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CAPITOLO 1

La società è composta da esseri COMUNICANTI, emotivi e sociali. Per COMUNICAZIONE si intende


partecipazione, condivisione, accordo su regole sottese a scambi comunicativi (interazione sociale /
relazioni interpersonali).
PENSIERO —-> AZIONE
-il PENSIERO è un oggetto elaborato nella propria mente che necessita di essere esplicato (intenzione personale)
-l’AZIONE consiste nel prendere parte di uno scambio con uno o più interlocutori

1.APPROCCIO MATEMATICO, secondo il quale la comunicazione è una TRASMISSIONE DI INFORMAZIONI,


che sono espansive (generano altre informazioni), comprimibili (a livello sintattico e semantico) e trasportabili
(trasmissibili ad alta velocità). L’obiettivo principale dell’informazione è contrastare l’incertezza e provocare altre
informazioni divergenti. Ad approfondire il discorso sulla trasmissione di informazioni fu il matematico Shannon.
Egli elaborò diversi passaggi della trasmissione di informazioni, applicabili a diverse situazioni:

1. fonte, ovvero l'entità che crea il messaggio

2. trasmettitore, il dispositivo che consente la trasformazione del messaggio in segnali fisici (come ad esempio la
cornetta del telefono rispetto alla voce dell'entità)

3. canale, cioè il mezzo che trasferisce il messaggio (come i cavi telefonici)

4. rumore, ovvero l'insieme di tutti gli elementi che interferiscono con la trasmissione del segnale. Le proprietà
strutturali dell'ambiente hanno un impatto diretto sulle caratteristiche del segnale creando così il rapporto
segnale/rumore.

5. recettore, cioè il dispositivo che consente la conversione del segnale in forma comprensibile per il destinatario
(come l'altoparlante della cornetta telefonica)

6. destinatario, ossia l'entità a cui è rivolto il messaggio.

A questi primi elementi Shannon, insieme a Weaver, aggiunse i concetti di:

- ridondanza, ripetizione dell'operazione di codifica del messaggio per favorire la sua decodifica. Senza la
ridondanza il messaggio sarebbe molto fragile.

- filtro, la selezione di alcuni aspetti del messaggio rispetto ad altri

- feedback, le informazioni che dal destinatario tornano all’emittente

Per Shannon quindi l'informazione è una grandezza finita, osservabile e misurabile. Essa non consiste in ciò che è
stato detto dalla fonte, ma in ciò che passa dall'emittente al ricevente. L'approccio matematico implica una teoria
forte del codice, poiché ritiene che la condizione sufficiente per comunicare sia avere a disposizione un codice di
trasmissione dei messaggi. Questo approccio, però, non presta attenzione ai contenuti del messaggio facendogli
così perdere la sua rilevanza psicologica nella comunicazione.
2.APPROCCIO SEMIOTICO La semiotica è la scienza che studia la vita dei segni nella vita sociale. Il processo di
significazione, inteso come la capacità di generare significati per ogni messaggio, affinché abbia un senso.

Il filosofo Morris propose la distinzione tra semantica (significati dei segni), sintassi (rapporti fra i segni) e
pragmatica (relazione dei segni con i comunicanti). Quest'ultima si occupa dell'uso dei significanti, ossia dei modi
in cui i significati sono impiegati nelle diverse circostanze. Il significato dipende dal contesto, anche culturale, in
cui si impiega: esso è dinamico e concreto. La pragmatica, quindi, evidenzia la relazione tra segni ed interpretanti.
Dal punto di vista pragmatico la comunicazione è quindi azione e fare. (DIRE QUALCOSA SIGNIFICA SEMPRE
FARE QUALCOSA - Austin).

1. atti locutori “di dire qualcosa”, consistono nell’emissione di suoni, espressioni e riferimenti a ciò che
comunichiamo

2. atti illocutori “nel dire qualcosa”, fanno riferimento alle intenzioni comunicative (dipende dai verbi usati,
dall’intonazione, dall’ordine delle parole, cioè dalle componenti locutorie)

3. atti perlocutori “per dire qualcosa”, prevede che l’enunciato abbia effetti sull’interlocutore

In pragmatica è importante la distinzione tra frase (= espressione linguistica astratta) ed enunciato (= uso corretto
della frase in base al contesto). L'enunciato comunica molto di più di ciò che è contenuto nella frase letterale.

