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UNA RAGIONE CE
Ricordarsi di quando gli anziani
erano considerati una risorsa preziosa
f o n d a z i o n e
PietroNenni
Presentazione
uando decisi di impegnarmi per realizzare questa pubblicazione, ero sinceramente convinto che si sarebbe
trattato di una iniziativa semplice e rapida e comunque non eccessivamente impegnativa.
Sono per bastati pochi giorni dedicati alla ricerca di
qualche documento e a riordinare i ricordi di avvenimenti che ritenevo pi significativi per farmi prendere atto che non sarebbe
stato affatto cos.
Ho verificato di persona come uno dei limiti che mi porto
dietro fino dallinfanzia diventi particolarmente pesante quando
cerchi di rileggere il passato. Non sono infatti abituato a conservare diari o appunti e faccio fatica anche a mantenere in ordine
una documentazione ordinata di atti e documenti delle organizzazioni alle quali ho attivamente partecipato.
questo un limite che si avverte, soprattutto quando si
costretti a prendere atto che anche nel mondo dal quale si proviene sta vincendo quella che potremmo definire una vera e propria mania che spinge a cancellare tutto quanto appartiene al
passato. ovvio che ripercorrendo il sentiero dei ricordi, emerga
la tendenza, guardando al presente a ritenere che tu le cose che
fanno oggi coloro che sono venuti dopo di te, le faresti non solo in
PRESENTAZIONE
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parente anziano che non sono pi in grado di mantenere e assistere a domicilio, se si decide di applicare rigidamente le norme
sui tenuti al mantenimento e si chiede a famiglie non in grado
di sopportare il costo di partecipazione al pagamento della retta
della casa di riposo, devi prendere atto che siamo ormai entrati
in una logica davvero aberrante. Quando poi sempre grazie allapplicazione dellISEE si nega laccesso alla mensa ad un bambino figlio di genitori inadempienti ti si accappona la pelle.
Sembra ormai accettato da chi governa che tutti i mali
del mondo, non solo in Italia, dipendono dalle protezioni sociali
spettanti ai cittadini. La Gran Bretagna chiede di rimanere in
Europa solo se viene accettata la sua pretesa di non essere obbligata a rispettare i diritti dei pi bisognosi. La Grecia pu essere
assolta e salvata dalla troika solo se toglie ai cittadini greci anche
il diritto di respirare. I Paesi della ex area sovietica tanto bravi
nel costruire barriere di filo spinato garantiscono in realt ai loro
anziani poco pi del diritto di morire.
Non certamente questo lorizzonte interno e internazionale per il quale ci siamo battuti per decenni. Non questa
lItalia per la quale abbiamo salvato i macchinari, rimosso le macerie, rompendoci la schiena per rimetterla in piedi e per far si
che riconquistasse la sua dignit di nazione.
Tutto quello che avviene sotto i nostri occhi ogni giorno
pi scandaloso. Tuttavia piangersi addosso servirebbe davvero a
poco e imprecare non risolvebbe i nostri problemi. Dobbiamo convincerci che rifiutarsi giusto. Sono convinto che quando la qualit della vita e quindi della condizione umana di milioni di
PRESENTAZIONE
persone quella che abbiamo di fronte, protestare diventa sacrosanto. Protestare significa mettercela tutta nel dire basta, e nel
dirlo forte non solo in quanto pensionati ma in quanto donne e
uomini che sono stufi di sentirsi magari elogiare per quello che
hanno fatto fino a ieri da parte di chi concretamentre opera per
toglierli di mezzo e cancellarli dalla scena.
Se il risultato finale di questo lavoro dimostrer che si
trattato di un modesto ma utile contributo, il merito ovviamente
mio solo in parte.
Un grazie sincero a Raoul Ngueguim Kentsop, a Maria
Angela Panno, a Marco Zeppieri e in particolare a Giorgio Benvenuto. Giorgio ha messo a disposizione utili e belle fotografie,
documenti e soprattutto consigli preziosi, oltre alla presentazione
che segue della quale sono grato e orgoglioso e che lascio ovviamente al giudizio dei lettori
Un grazie anche a Piero Lauriola e Sandro Roazzi per il
loro amichevole contributo frutto sicuramente anche di una lunga
amicizia.
Il mio Grazie va ovviamente a coloro che riterranno utile
leggere e ricordare le cose scritte se non altro in base allimperativo
di non perderci di vista.
Silvano Miniati
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Introduzione
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dallo Stato o dalla rivoluzione, sia tipica dell'interregno lindignazione. Si sa cosa non si vuole. Non si sa cosa si vuole. I
movimenti politici e sindacali agiscono; nessuno per sa pi
quando e in quale direzione. C' un modo per sopravvivere?
C'. Si vive in una societ liquida che richiede, per essere capita e forse superata, nuovi strumenti.
Emerge un individualismo sfrenato: nessuno pi
un compagno di strada di ciascuno ma un antagonista da cui
guardarsi. Questo soggettivismo mina le basi della modernit,
la rende fragile. Si perde la certezza del diritto. Le uniche soluzioni per l'individuo sono l'apparire a tutti costi, l'apparire
come valore.
In questo scenario Silvano Miniati, con la baldanza
velata dallironia che lo distingue ma che in ogni caso giustificata, pensa che bisogna mettere ordine tra le nostre informazioni, i nostri dati, le nostre proposte. Un po' di lavoro
di manovalanza politica non guasta. Di intellettuali che dopo
aver detto di essere al servizio dei lavoratori parlano a loro
nome servendosi di astrusi laboratori ideologici, ne abbiamo
tutti le tasche piene.
I saggi traggono profitto dagli stolti pi che gli stolti
dai saggi perch i saggi evitano gli errori degli stolti, ma gli
stolti non imitano i successi dei saggi. Di qui la necessit di
essere pi saggio degli altri senza, per, dirlo a nessuno.
