Introduzione
Prima di inoltrarci nella trattazione che concerne questo testo sarebbe il caso
della filosofia morale o etica filosofica per cui si caratterizza: l’ambito della prassi
livello internazionale.
Dal punto di vista semantico le due parole non hanno particolari differenze
medesimo significato. Per cui con il termine etica e con il termine morale ci
Fin dall’inizio la filosofia si è posta domande del tipo ‘Che cos’è il bene? (o
Che cos’è bene per me?)’, ‘Quando si può dire che la vita che sto vivendo sia
una vita buona, che merita di essere vissuta ogni giorno?’ ritenendole
inevitabili per chiunque a un certo punto della vita.
Per i primi filosofi, quelli naturalisti, l’indagine filosofica è partita dall’origine
del reale, sull’ordine che lo guida , sul principio della phisis, per cui la
domanda intorno al bene non è stata posta esplicitamente sebbene non si può
escludere dall’interesse per la realtà l’interesse sulla realtà dell’uomo. In ogni
modo è con Socrate (469-399 a.C.) che l’interrogazione filosofica sul bene (to
agathon) viene attuata esplicitamente e in modo approfondito. Con lui la
riflessione diversamente dai filosofi natiralisti acquista un carattere
antropologico ed etico, di cui non si può fare a meno nella riflessione
filosofica. Diviene fondamentale la questione di quale sia la vita buona per
l’uomo.
Nella risposta prevalente che viene data nella filosofia greca( la filosofia
antica) possiamo rintracciare due elementi peculiari:
• la vita buona risiede nella virtù (arete). Intendendo per virtù ciò che
qualifica meglio un essere da tutti gli altri esseri, per l’uomo la sua
virtù risiede nella sua dimensione razionale. La trattazione del bene
viene ad identificarsi con quella della virtù, della sapienza.
• L’idea del bene è ciò che rende conoscibili le cose e le conserva in vita.
Il vero essere è costituito dal mondo delle idee, le quali sono tali perché
partecipi dell’idea del bene, mentre la realtà sensibile è un essere di
secondo livello (verrà chiarito nei prossimi capitoli).