Secondo Grice, bisogna distinguere il significato naturale di una comunicazione da quello convenzionale. Si parla
di trasparenza intenzionale, secondo cui in base alle intenzioni del parlante, verrà messa in atto una:

- intenzionalità comunicativa, quando si intende far fare o pensare qualcosa al destinatario, in virtù del
fatto che ci sia una conoscenza tra i comunicanti
- intenzionalità informativa, praticata quando il parlante vuole semplicemente rendere consapevole
l’interlocutore di qualcosa che prima ignorava

Da qui nasce la distinzione tra comunicazione (rendere qualcuno consapevole di qualcosa) e notizia (rendere
qualcuno consapevole di qualcosa involontariamente - lapsus o una gaffe). Il successo della comunicazione si
fonda sul principio di Cooperazione fondato su quattro massime:

- massima di quantità (non dire più del necessario)

- massima di qualità (dire soltanto ciò di cui si è fermamente convinti)

- massima di relazione (essere pertinenti e opportuni)

- massima di modo (essere ordine e immediatezza nell'esposizione)

Grice riprende la distinzione tradizionale tra logica del linguaggio (significato letterale) e logica della
conversazione (gli individui usano processi per individuare le intenzioni del parlante). C'è una differenza tra ciò
che viene detto e ciò che si vuole intendere. Utili a capire ciò sono le implicature, che possono essere
convenzionali (regolate dalla grammatica) o conversazionali (vanno oltre al significato letterale esprimendo un
significato nascosto). Queste ultime sono caratterizzate da quattro fattori:

- cancellabili, in quanto si possono annullare se si aggiungono premesse a quelle originali

- non distaccabili, cioè sono legate al valore dell'enunciato e non alla sua forma

- calcolabili, secondo cui l'interlocutore sa già la risposta appropriata per una situazione standard
- non convenzionali, ovvero non indicano il significato convenzionale linguistico, ma si adeguano al contesto di
uso.

Partendo dalle teorie di Grice, Sperber e Wilson introducono la distinzione tra intenzione informativa (informare
il destinatario di qualcosa) e comunicativa (informare il destinatario sulla propria intenzione informativa).
Introducono anche il concetto di essere manifesto: un fatto è manifesto ad un soggetto se e solo se egli lo
considera veritiero. Da questo punto si può capire meglio il concetto di pertinenza di Sperber e Wilson: il grado di
pertinenza di un’informazione è deducibile da due fattori: più si è pertinenti, meno SFORZO si farà per esserlo e
più EFFETTI contestuali si avranno.La pertinenza riguarda sempre il contesto non considerato come unico e fisso,
ma come plasmabile a seconda delle esigenze.

Levinson ha formato l’idea di significati presuntivi (interpretazioni preferite). Egli ha elaborato anche tre livelli
esplicativi su cui si basa la comunicazione:

1. il significato-tipo della frase, grammaticale

2. il significato-occorrenza dell’enunciato, contestualizzabile

3. il significato-tipo dell’enunciato, invariabile a seconda dei contesti

Levinson è anche responsabile del concetto di implicatura conversazionale generalizzata (= inferenza standard
governata da verità generali e vincolate per ogni contesto). Questa inferenza si fonda su tre verità:

- prima euristica: quello che non è detto non c’è

- seconda euristica: quello che è descritto in modo semplice è esemplificato in modo stereotipato

- terza euristica: un messaggio inusuale ha un significato inusuale

Da queste tre euristiche si formano i tre principi base della comunicazione:

- Principio Q: massima per il parlante-> scegliere alternativa più solida per i fatti / corollario per il destinatario->
ricordare che le fonti del parlante si basano solo sulle sue conoscenze

- Principio I: massima per il parlante ->dire il minimo indispensabile / corollario per il destinatario-> ampliare il
concetto esposto dal parlante

- Principio M: massima per il parlante-> usare termini inusuali / corollario per il destinatario-> comprendere che i
suoi modi e concetti siano inusuali

3.APPROCCIO SOCIOLOGICO La sociologia della comunicazione sottolinea la prospettiva secondo cui i


soggetti interagiscono nel gruppo sociale attraverso la comunicazione. C’è stata una vera e propria svolta
comunicativa passando dalla teoria dell’azione a quella della comunicazione. Questa svolta ha implicato diversi
concetti:

-razionalità a PRIORI (realtà astratta ed universale) -> razionalità a POSTERIORI (ricostruita e razionalizzata)
-senso del SOGGETTO (conoscenze intenzionali) -> senso COMUNE (conoscenze acquisite e date x scontate)
-microsociologia (processi della vita quotidiana) -> macrosociologia (processi generali delle organizzazioni)

inoltre, nell’ambito sociologico la comunicazione come mezzo di interazione, viene analizzata per diversi aspetti:

- comunicazione verbale e non verbale


- classificazione della conversazione attraverso delle regole che le definiscono (frame, contesti in cui
avviene l’interazione e rituali, simboli che fanno capire la situazione in corso)
- globalizzazione che prevede l’unione tra diverse culture, creandone nuove
- riflessività, che confronta diversi punti di vista fa sì che l’individuo riconosca i propri limiti

Il sociologo Goffman adotta poi una prospettiva drammaturgica, secondo cui esamina i fenomeni sociali quotidiani,
alludendo ad una “rappresentazione teatrale” in cui tendiamo a mostrare la parte migliore di noi con l’obiettivo di
essere socialmente desiderabili.

