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AMATO MASNOVO

Professore straordinario di Storia della filosofia


medioevale nell'Universit Cattolica del S. Cuore

ANCORA ALBERTO MAGNO

E L'AVERROISMO LATINO <*>

Tutti conosciamo il Siger de Brabant composto e pubblicato dal Mandn*


NET mentre era professore all'universit di Friburgo. L'interesse sollevato da
questo libro nei riguardi del medioevo ha pochi riscontri nella letteratura con*
temporanea.
Nella parte documentaria dell'opera si possono leggere le Quaestiones de
anima intellectiva (i) di Siger di Brabante. La terza questione porta il ti-
tolo : Qualiter anima intellectiva sit perf ectio corporis et forma (2). L pos*
siamo aspettarci qualche cosa che ci aiuti a intendere l'averroismo latino.
In effetto l'averroismo in campo psicologico difendeva la tesi caratteristica
dell'unicit dell'anima intellettiva ot come dicevano, dell'intelletto possibile
per tutti gli uomini. Siffatto intelletto inoltre separato. Finche gli averroisti
si fossero limitati a contendere per l'unicit e la separazione dell'intelletto
agente che, illuminando, aiuta ad intendere ma non intende, la cosa poteva
sollevare un ordine di difficolt a gravit limitata. Ben altra si presentava la
situazione con la proclamazione dell'unicit e della separazione dell'intelletto
possibile il quale formalmente intende. Anche ammesso che la spiritualit sia
qui tutelata a sufficienza; anche a voler essere incuranti della immortalit per*
sonale; l'averroismo non poteva evitare di essere chiamato a pronunciarsi sopra
un fatto di esperienza quotidiana e per lui tanto imbarazzante: l'unione cio
tra corpo e anima intellettiva cos che non uno ma pi sono gli intelligenti, e

(*) Il presente scritto fu letto nella Universit di Friburgo nell'occasione delle solenni
feste in onore di Alberto Magno, alla presenza delle autorit ecclesiastiche e civili della
Svizzera.
Mgr. A. Masnovo (che in quella solenne tornata accademica rappresentava l'Univer*
sit Cattolica e il suo Magnifico Rettore) premise un breve saluto per illustrare il signi*
ficato delle onoranze rese nella trilingue Svizzera Cattolica ad Alberto Magno, qui
tudi en Italie, enseign en France et en Allemagne, et qui ce titre appartient trois
fois la gens lattina , puisqufau Moyen Age on appelait latins les allemands aussi
et les anglais . Chiuse il suo discorso augurando, per mezzo della Universit di Fri*
burgo, la renaissance de cette fraternit mdivale . (N. d. R.)
(i) Mandonnet, Siger de Brabant (Les philosophes belges , T. VII, pag. 145*171).
(2) Ibid*, pag. 150 e ss.

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questi intelligenti col rispettivo intendere si moltiplicano come si moltiplicano


gli uomini che incontriamo lungo la via
Dato cit sul problema dell'unione fra anima e corpo doveva alla perfine
concentrarsi il meglio dello sforzo polemico fra averroisti e antiaverroisti, cosi
da non esservi oggi nessuna specola migliore per seguirne le vicende e lo svi"
luppo. Di qui anche facile prevedere l'importanza, presso Siger della que"
stione surricordata : Qualiter anima intellectiva sit perfectio corporis et
forma .