Il risanamento dei conti economici e sociali non pu
essere solo di carattere finanziario. I termini di questa strategia
non sono cos facili come da molte parti si vorrebbe far credere. Tra le forze tradizionali, che si soliti etichettare di sini-
INTRODUZIONE
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INTRODUZIONE
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INTRODUZIONE
dipender esclusivamente dalla precariet e discontinuit lavorativa e dal fatto che la rivalutazione del montante contributivo annuale ed i coefficienti di trasformazione sono mal
calibrati, sono addirittura punitivi. Si tratta di problemi squisitamente politici che nulla hanno a che vedere con la responsabilit degli attuali pensionati.
Lapproccio alla questione previdenziale va modificato. Occorre ripristinare quel clima di collaborazione e di
fiducia che aveva caratterizzato la modernizzazione dellINPS
e il comportamento del Governo soprattutto quando era Presidente del Consiglio Lamberto Dini e Presidente dellINPS
Gianni Billia.
Il sistema previdenziale ora accentrato tutto sullINPS. Cos come strutturato non funziona. Occorre invece dividere la previdenza dallassistenza anche
istituzionalmente prevedendo due istituti ad hoc, al posto del
mastodonte INPS. Va decisa una governance che, autonoma
nella gestione, abbia un sistema di controllo e di monitoraggio espresso dalle parti sociali. E inaccettabile luso disinvolto e qualunquistico, ad usum delphini - dei dati;
fondamentale che si realizzino operazioni di equit e di solidariet senza snaturare il ruolo della previdenza fondato sui
contributi versati.
Gli anziani - come i giovani devono e possono rappresentare una risorsa per il paese. Esasperare conflitti e contrapposizioni pu consentire di raccogliere consensi
nellimmediato. Ma alla lunga non si mantengono: sono effimeri. Il paese ha invece la necessit di rafforzare la sua coe-
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Giorgio Benvenuto
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Perch ho deciso
di ripubblicare
il mio intervento
al Comitato Centrale
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non ha nulla a che fare con la lotta agli sprechi o con il rifiuto dellaccanimento terapeutico.
Per decenni, ci siamo cullati nella tranquillizzante
convinzione che il vivere pi a lungo e pi in salute rappresentasse una acquisizione che nel tempo nulla e nessuno avrebbe ormai potuto rimettere in discussione.
Questa convinzione ci aveva portato negli anni a parlare
in senso positivo di anomalia italiana e a ritenere che
solo negli altri paesi esistessero il razzismo, la criminalizzazione e la marginalizzazione degli anziani, la mancanza di
prevenzione.
In realt lunica anomalia positiva stata rappresentata dal fatto che gli anziani una volta usciti dal lavoro,
hanno continuato a sentirsi cittadini e a rivendicare il diritto indiscutibile ad un futuro che non per niente collocabile alle loro spalle. Anziani che non possono e non
devono affatto essere considerati semplicemente degli ex,
con riferimento al loro passato e hanno, quindi non solo
il diritto, ma linteresse ad organizzarsi anche sindacalmente, proprio in quanto pensionati a partire dalla convinzione che la pensione rappresenti un diritto che va
tutelato e difeso ogni giorno anche con lazione sindacale.
Non si pu infatti contare solo sulla solidariet sociale e
sulla lungimiranza di chi contratta in quanto lavoratore in
attivit. Una scelta questa che non solo non tutela gli anziani, ma danneggia i lavoratori tutti, soprattutto quando
la disgregazione sociale avanza in modo allarmante.
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Cerano tante
illusioni... ma
abbiamo fatto
tanta strada
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vittime del mito fare presto e dellagire con rapidit, magari con la scusa che non bisogna perdere tempo.
Ci si abituati progressivamente a non discutere e
ad assumere comportamenti che rendono superfluo lo studio, lapprofondimento e il confronto e quindi la verifica.
Limprovvisazione regna sovrana. I costi di questo modo
di fare sono davvero rilevanti.
Se qualcuno che ne ha le capacit e gli strumenti
decidesse di calcolare, magari approssimativamente,
quanto incida sul bilancio dello stato una voce che potremmo definire per comodit costi della improvvisazione, potremmo prendere atto di quanto ci costi ormai
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terno di una grande coalizione sociale, intesa in modo moderno, che deve fare del protagonismo degli anziani, sia
quello collettivo che quello dei singoli, lasse portante del
proprio orientamento.
In questa prospettiva, tutti i cittadini anziani, con
pensione o senza, possono recuperare il tempo perduto e
il loro ruolo nella societ come nella famiglia.
Questa convinzione induce a immaginare un percorso lungo e faticoso, in una
realt dove crescono rabbia e
impotenza dalle
quali non dobbiamo per lasciarci sopraffare
se non vogliamo
correre il rischio
di ridurci a una
sorta di curva
sud neppure sufficientemente rumorosa e visibile.
Per tornare a contare e
ad essere protagonisti del futuro Piazza San Giovanni, luogo di tanti incontri
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del nostro paese, necessario comunque aiutare lemergere di una nuova e larga coalizione sociale.
Coalizione sociale, un obiettivo che Maurizio Landini ha
contribuito ad indebolire non poco presentandolo, a mio
modo di vedere, in modo equivoco e anche sbagliato.
In passato era pi facile capirsi, poich parlando
del sociale, disponevamo di punti di riferimento ritenuti
pressoch indiscutibili.
La classe operaia era uno di questi.
Classe operaia certo troppo sbrigativamente definita classe egemone, e ci anche quando la frammentazione ne stava gi contaminando la composizione e mentre
lirruzione sulla scena di fenomeni come loperaio massa,
il movimento delle donne e lambientalismo, ne segnavano
in profondo i contenuti politici e culturali, mettendo cos
in discussione molte certezze e tab del passato.
