Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Il mio intervento alla serata organizzata dal blog Paderno 7.0 On Air,
tenutasi giovedì 11 Novembre 2010 alle h.21.00, presso l’Auditorium Tilane di Paderno Dugnano
“ Dante Duemiladieci – La Divina Commedia ai giorni nostri ”
Canto III dell’Inferno - “Chi sono gli ignavi oggi”
Domanda:
Giovani in politica:
i giovani molto spesso vengono dipinti come nullafacenti, che non si interessano alla vita politica.
Ma questo avviene per ignavia? Non prendono parte, perché non vogliono esporsi o perché
preferiscono trovare in loro stessi la risposta ai propri bisogni, senza fare affidamento sugli altri o
sulle istituzioni? E quest’ultime, tentano di far capire al giovane di non cadere in quello stato di
apatia, che poi inesorabilmente lo porta sulla strada per diventare ignavo, senza arte né parte?
Ed è possibile che anche il giovane impegnato in politica si dimostri ignavo comunque?
Ad esempio, non prendendo una posizione all’interno del partito, non dicendo la sua opinione in
merito alle scelte condivisibili o meno che questo può fare? O forse il giovane è ignavo in politica
perché non si riconosce in nessuna bandiera dei partiti attualmente presenti?
Tre settimane fa circa, quando mi è stato chiesto di partecipare a questo incontro – e colgo
subito l’occasione per ringraziare i ragazzi di Paderno 7.0, in modo particolare Francesco
Rienzo e Lorenzo Locatelli – ho subito accettato perché, per mia indole, riesco pochissime
volte a dir di no alle persone. Ripensandoci era meglio che dicevo di no, perché un po’ di
paura questa sera ce l’ho. Paura che non è tanto dovuta al fatto di parlare davanti ad una
platea, bensì a discutere sul tema giovani essendo “giovane impegnato in politica”.
Questa sera farò uno sforzo e confido nella vostra comprensione.
Desidero iniziare subito il mio intervento muovendo una critica alla domanda che mi è stata
posta: dire che noi giovani siamo nullafacenti, che non ci interessiamo alla vita politica e
sociale del Paese non è totalmente corretto.
L’universo giovanile, pur essendo talmente complesso e multiforme, è parte integrante della
società in cui viviamo: quanto ho appena affermato potrebbe sembrar banale ma molte
volte i mass-media parlano di noi giovani come se fossimo una realtà “aliena”, estranea alla
società.
Troppo spesso tutto ciò che riguarda i giovani viene massificato, uniformato,
standardizzato: veniamo identificati come coloro che hanno voglia di stupire a tutti i costi e
che con i nostri comportamenti esagerati viaggiamo sul confine tra legalità e illegalità.
Certamente quei giovani che si comportano male, che hanno questi atteggiamenti sono
deplorevoli ma gli adulti, in quanto educatori, si dimenticano molte volte di aver dato a
questi giovani - che si comportano in tal modo - punti di riferimento sbagliati.
Frasi del tipo “non ci sono più i giovani di una volta” oppure “ai miei tempi” non aiutano
certamente quei ragazzi che vivono tutti i giorni una crisi d’identità e situazioni di disagio,
che sono privi di valori seri; quei valori che dovrebbero essere caratteristici di una società
che vuole definirsi “civile”.
La società odierna, purtroppo, ha una forte crisi d’identità e tende a far sì che tutti, in modo
particolare i più deboli - giovani, donne e anziani – sprofondino in una sorta di egoismo e
di ignavia.
Ci sono giovani che si riconoscono nello specchio di questa società degenerata, ma ci sono
altrettanti giovani che non vi si riconoscono: per fare un esempio pratico, ci sono giovani
che al sabato sera vanno in discoteca a cercare il cosiddetto “paradiso artificiale”
1
Efrem Maestri