Anzitutto Siger di Brabante mette sotto gli occhi del lettore le tesi in
contrasto coi relativi argomenti? poi espone in particolare e difende la propria
in confronto di S. Alberto Magno e di San Tommaso d'Aquino; ribatte da ul-
timo le argomentazioni avversarie.
L dove espone e difende il proprio modo di vedere. Siger di Brabante
comincia dall'ammettere apertamente che tra anima intellettiva spirituale e
corpo umano una certa unione bisogna riconoscerla se si ha da poter dire
che homo intelligit , cio intende l'uomo : dico l'uomo della via in carne
ed ossa (i).
Siger di Brabante passa quindi ad assegnare il modo dell'unione.
Da buon averroista mantiene fermo che l'unione avviene non in es"
sendo secondo la dottrina albertino-tomistica o in genere scolastica, ma
in operando? che per l'anima intellettiva non fa da forma in senso rigo-
roso, ma solo in senso largo. Fissato questo punto (senza del quale cadrebbe la
separazione e l'unicit dell'intelletto possibile cio l'averroismo sarebbe rinne-
gato), Siger di Brabante viene ad ulteriori determinazioni.
Ecco le sue parole, le quali hanno una importanza storica forse non rile"
vata abbastanza fino ad oggi. Dice Siger : Et apparet ex jam dictis qualiter
non solum intellectui sed homini attribuatur intelligere. Hoc enim (probabil-
mente? hoc autem) non est quia intelligere est in corpore, eque quia phan-
tasmata sunt in corpore. Sed cum homo intelligat, hoc est verum secundum
partem ejus quae est intellectus: unde, quia intellectus in intelligendo est
operans intrinsecus ad corpus per suam naturam, operationes autem intrinse-
corum operantium, sive sint motus sive operationes sint sine motu, attribuun-
tur composi tis ex intrinseco operanti et eo ad quod sic intrinsece operatur;
immo etiam apud philosophos intrinseci motores vel intrinsece ad aliqua ope-
rantes formae et perfectiones eorum appellantur (2).
Il latino contorto ed lecito pensare che il testo ha patito qualche di-
savventura; ma il senso abbastanza chiaro.

(1) Ibid., pag. 152.


(2) Ibtd., pag. 154.

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Per Siger, averroista, la posizione di^San Alberto Magno e di San Tom-


maso non accettabile, perch costoro, facendo dell'anima intellettiva la forma
del corpo umano, finiscono - a suo avviso - per fare dell'intendere una
funzione organica: mentre per comune ammissione dei contendenti organica
non . Avr un belTinsistere la corrente albertino-tomistica su la distinzione
tra l'essenza dell'anima e le sue facolt: Siger non smetter per questo il
suo ritornello* Dunque per Siger non da cercare nell'orbita del pensiero
albertino-tomistico l'esplicazione soddisfacente del modo d'unione tra anima
e corpo* Se all'uomo intero ha da attribuirsi l'intendere, come in effetto si attri-
buisce, non se ne assegni la ragione, con Tommaso ed Alberto, in ci che
in teiligere est in corpore . N'andrebbe sacrificata la spiritualit; che pure
dev'essere fuori di discussione*
Ma a spiegare l'unione in parola nemmeno giova la vecchia posizione
averroistica che stabilisce il legame fra anima intellettiva e corpo umano a
mezzo del fantasma o della fantasia.
Poich la fantasia, facolt organica moltiplicata nei molteplici corpi umani
vegetativi e sensitivi, somministra la specie intelligibile all'intelletto possibile
unico e separato, ne deriva, pensava il vecchio Averro, un'unione sufficiente
da permettere la moltiplicazione degli intelligenti; da permettere insomma che
al composto sia attribuito' l'intendere dell'intelletto possibile.
La critica tradizionale aveva demolito questo ripiego di Averro con la
considerazione molto semplice ma molto decisiva; che la somministrazione
della specie intelligibile all'intelletto possibile da parte della fantasia poteva, al
pi, fare del corpo umano un oggetto ma non un consoggetto, sia pure remoto*
rispetto all'operazione dell'intelletto possibile. Siger di Brabante accetta la
critica tradizionale, ma persiste a mantenere il suo unico intelletto possibile
separato e a professare tra di esso e il corpo umano una semplice unione in
operando .
Se non che anche Siger di Brabante deve pur determinare questa sem-
plice unione in operando cos da venirne autorizzata l'attribuzione dell'in-
tendere al molteplice composto umano oltre che all'intelletto possibile: -
unico, separato, formalmente intelligente. Siger di Brabante pensa che l'auto-
rizzazione sia legittimata per il semplice fatto che l'intelletto possibile, pur
essendo unico e separato, nonpertanto un intrinsecus operans , opera cio
all'interno del composto umano. Or bene, dice Siger, l'azione dell'operatore
intrinseco denomina anche il composto: tanto da poterne essere detto la for-
ma, almeno in senso largo.
Non questo il luogo per discutere il valore della posizione di Siger.
Qui rilevo soltanto che l'averroismo ci si manifesta gi attraverso le pagine di
Siger sotto una duplice forma. Abbiamo, per cos esprimerci, l'averroismo
del fantasma e l'averroismo dell'intrinsecus operans: pel quale ultimo sta Si-
gero*
Ma c' di meglio. Il primo argomento antiaverroistico riportato da Si-
ger all'inizio della questione in discorso suona cos : Niente agisce se non
per la propria forma o, che lo stesso, niente agisce per un elemento separato