Se oggi guardiamo al futuro, dobbiamo prendere
atto che sarebbe del tutto impossibile anche discutere in
astratto di classe o di gruppi sociali egemoni.
La classe operaia oggi non per niente unita n
sui valori n sulle rivendicazioni.
Il mitico ceto medio ha sicuramente pi peso nelle
citazioni che nella realt. L esperienza importante ma non
certo gloriosa di Rete impresa lo sta a dimostrare.
La mitica Confindustria ha perso prestigio e forza,
ed ormai una associazione molto ridimensionata che si
mobilita essenzialmente per soldi. Pochi maledetti e su-
PERCH HO DECISO...
bito e per favore niente tasse, sembra essere ormai lo slogan che la tiene unita. Non possono infine aspirare a diventare classe egemone neppure le migliaia e migliaia di
tecnocrati, la cui vera matrice rimane lindividualismo.
Una coalizione sociale si pu quindi creare con la
pazienza di chi riflette bene sui passi necessari, pur avvertendo ovviamente lurgenza di risposte che vanno costruite
in fretta.
Una coalizione sociale senza il sindacato, non
neppure immaginabile. E qui emerge il primo grosso problema che abbiamo
di fronte. Il sindacato indispensabile per costruire
una coalizione sociale allaltezza dei
compiti attuali, ma
non scontato che
sia questo il sindacato che serve. E
detto con chiarezza,
lo ancora di
meno il sindacato
che propone Maurizio Landini.
In questa
Futuro da operai o destino da esodati?
mia convinzione,
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crea senza un apporto determinante del movimento sindacale, dobbiamo prendere atto che il sindacato deve oggi
scegliere chiaramente lottica del Sindacato dei cittadini.
Quando parlo del Sindacato dei Cittadini, spero
che sia chiaro che non c in me nessuna tentazione di rivendicare meriti postumi per la UIL di Giorgio Benvenuto. Il sindacato dei cittadini che serve oggi cosa molto
diversa da quello prospettato ieri.
Parlo di Sindacato dei cittadini, non per riaprire
polemiche su quello che poteva essere e non stato, ma
semplicemente per ricordare che serve prima di tutto la riscoperta del primato della confederalit, che pu essere rilanciata solo se si sceglie appunto lottica del Sindacato dei
cittadini e della ricomposizione generale della societ, il
che significa che per le confederazioni molti compiti attuali
vanno invece trasferiti da centro al territorio. Parlando di
riscoperta dellottica del Sindacato dei cittadini, dobbiamo
avere presente che si tratter di un processo che non potr
essere realizzato in tempi rapidissimi, mentre le emergenze
che sono sotto gli occhi di tutti sollecitano tutti a fare presto.
comunque certo che la pigrizia nellaffrontare
scelte coraggiose, fa apparire sonnacchiosi e fa perdere al
sindacato ulteriore efficacia e credibilit. Tra le tante scelte
che appaiono necessarie e urgenti, esistono quelle di sostanza ma anche quelle di immagine che andrebbero comunque realizzate, come ad esempio quelle relative ai
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I patronati e i CAF sono oggi nellocchio del ciclone, o pi brutalmente nel mirino di avversari che sparano ad alzo zero. Avversari che non sanno bene che cosa
sia un CAF o un patronato, ma hanno chiaro che andrebbero tolti di mezzo.
Questa azione dissennata contro Caf e patronati
avviene ignorando del tutto i risultati ottenuti anche nel
sopperire alle manchevolezze dello Stato. La scelta di tagliare loro mezzi essenziali proprio mentre aumenta il carico dei compiti e adempimenti loro richiesti per leggi o
tramite circolari la dice lunga sui disegni del governo. Dovremmo avere chiaro ormai che CAF e patronati, allinterno di una logica confederale che incoraggia al massimo
buoni rapporti diplomatici e unit dazione, mantenendo
attiva per una concorrenza molto forte, diventano ogni
giorno pi vulnerabili. ormai evidente che lautonomia
gestita allinsegna della concorrenza e della ricerca del primato della singola sigla rende tutti pi deboli, impedisce
un uso razionale delle nuove tecnologie e favorisce la concorrenza, che nasce e si sviluppa anche allesterno in ambito extra sindacale. Viene fatto di chiederci quanti atti
di ostilit e tagli serviranno ancora per indurre tutti a una
constatazione elementare. Se siamo davvero tutti convinti
di essere sulla stessa barca, la barca va difesa e attrezzata
per raggiungere sponde sicure.
Esistono anche strumenti unitari; pensiamo ad
esempio alla Fitel che le confederazioni hanno promosso
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richiama allantico.
Mi riferisco al diritto di sciopero, e cio a un diritto, le cui modalit di esercizio sono determinanti anche
per la sua difesa. So bene che non molto elegante ricorrere alla citazione di se stessi o allaffermazione del io
lavevo detto,
ma in questo
caso non posso
rinunciare a ricordare
che
tanti anni fa, in
un libro scritto
assieme a Vittorio Liguori (dirigente
UIL
dellINPS) dedicato al diritto di
sciopero e al
suo esercizio,
paventavo il rischio che lesercizio del diritto
di sciopero se
affidato esclusivamente alla categoria o al
Un obiettivo ancora attuale
gruppo interes-
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sato al conflitto senza un contrappeso evidente che riconoscesse linteresse dei cittadini utenti, ci saremmo potuti
trovare un giorno di fronte migliaia di cittadini appiedati,
anche senza preavviso, da quattro ingegneri di una cabina
di comando della metropolitana che avessero deciso uno
sciopero senza consultarsi con nessuno.
Un esempio quello di allora niente affatto campato
in aria.
