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Assesment psicodinamico in età adulta

Analisi del contesto top- down e bottom up


Main frame: psicologia clinico-dinamica
Psi clinico -dinamica (dinamica , funzionamento soggetto parte
inconscia ,conflitto ubiquitario tra lotta desideri
Processo aspettative, +- consapevoli)
psicodiagnostico Ha come base una comprensione teorica dinamica
clinica/ricerca della mente e del comportamento umano
Ha come sua competenza specifica quella di
Assesment comprendere il soggetto nella sua individualità

Psi dinamica spiega sia funzionamento normale adattivo , e si fonda su capacità di amare(relazione),
capacità del piacere fine a se stesso e capacità di avere una progettualità avere obbiettivi e portarli a
termine.
Queste 3 capacità nella psi dinamica definiscono un funzionamento sano(non normale).
La psicologia clinico-dinamica si occupa di vedere come queste 3 capacità on funzionando portano a uno
stato di malessere , non significa un malessere che la destabilizza ma un funzionamento non ottimale ,
legge in una chiave soggettiva , sia dei modi di funzionare che significati e la funzionalità di questa lettura è
aiutare quanto possibile per risolvere i disagi x armonizzare il funzionamento della persona su tutte e 3 le
istanze , cercando di riequilibrare il funzionamento della persona, se utile , possibile e necessario .
Psicodiagnosi
È un processo di conoscenza ipotetico deduttivo della psiche attraverso segni (esempio sbadiglio, occhiaie
per sonno , si vede è osservabile), sintomi(dico sono stanca , non si vede), comportamenti ,
rappresentazioni , si cerca di approfondirlo nei primi colloqui ,è un’attitudine mentale indispensabile
perché lo psicologo possa comprendere il disagio, suggerire o attuare interventi per alleviarlo o darne delle
soluzioni più adattive; l’assesment, in senso stretto, è un momento specifico della psicodiagnosi.
Relazione psicodiagnostica
Quindi è un momento di diagnosi, conoscenza clinico - paziente , profilazione test , e report.
Si avvale di strumenti e l’assesment è la somministrazione dei test, diagnosi testistica , assesment è infatti
sinonimo di valutazione!= giudizio, è una valutazione globale e differenziale del paziente, nell’unicità e
complessità psicologica che lo caratterizza, considerando anche le sue risorse e i suoi limiti, con
suggerimenti eziopatogenetici.
Dobbiamo valutare in un ottica di funzionamento conflittuale, dobbiamo valutare il sistema di
funzionamento psichico , questo avviene in un contesto dinamico , di interazione psichica , avviene con
incontro paziente – clinico , è dinamico(domanda e risposta, da qui dipende il proseguo del ricorso , bisogna
imparare a far si che il modo di fare le domande sia un modo che apre alla conoscenza . )
Siccome c’è un interazione psichica tra 2 menti , tra 2 mondi interni di rappresentazioni , è importante il
consenso , l’alleanza , se il paziente non si racconta è difficile .
È importante che l’interazione psichica contestuale sviluppi il processo di conoscenza , quando c’è una
buona alleanza il clinico può chiedere la disponibilità a somministrazione di pazienti, disponibilità
contestuale , se mi gioco male l’alleanza se somministro un self – report risponde quello che vuole , non è
utile  ciò richiama il concetto motivazione in e estrinseca , motivazioni collegate anche alla prognosi di
possibilità di intervento ,fondamentali per capire, perché se non capiamo che la motivazione è estrinseca il
paziente non può essere aiutato , non vuole , non è disponibile .
Test
I test in psicodiagnosi sono sempre accessori al colloquio clinico, ovvero non fondamentali , il colloquio e
l’osservazione sono gli strumenti principi della diagnosi , da quando entra il paziente noi codifichiamo il
paziente , senso di sicurezza, tono , non verbale che rientra nella diagnosiquindi principi colloquio
contenuti e modi e osservazione .

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Se rimangono dubbi diagnostici dopo la diagnosi , i test aiutano a mettere ordine , per vedere cosa è
primario o secondaria , noi l’intervento non lo dobbiamo fare sull’effetto ma sul problema principale che
determina il secondario .
Il test prende significato all’interno del quadro , nell’adulto l’assesment dà quadro generale personalità e
funzionamento psicologico, da patologia vera e propria fino a una sofferenza non necessariamente
psicopatologica
Valutazione dove in ogni momento abbiamo due vertici:
- Valutazione globale agganciato alla popolazione normativa di riferimento , quella cosa in quel
soggetto è normale , funzionante e se è ugualmente normale nel gruppo di riferimento , si fa sia per
le risorse che per le difficoltà.
- soggettiva individuale
Finalità della diagnosi
Diagnosi come attitudine mentale necessaria per una rappresentazione , modello di funzionamento del
soggetto ,”avatar ” , non soggetto, attuiamo processi ipotetico deduttivi che da comportamenti , tempi di
reazione ci fanno intuire e ipotizzare che la struttura sia di un certo tipo.
Non capiamo davvero che abbiamo davanti ma cerchiamo di costruirci una avatar che assomigli più
possibile alla persona che abbiamo davanti , questo deve essere fatto in collaborazione con la persona , è il
nostro alleato fondamentale e il processo di raffinamento è continuo , è infinito , la persona è viva e cambia
quindi comunque è infinito.
La diagnosi quindi
1. misura limiti , funzionalità e risorse , intuire i modi in cui la persona legge, processi che stanno
dietro a certi malesseri , ci aiuta a capire il margine di intervento(età) .
2. Aiuta a decidere circa possibilità e/o opportunità della presa in carico;
3. Aiuta a identificare modalità di trattamento appropriate per far fronte ai problemi del soggetto in
maniera efficace e duratura;
4. Aiuta a individuare e concordare con il paziente gli obiettivi a medio e a lungo termine.
Codice Deontologico che permette la diagnosi (prescrizione all’albo)
Lo psicologo ha come dovere etico accrescere le conoscenze sul comportamento umano e usarle per
promuovere il benessere psicologico dell’individuo, gruppo , e comunità.
Nell’ambito professionale , deve usare le sue competenze , o decidere di non usarle ma non usarle per
ferire o gestire il potere (dare una diagnosi che ferisca il paziente), deve aiutare a fare comprendere la
gente, ha quindi un RUOLO SOCIALE nel benessere individuo ,gruppo , e comunità (non cura
psicopatologia , psicoterapeuta ma BENESSERE).
Deve avere una mente aperta, essere rispettoso di dignità , riservatezza, autodeterminazione e autonomia
dei pazienti , non andare contro o manipolare il funzionamento altrui , rispettando valori , gusti , si ascolta ,
cercando di dare un significato ampio e portare la persona alla consapevolezza.
Nella attività di ricerca lo psicologo informa i soggetti coinvolti tramite un consenso informato  dovere di
accrescere le conoscenze sul comportamento , non deve limitarsi conoscere funzionamento ,prassi ,
modalità del contesto nonché dinamiche , interventi possibili .
Ricerca in senso ampio , entro come psicologo in un organizzazione e si ricerca , nel benessere degli
individui ,si condivide il consenso informato x raccolta e uso di dati, in caso di applicazione di strumenti ,
come se usassi i funzionamenti intimi psicologici, probabilmente non coscienti , e che l’altro magari non
voleva sapeste .  Alleanza attraverso trasparenza degli utenti .
Normalità nella diagnosi
La normalità cambia forme e strutture, difficile da definire.  c’è anche la normalità statistica ! rispetto al %
delle persone , questa è quella di cui facciamo riferimento nella popolazione
Presenta tanti contrarsi quali:
- Anormalità  distribuzione non fisiologica di quel comportamento in quella fascia di età.
- Disadattamento , come contrario di normalità -> comportamento crea disagio, disadattamento 
normalità relativa , dipende vista da dentro o da fuori.
- Patologia , un insieme di condizioni atipiche o degenerate rispetto alla norma (strumento di validità
nell’antichità per valutare l’angolo di 90 tra piani)del funzionamento di un ente o di una persona
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Vissuto soggettivo nella normalità  qual’ è il significato personale rispetto un evento
- Ci si può sentire malati e non esserlo
- Essere malati e non sentirsi tali, patologie che non vengono vissute come tali
Questo è fondamentale per la diagnosi (paranoici , è sempre colpa degli altri o i narcisisti )
Sofferenze nella normalità
Malessere o disagio , una sofferenza , la parola paziente stesso deriva da patio , pathos, sofferenza,
portatore di sofferenza. Può essere dovuto a :
- Non sentirsi come gli altri
- Sentirsi diverso da un proprio ideale
- Sentirsi diverso da una norma, la mia famiglia mi dice che dovrei essere così , e tu non sei a quel
livello(ingegneri e fai la psicologa)
- Sentirsi diverso rispetto ad un precedente livello di funzionamento Problemi di passaggio
evolutivo , prima funzionavo ora non + , si vede nei passaggi di età , alle superiori andavo bene ora
non riesco + , la sofferenza è legata al fatto che ci sia stato un cambio di stato .
Al di là dei criteri obbiettivi , la diagnosi comprende la tipologia di vissuto soggettivo e sofferenza che la
persona ha , anche il locus of control (esterno  colpa dell’altro ,e interno sono un fallito)
Psicodiagnosi in diversi ambiti.
Clinica psicodiagnosi = consultazione
1. Segnalazione , veniamo in contatto con il paziente, questa può essere diretta , quando il paziente si
autosegnala , classicamente manda una mail/ messaggio / telefonata , o indiretta se il paziente ci
arriva tramite altri (psichiatra che ci chiama e ci dice ti mando tizio), auto segnalazione è
prognosticamente + significativa , l’individuo capisce che ha bisogno , non è scontato però , a volte
può essere comunque una cosa “spinta”, o l’indiretta comunque si è negativa ma non
necessariamente, perché i colloqui possono motivare una motivazione +intrinseca che poi lo
aggancerà al percorso
2. Colloquio , si presenta , e iniziano i colloqui di consultazione che son almeno 2-3, qui dobbiamo
badare
- Capacità della persona di raccontarsi o raccontare il suo disagio
- Qualità della motivazione , è intrinseca , ovvero sono motivato a cambiare o è estrinseca
- Relazione
3. Somministrazione dei test, ovvero l’assesment
Si possono non fare i test , ma il colloquio è obbligo !
Livello del disagio , dobbiamo imparare di avere dubbi , diagnosi processo deduttivo , in base ai
dubbi scegliamo gli strumenti.
Serve a sciogliere o capire le risposte ai nostri dubbi diagnostici.
Serve per capire le risorse , le capacità , le problematiche e la peculiarità del funzionamento , dai
test capisco cos’è primario o secondario
Capire l’assetto diagnostico ci aiuta a capire come dobbiamo agire, se non vediamo cosa va e non
va non riusciamo ad agire , importanti limiti e sofferenza ma anche le risorse interne o esterne 
diagnosi che permette analisi di contesto e individuo
4. Psicodiagnosi , si prendono i report del post- colloquio + simile possibile all’interazione , si
aggiungono i risultati dei test , la profilazione testistica +- norma , facciamo l’analisi della
concordanza degli indici , guardiamo se i test sono coerenti o se ci sono dei gap e scriviamo il report
psicodiagnostico
5. Restituzione al paziente e eventuale presa in carico
Difficile farla parlando con il paziente piuttosto che con il collega , non si usa il linguaggio tecnico
con il paziente , e quindi ogni parola ha un significato ampio , il paziente non comprende i
significati.
Va calibrata, se al paziente , sulle capacità di comprendere del paziente, non si può restituire
qualcosa non digerito, sennò si fa peggio , va restituito in modo corretto , non si dicono bugie ma si
raccontano cose in una verità che possano comprendere , si raccontano le cose in modo

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giusto(come parlare ai bambini ,le bugie sono patologiche , a livello empatico emotivo poi i bambini
colgono cose avanzate però non hanno modo di pensarle e esprimerle )
Approfondimento
Ø Segnalazione (diretta o indiretta)
E’ il momento in cui per la prima volta la persona prende contatto con il clinico o il servizio; individua il
motivo per il quale una persona si rivolge o viene riferita ad uno psicologo presso un servizio
specialistico pubblico o privato, per qualche disturbo. Può essere, e si tratta di un aspetto preliminare :
- diretta: la persona si auto rivolge ad uno psicologo per un suo problema o disagio, bisogna
o Informarsi sull’età e sul tipo di problema.
o Capire se si è già rivolto ad altri psicologi.
o Approfondire se sta cercando uno psicologo o un altro professionista (è nel posto giusto?).
o Considerare l’urgenza della situazione presentata
- indiretta: la persona viene riferita o inviata da altri (familiari, amici, altre figure
professionali),valutare se: (in caso di familiari)
o E’ un pretesto per esprimere un proprio problema (la persona parla di sé e dei propri
problemi invece che focalizzarsi sul familiare)?
o Vi è una reale e appropriata preoccupazione, è quindi opportuno pensare al modo migliore
per motivare alla consultazione il paziente segnalato?
o Vi è una reale preoccupazione per il familiare, ma anche una richiesta latente di aiuto per
se stessi?
In caso se il paziente arriva da un medico curante, dal Servizio Psichiatrico o in seguito a TSO:
o Si tratta di una persona che sta così male da dover essere curata, ma incapace di farsi carico
del proprio bisogno, al punto che altri devono farlo in sua vece?
o Cercare di capire se c’è consapevolezza di disagio.
A volte la motivazione riportata nella segnalazione è diversa da quella reale che emerge dal colloquio.
E’ importante porre attenzione non solo a ciò che afferma il paziente ma anche a come si comporta, alla sua
capacità di parlare di sé e di costruire un’alleanza terapeutica con lo psicologo
Durante la segnalazione avviene quindi
- Presentazione (l’incontro di persona)
- Specificazione della motivazione della consultazione
- Illustrazione dell’oggetto e dello scopo della consultazione
- Analisi delle aspettative con valutazione della motivazione intrinseca
- Colloqui veri e propri, vis a vis (45’-50’)
Ø Colloquio - Test (intelligenza, inventari, questionari,
Ø Somministrazione dei tests Assessment proiettivi tematici e strutturali)
Ø Diagnosi - Osservazione
- Formulazione del profilo di personalità
complessivo (assessment)
Ø Restituzione
- Regola del Semi: “dare al paziente almeno quanto ci ha dato, e che sia per lui digeribile”
- Possibili esiti:
o conclusione
o proposta eventuale di terapia (presa in carico)
o invio esterno (istituzionale o privato; medico e/o psicologico)
Nella ricerca psicodiagnosi (non laboratorio , ma somministrazioni di strumenti a campioni di certo tipo)
1. Reclutamento dei partecipanti ,non la segnalazione dei pazienti , che siano pazienti o meno è di
seconda importanza, non ci interessa la sofferenza dei pazienti , noi li prendiamo non loro che
vengono da noi .
Può essere :
- Diretto (ciao vorresti fare un esperimento?)

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- Indiretta se vado in una struttura in quella devo fare certi esperimenti, non chiedo ma faccio per
ricerca e pianificare percorso individuale di trattamento in una comunità , centro
2. Contratto ciò che sostituisce i colloqui , non raccogliamo info ma diamo info al paziente su
finalità e scopi della ricerca , in questa fase si definisce anche la ricompensa .
Consenso informato per il trattamento dei dati personali e dei risultati di ricerca , informativa .
3. Somministrazione dei test / assesment, simili o stessi se clinici se neuroscienze diversi
4. Psicodiagnosi quadro del soggetto rispetto alla variabili di interesse della ricerca  momento in
cui grazie al dataset ricavato si fa analisi dei dati ricavati , il quadro del e dei soggetti, la ricerca
da contratto non implica una restituzione clinica dei risultati e individualmente ma a ricerca
finita si presenta l’andamento medio dei partecipanti, restituzione in base agli accordi del
contratto
Psicodiagnosi in clinica Psicodiagnosi in ricerca
RELAZIONE verticale tra psicologo e paziente , Orizzontale tra psicologo e soggetto , lo
dipendenza , vado da chi ne sa di più e esprimo il sperimentatore vuole sapere di + e ha bisogno del
mio bisogno di aiuto, richiesta di aiuto partecipante , della sua sincerità , non per aiutare il
partecipante in quel momento ma per aumentare la
conoscenza e usarle nella ricerca, a volte avviene
anche il pagamento.
È paritaria, non di dipendenza , c’è uno scambio, in
caso la ricompensa è anche astratta ovvero so che ho
aiutato e se c’è un successo so che ho fatto la mia
minima parte
MOTIVAZIONE del paziente legata alla sofferenza Motivazione legata alla collaborazione e ricerca, non
e disagio , nel clinico è diminuire malessere e mi interesso al disagio del singolo partecipante , e un
disagio domani, il clinico può usarli per curare il disagio
etico o comunque egocentrico , alta desiderabilità
sociale, è un implicito che si attiva, negli screening ci
sono dei casi in cui essa modifica l’andamento dei test
MEZZO strumenti di indagine della personalità e Mezzo , strumenti di indagine della personalità e del
del funzionamento del paziente (funzioni funzionamento del soggetto
psicologiche , tante e concorrono al modo in cui il
tipo di personalità viene mantenuto,
attaccamento , relazione emotivo ,
mentalizzazione ).
Validità effettivamente misura ciò che deve
misurare , stabilità nel tempo e tra i diversi
somministratori, se supera 0.8/0.85 è valido
SCOPO dello psicologo indagare se è possibile e Scopo dello psicologo: aumentare la propria
come si può aiutare il paziente conoscenza di alcune aree del funzionamento
psicologico (normale e/o patologico) oppure
verificatala funzionalità di alcuni strumenti
Attraverso la conoscenza del paziente si giunge attraverso gli strumenti si giunge a un aumento di
alle strategie di aiuto per quello specifico conoscenza di gruppi normali o patologici ,
paziente, si delinea una profilazione finalizzato ad aumentiamo conoscenze sul gruppo di appartenenza ,
intraprendere percorsi di aiuto adatti al paziente , nomotetica, fa ciò che va bene x macrocategorie.
biografica/soggettiva Ricerche intervento , duplice finalità :
- Aumentano conoscenze rispetto il campione
specifico indagato
- Risultati vengono analizzati individualmente e
i soggetti che escono dalla linea normale
intraprendono un percorso clinico
Strumenti per l’indagine psicodiagnostica
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Qualsiasi metodo utilizzato per sviluppare il processo psicodiagnostico e arrivare a scrivere la psicodiagnosi
finale  sono tutti quei metodi utilizzati dallo psicologo per SVILUPPARE il processo diagnostico e PER
GIUNGERE alla diagnosi.
Essi sono molti , test, metodi(strange situation ), tecniche, tante di tipi diversi con finalità e livelli di
manopolità diversa , tecniche come
- colloqui usano scambio verbale, interviste
- questionari che è scritto , essi possono esere unidimensionali , valutano un solo costrutto,
multidimensionali , + dimensioni
Metodi
- metodi osservativi = usati con i bambini, non possono fare test , può essere libera o se usata per
una profilazione con scale standardizzate come la SS
- metodi proiettivi * = Rorschach, Adult Attachment Projective Picture System, Thematic
Apperception Test; Object Relation Technique
Strumenti
- Strumento obbiettivo -> self report , la persona risponde , a domanda rispondo , e la validità di
facciate negli strumenti obbiettivi è molto alta , se chiedo quante volte hai mal di testa a settimana
e rispondo 1-2-3-4 bla bla , è esaustiva, non c’è interpretazione
- Strumenti proiettivi -> mostro una macchia, un disegno , non sai cosa valuto , la face validity è
opaca , quando è + alta è + semplice da somministrare e manipolare dall’utente *
La consegna determina il livello di profondità , nonché la consapevolezza nella risposta, la superficie ci
racconta di sé consapevolmente , i pattern impliciti di funzionamento con metodi proiettivi e interviste ci
aiuta a comprendere meglio il funzionamento.
Questi strumenti devono essere stabili ,perché se lo strumento è valido e fedele vedo se c’è stato un
cambiamento non legato a fattori esterni ma interni di cambiamento , per questo è importante la
psicometria , per valutare e ridurre la possibilità di errore .
Forniscono il quadro / picture della situazione attuale del soggetto
Tecniche della domanda
Da libere verbali e orali a strutturate e scritte lungo questo continuum troviamo vari strumenti , dal + libero:
- colloquio
o clinico , libero ,il + libero è il psicodinamico o psicoanalitico generale, dice tutto senza una
comanda senza un indicazione, decidiamo noi di cosa parlare, terapia pasicodinamica , o
psicoanalitica
o colloquio per aree durante questi 2/3 incontri il clinico ha l’obbligo di capire cose
importanti per iniziare la profilazione delle diagnosi , aree studio/lavoro , relazioni
interpersonali , famiglia, cari ,relazione , sport e disagio , sintomo, malessere, queste
vengono approfondite in 2/3 incontri x raccogliere info
- intervista
o non strutturata colloquio per aree + strutturate
o semi strutturata
o non strutturata shid , diagnosi per disturbi di personalità
- questionario, sono scritti ,può essere
o a risposte aperte, semi aperte
o strutturate a crocette o tra le varie tipologie , dicotomica sì/no v/f ,scala likert da no a
quanto sì, differenziale semantico, crocetta ma tra due polarità opposte, ci dà un info non
solo di intensità ma anche semantica.
Scala e questionario scelti sono +- portatori di info
Strumenti “tipo”
- anamnesi e colloquio
o schemi anamnesi nancy mc willliams
o operative psychological diagnosis OPD
- interviste
o adult attachment interview AAI
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o scid-II
- questioanari
o unidimensionali STAI-Y,BDI-II,E-MAS)
o multidimensionali (millon MCMI-III, MMPI-2,NEO-PI,BIG5)
- TEST
o Reattivi di intelligenza (WAIS,WISC)
o Proiettivi (RORSCHACH, AAP, TAT, ORT...)
Per poter fare diagnosi lo strumento principe è il colloquio , necessario e sufficiente , gli strumenti accessori
sono interviste standardizzate e i test (necessari ma non sufficienti)
Ma perché i test ?
- A livello peritale o per richieste istituzionali necessità dell’ancoraggio al dato quantitativo, per
comunicare con altri professionisti;
- Sospetto di ritardo mentale o danno neurologico(test di intelligenza e neuropsicologici) 
necessità del dato quantitativo preciso;
- Se un paziente si segnala o è segnalato per problemi o disagi relativi alla personalità o
all’adattamento -> per dipanare dubbi diagnostici e fare diagnosi differenziale
- Quando non si è clinici esperti
NB:
la scelta di quale strumento dipende dall’orientamento teorico dello psicologo e da cosa (quali aspetti della
personalità) vuole indagare:
- teoria psicodinamica
(es. relazioni, fantasie inconsce, difese, eziopatogenesi…)
- teoria dei tratti
(es. costrutti, dimensioni di personalità...)
- comportamentismo e cognitivismo
(es. problem solving, intelligenza, attitudini, skills...)
Alleanza nell’assesment , Stephen Finn
È importante come si comincia l’assesment , importante la seduta iniziale, è importante il contatto umano ,
non deve essere una cosa molto prestazionale non era un “ascolto attivo ”, aveva fretta di raccogliere
informazioni , vicina alla psichiatria ma lontano da un colloquio psicologico che aspetta i tempi del paziente
Teoria riguardante le sedute iniziali , Finn
Tutti abbiamo un bisogno innato di essere visti ,capiti e accettati , è genetico , arriva dalle trivù dove era
importante comunicare anche senza parole, connettersi, deriva anche dai neuroni a specchio .
Quando le persone arrivano per una prima seduta di assesment arrivano con il sogno che i bisogni vengano
soddisfatti ma allo stesso tempo con la paura di rifiuto , del giudizio, vergogna , di sperimentare
“disintegrazione”, stato doloroso che provano le persone quando gli vengono contraddette le immagini del
sé, è uno stato di confusione , impotenza se non accettato.
Se le paure sono maggiori del loro desiderio di essere visti e capiti saranno:
- Più difesi
- Meno cooperatovi
- Meno capaci di imparare nuove cose
Il “sistema esplorativo”, come esplorazione e “sistema di attaccamento” ricerca della vicinanza , sono
fondamentali nella terapia , sono sistemi motivazionali , con basi biologiche ma che non si attivano
simultaneamente.
Per promuovere un cambiamento terapeutico , la relazione clinico – cliente dovrebbe assomigliare a una
relazione di attaccamento sicuro tra caregiver e bambino  essere un terapeuta come una buona madre ,
figure ausiliari alla persona per tranquillizzarlo in un ambiente estraneo.
I fondamenti della teoria dell’ attaccamento
L’attaccamento è un sistema comportamentale con basi biologiche descritto prima da Bowlby (1969) e
successivamente elaborato da Ainsworth, Main, George, Sroufe, e altri

