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MODULO 1
LEZIONE 1
La comunicazione interpersonale
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Comunicazione verbale (CV) e comunicazione non verbale (CNV)
Nella comunicazione l'importanza minore è il “cosa si dice”, in ordine crescente vengono
l'aspetto intonazionale e l'aspetto mimico – gestuale.
Per una comunicazione efficace ci deve essere congruenza tra il piano verbale e quello non
verbale, ovvero il linguaggio del corpo e quello verbale sono interdipendenti.
IL PROCESSO COMUNICATIVO
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LEZIONE 2
Non c'è una spiegazione generalmente accettata del modo in cui gli atti illocutori sono
compresi.
Gli atti linguistici sono stati fondamentali nel diffondersi di pratiche di analisi del discorso.
La teoria degli Atti Linguistici sancisce il passaggio tra la comunicazione vista come un
processo automatico e l'importanza delle emozioni di chi comunica.
Le idee principali sono:
1. Bisogna tracciare una distinzione tra il significato e il modo (la sua “forza”)
2. Il proferimento può essere considerato come l'esecuzione di un atto
Gottlob Frege introduce per primo la distinzione fra significato e forza, Karl Bühler introduce
invece la nozione di atto linguistico.
La congiunzione di queste due idee caratterizza la teoria degli atti linguistici.
Già Aristotele distingueva fra il significato delle parole e l'assertività dell'enunciato
dichiarativo.
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Wittgeinstein e gli usi del linguaggio
Secondo Wittgeinstein solo il linguaggio descrittivo dei fatti rappresenta un vero e proprio
linguaggio.
Sottolinea la varietà degli usi del linguaggio e paragona gli usi del linguaggio a dei giochi, con
la metafora del “gioco linguistico”: come nei giochi, i diversi usi del linguaggio sono retti da
regole.
Contesta la presunta centralità degli usi assertivi e referenziali del linguaggio.
Questo approccio non consentiva uno studio sistematico delle attività legate al linguaggio, ma
a Wittgeinstein interessa evidenziare l'utilizzo di regole linguistiche, intersoggettivamente
accettate e modificabili, in una stretta relazione funzionale con le pratiche di una comunità.
Austin nota gli enunciati performativi (performative utterances): sono enunciati dichiarativi
che seguono un atto linguistico e sono caratterizzati dall'uso dell'indicativo presente.
Gli stessi verbi utilizzati sono definiti verbi performativi.
La teoria di Grice definisce il significato delle intenzioni del parlante nel proferire il suo
enunciato, ponendo l'intenzionalità al centro della teoria.
Il significato del parlante è più importante dell'intero significato della frase.
Propone quindi la nozione di implicatura conversazionale, per render conto di quegli aspetti
del significato del parlante che sono suggeriti come integrazioni o aggiustamenti.
Anche questa nozione viene utilizzata nella teoria degli atti linguistici.
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LEZIONE 3
LA PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE
Austin e gli atti linguistici, le funzioni della lingua e gli aventi linguistici
Gli atti performativi e constatativi vengono studiati mediante 3 differenti livelli di azione:
• ATTO LOCUTORIO: combina tra loro svariati elementi di un discorso come suoni
(dimensione fonetica), parole, frasi (dimensione fatica), significati (dimensione retica).
• ATTO ILLOCUTORIO: si utilizza mentre si dice qualcosa, che oltre a dare delle
informazioni, consta di una certa realtà. È rappresentato dal modo in cui le parole
vengono usate per fare affermazioni ed è fortemente legato alle intenzioni di chi lo
compie.
• ATTO PERLOCUTORIO: questa azione ha come obiettivo quello di determinare delle
conseguenze sull'interlocutore.
Un atto perlocutorio mostra la funzione interattiva del linguaggio e l'uso di esso
prevede un approccio pragmatico al processo comunicativo.
È importante di rispettare il Principio di collaborazione di Grice che segue le massime:
• di quantità: offri un contributo tanto informativo quanto richiesto e non dare un
contributo più informativo del necessario
• di qualità: non dire ciò che credi sia falso e non dire mai cose per le quali non hai
prove adeguate
• di modo: evita espressioni oscure e ambigue, sii breve e ordinato nell'esposizione
• di pertinenza (Sperber e Wilson): sii pertinente. Un'ipotesi è pertinente quanto
maggiore è la modifica dell'ambiente cognitivo del destinatario e quanto minore è lo
sforzo per trattarla.
Ogni funzione linguistica fa riferimento a uno dei 6 elementi che costituiscono l'atto
comunicativo (le Funzioni di Jakobson): il destinatore, il destinatario, il contesto, il codice, il
messaggio e il contatto.
Un atto linguistico non risponde mai ad una sola funzione linguistica.
Le funzioni linguistiche sono:
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• Funzione referenziale (o informativa): si basa sul contesto. Offre delle informazioni
che vanno al di là del mero significato delle parole stesse.
• Funzione poetica: cura la forma.
• Funzione metalinguistica: si concentra sul significato e sulla forma del messaggio.
• Funzione fàtica: si manifesta in due casi: quando c'è un disturbo nella trasmissione
del messaggio o quando si presenta il problema del canale comunicativo. È la funziona
che si concentra sul contatto.
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LEZIONE 4
Linee di conversazione
Sono gli assi ideali che congiungono due soggetti impegnati in un dialogo e si possono
manifestare tramite il sistema verbale (manifeste ed evidenti) o tramite il sistema non verbale
(sotterranee e sottilmente mascherate).
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LEZIONE 5
LEZIONE 6