Di fronte ad episodi come le assemblee di Pompei,
del Colosseo e di Caserta o agli scioperi dei tramvieri o
dei vigili urbani di Roma, a volte anche dividendosi, il sindacato ha assunto posizioni niente affatto convincenti. Ma
quello che peggio che si lasciata intatta la sensazione
che al suo interno ognuno decide come vuole.
Ritornare a una regola che preveda che la categoria
soprattutto nei servizi rimane titolare della contrattazione
e quindi anche del diritto di sciopero che pu per essere
esercitato solo dopo che gli organismi confederali si siano
pronunciati e ne abbiano condiviso la proclamazione pu
anche non piacere e far gridare allo scandalo i custodi inflessibili dellautonomia di categoria. Se si guarda alla realt e si prende atto di come il movimento dei lavoratori
si stia frantumando e di come al nord si ignori di fatto
quello che succede al sud o del perch i dipendenti del
pubblico impiego rischino di rimanere soli mentre sono
chiaramente sotto attacco e stanno pagando, in diritti e salario prezzi altissimi. Di fronte a tante difficolt, non mi
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Relazione di
Silvano Miniati
al Comitato Centrale della
UIL Pensionati
Grand Hotel Ritz. Roma, 19 ottobre 2007
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Uniti contavamo di pi
merito di aver costruito unorganizzazione di donne e uomini che, operando collettivamente, sono riusciti a combattere, a volte efficacemente, altre volte meno, il rischio
dellindividualismo e dellattrazione spesso negativa che il
potere esercita, anche quando il potere da gestire davvero
poca cosa.
Questo modo di intendere il sindacato e il nostro
impegno ci hanno permesso di ottenere, sia sul piano politico sia su quello culturale e umano, eccellenti risultati
che non possono essere ignorati da nessuno.
Abbiamo costruito negli anni unorganizzazione
che ha da tempo superato il mezzo milione di iscritti.
Donne e uomini reali, che hanno sottoscritto una delega
attraverso la quale ogni mese il loro contributo fa vivere e
crescere la Uilp e se permettete anche la confederazione.
Disponiamo oggi di unorganizzazione che dimostra un forte senso di appartenenza, senza per scadere nel
corporativismo. Unorganizzazione spesso molto critica nei
confronti della Confederazione ma composta da militanti
pronti ad ogni sacrificio per difenderla e non perch lo stabilisce lo Statuto, ma perch radicata in tutti noi la consapevolezza che si fa parte di un universo chiamato
movimento sindacale e che fuori dallambito della Confederalit non ci pu essere per la Uilp e per gli anziani in
generale alcun futuro positivo. Una consapevolezza che
frutto dellimpegno costante di un gruppo dirigente illuminato, che non ha mai confuso la critica seria anche dura
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sivamente. Oggi anche a nome vostro lascio al nuovo segretario generale e ai nuovi dirigenti, un patrimonio davvero ingente, che oltre tutto non gravato da nessun
debito pregresso e da nessun mutuo da onorare.
Chi giudica, a volte con superficialit, landamento
del nostro tesseramento dal Congresso di Pesaro in avanti,
considerando la nostra crescita insufficiente; chi confronta
lesperienza della Cgil e della Cisl con la nostra, per ricavarne argomenti a sostegno di un giudizio non positivo
sulla Uilp, guarda solo ad una parte della realt e certo
non ci rende giustizia, ma soprattutto dimostra una concezione dei sindacato assolutamente miope e burocratica
e alla lunga perdente.
Negli ultimi anni, infatti, il nostro ritmo di crescita
stato pi accelerato di quello di Spi e Fnp. E questo malgrado il disinteresse di diverse categorie, che a parole condividono il concetto di osmosi, ma nei fatti lo negano.
Esistono addirittura ancora dirigenti di categoria prestigiosi che pur essendo in pensione non sono iscritti alla
Uilp. Anche lapporto decisivo e indispensabile dellItal
comunque pi contenuto di quello che i patronati di Cgil
e Cisl garantiscono a Spi e Fnp. Va poi detto che il contributo del Caf rischia di diventare meno significativo con il
passare del tempo e il mutare delle norme.
In realt la nostra crescita dipesa e dipende per
circa due terzi direttamente dalla Uilp, dai nostri attivisti,
quadri e operatori presenti sul territorio e dalle collabora-
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vit quotidiana sul territorio fosse fondamentale. Ma abbiamo anche sempre pensato che non ci potesse essere concretezza senza la capacit di far sognare, che non si potesse
costruire qualcosa di piccolo senza immaginare un grande
progetto di futuro.
Se questo vero, occorre guardarsi dal rischio di
cadere nella trappola di affrontare il problema della scarsit di risorse problema reale e da non sottovalutare
con la mentalit del ragioniere.
Si compirebbe davvero una scelta suicida, infatti,
se dovesse prevalere la convinzione che la Uilp pu costare di meno e ottenere ugualmente i grandi risultati conseguiti fino ad oggi.
Certo, anche in una grande organizzazione, qual
la Uilp, ci possono essere spese superflue, sprechi o inefficienze, che vanno eliminati. Ma se invece in base ad un
calcolo ragionieristico si mettessero in discussione le risorse che rendono possibile mantenere una presenza efficace sul territorio, realizzare una formazione adeguata ai
tempi, garantire anche sul piano delle incentivazioni un
intervento in grado di contrastare efficacemente, soprattutto al Sud, il proliferare delle sigle sindacali, allora i contraccolpi potrebbero essere davvero gravi. Se non si capisce
che le sedi territoriali vanno non solo aperte, ma poi anche
mantenute in vita evitando il rischio che si esulti quando
si conquistano nuovi iscritti e si rimanga inattivi quando
landamento o la chiusura di una lega rischiano invece di
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chiamento della popolazione un fenomeno naturale irreversibile un fenomeno per noi molto positivo con il
quale per necessario confrontarsi in modo chiaro, poich implica cambiamenti strutturali in tutta la societ. Un
fenomeno che non pu essere esorcizzato, utilizzando ricette che in nome della modernit si dimostrano poi assai
obsolete. Si deve capire che il rinnovamento necessario,
ma che il giovanilismo esasperato rischia invece di essere
un disastro.