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Quando il sistema di attaccamento è attivato, gli umani e i primati sono biologicamente predisposti a
cercare la prossimità con una “figura di attaccamento” , questo promuove la sopravvivenza delle persone e
delle specie .
Nell’infanzia, la figura di attaccamento è un caregiver di cui si ha fiducia, spesso la figura di accudimento
primaria , in età adulta invece la figura di attaccamento è il partner
Ma che cosa attiva il sistema di attaccamento? Pericolo, paura, dolore, malattia, isolamento, perdita,
perdita potenziale, minaccia alla coesione del sé e all’autostima
Ci sono 3 elementi distintivi delle relazioni nell’infanzia importanti anche nella terapia
- Sintonizzazione emotiva
Risposta sensibili e tempestiva del caregiver, le emozioni e reazioni del bambino vengono
o Riconosciute
o Riflesse ovvero rispecchiate
o Valorizzate se emozioni + , e consolate se negative
Queste sono evidenti nell’espressione facciale , nel tono di voce , nel livello di attivazione nel contenuto
del discorso , e il bambino risponde e riflette ai segnali del caregiver.
Come si mostra nel colloquio? Un contatto visivo esistente ma non troppo costante per evitare il
disagio , non cerco la faccia della persona se si sente troppo a disagio per auemntare questo
sentimento , assenso in quello che sente il paziente , nonché una risposta emotiva non distante da
quello che mostra il paziente .
Importante è anche avere una distanza ottimale, avere un atteggiamento che permetta il comfort e la
tranquillità al paziente.
- Comunicazione collaborativa , condivisione:
o Sguardo
o Percezioni
o Suoni , sviluppo di un linguaggio mamma -bambino
o Parole
o Linguaggio
o Narrative
o Rituali
o Occhi
Questi elementi diventano familiari ma restano dinamici ,evolvendo costantemente in forme più
complesse .
Gli elementi possono essere identici o complementari tra bambino – caregiver.
In una seduta : se il paziente dice , ho queste “nuvole ” dove mi perdo , il clinico adotta le parole del
cliente , non rimpiazza con dissociazione , le usa e dà un senso collaborativo.
- Riparazione delle rottura
Un disturbo nel campo intersoggettivo che rompe armonia , flusso e connessione , è causata da
mancata sintonizzazione emotiva o mancata comunicazione , questo causa ansia , vergogna , sofferenza
nel bambino , che può essere + o – sensibile di un altro.
Una risposta emotiva troppo forte anche se congruente può causare questa rottura , che poi vanno
sistemate , il bambino invia segnali di sofferenza e il caregiver nel tentativo di riportare l’armonia
agisce, è necessaria l’empatia .
Il bambino segnale il + o – successo di questo agito
Sintonizzazione , comunicazione e riparazioni sono elementi intrecciati e non indipendenti, si
sviluppano in un campo intersoggettivo , interattivo , e bidirezionale e sono per lo più al di fuori della
consapevolezza cosciente  dall ‘emisfero destro (non verbale, espressioni, gesti ) a sinistro (verbale).
(Schore)
Se agiamo correttamente , come lascia il cliente la prima seduta ?
- Più calmo
- Entusiasta di comunicare
- Con più speranza
- Con meno vergogna
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- Sentendosi compreso
- Fiducioso
- Curioso
La correlazione tra alleanza dopo la seduta iniziale e questi elementi era grande + 0.50 , più gli elementi
sono stati visibili nelle sedute più il cliente si è sentito così.
Esempio clinico
Donna di 41 anni , in terapia 3.5 anni , 160 sedute , e durante queste è diventato gravemente depressa ,
assumendo farmaci.
È disoccupata e aiutata dai genitori , infatti ha lasciato il lavoro poiché non si sentiva competente ,
nonostante i colleghi pensassero che fosse capace
Successi :
- Ha perso peso , 45 kg e mantiene questo
- Va in terapia sempre
Insuccessi
- Depressione non risponde al trattamento
- Immagini di sé negative , rigide e distorte
- Le immagini del sé non rispondono alla terapia cognitiva
La terapeuta che la seguiva chiede :
- Quanto la terapia può aiutarla con le immagini negative di sè, la costrizione emotiva e il suo profondo
senso di desolazione interiore?
- È meglio considerare le sue difficoltà come un disturbo di personalità?
- C'è qualcos'altro di cui lei avrebbe bisogno in terapia e che non stiamo facendo?
- È utile che io continui a esprimere ottimismo e la mia
- visione positiva di lei?
- È troppo dipendente dai suoi genitori?
Schema di assesment

Step 1: seduta/e iniziale Step 1 : alleanza , chiediamo cosa non ha capito ,cosa vuole
cambiare, sviluppa curiosità e dà l’impressione che sia tutto
Step 2 : Seduta/e di test concentrato sui suoi obbiettivi
standardizzati

Step 3: Seduta/e
intervento

Step 4 : Seduta/e di
discussione e riepilogo
In passato lo step 4 era una seduta/e di feedback *

Step 5 :Invio di un report Il feedback scritto aiuta , ha un effetto + terapeutico oltre che il
scritto
feedback orale che ha anch’esso effetto terapeutico, scriviamo
una lettera , più che una cosa formale
Step 6: Seduta/e di follow-
up

Domande della paziente , poste nella seduta


- Perché nelle situazioni di lavoro mi sembra di non contribuire nonostante le evidenze dimostrano il
contrario
- Che tipo di lavoro potrebbe soddisfarmi?
- Cosa mi impedisce di vedermi in modo positivo?
- Cosa mi impedisce di uscire di più per fare qualcosa?
- Come posso superare questi forti sentimenti di lutto per la mia relazione con C.?
- Che cosa c'è dietro al mio annebbiamento mentale?
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Le domande dei pazienti poste inizialmente dal paziente
- Abbassano l'ansia dei clienti perché definiscono il contratto di assessment, sanno cosa stiamo o non
stiamo esplorando , senso di controllo della seduta
- Coinvolgono i clienti come partecipanti attivi, il paziente deve aiutarci a riscrivere la storia , meglio
se riscritta insieme
- Forniscono informazioni sulle storie/schemi di sé attuali dei clienti, fanno parte dell’assesment
- Mostrano dove le storie dei clienti sono aperte al cambiamento , connetterti alla informazioni
tramite le domande proposte, connettere info dei test alle domande dei clienti per interpretarle
- Sollecitano la curiosità dei clienti presentano "porte aperte" per discutere informazioni difficili  il
cliente comincia l’assesment volendo scoprire qualcosa .
Durante l’assesment si sviluppano poi altre domande , e , la paziente poi ti dice le vere domande solo alla
fine dell’assesment , quando ha effettivamente fiducia nel terapeuta assesment integra la storia del
paziente con i risultati del test.
Per la preparazione alla seduta di discussione e riepilogo step 4*
Rileggere le domande di assessment del cliente
Utilizzare la propria interpretazione ed empatia per decidere quale sia il modo migliore di presentare i
risultati:
- come rispondere alle domande del cliente, più utile e coerente con quello che sente il paziente
- quanti risultati presentare, come interpreta i risultati il paziente ? devo scegliere cosa trattare e in che
modo , per far sì che il cliente si concentri su quello che trattiamo
- in che ordine rispondere le domande e presentare i risultati, risaltiamo le cose positive , per prime per
poi parlare del negativo

"Livelli di informazione" nell'AT


- Livello 1: Informazioni coerenti con il modo in cui i clienti già vedono se stessi e il mondo
- Livello 2: Informazioni leggermente discrepanti rispetto a come i clienti vedono se stessi e il mondo,
riformuliamo , lo capisce perché non è troppo diverso ma essendoci quella diversità permette al cliente
di pensare , apporta una modifica
- Livello 3: Informazioni che confliggono in modi basilari con la visione che i ti hanno di se stessi e del
mondo, scioccano il cliente , portano alla disintegrazione ed è difficile per il cliente riprendersi da
queste informazioni  generalmente sono domande che arrivano + verso fine seduta , dove ‘è più
elaborazione
Vari tipi di test permettono di raccogliere info dei vari livelli , il self report sarebbe più riconducibile a
informazioni di livello 1.
Dopo aver scelto le domande , i test e le risposte del livello 1 possono essere discusse le info di livello 2 e
dopo la loro discussione comportano discussione del livello 3
Condurre la seduta di discussione e riepilogo
Rispondere alle domande dei clienti
- Iniziare con i risultati che meno
probabilmente verranno rifiutati
- Riferirsi ad interpretazioni a cui si è arrivati
congiuntamente in fasi precedenti
dell'assessment
- Non dire tutto ciò che si sa!
- Adattare il linguaggio e il tono al cliente
Chiedere al cliente di confermare, modificare e fare
esempi
- Quello che ho appena detto le torna?
- Se sì, può farmi un esempio? no, c'è qualche aspetto che le sembra corretto?
Fermarsi e sostenere le reazioni emotive del cliente
Fermarsi quando ci sono dei rifiuti definitivi
- Riformulare il risultato con parole diverse
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- Chiedere al cliente di modificarlo
- Non litigare mai su un risultato
- Non trattenersi dal parlare di alcuni risultati a causa della propria ansia
- Rispondere a qualsiasi ulteriore
- domanda
- Rivedere i suggerimenti
Esempio scale 
Estratti dall'MIMPI-2-RF, Report interpretativo
- Disfunzione Somatica/Cognitiva
"Riferisce un pattern diffuso di
difficoltà cognitive. È probabile che si lamenti di problemi di memoria, che abbia una bassa tolleranza alla
frustrazione, che non gestisca bene lo stress e che abbia difficoltà di concentrazione.
- Disfunzione emozionale
"II cliente riferisce una storia di ideazione/tentativi suicidari. È probabile che abbia preoccupazioni relative
al suicidio e alla morte e che a attualmente a rischio di ideazione
tentativi suicidari..."
"Le sue risposte indicano una sofferenza emotiva considerevole .. Riferisce una mancanza di esperienze
emotive positive, intensa anedonia, e forte mancanza di interessi. E' probabile che sia molto pessimista, che
le manchi energia e che mostri segni vegetativi della depressione. E' molto probabile che si lamenti di una
depressione significativa...
E' probabile che si senta sopraffatta e che senta la vita come uno sforzo e creda di non poter essere
aiutata.... riferisce che le manca la sicurezza in se stessa e che si sente inutile ed è molto probabile che...
abbia dubbi su se stessa, si senta insicura e inferiore e che sia ... intrapunitiva.
inferisce anche di essere passiva, indecisa, inefficace. E' improbabile che sia autonoma.
- Disfunzione comportamentale
"In questo protocollo non ci sono indicazioni di comportamenti maladattivi esternalizzanti. Le risposte del
cliente indicano un livello di costrizione comportamentale più alta del normale. E' improbabile che
manifesti comportamenti esternalizzanti e acting out. In aggiunta, riferisce un livello sotto la media di
comportamenti aggressivi"
- Scale di funzionamento interpersonale
"La cliente riferisce di essere sottomessa e non assertiva, che non ama comandare ed è pronta a cedere la
leadership ad altri. E' realmente molto probabile che sia passiva e sottomessa nelle relazioni interpersonali.
Descrive gli altri come ben intenzionati e degni di fiducia e rinnega qualsiasi credenza cinica su di loro.
Potrebbe fidarsi troppo. Riferisce anche di non amare gli eventi sociali e di evitare le situazioni sociali. E'
probabilmente introversa, con difficoltà a stringere relazioni intime ed emotivamente costretta. Inoltre,
riferisce di essere timida, di imbarazzarsi facilmente e di sentirsi a disagio con gli altri..”
Shipley Institute of living scale  scala di intelligenza
- Verbale: 59T
- Analitico: 60T
- Totale: 60T
- CO: 97
- AQ: 100
- Stima del QI: 119
TEST
Epistemic trust: fonda la buona alleanza tra clinico e paziente, fiducia epistemica nella capacità e
competenze dell’altro che passa attraverso la fiducia dell’attaccamento, una fiducia non ragionevole.
Se il paziente ha le risorse, spesso scoprendo il livello 2 arriva a capire il 3 solo collegando i punti.
Test, assessment, validità e fedeltà
"Il test psicologico è una misura oggettiva e standardizzata di un campione di comportamento" (Anastasi
1976; Boncori, 1993). test ripetibile a patto che non ci siano modifiche.
Misura oggettiva, quantificabile e standardizzata (chiunque la legge lo fa con lo stesso significato), di un
campione di comportamento: non è di tutto, è di un campione da cui noi generalizziamo che tutto il resto
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attorno abbia la stessa qualità. Questo è ripetibile dalle stesse modalità e non da me. Aspetto obiettivo,
standardizzato e ripetibile.
Finalità del test psicologico: rendere più valida la conoscenza interpersonale spontanea → controllare o
eliminare le principali fonti di errore della conoscenza intuitiva: stereotipi sociali, schemi di sé o stal emotivi
del valutatore che inducono in mis-valutazioni del soggetto, teorie implicite della personalità, effetto
"alone" delle caratteristiche salienti del soggetto…
→ siamo dei recettori aperti sul mondo, e siamo dei codificatori veloci di situazioni, poiché la finalità è
adattarsi e sopravvivere. Il test stimola delle risposte (comportamenti): la vita in generale continuamente
stimola risposte (consapevolezza è il portare a corteccia il non consapevole).
Cervelli antichi in un mondo ipertecnologico
Le nostre codifiche ambientali le abbiamo apprese: apprendiamo fin da quando siamo piccoli, e
codifichiamo in base a quello che abbiamo appreso. Altre sono cose inconsapevoli (avere un
comportamento e non sapere il perché): i test aiutano a capire queste cose, queste memorie incarnate.
I test quindi permettono di avere misure obiettive di comportamenti e funzionamenti e costrutti psicologici
collegati. Rendono obiettive certe percezioni, certi bias che possono avere effetti anche se uno cerca di
controllarsi.
Ogni test si può categorizzare (a scopo didattico) in base a:
- Natura della variabile indagata
o Cognitiva (intelligenza, attitudine, profitto..) vs non cognitiva (personalità, sintomi, valori..)
o Operazioni mentali (funzione riflessiva, pensiero divergente, elaborazione visuo-spaziale,
costruzione di storie, interpretazione stimoli.
- Modalità di somministrazione
o Individuale vs. collettiva
- Contenuto
o Semantico vs. grafico vs. simbolico vs. situazionale
- Modalità di risposta
o self-report (a risposta dicotomica o multipla) vs. risposte aperte vs. scoring da parte dello
psicologo ASSESSMENT, VALIDITA’
Cosa significa "misurare" in psicologia?
Misurare: attuare una procedura per identificare elementi del mondo reale (es. comportamento del
soggetto al test) con elementi derivati da un modello teorico psicologico (es. indici per la depressione).
Deriviamo il tratto latente, cosa c’è dietro che spiega la fuoriuscita di quel comportamento
- Sottinteso un certo ISOMORFISMO tra realtà e modello che tenta di spiegarla
o Ne deriva il problema base di tutto il testing psicologico: isomorfismo e giustificato dalla
effettiva corrispondenza tra dati di realtà e andamento della variabile misurata al test?
o Problema della VALIDITA' E DELLA FEDELTA'
Diamo per scontato un isomorfismo e questo è il primo problema: diamo per scontata una cosa vera fino a
prova contraria → usiamo strumenti che da un dato osservativo conducono ad approvare un modello che è
immisurabile per davvero, quindi la validità e fedeltà dei test.
Procedura di costruzione di un buon test → operazioni di semplificazione (si possono indagare solo
epifenomeni della psiche, tono dell'umore, rappresentazioni di sé, funzionamenti ecc: aspetti che creano
l’unicità di ogni individuo)
- Definizione chiara della variabile che si vuole misurare (previa ricerca in bibliografia): devo definire
quello che voglio misurare che mi dà un confine, cosa c’è dentro e cosa c’è fuori. Es. definisco l’ansia,
cos’è, rispetto a che cosa, se duratura o meno ecc..
- Individuazione degli indicatori osservabili maggiormente legati all'espressione della variabile:
comportamenti o segni. Comportamenti osservabili, o sintomi riferibili, che si vogliono osservare,
facendo un elenco. Ci sono indicatori centrali del costrutto e altri che ci entrano anche ma non sono
prototipici di quello che io voglio studiare (fanno il contorno), quello che saturano: gli indicatori/item
non sono tutti equipollenti, alcuni sono esterni. Questi indicatori devono essere poi tramutati in ITEM

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- Creazione degli stimoli per l'attivazione dei comportamenti osservabili, definizione delle procedure
standardizzate di somministrazione, registrazione dei comportamenti o del segni elicitati dagli stimoli, e
scoring ( → definizione della scala di misurazione)
- Definizione delle procedure standardizzate di interpretazione del risultati
- Raccolta del campione normativo di confronto: devo confrontare la soggettività di funzionamento del
mio pz con un gruppo molto ampio di soggetti che hanno caratteristiche simili e vedere se cade dentro
quel gruppo, oppure è molto più o molto meno. La diagnosi si fa nel gap tra misura oggettiva e
soggettiva: il confronto con gli altri su quella dimensione aiuta a ricollocare la loro soggettività, a
ricalibrarla. Ma serve l’aspetto nomotetico e anche quello idiografico che aiuta a restituire alla persona
un collocamento.
Psiche e corpo sono un unico che però non è sondabile tutto insieme: bisogna prendere piccoli pezzetti e da
quello generalizzare sul resto: strumento molto focalizzato, preciso e dobbiamo avere un’elevata
consapevolezza di cosa misura e cosa non (problema della VALIDITA’: che il test misuri esattamente quello
che dice di voler misurare)
Caratteristiche di un buon test
- Stimoli identici per tutti i soggetti (item)
- Standardizzazione delle consegne, delle siglature e dell'interpretazione: la consegna definisce tutto,
l’arco temporale, cosa ci interessa sapere ecc. Standardizzare le siglature significa qual è lo scoring, e
standardizzare l’interpretazione avviene solo se ho un campione di riferimento per poter collocare il
mio valore.
- Le risposte devono essere registrate senza alterare le caratteristiche individuali, con la massima fedeltà:
le risposte devono essere precisamente le risposte del soggetto.
- Le risposte devono poter esser confrontabili tra loro → come sono (es. V / F) o secondo procedure di
siglatura (cioè riduzione a codice comune: es. Rorschach): meno lo stimolo è strutturato più è
complessa la fase di siglatura e di obiettività
- Replicabilità dei risultati (test-retest; tra giudici indipendenti): test-retest devono rimanere invariati tra
diversi giudici e in tempi differenti, a patto che non cambi il costrutto nel corso del tempo. Avere la
certezza dell’obiettività fa sì che i risultati dipendano solo esclusivamente da noi → FEDELTA’,
aggiustamenti psicometrici per garantire la stabilità temporale tra giudici (standardizzazione)
- Manualizzazione: tutti i vari dati tecnici del test e i campioni normativi di controllo sono contenuti
nell'apposito manuale, che contiene informazioni fondamentali sul metodo seguito per la costruzione
del test, dove se queste informazioni scarseggiano, è segno di superficialità del test, che può anche non
esser considerato uno strumento professionale per questo motivo. → i test psicometrici veri hanno
caratteristiche psicometriche, un manuale che riporta tutta la storia e i passaggi di formazione,
riportando i significati su quello che misura e i non significati (quello che non misurano), le correlazioni
con altri strumenti simili e in che misura. La correlazione .80 è validità concorrente: due strumenti che
misurano lo stesso costrutto per almeno l’80% della spiegazione. Potremmo anche avere il contrario:
due costrutti diversi, somministro quindi due test che misurano un costrutto e un altro che misuri un
altro costrutto, dovendo essere sicura che questi due strumenti non correlino: se viene alto in entrambi
presenta due costrutti → studio di validità divergente .20: se supera il .20 vuol dire che presenta
entrambe le cose
Ogni test deve possedere
- Manuale → teoria, tecnica, dati normativi per interpretazione dei risultati. La tecnica è il modo in cui
viene somministrato il test (addirittura la posizione fisica su cui è stato costruito il campione
normativo), anche solo sbagliando la consegna il test viene invalidato (importanza delle parole)
- Materiale stimolo:
- Foglio di scoring o notazione delle risposte
- Griglia di codifica e siglatura
Cosi’ costruito…
..il test psicologico è un insieme di stimoli idonei ad attivare, in una situazione controllata, un campione di
comportamento individuale, espressivo di una variabile teoricamente e empiricamente definita: il

