rimani ancora
in questa stanza.
53
I Santi. I Morti
Di notte
la morte spalanca
le sue dimore:
innumerevoli
sono le soglie
le porte i trabocchetti
ogni angolo ogni scala
ogni soffitto ogni letto
si apre e si rigira verso di noi
con voci e richiami
che solo ora possiamo sentire,
ora, che tutta la casa è rinserrata
e tambussata contro il grecale;
si scende
accompagnati da una voce di donna
che fa scorrere acque
e spande riti di purificazione
accosta porte e finestre
riassetta le coltri.
Stanotte
non ho avuto bisogno di sognare
erano immediati sacramenti
il sangue l’orina
il cibo le feci
ed ho sorriso
alla soglia di ogni richiamo
tra il sognare e il sentire
ogni parola un quotidiano esorcismo
una mano che sostiene
che lava e che raccomoda.
Tu
che vuoto di te
entri dappertutto
ti precipiti
54
a lenire ogni pena.
Dormo la notte
dentro il Tuo abbraccio,
veglio il giorno
accostato alla Tua voce
in questa vita morente
in questa morte
che perpetua le sue dimore
per cieli e per terre e in ogni dove
la cui fonte benché sia notte
disseta cieli e inferi.
Benché sia notte.
55
Liturgia del mondo
56
Nel crogiuolo del mondo
Ci lasceremo cadere
nel gorgo dove anche tu
sprofondasti
o forse il nostro assenso
lascerà entrare
la verità della morte
nella nostra carne.
Un’ esca per la morte
e inghiottiti che ci avrà
lo Spirito in noi
feconderà il cosmo
e lì attenderemo in dormiveglia
il tuo stendardo scarlatto
mentre carezzeremo
con mani ancor troppo fragili
la tua creazione immemore.
Lo sai,
anch’essa attende,
crogiuolo del mondo si spaccherà
la scorza di melagrana della materia
e il succo vermiglio del tuo sangue
scaturirà dal mallo verdastro.
Poi saremo con Te
e mostrerai ogni recesso del tuo Regno,
i millenni cullati dal tuo spirare
parole nella Parola saremo,
cuore dell’essere molteplice.
Per questo
apro gli occhi dentro ogni spavento,
assaporo l’ansia
come un liquore benedetto:
perché non c’è più vuoto
nel cielo e sulla terra
e noi re e regno immanenza di Dio
per il Verbo Abbandonato.
57
Bellosguardo – Ierofania
58
Ringraziamenti
59
a Pier Paolo Pasolini
Li vedo,
li vedo ancora i vecchi
seduti sui muriccioli
del piccolo porto di paese
come senatori sui loro scranni.
Ancora a Pasolini
Ecco,
ecco come fece lui:
la contraddizione
non va disciolta,
ma abitata.
A Caproni:
60
Per Elena
61
Per Sophia de Mello Breyner Andresen
Di quando in quando
sparivi dietro le tende
o inghiottita dalle profondità della casa
lasciando che la sigaretta si consumasse
come un cero in una cattedrale.
62
Olinda, Pernambuco
Per Heleno Oliveira
Se conosco i racconti
di come in te affondano radici
Africa Europa Portogallo,
so anche che non usò metafore il Ricapitolatore
intrecciando nella tua anima
col candore delle Dolomiti
la città barocca spalancata sull'oceano
come palpebra azzurra,
la montagna scura di Trento
il duomo severo
il dio-fiume di Belem
con le colline di Pienza,
sfociando nel Tago
la piazza e il popolo di Fiorenza
fino al porto della fine del mondo.
63
Con la carezza dello Zeffiro
ritroverai le lacrime pure di Laura,
e nel bacio dei Tre
il viso oscurato di Clarindo
non sarà assenza ma voce,
la stella del mattino è già porta, foce
negli occhi chiusi della Madre
l'oceano le spiagge i tramonti
diranno "Vieni",
l'anima la musica la città
la piaga il porto gli amori
gli abbandoni diranno "vieni";
Lei stessa ti profonderà nella luce
intravista negli occhi di quella ragazza trentina
e come quel giorno
scendendo di corsa le strade di Olinda
ti abbracciava l'anima l'oceano di misericordia,
quel volto di donna
- guardando oltre il tuo corpo stanco -
ti indicherà lo Splendore del Paradiso
il Verbo che irradia la Gloria del Padre.
Allora conoscerai il porto della poesia
e sarai ancora per noi e per sempre
verbo, canto, profezia.
64
Per Hrvoje,
65
Per zio Piero
66
Per Vita
Non è musica
dire la tua pelle stanca
la voce rotta
che mi racconta una vita
raccolta a proteggere la ferita,
unica testimone
in questo tempo di maschere.