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da se quanta all'essere* Or bene non l'anima a s, ma l'uomo agisce cio


tende mediante l'anima intellettiva. Adunque, bisogna riconoscere che l'an
intellettiva fa da forma rispetto all'uomo e non ne punto separata qua
all'essere (i).
Di fronte a quest'argomentazione Siger di Br. osserva che egli non esita
ad usare il vocabolo forma a proposito dell'anima intellettiva, cio del suo
intelletto possibile unico e separato, purch si prenda il vocabolo non gi in
senso ristretto ma in senso largo, cos da denominare anche un elemento che
comunque operi intrinsecamente alla materia (2). Anzi ci avverte che basta la
condizione di operante intrinseco al corpo umano, quale si osserva, a suo dire,
nell'anima intellettiva bench unica e separata, per essere noi autorizzati a dire
che il composto intende: homo intelligit
Questa teoria d'ispirazione sicuramente averroistica, relativa al modo d'u-
nione tra anima intellettiva e corpo, Siger, proseguendo, la contraddistingue
da altre teorie pure averroistiche non ritenute sufficienti allo scopo. Ecco le sue
parole : Nec est intelligendum quod homo ideo intelligat quod intellectus
sit motor hominis, intelligere enim in homine motum naturaliter praecedit; nec
etiam homo intelligit quia intelligibilia phantasmata sint nobis unita; sed quia,
sicut prius dictum est, cum intellectus intelligendo sit operans sine motu, est
operans in operando unite se habens ad corpus per suam naturam (3).
Adunque Siger di Brabante scarta anche qui, come sopra, quel parti'
colare averroismo che pretende di riuscire a salvare la formula homo intel-
ligit , ricorrendo all'intermediario di fantasmi e di speci intellegibili. Ma non
trova grazia agli occhi di Siger nemmeno quell'altro particolare averroismo
che pretende di riuscire a salvare la formula homo intelligit , stabilendo
tra anima intellettiva e corpo umano il rapporto di motore a mosso. Il lettore
pu osservare che su questo ultimo punto {come del resto sul precedente), Si-
ger e San Tommaso convengono tra loro: e proprio per l'identica ragione
che l'intendere precede il moto (il moto cio della volont e attraverso la vo-
lont), n pu quindi il moto costituire la ragione dell'intendere e delle sue
modalit.
Su questa stessa posizione di pensiero Siger di Brabante insiste nel com-
mento al De Anima pubblicato ultimamente dallo Steeberghen (4). Qui
(L. II, q. 5) Siger di Brabante si domanda : Utrum anima immediate
uniatur corpori . La risposta : ...non est dicendum quod anima uniatur
corpori per operationem et secundum phantasmata sicut dicit Commentator,
et alii per speciem sicut aliqui somniaverunt . Apprendiamo di qui che si
poneva una certa differenza fra l'opinione che per l'unione tra anima intellet-
tiva e corpo invocava il fantasma e l'altra che invocava la specie intelligibile.
Da entrambe si distacca Siger di Brabante. Quanto al rapporto di motore a

(1) Ibid., pag. 150.


(2) Ibid., pag. 155: Ad primm...
(3) lbid.f pag. 155-156.
(4) Fernand van Steenberghen, Stger de Brabant d'aprs ses oeuvres tne dite s. ( Les
philosophes belges, T. XII, pag. 62).

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mosso Siger di Brabante, pur ammettendolo fino a un certo punto, si rifiuta,


anche qui nel Commento, di riconoscervi l'esplicazione sufficiente dell' homo
intelligit : Et quia aliqui antiquorum dixerunt quod tantum unitur anima
intelligibilis ut motor, ideo dixerunt quod unitur per medium, et non invene"
runt illud medium (i).
Sarebbe difficile determinare con esattezza se qui nel Commento Siger
di Brabante affacci poi per conto suo un'opinione identica a quella dell' in*
trinsecus operans professata, come vedemmo, nelle Quaestiones de anima
intellectiva : ma sta sempre che dal complesso dell'opera di Siger di Br.
noi siamo messi di fronte a tre correnti averroistiche.