Una societ realmente moderna deve sviluppare
una seria politica a 360 gradi, in grado di ricomprendere
e riportare la specificit anziana in tutti i settori della vita
economica, sociale e politica, cos che possa essere sempre
fattore di sviluppo e non di regresso. Noi siamo convinti
che questa sia lunica strada possibile, se si vuole costruire
una societ che continui a crescere e che conservi una forte
coesione sociale.
Anziani come risorsa significa respingere il convincimento che linvecchiamento rappresenti un disvalore e
un peso per la societ: questo tarlo, a mio parere, sta facendo capolino e tende ad affermarsi anche nel mondo
sindacale.
Non possiamo neppure ignorare gli effetti negativi
che pu avere il rozzo operaismo alla Cremaschi di parte
della Fiom. Da un lato si difendono giustamente le pensioni di anzianit e dallaltro si contesta agli stessi pensionati il diritto di contare quanto gli altri iscritti,
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confederale.
Dobbiamo avere chiaro che il problema non risolvibile semplicemente mantenendo buoni rapporti tra
le organizzazioni sindacali dei Pensionati e le Confederazioni.
Se il sindacato confederale non scioglier le proprie ambiguit, continuer ad essere condizionato da logiche troppo corporative e non sceglier con grande
determinazione la prospettiva del Sindacato dei Cittadini,
le contraddizioni tra confederazioni e sindacati dei pensionati saranno destinate ad acuirsi e coinvolgeranno sempre pi anche il rapporto sindacato - societ.
Altri sindacati, ad esempio quello tedesco, hanno
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dei politici cattivi. In chi gode di privilegi del tutto ingiustificati. In chi utilizza la gestione degli enti pubblici per
soddisfare i propri interessi e alimentare proprie clientele.
In chi insulta la vecchiaia e i vecchi, ritenendoli
inutili.
Anche per questo, dobbiamo stare in campo. Per
contribuire a difendere le istituzioni e a ristabilire un clima
di serenit, di rispetto e di trasparenza e affermare unidea
diversa della politica. Una politica che si impegni collettivamente per il bene del Paese. Per contribuire ad impedire
che la pratica si trasformi in un fiume di insulti alle persone anziane o portatrici di diverse convinzioni politiche,
culturali e religiose.
Vorrei dunque cogliere loccasione della conclusione del mio mandato per riconfermare, e non in modo
rituale, personalmente ma anche a nome dellintera Uilp,
la nostra stima al Capo dello Stato, per limpegno che ogni
giorno dedica alla difesa delle istituzioni. Istituzioni che
sono il baluardo della democrazia.
Un saluto fraterno e una rinnovata espressione di
solidariet a tutti i Senatori a vita, con i quali in questi
mesi ci siamo sentiti in perfetta sintonia, proprio mentre
venivano insultati volgarmente , senza alcun rispetto n
per le loro prestigiose storie personali, n per il Senato
stesso.
Permettetemi di aggiungere un saluto e un ringra-
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essere i miei compiti futuri, c un impegno che mi piacerebbe proseguire e, anzi, ampliare.
Vorrei continuare infatti a interessarmi delle nostre iniziative in Brasile rafforzando limpegno sul versante
solidariet.
Il mio cuore batte per il centro polivalente per
bambini e ragazzi di San Paolo, Lo Spazio dei Sogni, e
per il centro sociale di Americana, iniziative per le quali
moltissimo stato fatto ma molto resta ancora da fare. Iniziative delle quali credo dovremmo andar molto pi orgogliosi.
Nel porgere a Romano e a tutta la Segreteria i miei
auguri pi sinceri, e nellassicurare la mia collaborazione
ogni qual volta si render necessaria e verr richiesta, voglio riconfermare una cosa che ho detto spesso in questi
anni.
Nella Uil e soprattutto nella Uilp ho vissuto un
pezzo importante della mia vita, realizzando unesperienza
politica e sindacale bellissima. Dalla Uilp ho ricevuto davvero tanto e di tutto ci non posso che essere grato a tutti
e a voi in particolare.
A tutti voi quindi non solo un grazie di cuore ma
anche linvito a trasmettere a tutti i nostri iscritti il mio
ringraziamento e un sincero augurio di buon lavoro.
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La testimonianza di
Rita Levi Montalcini
Prepariamoci alla vecchiaia,
rimarremo giovani
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tutti. Posso dire che non ho mai temuto niente, cos come
non temo oggi quello che pu capitare e naturalmente la
morte il minore dei guai ai quali alla mia et si fa fronte.
I peggiori sono la decadenza mentale, su cui lavoro con tale
intensit e con tale piacere che penso che questo sia una
prova che let non porta di necessit ad una diminuzione
delle capacit intellettuali. Questo uno di quei progressi
nelle nostre conoscenze che io desidero trasmettere loro, in
quanto neurologa, e particolarmente interessata alla funzione
dei circuiti nervosi. Naturalmente, alla nostra et nessuno di
noi pensa di fare delle scoperte, le scoperte richiedono circuiti nel pieno della loro potenza, cio tra i diciassette e i
venti anni, e noi sappiamo che anche Newton, Einstein, e
altri hanno fatto le loro scoperte a quellet.
Dobbiamo toglierci dalla mente, arrivati a questa et,
di fare scoperte che richiedono una cos alta capacit di penetrare il mondo, diciamo una capacit superiore.