4.APPROCCIO PSICOLOGICO, che vede la comunicazione come mezzo attraverso cui il soggetto tende ad
affermare la propria identità e posizione sociale, oltre che alimentare la rete delle relazioni sociali. Molto importante
è distinguere quindi, la comunicazione (scambio di contenuti, essenziale per il benessere psicologico delle
persone) dalla metacomunicazione (comunicazione che ha come oggetto la comunicazione stessa (cornice
“teatrale”)). Questo approccio definisce, mentre è in atto la comunicazione, la QUALITÀ e la NATURA della
relazione che lega gli interlocutori: definizione di sè e dell’altro. Pertanto è possibile individuare due tipi di relazioni:

-relazione simmetrica: eguaglianza dei rapporti che porta ad una comunicazione competitiva

-relazione complementare: in cui un individuo è dominante e l’altro subordinato (differenza di rapporti)

Per la psicologia, la comunicazione ha diverse funzioni:

-nella relazione, poichè può generarla e svilupparla, mantenerla e rinnovarla, cambiarla, restaurarla ed
estinguerla;

-nell’espressione creativa, promuovendo novità, sensibilità soggettiva (esternare il sè artistico), comprensibilità e


partecipazione

-nel proposito/piacere, favorendo conoscenza tra partecipanti, referenza in base alle esperienze, attribuzione di
qualità agli oggetti.

Il pensiero diventa comunicabile grazie al LINGUAGGIO, favorito da sistematicità (sintassi), produttività (infiniti
significati) e dislocazione (fraintendimenti).

- Il comportamento è qualsiasi azione compiuta da un individuo che sia osservabile dall’esterno.

- La notizia/comunicazione si ottiene quando B acquisisce ciò che è stato comunicato da A, quando A vuole
comunicare a B, quando A vuole che B riconosca il suo atto comunicativo

- L’interazione è il contatto (fisico o virtuale) che c’è tra gli interlocutori.

CAPITOLO 5

La comunicazione non verbale è sempre esistita ed è mezzo utilizzato anche dagli esseri animali e riguarda tutto
ciò che non è verbale, quindi esclude il linguaggio. Quest’ultimo non è in grado di sostituirla, bensì si innesta sulla
CNV in modo conforme e coerente. Inoltre la CNV è spontanea, naturale e rivelatrice degli stati d’animo
(relativamente al contesto culturale), oltre che essere regolata dai processi nervosi (sistema piramidale ed
extrapiramidale). Ecco i vari elementi che la costituiscono: paralinguismo, mimica facciale, gesti, sguardo,
prossemica/aptica, cronemica, postura.
-SISTEMA VOCALE: afferma che il linguaggio, seppur appartenente alla CV, viene supportato da mezzi non
verbali. Si pensi alla VOCE, ossia l’unione di lingua, intonazione, ritmo ed intensità. Le qualità non verbali della
voce dipendono da fattori biologici(sesso ed età), dalla personalità, dalla cultura, dalle esperienze psicoemotive. La
componente emotiva è estremamente importante e si identifica in una fase di “encoding”, che analizza lo stato
emotivo del parlante escludendo l’enunciato; e poi nella fase di “decoding” in cui, come già ci anticipa il termine,
si va a decodificare lo stato emotivo attraverso le componenti vocali. Molto importante e strategico è anche il
silenzio, che con un valore ambiguo, riesce comunque a rivelare qualcosa: dipende molto dalla cultura in cui si
manifesta (in occidente significherebbe disagio, in oriente significherebbe armonia o fiducia).

-SISTEMA CINESICO, comprende i movimenti del corpo, del volto e degli occhi.