Ora pu essere utile guardarle un po' queste tre correnti dal punto di vi"
sta dialettico e dal punto di vista storico.
Dal punto di vista storico sorge la domanda : Le tre correnti sono con"
temporanee o segnano invece tre momenti successivi nello sviluppo di un pen<
siero o di una polemica? . Rispondo che le tre correnti segnano proprio i
tre momenti secondo cui durante il secolo XIII si svolge la tesi averroistica
sotto la pressione polemica nel mondo latino. Seguendo con qualche esattezza
questi tre momenti noi ci accostiamo ad una intelligenza sempre pi concreta
della parte di Alberto Magno nella lotta pro e contro Averros sul campo psi"
cologico.
Non difficile constatare subito che il primo momento dell'averroismo
latino si delinea con l'affermazione cruda che fa unita al corpo umano l'unica
anima intellettiva, e pi precisamente l'unico intelletto possibile separato, me"
diante il fantasma.
Alberto Magno nel De unitate intellectus contra averroistas fornisce
36 argomenti contro l'averroismo. Quali correnti mostra egli di conoscere?
Alberto Magno rinfaccia all'averroismo la sua impotenza a spiegare l'unit del
composto umano, quale emerge nell'atto di intendere, particolarmente verso
la fine del trattato a cominciare dall'argomentazione 26a.
La corrente attaccata sempre ed esclusivamente quella che cerca cavar
partito dalla fantasia o, come dice d'ordinario Alberto Magno, dalla immagi"
nazione. Per esempio l'argomento 29 suona cos : ... Si, sicut isti dicunt, in"
tellectus (non) (questo non un intruso manifesto) conjungitur per actum
suum cum anima hominis (cio l'anima individuale vegetativa e sensitiva) per
formas imaginationis, sequitur quod anima hominis (cio ancora l'anima in"
dividuale) nihil operatur per intellectum: quia lumen agentis, quod lucet SU"
per formas imaginationis, abstrahit eas et facit universales et ponit eas uni"

(1) Ibid., pag. 62*63.

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versales formas non in anima hominis sed in intellectu possibili qui in toto
separatus est ab homine .
E veniamo a l'argomentazione 32a. Qui Alberto Magno stabilisce anzi-
tutto che l'intelletto possibile averroistico non pu fare da atto primo nei
confronti dell'uomo; poi, che nemmeno pu fare da atto secondo: di guisa
che preclusa la via ad attribuire al composto umano e all'anima propria di
ciascun uomo l'operazione di questo unico e separato intelletto possibile. Or-
bene, mentre discute S . Alberto Magno il tentativo averroistico di una unifi-
cazione se non in essere o atto primo almeno in operando o atto secondo
l'attenzione portata ancora sulla fantasia o immaginazione in vista di sta-
bilire in linea generale che secundum quod isti dicunt, anima intellectiva
nec ut actus primus nec ut actus secundus conjungitur homini .
Per quanto si scorra il De unitate intellectus di Alberto Magno non
si trova cenno di altro tentativo da parte degli averroisti latini per spiegare
l'unione fra l'intelletto possibile separato ed unico con l'uomo vivente sensi-
tivo e molteplice in vista di rendere possibile l'attribuzione dell'intendere ai
composto.
Certo la teoria platonica dell'unione fra anima e corpo come di motore
con mosso non ignota ad Alberto Magno. Ma egli non sa nel De unitate
intellectus di una sua applicazione averroistica per spiegare quell' homo in-
telligit : cos ostico per chi vi si adopera dattorno con i fantasmi e con le
speci intelligibili alla maniera di Averros. Al pi al pi il dibattito contro la
26a argomentazione averroistica e qualche altra lascia intravvedere l'inizio mal-
sicuro del ricorso al rapporto di motore a mosso fra anima e corpo.
Passiamo per un momento dal De unitate intellectus di Alberto Magno
al De unitate intellectus di S. Tommaso d'Aquino. Qui noi assistiamo alla
comparsa di individui i quali non soddisfatti dei risultati ottenuti con i fan-
tasmi e con le speci intelligibili cercano esplicitamente e decisamente di cavar
partito dalla teoria platonica suaccennata per spiegare 1' homo intelligit .
Cos l'averroismo si tinge di platonismo. Quidam scrive S. Tommaso
videntes quod secundum viam Averrois sustineri non potest quod hic homo
intelligat in aliam divertunt viam et dicunt quod intellectus unitur corpor
ut motor {1). Dato il rapporto di motore a mosso, diverrebbe possibile per
costoro l'attribuzione dell'intendere al composto umano. Non disturbiamone il
sonno secolare: lasciamoli in pace.
Ci basti rilevare che quando San Tommaso scrive il suo De unitate in-
tellectus contra averroistas , la polemica gi entrata in un secondo moment
ignoto al De unitate intellectus di Alberto Magno.
Si aggiunga ora che S. Tommaso nel suo De unitate intellectus contra
averroistas tace completamente a proposito della speciale posizione averroi-
stica adottata da Siger di Brabante.
Il De unitate intellectus di San Tommaso nella prima sua parte oc-