Quello che io desidero che tutti sappiano, e che ne siano ben
consapevoli, che con let altro si guadagna. Se noi perdiamo oggi le capacit di quello che probabilmente comunque solo uno su cento milioni di noi aveva alla nascita; se
noi perdiamo questa capacit formidabile di un Mozart che
a quattro anni era il musicista che noi sappiamo, si guadagnano altre cose: una maggiore capacit di utilizzazione di
quei circuiti che fortunatamente in molti di noi, e io ritengo
di essere fra questi, sono ancora funzionanti; e questo dovuto alle enormi capacit del cervello umano.
A noi interessa non tanto fare una gara di sport, per
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straordinarie capacit, ho delegato loro tutto il potere, il diritto di decidere con me le ricerche, di firmare loro e non io
la ricerca, perch sono loro che devono avere un futuro, dato
che per il mio futuro non devo pi preoccuparmi. Nel mio
caso, come nel caso di tutti loro, io non posso dire che a undici anni mi preparavo alla vecchiaia. A undici anni pensavo
a ben altro, pensavo a impegnarmi in cose che mi appassionassero. Qualora la vita fosse andata diversamente io sarei
stata un medico, mi sarei dedicata ai malati, come fortunatamente oggi alla fine della vita ho diritto di nuovo di fare.
Sono stata, per questioni razziali e per questioni politiche,
costretta a ripiegare, diciamo, sulla ricerca perch non mi era
pi concesso di occuparmi dei malati.
Bene, in quel momento io mi sono impegnata con
completo interesse e con completa energia, nella ricerca e la
ricerca andata bene. Ora se oggi a questet, godo di tanta
gioia, in ogni ora della mia giornata, perch penso. E innato in me il fatto che la vita di tale bellezza e importanza
che noi possiamo godere soltanto se non facciamo attenzione
a noi stessi, ai nostri mali, a quello che gli altri pensano di
noi.
Quello che distrugge luomo la paura dellimmagine che gli altri si fanno di lui. Se ci liberiamo dalla paura
di quello che la gente pensa, del fatto che, non avendo pi il
potere siamo decaduti, allora siamo liberi; allora vediamo il
mondo con altri occhi ed questa una delle possibilit della
nostra et. Avendo ormai dietro alle spalle tutta una vita vissuta, bene o male, noi siamo in grado di dedicarci completa-
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via, let difficile, let dura della vita, let dei ventanni.
Anche se pochi fortunatamente arrivano a questo tragico desiderio di troncare la propria vita a ventanni, come questi
sei ragazzi hanno fatto.
Tuttavia let del confronto con un mondo che non
conoscono, con un mondo che noi sappiamo carico di problemi e pericoli che giornali e mass media quasi si divertono
ad ingigantire; domani non ci sar pi ossigeno, domani
tutte le riserve e i patrimoni saranno distrutti, domani lAids
avr fatto piazza pulita di milioni e milioni di persone. Effettivamente i problemi ci sono, ma, insomma non al punto
che si vuol far credere.
Il giovane tempestato dalla mattina alla sera, a cominciare dalla bomba nucleare che da tempo ha dato a tutti
lidea della possibilit di una tragica fine. Ai giovani questo
provoca uno stato di disperazione, una difficolt di vedere il
futuro; che risparmiato a noi che abbiamo raggiunto questa
et, che sappiamo reggere con pi equilibrio, con pi calma,
far fronte con molta pi serenit ai problemi a cui i giovani
non sanno far fronte, proprio per il fatto che si aspettano
molto dalla vita.
Il primo scoraggiamento li distrugge e questi sei giovani, che noi avremmo potuto aiutare se lo avessimo saputo,
perch si sono uccisi? Con la loro mano hanno deciso di
troncare la loro vita e senza nessuna spiegazione. Let del suicidio fra i quindici e i venti anni, si sa benissimo quanti
giovani di quindici anni si uccidono perch non hanno fatto
bene gli esami e non fanno fronte ai paragoni con le famiglie
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degli altri.
Ora, a quellet gli scoraggiamenti sono molti, molto
pi comuni che alla nostra et; perch non si vede ancora la
vita sub specie aeternitatis, questa una frase di Spinoza.
Non si vede tutto il mondo quale noi potremmo vederlo, di
cui siamo unintima parte. Ma tutto quello che capita si riflette su di noi, sulla nostra impossibilit di far fronte. Noi
siamo il centro delluniverso. Dobbiamo dunque sparire se
non siamo stati capaci di affrontare un piccolo problema
quale un compito di matematica o unassurdit di questo genere?
Ora, fortunatamente, chi ha raggiunto la nostra et
sa quanto sia poco importante, quanto tutto passa, come dicevo, ed ha acquistato in genere questa capacit di vedere il
mondo sotto questa forma spinoziana non aspettandosi un
compenso; forse con un senso religioso della vita; non mi
aspetto un compenso nellaldil. Il compenso ce lho in
quello che vivo.
Ora, a questet io non soltanto ho la capacit di godere di quel che faccio, di quello che fanno quelli che lavorano con me; c la mia capacit di godere nellessere in grado
di aiutare qualcuno che non sta bene, derivata proprio dal
fatto di avere imparato, giovanissima, a decentrare lattenzione da me stessa.
Direi che una colpa comune della vecchia et questa lamentela di essere lasciati soli, di non essere aiutati, ebbene, siamo noi che dobbiamo aiutarci.
La societ fortunatamente, e lo dobbiamo appunto
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Due testimonianze
iero Lauriola
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La questione dellanziano come risorsa una costante dellelaborazione culturale che Silvano pone al centro del proprio impegno e delle strategie del sindacato a
partire dalla fine degli anni 70 quando, nel corso di un
convegno dellUnione delle camere di commercio, partendo dallaffermazione che la pensione non tutto, lanci
la proposta del ricorso ad un milione e mezzo di anziani
per lavori socialmente utili ponendo inoltre la questione
dei bisogni affettivi e sessuali delle persone anziane. Afferma ancora Silvano nel suo libro: Sono passati 10 anni
e quella che allora sembrava uneresia diventata oggi patrimonio comune dellintero movimento sindacale e questo non certamente per merito mio o di quel convegno
ma di una realt sociale ed economica che ha spinto in
quella direzione.