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comportamento viene registrato secondo specifiche procedure, allo scopo di esprimerlo sinteticamente in
un indice metrico e di valutarlo e confrontarlo con quello di altri individui, nella medesima condizione"
→ se un test è validato per adolescenti non si può utilizzare con altre tipologie: test utilizzato per la
medesima condizione, sul campione normativo di riferimento scelto
Confrontando il test con l'osservazione
L'osservazione è insostituibile quando il soggetto da valutare non è in grado di fornire personalmente
informazioni utili (troppo giovane, troppo vecchio, malato, ecc..), inoltre l'osservazione cerca di osservare le
persone in situazioni simili.
→ il problema tra l'osservazione e il test è che l’osservazione è sempre possibile, il test altre volte non è
possibile (anche se il test è obiettivo e dipende anche dalla capacità del clinico)
Tuttavia l'osservazione non dà le stesse garanzie di identità dello stimolo che dà un test, dove gli stimoli
sono uguali per tutti e sono anche presentati nello stesso ordine.
→ se l’osservazione è libera dipende tantissimo dalle variabile del clinico. Più voglio comprendere la
persona intera olisticamente più sarò soggettivo e non oggettivo: la via di mezzo si costruisce nella fase di
valutazione di assesment per tenere a mente strumenti che garantiscano soggettività, affiancati a strumenti
più chirurgici che aiutino a vedere diversi punti di funzionamento del paziente più obiettivo (assesment a
cipolla)
Inoltre se non vengono usate apposite griglie, l'osservazione è soggetta alle interferenze interpersonali e
non può essere considerata uno strumento valido ed affidabile per la progettazione ed il monitoraggio degli
interventi clinici o educativi.
Confronto test e colloquio :
COLLOQUIO
- domande formulate al momento dall’operatore e il loro numero e le loro caratteristiche vengono
adattate alle caratteristiche dell’interlocutore
- Psicologo può modificare gli stimoli anche inconsciamente da un occasione ad un'altra ,alcune
distorsioni dipendono da caratteristiche personali non modificabili come sesso e aspetto fisico,
- le risposte di solito annotate velocemente manualmente --rischio di errori ed incomprensioni
- Con il solo colloquio psicologico  possibile fare diagnosi di personalità
- il colloquio clinico , per aree è qualcosa di co-costruito, molto morbido, ci dà informazioni biografiche ,
nel suo modo di relazionarsi , i test non danno informazioni biografiche solitamente
- raccolta info nel colloquio è ampia e mediata dalla tipologia di ascolto e sensibilità del clinico abilità
soggettiva , dopo un allenamento all’ascolto , i report diventano simili , è più complesso rispetto alla
somministrazione di un test che è guidata
TEST
- domande decise a tavolino, seguendo schema che tiene conto della definizione teorica delle
caratteristiche da misurare
- Maggiore validità di contenuto = maggiore garanzia che non vengano tralasciate domande importanti
- Di solito consente di raccogliere i dati in minor tempo , anche se nel caso di alcuni soggetti con
problemi l’operatore potrebbe essere costretto a leggere le domande ad alta voce + volte impiegando
+ tempo
- Risposte registrate, classificate, quantificate ed interpretate tramite procedimenti ben distinti dove le
risposte sono leggibili  l'uso del computer è molto più attendibile e oggettivo della situazione di
colloquio ->automaticamente dal computer e dove lo psicologo deve solo interpretare i risultati
- Con solo test NON possibile fare diagnosi di personalità test solitamente vengono affiancati con
vantaggio assieme al colloquio perchè consentono di ottenere info complementari e dipanare eventuali
dubbi diagnostici emersi dal colloquio
- test più economici sono quelli che si possono somministrare a molte persone contemporaneamente,
dove le risposte sono leggibili automaticamente dal computer, e dove lo psicologo deve solo
interpretare i risultati.
Errori nel colloquio che il test elimina, errori di misurazione , concreti come:
- l’effetto alone ovvero all’emergere di un aspetto possiamo essere influenzati(abbigliamento , non è
detto che significa questo), voce che ci influenza  il test contiene i bias soggettivi fa sì che non si
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verificano  valuta un tratto di un individuo generalizzando il carattere positivo o negativo di un altro
tratto emergente
- Stereotipi culturali e sociali = opinioni precostituite su una classe di individui  giudizi condivisi da
grandi masse di persone
- Teorie implicite di personalità = da alcune info su tratti fisici o di personalità di un soggetto se ne
riferiscono anche altri
- Caratteristiche del valutatore favoriscono l’organizzazione selettiva e l’interpretazione personale di ciò
che viene rilevato
- Equazione personale , possono esserci cose legate alla nostra storia che influiscono la capacità di
osservare, di fare il colloquio errori di osservazione e valutazione (bias) dovuti ad una interazione
significativa fra le caratteristiche personali dell’esaminatore e dell’esaminato
- Fenomeni proiettivi = tendenza più o meno consapevole ad attribuire ad un’altra persona disposizioni,
sentimenti e pensieri propri
Test come Strumenti di misura
Nell’ambito delle numerose tecniche d’indagine per la conoscenza interpersonale i test si caratterizzano
come vero e proprio strumento di misura comporta
- Individuazione del tipo di variabile oggetto della misura
- Variabile psicologica oggetto della misurazione = costrutto  va chiarita prima = teoria  e dopo la
misurazione = test
- L’elaborazione di regole per la quantificazione dei risultati
- La standardizzazione delle misure
Tecniche di indagine con test veri e propri con caratteristiche psicometriche. (p<0.5)
La teoria dell’errore
Il punteggio osservato è una variabile che assume valori secondo una distribuzione di probabilità che
contiene il punteggio vero.
Data una serie infinita di misurazioni, l’errore scompare ed il punteggio derivante dalla media di tutti i
punteggi osservati, è il punteggio vero
X test = punteggio Vero + Errore  Errore = Errore sistematico + Errore casuale
Ci dice che X = misurazione è composta da una parte vera e una parte probabilità di errore che può essere
scorporato in:
- errore casuale ineliminabile, si annulla aumentando la numerosità campionaria, l’errore casuale agisce
in modo diverso per soggetti diversi, anche se sottoposti allo stesso test.
- errore sistematico , quando influenza nella stessa direzione e con la stessa intensità tutti i punteggi
raccolti ad un test , è come aggiungere una costante ad una variabile
Fonti di errore derivate delle condizioni dei soggetti sottoposti ai test:
- Tentativi d i indovinare o rispondere a caso (faticosità , lunghezza, desiderabilità sociale)  scale di
controllo
- Scarse indicazioni ai test  no doppie negazioni , si legge non si capisce si fa a caso, controllo validità di
contenuto
- Forma non chiara per rispondere al test , controllo della validità di contenuto item devono essere
univoci
Punto di vista psicometrico , gli item saranno più chiari , più è chiaro ciò che dobbiamo controllare
Dare la definizione del costrutto = definire la caratteristica psicologica che il test si propone di misurare , la
variabile deve essere chiara, univoca e circoscritta .
Le misure ottenute da un test vanno sottoposte a verifiche
1. a priori =
o face validity
o validità di costrutto
2. a posteriori = validità di criterio =
o validità concorrente
o validità divergente
 che chiariscono in quale misura un test valuta caratteristiche misurate da altri test noti
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 In quale misura consente di predire un futuro risultato = validità predittiva
 Quali aspetti della teoria di riferimento riesce a confermare e quali no
VALIDITA’ DI COSTRUTTO = indica quale caratteristica misura il test,in questo tipo di validità posti in
relazione sia i dati sull’attendibilità che dati sulla validità del contenuto
- La validità di costrutto contiene tutti gli altri tipi di validità e ci dialoga
- Caratteristica tipica = la ricerca non termina maii risultati ricavati nel verificare la validità di un test
quasi sempre inducono a modificare in qualche modo il modello teorico e ad apportare modifiche al
test etc
- Gli studi per la verifica della validità di costruttocercano di chiarire qual è la variabile psicologica che il
test misuraprevede verifiche a priori (= teoriche) e a posteriori (= vedere se la teoria funziona
effettivamente per misurare il costrutto)
- “ Per validità di costrutto si intende se il test è strettamente connesso con la struttura teorica e
concettuale delle funzioni da esso misurate” ( Pedrabissi & Santinello 1997)
- valutata tramite criteri interni (contenuto, fedeltà) e tramite criteri esterni (face, concorrente,
divergente, predittiva…)
FACE VALIDITY= detta anche validità di facciata = il test è estremamente valido se sembra misurare quello
che va a misurare  + manipolabili , ma effettivamente misuro ciò che voglio misurare, è direttamente
visibile appunto per questo l’individuo può modificarlo
Quanto l’espressione linguistica e il contenuto del test sono comprensibili = quanto capisco cosa va ad
indagare il test
- Pro = se soggetto è collaborativo le risposte sono vicine alle verità̀ soggettive
- Contro = se soggetto ha motivi di mentire può̀ mentire e ingigantire o diminuire i risultati  va
calmierato con misure di controllo (es scala Lie e desiderabilità̀ sociale)
“ Quanto convincenti appaiono le prove che il soggetto deve affrontare; essa viene anche definita validità̀
d’immagine e rappresenta il concetto che un test dovrebbe avere l’apparenza, per ogni persona, di quello
che si suppone sia un test” es. Se è un test per l’ansia, ma sembra misurare lo stereotipo sociale, non va
bene!
Validità del test
- Validita’ a priori = gli stimoli scelti devono attivare solo risposte attinenti alla caratteristica da misurare ,
tutti questi controlli vanno fatti a priori = prima che test venga compilato
o Criteri di valutazione (interna e esterna) e campionatura
o Secondo Cronbach un test dovrebbe evitare di sottoporre ai soggetti difficoltà non
pertinenti alla variabile misurata
- Validita’ a posteriori =
o validità esterna del test inizia con raccolta delle risposte , bisogna scegliere su quale
campione compiere i controlli
o Servono garanzie di attendibilità = che le misure fornite siano stabili anche se cambiano gli
operatori o se passa tempo
- Rispondenza del test alle esigenze pratiche = test deve essere appropriato ai soggetti destinatari , NON
deve porre problemi etici o deontologici , valutare quanto costano gli stimoli e quanto tempo richiede
la somministrazione e attribuzione del punteggio
Validità esterna
validita’ concorrente o convergente = criterio esterno
- livello di concordanza tra diversi strumenti che misurano lo stesso costrutto ,si basa su confronto
contemporaneo di + strumenti
- mi aspetto punteggi convergenti tra test che dovrebbero misurare lo stesso costrutto  associazione
lineare = correlazione
= si ha questo problema quando ci sono 2 o + test che affermano di misurare la stessa caratteristica (es.
depressione = BDI; scala DEPR nella SCL-90-R) e tutti dovrebbero produrre misure altamente correlate
tra loro come se fossero forme parallele
- Si verifica la correlazione del test con altri strumenti o misure già validati per misurare lo stesso
costrutto o un costrutto simile
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- L’indice di correlazione che ci si aspetta è pari a 0.80
validita’ divergente = criterio esterno
si verifica correlazione del test con altri strumenti già validati per misurare costrutti diversi o opposti o per i
quali teoricamente ci si aspetta che il nuovo test NON correli
es. Se invento un test per l’ansia, non dovrebbe correlare con un test per la depressione...
validita’ predittiva = criterio esterno
capacità del test di predire risultati ottenuti dal soggetto in base alla caratteristica misurata dal test = il
criterio qua NON è un altro test MA una misura che sia ritenuta importante
(es. probabilità di appartenere a una cera popolazione, come S-CON al Rorschach CS),elementi da
considerare sono:
- Il problema pratico al quale si vuole offrire una soluzione (es. possibilità di avere condotta suicidaria)
- Il criterio riconosciuto adeguato dal cliente e dal ricercatore (es. numero di tentati suicidi)
- L’intervallo di tempo tra somministrazione del test e la rilevazione della misura-criterio (es. 5 mesi)
- Il campione ritenuto accettabile per le decisioni da prendere in seguito (es. campione di soggetti con
tentato suicidio nei precedenti 5 mesi)

Tipi di validità predittiva


- Un solo predittore confrontato con un solo criterio = modello di ricerca più semplice
= costituito dal confronto tra un solo predittore e un solo criterio predetto, in questo caso l'effetto si
misura con un coefficiente di correlazione r di Pearson, un chi quadrato, con un t di Student o un'analisi
della varianza
- Più predittori confrontati con un solo criterio = usato di solito per l'orientamento, la selezione del
personale e la terapia, ed il metodo solitamente usato è quello dell'analisi multivariata
- Più predittori confrontati con più test = usato ad es. nel problema di orientamento con preadolescenti,
ed in generale si può dire che non si possono mai estendere conclusioni sulla validità predittiva di uno
strumento a contesti in cui quello stesso strumento viene usato assieme ad altri che non erano presenti
nello studio analizzato
Validità interna
Validità di contenuto
Per garantire la validità di contenuto occorre che il test non presenti nessuna difficoltà se non quelle
pertinenti alla variabile misurata, quindi il test deve misurare tutti e soltanto gli aspetti della caratteristica
psicologica da misurare.
La quantificazione della validità di contenuto si può fare attraverso il grado di consenso tra esperti del
settore, detti giudici (Lawshe, 1975)
Ogni giudice deve valutare se l’item è:
- essenziale
- utile, ma non essenziale
- non necessario
- VC= (NE-N/2) /N:2
o VC= validità di contenuto
o NE= numero di giudici esprimenti il giudizio “essenziale”
o N= numero totale dei giudici
Gli aspetti formali da controllare per la validità di contenuto sono:
- Chiarezza ed univocità del titolo e delle istruzioni/consegna: indicare nelle istruzioni l'eventuale ritmo
da tenere per evitare la distorsione motivazionale (ad esempio dicendo di rispondere il più
rapidamente possibile), mettere quesiti facili per facilitare chi non è culturalmente preparato.
- Chiarezza ed univocità degli stimoli/item: assicurarsi che i soggetti capiscano il significato degli stimoli
(es. bambini piccoli che non capiscono cosa vuol dire una parola, forse è meglio mettere immagini), che
lo stimolo sia ben strutturato ed identificato, foto e disegni devono essere chiari ed appartenere al
bagaglio culturale del rispondente, non usare termini difficili.

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- Chiarezza ed univocità nella disposizione degli stimoli: ogni item deve riferirsi ad un solo problema, gli
elementi della proposizione devono essere in ordine diretto, non devono esserci parentesi o incisi che
rendano la frase non lineare nella sua struttura, la complessità sintattica deve essere minima, non
devono esserci elementi formali che orientano il soggetto verso una risposta piuttosto che un'altra, non
devono esserci connessioni che leghino i quesiti tra loro, esprimere la negazione non solo con "non" ma
anche con "niente, nessuno, pochissimo", evidenziare con il neretto la parola che esprime la negazione,
evitare la doppia negazione.
Aspetti strutturali per la validità di contenuto
- Lo stimolo deve essere univoco e quindi esser dotato di una buona validità di contenuto.
- Esistono diversi tipi di stimoli:
o Stimoli costituiti da un'immagine o un testo preceduti o seguiti da istruzioni: sono i test proiettivi
come il test di Rorschach, dove l'immagine, le istruzioni, o il testo usato come riferimento deve
essere univoco e chiaro, deve esserci la definizione operativa della caratteristica da valutare,
devono esserci indicazioni chiare e univoche per analizzare le risposte complesse assimilabili in
unità, deve esserci una descrizione particolareggiata delle regole per l'assegnazione del punteggio.
o Stimoli costituiti da una serie di domande o problemi seguiti da risposte aperte: chiarezza e
univocità delle domande, definizione operativa delle caratteristiche da valutare, indicazioni chiare e
univoche per analizzare/frammentare la risposta complessa, descrizione particolareggiata
attribuzione punteggi, verifica accordo tra operatori diversi sul modo di frammentare e classificare
le risposte.
o Stimoli costituiti da una serie di domande o problemi seguiti da risposte chiuse: dove c'è una
risposta alpha corretta e più risposte beta che agiscono da distrattori, e dove tutti gli item devono
avere lo stesso formato, e deve esserci l'equiattrazione, ovvero le alternative di risposta devono
avere lo stesso livello di attrazione, ovvero la stessa probabilità di ricevere risposte.
Fedeltà o attendibilità
- criterio interno = tempo e struttura = capacità del test di rimanere nei risultati uguale a sé stesso,
qualora non siano stati fatti interventi di fattori di cambiamento nel paziente
- criterio esterno = giudici = oppure con somministrazione di 2 persone diverse a stesso paziente
Fa riferimento a
- Grado di indipendenza dallo strumento dall’errore casuale
- Grado di precisione della procedura di misurazione
misurazione =
1. Tra giudici = correlazione
2. Test – retest = correlazione
3. Serie di fedeltà interne = strumento stesso (es. singoli item sensibilità)
Rtt è il coefficiente di attendibilità, che mostra la percentuale di punteggio legata alla componete vera della
misurazione e, per differenza, la percentuale di varianza legata all’errore
Strumento fedele quando i punteggi ottenuti dallo stesso soggetto sono –a parità di condizioni- stabili nel
tempo e stabili sebbene presi da misuratori/giudici differenti, in situazioni diverse
Es. In una giornata tranquilla, il dottor X prova la pressione al signor Gino in soggiorno e, con lo stesso
strumento, otto ore dopo, il farmacista gli prova la pressione in farmacia: stessi valori.
Fedeltà della struttura:
- Forme parallele , forma A e forma B sono uguali
- Split-half metà una volta metà l’altra
Stabilità dei punteggi nel tempo: test-retest
- Coefficiente di correlazione di Pearson (parametrico) o Spearman (non parametrico) tra
somministrazione a T1 e T2: minimo 100 soggetti, minimo 3 mesi di distanza, valore buono di rtt >.80
- ICC: Intra Class Correlation is defined as, "the proportion of variance of an observation due to between-
subject variability in the true scores". The range of the ICC may be between 0.0 and 1.0 (an early
definition of ICC could be between −1 and +1). The ICC will be high when there is little variation
between the scores given to each item by the raters. It describes how strongly units in the same group

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resemble each other. While it is viewed as a type of correlation, unlike most other correlation measures
it operates on data structured as groups, rather than data structured as paired observations.
-  di Cronbach (attendibilità temporale degli item, nelle misure ripetute del test)
o Ottimo: maggiore .90
o Accettabile:tra .90 e .60
o Non accettabile: inferiore .60
Fedeltà a partire dagli giudici
o Cohen's kappa, which works for two raters, and Fleiss' kappa, an adaptation that works for any
fixed number of raters, improve upon the joint probability in that they take into account the
amount of agreement that could be expected to occur through chance.
o Iota is as an index of interrater agreement of quantitative or nominal multivariate observations.
Each list element must contain observations for each rater and subject without missing values. In
case of one categorical variable (only one list element), iota reduces to the Fleiss exact kappa
coefficient, which was proposed by Conger (1980).
Colloquio e anamnesi
Specifica tecnica della domanda caratterizzata da uno scambio verbale in una situazione dinamica di
interazione psichica che permetta lo svilupparsi di un processo di conoscenza reciproca, non dei contenuti
Non solo scambio cognitivo ma è globale = coinvolti in relazione anche con mondo emotivo
La comunicazione viene facilitata dall’uso, da parte dello psicologo, di tecniche NON direttive = consentano
al soggetto di sentirsi valorizzato trattato con disponibilità̀ e non sottoposto a giudizio valutativo  no
giudizio e no opinione, psicologo non prende posizione = ascolto in modo – giudicante possibile
Specifica tecnica.
Tipi di colloquio
- Per aree, domande flessibili, abbiamo un tot di aree da indagare, parliamo in modo libero e funzionale
ma dentro una cornice
- Colloquio liberoIl soggetto è lasciato libero di comunicare e parlare di sé -Lo psicologo interviene ma
è meno direttivo
Colloquio psicodiagnostico in ambito psicodinamico
E’ lo strumento privilegiato ed indispensabile
Ha delle caratteristiche peculiari:
- è organizzato per aree
- è un processo di conoscenza reciproca tra paziente e psicologo
- Ha una modalità di conduzione variabile funzionale a:
o stile personale dello psicologo
o obiettivo specifico del colloquio
o caratteristiche del paziente
o sistema diagnostico o di riferimento utilizzato
Finalità del colloquio , rapporto tra informazione e relazione
La relazione come facilitante la raccolta di informazioni (supporto durante le comunicazioni, verbalizzazioni,
rispetto per il paziente, rispetto per i sentimenti, valutazione corretta di quanto conviene insistere o
fermarsi)
La relazione che si instaura tra psicologo e paziente: mantiene le caratteristiche della relazione tra adulti?
diviene eccessivamente primitiva? appare distorta da psicopatologia?
La finalità dei colloqui è aumentare e raccordare, + sono in grado di tenere viva e collaborativa e piacevole ,
perché crea una base che permette di parlare + raccolgo informazioni , devo antenere una cornice
all’interno della quale il paziente può raccontarsi . La relazione tra clinico e paziente entra a pieno tra i
criteri di diagnosi
Primi colloqui , aree tematiche
- Motivo della richiesta di consultazione.
- Descrizione del sintomo, disagio, problema.
- Storia del sintomo.
- Come il paziente si vive, si sente.
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- Descrizione della vita attuale del paziente: vita affettiva-relazionale, sociale, di lavoro, aspettative,
progetti futuri, hobbies, passatempi, eventuali sogni, fantasie.
- Storia del paziente con particolare attenzione all’infanzia, all’adolescenza, all’iter scolastico, alla vita
affettiva, a avvenimenti che abbiano avuto particolare rilevanza nello sviluppo psicologico del paziente
(oggettivi e soggettivi).
Qualità delle aree tematiche
- Problema portato e suo vissuto soggettivo
o Reattivo, reazione a una situazione
o Evolutivo tappa di sviluppo
o strutturato sempre stato così o mantenuto e diventato di struttura
- Grado di compromissione nella vita attuale
- Possibili soluzioni prospettate
o Immagine di Sé, rapporto del paziente con se stesso e con altri (significativi e non), le persone
raccontano cose ma effettivamente è il loro punto della loro vita .
- Percezione delle persone importanti nella sua vita , persone vere , con difetti e aspetti positivi 
bisogna vedere l’integrazione o se oggetti parziali , se c’è solo buono contro cattivo
Immagine di sé percezioni ci dà un idea di abitanti del mondo interno , persone intere o realistiche o
cose idealizzate o no
o Qualità delle rappresentazioni
o Vita attuale negli aspetti quotidiani
- vita affettiva e sociale, lavoro, tempo libero e hobby
Episodi e qualità di essi ,
o Aspetti del mondo interiore
o fantasie, desideri, paure
Nei gap noi facciamo diagnosi.
Linee guida per la lettura del colloquio, livelli che coesistono
Aspetti formali:  primo livello , badare a ciò
o esaminano la struttura del colloquio indipendentemente dai contenuti (logica del racconto,
continuità spazio/tempo, coerenza narrativa)
o si rifanno alla capacità linguistico-espressiva ed emozionale del soggetto (eloquio c’è chi parla
tanto ma poi non dice niente, non c’è comunicazione , chiarezza espositiva(chi parla poco ma ha
una bona scelta nelle sue parole), proprietà di linguaggio)
o sono fondamentali oltre la fotografia sono la logica del racconto , quando la persona ci racconta la
sua narrativa è in ordine logico ? prima ,durante e conseguenza , o parte dal dopo e salta dei pezzi ?
c’è continuità spazio-tempo o tra ciò che racconta essere il suo vissuto e come lo dimostra.
o Massime di Grice , modo(senza modificare i significati) , qualità, quantità dell’esposizione verbale,
quando sono rispettate troviamo un'alta coerenza , memorie, sentire e pensare è trasformabile in
un eloquio fluido coerente e necessario ansia o paralizza o ti fa parlare troppo , è difficile la
persona sia ben modulata .
o Se gli aspetti formali non funziono
Aspetti di contenuto:
o riguardano l'analisi dei contenuti emersi rispetto alle aree indagate giungendo così ad una
"fotografia" oggettiva ma integrata del paziente.
Contenuto e modo in cui viene gestito in equilibrio economico e psichico dalla persona e dei significati
simbolici
Aspetti metapsicologici:
o Terzo livello di analisi del colloquio ,il materiale fornito dal paziente viene riletto secondo la teoria
di riferimento ciò che inferiamo
Aspetti operativi del colloquio
o Numero di colloqui di consultazione: 2 oppure3
o Durata del colloquio di consultazione: 50 minuti circa

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o Audioregistrazione previo consenso informatoscritto.
o Può essere trascritto basandosi sul ricordo solo al termine, a questo proposito possono essere
tenute presenti le regole formulate per la trascrizione del colloquio dalla Commissione sull'Attività
Scientifica dell'APA.
o la tecnica di conduzione si richiama a quella proposta da Kernberg (1981, 1984) e prevede l'utilizzo
di:
 domande esplorative 90% , ampliano le consocenze
 chiarificazioni (per indagare aspetti poco chiari e parziali)4%, ampliano le conoscenze
 confrontazioni (per sottolineare contraddizioni e/o incongruenze) 4% , rare se proprio fanno
dissonanza cognitiva nel racconto, confrontiamo i poli opposti, ha già un effetto più “ficcante”
 interpretazioni (riletture più ampie del materiale del paziente), non ci dovrebbero essere nella
consultazione , è un atto violento , spinge all’insight , livello 3(Finn), stressa l’equilibrio
 stile di conduzione aperto
 formulazione di domande più strutturate per una ricostruzione anamnestica di stampo
psicodinamico
 presenza di accorgimenti tipici dell'indagine psichiatrica per formulare una diagnosi descrittiva
o Fasi
1. Fase di apertura , come mai è qui? Si entra nel merito delle descrizioni che il paziente fa, da quanto ha
il sintomo , cosa le impedisce, livello di impedment, disadattamento nella vita del paziente
o esplicitazione dello scopo e della durata del colloquio
o descrizione dei sintomi e del vissuto del paziente
2. Indagine degli episodi relazionale
o evidenziare le caratteristiche costanti degli eventuali modelli interattivi ripetitivi coazione a
ripetere
o focalizzarsi sullo stile relazionale
o ricavare le modalità di relazione degli altri nei confronti del paziente
3. esplorazione dell'esperienza di Sé nelle diverse aree della vita dal punto di vista soggettivo e
oggettivo, modi diversi non devono essere maschere ma sfaccettature nostre a seconda della
situazione in modo +- adattivo, quando indaghiamo il sé indaghiamo il ruolo coniugale/ genitoriale e
guardiamo la qualità di questi sé e anche la comunicazione tra questi ,rappresentazioni del sé piene o
persone diverse più i sé sono sfaccettature continuate più il senso viene mantenuto
o rilevazione di aspetti utili per valutare i conflitti relativi all'identità e aspetti della struttura difensiva
o aspetti relativi alla percezione di Sè
o situazione familiare, lavorativa
o storia del soggetto
o rilevazione delle capacità comunicative
4. Esplorazione dello stile di vita e dell’esperienza dell’altro
- descrizione e percezione delle figure rilevanti nella vita del paziente con riferimento all' "hic et nunc"
5. Motivazione alla psicoterapia, presupposti per trattamento, capacità di riconoscere i nessi
- formulazione di un intervento che sintetizzi e "restituisca" al soggetto il materiale fornito
OPD - Diagnosi Dinamica Operazionalizzata
- Si tratta di uno schema di conduzione del colloquio clinico che segue precise modalità di conduzione e
che sonda predefinite aree di indagine
- Fornisce linee-guida pur lasciando spazio alle valutazioni del clinic*;
- Riduce il bias soggettivo.
- Si fa in fase di consultazione.
- è operazionalizzato cioè sono descritti in maniera precisa i criteri che conducono alla diagnosi al fine di
ridurre distorsioni soggettive
- risponde ai seguenti scopi:
o contribuisce alla comunicazione nella comunità scientifica
o offre uno strumento di indagine per la ricerca in ambitoclinico