(1) S. Thomae Aquinatis, Opuscua philosophic a et theologica ..., Tiferni Tiberini,


1886, vol. I, pag. 474.

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cupato a stabilire quale unione intercorra fra anima intellettiva e corpo umano,
per discorrere poi nella seconda intorno alla teoria dell'unicit di questa stessa
anima per tutti gli uomini La seconda parte comincia appunto cos : His
igitur consideratis quantum ad id quod ponunt intellectum non esse animam
quae est nostri corporis forma neque partem ipsius sed aliquid secundum sub"
stantiam separatum, considerandum restt de hoc qudd dicunt intellectum pos*
sibilem esse unum in omnibus (i).
Orbene nella prima parte dell'opuscolo affermata la necessit dell'unione
dell'anima intellettiva al corpo umano come di forma alla sua materia soltanto
in contrasto a quegli averroisti, che esplicavano l'unione o mediante il vin-
colo del fantasma o mediante il rapporto di motore a mosso Nessuna parola
circa l'opinione che reputava di salvare a sufficienza l'unione effettuale tra
anima intellettiva e corpo umano adducendo per ragione che detta anima nei
confronti del corpo umano un' intrinsecus operans .
La conclusione di tutto ci che si devono riconoscere tre momenti nello
svolgimento della polemica averroistica : l'ultimo, da caratterizzare per via
dell' intrinsecus operans , ignoto a S. Tommaso e a S. Alberto Magno
Anzi Alberto Magno ignora pure il secondo momento, nonostante abbia so-
pravissuto a S. Tommaso d'Aquino.
La quale ultima osservazione sta a confermare quello che ebbi occasione
di sostenere in altro studio: che cio S. Alberto Magno divenne cogli anni
estraneo alle vicende della lotta antiaverroistica, particolarmente avuto riguardo
al centro parigino. Le risposte ai quindici problemi propostigli da Egidio di
Lessines sono prova sufficiente dell'asserzione: ma non inutile che la con-
ferma ci sia ora venuta anche per altra via.

Ma qui nasce un problema. Alberto Magno sarebbe dunque col suo De


Unitate Intellectus restato speculativamente o dialetticamente inferiore alle
future vicende delle battaglie averroistiche?
Niente affatto. Tra averroisti e antiaverroisti punto fuori di questione
che l'atto dell'intendere spirituale; che perci esso non pu avere per con-
soggetto di emissione l'organo ossia il corpo. Ma se cos , l'attribuzione del-
l'intendere al composto umano pu avvenire solamente a seguito dell'unione
fra anima intellettiva e corpo umano quanto all'essere: alla quale tesi l'aver-
roismo non pu adattarsi senza rinnegare in pieno se medesimo.
Or Sant'Alberto Magno, inaugurando la lotta antiaverroistica ebbe il fe-
lice e geniale intuito di porre in evidenza che lo spirituale intendere umano
implica appunto la comunit nell'essere tra corpo ed anima intellettiva : e mise

(i) bid., pag. 479.

