MODULO 6
LEZIONE 26
Segni e sintomi emotivi e comportamentali
L'ansia
L'ansia è la consapevolezza che gli eventi che ci troviamo di fronte sono per lo più al di fuori
del nostro sistema di costrutti.
Diventiamo ansiosi quando molte delle nostre esperienze sfuggono alla nostra capacità di
costruzione e molte delle loro implicazioni rimangono a noi oscure, imprevedibili,
incontrollabili.
L'ansia nasce dalla consapevolezza di non disporre degli assi di riferimento su cui collocare
gli eventi.
Questa emozione è costituita da una costellazione di segni e sintomi di natura fisiologica,
psicologica e comportamentale e per gestirla dobbiamo intervenire su tutte e 3 le aree
sintomatologiche:
• sintomi fisici: tachicardia, palpitazioni, sudorazione e tremori, ecc.
• sintomi psicologici: paura di morire, di impazzire, di perdere il controllo, fobie, ecc.
• sintomi comportamentali: comportamenti di evitamento, di fuga, di immobilizzazione
(freezing), reazioni eccessive a stimoli innocui, comportamenti complessi ecc.
Si può controllare una reazione emotiva tramite
mediante mezzi elettrici o biochimici
intervenendo sul sistema senso-motorio
utilizzando emozioni e stati d'animo attualmente disponibili o emergenti
usando processi cognitivi
Vi è l'intervento plurimodare:
1
L'attenzione selettiva può rivolgersi tanto ad eventi ambientali esterni, quanto al
funzionamento stesso dell'organismo o ad uno qualsiasi dei suoi aspetti.
Nell'ABC secondario, dato un problema l'attenzione selettiva può focalizzarsi sul suo stesso
problema e dare inizio ad un'ulteriore sequenza di funzionamento che può essere altrettanto
disfunzionale e rappresentare un ulteriore problema.
Questo secondo problema viene definito secondario nel senso di sovraordinato, di ordine
superiore rispetto al primo.
Il problema secondario ostacola l'accesso diretto a quello primario, pertanto la sua
individuazione e soluzione preventiva è essenziale come strategia terapeutica.
Nell'ABC terziario, il problema secondario può a sua volta divenire oggetto dell'attenzione
selettiva da parte del paziente e produrre un ulteriore problema di ordine superiore, terziario e
così via.
Criteri di disfunzionalità
Le caratteristiche che rendono i processi cognitivi capaci di procurare sofferenza sono:
1. Mancata aderenza alla realtà dimostrabile: non ci sono prove accettabili per sostenere
la validità delle affermazioni. Gli enunciati assolutizzati vengono trasformati in leggi
universali.
2. Boicottaggio dello scopo generale di benessere dell'individuo: l'esasperazione delle
preferenze e dei desideri li rende obbligatori, rigidi e incondizionali, con conseguenza
di provocare un alto grado di tensione emotiva nel soddisfarli.
3. Boicottaggio degli scopi specifici e attuali dell'individuo: l'assolutizzazione degli scopi
li rende irrealistici. La tensione emotiva (ansia) e il terrore (ulteriore ansia) di fallire,
così come la disperazione (depressione) conseguente all'eventuale fallimento, non
rendono una persona più capace ed efficiente nel perseguimento dei propri scopi.
2
LEZIONE 27
Le strategie difensive
I meccanismi di difesa sono operazioni che mettono in atto una volontà difensiva da parte
nostra verso qualche stimolo percepito come minaccioso.
Il tentativo di difenderci da qualcosa nasce dalla sensazione di pericolo e dal bisogno di
protezione.
Nella maggior parte dei casi vengono utilizzate in maniera inconsapevole dall'uomo, da qui la
convinzione che tutto dipenderà dall'Io e dalle sue valutazioni. È molto importante il contesto
di crescita e maturazione.
Secondo quanto espresso nella Psicologia del Profondo di Freud, nella vita psichica ogni
avvenimento della realtà, per essere colto, deve avvicinarsi quanto più al nostro sistema
psichico.
L'Io si difende dunque da tutti quei contenuti che arrivano e vengono percepiti come
pericolosi. In genere questi contenuti sono rappresentati da pulsioni ed affetti e determinano
una grande angoscia.
