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SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE (LIBRO PACCAGNELLA)

CAPITOLO 1

INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE
Studiare la comunicazione umana significa studiare la società, ed è proprio questo che giustifica
l’esistenza di una sociologia della comunicazione.
COMUNICAZIONE = è considerata come una trasmissione di informazioni, questa visione è
stata sistematizzata in quella che ancora oggi è conosciuta con la denominazione di teoria
matematica della comunicazione.

INTERAZIONE SOCIALE = processo secondo il quale due o più persone in relazione tra di loro
agiscono reagendo alle azioni degli altri. L’oggetto del processo comunicativo non riguarda soltanto
la trasmissione di dati, ma anche la trasmissione di emozioni, sentimenti.

INFORMAZIONE = possiamo considerarla come una notizia o un evento, anche se ognuna di


queste parole ha un campo d’utilizzo specifico.
Possiamo riprendere la definizione del sociologo Gregoy Bateson che definì l’informazione come
una “differenza percepita”. (es. la luce può essere accesa o spenta; con ciò affermiamo che per
produrre un’informazione è necessario che vi siano due o più stadi diversi, reali o immaginari, rali
che possono costruire una differenza).
Importante da ricordare è che, affinché ci sia informazione, la differenza deve anche essere
percepita come ad esempio un albero che cade nella foresta, non diventa informazione finché
qualcuno non lo vede o lo sente cadere.

Considerando l’informazione in termini di differenze, è possibili elaborare un sistema per il


trattamento quantitativo dell’informazione, proprio misurando le quantità possibili di differenze: per
esempio il bit è la quantità di informazione dal punto di vista informatico, che varia da 0 a 1.

IL MODELLO DEL PACCO POSTALE E I SUOI LIMITI


Il modello del pacco postale o teoria matematica della comunicazione venne elaborato nel 1949
dagli ingegneri Shannon e Weaver con lo scopo di scomporre il processo comunicativo nei suoi
elementi fondamentali:
 Sorgente o mittente, in grado di elaborare un messaggio
 Messaggio o informazione da comunicare
 Apparato trasmittente: codifica il messaggio in base alle regole del mezzo di
comunicazione

Fonte di rumore: modifica o


distorce il messaggio

 Destinatario: riceve il messaggio decodificato


 Messaggio: informazione da comunicare
 Apparato ricevente: decodifica il messaggio in base alle regole del trasmittente

Questa teoria venne elaborata con lo scopo di ritrovare delle strategie per far fruire il messaggio in
maniera integra dalla sorgente al destinatario, anche in presenza di rumore.
Tra queste strategie possiamo ricordare che:
 Il messaggio deve fruire tramite un canale con maggiore larghezza di banda (quantità di
informazione, misurata in bit)
 Si deve scegliere un codice rigido e ben definito
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 Durante la trasmissione del messaggio è giusto codificarlo mediante un sistema di
ridondanze, vale a dire un sistema di ripetizione, per mantenere il messaggio integro.

I segni che compongono un codice e le loro combinazioni possono essere:


 Sintassi = studio di un codice e le possibili combinazioni.
 Semantica = studio delle relazioni fra il codice e gli oggetti che il codice indica.
 Pragmatica = studio delle relazioni fra il codice (coloro che usano questo codice) e il
comportamento che consegue a questo utilizzo.

CONCETTO DI COMUNICAZIONE SECONDO LE VARIE SCUOLE DI PENSIERO


Per comunicazione, oggi, intendiamo il sistema attraverso il quale il messaggio è fruito. Il termine
“comunicazione” deriva da una radice sanscrita che si è successivamente evoluta nel latino
communis, composto dall’unione di cum (insieme) e munis (dono), e rimanda all’elemento della
reciprocità e della condivisione.

Molti studiosi e scuole di pensiero si sono soffermate sul concetto di comunicazione, tra cui: la
Scuola di Palo Alto, Ervin Goffman, e lo psicologo Luigi Anolli.

Scuola di Palo Alto = essa equipara il comportamento alla comunicazione, per tale motivo nega il
requisito dell’intenzionalità. Secondo questi studiosi, infatti, l’uomo comunica anche quando non
vuole comunicare, attraverso i gesti e il nostro comportamento (es. rossore del viso, postura tesa, un
sospiro… sono tutte forme di comunicazione).

Ervin Goffman = al contrario, secondo il sociologo Goffman, la comunicazione vera e propria è


solo quella intenzionale, quella caratterizzata da simboli verbali usati per comunicare, anche se non
nega la sua concentrazione alla “comunicazione lasciata trasparire”, ovvero quei comportamenti
considerati sintomatici.

Luigi Anolli = secondo lo psicologo Luigi Anolli la comunicazione è uno scambio interattivo
osservabile tra due o più partecipanti, dotato di una intenzionalità reciproca e di un certo grado di
consapevolezza, in grado di far condividere un determinato significato sulla base di sistemi
simbolici e convenzionali di significazione e segnalazione.

Oggigiorno è difficile trovare una definizione unitaria di “comunicazione”, per cui possiamo
considerare la comunicazione quindi come un processo di costruzione collettiva e condivisa del
significato, processo dotato di livelli diversi di formalizzazione, consapevolezza e
intenzionalità.