-mimica facciale: movimenti del volto che manifestano stati mentali, esperienze emotive ed atteggiamenti
interpersonali. Per interpretare una determinata espressione facciale, ci sono diverse prospettive: quella
EMOTIVA, afferma che le espressioni facciali abbiano lo scopo di scaricare l’eccitazione nervosa. In
opposizione, c’è la prospettiva COMUNICATIVA affermante che le espressioni facciali abbiano uno scopo
comunicativo, piuttosto che emotivo. è altrettanto importante analizzare anche il contesto in cui viene espressa
(esempio delle 7 immagini del metodo standard di Ekman). Si pensi all’effetto Kuleshov che analizza come un
volto neutro possa esser interpretato diversamente in base al contesto (volto neutro+cadavere=paura / volto
neutro+donna nuda=eccitazione / volto neutro+scodella di riso=fame). Un’espressione fuori contesto è dunque
preda di fraintendimenti, ma i contesto in ogni caso è fondamentale, per individuare l ecomponenti emotive del
comunicatore.

-sorriso: seppur apparentemente un’espressione genuina, in realtà è ambigua, poichè può rappresentare felicità,
incertezza, ansia, orgoglio. Distinguiamo il sorriso autentico, finto (richiesto dall’esterno), sociale
(stereotipato), timido (utile durante la seduzione), da disgusto o repulsione. Il sorriso è un FORTE
REGOLATORE DEI RAPPORTI SOCIALI e avviene biologicamente con un rilascio di endorfine.

-sguardo: essenziale per avviare un rapporto interpersonale. Se si tratta di sguardo intenso, ci son contesti che lo
interpretano diversamente (occidente=fiducia, oriente=positivo solo con famiglia, arabia=non verso donne
estranee). Un fattore molto rilevante è anche il sesso del comunicatore: la donna guarda maggiormente rispetto
all’uomo e riescono a coglierne più significati e a sedurre facilmente. Se due donne comunicano in sintonia
guardandosi, due uomini si sentirebbero a disagio. Se dunque chi intensifica lo sguardo è considerato in occidente
come persona attraente, coinvolgente e persuasiva, chi invece cerca di distoglierlo, manifesta una sofferenza
psichica/insicurezza/disinteresse nel comunicare. Durante le conversazioni, lo sguardo ha 3 principali obiettivi:
SINCRONIZZARE i turni dei comunicanti, MONITORARE le interazioni, SEGNALARE le proprie intenzioni.

-gestualità: tra il parlato e i gesti vi è un’interdipendenza, poichè son rappresentati SIMULTANEAMENTE nella
nostra mente. Già li menzionava Quintiliano nella sua opera “Institutio Oratoria”. Riconosciamo i gesti lessicali
(connessi con il parlato), simbolici (non necessariamente connessi col parlato), pantomima (imitano le azioni),
deittici (indicano qualcosa), motori (accompagnano i discorsi), linguaggio dei segni. I gesti sono misurabili per
TEMPO, SPAZIO, FLUIDITà, FORZA, ANIMAZIONE E RIPETIZIONE. Anche i gesti hanno valenza relativa al
contesto in cui si manifestano.

-SISTEMA PROSSEMICO/APTICO: azioni di contatto corporeo

-prossemica: che si occupa del valore comunicativo dello spazio e dunque del territorio: il territorio pubblico è
quello in cui tutti son liberi di accedervi ed è regolato da norme sociali. Il territorio domestico, invece, è
quello delineato dal tipo di relazione chè c’è tra i comunicatori. Più sarà la distanza, maggiore sarà la
formalità del rapporto. Inoltre, quando aumenta lo spazio dell’individuo, aumenta l’elevazione sociale
dell’individuo. In caso di violazione del proprio spazio, percepiamo il gesto come minaccia.
-aptica: analisi del contatto fisico con gli altri. Si pensi all’attaccamento alla madre appena nasciamo o
alle relazioni amorose, in cui il contatto fisico è fondamentale. Il contatto reciproco è la pratica
manifestazione di un’attrazione sessuale che, più o meno, viene manifestata in pubblico e non. Il contatto
corporeo è anche comunicatore di una relazione di dominanza, incoraggiamento, approvazione. Non è
interpretabile solo in positivo: dipende tutto da con chi entriamo in contatto e da quanta reciprocità ci sia
nell’azione.

-SISTEMA CRONEMICO: studia il TEMPO in cui si verifica un certo movimento comunicativo. Lo stesso
movimento può essere condotto con un ritmo diverso, in sincronia o meno con il parlato, Questi segnali
modulano il significato di un messaggio non verbale.

