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II.
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198 STUDI E RICERCHE DI STORIA DELLA FILOSOFIA
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ALBERTO MAGNO DI FRONTE ALL'AVERROISMO 199
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200 STUDI E RICERCHE DI STORIA DELLA FILOSOFIA
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ALBERTO MAGNO Dl FRONTE ALL'AVERROISMO 201
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202 STUDI E RICERCHE DI STORIA DivLLA FILOSOFIA
geva d'un tratto in faccia alla teologia: una saggezza pagana si tro
d'improvviso al cospetto della saggezza cristiana; e il sapere prof
non era pi rappresentato dal modesto e inoffensivo corteo delle ar
berali, bens dalla possente sintesi scientifica del peri patetismo.
l'aristotelismo e la teologia cristiana, il conflitto era inevitabile, gia
che su molti punti le due concezioni del mondo accusano profonde d
vergenze. A Parigi due gruppi universitari rivali si trovaron di f
te: la Facolt delle arti e la Facolt di teologia. Noi abbiamo assist
a una prima scaramuccia fin dal principio del secolo XIII: la vitt
dei teologi ha rallentato per qualche tempo l'avanzata dell'aristo
smo, ma questo s' imposto non ostante le interdizioni, lo statuto
19 marzo 1255 ne ha consacrato il trionfo. teologi stessi non sono sf
giti alla sua azione... .
Due concezioni del mondo, dunque, si trovaron di fronte: la sag-
gezza pagana e la saggezza cristiana. Ora appunto la saggezza pa-
gana, e pi precisamente l'aristotelismo, che nel secolo XJH9 si disse
filosofia ; e per questo appunto Aristotele si disse il cc filosofo , il
maestro di color che sanno , il maestro e duca de l'umana ragione .
Ma la teologia, la saggezza cristiana, era anch'essa una concezione del
inondo. Dunque era anch'essa una filosofia: la filosofia che i cristiani
avevano elaborato colla loro ragione, nel bisogno di giustificare a se
stessi e agli altri la ragionevolezza della loro fede, e di confutare l'irra-
gionevolezza della saggezza pagana. E questa saggezza cristiana rap-
presentata dalla teologia la vera, la sola filosofia del medio evo cri-
stiano. La sapienza pagana fu per essi filosofia in un senso conven-
zionale, cio in quanto significava dottrina dei filosofi, e pi preci-
samente in quanto era sinonimo di peripatetismo .
Questa filosofia aristotelica per altro conteneva una teoria della na-
tura e delle cause dei fenomeni naturali che ai teologi mancava e della
quale non tardarono a sentir la mancanza. S che appena si furon fa-
miliarizzati con essa, i latini finiron per accettarla, pur mantenendo di
fronte ad essa diversi atteggiamenti che posson ridursi principalmente
a tre.
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ALBERTO MAGNO DI FRONTE ALL'AVERROISMO 203
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204 STUDI E RICERCHE DI STORIA DELLA FILOSOFIA
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ALBERTO MAGNO DI FRONTE ALL9 AVERROISMO 205
alieno da ritenere (Ilm die Datierung von Alberts des Grossen Ari*
stotelesparaphrase , in Philos. Jahrbuch der Grres-Gesellschaft ,
vol. 48, 1935, p. 447) che possano essere stati composti, se non proprio
negli anni del provincialato del maestro di Colonia (1254-1257), per
10 meno negli anni immediatamente successivi (1258-1260), s da po-
ter comodamente esercitare quell'azione preventiva che il Van Steen-
berghen avrebbe voluto, e che invece non esercitarono affatto, seppure
non esercitarono un'azione d'incitamento.
Gli altri scritti del domenicano tedesco eli e interessano da vicino
la storia dell'Averroismo latino, sono il secondo libro del De intel-
lectu et intelligibili , ricordato nella Metaphys V, tr. 6, e. 7 (cfr.
Pelster, 1. c., p. 451-2) anche col titolo indipendente De perfectione
animae intellectualis , il De natura et origine animae 9 il De unitale in -
tellectus , il De quindecim problematibus e il commento all'undecimo
della Metafisica. Determinare con esattezza la data di composizione
di questi scritti, tranne che per il penultimo, sembra per ora difficile,
anche dopo quanto ne hanno dissertato con acume e dottrina il Pelster,
11 Geyer, il Meerssmann e il Roland-Gosselin, non foss'altro per la
ragione che tutti, o quasi, sono stati ordinati diversamente in diversi
momenti dall'autore, e quindi verosimilmente ritoccati e rielaborati
pi o meno profondamente. Cos, per esempio, il De natura et ori-
gine animae citato due volte nella Metafisica (I, tr. 1, c, 5, e tr. 5,
c. 15) col titolo di Epistola de natura animae et contemplatone, indi-
rizzata ai soci (cfr. Meerssmann, Introductio in opera omnia B. AU
berti Magni O. P., Bruges,, 1931, p. 46). Nel De animalibus (I, tr. 1,
c. 5; cfr. Pelster, 1. c., p. 454), Alberto stesso cita questa trattazione
come parte di quest'opera. Pi tardi, torn a farne un trattato a s e
pens di ordinarlo dopo il secondo libro del De intellectu et intelli-
gibili (II, c. 12). Eppure, non ostante tutte queste vicende, se guar-
diamo al contenuto dell'opuscolo, appare evidente che esso, per la tesi
eWinchoativum formae9 strettamente legato al primo libro del com-
mento alla Fisica , ritenuto una delle prime parafrasi aristoteliche d
Alberto, e penso che alla caratteristica opinione ivi sostenuta sull'ori-
gine dell'anima, l'Aquinate intenda riferirsi nella somma Contra gen-
tiles, II, c. 89, ove dichiara che essa contiene ben tre impossibilia in
natura . Ed oltre che col commento alla Fisica a me sembra ugual-
mente in stretto rapporto colla parafrasi del De anima e col De in-
tellectu et intelligibili .