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o fornisce ampie linee guida clinico-diagnostiche
o pone attenzione all'aspetto didattico
- suddiviso in 5 dimensioni per la valutazione del paziente
o ASSE I: vissuto di malattia e presupposti per il trattamento
o ASSE Il: relazioni
o ASSE III: conflitti 1.NEVROTICO
o ASSE IV: struttura, bene o mediamente integrata , poco  2. BORDERLINE
o ASSE V: disturbi mentali e psicosomatici 3.PSICOTCO
I primi 4 assi sono di matrice teorica psicoanalitica, mentre l'ultimo asse fa riferimento ad una visione
descrittivo-fenomenologica vicina a quella dei manuali diagnostici (ICD-10 e DSM-IV).
Aree dell’OPD
1. Capacità di formare attaccamenti
- attaccamento agli oggetti interni, sviluppare rappresentazioni interne delle persone e di investirle di affetti
positivi
- attaccamento agli oggetti esterni , ovvero stabilità delle relazioni affettive, capacità di sentire affetti
altruistici.
2. Capacità affettiva
- abilità di comunicazione interna , comunicazione interna, riuscire a comprendere sé stessi (comprende le
fantasie, come mediatori degli stati emotivi, e il vissuto corporeo)
- Abilità di comunicazione con il mondo esterno,lo scambio emotivo tra sé e gli altri, la capacità di stabilire
un contatto a livello interpersonale emotivo e di comunicare il proprio affetto, impegnandosi nell'affetto
degli altri.
3. Capacità di regolazione
- Autoregolazione , capacità adattiva (né eccessiva, né ridotta); riguarda impulsi ed affetti; associata alla
consapevolezza e l’auto-efficacia
- Regolazione della relazione con l’oggetto ,regolazione degli impulsi a favore della relazione e
contemporanea tutela dei propri interessi dall’influenza altrui; capacità di prevedere le reazioni altrui
4. Capacità cognitiva
- percezione del sé , formare rappresentazioni distinte dei propri processi interni e di sé mantenedo
coerente e costante l’immagine di sé
- percezione dell’oggetto , percepire gli altri come persone a sé stanti con le proprie caratteristiche ,
mantenendo una visione realistica.
Struttura di funzionamento della personalità

Anamnesi psicologica
- Definizione: intervista semi strutturata in cui paziente e psicologo sono impegnati in una raccolta di dati
al fine di costruire la storia personale del soggetto

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- Scopo: individuare ed esaminare le vicende personali che probabilmente hanno influenzato e
determinato la struttura del paziente
E’ necessario distinguerla dall’ anamnesi sintomatica (psichiatrica) rivolta alla storia del sintomo e della
malattia del soggetto
La raccolta delle informazione del paziente avviene attraverso l’indagine di aree specifiche; si ha così a
disposizione una “radiografia” del paziente in relazione alla sua storia evolutiva
Aree di indagine , è molto strutturata dalla gravidanza ad oggi , si passa in analisi le tappe evolutive, quando
è saltato fuori il sintomo e a che evento era agganciato
- Famiglia di origine
o Ambiente in cui il paziente è cresciuto , con chi ,se trasferimenti , problemi della gravidanza
o Ricostruzione della storia clinica ed eventualmente psichiatrica della famiglia del paziente
o Indagine relativa al periodo prenatale del paziente
- Sviluppo psicologico e psicopatologico
o Infanzia
 Abitudini igieniche
 Sviluppo motorio
 Linguaggio
 Alimentazione, alattato al seno
 Sonno
 Gioco
 Asilo nido e scuola materna
 Eventuali problemi di salute e ospedalizzazioni precoci
 Storia sociale
o Adolescenza
 Pubertà
 Rapporti nell’adolescenza
 Preferenze sessuali
 Uso di alcool e droghe
- Esperienze scolastiche e lavorative
o Scuola elementare
o S superiore
o Università
o Anamnesi professionale
o Interessi extraprofessionali
- Vita attuale
o Disturbo attuale per cui è stata richiesta la consultazione
o Matrimonio od eventuale convivenza
o Figli
o Progetti comuni della coppia genitoriale
La valutazione della personalità , SWAP-200, Westen
Contesto , è quello di trovare uno strumento in grado di aiutare il clinico ad indagare ciò che ha individuato
trasformandolo in diagnosi DSM ma argomentando in termini di comportamenti, atteggiamenti , affetti e
credenze del paziente.
Esempio ->disturbo narcisistico di personalità->
Un disturbo di personalità̀ è un pattern costante
di esperienza interiore e di comportamento che
devia marcatamente rispetto alle aspettative della
cultura dell’individuo, è pervasivo e inflessibile,
esordisce nell’ adolescenza o nella prima età
adulta, è stabile nel tempo e determina disagio o
menomazione.

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Interiorizzazione trasmutante, acquisisco e muto , copio, introietto e interiorizzocostruisco la mia identità
, il narciso. Non sa amare, manca della pienezza del se.
Classificazione dei disturbi secondo DSM-5 Organizzazione SWAP

Assesment di personalità
Tre “tradizioni” per l’assessment di personalità, che
seguono metodi e finalità diverse:
- Descrittiva: la valutazione della personalità coincide con la classificazione del DSM-5  importanza
sintomi comportamentali, sulla base di regole e criteri che guidano le decisioni diagnostiche
- Psicometrica: la valutazione della personalità coincide con la misurazione dei tratti  identificare
variabili e dimensioni che differenziano gli individui
- Clinica: la valutazione della personalità coincide con la formulazione del caso clinico  non solo la
descrizione ma anche la comprensione della personalità: del significato e della funzione dei tratti,
considerando le esperienze interne e le condizioni attivanti
In particolare
- Per i clinici  un approccio diagnostico basato sul DSM è poco importante ai fini della psicoterapia 
non aiuta a rispondere a una questione centrale: come cambiare i processi disfunzionali della
personalità?
- Per i ricercatori  le formulazioni cliniche sono inaffidabili, non sistematiche, estremamente
soggettive.
L’esistenza di approcci diversi ha condotto a una spaccatura  come integrare i dati clinici con quelli della
ricerca?
La SWAP-200 è un modo per integrare la ricchezza e complessità̀ dei dati clinici con la sistematicità̀ e
affidabilità̀ dei dati empirici
È composta di 200 affermazioni descrittive di tratti della personalità normali e patologici, elaborate a partire
dalla letteratura teorica ed empirica sulla personalità e i disturbi di personalità, i meccanismi di difesa e di
coping, nonché dagli assi I e II e dalle appendici delle edizioni III-R e IV del DSM.

- Si basa sull’ipotesi di lavoro che i processi psicologici che sono al centro della riflessione clinica
meritano altrettanta attenzione da parte della ricerca
- Permette di esprimere il giudizio clinico in forma sistematica e quantificabile attraverso un vocabolario
standard
- Permette una dettagliata descrizione narrativa che facilita la formulazione clinica: formulazione del caso
e diagnosi descrittiva sono un unico processo
Applicabilità
- Assessment del paziente
- Case formulation
- Psicopatologia e risorse
- Ricerca in psicoterapia
- Outcome (T1, T2, T3 ... follow-up)
- Contesti forensi
- Supervisioni
- Patient in the mind
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Item della SWAP -200
Gli item della SWAP sono l’operazionalizzazione dei criteri necessari a formulare una diagnosi funzionale,
cioè̀ una valutazione che fornisca informazioni adeguate su quattro ambiti e domini funzionali che tengono
conto di:
1. Motivazioni, standard ideali, valori morali, paure e conflitti;
2. Stili cognitivi, strategie e capacità di regolazione delle emozioni, meccanismi di difesa e risorse
psicologiche;
3. Rappresentazioni di sé, degli altri, e relazioni esistenti tra sé e gli altri;
4. Modo in cui questi domini si sono sviluppati nel corso della vita
Derivano:
- dai criteri dei disturbi di Asse II del DSM-III-R e IV;
- dai criteri di Asse I del DSM che possono avere rilevanza nella descrizione della personalità;
- dalla letteratura clinica sui disturbi della personalità prodotta dagli anni cinquanta del secolo passato in
poi;
- dalle ricerche sui disturbi della personalità condotte dopo l’introduzione dell’Asse II, meccanismi di
difesa e coping, comportamenti interpersonali disturbati e tratti di personalità “normali;
- da interviste pilota condotte per valutare versioni intermedie della SWAP-200 e dall’esperienza clinica
di Westen e Shedler.
Linguaggio
Gli item della SWAP sono formulati con un linguaggio semplice e privo di gergalità e descrivono
caratteristiche psicologiche sia direttamente osservabili sia inferenziali e prevedono un livello medio di
astrazione nella valutazione, articolando i costrutti nei loro correlati osservabili.
Esempio:
identificazione proiettiva:
<Item 116 “Tende a vedere i suoi sentimenti e impulsi inaccettabili negli altri e non in se stesso/a».
<Item 76 Si comporta in modo da suscitare negli altri sentimenti simili a quelli che lui/lei stesso/a sta
provando (per esempio, quando è arrabbiato/a, agisce in un modo che provoca rabbia negli altri; quando è
ansioso/a, agisce in un modo che induce ansia negli altri)
<Item 154 Tende a suscitare negli altri reazioni estreme e sentimenti forti” (conseguenze delle
precedenti operazioni sulle altre persone).
Attribuzione dei punteggi
La SWAP-200 è l’applicazione di un metodo Q- sort alla valutazione della personalità.
Un Q-sort è un insieme di affermazioni descrittive (200 nel caso della SWAP, relative ad aspetti diversi della
personalità) che il valutatore deve distribuire gerarchicamente a n pile (8 nel caso della SWAP-200) in base
a quello che ritiene essere il loro grado di descrittività.
Nella prima pila (0) vanno collocate le affermazioni che non sono affatto descrittive della persona valutata o
quelle rispetto alle quali non si hanno informazioni; nella pila 7 (e poi 6) vanno collocate le affermazioni più
descrittive della persona valutata. Le pile intermedie (1-5) ricevono le affermazioni di descrittività
intermedia.
Implica una valutazione organizzata secondo una distribuzione fissa.
A ciascuna delle 8 pile a disposizione va assegnato un numero
prestabilito di item:
I vantaggi della distribuzione fissa
- Minimizza i bias dei valutatori, cioè la loro tendenza potenziale
ad attribuire valori intermedi o estremi ai diversi item
indipendentemente dalla loro capacità descrittiva.
- La distribuzione adoperata assomiglia alla metà destra di una
curva normale, ed è perciò coerente con il proposito di misurare
prevalentemente tratti patologici (che si suppone siano meno
frequenti); essa è simile alla maggior parte delle distribuzioni

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degli item degli strumenti che valutano la psicopatologia (ad. es. la Beck Depression Inventory) nonché
alla distribuzione media degli item in assenza di vincoli
Interpretazione dei risultati dell’assesment
La procedura SWAP permette di ottenere due tipi di diagnosi, entrambi sia categoriali sia dimensionali
Scale PD misura di funzionamento del paziente , confrontato con DSM  vs fattori Q molto + vicino al
funzionamento vero, con chi ti paragoni Aggregazione spontanea degli item , misura del funzionamento
del paziente non in confronto al dsm ma ai pazienti reali
Shedler e Westen hanno chiesto ai 797 psicologi e psichiatri americani esperti (con una media di più di 18
anni di pratica) e interessati ai disturbi della personalità di descrivere con la SWAP-200:
- un paziente ideale, prototipico con un cero disturbo della personalità o con una personalità “sana”
(N=237)
Oppure
- un paziente reale con un certo disturbo della personalità che conoscevano bene (N=496); questi clinici
seguivano il paziente valutato in media da più di 33 sedute.
Scala alto funzionamento se ha un qualsiasi disturbo ma u alto funzionamento viene annullato il disturbo
Scale PD
- Il PUNTEGGIO DI DISTURBO DI PERSONALITÀ di
un paziente è la correlazione tra i punteggi
attribuiti agli item della SWAP-200 nella
valutazione di quel paziente e i diversi prototipi
diagnostici, che sono liste dei 200 item con i
relativi valori.
I dati correlazionali sono quindi trasformati in
PUNTI T (media = 50; deviazione standard =
10).
- E’ possibile diagnosticare un DISTURBO DI
PERSONALITA’ quando questa correlazione è uguale o superiore a 60 (sempre che il fattore di alto
funzionamento non sia uguale o superiore a 60, nel qual caso non si fa diagnosi di disturbo).
- In presenza di punteggi da 55 a 59.9 si parla di forti tratti.
In questo modo, la SWAP-200 permette di ottenere una diagnosi sia categoriale (presenza/assenza di un
disturbo), sia dimensionale (viene presa in considerazione la correlazione tra la descrizione SWAP-200 del
paziente valutato e tutti i prototipi di disturbo dell’Asse II del DSM-IV ridescritti con la SWAP-200). Questi
prototipi, o PD factors, hanno mostrato una buona validità convergente e discriminante quando sono stati
correlati con le descrizione SWAP-200 di pazienti reali con disturbi di personalità classificabili secondo il
DSM.

Prototipo diagnostico

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Diagnosi in fattori Q 1. Evitante
I 7 fattori-Q principali sono : 2. Depressivo(nevrotico)
ad alto funzionamento
1. Disforico (20% del campione)->
2. Antisociale-psicopatico 3. Con disregolazione
3. Schizoide emotiva
4. Paranoide 4. Dipendente-
5. Ossessivo masochista
6. Istrionico 5. Con esteriorizzazione
7.Narcisistico dell’ostilità
Nuove categorie diagnostiche, empiricamente fondate.
Fattori Q
La correlazione tra il profilo del paziente valutato e i diversi fattori viene trasformata in punti T.
- Un punteggio uguale o superiore a 60 permette di diagnostica un disturbo di personalità̀
- Un punteggio tra 55 e 59.9 indica la presenza di forti tratti.
La nosografia in fattori Q costituisce un esempio di diagnosi empiricamente derivata e presenta tassi di
comorbilità̀ inferiori rispetto a quelli dell’Asse II del DSM
Per elaborare una formulazione del caso a partire dalla diagnosi SWAP è sufficiente unire in un resoconto
coerente i 30 item più descrittivi di ogni paziente (“pile” 7, 6, 5) ->permette quindi di sanare il GAP tra
diagnosi di personalità̀ e formulazione del caso clinico .
Tecnica q sort
- Il ricercatore o il clinico che valutano un paziente con la SWAP, devono attribuire ai 200 item un
punteggio da 0 a 7.
- Il punteggio 0 va assegnato agli item che non sono descrittivi della personalità del soggetto considerato,
1 a quelli pochissimo descrittivi e così via fino al 7, punteggio da attribuire agli item che sono
assolutamente descrittivi della personalità da esaminare.
 un programma informatico (allegato al volume Westen, Shedler, Lingiardi, 2003) che permette una
valutazione più agevole, memorizzabile su computer, visualizzabile graficamente.
- Trattandosi di un metodo Q sort, la procedura SWAP-200 impone una distribuzione fissa degli item, cioè
un numero stabilito di item a cui attribuire i diversi punteggi. Questo vincolo, che approssima la
distribuzione degli item alla metà destra di una curva normale, è quello che più si avvicina alla distribuzione
che si otterrebbe lasciando i valutatori liberi di attribuire i punteggi nel modo che reputano più appropriato
e, al tempo stesso, è finalizzato a ovviare eventuali bias dei valutatori (giudizi troppo o troppo poco
polarizzati).
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->Il metodo Q-sort su cui si basa la SWAP implica una valutazione gerarchica organizzata secondo una
distribuzione fissa. A ciascuna delle 8 pile a disposizione va assegnato un numero prestabilito di item
(diapositiva presa da Lingiardi 2017):
Una volta assegnati i punteggi ai 200 item, il computer calcola e
standardizza in punti T (media 50 e deviazione standard 10) le
correlazioni tra il profilo SWAP-200 del paziente valutato, cioè
l’insieme dei 200 item con i punteggi che il valutatore ha
attribuito a ognuno di essi, e
1. i prototipi SWAP-200 di pazienti ideali con i disturbi di
personalità presenti nell’Asse II del DSM-IV, o PD
factors, e
2. i prototipi di stili della personalità derivati
empiricamente con la SWAP-200 in base alle descrizioni
di pazienti reali, o Q factors.

La Q-analysis è una variante dell’analisi fattoriale che, anziché accorpare gruppi di item intercorrelati tra di
loro, accorpa gruppi di casi caratterizzati da punteggi simili sulle stesse variabili
- disforico, antisociale, schizoide, paranoide, ossessivo, istrionico e narcisistico.
- evitante, depressivo-nevrotico, emotivamente disregolato, dipendentemasochistico e ostile.
Anche nel caso dei fattori Q, il programma informatico calcola la correlazione tra il profilo SWAP-200 del
paziente valutato e i diversi fattori Q (punteggi Q) e la standardizza in punti T (Q-T). Quando questa
correlazione supera 60, è possibile parlare di disturbo della personalità; quando si colloca tra 55 e 60 si può
parlare di forti tratti della personalità.
Confronto Q e PD
- Rispetto ai PD factors, i Q factors (tranne i casi con punteggi che superano in modo eclatante il cut off di
60) vanno considerati nell’ottica più dello stile che del disturbo di personalità .
- La classificazione degli stili di personalità in fattori Q ha dimostrato una buona validità convergente e
discriminante. La reliability delle descrizioni di personalità della SWAP-200 va da .75 a .81 (Westen,
Shedler, 1998; Westen, Muderrisoglu, 2003).
- Anche la validità predittiva rispetto a misure come il numero di ospedalizzazioni o il Global Assessment
of Functioning (GAF) si è rivelata buona (Westen, Muderrisoglu, 2003; Westen, Shedler, 2000; Westen,
Chang, 2000).
- La SWAP-200 permette di colmare il gap esistente tra diagnosi di personalità e formulazione del caso
(Westen, 1998; Lingiardi, Shedler, Gazzillo, 2006; Gazzillo, 2006).
- Componendo il testo degli item che, nella valutazione, hanno ricevuto un punteggio di 5, 6 e 7, e
raccordandoli in forma narrativa, la SWAP fornisce una formulazione narrativa che è al tempo stesso
sofisticata sul piano clinico e affidabile su quello empirico.
- I prototipi dei fattori PD e di quelli Q possono anche essere usati in modo intuitivo in ambito clinico:
dopo aver fatto i colloqui necessari alla valutazione di un paziente, infatti, il clinico può valutare su una
scala a 5 punti in che misura il paziente in questione sia descritto dagli item di ciascun prototipo,
servendosi di una griglia ad hoc.
- Per elaborare una diagnosi e una formulazione del caso con la SWAP-200 è necessario un tempo medio
di circa 60 minuti. Le prime valutazioni in genere richiedono un tempo maggiore, ma con una certa
esperienza e pratica anche 45 minuti sono sufficienti.
Interviste ,colloqui e test
Diade che costruisce il colloquio-> costruzione dei significati , gli strumenti in questo sono terzi , aumenta
la capacità del clinico di avere misure obbiettive e solide .-> può modificare la relazione clinico -paziente se
non eseguito e se restituito in maniera non risignificativa nella relazione -> bada a se all’altro , e alla
relazione test-paziente e anche test-p – c
Ma quando si somministrano?
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- ì a livello peritale o per richieste istituzionali (test di intelligenza e “test” di personalità);
- quando c’è un sospetto di ritardo mentale o di qualche altro tipo di danno neurologico (test di
intelligenza);
- quando un paziente si segnala per problemi relativi alla personalità si possono somministrare sia test di
intelligenza che di personalità.
Somministrazione dei test
- è preferibile separare i ruoli , quindi uno psicologo per il colloquio e uno per il test->è difficile guidare
bene la relazione
- Il test è un terzo elemento introdotto tra paziente e psicologo-> induce quindi una condizione
psicologicamente diversa, soprattutto se i risultati sono molto lontani dalla consapevolezza del
soggetto.
- Quindi i test pongono una struttura relazionale diversa rispetto al colloquio.
Modalità di applicazione
- La somministrazione del test deve essere preceduta dal colloquio;
- Il paziente deve essere informato dello scopo del test
(evitando spiegazioni ansiogene)-> consenso informato
- Richiede collaborazione, disponibilità e accettazione da parte del soggetto i test si applicano se si è
costruita una buona alleanza di lavoro-> sennò possono causare errori
- Importante l’ osservazione della reazione del soggetto alla proposta di un test-> guardare come il
paziente si approccio , si attiene alle consegne o meno -> come si ocmporta rientra nei parametri
diagnosti , il dipende non invalida
Relazione colloquio/test/osservazione in ambito diagnostico clinico
- Situazione relazionale nel colloquio:
o Relazione esplicita;
o Senso manifesto è chiaro.
- Situazione relazionale nei test:
o Disparità nella relazione;
o I test si rivolgono alla conoscenza di processi mentali meno evidenti.
- Durante la fase di somministrazione dei test, l’osservazione attenta alla comunicazione non verbale del
paziente fornisce indicazioni cliniche rilevanti;
- I test possono completare quanto emerso dal colloquio, ma non possono sostituirlo.
Scelta della batteria di test
- Dipende da quattro variabili:
o Finalità della consultazione (clinica, forense, ricerca…)
o Tipo di disturbo (internalizzante, esternalizzante, del pensiero, dell’intelligenza…)
o Età dei soggetti (le norme dei test vanno per fascia di età, a volte SES, e gender)
o Indirizzo teorico dello psicologo (dinamico, cognitivo-comportamentale, neuropsicologo…)
o Aspetti istituzionali e legali (siamo nel pubblico? Nel privato?)
Batteria di test utile per la diagnosi psicodinamica
Sui colloqui:
- Q-sort per la diagnosi di personalità SWAP-200
Al paziente:
 Interviste (SCID-II)
 Testi sintomatici (SCL-90R, BDI-II, STAI-Y)
 Test di livello (WAIS-R)
o Test proiettivo strutturale (Rorschach)
o Test proiettivi tematici (ORT, TAT)
 Test di personalità (MCMI-III)
o Test di attaccamento (AAI, AAP)
La regola generale è che prima si fanno i test di livello e poi quelli di personalità.