A partire dalla metà del secolo scorso, gli sviluppi della cibernetica vanno a favore di una visione
che oggi viene definita olistica, ovvero centrata su un intero sistema e sulla reciprocità delle
relazioni tra i suoi elementi.
Ci sono anche da sempre i modelli semiotici, che concepiscono la comunicazione come un
processo di trasformazione piuttosto che un processo di trasferimento di informazione.
Nei modelli semiotici i problemi comunicativi o le decodifiche aberranti, non sono viste come
disturbi esterni al sistema, ma come una possibilità costitutiva di ogni comunicazione che, è sempre
imperfetta e imprevedibile.
Esistono 5 assiomi della comunicazione:
1) Non si può non comunicare
2) Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione di modo che il
secondo classifica il primo

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3) La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i
comunicanti
4) Gli esseri umani comunicano sia con il modello numerico che con quello analogico
5) Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari

LA COMUNICAZIONE NEL MONDO ANIMALE


Il soggetto della comunicazione può essere anche un animale o una pianta.
La comunicazione non si riferisce a dati fattuali (eventi accaduti, oggetti presenti uno spazio vicino
o lontano) bensì al tipo di relazione esistente tra gli interlocutori.
C’è una differenza di livelli tra comunicazione umana, di tipo referenziale, e comunicazione
animale di tipo relazionale, che provoca a volte risultati curiosi, come ad esempio nel caso degli
animali (cani o cavalli) che venivano esposti nei circhi in qualità di fenomeni, apparentemente
capaci di ragionare e di compiere semplici operazioni aritmetiche, ma che in realtà rispondevano
solo a segnali dell’interlocutore umano.

Gli studi più recenti hanno dimostrato che le generalizzazioni più rigide non reggono e che la
comunicazione animale presenta caratteristiche diverse da specie a specie.
Gli scimpanzé, ad esempio, sono in grado di comunicare ai propri compagni la presenza nei paraggi
di qualche predatore, specificandone la natura.
La comunicazione viene appresa attraverso un vero processo di socializzazione.
Le api ad esempio non sviluppano dialoghi, ma solo monologhi.
La referenzialità della comunicazione nelle api si riferisce solo a un numero limitato di oggetti,
come il cibo e la presenza di nemici. Infine, il linguaggio delle api sembra avere una struttura fissa,
al contrario di quello umano che invece si sviluppa e muta in continuazione.

CAPITOLO 2

LA COMUNICAZIONE FACCIA A FACCIA

Il linguaggio verbale permette di comunicare eventi accaduti lontano nello spazio e nel tempo, e
anche di comunicare argomenti complessi come dubbi, incertezze, negazioni, sentimenti e in
generale tutto ciò che non ha un corrispettivo fisico immediato (es. concetto di filosofia o
matematica).
La potenza del linguaggio verbale non proviene dall’uso della voce; infatti, ci sono anche linguaggi
gestuali molto evoluti, come la LIS  lingua italiana dei segni, usata dalle persone sorde.

È possibile distinguere i linguaggi digitali (numerici) dai linguaggi analogici.


Il linguaggio numero è discreto, mentre quello analogico è continuo,
La parola “dolore” non ci dice nulla sull’intensità di ciò che sto provando, mentre il volume di voce
del mio grido di dolore è di solito proporzionale alla sua intensità.

In linguistica si è soliti distinguere le due componenti di un segno:


 Significante: è il mezzo che usiamo per rappresentare il significato, l’insieme di suoni che
compongono la parola “cane”
 Significato: ad esempio l’idea del mammifero carnivoro amico dell’uomo (cane)
La semiotica suddivide i segni in indice, icone e simboli.
 Indice: quando esiste una relazione di continuità fisica tra significato e significante
 Icone: quando si è in presenza di una relazione di similitudine o di analogia tra significato e
significante (disegni, fotografie, immagini)

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 Simboli: quando il rapporto tra significato e significante è arbitrario e convenzionale (la
parola cane è il simbolo verbale dell’animale)

In sociologia è utile introdurre una distinzione tra segnali e simboli.


Un simbolo è costituito da un significato dai contorni ambigui passibile di interpretazioni diverse.
Dal puto di vista sociologico sono entità che vengono costruite e ricostruite in continuazione.
Un segnale invece ha un significato preciso con poche possibilità di equivoci.

LA COMUNICAZIONE VERBALE
La comunicazione verbale è un processo sociale che caratterizza l’uomo rispetto a tutte le altre
specie animale e ci permette di comunicare argomenti più complessi come dubbi, incertezze etc. per
cui la parola rappresenta l’universo della conoscenza. Una caratteristica del linguaggio vernale è la
convenzionalità: il rapporto che si crea tra due persone è del tutto normale.
L’idea di un rapporto causale tra linguaggio e conoscenza è stata formalizzata nell’ipotesi della
relatività linguistica di Sapir-Whorf; tale ipotesi afferma che la lingua determinerebbe non solo il
modo in cui parliamo del mondo che ci circonda, ma anche ciò che di questo mondo conosciamo.

La sociologia si occupa sempre delle relazioni che esistono tra linguaggio, conoscenza e struttura
sociale. In questo processo di costruzione sociale della conoscenza, il linguaggio svolge un ruolo
fondamentale in quanto costituisce il materiale di base.
La comunicazione verbale ha avuto da sempre un potere fondamentale nella nostra vita; infatti,
nella Bibbia c’è l’esempio primordiale in quanto Dio disse “sia luce” e luce fu. Ogni parola produce
effetti su chi le pronuncia e chi le ascolta; quindi, venne elaborata a partire dagli anni ’50 la teoria
degli atti linguistici che riassume i principi dell’idea che dire è sempre fare.

Questa teoria distingue tre tipo di atti linguistici:


1. Atti locutori: rappresentati dalla semplice azione di pronunciare una parola
2. Atti perlocutori: vale a dire le conseguenze e i sentimenti dell’atto linguistico nei confronti
degli ascoltatori
3. Atti illocutori: costituiscono azioni che si compiono per il fatto stesso di pronunciare quelle
parole

Decidere come nominare le cose rappresenta proprio una forma di potere. Ogni parola ha una
connotazione specifica che non è mai legata solo al significato letterario “extracomunitario” della
parola, ma possiamo notare come il linguaggio rispecchi spesso anche le diseguaglianze di genere,
assumendo il maschile come “standard” e associando al femminile un senso che può essere di ironia
o di disprezzo.