CAPITOLO 6

La comunicazione è discorso, cioè il PRODOTTO DELL’ENUNCIAZIONE. Quest’ultima prevede diversi elementi:


il parlante, il destinatario, l’enunciazione, l’enunciato e il contesto di enunciazione. Nel manifestare la propria
intenzione, il parlante deve scegliere dei percorsi comunicativi appropriati alla situazione, considerando le
conoscenze, aspettative e prospettive del destinatario. Anche mantenendo le stesse parole, il parlante può
formulare diversi enunciati per descrivere la stessa situazione. L'argomentazione è una branca della logica, che
deve rispettare il principio di “mantenimento della verità”, secondo cui se la premessa è verità, lo sarà
sistematicamente anche la conclusione. Oggi è molto più importante il come vien detto qualcosa, piuttosto che il
cosa. Pertanto è importante parlare di nuova retorica, processo secondo il quale il parlante deve ottenere
maggiori consensi dagli uditori tramite pratiche persuasive. Per risultare efficace, il persuasore deve tener conto
di ragioni che risultano più vicine, credibili ed in sintonia con le idee dell’uditorio. Non è necessario che si utilizzino
termini specifichi, anzi, il parlante può procedere con una certa vaghezza e flessibilità semantica. Infine si da
importanza alla quantità di argomenti trattati: più saranno questi, più sarà il potere di convincimento di chi parla. Si
parla di pragma-dialettica quando si unisce la concezione pragmatica di argomenti standard e la concezione
dialettica che permette di parlare di diversi punti di vista.

ragionamento interpersonale PRATICO: costituito dall’insieme di regole che ci aiutano ad interagire


opportunamente durante qualsiasi tipo di dialogo, specie quelli di vita quotidiana. Le regole ci dicono quali mosse
sono lecite, come ottenere informazioni, come persuadere, etc.. Questa pratica riguarda le nostre relazioni sociali
in qualsiasi situazione.

conversazione: interazione sociale tra due o più persone che si alternano per esprimere i propri punti di vista.
Comporta diversi compiti: ascoltare ciò che dice l’altro, dare significato ai propri interventi, calibrare le pause ed
esprimersi in modo chiaro.

1. apertura conversazione, che prevede il riconoscimento degli interlocutori attraverso lo sguardo e dunque i saluti,
con lo scopo di attirarne l’attenzione (controllo sociale) 2. svolgimento tematico, secondo cui si aspetta il proprio
turno per esprimersi (A-B-A-B). Questi fenomeni sono delineati dalla provenienza culturale e generano sensazioni
di continuità, ma anche di disagio nel caso in cui due persone appartengano a due contesti molto differenti. Per
evitarlo, si fa uso del punto di rilevanza transizionale, che ha il compito di rilevare quando avviene lo scambio di
turno. 3. chiusura e commiato

Le sequenze complementari consistono in altri processi conversazionali, detti coppie comunicative


(domanda-risposta, saluti-saluti, invito-accettazione, etc). Le presequenze invece sono degli scambi che
prevedono dei turni preliminari (esempi: A:”che fai, Giulia?” B:”niente.” A:”vuoi venire con me al bar?” oppure
A:”indovina un po’, cosa sta facendo la mamma?” B:”cosa?” A:”sta guardando l’album dei ricordi”). In modo
analogo, le prerichieste hanno valore di negoziazione poichè permettono al parlante di scegliere se formulare la
richiesta o meno.
CAPITOLO 7

La discomunicazione è messa in pratica da una certa opacità espressiva che differisce dalle espressioni del
parlante: si concentra su ciò che non vien detto. Infatti, di questa branca fanno parte la comunicazione IRONICA,
SEDUTTIVA e MENZOGNERA.

-comunicazione ironica: nata da Aristotele con la caratteristica di avere significati esattamente opposti a quel che
si dice. Se a livello linguistico si intende elogiare qualcosa, a livello relazionale comunicativo si intende disprezzare
qualcosa. Ci sono diversi tipi di ironia, infatti le distinguiamo in: sarcastica (che disprezza attraverso parole di lode
per evitare esplicite offese), bonaria (che elogia attraverso parole di disprezzo), socratica (che mette
elegantemente in dubbio gli stereotipi e le certezze), scherzosa (che sdrammatizza e crea complicità). Sarebbe
facile fraintendere una frase ironica, pertanto per far sì che venga compresa, ci si affida ad un processo di
comprensione. Con l’ironia il parlante attua un atteggiamento critico rispetto quanto detto o fatto prima da un’altra
persona. In base all’ironia praticata, cambia la voce: ad esempio, all’ironia sarcastica è solito associare un tono
acuto, invece per la bonaria un tono medio che risalti l’elogio. Affinchè l’ironia si possa attuare, ci sono 4 fasi
indispensabili:

1. conoscenze reciproche ed interpersonali tra gli interlocutori 2. entrambi gli interlocutori devono aver preso parte
dell’evento commentato ironicamente 3. poi viene enunciato il commento 4. interpretazione dell’ironia da parte del
destinatario: fraintendimento, disconoscimento (si riconosce il vero valore ironico ma ci si sofferma
sull’interpretazione letterale), touchè (quando il commento arriva al bersaglio, il quale sceglie di risponderne ferito o
divertito).