29
Pallino nero a-teorici che si usano spesso nel pubblico perchè più semplici nelle comunicazioni
interdisciplinari e meno costosi in termini di tempo e denaro
DSM-IV-> c’è il 5 ma per ora si usa ancora il 4
- è il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali scritto dalla American Psychiatric Association
- è il più diffuso manuale diagnostico nella pratica clinica
- fornisce una diagnosi di tipo descrittivo-nosografico
- si caratterizza per la chiarezza e per il tentativo di essere ateorico
- si fonda su un metodo multiassiale al fine di fornire una diagnosi completa e che tenga in
considerazione più aspetti
o ASSE I: Disturbi Clinici, altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica
o ASSE II: Disturbi di Personalità, Ritardo Mentale
o ASSE III: Condizioni Mediche Generali -> non mentale
o ASSE IV: Problemi Psicosociali ed Ambientali
o ASSE V: Valutazione Globale del Funzionamento (VGF)
SCID x DSM-IV (structured clinical interview)
- intervista semi-strutturata sviluppata da Spitzer e coll. (1987)
- si basa sui criteri diagnostici del DSM-III-R
- rigua rda i disturbi dell’Asse I e dell’Asse II
- utile in ambito clinico e in ricerca
- la SCID-I esiste in tre versioni per la valutazione dei
disturbi dell’Asse I
o SCID-P (Patient Version)
o SCID-OP (Outpatient Version) , a piede libero non
vive ricoverato
o SCID-NP (Nonpatient Version)
- la SCID-II valuta i disturbi dell’Asse II (disturbi di
personalità)
La scid I che non tratteremo:
- è sottoposta a revisione si basa sui criteri diagnostici del DSM-IV
- inizia come intervista libera che consente di avere un’anamnesi iniziale definita RASSEGNA
si ottiene così un primo inquadramento diagnostico
- è provvista di domande di screening la cui sequenza ricalca la struttura del manuale , mentre parla il
terapeuta segna , esce un numero che riguarda il problema della persona
- finita l’intervista si compila il sommario diagnostico in cui è specificata la diagnosi
- fornisce una valutazione della gravità del sintomo e stabilisce una percentuale del tempo in cui è stato
presente negli ultimi 5 anni.
Scid II
L’intervista clinica strutturata per i disturbi di personalità dell’asse ii del dsm
- Aiuta evidenziare presenza e assenza disturbi di personalità , di quanto e come si esprimono nel
paziente-> usata in psichiatria e psicologia e nelle ricerche per le selezione dei soggetti
- è un’intervista costituita da una serie di domande grazie alle quali è possibile indagare la presenza dei
disturbi di personalità compresi nell’asse ii del dsm, sezione dedicata esclusivamente ai disturbi di
personalità. Essa permette di effettuare una valutazione dei disturbi di personalità di tipo categoriale,
inteso in termini di presenza o assenza del disturbo, e dimensionale ovvero la quantità di criterio
diagnostico presente o assente.
- La scid II è applicabile in ambito clinico, dopo aver effettuato il colloquio psicologico, a conferma o
meno di una diagnosi, ma è utilizzata largamente anche in ambito di ricerca per definire i criteri di
inclusione e di esclusione in studi sperimentali ed epidemiologici.
- Si può applicare ad adolescenti ed adulti.
- permette di effettuare la diagnosi di 10 disturbi di personalità, secondo il DSM-IV. Inoltre, sono inclusi
altri 3 disturbi di personalità: il disturbo di personalità non altrimenti specificato, il disturbo passivo-
aggressivo e il disturbo depressivo, cioè tutti quei disturbi che nel DSM IV sono inclusi nell’Appendice B.
30
- La SCID II è composta da due parti:
1. Un questionario autosomministrato da parte del paziente;
2. L’intervista semi-strutturata di approfondimento degli item a cui si è attribuita una risposta
affermativa al questionario.-> capisce assenza o assenza disturbo e quanto e come si declina su quella
persona specifica
- Il questionario autosomministrato è formato da 119 item ed è consegnato preliminarmente al soggetto
che dovrà riconsegnarlo allo sperimentatore al momento dell’intervista. I tempi di compilazione si
aggirano intorno ai 20 minuti e richiede un livello di scolarità non inferiore agli 8. Le domande del
questionario riguardano i disturbi di personalità proposti dal DSM IV ed è previsto un formato di
risposta dicotomico del tipo Sì/No.
- Questo strumento di screening funge da guida alla successiva intervista. Infatti, nell’intervista saranno
indagati solo gli item cui è stata attribuita una risposta affermativa, cercando di capire quanto è
rappresentativa dell’esaminato.
- L’intervista semistrutturata, costa di una breve rassegna anamnestica, che consente di focalizzare le
principali caratteristiche dell’intervistato, le relazioni e le capacità introspettive.
Disturbi SCID II
Successivamente, sono analizzati i diversi disturbi di personalità nel seguente ordine:
o Disturbo Evitante di Personalità,
o Disturbo Dipendente di Personalità,
o Disturbo Ossessivo-Compulsivo,
 Disturbo Passivo-Aggressivo,
 Disturbo Depressivo,
 Disturbo Paranoico,
 Disturbo Schizotipico
 Disturbo Schizoide,
 Disturbo Istrionico,
 Disturbo Narcisistico,
 Disturbo Borderline,
 Disturbo Antisociale.
NB: si inizia con i disturbi appartenenti al cluster C (puntini bianchi)relativo ai disturbi d’ansia, per giungere
al cluster B(puntini neri) , drammatico, passando per il cluster A.(quadrati neri) Nei casi in cui non sono
soddisfatti i criteri per una specifica area di personalità, si formula una diagnosi di Disturbo di Personalità
Non Altrimenti Specificato.
Scoring , 3 colonne
1. nella colonna di sinistra sono riportate le domande da effettuare ad litteram da parte del
somministratore.
2. nella colonna centrale sono elencati i criteri diagnostici del DSM-IV, la cui presenza/assenza corrisponde
all’area indagata dalla domanda riportata nella colonna di sinistra.
3. in quella di destra è presente la valutazione da attribuire agli item.
Ogni criterio è valutato come segue:
? =Informazioni inadeguate o insufficienti;
1 = criterio assente;
2 = criterio sotto soglia
3 = criterio presente totalmente (solo nel caso in cui l’esaminato è in grado di fornire esempi o descrizioni
pertinenti e multiple in merito al criterio indagato).
Tra tutte ricordiamo la regola delle tre P (Fiore, 2016), secondo la quale un tre può essere attribuito quando
il disturbo presentato è:
1. Persistente, perché è possibile riscontrare il sintomo a partire dalla giovane età adulta;
2. Patologico, determina disagio e malessere;
3. Pervasivo, coinvolge diverse aree, sociale, amicale, familiare, relazionale, etc.
Dice presenza o assenza , se è presente nell’esame commentare il disturbo
Aggiornamento
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- Con l’uscita del DSM 5 è stata proposta una versione nuova della SCID, versione aggiornata della
precedente intervista clinica.
- I criteri del DSM-IV presenti nella SCID II per DSM IV sono rimasti invariati nel DSM-5, ma le domande
del questionario sono state completamente riviste e ridotte da 119 a 106.
- Inoltre, è stata aggiunta una modalità per effettuare uno scoring dimensionale diverso dal precedente,
rispettando la nuova classificazione presentata in appendice nel nuovo DSM 5.
- Non abbiamo assi , ma modalità di disturbi organizzati per fenotipi ,in ordine dimensionale , come se ci
fosse un continum
Adult Attachment Interview AAI
Teorie dell’attaccamento
1. teorizzazione di Bowby (1969) sul concetto di “sistema comportamentale di attaccamento”, fantasie
separate dall’accaduto , attaccamento sicuro vs insicuro
2. la ricerca delle differenze nelle risposte comportamentali di attaccamento dei bambini valutate con la
Strange Situation (Ainsworth);-> insicuro evitante e invischiato è organizzato , insicuri ma funzionanti per
l’adattamento , l’unico pattern patologico è quello disorganizzato che sviluppa patologia
3. la terza fase centrata sulla ricerca delle differenze individuali nell’organizzazione dell’attaccamento
(“passaggio al livello della rappresentazione”, Main& Fonagy), tramite l’analisi di rappresentazioni interne,
funzione riflessiva delle difese (AAI, AAP)-> caratteristiche in più all’interno delle organizzazioni ,studi di
passaggio
Definizioni
o Attaccamento (Bowlby): “Dire di un bambino (o di un adulto) che è attaccato a o ha un attaccamento
per qualcuno, significa dire che il bambino è fortemente portato a cercare la prossimità e il contatto
con quell’individuo, specialmente in certe condizioni specifiche. La disposizione a comportarsi in questo
modo è un attributo della persona che si è attaccata, un attributo che persiste cambiando solo
lentamente nel corso del tempo e che non è influenzato dalla situazione momentanea.”
A seconda del modello operativo interno osservando il comportamento possiamo capire
l’organizzazione
o Comportamento di attaccamento (Bowlby): : “Il comportamento di attaccamento, invece, si riferisce a
una delle varie forme di comportamento che la persona mette in atto di tanto in tanto per ottenere o
mantenere una prossimità che desidera” con una persona ritenuta in grado di affrontare il mondo in
maniera più adeguata. -> è inversamente proporzionale all’esplorazione ,attaccamento si attiva alla
minaccia di sopravvivenza , con il circuito della paura.
E’ innescato dalla separazione (o minaccia di separazione) e viene mitigato o eliminato dalla vicinanza,
manifestandosi in particolare in quelle situazioni in cui la persona è spaventata e attenuasi quando si
ricevono delle cure. -> se l’attaccamento è insicuro il comportamento è incoerente con i bisogni .
Attaccamento:
 legame di lunga durata -> durano tutta la vita
 emotivamente significativo
 con una persona specifica (mutuo)
Attaccamenti reciproci
Attaccamento (= relazione)
 può essere inferito dal comportamento di attaccamento ( = interazione).
Premesse teoriche dell’attaccamento
o T evoluzionistica Evoluzione della specie:
1) tendenza innata a cercare la vicinanza e il contatto di uno o più individui.
2) bisogno trasmesso per via genetica
3) uomo e diverse specie animali
Funzione biologica-> protezione
Funzione psicologica -> sicurezza
Il bisogno di attaccamento è un bisogno primario , sono innati-> il paziente si può attaccare anche al T che
può partendo dal pattern relazionale e offrigli una modalità relazionale differente per modificare i pattern
relazionali impliciti-> inoltre grazie al pattern posso anticipare i comportamenti
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Legame -> scopo

Bowlby distingue i concetti di:


o Attaccamento :
• Legame
• Pre attaccamento/ attaccamento
o Comportamento di attaccamento:
• Comportamento per mantenere il legame
• Di segnalazione / di Prossimità
• Si attiva
o Sistema di comportamenti di attaccamento:
• Insieme di comportamenti
L’attaccamento e la sua qualità si struttura a partire dalla convergenza tra:
o comportamenti di attaccamento (bambino);
 attaccamento sicuro è volenteroso , è capace di chiedere e ricevere, si arrabbiano ,gli passa -> si
fidano che la relazione non si rompe
 Insicuro o si accozza o sta distante , in entrambi i casi non si fidano che la relazione regga il conflitto
,non sono capaci di discutere
attaccamento definisce una qualità identitaria .
o risposte ai comportamenti di attaccamento (adulto).
o Sensibilità materna
Il ruolo del bambino per Bowlby  Non viene più considerato in un rapporto di dipendenza dalla madre,
ma in un relazione di attaccamento;
Il bambino acquista un ruolo attivo nell’instaurarsi della
relazione
Modelli operativi interni IWM
- Nel corso della crescita e dell’interazione continua del
bambino con il proprio ambiente, fisico e sociale, il
bambino si costruisce delle rappresentazioni interne
complementari che comprendono il Sè e le figure di
attaccamento, rappresentazioni che scaturiscono dai
pattern relazionali tra il bambino e le figure di
attaccamento.
- L’operatività del modello risiede nel fatto che esso non è un qualcosa di statico ma che, in quanto
riproduzione interna di una relazione-struttura del mondo reale (Craik, 1943).
- Gli IWM, che si formano durante i primi 5 anni di vita del bambino, funzionano continuamente e in
maniera automatica e inconsapevole.
- Se il modello relativo alle figure di attaccamento è di tipo positivo (genitori attenti, amorevoli, che si
prendono cura del bambino) allora il bambino svilupperà un complementare modello del Sè buono e
meritevole d’amore e di attenzioni.
- E’ essenziale per la salute mentale che il bambino riesca ad avere un figura d’attaccamento (la madre o
con un sostituto materno permanente) costante e stabile al loro fianco, con cui avere un rapporto
caldo, intimo, ininterrotto nel quale entrambi possano trovare soddisfazione e godimento e che

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permetta di interiorizzare modalità adattive di comportamento (base sicura, controllabile e
prevedibile).
- Le tipologie di modelli operativi interni si riflettono sulle tipologie di psicopatologie: la causa di
psicopatologia è la perdita della figura di attaccamento, una sua presenza carente o comportamenti
eclatanti, generalmente a carico del singolo genitore o della coppia. Eventi patogeni nella vita del
bambino sono anche le carenze qualitative dei genitori (depressione, a violenza in famiglia e verso il
bambino stesso, a minacce di non amare il bambino come mezzo per controllarlo, a minacce di
abbandono e di suicidio del genitore, poca sensibilità materna, incapacità di mettersi in sintonia).
- Attaccamento è attivo per tutto il ciclo di vita (momenti di pericolo)
- Secondo Bowlby “in salute ed in malattia” è la formula che ricorda lo scopo del matrimonio: fornire una
base sicura ed un sistema di attaccamento che può essere riattivato in momenti di bisogno.->dalla culla
alla tomba
- Strumenti per attaccamento -> pattern-> sorprendono l’inconscio attraverso permìrformance based
domande, questionari , mettono in nudo l’inconscio attraverso le risoste -> bassa face validity, mentre
lo stile viene definito con self report -> rappresentazioni consce.
Nei sicuri c’è correlazione pattern-stile mentre insicuri e disorganizzati , lo stile può vessere interpretato
come sicuro ma i pattern no, perché lo stile può essere falsificato
Classificazioni AAI
- Secure/Autonomous (F)-> 4 tipi
Autonomia e indipendenza sono diverse , autonomia per sicuri , è
considerato il bisogno relazionale mentre
nell’indipendenza(insicuri)no
Discorso collaborativo coerente. Valorizza l'attaccamento ma
sembra oggettivo rispetto a qualsiasi particolare evento/relazione-
>pregi e difetti.-> Riportano esempi ,coerenza della mente tra
memoria episodica e semantica
- Dismissing (Ds)
Non coerente , respinge le esperienze e le relazioni legate all’attaccamento.-> nega o normalizza le
esperienze
Nello spiegare normalizza I rapporti fa riferimento allo standard, si contraddice negli episodi e nel racconto
-> racconti brevi
Rappresentazione o + o - -> salvano un genitore e uno no o entrambi o entrambi no-
- Preoccupied (E) o invischiato
Non coerente. Preoccupati per le relazioni o esperienze di attaccamento passate, i racconti appaiono
arrabbiati, passivi o timorosi-> frasi sono spesso grammaticalmente intricate o piene di usi vaghi ->
trascrizioni sono eccessivamente lunghe.
Meccanismi cognitivi offuscati .
Continua richiesta di aiuto bc bisogno di sostegno e appoggio bc da solo non ce la fa
Rappresentazione dell’altro = mi risponde solo se continuo a chiedere = duro d’orecchio = continua
preoccupazione di perdere la relazione se non chiedo
Spesso role reversing
- Unresolved/Disorganized (U)
Durante le discussioni sulla perdita o sull'abuso, l'individuo mostra evidenti mancanze nel controllo del
ragionamento o del discorso. Ad esempio, l'individuo può indicare brevemente la convinzione che una
persona morta sia ancora viva in senso fisico, o che questa persona sia stata uccisa da un pensiero infantile.
-> rientra nelle categorie Ds, E o F
In una stessa frase cose opposte-> sembrano + persone nei resoconti
Disorganizzazione primaria (totalmente disorganizzati -> + gravi)o secondaria(di base organizzato ma in un
area sono disorganizzati)
F1 infanzia molto povera, facevano fatica, con un sacco di fratelli
Ci sono anche i sicuri guadagnati , sanno cosa significa non essere sicuri.

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->chi è organizzato utilizza strategie mentre chi è disorganizzato reagisce dal piano emotivo non riuscendo
ad attivare determinate strategie .-> pattern di attivazione fisiologica in ogni pattern , chi è sicuro ha
comportamenti coerenti , lascia la consolazione ma quando la mamma torna ripristina l’aurosal basale->
insicuri attivazione fisiologica identica ma 2 attivazioni comportamentali diverse , il preoccupato resta
piagnucoloso anche con la mamma che torna, fa fatica a ripristinare , non esplora.
Il distanziante quando la mamma esce ha la stessa attivazione fisiologica ma nei comportamenti dissimula ,
fa finta di niente ma comunque c’è attivazione.
Disorganizzati si attivano pattern comportamentali a caso , piange ma gioca , ma a caso , piange ma quando
torna la mamma non va con lei.-> no mudalazione corticale coerente o sensata -> chi ha una coerenza della
mente, coerenza attivazione di parte comportamentale fisiologica, gli invischiati hanno una coerenza ma
più bassa perché comunque cercano di chiamarla -> pattetn stabile di risposta -> disorganizzati coerenza
mente 1/9 a caso.
Caratteristiche dell’AAI
- è una intervista strutturata e semiclinica (non è clinica se il paziente non è patologico lo è se il paziente
lo è)
- durata: circa 1 ora, + lunga per gli insicuri di solito
- composta da circa 18 domande per ognuna delle quali è richiesta una “prova” a supporto delle
affermazioni fatte -> distress di attaccamento crescente -> cerca coerenza tra memoria semantica e
episodica
- conduce a soprendere l’inconscio con tecniche della domanda specifiche
- prevede un training x somministrazione e per la siglatura, e per la fedeltà(training su 30 casi che dura
un anno)
- può essere somministrata sia a soggetti adolescenti che adulti
- l’intervista è audioregistrata  vedi regole
- viene trascritta verbatim assumendo così un formato standard per la codifica

Analisi della relazione tra memoria semantica e memoria episodica Sorprende l’inconscio!
- Le differenze individuale non emergono tanto a livello dei contenuti, quanto nella forma e nelle
modalità con cui sono riportate le risposte alle interviste.
- Lo scoring si basa sul utilizzo di alcune principali dimensioni:
o Massime di Grice (trasversali al testo)
 Qualità, "sii sincero, fornisci informazione veritiera, secondo quanto sai": il parlante non dirà ciò che
ritiene falso o ciò di cui non ha prove sufficienti. Il contributo alla conversazione sarà vero.-> mia
mamma era affettuosa ..perché?... perché mi abbracciava->non sostieni quello che dici
 Quantità, "non essere reticente o ridondante": il contributo alla conversazione sarà informativo quanto
richiesto; non ci si aspetta che un parlante dia un'informazione sovrabbondante o che dica troppo poco.
Egli fornirà piuttosto l'informazione necessaria, né più né meno.-> rispondi in modo completo
 Relazione, "sii pertinente": il parlante cercherà di essere pertinente all‘argomento della conversazione.
 Modo, "evita l'ambiguità": il parlante adotterà parole che gli permettano di non risultare ambiguo o
oscuro.
Possiamo notare la violazione :
 Qualità: «mio padre molto affettuoso: quando gli correvo incontro per essere preso in braccio, si
spostava!»
L’affermazione ironica è completa ma falsa
Violata da tutti gli insicuri
 Quantità: «mi racconti un po’ di quando era piccolo… con chi abitava e dove…» «con la famiglia, in un
paesino del sud» oppure «abitavo con mia mamma, mio padre, i miei fratelli, e vicino c’erano i nonni, in
una casetta molto piccola, ben arredata, con una grandissima cucina di legno dove potevamo stare tutti
insieme, al limitare di un bosco bellissimo di betulle dove spesso andavamo a prendere i funghi, e la
città più vicina era esattamente a 23 km ma ci andavamo molto poco, comunque eravamo sempre tutti
insieme»
La prima viola perché troppo succinta, la seconda perché troppo ridondante
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Violata dai distanzianti , rispondono poco ma i preoccupati sono prolissi, disorganizzati
random ,incoerenti.
 Relazione: «mi racconti un po’ di quando era piccolo… con chi abitava e dove…» «in generale ho
sempre preferito abitare con i miei amici»
Non è pertinente, non risponde alla domanda ma parla di altro
Violata dagli insicuri e mai dai sicuri
 Modo: «a chi si sentiva più vicino da piccolo?» «a mia mamma, perché mio papà abitava in un’altra
città»
Di solito le incomprensioni sono relative ad una differente o inadeguata attribuzione di significato della
domanda: in questo caso a domanda di stampo affettivo segue una risposta concreta, pragmatica.
Questo avviene spesso con i bambini o parlando una lingua non propria.
Legata ai disorganizzati , si viola se si dà un interpretazione concreta una emotiva relazionale ? a chi si
sentiva + vicino? A mia mamma perché mio papà abitava lontano->può essere violata dagli stranieri per
incomprensione
Quando sono violate ->mente del soggetto non è così centrata/calibrata sull’aspetto qualitativo della
comunicazione
- Distanzianti = molto spesso violata la quantità (= rispondono troppo poco) e il modo (= normalizza =
tendono a usare parole simili per descrivere)
- Invischiati = violati principi di qualità (= non sinceri bc confusi), quantità (= prolissi) e modo (=
ambigui/confusi nello spiegare)
o Scale delle esperienze (si siglano a sinistra del testo, nei diversi colori)
 Il periodo in cui si siglano è dalle memorie precoci, fino ai 14 anni.
 Sono 5 scale ordinarli e differenti
 Se nell’episodio ci sono insufficienti informazioni, e sono solo inferenze sui possibili comportamenti
genitoriali, non si sigla.
 Se tutte le informazioni relative ad una scala sono assenti si mette N.I. (non valutabile)
 Se la valutazione media totale della scala è inferita, ma non chiaramente emersa negli episodi del
trascritto, di mette il numero tra (…)
 Se si capisce che il comportamento è chiaramente presente ma non si capisce l’esito dell’episodio, si
mette CR (cannot rate)
 Loving va attribuito sia alla madre che al padre; rejection e role reversing/ preoccupying, almeno a uno
dei due genitori se non ad entrambi; le altre scale sono meno significative.
 La scala LOVING si sigla per ultima
Le scale
 La valutazione del giudice può essere qualitativamente diversa da quella del paziente
 Ogni scala si valuta da 1 a 9, separatamente per la madre, il padre o altri significativi
 Non si valutano comportamenti genitoriali attuali;
 Non si inferiscono esperienze infantili;
 Non si valuta la percezione/emozione del parlante mentre racconta, ma l’evento relazionale.
 Distinguere Unloving behaviors da Rejection!
Sono:
 Loving Si valuta sull’intero trascritto dopo averlo letto tutto, quindi valuta il clima dei comportamenti di
loving genitoriale lungo tutta l’infanzia, anche se i singoli eventi relazionali possono presentare una loro
valutazione specifica. -> da tutto
 Unloving ci sta negli episodi tipo mamma severa ma se poi nel momento del bisogno la mama c’è vince
il loving
Tutti i comportamenti lungo tutto il trascritto in cui il genitore ha copmportamenti dove prevalgono
cura, amore accettazione -> genitore responsivo e disponibile a livello emotivo
Si siglano i comportamenti del genitore non i sentimenti che il parlante attribuisce al genitore.
Il LOVING dimostra che il genitore si propone in modo significativo come supportivo e disponibile a
livello emotivo, in particolare quando il ambino è in uno stato di bisogno.
Il genitore sufficientemente buono ha di solito 5, o di più.
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Al crescere di rejection, cala loving.
Attaccamento sicuro
 Rejection
Si sigla azzurro , distanzianti ogni volta che il genitore rifiuta o evita attivamente il comportamento di
attaccamento del bambino.
Non necessariamente include comportamenti di abuso o insulto verbale.
La caratteristiche fondamentale è il «turning away or back» della richiesta di attenzione, affezione e del
bisogno di attaccamento del bambino.
C’è una spinta troppo precoce all’autonomia del bambino
Generalmente i comportamenti genitoriali hanno l’effetto che spostano l’attenzione del bambino altrove
rispetto al bisogno di attaccamento.
distanzianti->si mi ha rovinato la vita con questo, presente , l’evitante evita dice va bene così, era normale
era giusto
non solo non ti tengo a mente ma non ti voglio proprio
 Involving - role reversing ,arancione esperienza dei preoccupati
Relazione coccolosa ->episodio specifico ? mia mamma dormiva con me e mio papà sul divano , da pochi
anni fino ai 25 ->mia mamma non dormiva senza bacio di buonanotte-> accudire il genitore x mantenere il
legame di attaccamento -> se questo viene meno il genitore nega la sua parte nell’attaccamento-> non è
l’episodio ma le ragioni rispetto all’accaduto e la separazione con le figure di attaccamento-> il bambino mi
da attenzione io lo maltratto-> attivo
 Neglecting in matita- >per tutti
Il neglect (trascuratezza) si riferisce a comportamenti del genitore quando è «presente fisicamente ma
inaccessibile psicologicamente» ovvero è disattento, preoccupato per altro, non coinvolto, o distratto e
psicologicamente inaccessibile. Può essere che sia così perché deve gestire cose di lavoro, o di gestione
famigliare, o altre attività come hobby, oppure perchè è depresso, in lutto, ritirato. Il bambino perde la
possibilità di giovare, parlare o interagire con il genitore.
Periodi lunghi di assenza da casa non possono essere siglati neglect, casomai unloving.
Il neglect non è attivo come la rejection, ma indice di trascuratezza (sentire piangere il bambino e non
andare da lui)
Comportamento passivo -> non rifiuto l’attaccamento ma non me ne prendo cura, presenza fisica e assenza
psichica.
Flobbing -> neglet relazionale, è legato al telefono , ti guarda con la coda dell’occhio ma con il resto guarda
il telefono
 Pressure to achieve-> matita x tutti
Questa scala PtA indica la «pressione» che il genitore fa al bambino rispetto al raggiungimento di risultati
(scolastici, sportivi, prestazionali…) e di conseguenza, il «condizionamento» dell’amore parentale («ti
amo/ti aiuto/ti accetto/ a seconda di quanto sei bravo»)
Continua valutazione della performance e del successo, il genitore desidera che il figlio eccella in qualche
attività non per motivi di sopravvivenza ma per motivi di status sociale/differenziazione sociale/.
Il punto è che il mancato raggiungimento degli obiettivi corrisponde ad una disinvestimento affettivo o una
minaccia della relazione di attaccamento e protezione.
Amore condizionato dal raggiungimento di obbiettivi , difficile o impossibile deludere l’aspettativa
-> pressione continua disumana -> umanità limitata
Il problema è quando viene proprio esplicitata, grado 7/8/9-> non mi fare vergognare, devo essere fiera ->
se dico che ho fallito io mi vergogno e anch ei miei genitori-> rischio che non mi vogliano + -> non è un
semplice spronare ma se non vai bene non ti voglio bene
o Scale della mente (si siglano a destra del testo, nei diversi colori) riguardano i meccanismi di difesa che
il soggetto attiva lungo il trascritto  significato attribuito all’episodio relazionale
 LACK OF MEMORY / INABILITY TO RECALL
 Insistenza con cui soggetto riferisce di non ricordare o di non sapere rispondere alle domande
 Importante la frequenza = profondità e forza dell’insistenza  fino a figurarsi come un blocco di
memoria costituendo blocco per conversazione
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 DEROGATION
 Espressioni con cui soggetto minimizza o esplicitamente svaluta attivamente le esperienze con e/o le
figure di attaccamento o le eventuali risposte tenere che possono essere legate a situa come la
separazione, morte o perdita di persona cara
 IDEALIZATION OF THE PARENT
 Valuta la discrepanza tra versione generale del genitore derivata dalla descrizione generale fatta dal
soggetto a liv astratto e le inferenze fatte dal valutatore sull’effettivo comportamento del genitore come
emerge nei passaggi dell’intervista
 Valuta quanto il soggetto tende a fornire immagine di genitore perfetto MA in realtà diverso dalla realtà
effettiva
 INVOLVED / INVOLVING (PROEOCCUPATION) ANGER
 Quantifica le espressioni attuali di rabbia, coinvolgimento e preoccupazione emerse non solo su
esperienze nell’infanzia
 Solitamente i soggetti coinvolti in questo tipo di preoccupazioni = linguaggio esagerato, turni
conversazionali molto lunghi, concitati, fanno parlare
i genitori come se fossero presenti, incolparli, cercano di coinvolgere l’intervistatore
 PASSIVITY OR VAGUENESS IN DISCLOSURE
 Valutazione di dimensione specifica del tipo e modalità linguistiche che soggetto usa
 Modalità verbali che violano le massime della maniera e della rilevanza (es. frasi imprecise o vaghe che
esprimono presenza di difficoltà a trovate i termini giusti, aggiunta di espressioni irrilevanti in discorso già
completo, inserimento di espressioni infantili o frasi che sentiva dire ai genitori da bambino o specifiche
tipologie di lapsus)
 METACOGNITIVE MONITORING
 Momenti in cui soggetto attivamente e proprio mentre parla mostra di avere atteggiamento mentale,
espresso nel discorso, volto a riflessione e monitoraggio dei suoi pensieri e ricordi
 Sottende a 3 diverse forme di consapevolezza = distinzione tra apparenza e realtà, riconoscimento di
differenze nelle rappresentazioni, riconoscimento del cambiamento nelle rappresentazioni
è la capacità del soggetto di pensare e parlare in modo umoristico e completo delle figure e delle
esperienze di attaccamento.->riconoscere una distinzione apparenza-realtà, la diversità da sé e dall'altro,
dalla madre e dal padre, dalla rappresentazione interna e dagli episodi reali, e persino la possibile influenza
che le figure e le esperienze di attaccamento possono aver avuto incidenzabsul proprio sviluppo
 COHERENCE OF THE MIND
 Attribuzione di punteggio finale su questa scala a 5 punti dopo tutte le altre valutate singolarmente
 Valutazione basata sulla conoscenza scientifica delle dimensioni dello sviluppa a partire dalla teoria
dell’attaccamento
 confronto dei sistemi di credenze del soggetto espressi nell’intervista con la sua visione della realtà
 indice importante per predire la sicurezza dell’attaccamento
 può essere sensibilmente influenzata da presenza di indici di non risoluzione
 UNRESOLVED
 Eventi importanti per l’attaccamento come la perdita per morte di persona significativa
 Non risoluzione del lutto = NON elaborazione della perdita e no ristrutturazione delle rappresentazioni
interne concordemente con la nuova situa esterna
 Evento continua a esercitare certa influenza disorganizzante e/o disorientante
 Disorganizzazione e disorientamento mentale -> può essere data anche da esperienze di abuso da parte
di figure di attaccamento
Inventari di personalità
Millon Clinical Multiaxial Inventory– III (MCMI-III)
L’inventario clinico multidimensionale di Theodore Millon (1981, 1983, 1987, 1997) è uno strumento self-
report giunto ormai alla sua terza revisione ->è stato tradotto e validato statisticamente sulla nostra
popolazione
E’ composto da 175 item dicotomici vero-falso, che danno luogo a 28 scale:

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- 14 fanno riferimento a pattern di personalità̀ (11 scale si riferiscono agli stili di personalità̀, 3 scale alle
patologie di personalità̀ gravi),
- 10 fanno riferimento a sindromi cliniche (7 scale alle sindromi cliniche medie, 3 scale alle sindromi
cliniche gravi, quando pervasivo -> disturbo ovvero pattern pervasivo di comportamenti , pensieri che
influisce l’adattamento al mondo) -> non esiste la scala del buon funzionamento.
- 4 scale riguardano indici di validità̀.
Abbaimo punteggi di cut off clinico e subclinico che distinguono caratteri di funzionamento della
personalità dalla presenza effettiva del disturbo..
Per quanto riguarda l’applicabilità:
- soggetti maggiorenni (> 18 anni) che siano in possesso della licenza media inferiore. Gli item possono
far parte di più di una scala (sebbene ognuno sia prototipico solo di una, all’interno della quale assume
il valore 2)
- esiste una versione per i minorenni : MACI Millon Adolescent Clinical Inventory (1993 & 2006)

Stili di personalità moderatamente gravi ->riferimento al DSM per la classificazione = aspetti del carattere
molto molto marcati MA NON necessariamente patologiche ->l’adattamento può essere buono
Le sindromi non valutano una singola forma di ansia ma un pattern di ansie -> sintomologia + ampia, sono
indicate con una lettera e sono dei sintomi che una persona ha e come tali possono essere +-- intense ma la
gravità strutturale profonda che distorce profondamento il funzionamento è quando oltre la sindrome
clinica c’è la sindrome clinica grave .-> se sopra cut off , 85 è pervasiva e positiva non è solo una tendenza ->
le sindromi cliniche gravi spostano da funzionamento adattivo a mal funzionamento
Se gli indici di correzione vengono posiitivi vuol dire che il testo non è valido.
Indice di rivelazione -> quanto vuole raccontarsi
Desiderabilità -> + positiva -> opposto Svalutazione
Validità -> è quello che invalida il protocollo , se sopra cut off non ha prodotto un protocollo valido , gli altri
3 dicono con che pinze prendere i risultati del test, se il test è valido ma autosvalutazione positivo , allora
sappiamo che tende a peggiorare l’immagine di sé , ovviamnete vale anche con la desiderabilità sociale.
Base teorica
- L’inventario multiassiale di Theodore Millon deriva dall’originale modello psicopatologico proposto dal
suo autore che si fonda sui principi della sociobiologia.
- Strutture e stili di personalità vengono spiegati come modalità di adattamento all’ambiente o come
strategie riproduttive.
- Le quattro fasi o periodi in cui si esplicano i principi evoluzionisti sono rappresentati da esistenza,
adattamento, riproduzione, astrazione -> non solo psichici ma legati anche a biologia , ambiente sociale
, e quindi ci danno un immagine del soggetto più complessa .- >in ogni momento della vita ogni
soggetto può essere collocato per queste dimensioni in delle polarità di funzionamento.
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- Dalle prime tre fasi sono state derivate delle polarità̀, che spiegano l’adattamento normale o la
psicopatologia in termini di “equilibrio dinamico” tra i tre poli di funzionamento della persona, comuni
sia alla personalità̀ normale che patologica:
o il polo piacere-dispiacere derivante dalla fase dell’esistenza-> indirizza i comportamenti dell’individuo
verso la ricerca del piacere, mentre il polo del dolore indirizza l’individuo alla fuga dal piacere-> la
persona per esistere deve stare in equilibrio tra piacere e dispiacere .
Mantenere sé e altro -> sennò problema in adattamento relazionale
o il polo sé-oggetto derivante dalla fase di riproduzione (relazione) ->gli altri esistono, io esisto, ognuno
ha i suoi bisogni ->se non sufficiente distanza può esserci squilibrio (es. l’altro è + importante di me)
-> indirizza l’individuo verso comportamenti egoistici, mentre il polo oggetto indirizza l’individuo verso
comportamenti affiliativi e protettivi, questa polarità determina anche la fonte del rinforzo (sé vs. altri)
o il polo attivo-passivo derivante dalla fase dell’adattamento.. -> noi mentre ascoltiamo e siamo
passivo ,diventiamo attivi nel momento in cui prendiamo parole e cominciamo a pensare se abbiamo
capito -> monitoraggio e oscillazione tra attivo – passivo.
Psicopatologia se non si riesce a equilibrarsi nelle polarità
- Il polo “piacere” indirizza i comportamenti dell’individuo verso la ricerca del piacere, mentre il polo del
dolore indirizza l’individuo alla fuga dal piacere.
- Il polo sé indirizza l’individuo verso comportamenti egoistici, mentre il polo oggetto indirizza l’individuo
verso comportamenti affiliativi e protettivi, questa polarità̀ determina anche la fonte del rinforzo (sé vs.
altri).
- Il polo attivo-passivo si riferisce alle strategie di adattamento: attivo implica una trasformazione
dell’ambiente, passivo un adattamento all’ambiente.
- Nella teoria di Millon l’individuo non patologico è colui che ha raggiunto condizioni accettabili di
equilibrio in tutte le polarità; mentre l’individuo patologico, che presenta un rischio di disturbo di
personalità, è colui che soffre di uno stato disfunzionale in almeno una di queste polarità, caratterizzato
da uno squilibrio (es. tra se’ e altro: narcisista o antisociale), o un conflitto o un’inversione (es. tra
piacere e dispiacere: masochista o sadica).
- Le caratteristiche di un adeguato adattamento sono: abilità produttiva, capacità di godere la vita e sano
equilibrio mentale ->COME DICEVA FREUD!!->punto di vista dinamico (detto anche teoria del conflitto)
- Punto di vista dinamico: evidenzia come la vita psichica, le sue origini e il suo svilupparsi, siano basati su
una dialettica dinamica tra diverse energie in conflitto tra loro. Freud ipotizza che i processi della vita
psichica vadano ricondotti a un gioco di forze che possono essere dirette nella stessa direzione
promuovendosi e associandosi le une alle altre, o possono entrare in conflitto inibendosi a vicenda e
formando dei compromessi. I conflitti sono sempre presenti, sono parte integrante della vita psichica,
ma divengono patogeni quando si presenta uno scompenso tra le forze in gioco che determina una
rottura dell’equilibrio psichico. Nell’eziologia delle nevrosi si ipotizza un conflitto interno risultato della
contrapposizione tra due forze inconsce, psichicamente rappresentate in immagini o rappresentazioni
affettivamente investite.
- il grado di psicopatologia di un quadro di personalità viene definito, da Millon, sulla base di una
eccessiva rigidità adattiva rispetto alle richieste ambientali, data dalla riproduzione stereotipata da
parte dell’individuo disturbato dei medesimi atteggiamenti e dall’evidente incapacità di gestire
situazioni stressanti.

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Squilibrio nella polarità , prevale uno rispetto l’altro
o Schizoide soggetto evitante si isola , privo di sensazioni , non prevale niente , un po’ scollegato
o Se nella polarità piacere -dispiacere e il soggetto è + spostato sul dolore la personalità è depressiva,
inoltre il depresso è tra se stesso , soffre .
o attivo , + dolore ma tende a evitare il dolore , gli evitanti sono attivi nell’evitare.
inversione di polarità -> cambio di senso , squilibrio così forte che sposta -> i masochista prova piacere nel
dispiacere inverte il significato -> l’evitante lo stesso prova + dolore ma a differenza del masochista non gli
piace
o sadici e masochista -> sono relazionali

Sé nello squilibrio
o Attiva se + sé – altro se prevale passivo narcisistica se + attivo antisociale , distruttivo nei confronti
dell’altro
o Istrionico trova il suo significato nella risposta degli altri ,sollecita attivamente la risposta dell’altro
o il narcisista invece si fascia dell’immagine di sé stesso , ignora gli altri
o Antisociale non ha bisogno dell’altro
o Dipendente vive di luce riflessa , si adatta -> importante mantenere l’altro + importante , è felice in
questo.
Sè-altro con inversione , sostituiscono + gli oggetti con le persone -> ambivalenza sé altro -> attenzione su
modalità di controllo e gestione che passano anche attraverso gli oggetti
o Abbiamo vissuti conflittuali e ambivalente , sia sé e altro poco centrali ->ci si concentra su gestione
situazioni o cose
o Se passiva compulsivi -> per tenere sotto controllo
o Negativistici , si lamentano , persecutori dell’ambiente , richieste

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- La complessa interazione fra queste tre polarità determina la classificazione dei disturbi di personalità̀
proposta dall’autore.-> se molto presente lo squilibrio c’è piscopatologia .> non è la qualità ma la
quantità
- In linea generale il modello teorico proposto da Millon riconosce una continuità̀ fra personalità̀ nomale
e patologica in cui quest’ultima appare definita da:
o pattern pervasivi di personalità, difficilmente modificabili e automaticamente attivabili nel
funzionamento psichico quotidiano dell’individuo.
o disturbi caratterizzati da una sintomatologia fortemente connessa a strategie difensive
cristallizzate.
o reazioni comportamentali espresse direttamente.
- In altre parole il grado di psicopatologicità di un quadro di personalità viene definito da Millon sulla
base di una eccessiva rigidità adattiva rispetto alle richieste ambientali, data dalla riproduzione
stereotipata da parte dell’individuo disturbato dei medesimi atteggiamenti e dall’evidente instabilità
nei confronti delle condizioni stressanti.
MCMI-III e DSM-IV
- L’MCMI-III è strettamente connesso alla nosografia del DSM-IV e ha lo scopo di stilare una diagnosi
clinica dei soggetti a cui viene somministrato, fornendo una valutazione della personalità in una
prospettiva integrata di tipo multireferenziale. Per multireferenzialità si intende che la personalità viene
valutata sistematicamente attraverso le differenti dimensioni della vita e della personalità del soggetto
(processi di pensiero, meccanismi di difesa, affettività, comportamenti, relazioni, immagine di sé,
modalità di gestione di queste stesse dimensioni).
- La classificazione bipolare dell’MCMI-III è stata influenzata principalmente dalla tassonomia dell’asse II
del DSM-IV, relativa ai disturbi di personalità. La struttura del MCMI, inoltre, riflette l’approccio
descrittivo del DSM-IV e rispecchia la rilevanza assunta da questo stile, dominante a livello
internazionale
Validità e fedeltà
- Il campione normativo americano originale (Millon, 1994) era costruito da 998 pazienti psichiatrici di
Stati Uniti e Canada. Di questi, 600 facevano parte del gruppo utilizzato per la creazione delle scale
mentre i restanti 398 sono stati utilizzati per la cross validazione con altri strumenti. I dati relativi alle
statistiche di validità provengono da una parte di questo campione (N=398). Millon (1997) utilizzava
come criterio esterno il giudizio di clinici che avevano in carico i pazienti del campione.
- I risultati evidenziano come le scale del MCMI abbiano, in generale, un buon potere predittivo ed, al
contempo una ottima sensibilità.
o Validità predittiva: I più elevati indici predittivi risultano per le scale di personalità dipendente
(.81), paranoide (.78) e compulsiva (.79), mentre quelli peggiori sono stato ottenuti per la
personalità masochistica (.30), negativistica (.39), e depressiva (.49).
Quindi depressiva non è detto sia stabile nel tempo , predittivamente non resta
o Sensibilità (validità di costrutto) i migliori punteggi sono stati ottenuti dalle scale di personalità
paranoide (.92) e schizotipica (.82), mentre valori più modesti sono stati riscontrati per le scala
di personalità dipendente (.54) e schizoide (.56)
o buona consistenza interna (alfa di Cronbach con N= 398 oscillante da un minimo di 0.66 della
scala 7 fino 0.95 della scala Z) ed un’affidabilità test-retest (con N=87), ad un intervallo di
risomministrazione variante dai 5 ai 14 giorni, con valori pari o maggiori di 0.82 (scala Z) con
punte di 0.96 per la scala H.
Somministrazione
Nella maggior parte dei casi è sufficiente, dopo una breve introduzione sullo scopo del test, consegnare al
soggetto il libretto degli item contenente le istruzioni, e il foglio delle risposte. Solamente nel caso in cui
dovessero sorgere dubbi sulla capacità del soggetto di comprendere le modalità̀ di compilazione del test è
necessario l’intervento dell’esaminatore per fornire chiarificazioni sulle istruzioni e sul significato degli item.
Si son self report ma è meglio dargli i n una situazione protetta dove il paziente domanda -> chiarificazione .
Scoring
La procedura di scoring comprende tre fasi:
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1. L’assegnazione del punteggio pesato o ponderato, dato dalla frequenza del punteggio grezzo
moltiplicato per una costante che ne aumenta il valore in base all’importanza o alla gravità (cioè al
peso) che quel dato item ha all’interno della scala a cui appartiene.
2. La trasformazione di questo in punteggi base rate (BR) grezzi. -> scala standardizzata che permette
un andamento gaussiano
3. Infine, l’applicazione degli indici di aggiustamento allo scopo di ottenere i punteggi BR finali.
Mentre le prime due operazioni vanno eseguite per ciascuna scala del test, l’applicazione degli indici di
aggiustamento riguarda i punteggi di alcune scale in condizioni particolari. L’utilizzo dei punteggi base rate
rende la fase di interpretazione più semplice poiché i punteggi così espressi sono direttamente valutabili e
confrontabili tra loro. Ciò è reso possibile dalla distribuzione dei punteggi base rate che, a differenza di
quanto accade con una distribuzione normale, è già adattata alla prevalenza di quel particolare disturbo e
alla sua particolare distribuzione all’interno della popolazione.
Attribuzione dei punteggi
- Tutte le scale descritte, ad eccezione degli indici di correzione, sono espresse in punteggi BR (Base Rate)
la cui distribuzione riflette la prevalenza del disturbo nella popolazione e che, quindi, rendono superfluo
il confronto con il gruppo normativo.
- Per ciascuna di queste scale il punteggio BR di 60 indica il valore medio atteso -> dev 15 , mentre per un
corretto inquadramento dei risultati sotto il profilo diagnostico vanno considerati due punti di Cut Off:
un punteggio maggiore o uguale a 75, che indica la presenza del tratto o dello stile di personalità o della
sindrome clinica, oppure un punteggio BR maggiore o uguale a 85, che indica una particolare intensità o
preminenza del particolare stile di personalità o della sindrome misurati.
Quindi 75-85 stile o tratto o sindrome clinica presente -> tratti non psicopatologici oppure tratti di
carattere -> qualità fenotipo espressivo del soggetto
Sopra 85 disturbo di personalità -> questo non vale per le gravi, pensiero ,delirante, depressione grave
organizzazione border , non c’è bisogno di superare l’85 ma basta il 75 !
Quelli sopra 85 giallo ce l’ha ma anche sindromi gravi di personalità superano il 75 , ma se non gravi
sopra il 75 tratto di funzionamento rigido ma non psicopatologico
- Per quanto attiene le scale che misurano disturbi di personalità o sindromi cliniche più gravi (S,C,P
oppure SS, CC e PP) il punteggio maggiore o uguale a 75 è sufficiente per ipotizzare un quadro
psicopatologico o comunque fortemente disadattivo.

Quando parliamo di organizzazione di personalità -> struttura di personalità che ha -> organizzazione
border di personalità e può essere riempita da vari disturbi , può avere altri contenuti.
- Difficoltà regolazione emotiva
- Nelle relazioni diadica/ non diadica
- Ha un punto di fissazione nel funzionamento precedente ai 5 anni
- Prevalgono meccanismi di difesa di proiezione / svalutazione
- Paura prevalente -> abbandono -> sentimento -> angoscia
Il disturbo borderline è il contenuto , e la possiamo trovare come modalità fenotipica , e possiamo trovarlo
anche in organizzazioni + psicotica -> modo in cui esprime sé stesso

- L’autore prevede inoltre delle procedure di correzione in cui dei punti BR vengono aggiunti o sottratti a
quanto realmente ottenuto dal soggetto esaminato allo scopo di ridurre eventuali bias di risposta. Tali
procedure prevedono:
o aggiustamenti di punteggio su tutte le scale nel caso di valori particolarmente elevati (aggiunta di
punti BR) o bassi (sottrazione di punti BR) nella scala X;
o riduzioni di punteggio nelle scale 2A, 2B, 8B, S e C qualora le scale A oppure D o entrambe
presentino valori maggiori o uguali a BR 75. Tale ponderazione viene commensurata anche alla
43
condizione di trattamento del paziente (inpatient oppure outpatient) nonchè in base alla durata
della condizione di acuzie sull’asse I;
o le scale SS, CC e PP vengono aumentate in caso di acuzie causata da disturbi in asse I (da 1 a 4
settimane dall’ospedalizzazione);
o l’aggiunta di 8 BR alle scale 4, 5 e 7 qualora queste (o una sola di queste) risultino le più elevate
dell’intero profilo di personalità.

comportamento , sentimenti e
credenze .
sincero ->indice di rilevazione
tanti item -> inventario

->se sei d’accordo e pensi che


ti descriva v -> ma può essere
anche se ti descrive ma te non
sei d’accordo
Se sei insicuro->F

*
**
***

****
*ultimamente transitori , questo può essere schizotipo,depressivo-> sintomi
** personalità , non c’è ultimamente -> se sì ossessivo se no antisociale
*** stabile non transitorio , incertezza -> ossessivo non sa cosa scegliere
****personalità schizotipica tratto stabile