LA COMUNICAZIONE NON VERBALE


L’uomo utilizza varie forme di comunicazione non verbale: viene considerata come qualcosa di
più spontaneo, naturale e anche “semplice” rispetto alle parole.
Ci sono diverse componenti:
 Il sistema paralinguistico: è costituito da tutti i suoni che emettiamo a prescindere dal
significato delle parole. Si tratta del tono e della frequenza di voce (es. un uomo ha un tono
di voce più grave di una donna, mentre un bambino ha una voce più acuta di un adulto), ma
anche alla posizione sociale di chi parla: una posizione sociale più elevata tende ad
associarsi ad un tono di voce più grave. Un’altra variabile della comunicazione
paralinguistica è il ritmo: la velocità delle frasi e il tempo delle pause.
Un discorso pronunciato lentamente, con attimi di silenzio, viene in genere associato a
caratteristiche di autorevolezza e ufficialità.

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Accanto alle pause vuote (silenzio) tutti noi utilizziamo le cosiddette pause piene (suoni
verbali come mmh, ehm…) che servono sia per prendere tempo, sia per governare lo
scambio dei turni e gestire l’andamento complessivo della comunicazione.
Anche il silenzio (pausa vuota) può “parlare” più delle parole. Può infatti indicare un’ottima
o una pessima relazione (es. pensiamo al silenzio rapito di due innamorati o al silenzio
gelido di due persone che si detestano), può indicare assenso (il famoso chi tace acconsente)
o dissenso. Può infine essere un indice di estrema concentrazione o al contrario distrazione.
Il silenzio è spesso associato a una distribuzione asimmetrica del potere, in genere chi gode
di una posizione sociale superiore può pretermetterei di attendere che siano gli altri a
salutare per primi.

 Il sistema cinesico: comprende i movimenti degli occhi, del volto e del corpo. Anche il
contatto oculare aumenta l’attivazione nervosa sia in situazioni appaganti sia in quelle di
pericolo.
La mimica facciale è una componente importante del sistema cinesico. Le espressioni del
nostro viso sono fuori dal nostro controllo (es. quando arrossiamo o diventiamo pallidi), in
altri invece sono volontarie (es. quando esibiamo il “sorriso di circostanza”).
Nonostante alcuni studiosi abbiano identificato ben 44 unità di azione (gesti del viso
involontari), il numero di espressioni a cui ricorriamo nella vita quotidiana è basso.
La mimica facciale è infatti sempre immersa in un contesto sociale e spesso anche in una
sorta di interazioni comunicative passate tra gli interlocutori, che la rende abitua agli occhi
un osservatore esterno e casuale.
Il sistema cinesico comprende anche i gesti, nella comunicazione umana riguardano in
primo luogo le mani. La gestualità viene utilizzata per sottolineare o enfatizzare le parole,
ma in molti casi costituisce anche l’unico codice comunicativo utilizzato. Assieme al
discorso verbale i gesti devono essere considerati parte integrante della comunicazione e non
solo come un accessorio o una forma di ridondanza eliminabile senza alterare il senso della
comunicazione stessa.
I gesti sono spesso più importanti delle parole, nei casi in cui la comunicazione verbale
risulta ambigua, incerta o contraddittoria.

Un gesto sbagliato o interpretato in malo modo può scatenare conseguenze che vanno da un
imbarazzo fino a complesse tensioni internazionali.

La comunicazione va intesa come un flusso integrato di codici dove un sorriso, una parola,
un gesto si influenzano a vicenda e prendono vita in modo sinergico.

La postura è anch’essa parte del sistema cinesico e veicolo di comunicazione


interpersonale. La postura da assumere in una certa circostanza è rigidamente codificata.
Assumere una postura differente da quella prescritta può essere sanzionato sia sul piano
sociale che su quello legale.
 Possemica: con essa entriamo nel mondo della gestione dello spazio e del territorio.
L’analisi sistematica della possemica ha portato a identificare quattro zone principali in cui
suddividiamo lo spazio che ci circonda:
1. La zona intima: va dalla superficie della nostra pelle a circa 50 cm di distanza, è una
zona particolare all’interno della quale noi accettiamo con piacere solo poche
persone (familiari stretti, partner) e un’invasione non autorizzata provoca disagio,
paura o imbarazzo.
2. La zona personale: va da 50 cm a circa un metro di distanza dalla nostra pelle. Qui
sono ammessi i familiari meno stretti, amici, colleghi. E’ la zona in cui avvengono le

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conversazioni rilassate e informali, il volume della voce può essere basso o molto
basso.
3. La zona sociale: va da uno a 3 o 4 metri, è la distanza a cui ci manteniamo più o
meno a tutti gli interlocutori casuali. Al suo interno è possibile osservare l’altra
persona che abbiamo di fronte, controllare movimenti e anche prevenire eventuali
intenzioni aggressive.
4. La zona pubblica: va oltre i 4 metri, è prevista per le occasioni pubbliche,
conferenze, comizi o lezioni universitarie. In questi casi la comunicazione diventa
qualcosa di accuratamente preparato in anticipo attraverso lo studio di tutte le sue
componenti, come la voce, le parole, i gesti, la postura.

 Aptica: diverse forme di contatto fisico. Costituisce un terreno tanto importante quanto
delicato: un tocco in più o uno in meno può farci passare per persone fredde oppure
invadenti.

LA SINFONIA COMUNICATIVA UMANA


È sempre necessario ricordare che la comunicazione umana si dimostra sempre molto restia a
rientrare nelle ordinate caselle tassonomiche che gli scienziati sociali hanno preparato per lei. Nella
nostra quotidianità il senso complessivo della comunicazione emerge dall’insieme di tutti i codici
comunicativi, non dalla loro semplice somma.

La nostra interpretazione è fortemente condizionata dal sistema non verbale. Risulta evidente
nelle situazioni ambigue e incerte = in questi casi sono gli sguardi, i gesti o i movimenti a fornirci
l’appiglio per costruire un modello di interpretazione coerente con ciò che accade.

I sistemi di comunicazione non verbale non dispongono della possibilità di risolvere le divergenze
interpretative attraverso strumenti codificati come i dizionari.

Nell’uomo una parte della comunicazione viene destinata ad affermare, ribadire o rinegoziare le
relazioni di potere.