-comunicazione seduttiva: dal latino "se ducere"=condurre, si pone l’obiettivo di attrarre, anche sessualmente,
l’interlocutore. Pertanto, per certi aspetti può essere vista come un imbroglio. Questo tipo di discomunicazione si
avvale anche di mezzi non verbali, come ad esempio lo sguardo, primo segnale di interesse reciproco, oppure il
sorriso ed infine la voce. Sono infatti state fatte analisi sulla voce della donna nella fase ovulatoria e non: risulta più
acuta, femminile ed attraente 2 giorni prima dell’ovulazione. Si aggiungono altri microsegnali coke il muovere i
capelli, muovere le labbra, toccarsi la pelle (rilevatore di desiderio/attrazione). Necessario è distinguere i seduttori
efficaci, cioè coloro che usano un tono di voce caldo ed accogliente che favorisce l’avvicinamento, dai seduttori
non efficaci che, al contrario, hanno una voce più debole e monotona.

-comunicazione menzognera: questo tipo di comunicazione si basa principalmente sulla consapevolezza di dire
qualcosa di falso, con l’obiettivo di convincere l’interlocutore che invece sia vero. Il suo obiettivo è quello di far
credere verità una falsità, e che soprattutto l’interlocutore adotti la convinzione che il parlante sia stato sincero e
creda in quel che dice. Mentire richiede uno sforzo emotivo e cognitivo che viene praticato soprattutto dagli
adolescenti: il 20% mente ai genitori quando viene chiesto loro qualcosa riguardo la loro vita privata. Si fa
riferimento principalmente alle seguenti strategie:

-omissione: il parlante omette informazioni necessarie per il destinatario

-occultamento: il parlante nasconde informazioni essenziali tramite altre informazioni false

-falsificazione: il parlante fornisce informazioni che sa di essere false

-mascheramento: il parlante non da informazioni vere, ma ne da altre false

Essenziale distinguere le menzogne preparate da quelle impreparate: le prime son preparate nel dettaglio, le
seconde sono improvvisate. Queste ultime, sono convenzionali ed usate quotidianamente, spesso anche per
evitare di offendere i destinatari (le cosiddette “bugie bianche”, tecnicamente definite menzogne di cortesia).
Inoltre il mentitore può essere cooperativo, quando sceglie di mentire per tutelare gli interessi suoi e del
destinatario, ma anche non cooperativo, quando al contrario si interessa egoisticamente di mentire solo per la
sua immagine, a costo di sminuire il destinatario. Il mentitore sarà abile, quando si comporta naturalmente sia
mentre dice il vero, sia il falso; ingenuo, quando il destinatario si insospettisce e riceve involontari indizi. D’altro
canto, il destinatario può scegliere di credere veritiero ciò che dice il mentitore per evitare conflitti: destinatario
acquiscente. Ecco le strategie linguistiche messe in atto dai mentitori: fanno ricorso a terze persone; usano frasi
lunghe e complesse per disorientare il destinatario, oppure, quando il destinatario è scettico,i mentitori usano frasi
sfuggenti per dire l’indispensabile. Ci sono persino individui in grado di mentire e manipolare e sfruttare gli altri e,
giustificare ciò per scopi ben precisi (personalità machiavellica): sono abili nell’influenzare senza usare violenza.

Si può mentire anche verso sè stessi attraverso l’autoinganno, qualora ci si voglia autoconvincere del falso
perchè la scelta più comoda.

Non si dimentichi la comunicazione patologica che, si manifesta con una comunicazione frammentata e
contraddittoria, che non voglia riconoscere la realtà. Principalmente è manifesto degli individui schizofrenici che
utilizzano paradossi.

CAPITOLO 8

La comunicazione è alla base delle interazioni sociali all’interno dei gruppi. Questi ultimi son composti da membri
che condividono valori, idee, credenze e tradizioni (iper cooperatività e ultra socialità). Ingroup è il gruppo con cui
si identificano gli individui del quale si sentono membri. Si differenzia dall'outgroup, che è invece il gruppo con cui
gli individui non si identificano. Nei gruppo la comunicazione è principalmente influenza sociale, secondo la quale
i membri son guidati a fare delle scelte rispetto ad altre. Si tratta di influenza sociale informativa, quando gli
individui vedono gli altri membri del suo gruppo come fonti di informazioni; invece si tratta di influenza sociale
normativa, quando i membri del gruppo si adeguano agli standard imposti dal gruppo senza obiezioni (chi non si
adatta, viene sistematicamente emarginato dal gruppo).

