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UMBERTO ECO
SEMIOTICA E FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO
Il significante è la parte fisicamente percepibile del segno linguistico: l'insieme
degli elementi fonetici e grafici che vengono associati ad un significato (che
invece è un concetto mentale), che rimanda all'oggetto (il referente, ciò di cui
si parla, un elemento extralinguistico):] tracciando la lettera 'C' su un foglio, si
avrà come segno un semicerchio nero, il cui significante sarà 'c' ed il
cui significato sarà "la terza lettera dell'alfabeto".
II. Il contenuto
i) Significato e sinonimia: i modi più comuni per registrare il
significato di un termine sono: termine equivalente in
un’altra lingua; la definizione; il sinonimo; convenzione
barre/virgolette basse. In ogni caso tutti questi modi sono
posti sotto il meccanismo di equivalenza bicondizionale. Le
definizioni /significato/ e /sinonimia/ si implicano
reciprocamente e quindi la definizione di significato come
sinonimia è circolare. La circolarità può essere rilevata solo
empiricamente (=non scientificamente). La circolarità
resto.
I predicabili stabiliscono il modo di
predicazione di ciascuna delle
categorie: ci possono quindi essere tot
alberi di Porfirio (uno delle sostanze
che permetta di definire l’uomo come
essere razionale mortale, uno delle
qualità che permetta di definire il
porpora come una specie del genere
rosso e coì via). Non esiste un albero
degli alberi, ma non si esclude che ci
possa essere un numero finito di
inventari finiti.
Secondo Porfirio il genere è ciò a cui è subordinata la specie, e la
specie è ciò che è subordinato al genere; sono due termini relativi
(un genere posto su un nodo alto dell’albero definisce la specie
sottostante, la quale sarà il genere di una specie ancora più
sottostante ecc…) ma non si tratta di un rapporto bicondizionale.
Ma quando Porfirio definisce specie e genere non ha ancora
introdotto una definizione per il definito, creando un albero solo di
specie e generi: in un albero del genere uomo e cavallo non sono
distinguibili. La differenza che sta nell’uomo è la razionalità. La
differenza è fondamentale per la creazione della definizione, visto
che gli accidenti e il proprio non possono farlo. Ci sono diversi tipi di
proprio: uno che occorre in una sola specie ma non tutti i membri
(es: capacità di guarire dell’uomo), uno che occorre in tutti i membri
di una specie ma non solo in quella specie (es: l’essere bipede) o
uno che corre in una sola specie e nel corso di tutta la vita (es:
capacità di ridere dell’uomo). Di base il proprio avrebbe tutte le
caratteristiche per stare nella definizione ma viene escluso poiché
per scoprirlo non basta l’intuizione ma un atto di giudizio.
Per tornare alla differenza, che prende invece parte alla costruzione
della definizione, esse possono essere separabili dal soggetto (es:
essere caldo, muoversi, esser malato) e in questo senso sono
accidenti; ma possono anche essere inseparabili come essere
razionale o immortale. Quest’ultime due sono differenze specifiche
e sono aggiunte al genere per formare la definizione. Le differenze
possono essere divisive (le linee tratteggiate nella figura, ovvero
quelle che dividono il genere) o costitutive (linee continue,
differenze che costituiscono una specie sottostante)
1) Non vuol dire che ogni volta che si vuole realizzare una
rappresentazione di una porzione locale di enciclopedia non si
possa e non si debba ricorrere a una rappresentazione
strutturata a marche dizionariali; nell’esempio fatto in
precedenza su una situazione comunicativa marito-moglie si è
dovuto ricorrere ad un’organizzazione ad albero strutturata a
marche dizionariali per esempio. L’organizzazione a dizionario
è quindi il modo per rappresentare localmente l’enciclopedia.
Nella distinzione delle proprietà dell’acqua riportata sopra,
tutte le proprietà riportate a riguardo sono traducibili in un
albero. Tuttavia c’è da chiedersi perché nessun dizionario,
dopo aver detto che l’acqua è un liquido, non dice anche che
ha la proprietà di bagnare, che non può raccogliersi ecc.
Questo perché la nozione di “percepibilità” è racchiusa nella
proprietà “sostanza fisica”, menzionata nel dizionario. Tutte le
proprietà che vengono comprese dalle marche dizionariali
sono proprietà fattuali, informazioni che vengono sottintese
poiché già accettate dalla comunità di parlanti. È la stessa
funzione che hanno gli iperonimi in un sistema lessicale. Le
marche concettuali sono quindi abbreviazioni lessicali che
comprendono pacchetti di proprietà fattuali. Ci sono infiniti
contesti dove vengono messe in discussione le proprietà di
/acqua/, /uomo/ o /cane/, ma non le proprietà di essere un
liquido, un essere umano o un animale. L’acqua resterà
sempre un liquido fino a quando non verrà fatto un discorso
dove si mette in discussione la natura dei liquidi. Quindi un
dizionario viene organizzato ogni volta che si vuole
circoscrivere l’area di consenso entro la quale un discorso si
muove.
2) Non vuol dire che ci siano ragioni culturali per cui certe marche
o proprietà enciclopediche. In un dato contesto, non debbano
essere usate come “più dizionariali” delle altre:
tendenzialmente non vi sono ragioni per cui privilegiare certe
marche rispetto ad altre, ma ci sono determinate marche come
/essere vivente/ o la distinzione tra generi e accidenti che sono
radicate nel modo di pensare delle persone e della civiltà. Non
è per questo che non possono essere messe in discussione, è
che per discuterle si dovrebbe mettere in discussione tutto il
modo di pensare e di parlare, quindi è più comodo darle per
indiscutibili. In contesti funzionali o poetici, però, attraverso