Solo l’Abbandono,
solo il Figlio violentato
reso schiavo, spazzatura,
grido d’ angoscia e di terrore
È adesso il tuo Sposo,
come Maria,
come Gelsomina di Zampanò.
Santa Vita,
vita Santa,
quante ce ne sono come te?
67
Per Luciana Stegagno Picchio
Ti porto a braccetto
nel corridoio della tua casa romana
- Verrete sì, andremo in Liguria?
Tra quadri del Seicento –li voleva lui, gli piacevano tanto! –
nei passaggi liberi dai libri.
- Incontrarla è come entrare in una città - dicevano gli amici
e per le strade nelle stanze
Apparivano Calvino Jacobson Levi - Strauss,
Si erano fermati Ungaretti Murilo Vinicius…
68
Stagioni
69
Le pasque
70
Primaverammare
Si è vero
non si vorrebbe
richiedono il sonno
71
Aprile
72
Dalle nebbie
73
Riposino estivo
74
Inverno
Si continua a scendere.
Il freddo sembra paralizzare anche le emozioni; ma no, si sono concentrate nel cuore del cuore
dell'inverno, in un posto così piccolo e nascosto che basta il verde del tramonto nel cielo e strumenti
a fiato e piatti e spazzole per far cadere - ratta come acqua da nube- una piccola lacrima salata, dritta
dallo spirito che c'è nel corpo o nel corpo che sta dentro lo spirito.
Perché scendere?
Adesso forse lo so: sono voluto tornare - senza accorgermene - nel posto in cui, in qualche modo
sapevo già che sarei morto.
Tornato per tenere fede ad una promessa gratuita e inutile.
Aver dato tutto, essersi tenute solo le gioie un po’ tristi della sopravvivenza eppure aver sentito sulla
pelle il vento dell'essere farti tremare come un albero nel vento di giugno.
Ma adesso è inverno.
Sapremo mantenerci così distaccati così stupidamente determinati da andare "fino al termine della
notte" col ben conosciuto sorrisetto sulle labbra?
Non lo so. So chi sono, però!
Di fronte alla tentazione ho la forza di volontà di un topo davanti al formaggio e non sono più un bel
ragazzo magro.
So che il Pane di S. Maria dei Frari non è per me, come diceva Heleno, anche se tutti i giorni lo cerco
e misteriosamente mi nutre.
La scritta dei santi è lontana da questo bambino cresciuto inconsapevole, da questo dilettante assoluto
che continuo ad incontrare nello specchio con rinnovato stupore ogni mattina.
So che sono nato e cresciuto in un salotto borghese e che le mie gioie sono borghesi e borghese l'
evidente autoassoluzione di cui sopra e che quindi dovrei semplicemente rendermi conto che la mia,
la nostra patria sono stazioni ferroviarie e telefonate a chissà chi e le nostre anime bagagli dimenticati
e scambiati sui treni all'alba da fattorini distratti.
75
Febbraio
La tempesta perfetta
La porto sempre con me.
76
ANACRONISMI
77
Segni in forma di lettera
da un evo prossimo venturo
78
Ricacciò nel fondo dei boschi
i mostri e le fiere,
la gran forza dello scaturire
fu in parte racchiusa e utilizzata,
il Caos ordinato come nei Sei Giorni
in spighe e grappoli e animali ben governati
il tempo riprese il suo corso
in giorni e stagioni.
79
De reditu – Contra Rutilio Namaziano
(Paolo Diacono,
scendendo da Pavia verso Benevento,
forse nell'anno 763
dalla nascita di Nostro Signore Gesù Cristo)
80
Dionisus- Nietsche
Dionisus – il risorto
“ -....Ora
che il dono Altro
sta trasformandomi in suo bacile,
pura sua accoglienza,
non riconosco più il mio volto,
la mia risata, i giorni nuovi
che nascono dalle mie mani;
la mia carne stessa è riconciliata
e la vuota pelle d’uomo
custodisce come tempio l’Altrove
lo Zefiro che trovo in me
pel dono dell’Acqua,
nuova nascita.
Ora,
che la verità
mi sta rifacendo vero.”-
81
(lettera di Gamaliele, dottore della legge, Masada, 64 d.C.)
82
ANIMA
- " Non mi abituerò mai a te (come a me stessa!) e neanche a questo stupore, e al mio pensare a te. Tu sei ciò che
sognerò stanotte, ciò a cui apparirò in sogno stanotte. (Vedere in sogno o essere vista?) Come sconosciuta in un sogno
altrui. Se un giorno io e te insieme appariremo in sogno a qualcuno - allora - ci incontreremo."-
(Marina Cvetaeva a R.M.Rilke)
-" Anc ieu non l'aic, mas ella m'ha totz temps en son poder"
(Io non l'ho mai avuta, ma ella m'ha sempre in suo potere)
(Arnault Daniel, trovatore)
83
Anima
Fra te e me
non sapere chi è dentro
e chi fuori,
mentre la tua risposta
a domande così
ti fa tornare elfo
lucciola farfalla,
sparire immensamente piccola
dietro a un quadro
un mobile nella stanza del sogno,
dietro la corteccia d’un albero
intravisto in un meriggio di cicale.