Ma, come sperimenter negli anni, questa acquisizione non data una volta per tutte. C chi la pensa diversamente e ritiene che gli anziani siano in una
condizione di privilegio e che tolgono spazi ed opportunit
ai giovani. Siamo alla fine degli anni 90 ed un importante
accademico ed economista, commissario Ue e che in seguito diverr anche senatore a vita e presidente del consiglio, invita i giovani alla rivolta generazionale ed a ribellarsi
contro gli anziani perch siano privati di quelli che essi ritengono siano diritti ma che in realt sarebbero privilegi
ingiustificati. Intendiamoci, che ci siano parti della societ
che scambiano i propri privilegi per diritti inviolabili que-
sto vero come vero che questo di ostacolo allo sviluppo delle opportunit per i giovani. Ma siamo sicuri che
lascensore sociale sia stato manomesso dagli anziani e
dai pensionati per paura di perdere quelli che si tende a fa
passare come privilegi? O non una scorciatoia un po
troppo facile che alcuni periodicamente indicano, non
sempre in buona fede, perch lattenzione non si concentri sulla crescita delle diseguaglianze come uno dei fattori
principali del progressivo chiudersi degli spazi per i giovani? Per dirla con Piketty , alla radice di queste diseguaglianze c il fatto che il tasso di rendimento privato del
capitale r pu essere molto e per molto tempo superiore
al tasso di crescita del reddito e del prodotto g (r>g). Questa diseguaglianza afferma Piketty esprime una contraddizione logica di fondo. Limprenditore tende a
trasformarsi in rentier ed a prevaricare sempre di pi chi
non possiede nientaltro che il proprio lavoro. Le crisi
degli ultimi 15 anni (ed anche pi) sono nate nella finanza
e poi si sono estese alleconomia reale e stanno a dimostrare che il rapporto tra queste due sfere sovente non
sano: la prima invece di servire la seconda tende ad asservirla.
Ed allora, se certi privilegi aumentano non
colpa dei vecchi o, meglio, non pu essere fatta cadere su
di loro, quanto meno in misura maggiore rispetto ad altre
parti della societ, la responsabilit di dinamiche che tendono a togliere spazi ed opportunit ai giovani ed a chiun-
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lultima retribuzione in caso di svolgimento di attivit socialmente utili presso associazioni di volontariato ed organizzazioni non lucrative di utilit sociale. Ma anche
questa misura ha avuto unapplicazione limitata al solo
pubblico impiego e per soli 3 anni, essendo stata abolita
dalla legge Monti Fornero sulle pensioni.
Nelle elaborazioni del sindacato dei pensionati di
fine anni 90 e della Uilp , in particolare, era ben chiaro
che se aumenta la speranza di vita ineludibile la questione di un innalzamento dellet pensionabile e tuttavia
questo non pu intervenire in modo astrattamente rigido
(come purtroppo avvenuto) e senza tener conto che non
tutti i lavori sono uguali. Un conto fare lamministratore
delegato o il presidente di una grande azienda, il giornalista, il docente universitario, il magistrato, il primario ospedaliero (tutti lavori estremamente gratificanti, ben
remunerati e che non si vorrebbe lasciare per il potere ed
il prestigio sociale che assicurano) altro conto fare loperaio agricolo o in un cantiere edile, loperatore sanitario,
linsegnante di scuola materna, la commessa in un negozio
o in un centro commerciale. Ed inoltre un intervento sul
solo sistema pensionistico e dal lato della sola offerta, tralasciando il lato della domanda di lavoro, del tutto insufficiente. Se non si favoriscono un atteggiamento ed una
struttura pi accoglienti verso i lavoratori anziani, modificando lorganizzazione e la cultura del lavoro in azienda,
si rischia di produrre solo effetti di ulteriore spiazzamento
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per questi lavoratori che, espulsi dal mondo del lavoro, rischiano di avere una prospettiva di lunghi periodi senza
reddito. Solo una stretta integrazione tra le politiche attive
del lavoro e della formazione continua e le politiche pensionistiche in senso stretto pu sortire effetti apprezzabili
in grado scongiurare questi rischi.
Unaltra linea guida nellimpegno e nellazione di
Silvano stata ed lunit sindacale. Pi volte ci ha provato: nel 1990 e, quando ho lavorato al suo fianco, tra il
1997 ed il 2000. Non pi la sola unit di azione, giudicata
insufficiente, ma lunificazione in una sola federazione dei
pensionati.
Ma siamo sinceri - scrive nel 1990 in Non di sola
pensione - sotto lunit di azione cova un virulento spirito
di corpo e nessuno di noi ne immune. Un virus che ci
rende pi deboli nei confronti degli interlocutori, delle
controparti e, soprattutto, del sistema dellinformazione.