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- Le caratteristiche diagnostiche delle 14 scale cliniche sono distinte in base al livello che esse
rappresentano:
o livello comportamentale
o livello fenomenologico, livello
intrapsichico , sono indeciso
o livello biofisico (come i quattro
approcci classici dello studio della
psicopatologia).  sono stanco ,
faccio fatica ad alzarmi
- Questi campi si dividono in attributi
strutturali e processi funzionali. Ogni
campo può essere visto come una
unità indipendente integrata.
Interpretazione
- Il processo di interpretazione prevede l’interpretazione degli indici di validità, delle scale dei disturbi di
personalità̀ e delle sindromi cliniche e l’integrazione delle valutazioni. L’interpretazione degli indici di
validità fornisce informazioni sullo stile di risposta del soggetto, sul tipo di approccio con cui si accosta
al test, sulla sua eventuale tendenza a negare o ad esagerare i sintomi.
–> Per l’interpretazione dei punteggi delle scale si utilizzano i valori di cut-off: un BR > 75 indica la
presenza di un tratto di personalità o di una sindrome clinica, punteggi BR > 85 indicano una patologia
sufficientemente pervasiva da essere considerata un disturbo di personalità o la presenza di una
sindrome clinicamente importante e rilevante.
- Particolare attenzione va dedicata all’eventuale aumento di punteggio nelle scale riguardanti i disturbi
di personalità e le sindromi cliniche particolarmente gravi. Queste scale misurano, infatti, disturbi e
sindromi fortemente pervasivi e disadattivi, la cui presenza influenza in maniera decisiva il processo di
interpretazione delle caratteristiche del soggetto. La fase di integrazione delle valutazioni dovrebbe
permettere al clinico di ottenere un quadro coerente del soggetto, della gravità della sua psicopatologia
e del suo funzionamento complessivo.
Processi funzionali
- Le caratteristiche funzionali rappresentano quei processi dinamici che hanno luogo all’interno del
mondo intrapsichico e tra l’individuo e il suo ambiente sociale. Possiamo definire i processi funzionali
come modalità di espressione dei meccanismi di regolazione che controllano e modulano la vita interna
ed esterna, come: comportamento, condotta interpersonale, processi cognitivi e meccanismi di difesa.
Fanno parte dei processi funzionali le categorie che seguono:
- Atti espressivi. Si riferiscono ai dati osservabili del livello comportamentale. L’osservazione del
comportamento del paziente ci rivela dati importanti su di sé o su ciò che egli vuole che gli altri pensino
di lui. Il dominio delle azioni è ampio e trasmette informazioni cliniche che vanno dal senso di
competenza personale all’autocontrollo e così via. Questi dati sono importanti per la differenziazione
dei pazienti sull’asse passivo-attivo.
- Condotta interpersonale. Lo stile di relazione di un paziente con gli altri può essere classificato in diversi
modi: ci si può interessare agli effetti delle sue azioni sugli altri, alle attitudini che vi sottostanno, al
metodo utilizzato per venire incontro ai bisogni altrui o per affrontare le tensioni della vita sociale.
- Stile cognitivo. Nel livello fenomenico si include come il paziente focalizza l’attenzione, decodifica e
processa le informazioni e come organizza il pensiero.
- Meccanismi di difesa. I meccanismi di difesa sono processi interni ed è più difficile osservarli e
descriverli. Per definizione essi sono automatici e inconsci e trasformano sia la realtà interna che quella
esterna prima che queste possano entrare a fare parte della consapevolezza del soggetto. Quando sono
non adattivi intensificano il problema anziché risolverlo. Durante la fase di valutazione clinica è
importante capire quale tipo di meccanismo di difesa venga utilizzato dal paziente e quanto sia evoluto
o primitivo (rimozione, razionalizzazione, negazione, diniego, formazione reattiva, ecc.).
Attributi strutturali

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- Al contrario dei processi funzionali, gli attributi strutturali rappresentano una sorta di modello
profondamente radicato di ricordi, atteggiamenti, bisogni, paure e conflitti che guidano e trasformano
l’esperienza nella vita reale. Gli individui spesso esperiscono gli eventi del presente come variazione del
passato. Per definizione intendiamo i processi strutturali come substrati e disposizioni all’azione di
natura quasi permanente. Le strutture servono ad escludere nuove interpretazioni del mondo e a
limitare le possibilità di espressione a quelle modalità che sono già divenute predominanti. Esse
giocano un ruolo importante nel perpetuare i comportamenti disadattivi ed i circoli viziosi delle
patologie di personalità. Appartengono agli attributi strutturali le categorie che seguono:
- Immagine di sé. Durante lo sviluppo emerge la percezione di se stessi come oggetto, distinto e sempre
presente, identificabile con io o me. L’identità, che dipende largamente da questo livello di analisi
fenomenologica, viene utilizzata come guida per attribuire continuità alle diverse esperienze.
- Rappresentazioni degli oggetti, internalizzazioni. Le esperienze significative del passato lasciano
un’impronta interna, un residuo strutturale composto di ricordi, atteggiamenti e affetti che vengono
utilizzati come substrato e disposizioni per la percezione e la reazione agli eventi della vita.
- Organizzazione intrapsichica. E’ un concetto che deriva esclusivamente da inferenze del livello di analisi
relative alla forza strutturale, alla consistenza interna, all’efficacia funzionale del sistema personalità e
dell’Io.
- Umore/Temperamento. Appartiene ai dati derivanti dal livello di analisi biofisico e fornisce informazioni
sulla polarità piacere-dolore. Se il significato delle emozioni molto forti è semplice da decodificare, così
non è per i sentimenti, che in maniera silenziosa ma continua, pervadono il succedersi delle esperienze
e delle relazioni interpersonali. Questi sono rilevabili non solo da quanto riferisce il paziente ma anche
dal livello di attività, dalla qualità del linguaggio, dall’aspetto fisico.
MINNESOTA MULTIPHASIC PERSONALITY INVENTORY (MMPI-II) (Non in esame)
- MMPI-II, test self-report, 567 item dicotomici, raggruppati in 10 scale cliniche e 7 scale di validità;
- somministrazione individuale o di gruppo, dai 18 anni in su, escludendo soggetti con condizioni fisiche,
psicologiche o di deficit che non permettano la comprensione degli item.
- offre un profilo di personalità lungo queste 10 dimensioni cliniche, allo scopo di individuare i tratti
patologici della personalità mediante il confronto tra le risposte del soggetto in esame e altri pazienti
con disturbi mentali, da cui sono derivate le scale.
- Versioni: carta e matita; audiocassette; computerizzata.
- è stato costruito e sviluppato su base empirica, senza una teoria sottostante, a differenza del MCMI-III,
che è invece stato sviluppato sulla base dalla teoria bio-sociale ed evoluzionista di Millon. Si tratta di un
test self- report, ad “ampio spettro”, che indaga caratteristiche strutturali rilevanti della personalità e
permette l’individuazione della psicopatologia più comune.
- MMPI-2 e MCMI-III sono giudicati due tra i più utilizzatati test self-report di personalità che valutino i
disturbi in Asse I e in Asse II (Schoenberg, Dorr, Morgan e Burke, 2004). I due inventari vengono
ampiamente ed unitamente utilizzati sia nelle ricerche empiriche sia in ambito clinico.
Proprietà psicometriche
- Le proprietà psicometriche delle scale della versione italiana del MMPI-2, effettuata da Pancheri e
Sirigatti (1995), sono state valutate su un campione di 403 maschi e 972 femmine.
- La coerenza interna per le scale di validità è risultata compresa tra 0,75 e 0,85 nei maschi e tra 0,65 e
0,83 nelle femmine, mentre per le scale cliniche di base tra 0, 57 e 0, 91 nei maschi e tra 0,59 e 0,90 (ad
eccezione della scala Mf, che riporta un valore di 0,34) nelle femmine.
- Emerge che le scale della versione italiana hanno dimostrato di possedere una coerenza interna
leggermente superiore rispetto alle scale della versione americana.
Interpretazione delle scale e dei profili
- Il MMPI-2 dà origine, con profili differenziati per maschi e femmine, a diverse tipologie di scale: scale di
validità (3 originali e 3 aggiuntive), 10 scale cliniche di base, 14 scale di contenuto e 15 scale
supplementari.
- I punteggi grezzi sono convertiti in punti T, al fine di rendere confrontabili le diverse scale, in modo
separato per uomini e per donne; la trasformazione in punti T assume una media di 50 ed una

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deviazione standard di 10. Tranne che per le scale di validità, vengono considerati “elevati” punti T
superiori a 65 e “bassi” punti T inferiori a 40.
- Dopo aver effettuato lo scoring, generalmente computerizzato, vengono presi in considerazione e
interpretati quei punteggi a scale cliniche, che risultassero eccessivamente elevati o eccessivamente
bassi (interpretazione per punte).
- Ulteriore e più complessa interpretazione considera le configurazioni ottenute dalle coppie di scale che
mostrano i punteggi più elevati. A ciascuna possibile configurazione è associato un profilo
interpretativo (interpretazione per codici).
- E’ invece caduta in disuso l’interpretazione per assi: vengono contrapposti i punti T di una serie di
coppie di scale, che misurano contenuti concettualmente opposti, al fine di individuare, all’interno di
quella dimensione, la polarità verso cui si colloca il soggetto.
Scale di validità
- Scala L Lie: valuta la desiderabilità sociale, i tentativi che il soggetto mette in atto per porsi sotto una
luce socialmente favorevole.
- Scala F Frequency: indaga la tendenza del soggetto ad esagerare la gravità della sintomatologia, o a
fornire risposte in maniera casuale, o, infine, una scarsa comprensione del contenuto delle domande.
- Scala K Correction: misura la presenza nel soggetto di atteggiamenti difensivi nei confronti del test.
Alcune frazioni del punteggio grezzo di tale scala di validità vengono aggiunte ai punteggi di 5 scale
cliniche di base, al fine di aumentarne il potere discriminante.
Ulteriori scale di controllo dell’MMPI-2
- Scala “? “(cannot say) misura il numero di item omessi ->se sono – 10% bisogna trovare un sistema per
compensare
- Scala Fb (Back-page infrequency)-> salta una pagina intera
- Scala VRIN (variable response inconsistency)
- Scala TRIN (true response inconsistency)
Scale cliniche dell’MMPI-2
- Hs Ipocondria: valuta la tendenza a preoccuparsi eccessivamente per la salute, a manifestare disturbi
somatici di origine non organica, a utilizzare la sintomatologia fisica con fini manipolativi e a non
ricevere giovamento dalle rassicurazioni mediche.
- D Depressione: misura la presenza di pessimismo, tristezza e disperazione, eccessivo senso del dovere,
sensi di colpa, rimuginazioni mentali e rallentamento motorio.
- Hy Isteria: valuta sia la presenza di disturbi sensoriali o motori di origine non organica, sia la tendenza a
negare i problemi e a manifestare seduttività.
- Pd Deviazioni psicopatiche: indaga la presenza di un certo grado di disadattamento, di problemi con la
legge, di non considerazione e di trasgressione delle norme sociali e morali, oltre che di scarsa capacità
empatica. -> psicopatico si è evoluto-> le scale sono vecchie , lettura sociale di una società che adesso
non esiste più.
- Mf Mascolinità-femminilità: valuta il grado di rigidità dell’adesione allo stereotipo del proprio ruolo di
genere. Tra le scale cliniche è la più debole ed è associata al livello culturale del soggetto.
- Pa Paranoia: misura la tendenza alla sperimentazione di ipersensibilità nei rapporti sociali, all’ideazione
di cognizioni persecutorie e alla formulazione di distorsioni interpretative inerenti le motivazioni e le
intenzioni altrui.
- Psicastenia: indaga tratti generalizzati d’ansia e preoccupazione, oltre che debole capacità di controllo
sulla propria attività mentale.
- Sc Schizofrenia: valuta il livello di confusione mentale, di aderenza alla realtà e, nello specifico, la
presenza di idee bizzarre, esperienze e percezioni insolite.-> disturbo del pensiero , allucinazioni e deliri
- Ma Ipomania: misura la tendenza ad agire in maniera euforica, aggressiva ed iperattiva.
- Si Introversione Sociale: rileva la tendenza all’introversione e alla timidezza sociale, oltre che la carenza
di abilità assertive.

Interpretazione dell’MMPI-2
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- Validità del protocollo
- interpretazione per punte(punteggi >65)
- interpretazione per codice(es: 2-4-5)
Scale di contenuto
Si basano sul presupposto che le risposte date agli item diano informazioni riguardanti sentimenti, tipo di
personalità, problemi passati o presenti. Se il soggetto risponde agli item di una determinata scala di
contenuto ciò indica l’ammissione di sintomi o atteggiamenti descritti dagli item stessi.

Scale addizionali
Sono state create al fine di individuare aspetti specifici della personalità, individuare particolari disturbi,
differenziare specifiche patologie da altre.
Ne esistono circa 100, 4 le più tradizionali:
1. scala A (ansietà)
2. scala R (repressione)
3. scala Es (ego strengh-forza dell’io)
4. scala MAC-R (MacAndrew di alcolismo- rivista
Confronto MCMI-III e MMPI-II
- Con l’MMPI-II siamo in presenza di costrutti propri alla psicopatologia della prima metà del secolo
scorso, epoca alla quale risale l’ideazione e la costruzione originaria del test.
- Il MCMI-III invece si basa sulle classificazioni psicopatologiche del DSM-III e DSM-IV, le quali offrono sia
maggiore sia diversa articolazione, soprattutto nella sfera dei disturbi di personalità.
->Costrutti diversiè possibile solo un’analisi della maggiore o minore convergenza di costrutti mai
perfettamente sovrapponibili.
- All’interno del manuale del MCMI-III è utilizzato il MMPI-2 come criterio per valutare la validità
concorrente del MCMI-III, sia tramite le correlazioni esistenti tra le scale di personalità del MCMI-III e le
scale cliniche del MMPI- 2, sia tramite la sovrapposizione tra le diagnosi ottenute dai punteggi al MCMI-
III e le diagnosi ottenute dall’interpretazione per codici del MMPI-2.
Questionari unidimensionali e multidimensionali
Brevi, spesso scala liker o differenziale-semantico , o dicotomica Vf, e tutti self report, quindi si portano il
problema che essendo self la persona scrive ciò che gli pare, altamente manipolabili fornire immagine
distorta per scarsa o eccessiva motivazione(desiderabilità sociale)
- Unidimensionali (STAI, BDI, TAS... )
- Multidimensionali (inventari:Millon, MMPI, NEO-PI, BIG5; sintomatici: SCL-90-R...)
Limiti dei questionari di personalità o sintomatici
- Possono fornire un’immagine distorta del soggetto

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- (scarsa motivazione, adesione ad un ideale sociale, falsificare le risposte per convenienza)
- “test oggettivo”? (fattori soggettivi possono influenzare)-> effetti del soggettivo
- Richiedono un certo grado di scolarità-> capacità di leggere e interpretare
- Non tengono conto dei cambiamenti e delle variabili situazionali (es. uso di farmaci, lutti, promozioni,
fidanzamenti…)-> non hanno queste valutazioni a meno che non ci sia una valutazione prima,
dobbiamo sapere prima delle condizioni che potrebbero modificare il modo di rispondere di un
soggetto.
- Il significato di alcuni item può mutare con il passare del tempo (necessario continuo aggiornamento
del linguaggio e collegamento con il background culturale…)
SYMPTOM CHECK LIST 90 -REVISED(+ recente)(spesso nell’esame)
- La SCL-90-R (Derogatis, Lipman e Covi, 1977) è una scala multidimensionale self-report a 90-item, che
misura il livello di funzionamento clinico del soggetto nei 7 giorni precedenti alla somministrazione
dello strumento stesso: si compone di nove dimensioni che sottendono la maggior parte dei sintomi
che si possono osservare nei pazienti psichiatrici, non gravemente psicotici-> è molto sempice
- Lo strumento SCL-90-R è usato da psicologi clinici, psichiatri e professionisti che si occupano di salute
mentale, medica, in setting educativi, inoltre per scopi di ricerca.
- Global severity index x dividere da chi sta bene a chi sta peggio ,da chi ha molti sintomi, index alto e ne
è affaticato mentre chi ha gsi + basso ha sintomi ma non così pervasivi da mettere in discussione
l’adattamento.
- Può essere utile anche per:
o la valutazione iniziale del paziente e la capacità di assorbimento come un metodo oggettivo per la
valutazione dei sintomi.
o misura i progressi del paziente durante e dopo il trattamento monitorando i cambiamenti.
o misurazione dei risultati per programmare il trattamento e provvedere a riunire le informazioni del
paziente.
o bilancio clinico per aiutare la misura dei cambiamenti di sintomatologie come la depressione e l’ansia.
- Nel questionario le istruzioni chiedono al soggetto di esprimere in quale misura soffre di alcuni
problemi o disturbi.
- I soggetti danno un punteggio a cinque livelli, che varia da 0 (per niente) a 4 (estremamente), ai 90
item della scala.
- La SCL-90-R consente una somministrazione completa in circa 15 minuti
- Viene adoperato con adolescenti e adulti, dai 13 anni in poi.
- Per ciascuna delle dimensioni il punteggio non viene considerato valido se il 40% degli items non
ottiene risposta, mentre i punteggi delle misure globali non vengono considerati validi se risulta che il
paziente non ha risposto a più del 20% degli items.
Le 9 scale sintomatiche
- ansia, caratterizzata da tensione, tremore, nervosismo, inquietudine, fino ad attacchi di panico o
sintomi dissociativi;
- ansia fobica, tipica di pazienti con agorafobia e/o ansia sociale;
- collera, caratterizzata da una incapacità nel controllo e nella modulazione degli affetti aggressivi;
- depressione, caratterizzata da demotivazione, anedonia, diminuzione delle attività, perdita di energia;
- ossessività compulsività, con presenza di pensieri, impulsi e azioni sono vissuti come fenomeni
irresistibili e egodistonici da parte del soggetto;
- ideazione paranoide, relativa alle rappresentazioni rispetto alle relazioni sociali vissute in modo
egocentrico, con ostilità, dipendenza, svalutazione o delusioni;
- psicoticismo, comprende item relativi a comportamenti francamente o leggermente psicotici,
esperienze allucinatorie o deliranti;
- sensitività o ipervigilanza, relativa a sentimenti di inadeguatezza e di inferiorità, provati nel confronto
con le altre persone e nelle relazioni sociali;
- somatizzazione, relativa alla sofferenza derivante dalla percezione di disfunzioni somatiche, sofferenza
legata a dolori fisici
Non c’è una scala di benessere , positiva, c’è se dice 0 a tutti gli item.
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Indici globali
- la SCL-90-R fornisce tre indici globali di valutazione dell’adattamento e del disagio del soggetto:
- GSI l'indice globale di severità della sintomatologia (global severity index)  è miglior indicatore del
livello corrente di stress. -> detto prima -> livello di appesanntimento somatico
- PSI l’indice totale dei sintomi positivi (positive symptom index, numero totale degli item a cui il
soggetto ha dato valore 1 o più).
- PSDI l'indice di disagio totale a cui è sottoposto il soggetto (positive symptom distress index, indice di
gravità della sintomatologia GSI/ indice dei sintomi positivi PSI).
Interpretazione
Sintomi nell’ultima settimana , oggi compreso -> dati normativi su questo-> in che misura soffre o ha
sofferto di.
Positive le scale con media uguale o superiore a 1.80 , tra 1 e 1.80 i pazienti non stanno benissimo.
segnare superiore a 60, punto T , ordinarla dal + grave.-> se 60 spezzato , possimao dire che è sulla soglia
del cut off .
Non guardiamo i tratti ma gli stati-> ultima settimana .
- Profile Report – è un profilo in punteggi grezzi e in punti T normalizzati per ognuna delle 9 dimensioni
sintomatiche primarie e dei tre indici globali; i profili che si ottengono mostrano il percentile
equivalente ad ogni dimensione, e l’indice globale di difficoltà fornisce un punteggio attendibile per
verificare l’andamento clinico del paziente.
- Interpretative Report – fornisce una visione d’insieme dei sintomi, sia a livello globale che attraverso
asserzioni specifiche, descrivendo le scale di punteggio dei sintomi individuali. Questo profilo può
essere prezioso per la comprensione dello stato attuale del paziente e per l’uso che ne può fare il
clinico nei colloqui successivi.
- Progress Report – permette di monitorare i progressi compiuti durante il periodo dell’intervento.
Campioni normativi
- Il profilo interpretativo è basato su delle età appropriate a gruppi normativi di controllo; i gruppi
normativi degli adolescenti hanno un range d’eta dai 13 ai 17 anni, mentre i gruppi di controllo adulti
sono tarati su soggetti dai 17 anni in su.
- L’SCL90-R è stato formato su 4 gruppi di campioni normativi:
o Soggetti adulti non psichiatrici
o Pazienti adulti psichiatrici non in clinica (out patients)
o Pazienti psichiatrici degenti in clinica (in patients)
o Soggetti adolescenti non psichiatrici
Beck Depression Inventory – BDI
- Il Beck Depression Inventory (BDI) è uno strumento di autovalutazione composto da 21
item a scelta multipla.
- Il test è adatto per la misura della gravità della depressione in adulti e adolescenti di almeno 13 anni
d’età.
- Si basa sulla teoria di Beck, muovendosi quindi all’interno del cognitivismo clinico di stampo
razionalista.
- Secondo Beck, i pazienti depressi sono caratterizzati da una triade negativa, ovvero da
rappresentazioni negative su Se stessi, sul Presente e sul Futuro.
- Il BDI è stato costruito individuando 21 sintomi caratteristici della depressione sulla base delle
descrizioni fornite dai pazienti stessi. Inoltre gli item del questionario valutano la gravità dei sintomi
caratterizzanti il disturbo depressivo in accordo con la nomenclatura della quarta edizione del
manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali (DSM-IV).
- Il BDI-II (in Italia di Ghisi et al, 2006) rappresenta la seconda edizione del BDI che ha subito una
revisione sostanziale: alcuni item sono stati modificati, mentre altri completamente riformulati.
Poiché si è dimostrato inoltre efficace nel discriminare pazienti affetti da depressione clinica
rispetto a pazienti psichiatrici non depressi,
- l’utilizzo dello strumento è consigliato per ottenere una misura della gravità dello stato
depressivo, articolata nei suoi aspetti peculiari (sonno, appetito, suicidio, pessimismo, ecc.). Per lo
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stesso motivo non è invece indicato per individuare stati di lieve disforia su pazienti affetti da
altre patologie.
Scoring BDI-II
- sommare i punteggi ottenuti ai 21 item (ogni item ha un punteggio da 0 a 3) - le risposte a e b
ottengono lo stesso punteggio (ad esempio 1a e 1b valgono sempre 1).
- Punteggi 0-13 indicano un’assenza di contenuti depressivi;
- punteggi compresi tra 14-19: una depressione lieve;
- punteggi 27-29 una depressione di grado moderato;
- punteggi 30- 63: una depressione di grado severo.
- Il valore, nella versione computerizzata, può essere dato in percentili (depressione grave quando >85,
moderata tra 75-85)
Con self scoring, 13 item ->come si è sentito nelle ultime due settimane
L’ATTACHMENT STYLE QUESTIONNAIRE (ASQ; Feeney, Noller & Hanrahan, 1994)
- self-report creato per la valutazione delle differenze individuali nello stile di attaccamento in giovani
adolescenti e adulti.
- È uno strumento breve, privo di bias legati all’osservatore, adatto sia per la valutazione di campioni
clinici che non clinici.
- Nella compilazione del questionario viene chiesto ai partecipanti di rispondere alle opzioni presentate
su scala Likert (1-6) scegliendo con una X la risposta che ritiene più giusta.
- L’ASQ è composto da 40 item raggruppati all’interno di cinque dimensioni. Ciascuna dimensione è data
dalla somma degli item che compongono il questionario.
- Presupposto del modello è l’idea che le persone differiscano per grado e non per tipo, riguardo alle
caratteristiche dell’attaccamento. Viene quindi superato l’approccio categoriale e posta attenzione sulle
differenze individuali rendendo lo strumento adatto per lo studio dei fenomeni psicopatologici, delle
caratteristiche individuali di personalità e di come si relazionano personalità e psicopatologia (Feeney
et al., 1994).
- Per quanto riguarda le sue principali caratteristiche psicometriche è stata dimostrata la sua validità e la
sua attendibilità.
- Il suo ideale utilizzo è legato all’assesment dei modelli dell’attaccamento sviluppati nel contesto
relazionale tra pari e questo ne costituisce un limite quando sono oggetto di studio i costrutti
dell’attaccamento basati sulla famiglia di origine.
Dimensioni
- Fiducia in se stessi e negli altri/confidence. Questa dimensione valuta la fiducia in sé e negli altri. È
composta da 8 item ed è un fattore rappresentativo dell’attaccamento sicuro.
- Disagio nell’intimità. Questa dimensione valuta il disagio nelle relazioni intime. È composta da 10 item
ed è un fattore rappresentativo dell’attaccamento evitante.
- Bisogno di approvazione. Questa dimensione valuta il bisogno individuale di essere accettati e di avere
conferme dagli altri. Questo aspetto caratterizza i gruppi pauroso e preoccupato. È composta da 7 item.
- Preoccupazione per le relazioni. Questa dimensione valuta la propensione degli individui a ricercare
l’altro per colmare i bisogni di dipendenza; tale fattore è un concetto centrale dell’attaccamento
ansioso ambivalente. È composta da 8 item.
- Relazioni come secondarie. Questa dimensione valuta la secondarietà delle relazioni per il soggetto
ovvero come la persona cerchi di proteggersi rispetto le ferite e la vulnerabilità enfatizzando
l’indipendenza ed è un fattore distaccato/svalutante. È composta da 7 item.