84
ETERNO FEMININO
Questo non è il richiamo di Melusina, né del giovane poeta di cui -ahimè- non ricordo nome né
fattezze e inutilmente ti cerco tra le righe di Goethe e i palazzi barocchi: per un attimo solo mi hai
inchiodato in un tramonto di fuoco sulle colline che avrei voluto vedere da piccolo.
Ma già le conoscevo, e pare che non abbiano più nulla da dirmi.
Rimane però il calco della scritta, il "prodigioso dono che è solo ragione", a lasciare l'immagine del
vuoto che ti richiama; ma tu non rispondi.
Poi, crudele e precisa come un destino, la voce mi trafigge senza lasciar tempo:
-" Non riempire i giorni e le notti d'illusione; non fabbricarti cieli e terre dove farmi abitare, perché io
sto al punto esatto dove è segnato il tuo limite: quella Forma che mai potrai rappresentare, quel vuoto
di sentimento dove la ragione e l'immagine sanno solo dire la contraddizione: e
quell'Irrappresentabile sono io.
Ma tu saprai resistere, costì? Saprai perdonare ogni cosa e lasciar scorrere il sangue senza morirne?
Saprai scindere gli elementi della tua anima fino a tornare all'acqua ed al sangue primigeni? Saprai
raccogliere e proteggere ogni amore e purificarlo dinanzi al Vuoto in cui ora vivi? Sappi che solo un
amore così trasformerà in cielo e terra ogni visione, ogni cibo, ogni tono, ogni passo; e la luce della
scritta saprà i colori della Risurrezione.
85
I
86
II
87
III
88
IV
Stanotte, di notte
sei ritornata.
Quando non sapevo più
come chiamarti,
quando avevo scordato
quasi tutto del tuo viso
riempivi di tremore
una stanza di incerti pomeriggi
e viali sconosciuti
dove il mistero è denso
di ritrovamenti e di destini
ma non ti chiedo più
se sei tu un destino
aspetto dall'altrove
i tuoi cerchi di fumo
le volute d'angoscia
la bellezza che sgomenta
di ogni tuo ritrovamento:
forse è per questo che stavolta
giocavi con una bambina
avuta con chissà qual regista d'America.
Non chiedo chi tu sia
e la mattina è troppo buia
per trattenere il tuo volto.
89
Sì è vero
sono andata a vedere i contrafforti di luce del tramonto
ho seguito il sole dove va a morire,
l’occidente
il mondo di là.
Ma se vuoi
puoi anche pensare alla mia sventura
alla follia del perdersi
a tornare alle radici
e rinascere in te in ogni primavera.
Il mio regno è così
non chiedermi solo una parte del mio volto
abbraccialo nell’ombra ad occhi chiusi
e li riaprirai ogni momento sulla vita
il sogno e la veglia
la strada e lo sprofondare
sono in te in ogni momento
io ti aiuterò a custodirli.
90
Poesia, ci vuole.
Non senza racconti, storie.
Anima percorre per me
le strade del giorno.
Ed io la guardo.
91
“Acheronta movebo”
92
Io non sono,
solamente,
fascinazione e voce d’illusione,
sirena o elfo che sia;
io sono pure la tua mano forte,
il nodo che lega,
il passo diritto
il tenere insieme,
l’unione ed il sacrificio.
Impara, ti prego
e non illudere di possederti;
i miei deserti luoghi, infatti
stanno dentro di te,
al fondo dell’immaginazione,
oltre il silenzio,
dove l’anima diviene noi,
chiesa,
profezia di riconciliazione.
93
Chissà come sarà
quella bambina
la mia bambina
la nostra bambina
ora che non sono più solo
ora che la Donna
È entrata nell’Eden
Lasciando solo distruzione.
94
Anna è arrivata
Ti vedo scarmigliata
sposa ubriaca
Mamma Roma
donna di periferia
puttana santa
vestita da sposa
salendo una strada di paese
Ischia il Cavo Ostuni.
Chi ti desidera e ti conosce
- come Federico
dietro la macchina da presa -
ti dice quanto sei bella, Nannarè!
-“Ma vaffanculo Federi'”-
Mi sento ripetere
e so che non voglio più raccontarti o sognarti
voglio venirti incontro alle nozze
nozze di periferia
religiose e popolari
come il banchetto al quale l’Amato partecipò
riluttante e silenzioso.
Trasforma l’acqua dacci il vino
e non riconosceremo più il nostro cuore.
95
Epilogo
96