Quelli che sono stati definiti pronomi del potere e della solidarietà, ovvero “tu” “lei” “voi”,
offrono un’occasione per verificare una delle molteplici funzionalità comunicative del linguaggio
quotidiano.

Le relazioni di potere vengono testimoniate dalla comunicazione non verbale.

La distinzione tra comunicazione numerica e comunicazione analogica non coincide con quella
tra comunicazione verbale e comunicazione non verbale. Anche se spesso quella verbale è di tipo
numerico e quella non verbale di tipo analogico.
Incrociando tra loro le due variabili verbale/non verbale e numerico/analogico, otteniamo quattro
situazioni diverse:
1. Comunicazione verbale di tipo numerico: ad esempio una lezione universitaria
tradizionale, senza supporti multimediali, dove la componente principale è ciò che dice il
docente.
2. Comunicazione non verbale di tipo numerico: ad esempio la LIS: lingua italiana dei
segni, è utilizzata dalle persone sorde ed è un esempio di comunicazione gestuale costruita
attraverso un sistema linguistico convenzionale. Un altro esempio è dato dai linguaggi
formali artificiali: matematica, linguaggio di programmazione dei computer.

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3. Comunicazione verbale di tipo analogico: un esempio è la poesia, il verso “M’illumino
d’immenso” trovano il senso nella sonorità delle parole, nell’armonia, o in quello che sono
in grado di evocare, ma non di certo nel significato dei singoli termini.
4. Comunicazione non verbale di tipo analogico: ad esempio la comunicazione di un
genitore con il figlio neonato, le effusioni amorose di una coppia di amanti possono fare a
meno delle parole e viaggiare solo sul piano analogico.

PUNTEGGIARE GLI EVENTI COMUNICATIVI


La sociologia privilegia lo studio di come comunicare rappresenti uno dei motori per lo sviluppo di
quei legami tra le persone che finiscono per diventare società.
Una delle prime analisi del rapporto tra comunicazione interpersonale e relazione è quella elaborata
dagli anni 60 dalla Scuola di Palo Alto.
Uno degli assiomi della comunicazione umana proposti appunto dalla Scuola di Palo Alto dice che
“ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno di relazione, di modo che il secondo
classifica il primo ed è così metacomunicazione”.
Qualsiasi comunicazione presenta questo doppio aspetto di relazione e contenuto. Tuttavia, è
proprio quando la relazione tra gli interlocutori diventa problematica che ciò che si dice riguarda
solamente il piano relazionale e non il contenuto della comunicazione.

METACOMUNICAZIONE = comunicazione sulla comunicazione. La natura della relazione è ciò


che condiziona le conseguenze comportamentali di un certo contenuto comunicativo.
Anche noi nella nostra vita quotidiana siamo soliti non occuparci troppo della metacomunicazione,
fino a quando non diventa incomprensibile a tal punto di richiedere un chiarimento.

Un altro assioma della comunicazione dice che “la natura di una relazione dipende dalla
punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti”.
La Scuola di Palo Alto intende che “punteggiatura” non corrisponde proprio alla nozione
grammaticale comune di questo termine, anche se la sua funzione è molto simile. L’idea di
punteggiatura utilizzata deriva da una visione cibernetica e sistemica della comunicazione.
Il modello del pacco postale viene appunto utilizzato spesso nei termini della psicologia
comportamentale; in questo caso avremo messaggi “stimolo” a cui avremo messaggi “risposta”.
Il contributo della Scuola di Palo Alto è stato proprio quello di evidenziare il suo carattere
convenzionale e arbitrario, e di collegare l’adozione di una punteggiatura piuttosto di un’altra natura
della relazione che si sviluppa tra gli interlocutori.

La punteggiatura degli eventi comunicativi è qualcosa che avviene ad ogni livello della
comunicazione (es. nei “botta e risposta” tra due innamorati ma anche nei rapporti tra i popoli e le
nazioni.
Da un punto di vista sistemico-comunicativo non esiste una punteggiatura giusta e una sbagliata.
L’adozione di alcune punteggiature finisce con il provocare un’inversione nella successione
temporale precipita di alcuni fenomeni. È il caso di quelle che vengono chiamate profezie che si
autoavverano = sono delle “magie” comunicative. Esse sono riassunte in sociologia dalla teoria di
Thomas: se gli uomini definiscono le situazioni come reali, esse saranno comunque reali nelle
loro conseguenze.

È importante evidenziare le punteggiature nelle sequenze comunicative per:


 Saper riconoscere livelli diversi di analisi, ad esempio distinguendo tra relazione e contenuto
o tra analisi comunicativa e analisi politica.
 Pensare alla comunicazione in termini sistemici piuttosto che come una successione casuale
di messaggi.

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LA RAPPRESENTAZIONE DELLA VITA QUOTIDIANA
Secondo Goffman, le strategie degli individui negli incontri con i propri simili sono tese a cercare di
controllare la definizione della situazione di ciò che sta accadendo, perseguendo due scopi
principali:
1. Farsi un’impressione sugli altri
2. Controllare e influenzare le impressioni che gli altri hanno su di noi.

La definizione della situazione deriva da quell’insieme di etichette e schemi di punteggiatura che


portano ognuno di noi a riconoscere una certa situazione all’interno di un insieme molto ampio di
situazioni possibili e plausibili.
Ogni definizione della situazione può presentare dei dettagli sui quali i partecipanti discordano, pur
concordando sugli aspetti più generali.
Le eventuali discordanze sono in genere negoziabili.
Questa nostra continua ricerca di definire la situazione e di imporre la nostra definizione agli altri
risponde a diverse esigenze:
 Controllare l’ansia che deriva dall’imprevedibilità di quanto sta accadendo, soddisfare il
bisogno di integrazione con gli altri
 Desiderio di essere apprezzati e stimati adeguatamente al proprio status
Secondo Goffman, il sostegno alla propria definizione di situazione avviene attraverso la
costruzione di una facciata personale, l’individuo mostra agli altri quello che ritiene essere il
meglio di sé.