Quest'ultimo trattato, che originariamente era formato da un unico
libro, come ha dimostrato il Pelster, 1. c., p. 452 (cfr, Scholastik ,
1935, p. 237), citando il Cod. Vat. Lat. 718 (e potrebbe ricordarsi an-
che il codice della Biblioteca Angelica di Roma, n. 508, fol. 140ra-
145rb, ove il trattato dato come anonimo!), dipende, anche per il
secondo libro del commento al De anima9 del quale vuol essere uit
complemento, per esplicita dichiarazione dell'autore (De intelL et in -
tellig I, tr. 1, c. 1; cfr. De sonino et vigilia , I, tr. 1, c. 1). Il quale
dichiara di volersi attenere agl'insegnamenti dello Stagirita, cuius
.librom de bac scentia licet non vidimus - egli confessa - tarnen di-
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206 STUDI E RICERCHE DI STORIA DELLA FILOSOFIA
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ALBERTO MAGNO Dl FRONTE : ALi/ AVERROISMO 207
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208 STUDI E RICERCHE DI STORIA DELLA FILOSOFIA
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ALBERTO MAGNO DI FRONTE ALL'AVERROISMO 209
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lO STUDI E RICERCHE DI STORIA DELLA FILOSOFIA
questo punto Alberto ha tenuto fermo in tutti gli altri suoi scritti ari-
stotelici. Cos, per esempio, nel De intellectu et intelligibili , I, tr. 1
c. 7, nel De natura et origine animae , I, c. 7, nel De unitate intellectus
nel De quindecim problematibus, I, e nel commento alla Metafisica
XI, tr. 1, c. 9.
Ci non di meno, egli d gran peso alle due principali ragioni ch
indussero Averro a postulare l'unit dell'intelletto possibile, e cerc
come soddisfare a quel tanto che contengono di vero, senza negare l'in-
dividualit della coscienza umana. Ed qui che egli trae profitto dal
sua farraginosa erudizione, nella quale lo stoicismo costantement
confuso col platonismo, e il neoplatonismo col pi schietto peripate
tismo.
L'argomento in favore dell'unit dell'intelletto, che senza dubbio ha
fatto pi colpo sull'animo d'Alberto, questo, riassunto cos nel De
intell. et int eilig. , I, tr. 1, e. 7 (cfr. De anima , III, tr. 2, c. 7):
Omne quod suscipit aliquid, suscipit illud secundum suae popriae naturae po-
testa tem; intellectus autem in se recipit universale, eque est universale, secundum
quod huiusmodi, nisi in intellectu; oportet igitur quod natura intellectus sit univ r-
alis, quia, si esset individua, individuaretur omne id quod est in ipso. Omnis enim
forma individuatur per individuationcm sui subiecti in quo est.
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ALBERTO MAGNO DI FRONTE ALL'AVERROISMO 211
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212 STUDI E RICERCHE DI STORIA DELLA FILOSOFIA
Questo concetto che l'anima umana forma del corpo per via delle
sue facolt organiche, e non in essentia sua et perfetiori potestate )),
fornisce ad Alberto una soluzione, ben diversa da quella proposta da
Tommaso, dell'argomento col quale Averro riteneva d'aver dimostrato
l'unit dell'intelletto possibile. Per il fatto della sua separazione dal-
la materia, l'intelletto umano in se stesso un principio di universalit
senza perdere l'individualit che gli deriva dall'unione alle facolt or-
ganiche (ib., c. 13):
Iam... concessimus quod intellectus est separatus secundum se, coniunctus au-
tem per hoc quod, in eadem substantia existens , communicat ei quod communiait
corpori per se, sinn sunt phantasia et sensu; et sic intellectus est hoc aliquid, licet
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ALBERTO MAGNO DI FRONTE ALL'AVERROISMO 213
non sit aliquid intelligibilium nisi quando intelligit seipsum; et de hoc inferius
Aristotelis dictis rationem reddemus. Et ideo concedendum est, quod subiectum in
ligibilium non est unum in numero in omnibus; et ut hoc discordamus ab Aver
t concordamus cum Avicenna et Algazele et cum Aristotele, ut videtur ubi vo
intellectum ''partem animae", quae quidem anima est perfectio corporis organici,
non pote st esse eadem numero in diversi s . Sed universalis est intellectus secund
te, et ideo quod est in ipso secundum se est etiam secundum actum universale
hoc oportet secundum Peripatticos esse commune apud omnes et idem intellectum
universale in anima mea et in anima tua ; ....Licet enim intellectus meus sit individ
et separalus ab intellectu tuo, tamen, secundum quod est individuus, non habet un
versale in ipso; et ideo non individuatur id quod est in intellectu, sicut nec colo
individuantur a luce abstrahente eos, sed potius a materia et appendiciis mater
quae sunt situs et figura et huiusmodi. Sic igitur universale , ut universale , est ub
et semper idem omnino et idem in animabus omnium, non recipients indh)iduation
ab anima : non tamen scientia unius est scientia alterius, vel speculatum ab uno
epeculatum ab altero, quoniam speculatio perficitur ex motu pumtasmatis. Simil
autem scientia ex universalibus est, quae fiunt ex multis memoriis et experientiis,
non sunt eaedem omnium.