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cos l'averroismo, subito al primo assalto, con le spalle al muro Dal grav
colpo l'averroismo non pot rialzarsi mai pi, per numerosi che fossero i s
atteggiamenti nel divenire della storia. Alberto Magno, quasi a contropr
della sua dottrina, osserv pure con molto acume che per la medesima an
l'uomo vegeta, sente ed intende: non essere quindi possibile evitare l'att
buzione dell'intendere al composto; d'altra parte, essendo l'anima che ve
e sente forma sostanziale del corpo doversi ammettere che l'anima intellet
sia anch'essa forma [sostanziale] del corpo e con questo comunichi nell'es
sere: in recisa opposizione a quello che l'insegnamento di qualsivoglia ave
roismo sotto qualsivoglia veste; o esso invochi per spiegare l'unit uman
fantasma, o invochi il rapporto di motore a mosso, o invochi piuttosto l'
trinsecus operans.
Pertanto non affatto da dire che Alberto Magno sia restato inferi
alle future vicende dell'averroismo: come non a dire, per ragioni analog
di S. Tommaso.
Pu essere utile udire le parole stesse di Alberto Magno. Questi nel De
unitate intellectus , sotto l'argomento terzo, fa contro l'averroismo la consider
razione che impossibile pretendere di far comunicare in un'azione o in un
atto secondo (per es. l'intendere) un composto, come quando si dice homo
intelligit ; e poi (alla maniera averroistica) non farlo comunicare nell'essere
o atto primo, affermando invece unica per tutti gli uomini e separata l'anima
intellettiva. Nihil secundum agere est actus secundus alicujus nisi quod se*
cundum esse substantiate est actus primus ejusdem . Dopo queste parole Al'
berto Magno, che ne comprende tutta l'importanza e tutta l'efficacia irresisti'
bile, esce in una chiusa che d la misura della sua piena consapevolezza : Et
haec ratio meo judicio est adeo fortis quod ei non potest responden (i).
Continuando a svolgere questo suo concetto fondamentale, Alberto Ma*
gno rileva che fra anima intellettiva e corpo umano va affermata l'identica
comunione, sostanziale e moltiplicatrice, che intercede tra anima sensitiva o
vegetativa e corpo umano: perch l'anima vegetativa, l'anima sensitiva e l'a*
nima intellettiva sono in realt un'anima sola. Introdurre una pluralit di anime
da persone poco esperte in materia filosofica. Quod autem dicunt quidam
has tres esse substantias in homine non reputo opinionem sed ridiculum; et
non dixerunt hoc aliqui peripateticorum, sed quidam latini naturam animae
nescientes hoc confinxerunt, et a nobis est in multis locis improbatum (2).
Cos scrive Alberto Magno sotto l'argomento 12 del De unitate intellectus .
Ad escludere la triplice anima platonica lo induce il fatto che l'anima forma :
Quia error pessimus est dicere unius subjecti possibiles esse substantias, cum
illae substantiae non possunt esse nisi formae... (3).
In questo passo si afferma non poter essere triplice l'anima nell'uomo,
perch l'anima forma e per ogni soggetto la forma unica. Parrebbe dover

(1) B. Alberti Magni, Opemm, T. V, pag. 226, Lugduni, MDCLI.


(2) Ibid,
(3) Ibtd., pag. 228.