CAPITOLO 3
LA COMUNICAZIONE DI MASSA
Società di massa è quel tipo di società in cui le situazioni che riguardano l’ambito economico,
politico e della comunicazione sono organizzate e gestite in modo da trattare come insiemi di
persone e quindi non sono considerate con la loro individualità. 

Primi mezzi di comunicazione:  


1. Parola
2. Linguaggio  
3. Scrittura 

A partire dalla prima metà del ‘900, nel panorama degli studi della comunicazione nasce il concetto
dei MEDIA: si tratta di un elemento a cui viene attribuito il significato di “mezzo”, “strumento”.
Il primo mezzo di comunicazione esistente è stato la scrittura. La scrittura è un sistema
codificato di marcatori visivi con cui lo scrivente può determinare le parole esatte che il lettore
produce a partire dal testo. Le prime forme di scrittura furono i PITTOGRAMMI: icone,
rappresentazioni grafiche degli oggetti di comunicazione.
Scrittura alfabetica: (Prima forma di scrittura alfabetica avvenne nel 1300 a.C.) sono segni
associati a suoni ricombinabili. Per millenni la scrittura e la conoscenza è stata riservata a gruppi
privilegiati. C’è una differenza tra le informazioni scritte e quelle tramandate oralmente e le
informazioni scritte sono tramandate nel tempo e nello spazio. Quando si è cominciato a utilizzare
la scrittura come mezzo per accumulare la conoscenza i libri erano molto cari, di lusso ed esclusivi
venendo scritti a mano. 
Nel 1456 avviene una rivoluzione fondamentale = l’invenzione della stampa a caratteri mobili di
Gütemberg, essendo il primo strumento che si avvicina alla comunicazione di massa. Attraverso la
stampa abbiamo la prima merce uniforme prodotta in serie e la stampa permette la riduzione dei
costi e la distribuzione maggior dei libri.  
LA STAMPA
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Il primo sistema di stampa nacque nel 1456: la stampa a caratteri mobili. I singoli caratteri erano
riposizionabili e utilizzabili a piacere in modo semplice e rapido, permettendo lo sviluppo su larga
scala. La diffusione dei libri su grande scala determinò una forte alfabetizzazione e di conseguenza:
- la nascita della scienza moderna
- la nascita dei diritti d’autore e della legge sul copyright (Inghilterra, 1709)
- la nascita dell’opinione pubblica
Conseguenze della stampa 
1. Modifica del rapporto di potere della conoscenza e prima di allora era in mano a pochi (il
primo libro stampato è stata la Bibbia; la diffusione della Bibbia, scritta in latino e tradotta
in lingua volgare rende accessibile a tutti). 
2. Omogenizzazione della conoscenza della lingua e standardizzazione della lingua  
3. Accumulazione della conoscenza 

Implicazioni sociali della stampa 


1. Passaggio da un prodotto unico a libri standardizzati e prodotti in serie  
2. Nascita della proprietà intellettuale (appartiene solamente all’autore originale) 
3. Nascita dei notiziari, ovvero, prodotti in cui si condensano alcuni eventi che si vogliono
divulgare alla popolazione
4. Condivisione delle opinioni e la nascita dell’opinione pubblica: dibattito razionale su
tematiche pubbliche dov’è possibile condividere opinioni differenti
5. La censura: ormai non era mossa solo da motivi religiosi ma da motivi morali.

LE TELECOMUNICAZIONI
Per telecomunicazione si intende comunicazione a distanza. Fino al 19 secolo si usavano i piccioni
viaggiatori, segnali di fumo in grandi città nell’800 si riusciva a comunicare molto meglio
attraverso le lettere rispetto a oggi. Il primo cambiamento importante riguarda le telecomunicazioni
con l’invenzione del telegrafo che utilizzava sul codice binario che codifica in impulsi elettrici
(codice Morse).

1838: nascita del telegrafo (reti ferroviarie + elettricità).


1856: nascita del telefono che aveva un tuilizzo molto più semplice e riusciva a mettere in contatto
rapidamente le persone tramite la voce.
XX secolo: invenzione del segnale audio (radio) e video (tv) trasmesso via etere; nasce come
possibilità di trasmettere suoni attraverso onde elettromagnetiche (inizialmente usato a scopo
militare) per poi espandersi.
LA COMUNICAZIONE BROADCAST: la sua particolarità è che “getta” il messaggio
nell’ambiente circostante senza un destinatario preciso; termine utilizzato per descrivere la
comunicazione della radio.

Avvento della massa. Gli autori condividono il fatto che nelle società la massa può essere
considerata un soggetto manipolabile della classe dominante, e questo perché da una parte c’è una
élite e dall’altra le masse che sono disperse, disorganizzate e più facili da manipolare. 

LE GRANDI PROSPETTIVE TEORICHE

1. LA TEORIA DELL’AGO IPODERMICO


Teoria per spiegare la nascita del mass media, il pubblico è costruito da una massa
indifferenziata un gruppo di individui isolati zia fisicamente sia culturalmente. I mezzi di
comunicazione di massa sono onnipotenti e consentono a chi li comanda di manipolare gli
individui attraverso la trasmissione di entrare nella testa degli individui. Gli individui sono
indifesi di fronte al potere dei mezzi di comunicazione di massa. I messaggi veicolati sono
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percepiti da tutti allo stesso modo e questa teoria concepisce gli individui nel vuoto sociale,
isolati vulnerabili ai messaggi manipolatori. Questo modello fa riferimento al modello
stimolo-risposta che riduce i destinatari individui passivi. Gli individui vengono raggiunti
dagli stessi messaggi e reagiscono a questi allo stesso modo.