L'Io si difende dunque per proteggersi dalla sofferenza dell'angoscia.
Per difenderci mettiamo un atto una serie di difese per controllarla:
• un io debole non sarà in grado di tollerare minimamente l'angoscia e sprofonderà in un
circolo vizioso dove il panico sarà dominante
• un io rigido si difenderà con forza impedendo la realizzazione di quel desiderio nella
realtà
3
La proiezione attiva ha origine nell'inconscio e trova il suo punto di partenza nella
nostra identità primaria.
Ciò che era identità inconscia diviene proiezione nella realtà ed il proiettato diviene
così un conoscibile oggetto, soggetto a critiche.
La sua funzionalità sta anche nel favorire il riconoscimento simbolico del
funzionamento degli oggetti.
4. Regressione: è un ritorno al passato, una regressione appunto dei nostri schemi di
comportamento e di pensiero.
Alla base c'è sempre uno stimolo pericoloso, ciò determina una condizione di
debolezza dell'Io, che trova riscontro in fissazioni a momenti precedenti, caratterizzati
da un Io più primitivo ma ben organizzato rispetto a quel momento di sviluppo.
Il regredire può essere il risultato di una valutazione tanto oggettiva quanto inconscia.
5. Rimozione: viene intesa come il prototipo delle strategie difensive.
È un processo prevalentemente inconscio che respinge nell'inconscio quelle
rappresentazioni inaccettabili all'Io.
6. Conversione nell'Opposto: la trasformazione nel suo opposto dell'attività con cui si
realizza la pulsione. Si può trasformare l'attività in passività o viceversa.
Conversione e riflessione strutturano le coppie
sadismo-masochismo / voyerismo-esibizionismo. Sono due meccanismi che, in unione
all'introiezione e alla proiezione, rappresentano le modalità di costruzione del Super-
Io, la nostra istanza moralista.
7. Riflessione sulla propria persona: è definita come un complesso processo nel quale
tendiamo a sostituirci all'oggetto della pulsione.
8. Sublimazione: è costituita da quel processo che permette la realizzazione di attività a
scopi sociali e collettivamente apprezzati. Questo processo trova la sua realizzazione
attraverso l'inibizione delle pulsioni. Il primo meccanismo difensivo che sottende la
sublimazione è l'inibizione del soddisfacimento pulsionale, che prevede una
precedente rimozione della meta primitiva.
La base difensiva della sublimazione è al limite, ovvero poco riconosciuta.
9. Formazione Reattiva: è un comportamento opposto rispetto alle esigenze di un
desiderio rimosso.
La forma reattiva è il risultato di controcariche coscienti costituitesi reattivamente
contro di questa. In Psicanalisi viene definita controsintomo o sintomo primario di
difesa.
Rappresenta il risultato cosciente di un'attività dell'Io, contribuendo efficacemente alla
strutturazione del Super-Io.
Il meccanismo di trasformazione nell'opposto si attua sostanzialmente sullo sfondo
della negazione. Per il suo carattere cosciente si distacca dagli altri meccanismi,
inconsci, di difesa.
10. Isolamento: avviene con l'obiettivo di isolare un pensiero dal fluire dei nessi
associativi. Questa difesa è il risultato di una controcarica opportunamente adoperata
dall'Io.
L'Isolamento è una delle componenti della fenomenica intra-psichica delle nevrosi
ossessive.
Annullamento retroattivo: è un'azione di qualità opposta a quella precedentemente
realizzata e dalla quale ci si vuole difendere, con l'obiettivo di cancellare la prima
azione. Questa seconda azione sospende o annulla la prima, emendandola soprattutto
del significato emotivo. Ha lo scopo di rendere inesistente ciò che è stato.
L'annullamento retroattivo svolge al pari dell'isolamento un ruolo nelle ossessioni.
4
11. Repressione: quando agiamo una repressione spostiamo un contenuto cosciente nel
pre-conscio e non nell'inconscio.
Per difesa intendiamo qualcosa che appartiene all'Io ma è assolutamente inconscia.
La comprensione dei meccanismi di difesa ci mostrerà l'aspetto inconscio dell'Io.