dissonanza cognitiva: processo secondo il quale due pensieri/azioni sono contrastanti tra loro e provocano
disagio dell'individuo (l’individuo condanna le azioni di contrabbando, ma compra oggetti di contrabbando). La
dissonanza può incidere in maniera intrapersonale - immagine del sé (tendenza occidentale), oppure
compromettere l’immagine interpersonale - immagine pubblica (tendenza orientale).

reattanza sociale: sviluppata dagli individui quando i principi e le norme del gruppo le percepisce come restrizioni
della sua libertà e pertanto proverà il suo spazio di comunicazione, ribadendo la sua unicità che prescinde dal
gruppo.

differenziazione individuale: l’individuo, pur rimanendo parte del gruppo, sente la necessità di differenziarsi. Si
parla di conformità superiore di sè, quando quest’ultimo sceglie di aderire alle norme del gruppo, pur
differenziandosi dagli altri membri, diventando un modello da seguire.

influenza maggioritaria: si riferisce al potere che ha la maggioranza sulla minoranza. Più sarà forte la
maggioranza, più sarà prevalente la sua influenza per creare convergenza tra i membri del gruppo: teoria
dell’impatto sociale. Da qui ne segue un’ignoranza pluralistica, dato che la maggioranza si compone di persone
che acconsentono alle guide del gruppo a prescindere dal loro consenso personale, seguendole passivamente.

influenza minoritaria: è anche la minoranza ad influenzare la maggioranza, estendendo i propri punti di vista con
argomentazioni forti e di qualità e quindi, sistematicamente, influenzando pensieri e decisioni del gruppo stesso. Si
tratta di una minoranza attiva che mette in discussione la parte dominante del gruppo. Nasce così un conflitto di
idee, che porta poi al processo di negoziazione tramite cui si convertono le ideologie dominanti.

pettegolezzo: si tratta di discorsi che trattano di storie, argomenti e vicende i cui protagonisti sono terze persone,
giudicando in senso positivo o negativo. Solitamente servono a tener vive le interazioni del gruppo affinché ci sia
sempre un argomento da trattare. Inoltre è indicatore di invidia sociale, in quanto i pettegoli non sono in grado di
poter o saper fare quel che fa il bersaglio.

comunicazione e decisione: la comunicazione può incidere sulla concretizzazione delle scelte, in quanto o le
annulla o le genera, ma solo dopo aver ottenuto un confronto.

polarizzazione: la maggioranza del gruppo sostiene valori estremi e fuori dagli standard. Questo processo
avviene tramite una discussione, che non tiene conto delle informazioni esterne, facendo sentire il gruppo
invincibile e separa nettamente le conclusioni dalle idee iniziali.

teoria dell’identità sociale: un individuo sociale sente la necessità di appartenere ad un gruppo sociale, per poi
poter creare la sua identità. Egli categorizza (discrimina le categorie opposte), si identifica e confronta il suo
ingroup con l’outgroup.

sociocentrismo: simile all’etnocentrismo, prevede che un individuo cerca negli altri individui con parametri simili ai
propri, cosicché da poter interagire con questi (distinzione tra stereotipo -differenziazione- e pregiudizio
-descrizione negativa di altri gruppi-

CAPITOLO 9

I media hanno la funzione di mettere in relazione gli individui con l’ambiente. Ci sono due teorie contrapposte a
riguardo:

-prospettiva culturale: vede il media come un artefatto che funge da mediatore tra uomo e ambiente, creando
nuove conoscenze. Visto quindi come un mezzo tecnologico per distribuire simboli, quindi cultura.

-prospettiva tecnologica: vede il media come un mezzo tecnologico per immagazzinare e trasportare le
informazioni. Pone attenzione sulla funzione tecnica del messaggio

I mass media, sono così chiamati perché mediano tra le società di massa, che differisce dal gruppo o dalla folla,
infatti, questi tre termini, intendono rispettivamente: individui anonimi che condividono interessi; individui che si
conoscono e condividono valori; individui che si uniscono ma non condividono.

teoria ipodermica: considera i mass media come potenti strumenti persuasivi che agiscono direttamente su di
una massa passiva e inerte.

schema di Lasswell:denota un’asimmetria tra emittente e pubblico, perché il primo ha la responsabilità degli
effetti che l’informazione avrà sul pubblico. (CHI-DICE COSA-CON QUALI MEZZI-A CHI-CON QUALI EFFETTI)

TENDENZIALMENTE I MEDIA NON GENERANO CAMBIAMENTI DI PENSIERO, PIUTTOSTO RINFORZANO I


PUNTI DI VISTA DEL PUBBLICO (si pensi agli algoritmi che ci mostrano nei feed di instagram solo quello che ci
interessa).