2. MODELLO DELLE 5 W
Questa teoria è stata elaborata da Lasswell negli anni ’30, ed evidenzia la presenza di 5
variabili:
- Who: chi comunica
- What: cosa comunica
- Whom: a chi
- Where: come (con quale mezzo)
- What effects: con quali effetti

TIPOLOGIE DI CONTENUTO (WHAT)


- Fiction: immaginario collettivo e condiviso, spazio a fantasia e creatività
- Pubblicità: contenuto rivolto al grande pubblico
- Giornalismo: attività che assume un ruolo importante nella formazione dell’opinione
pubblica.
MODELLO S-IV-R (STIMOLO-VARIABILI INTERVENIENTI-RISPOSTA)
I destinatari selezionano a quali messaggi esporsi; di questi messaggi percepiscono e
memorizzano solo determinati aspetti.
VARIABILI INTERVENIENTI: l’insieme delle variabili intervenienti racchiude diversi
elementi: le caratteristiche psicologiche del pubblico, ma anche i suoi aspetti
sociodemografici.

3. TEORIA DEL FLUSSO DI COMUNICAZIONE A DUE STADI


Secondo questa teoria il pubblico recepisce il messaggio dei media grazie a delle figure
particolari, i LEADER D’OPINIONE: individui molto attivi a livello di partecipazione
sociale e politica, interessati agli argomenti dei media e che influenzano il pubblico.
Quindi i leader d’opinione diffondono le loro idee, ma a sua volta il pubblico si rivolge ai
leader d’opinione per avere rassicurazioni e conferme circa la propria interpretazione di ciò
che hanno visto e verificare che quest’ultima sia corretta.
MICROTARGETING: rivolgersi ad un target ben preciso (es. anziani).

4. USI E GRATIFICAZIONI (MODELLO STRUTTURAL-FUNZIONALISTA)


A partire dal secondo dopoguerra, gli studi sulla comunicazione prendono una strada più
matura: si inizia a pensare ai mezzi di comunicazione di massa come agenti di
socializzazione. In questo periodo la corrente dominante era quella funzionalista, che legge
i media alla luce delle loro funzioni. Da qui nasce la propria prospettiva “usi e
gratificazioni”: la funzione dei media è quella di soddisfare i bisogni del pubblico, che
riceve così una gratificazione.

5. LA TEORIA CRITICA E L’INDUSTRIA CULTURALE


Scuola di Francoforte  Karl Marx
Con l’espressione INDUSTRIA CULTURALE si fa riferimento alla produzione e
distribuzione di prodotti di natura culturale (libri, film, musica, ecc..), quanto al paradigma
avanzato dalla Scuola di Francoforte secondo cui questa stessa produzione “in serie” di
cultura la riduce a merce di consumo.
IDEA DI MARX: il pubblico viene manipolato dal sistema capitalista (Marx pone sempre
al centro il conflitto tra classi sociali).
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CULTURAL STUDIES: secondo questi studi la cultura non è qualcosa di rigido ed
immutabile, ma qualcosa che è storicamente situata (quindi cambia) e attraverso cui le
persone attribuiscono un senso alla realtà.

6. SCUOLA DI TORONTO (McLuhan, Innis, Kerkhove)


Mezzi di comunicazione concepiti come “ambiente ecologico umano”.
TECNOLOGIA: forza autonoma capace di spingere la società in una direzione piuttosto
che in un’altra.
METAFORA DEL VILLAGGIO GLOBALE: con questo termine McLuhan vuole
evidenziare come, con l’evoluzione dei mezzi di comunicazione, il mondo sia diventato
“piccolo” e abbia assunto le sembianze di un villaggio.
MEDIA CALDI: radio, cinema (lasciano poco spazio alla libertà di percezione)
MEDIA FREDDI: telefono, internet, televisione (richiedono una partecipazione attiva del
destinatario)

IL PUBBLICO DEI MEDIA


Differenza tra pubblico e folla
Il PUBBLICO può essere costituito da individui fisicamente dispersi, uniti da interessi e passioni
comuni (es. un simbolo del pubblico dell’antichità è il Colosseo con 80.000 spettatori).
La FOLLA è un assembramento di persone vicine fisicamente
AUDIENCE: pubblico rilevato numericamente

GLI EFFETTI DEI MEDIA


- Media apocalittici: producono effetti forti, condizionano e manipolano le persone
- Media integrati: intrattengono e gratificano i cittadini

I DIFFERENZIALI DI CONOSCENZA
attraverso lo sloga “l’informazione è potere” questo concetto evidenzia il fatto che la maggiore
diffusione dei media accentua le disuguaglianze tra gruppi sociali poveri e ricchi di informazione.
DIVARIO DIGITALE: fenomeno contemporaneo, è una rivisitazione del modello dei
differenziali.

LA SPIRALE DEL SILENZIO (Noelle-Neumann)


Questo termine indica la tendenza dei media a “zittire” l’opinione del pubblico. Ciò che è forte lo
diventa ancora di più, mentre le voci più deboli sono rotate a farsi sentire sempre meno. C’è una
tendenza al conformismo per paura di rimanere esclusi dalla società. Il pubblico non è più in grado
di esercitare il suo potere di scelta.
- LA COLTIVAZIONE TELEVISIVA: il pubblico assorbe gradualmente le concezioni
della realtà presentate dalla tv, sostituendo la realtà quotidiana. Questo succede in base
all’uso che la persona fa della tv. I forti consumatori presenteranno degli effetti più evidenti.
- L’AGENZA SETTING: ipotesi secondo la quale i media dicono alla gente quali sono i
temi più importanti che meritano vestibilità, ed inoltre impongono un ordine di priorità (per
questo il termine “agenda”).

LA CONVERGENZA MEDIALE

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CAPITOLO 4
LA COMUNICAZIONE ONLINE

Nuovi media  new media: nuovi strumenti di comunicazione che si sono aggiunti ai media
tradizionali.