Et hoc est quod superius diximus, quod speculativi intellectus sunt unus in eo
quod speculativi intellectus sunt, sed sunt multi secundum quod illorum vel illorum
unt: et hoc in determination convenit nobiscum Averroes , licet in modo abstrac-
tions intellectus parumper diffrt a nobis .
E cos, ancora ima volta, Alberto afferma il suo quasi completo ac-
cordo con Averro il suo disaccordo cogl' interpreti latini d'Aristotele.
Ma ad intender meglio il concetto che l'anima razionale , s, forma
del corpo umano, ma solo in quanto legata al corpo dalle sue facolt
organiche, e non in essentia sua et perfectiori parte , giover ricor-
dare la teoria ch'egli espone sull'origine di essa nel De natura et ori-
gine animae. Questa teoria si ricollega, per espresso riferimento del-
l'autore, alla dottrina dell' inchoatio o inclioativum formae espo-
sta da lui nel commento al primo libro della Fisica , e per la quale mi
permetto di rimandare a quanto ne stato detto nei Rendiconti della
Classe di Scienze morali dell'Accademia Nazionale dei Lincei (serie VI,
vol. XII, fase. 1-2, pp. 3-38) e nel Giornale Critico della Filosofia Ita-
liana (XII, 1931, pp. 447- 456; e XXII, 1941, pp. 37-39). Secondo questa
dottrina, v' nella materia dell'embrione umano un principio attivo, a
guisa di cominciameli to della forma che attuer il corpo umano al ter-
mine del suo sviluppo genetico. Questo princpio o germe attivo, che
gli Stoici dissero cc ragione seminale , trae origine dalla luce della
prima mente, che raggiando feconda delle idee eterne la materia. Di-
retto dalla luce del primo motore che volge ogni cosa al suo segno, que-
sto principio attivo attua dapprima nell'embrione la vita vegetativa;
indi la vita sensitiva; ma questa sebbene ordinata all'intelligenza, non
potrei he farsi anima razionale senza il diretto intervento della prima
causa che crea in essa l'intelletto dal di fuori :
Sicut in aliis, ita etiam in homine inchoatio vegetativi est in materia et in e&
primo substantiae animandae, et inchoatio sensibilis est in vegetativo, et inchoatio
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214 STUDI E RICERCHE DI STORIA DELLA FILOSOFIA
rational is in sensitivo est... Ostensum est etiam per antedicta, quod substantia i
est anima hominis partim est ab intriseco et partim ab extrnseco Ingrediens ; quia
Vegetativum et sensitivm in homine de materia educantur mediante virtute, form
quae est in gutta matris et patris, tarnen haec formativa non educeret eas hoc
prout sunt potentiae rationalis et ifftellectualis formae et substantiae, nisi secu
quod ipsa formativa movetur informata ab intellectu universaliter movente in
generationis; et ideo complementum ultimum , quod est intellectualis formae
etantiae, non per instrumentum neque ex materia, sed per lucem suam influit
lects primae causae purus et immisUis .
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ALBERTO MAGNO DI FRONTE ALL'AVERROISMO 215
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216 STUDI E RICERCHE DI STORIA DELLA FILOSOFIA
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ALBERTO MAGNO DI FRON I E ALL'AVERROISMO 217
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218 STUDI E RICERCHE DI STORIA DELLA FILOSOFIA
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ALBERTO MAG> O DI FRONTE ALL'AVERROISMO 219
Qui autcm simplici primo et divino intellectui coniunctus est, divirius est t
optimus in scientiis et virtutibus, ita quod, sicut dixit Homerus, non videbitur viri
m ort al i ? filius esse, sed Dei (De intll et intellig II, c. 9).
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220 STUDI E RICERCHE DI STORIA DELLA FILOSOFIA
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