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noi attribuire ad Alberto Magno la teoria dell'unica forma oltre a la teoria del'
Tunica anima Non voglio insistere su questo ultimo punto*
Se dal De Unitate Intellectus di Alberto Magno passiamo al suo De
Natura ed origine animae noi vediamo che sotto il cap 6 del Trattato primo
vi si svolge pur l ampiamente il concetto che, data l'identit nell'uomo tra
anima vegetativa sensitiva, intellettiva, bisogna eliminare la posizione aver-
roistica : la quale porterebbe, tra molt'altro, a dover ammettere che una nu-
mero digestio et unum numero augmentum et unus numero visus et imagi-
natio et memoria sint in omnibus hominibus: quod absurdum et derisione
dignum est (i). Basta ci, soggiunge Alberto Magno, per soppiantare intera-
mente la posizione averroistica. Hoc solum est ex quo totus dissipatur error
Averrois (2).
Fors'anche queste parole si possono e si debbono interpretare cos : Sta
tutta qui la confutazione dell'averroismo . Se l'interpetazione , come credo,
esatta, bisogna convenire che Alberto Magno ebbe una coscienza tanto acuta
del vero punto debole dell'averroismo che non la dimostrarono maggiore gli
anni, anzi i secoli posteriori La fragilit dell'averroismo sta proprio nella impo-
tenza del suo atteggiamento di fronte all'unit dell'anima cio della vita sen-
sitiva, vegetativa, intellettiva: unit imposta dall'identit della coscienza uma-
na che riferisce il sentire e l'intendere
San Tommaso cammina dentro la sca di Alberto Magno. Indiscutibil-
mente c' uno sviluppo nel processo argomentativo tomistico; anche maggior
finezza che non in Alberto Magno. Con l'Aquinate siamo gi in pieno pro-
cesso di introspezione, come altrove dimostrai e qui non luogo di ripetere.
Ma in fin dei conti il terreno su cui si muove San Tommaso il medesimo
scelto da Alberto Magno. L'uno e l'altro concludono all'anima intellettiva come
forma sostanziale moltiplicabile col corpo umano in quanto ne hanno fatto un
principio sostanziale di operazione identico al principio sostanziale dell'opera-
zione sensitiva. Alberto Magno, oltre che al principio del sentire, ha volto
l'occhio anche al principio del vegetare.
Pu ammettersi che San Tommaso non abbia conosciuto almeno il De
Unitate Intellectus del suo Maestro? Alberto Magno, riportando l'opuscolo
in discorso nella sua Somma Teologica lo conchiude con queste parole: Haec
omnia aliquando collegi in Curia existens ad praeceptum Domini Alexandi
Papae: et factus fuit inde libellus quem multi hbent ... (3). Tra questi molti
porremo noi o non porremo San Tommaso? Basta farsi la domanda per avere
la risposta.
dunque messo in chiaro che Aberto Magno, pur avendo scritto sull'a-
verroismo mentre la polemica era al suo primo stadio, domin speculativa-
mente anche la situazione avvenire. Naturalmente dico ci prescindendo dal-
l'opuscolo tardivo De quindecim problematibus ; il quale non rappresenta
affatto un momento vitale del pensiero albertino.

(1) Ibid., T. V., pag. 194*195.


(2) Ibtd., pag. 194.
(3) Ibid., T. XVIIII, pag. 394. (Summa Theol, P. II, Tr. XIIII, Q. LXXVII, M. III).

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Pertanto non fa meraviglia se Siger di Brabante, scrivendo le Quaest


nes de anima intellectiva attorno al 1270, nomina insieme quali campio
delTantiaverroismo S. Alberto Magno e San Tommaso d'Aquino, conceden
anzi ad Alberto Magno sempre il primo posto Dicunt praecipui viri in p
losophia Albertus et Thomas (1). Prima Alberto e poi Tommaso: ecco pe
Siger di Brabante l'ordine delle precedenze*

Pu darsi che taluno, seguendo il mio breve studio, si sia domand


un certo punto: Sono dunque posteriori le Quaestiones de anima inte
di Siger anche al De unitate intellectus di San Tommaso? Ris
Credo di averne fornito le prove, pur mantenendomi lontano dalle esagera
del Chossat (2). La tesi della precedenza cade e la polemica averroi
colora ben diversamente da come l'ha narrata il Mandonnet. Ma chi co
ster allo storico domenicano di avere fatto rivivere - nonpertanto
pagina splendida della filosofia medioevale? (3).

(1) Mandonnet, Siger de Brabant . (Les philosophes belges , T. VII, pag. 152
(2) Chossat, Samt Thomas d*Aqum et Stger de Brabant ( Revue de philos
1914, N. 6-7).
(3) Mandonnet, Stger de Brabant . ( Les philosophes belges, T. VI, pag. 110
le trait de Siger de Brabant De anima intellectiva et celui de Saint Thomas q
la refutation De Unitate Intellectus contra Averroistas ...

RIASSUNTO

Si dimostra che dal De unitate intellectus di Alberto Mag


l'averroismo latino si svolge per tre momenti. I due ultimi s
gno: non pertanto sono da lui superati speculativamente. Si p
bilire, contro la tesi del Mandonnet, che le Quaestiones de an
sono posteriori al De unitate intellectus di San Tommaso.

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