CARATTERISTICHE DEI NUOVI MEDIA


- DIGITALIZZAZIONE: possiamo considerare l’aggettivo digitale come sinonimo
“numerico”. Digitalizzare un’informazione significa rappresentarla attraverso una sequenza
di cifre (in informatica si tratta sempre di cifre binarie, i bit)
- MULTIMEDIALITA’: il contenuto viene articolato attraverso diversi canali sensoriali ed
espressivi (suoni, grafiche, immagini in movimento, ecc.)
- INTERATTIVITA’: la misura della potenziale capacità di un media di lasciare che l’utente
eserciti un’interazione ed un’influenza sul contenuto (es. app di messaggistica)
- IPERTESTUALITA’: informazioni legate tra loro in forma non lineare attraverso rimandi
logici

CONCETTO DI CIBERSPAZIO: evoluzione delle reti di computer in senso sociale e


comunicativo (rete in quanto luogo).
LA STORIA DI INTERNET
Internet è stato considerato l’esempio per eccellenza di “tecnologia che influenza la società”. La
prima rete telematica nacque nel 1969, conosciuta con il nome di ARPANET, presentava alcune
caratteristiche tecniche che ancora oggi sono molto importanti.

1) La RIDONDANZA: due punti qualsiasi della rete potevano essere messi in comunicazione
attraverso percorsi diversi (commutazione di pacchetto).
2) L’ARCHITETTURA POLICEFALA: ossia un’assenza di un unico nodo centrale
incaricato di smistare i dati tra tutti gli altri nodi. Una rete policefala non presenta punti
deboli.

Ridondanza e assenza di nodo centrale sono state talvolta interpretate come precise richieste dei
militari durante la Guerra Fredda.

DEFINIZIONE DI INTERNET: insieme complesso di computer e reti, diffuse su scala mondiale


e collegate tra loro attraverso canali trasmissivi diversi.

LEGGE DI METCALFE: “una rete di comunicazione è tanto più utile quanto più alto è il numero
di nodi che riesce a collegare”

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INTERNET DELLE COSE: termine utilizzato per definire un’infrastruttura che è arrivata a
collegare, oltre che le persone, anche elettrodomestici, autoveicoli, dispositivi elettronici diventando
quindi onnipresente ed invasiva.

LA COSTRUZIONE DELL’IDENTITA’ ONLINE


La comunicazione online, quindi mediata da un computer, rispetto alla comunicazione tradizionale
faccia a faccia è sicuramente più facile da tenere sotto controllo. Es: emoticon: utilizzate per
esprimere un’emozione/sentimento.
Costruzione del se online:
- Pseudonimo: nickname
- Blog, sito web, profilo personale: ribalta
Oggi l’identità online, sia individuale che riferita ad organizzazioni, aziende, ecc., è strettamente
legata al concetto di REPUTAZIONE, ovvero la considerazione che gli altri hanno di noi.

I social media in particolare evidenziano caratteristiche peculiari della comunicazione online:


- PERSISTENZA: ciò che diciamo su internet resta registrato nelle memorie delle
piattaforme; quindi, è disponibile “per sempre”
- VISIBILITA’: possibilità di rivolgersi ad un pubblico ampio
- DIFFONDIBILITA’: condivisione molto semplice dei contenuti (pulsante per mettere like,
inoltrare, condividere)
- RICERCABILITA’: motori di ricerca come Google consentono di ricercare dei contenuti a
partire da parole chiave.

DIFFERENZA FRA PUBBLICI OFFLINE E PUBBLICI CONNESSI


PUBBLICI CONNESSI: presentano caratteristiche ben diverse. Innanzitutto, l’audience è
invisibile; poi c’è un collasso dei contesti: l’audience è formata da membri di cerchie sociali
differenti. Infine, abbiamo una separazione più sfumata tra sfera pubblica e privata.

TEORIA DEI 6 GRADI DI SEPARAZIONE


Secondo questa ipotesi ogni persona può essere collegata a qualunque altra persona o cosa
attraverso una catena di conoscenze e relazioni con non più di 6 intermediari. Questa teoria ipotizza
che noi siamo collegati con tutti tramite un limite massimo di 6 conoscenze.
Da questa teoria nasce la distinzione in sociologia tra legami forti e legami deboli.
FORZA DEL LEGAME: definita funzione della quantità del tempo, dell’intensità emotiva,
dell’intimità.
LEGAMI DEBOLI: permettono di espandere la rete sociale.
CAPITALE SOCIALE: capacità di mobilitare un insieme di risorse relazionali per ottenere
qualcosa (può dare origine a disuguaglianze/stratificazione).

I SOCIAL NETWORK
Sono degli straordinari strumenti di raccolta, organizzazione e gestione del nostro bacino di legami
deboli: essi consentono di mantenere relazioni con un elevato numero di amici e di usare in modo
efficiente le conoscenze che abbiamo.
INDIVIDUALISMO RETICOLARE: reticolo di relazioni estremamente esteso e ramificato.
GROOMING SOCIALE ONLINE: insieme di comportamenti che consistono nel mostrare
segnali di apprezzamento, inviare messaggi di auguri, all’interno dei social.

CAPITOLO 5
LA SOCIETA’ DELL’INFORMAZIONE E DELLA CONOSCENZA

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Nel 700 la società europea entra in un periodo storico definito come MODERNITA’. Quest’ultima
è caratterizzata da un processo di urbanizzazione (le persone delle campagne si spostano in città), di
industrializzazione. questi cambiamenti hanno portato a una vera e propria rivoluzione nella società
e allo stesso tempo sono stati accompagnati da una serie di timori. I TIMORI sono legati
principalmente alla perdita di legami comunitari, alla spersonalizzazione delle relazioni sociali,
all’isolamento degli individui. Questi tipi di timori sono legati ad una forma di disagio che deriva da
un cambiamento importante. Si tratta degli stessi timori che si ripresentarono nel 900.
Se noi fossimo nati nel 700 in una famiglia contadina il nostro destino sarebbe stato segnato
(avremmo fatto lo stesso lavoro dei nostri bisnonni, nonni, genitori).
Da una parte la modernità apre delle possibilità agli individui, ma dall’altra causa ansia e incertezza
poiché viviamo in un contesto caratterizzato dal pluralismo.