Se la sigla Uil, piuttosto che quella Cisl o Cgil, emerge di
pi nel corso di una manifestazione; se il tuo nome il
pi citato nel corso di un convegno o di una conferenza
stampa, allora puoi andare a letto felice e contento. ()
Bombardati da un atteggiamento sociale che tende a censurare la vecchiaia per eludere e confinare nellinconscio
collettivo il problema della finitezza dellessere, gli anziani
vivono spesso la loro et come sospesi in un grande vuoto
che non concede punti di riferimento o appigli, che nega
la disperazione cos come la consolazione. Lontana da noi
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andro Roazzi
Se c' un tratto comune nella storia personale e politica di dirigenti come Silvano Miniati e Luigi Borroni va
individuato in quella che una volta si chiamava una scelta
di parte, la scelta di stare dalla parte dei lavoratori. Una
scelta che si collaudava nelle esperienze personali compiute
non solo nei luoghi di impegno politico e sociale ma nella
frequentazione che la dinamica sociale rendeva feconda di
incontri, amicizie, confronti anche duri ma sempre rispettosi in una sequenza di iniziative che andavano dalle condizioni del lavoro, ai rapporti internazionali, passando per
le vicende politiche e sindacali fatte di evoluzione, strappi,
svolte culturali. In questo senso chi ha partecipato agli
eventi degli anni '60 e poi nei decenni successivi stato
sia soggetto di eventi che testimone di cambiamenti profondi.
Ma con una caratteristica sempre molto precisa: assumere il rischio politico come parte del proprio ruolo e
della propria vicenda umana.
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alla sinistra del Psi, cos erano gli sforzi compiuti dai cattolici delle Acli per far prevalere in un campo dominato
dalla Dc e dalla Cisl di Storti una visione unitaria del ruolo
sindacale che aveva anche l'ambizione di muoversi verso
un disegno di societ nuovo e certamente assai lontano
dagli stereotipi degli anni della divisione sindacale e sociale.
Altro tratto che si riveler una costante quello
della sensibilit verso i problemi internazionali, che si alimentava di una intensa attivit di incontri e confronti, ma
anche della consapevolezza di dover destinare uno spazio
ai temi internazionali alla via interna delle organizzazioni
nelle quali si agiva in qualit di dirigenti. Nasce anche cos
la disponibilit politica e concreta a sostenere i movimenti
di liberazione e gli esuli delle dittature, fino a realizzare in
un pi recente passato iniziative di cooperazione in grado
di creare in luoghi di emarginazione, come in Brasile nel
caso della collaborazione fra Miniati e Borroni, le condizioni per una speranza di vita e di crescita dei giovani diversa.
Questa sensibilit sociale acquista per un connotato che denuncia la superficialit di quei giudizi della politica nei riguardi dell'impegno sociale considerato come
una sorta di surrogato minore. In realt essa acquista valore e realizza risultati proprio perch c' una maturit politica ed una convinzione in un'insieme di valori che fa del
profilo politico e di quello di impegno sociale un'unica
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identit, riconoscibile e in grado di influenzare gli ambienti nei quali si opera. Con anche quelle intemperanze
tipiche di chi si batte con energia sui problemi, ma la cui
sincerit rende accettabili.
L'arrivo di Miniati e di Borroni nella Uil non
molto dissimile: l'individuazione del terreno sindacale, un
nuovo riformismo, come quello meglio disponibile ad una
esperienza pi libera e con un connotato di autonomia
dalla sfera dei partiti che comunque garantiva una partecipazione alle vicende politiche del Paese. Un progetto sindacale nuovo, la possibilit di coalizzare esperienze diverse
per far vivere nella Uil una stagione in grado di allargare i
contributi di diverse tendenze oltre quelle tradizionali, la
socialista, la socialdemocratica, la repubblicana. La Uil diventa un luogo di nuova sperimentazione ma anche quello
nel quale l'azione sindacale cerca vie originali ma non si
spoglia di connotati politici per diventare autosufficiente.
Al di l dei percorsi sindacali chi scrive pu testimoniare che quando Miniati assume incarichi nel settore
dei pensionati e poi diventa segretario generale della UilpUil, ricorda come Luigi Borroni conveniva sul fatto che
l'impostazione data alla iniziativa del sindacato dei pensionati era probabilmente il tentativo pi risoluto di creare ,
unitariamente con Cgil e Cisl, un movimento dei pensionati italiani come mai si era visto in Italia.
Era la mia sensazione che iniziavo a seguire le vicende sindacali dall'esterno, era la sua dal suo luogo di os-
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per completare lAsilo nido di CIBAEEVA (Dschang-Camerun), abbiamo preso atto con grande soddisfazione
della iniziativa di un gruppo damici che hanno deciso di
organizzare una raccolta di contributi e di richiedere ai gestori di CIBAEEVA di intestare un aula di studio e ricreazione dei bambini a Bruno Di Odoardo: un amico
italiano.
Noi ci auguriamo che i bambini che frequenteranno quellaula, quelli che frequentano il poliambulatorio di Mingha, coloro che ascolteranno la radio rurale e
frequenteranno i corsi di alfabetizzazione alle nuove tecniche dell informazione e della comunicazione stiano toccando con mano il significato degli impegni degli amici
italiani.
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Poliambulantorio di Mingha-Dschang
Cento ragazzi orfani di genitori morti per Aids
Si curano, studiano, imparano
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Radio rurale
Copertura messaggio centodieci Km di raggio
Collegate alla redazione due aule per formazione
e alfabetizzazione informatica
Presto entrer in funzione redazione romana
INDICE
Presentazione.............................................................pag 7
Introduzione..............................................................pag 13
Perch ho deciso di ripubblicare il mio
intervento al Comitato Centrale della
Uil Pensionati..............................................................pag 23
Relazione di Silvano Miniati al
Comitato Centrale della UIL Pensionati
Grand Hotel Ritz. Roma, 19 ottobre 2007................pag 53
La testimonianza di Rita Levi Montalcini
Prepariamoci alla vecchiaia, rimarremo giovani
(Intervento in occasione dellincontro promosso
dalla UILP presso lEur di Roma, 1990.....................pag 91
La testimonianza di Piero Lauriola............................pag 109
La testimonianza di Sandro Roazzi............................pag 123
Quello che siamo stati importante, quello
che conta cosa stiamo facendo ora e
faremo in futuro........................................................pag 129