modello della comunicazione a due fasi: denota un’interdipendenza tra comunicazione di massa e
comunicazione interpersonale, affermando che i mass media influiscono nelle conversazioni reali e viceversa.
Sono agevolati i leader che, attraverso i gruppi virtuali, riescono facilmente a diffondere il messaggio con
un’efficacia più rapida.

agenda setting: sceglie in base all’audience, quali informazioni siano più “notiziabili”, facendo sì che ci sia una
gerarchia di notizie, il cui criterio si basa su quel che è più interessante per il pubblico.

modello della spirale del silenzio: analizza la cultura e il suo processo di OMOGENEIZZAZIONE. Si pensi anche
alle notizie trasmesse dai telegiornali: ci offrono tante notizie che riguardano diversi campi, senza darci tempo di
riflettere o focalizzarci su una di queste in particolare (tanti titoli, niente articoli). Notevole quindi è il potere
persuasivo dei media, che ci fanno sapere sol quel che ci concedono di sapere.

teoria della coltivazione: indica nella televisione uno strumento di omogeneizzazione culturale a livello mondiale,
in cui i messaggi televisivi formano il nostro modo di pensare ("cultura mainstream").

differenza culturale: il tempo di arrivo delle informazioni tramite media è relativo alla provenienza socio culturale
dell’individuo: più si è altolocati, più velocemente arriverà l'informazione.

I media hanno scelto di sfruttare il loro potere anche tramite la comunicazione pubblicitaria -CHE NON PASSA
SOLO VIA TV, MA ANCHE VIA RADIO, STAMPA O MANIFESTI-: la bravura si ritrova nel processo di
convincimento dell’individuo ad acquistare, senza neanche conoscere le sue necessità/disponibilità. Tant’è che
l’immagine del prodotto diventa utile per coltivare l’immagine individuale, segnando una determinata appartenenza.

brand equity: è la capacità di un brand/marchio di orientare le scelte dei consumatori perché riconoscono la
popolarità del marchio nel mercato, non la sua qualità.

comunicazione politica: è l’intreccio tra politici, mass media e pubblico. Per comprendere le funzioni di questi 3
elementi, si pensi ad un teatro: il palcoscenico corrisponde ai mass media, gli attori corrispondono i politici ed il
pubblico. I mass media quindi sono fonte di potere, la sede dove si svolgono fatti di vita pubblica nazionale ed
internazionale (modello mediatico). A questa attitudine ne seguono degli effetti: i politici dovranno quindi, anche
durante delle interviste, presentare il loro programma politico, in maniera teatrale e frammentando i discorsi
seguendo una logica persuasiva ed influente.

effetti politici-personalizzazione politica: tramite i media i politici ottengono supporto dai seguaci, perché? il
criterio basico riguarda minimamente chi e come fa politica, piuttosto che sul che cosa. Pertanto, le caratteristiche
fondamentali per un leader politico ideale, saranno il carisma e la visibilità che questo ha sotto i riflettori dei
mass media.

pubblicità elettorale: sostituendo la classica propaganda, è nato il marketing politico, che studia l’efficacia delle
strategie di immagine e della pubblicità elettorale. La televisione è il mezzo fondamentale della campagna
elettorale, secondo cui l’efficacia si ottiene grazie alle competenze apparenti, piuttosto che quelle effettivamente
politiche. Ci sono consulenti politici che studiano al meglio queste strategie, affinchè vengano ottimizzate la
persuasione e l’influenzamento a livello comunicativo.

NEW MEDIA - SOCIAL NETWORK: consistono nella comunicazione mediata tramite la digitalizzazione di
informazioni (messaggi instagram/facebook/twitter) che favorisce la vita sociale, mediandola e rendendola
virtuale. I social network permettono agli individui di:

-manifestare la propria identità e talvolta influenzano la personalità di quest’ultimo, fortificando l’immagine del sé in
termini di visibilità, autostima e successo delle proprie competenze

-creare una lista di utenti inizialmente sconosciuti con cui poter entrare in contatto

-creare reti sociali che favoriscono l’estensione di gruppi umani

i social network, quindi, costituiscono il cyberspazio in cui gli individui ritrovano altri individui che si somigliano per
interessi culturali, estetici, artistici, etc. . Tuttavia, ci sono anche aspetti negativi prodotti da queste piattaforme,
come il cambio di identità, violazione della privacy altrui e manipolazione delle informazioni. è notevolmente in
crescita la quantità di tempo passato sui social, che arriva persino a prevalere sulla quantità di tempo dedicato alle
relazioni reali: trattasi di dipendenza patologica.

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