La società moderna evidenzia processi fortemente ambivalenti e contraddizioni di carattere


sistemico. Nascono nuove discipline scientifiche, come la bioetica (per cercare risposte a domande
che un tempo non si ponevano neppure e per aiutarci a scegliere la strada più felice per le nostre
vite personali), la biopolitica e il biopotere.
A partire dalla seconda metà del secolo scorso il progredire delle tecnologie e dell’emissione
dell’informatica hanno portato a cambiamenti radicali. La società dell’informazione punta
l’attenzione sull’informazione. Quest’ultima diventa la risorsa più importante in questo particolare
periodo storico. Gli autori che si sono occupati di analizzare la società si sono accorti che la
struttura sociale della società del nuovo millennio cambia e viene definita quindi “società in rete”.
Il concetto di società in rete è stato introdotto nel dibattito sociologico da Jan van Dijk e
diffuso soprattutto da Manuel Castells.
Secondo Castells le reti oggi costituiscono la nuova architettura della società e la modalità
principale di organizzazione delle relazioni sociali.
Quando si parla di società in rete non ci si riferisce solo alla diffusione e all’importanza che hanno
acquisito
Quando si parla di società in rete non ci si riferisce solo alla diffusione e all’importanza che hanno
acquisito le reti informatiche nel sistema sociale contemporaneo, quanto piuttosto a un più generale
PARADIGMA RETICOLARE (cioè al modo in cui la società contemporanea è di fatto
organizzata al suo interno).

Secondo Castells le 5 caratteristiche della società in rete sono:


1. l’informazione rappresenta la materia prima, la risorsa centrale della società;

2. la diffusione delle nuove tecnologie ha carattere pervasivo nella nostra esistenza individuale
o collettiva;

3. le nuove tecnologie sostengono lo sviluppo di una logica organizzativa a rete;

4. l’organizzazione a rete consente estrema flessibilità della riconfigurazione dei sistemi


(economici, politici, sociali) al mutare delle condizioni ambientali;

5. vi è la convergenza verso un sistema sociotecnico altamente integrato, nel quale sfumano i


confini tradizionali tra ambiti e discipline diverse.

La società dell’informazione è caratterizzata da un proliferare delle informazioni. I BIG DATA


sono costituiti da una mole di dati così ampia che non potrebbe essere gestibile unicamente dagli
esseri umani, ed ecco perché esistono delle tecnologie apposite per fare ciò.
I big data sono costituiti da una mole di dati così ampia che non potrebbe essere gestibile
unicamente dagli esseri umani, ed ecco perché esistono delle tecnologie apposite per fare ciò.
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I big data i distinguono dalle varie raccolte di informazioni del passato per le tre “v”:

- v come volume: essendo generati in modo automatico, i big data hanno a che fare con
quantità di informazioni difficilmente immaginabili;

- v come velocità: tali enormi quantità di informazioni necessitano di tecnologie specifiche e


larghezza di banda ottimizzati per poter essere raccolte e analizzate in tempi rapidi;

- v come variabilità: le potenzialità dei big data si esprimono al meglio mettendo in relazione
tra loro dati provenienti da fonti diverse.

Il “cloud computing” riguarda l’archiviazione di enormi quantità di informazione, conservando


l’accessibilità online.
Con “digital divide” si fa riferimento a una forma di disuguaglianza che riguarda l’accesso alle
nuove tecnologie di comunicazione, e in particolare ad internet.
La disponibilità complessiva di risorse tecnologiche materiali, di connettività e di competenze d’uso
funzionali è ciò che va a costituire il concetto di capitale digitale.

Il CAPITALE CULTURALE dipende dalle competenze culturali che hanno acquisito gli individui
nel corso del processo di socializzazione.
Il BENESSERE DIGITALE è rappresentato dalla capacità di disinnescare quelli che sono gli
aspetti più critici, riuscendo però allo stesso tempo a sfruttare le opportunità che il digitale ci offre.
Il PREGIUDIZIO DI CONFERMA fa riferimento alla tendenza degli individui ad andare alla
ricerca e di dare valore a quel tipo di informazioni che di fatto confermano le proprie opinioni.
La DISSONANZA COGNITIVA è la situazione in cui gli individui si trovano costretti a adottare
dei comportamenti che sono in realtà incoerenti tra loro.
Nell’epoca di internet è stato suggerito che l’autorevolezza diventa un “punto di fermata”: il
punto raggiunto il quale, smetto di cercare ulteriormente.
La camera dell’eco è una metafora che viene utilizzata per descrivere quella situazione in cui le
informazioni e le opinioni in rete vengono amplificate o rafforzate. L’omogeneità delle
informazioni e dei contenuti a cui noi abbiamo accesso non dipende solo dalla nostra scelta ma
dipende anche dagli algoritmi. Questi ultimi selezionano e filtrano quel tipo di informazione per
selezionare un contenuto che incontri il nostro interesse.
Noi viviamo in una sorta di bolla online che ha 3 caratteristiche:

1. nella nostra bolla, ci siamo solo noi. Ognuno di noi vive nella propria bolla e non condivide
l’esperienza con nessun altro.
2. I confini della bolla sono invisibili. Non si conoscono i funzionamenti degli algoritmi.
3. Non abbiamo scelto di entrarci ed è sempre più difficile tentare di uscirne.

Le tecnologie digitali permettono a individui e gruppi di farsi “prosumer” cioè produttori e


consumatori allo stesso tempo, di informazione e conoscenza.

DISINTERMEDIAZIONE: grazie a un maggiore accesso all’informazione e alle maggiori


possibilità di connessione, di contato, di confronto, gli individui diventano autonomi e indipendenti
da quelle che erano in passato figure esperte che ritenevano di sapere (es. malati cronici).
Un caso esemplare di nuovi intermediari è rappresentato dai motori di ricerca come Google.
Possiamo definire il motore di ricerca come una vera e propria porta di accesso all’informazione.

Le piattaforme sono costituite da alcune caratteristiche specifiche:


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- le piattaforme sono alimentate da dati;
- i dati costituiscono l’input per gli algoritmi;
- il profitto perseguito dalle piattaforme segue un modello di business che valorizza risorse
come l’attenzione, i dati e la valutazione degli utenti;
- questo scambio è regolamentato sul piano giuridico da termini di servizio.

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