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Il platonismo come risposta filosofica a una società e a una cultura

in crisi pag 184-188


I motivi del platonismo sono da ricercare in un quadro socio-politico della decadenza del periodo. Dal
punto di vista politico infatti la Grecia aveva appena attraversato il tramonto dell'età dell'oro, l'avvenuta
dei Trenta tiranni e lo stabilirsi di una nuova democrazia che si era macchiate le mani con il sangue di
Socrate.
Essere arrivati ad uccidere Socrate, l'uomo più giusto di tutti (secondo Platone), era sintomo di una crisi
culturale e dell'uomo nella sua totalità. La morte di Socrate è il punto di origine della filosofia di Platone
poiché è vista come simbolo di crisi e come speranza di superamento del relativismo dei sofisti.
Per superare questa crisi dunque c'era bisogno di una riforma globale dell'uomo che avrebbe portato ad una
rinnovata filosofia ed a una rivoluzione culturale e politica alla luce del sapere.

La vita
Nato ad Atene nel 427 a.C in una famiglia aristocratica, diviene alunno e poi seguace
di Socrate dai vent'anni fino alla morte del suo maestro. Il suo sogno è sempre stato
quello di dedicarsi alla politica, ma la morte del mentore lo colpì per la sua
ingiustizia imperdonabile e lo convinse che la politica del tempo era troppo corrotta,
poiché si basava sul relativismo sofistico e quindi sulla legge del più forte. La
filosofia gli sembrò l'unico modo per redimere la politica e portare l'uomo e la
comunità verso la giustizia. Platone infatti pensava che fino a quando i filosofi non
fossero divenuti reggitori di Stato, o i reggitori di Stato filosofi, la crisi sarebbe
perdurata in eterno.
Dopo la morte del maestro, si recò a Megara, da Euclide, in seguito in Egitto e a
Cirene. Importante fu il viaggio a Siracusa dove strinse amicizia con Dione, cognato
di Dionigi il vecchio; fu fatto schiavo e fu riscattato da Anniceride. I soldi del riscatto furono utilizzati per
fondare l'Accademia di Platone, che prese questo nome poiché fu istituita nel ginnasio fondato da
Accademo. Tornò a Siracusa richiamato da Dione e fu tenuto quasi prigioniero da Dionigi il Giovane; riuscì
a scappare e tornò ad Atene, dove rimase fino alla sua morte nel 347 a.C a 80 anni.

Le opere e le ''dottrine non scritte''


Platone è uno dei primi filosofi dell'antichità di cui ci sono pervenute tutte le sue opere: 34 dialoghi e 13
lettere. Grazie alle molteplicità delle testimonianze possiamo dividere in tre parti i periodi di scrittura di
Platone:
• I periodo : scritti giovanili o socratici
• II periodo : scritti della maturità
• III periodo : scritti della vecchiaia

Platone tenne inoltre dei corsi intitolati ''Intorno al bene'' ma ritenne opportuno non mettere per iscritto i
suoi insegnamenti, poiché era un argomento troppo profondo.

Socrate e Platone
Le dottrine tipiche di Platone non hanno niente a che fare con le idee fondamentali dell'insegnamento di
Socrate, tende a cercare però un'interpretazione della personalità filosofica del maestro, e a esprimere ciò che
incarnava.
Il dialogo è lo strumento di esposizione utilizzato da Platone non solo come un atto di fedeltà verso il
silenzio letterario di Socrate, ma anche per mostrare la filosofia come sapere aperto che riproduce passo
per passo la ricerca delle soluzioni ai problemi.
Platone vede infatti la filosofia come la ricerca continua e incessante mai conclusa, di una verità che
l'uomo non può possedere mai totalmente.
Mito e filosofia
Platone utilizzò oltre al dialogo, il metodo dei miti: ossia dei racconti fantastici attraverso i quali possono
venire espresse teorie e dottrine filosofiche.
Due sono le principali ragioni di utilizzo dei miti :
è uno strumento più accessibile

poiché ci si può spingere a parlare di realtà che

oltrepassano la ragione.
Il mito è quindi una teoria verosimile che pur essendo indimostrabile e indimostrata, viene
presa come vera.

Francesca Alvau III F

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