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TORONTO ALEXITHYMIA SCALE (TAS-20; Bagby, Parker & Taylor, 1994)
- è lo strumento più utilizzato per misurare il costrutto dell’alessitimia: letteralmente “non avere le
parole per le emozioni”, è definita come l’insieme di deficit della competenza emotiva ed emozionale.
- Alla base di questo disturbo vi è l’incapacità di mentalizzare, percepire, riconoscere e verbalizzare i
propri ed altrui stati emotivi.
- noi nasciamo alessitimici , non riconosciamo a livello verbale i nostri bisogni-> quando iniziamo a
parlare abbiamo parole astratte e concrete , già la parola è un contenitore vuoto -> si comincia a
trattare le emozioni con le prime interazioni con la madre, chi è tale non è cresciuto in una relazione
mentalizzante con il care giver di riferimento.-> Mediatore o moderatore , che ci aiutano a capire le
differenze tra soggetti , sono livelli delle funzioni dell’io, sono funzioni non sintomi in sé , ovviamente ci
sono delle modalità di espressione diversa in questo caso degli stati effettivi.
- Lo strumento che misura questa variabile, la TAS-20 appunto, è un questionario self-report costituito
da 20 item a risposta multipla, basati su una scala Likert a 5 punti, dove 1= non sono per niente
d’accordo e 5= sono completamente d’accordo.
- Gli item sono suddivisi in tre sottoscale:
o difficoltà nell’identificare i sentimenti,
o difficoltà nel descrivere e comunicare i sentimenti agli altri,
o pensiero orientato all’esterno (pensiero operatorio).
Punteggi
- Il punteggio totale del test si calcola sommando i 20 item (tenendo conto che 5 item sono invertiti),
mentre il punteggio per ogni sottoscala è dato dalla somma dei punteggi delle risposte a quella
specifica dimensione.
- I punteggi totali variano da un minimo di 20 ad un massimo di 100 e si considerano come punteggi di
cut off “52-60”. Nello specifico:
- punteggi inferiori a 51  soggetti non alessitimici;
- punteggi compresi tra 52 e 60  soggetti borderline;
- punteggi superiori a 61  soggetti alessitimici.
Misura il tratto-> quindi recentemente.
Spesso ha il pensiero concreto , non si può parlare complicato , non sa mentalizzare, per capire qual è la
situazione o il tipo di intervento bisogna fare la diagnosi-> fanno fatica a giocare, è difficile ’'intervento ma
anche il dialogo , sono un po’ ottusi fanno fatica a reggere il dialogo , e quando le emozioni si attivano non
arrivano a essere decodificate riconosciute e verbalizzate in corteccia ma si sfogano in sintomi somatici.
SCALE PER LA VALUTAZIONE DELL’ANSIA-> State-Trade Anxiety Inventory (STAI Y)
- Ansia di stato: stato transitorio emozionale o condizione dell’organismo umano caratterizzata da
sentimenti soggettivi percepiti a livello cosciente di tensione e apprensione, e dalla aumentata attività
del sistema nervoso autonomo. Può variare nel tempo e fluttuare nel tempo
- Ansia di tratto: riferita a differenze tra le persone nella tendenza a rispondere con aumenti
dell’intensità dell’ansia di stato a situazioni percepite come minacciose (Spielberger, Gorsuch &
Lusschene, 1970).
- Lo STAI differenzia tra ansia di stato e ansia di tratto.
E’ un questionario self-report, che può essere somministrato sia individualmente che in gruppo e ha
due forme: X (superata) e Y.
- La forma Y (STAI-Y) comprende 40 item, con risposte su scala Likert a 4 punti, suddivisi in due scale di
20 item ciascuna:
Y1 per l’ansia di tratto: come si sente adesso?
Y2 per l’ansia di stato: come si sente di solito?
Scale per la valutazione delle risorse psicologiche
- Si intende una serie di abilità cognitive, emotive, e comportamentali messe in atto dall’individuo in
situazioni problematiche
- abilità di coping, autocontrollo, problem solving
- Coping Inventory for stressfull Situation (CISS) Endler&Parker,1990

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- self-report di 48 item con risposte su una scala a 5 livelli che valuta la frequenza con cui l’individuo
mette in atto comportamenti per affrontare e gestire lo stress attraverso la rilevazione di 3 diversi tipi di
coping (3 subscale):
1) orientato al problema:“analizzo il problema prima di agire”
2) orientato alle emozioni: “mi rimprovero a causa della mia incapacità”
3) strategie di evitamento, comprendenti sia strategie di distrazione: ”guardo la tv”, sia strategie di
supporto sociale: “telefono ad un mio amico”
- Coping Orientation to the Problem Experienced (COPE)Carver, Scheier&Weintraub,1989
self-report che prende in considerazione 15 diversi tipi di coping;
Self Control Schedule (SCS, Rosembaum, 1980)
capacità di autocontrollo dell’individuo in situazioni problematiche o di stress; 36 item su una scala a 5
livelli da “per nulla” a “moltissimo”
Problem Solving Inventory (PSI)
Internal-External Locus of Control Scale (I-E Scale)
WAIS- R, ritardo e decadimento (non ritardo in esame neanche decadimento )
Intelligenza
Un termine generale che fa riferimento alla abilità o alle abilità implicate nell’apprendimento e nel
comportamento adattivo
Di conseguenza, i TEST DI INTELLIGENZA si propongono di misurare le abilità mentali generali di una
persona .
Nelle prove del qi se compreso tra 75 -115 è nella norma , non ci dice niente di personalità e cpacità
adattive ma se andiamo a vedere come è composto , possiamo notare come queste persone raggiungano
un qi-> possiamo trovare delle disarmonie
Può essere definita come aggregato o la capacità globale dell’individuo di agire con uno scopo, di pensare
razionalmente e di confrontarsi in maniera efficace con il proprio ambiente->globale: perché caratterizza il
comportamento dell’individuo in senso globale.
Aggregato: perché è costituita da elementi o abilità che si differenziano a livello qualitativo.
Nessun subtest preso singolarmente può fornire un indice adeguato di comportamento intelligente,una
scala di intelligenza dovrebbe attingere ampiamente dall'intero corredo delle abilità cognitive riflettendo
così le caratteristiche sfaccettate dell'abilità intellettiva.
La concettualizzazione di un'intelligenza globale non implica che le abilità che essa comprende siano
sviluppate ugualmente bene nella maggior parte dei soggetti “normali”. L'esperienza dimostra che picchi e
cadute sono caratteristici dei punteggi della maggior parte dei bambini ed indicano che essi sviluppano le
loro abilità intellettuali in modi diversi e hanno modelli cognitivi con punti di forza diversi. Non si può
presumere inoltre che tutti i compiti presentati dalla Wais possano coprire tutti gli aspetti dell'intelligenza
di un soggetto.
Mentre le abilità intellettive rappresentate nella scala possono essere essenziali come precursori del
comportamento intelligente anche altri determinanti dell'intelligenza, di natura non intellettiva, possono
aiutare a determinare come si esprimono le abilità di un soggetto.
Questi fattori che non sono tanto abilità quanto piuttosto tratti e attitudini, comprendono attributi quali la
pianificazione e la consapevolezza dell'obiettivo, l'entusiasmo, la dipendenza-indipendenza, l'impulsività,
l'ansia, la perseveranza-> tratti non vengono valutati direttamente nelle misure standardizzate delle abilità
intellettive, tuttavia influenzano la performance del bambino in queste misure così come la sua efficacia nel
vivere quotidiano e nelle più grandi sfide della vita.
Le persone differiscono anche per intelligenza fluida, di processo o cristalizzata , intelligenza del sapere.
L’intelligenza rientra tra le funzioni dell’io in senso psicoanalitico.
- Memoria
- Esame realtà
- Capacità sintesi
- Motricità
- Livello cognitivo
Valutano intelligenza secondo il contesto culturale
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Pertanto l’intelligenza è un costrutto: multidimensionale multideterminato:
- una competenza generale
- Una capacita’ globale
- Una funzione dell’intera personalita’ sensibile a diversi fattori
Valutano le abilita’ cognitive di un soggetto
- Sono strumenti psicometrici costituiti da:
o Domande
o Compiti standardizzati
- L’intelligenza può essere misurata in 2 modi:
1. Proponendo molteplici prove (weschler)
2. Proponendo prove uniformi , per valutare un fattore “g” che rappresenta le abilità generali del soggetto.
Il fattore “g” è il 1° fattore che satura la maggior parte della varianza di ciascun subtest.
Uno dei metodi più noti e più utilizzati per valutare l’intelligenza è sicuramente rappresentato dalle scale
Wechsler (prima versione 1939)
Le scale Wechsler comprendono un insieme di strumenti per la valutazione delle abilità cognitive in diversi
gruppi di soggetti:
- WAIS (Wechsler Adult Intelligence Scale) per soggetti adulti,
- WISC (Wechsler Intelligence Scale for Children) per bambini e ragazzi dai 5 ai 16 anni e mezzo,
- WPPSI (Wechsler Preschool and Primary Scale of Intelligence)per bambini dai 4 ai 6 anni e mezzo
Si sovrappongono perché il quoziente è relativo rispetto all’età cronologica.
Il concetto di intelligenza globale nelle scale Wechsler
- Le scale Wechsler si basano su una concezione di intelligenza intesa come quella capacità globale o
complessa dell’individuo di agire per uno scopo determinato, di pensare in maniera razionale e di avere
rapporti utili con il proprio ambiente.
- L’intelligenza, assume non tanto il significato di un’unica abilità intellettuale, quanto quello di
commistione di diverse facoltà cognitive che, pur nella loro indipendenza, si compenetrano in modo
tale da consentire il miglior adattamento possibile all’individuo nella società
- Le scale Wechsler propongono stimoli non lontani dai compiti con cui ci si deve misurare ogni giorno
- Nelle Scale di ultima generazione, quindi, l’attenzione si discosta dalla valutazione del QI. L’intelligenza
non è più concepita come un costrutto unitario, ma come una serie di abilità molteplici.
- Il clinico può scegliere quali Indici calcolare e, di conseguenza, quali subtest somministrare. Le nuove
scale Wechsler aderiscono ad una concezione dell’intelligenza come struttura multicomposita che
comprende abilità cognitive differenti.
- I subtest che le compongono riguardano differenti abilità mentali (abilità di ragionamento astratto, di
pensiero, di memoria, percettive ecc.) che considerate nella loro globalità riflettono la capacità
cognitiva complessiva del soggetto
- Nessun subtest da solo riflette il comportamento intelligente inteso in senso globale (es: un subtest può
richiedere al bambino l’utilizzo del ragionamento astratto ma non delle capacità percettive)
Non rientra nel concetto di intelligenza di Wechsler:
- Se un subtest misura una determinata abilità, NON significa che quel subtest sia l’unico modo per
misurare quella data abilità
- Non e’ detto che le abilità che compongono questo concetto di intelligenza abbiano uno sviluppo
omogeneo
- Inoltre, i subtest della Wais non coprono tutti gli aspetti dell’intelligenza di un soggetto  fattori non
intellettivi (consapevolezza della pianificazione, entusiasmo, motivazione, impulsività, ansia,
dipendenza versus indipendenza dal campo, persistenza nel compito ecc) possono intervenire e
modellare il modo in cui le abilità cognitive vengono espresse.
Alternare i subtest serve a equilibrare lo sforzo cognitivo.
- Non è presente l’analisi osservativa del soggetto -> i soggetti instaurano un rapporto specifico con le
prove, che sono fisiche , le prove le prede in mano , e tutta questa parte rientra negli aspetti osservativi
non compresi
Caratteristiche essenziali
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- Il fatto di offrire, contemporaneamente, una misura generale di abilità e misure distinte per le scale
verbale e di performance.
- I punteggi riassuntivi o QI calcolati come punti standard in modo da avere le stesse caratteristiche
distributive a tutte le età.
- La somministrazione degli stessi subtest a tutti i soggetti testati con una scala specifica.
- Il punteggio di ciascun subtest contribuisce in egual misura ai QI ad ogni età.
Attendibilità
- I coefficienti di attendibilità sono stati calcolati con 2 metodi
- split-half: suddivisione del reattivo in due parti uguali raggruppando tra loro gli item pari con quelli
dispari e correlando le due metà ottenute
{il coefficiente di correlazione ottenuto (coeff di consistenza interna) rappresenta una misura
dell’omogeneità del subtest, cioè del grado in cui esso misura una stessa variabile}
- test-retest: somministrazione dello stesso test dopo un determinato periodo di tempo e correlazione
dei punteggi ottenuti nelle due applicazioni ->il coefficiente di correlazione ottenuto fornisce
informazioni sulla stabilità dei punteggi nel corso del tempo
- Consistenza interna  Con il metodo split-half: tutti i subtest, eccetto Cifrario, Ricerca di simboli e
Memoria 
- Ha valore mediano di circa r= .80
- Stabilità nel tempo (Test-retest, da 3 a 15 giorni: Cifrario, Ricerca di simboli)  r>.90 per WAIS-R e
WISC-R
- relativamente all’oggettività di assegnazione dei punteggi, c’è moderata concordanza tra i valutatori
per i subtest: Somiglianze, Comprensione, Vocabolario
Validità
- Validità di Contenuto
o Particolarmente curata da Wechsler
o Contenuti subtest e delle scale elicitano attività mentali necessarie e sufficienti ad evidenziare
l’intelligenza come lui l’ha definita
- Validità rispetto ai criteri
o Criterio profitto scolastico  r=.50 tra WISC e WISC-R -> correlazione tra intelligenza. Eandamento è
solo .50 non misura l’intelligenza, oi voti non c’entrano
- Validità di costrutto
o Le analisi fattoriali evidenziano saturazione in G (> 50% varianza spiegata in tutti i subtest), in un Fattore
Verbale (6% var. spieg.) e in un fattore non sempre identificato: «memoria» o «non distraibilità»
Misure
- Misure classiche:
o Punteggio a ciascuno dei subtest che la costituiscono
o Qi verbale
o Qi di performance
o Qi totale
- Misure nuove
o Quattro fattori individuati per la wisc-iii
…i punteggi ottenuti alla WISC-III costituiscono i valori grezzi da cui partire per comprendere il
funzionamento cognitivo di un soggetto. Raggruppando i subtest in modi specifici (classici e nuovi) e/o
analizzando attentamente gli errori è possibile effettuare una lettura teoreticamente orientata…
Fenomeni da osservare in tutti i subtest
- Rifiuto nei confronti del compito , oppositività
- Ansia da prestazione
- Preoccupazione per non aver fatto bene
- Tendenza a giustificare la propria inadeguatezza
- Superficialità ad affrontare il compito
- Frettolosità
- Disponibilità a tentare la risposta anche quando non si è totalmente sicuri
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- Estrema sicurezza nella capacità di eseguire il compito
- Impulsività
- Eccessiva puntigliosità o prolissità alla risposta
- Perseverazione
- Perfezionismo
- Tenacia nell’eseguire il compito
- Lentezza e rallentamento eccessivo nell’eseguire i compito
- Riposte idiosincratiche
WAIS-R
La WAIS-R è un test di livello intellettivo per l’adulto, costituito da un insieme di 11 prove (6 subtest verbali
e 5 di performance) che permettono di ottenere un punteggio di QI, differenziato in una componente
verbale e in una di performance, che concorrono entrambe a determinare il quoziente intellettivo totale
(QI Verbale, QI di Performance, QI Totale)
il QI esprime come le capacità intellettive di un soggetto si collochino rispetto ai propri coetanei, in un
continuum dove la prestazione media cade sul punteggio 100. Rappresenta una misura della deviazione
della prestazione individuale rispetto alla media del gruppo d’età di appartenenza del soggetto
- Scala verbale
o informazione
o memoria di cifre
o vocabolario
o ragionamento aritmetico
o comprensione
o analogie
- Scala di performance
o completamento di figure
o riordinamento ed organizzazione di storie figurate
o ricostruzione di oggetti o figure
o associazione di simboli a numeri o simboli numerici
o disegno con cubi
La scala è composta da prove che richiedono attitudini diverse che per varietà e complessità ci forniscono la
stima dell’efficienza globale (Fattore “g”) del soggetto
Diverse prove che si susseguono con complessità crescente
Tiene in considerazione un criterio di dispersione che permette di situare un soggetto all’interno di un
gruppo di soggetti della stessa età cronologica
->Propose un nuovo tipo di Q.I. che si basa sulla concezione di intelligenza e su principi metodologici diversi
dai precedenti:
->Il concetto di Q.I è stato ripreso abbandonando il concetto di età mentale e riconcepito come scala
standardizzata con MEDIA = 100, DEVIAZIONE STANDARD = 15
Formulazione di ipotesi diagnostiche
Una WAIS correttamente utilizzata all’interno di un processo diagnostico può fornire indicazioni
- Per valutare il livello di intelligenza (attuale e/o premorboso)
- Per sondare, attraverso l’esplicitazione verbale delle risposte date nella parte di performance, le
aspettative, le strategie di coping, l’incidenza che gli stressor ambientali hanno sulle capacità cognitive
del paziente
- Per dedurre dal tipo di relazione che il paziente ha con il test e l’esaminatore come si rapporti
all’autorità, alle situazioni valutative e al fallimento
- Per predire come le modalità di funzionamento cognitivo possano influenzare un eventuale
trattamento
- Per ottenere delle informazioni su aree non direttamente collegate ai processi cognitivi come il tono
d’umore e il possesso di competenze sociali
È indicata
- Per valutare le capacità cognitive del paziente, i suoi punti di forza e di debolezza
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- Per oggettivare alcuni vissuti di deficit (“non ho memoria, non ho attenzione”)
- Per misurare la capacità di affrontare le situazioni ansiogene e la tolleranza alla frustrazione (elementi
utili sia per comprendere le difficoltà che il paziente porta, sia per vagliare un’indicazione al
trattamento)
- Per inferire quanto un disturbo psichiatrico incida su alcune competenze di tipo cognitivo che il
paziente aveva precedentemente
Controindicata
- Quando non si è strutturata una sufficiente alleanza diagnostica con il paziente, per cui si rischia di
essere dei “persecutori”
- quando l’ansia è talmente elevata da impedire un corretto rilevamento del funzionamento del paziente
- quando il paziente sta assumendo farmaci e presenta un rallentamento psicomotorio (inattendibilità
prove a tempo)
- deficit fisico (visivo, uditivo, motorio) da compromettere il livello di prestazione
- quando si vuole ottenere l’indice di deterioramento per verificare danni neurologici
TARATURA ITALIANA (Orsini e Laicardi, 1997)
- Campione di 1630 soggetti
- 6 gruppi di età dai 16 ai 74 anni
Per ciascun gruppo di età dai 200 ai 430 soggetti, metà maschi e metà femmine
Stratificazione fatta in base alle categorie professionali: imprenditori e liberi professionisti, dirigenti e
impiegati, lavoratori in proprio, lavoratori dipendenti, condizione non professionale
Stratificazione per livello di istruzione: laurea, diploma superiore, licenza media, licenza elementare,
analfabeta.
Regioni coinvolte: Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna e Sicilia
L’ordine di somministrazione ha previsto l’applicazione di un sub-test della Scala verbale alternato ad uno
della Scala di performance
I coefficienti di consistenza interna (α) dei QI risultano elevati per tutti i gruppi di età
(medie: QIV=.95; QIP=.93; QIT=.96);
I valori medi dei coefficenti di attendibilità (rtt) dei subtest vanno da .77 nella Ricostruzione di oggetti a .95
nel Vocabolario
I coefficienti di attendibilità per test-retest ottenuti da soggetto del gruppo 25-34 anni variano da .72 nella
Ricostruzione di oggetti a .93 per il Vocabolario.
Per l’età dei 45-54 anni i coeff di correlazione variano da .67 per la Ricostruzione di oggetti a .94 per
l’Informazione
Somministrazione
Soggetti dai 16 ai 74 anni
Luogo ben illuminato, adeguatamente ventilato e privo di rumori e distrazioni
Il tempo di esecuzione va dai 60 ai 90 minuti (E’ preferibile una sola seduta)
Rapporto tra esaminato ed esaminatore:
- dare chiarimenti generali
- incoraggiare gli sforzi fatti
- rassicurarli
->REGOLE PER INIZIARE ED INTERROMPERE IL TEST
Gli item sono stati sistemati in un ordine approssimativo di difficoltà ricavato dai dati preliminari
I subtest verbali
I subtest verbali, valutano aspetti dell’intelligenza maggiormente collegati alle capacità di utilizzo delle
conoscenze acquisite e del ragionamento su base verbale
1. Informazione
Si tratta della prima prova verbale, è costituita da 29 domande di cultura generale di difficoltà crescente, di
veloce somministrazione e richiede per lo più risposte molto brevi.
- FUNZIONI MISURATE: valuta la quantità di informazioni a disposizione del soggetto e coinvolge le
seguenti abilità cognitive: comprensione verbale, memoria a lungo termine principalmente relativa a
stimoli semantici, conoscenza acquisita in rapporto alla cultura.
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- FATTORI INFLUENTI la scolarizzazione, il background culturale, la ricchezza dell’ambiente primario, la
curiosità intellettuale, il desiderio di acquisire informazioni, l’adattamento all’ambiente
2. Memoria di cifre
La “Memoria di cifre” prevede la ripetizione di serie numeri, di complessità crescente, immediatamente
dopo la lettura dello sperimentatore.
Si compone di due compiti successivi, uno di ripetizione diretta e uno di ripetizione inversa
- FUNZIONI MISURATE La prova di memoria di cifre pare costituire un buon indice sia di attenzione e
concentrazione, sia di memoria a breve termine.
- FATTORI INFLUENTI memoria a breve termine di tipo uditivo, la possibilità di concentrare la propria
attenzione, l’assenza di distraibilità, la tolleranza dell’ansia della situazione testistica
Difficile per i soggetti con disturbi di apprendimento o deficit dell’attenzione con iperattività
3. Vocabolario
Viene presentata al soggetto una lista di 35 vocaboli, la cui difficoltà man mano è crescente e di cui si
richiede il significato
- FUNZIONI MISURATE Questa prova valuta il pensiero astratto, la competenza lessicale, le capacità
linguistiche sia espressive sia ricettive.
- FATTORI INFLUENTI molto influenzata dalla ricchezza dell’ambiente educativo primario e il background
culturale, dalla curiosità intellettiva e dalla memoria a lungo termine. (apprendimento remoto)
4. Ragionamento aritmetico
Questo subtest si struttura in una serie di 14 problemi aritmetici di difficoltà crescente, in cui viene richiesta
al soggetto una soluzione numerica esatta
- FUNZIONI MISURATE Questa prova è in relazione con le funzioni di attenzione, concentrazione e
memoria e padronanza del pensiero astratto
- FATTORI INFLUENTI buona capacità di astrazione, apprendimento remoto (primi item, capacità apprese
precocemente in ambito scolastico), ragionamento su base numerica e velocità di manipolazione dei
concetti numerici, attenzione, concentrazione e memoria a breve termine
5. Comprensione
In questa prova al soggetto viene chiesto di rispondere a 16 quesiti (spiegare un proverbio, dimostrare di
essere padrone di alcune norme sociali, spiegare il proprio comportamento in determinate situazioni )
fornendo delle spiegazioni o motivazioni.
- FUNZIONI MISURATE Valuta la capacità di problem-solving e di mettere in atto un comportamento
appropriato e razionale, con capacità di giudizio e convenzionalità
In particolare consente di indagare
o il grado di adattamento del soggetto al suo ambiente sociale;
o la capacità di selezionare, organizzare e attribuire enfasi appropriata a fatti e relazioni
o il pensiero astratto vs. concreto
- FATTORI INFLUENTI appropriato sviluppo del senso morale, ricchezza dell’ambiente circostante,
assenza di disturbi del pensiero
6. Analogie
Viene chiesto di ipotizzare la relazione esistente tra due stimoli di natura verbale.
- FUNZIONI MISURATE La prova valuta la capacità di pensiero astratto, di formare concetti verbali, di
ragionamento induttivo
- FATTORI INFLUENTI flessibilità del ragionamento, livello di astrazione, atteggiamenti di origine affettiva
Subtest di performance
I subtest di performance fanno riferimento a capacità intellettive meno collegate all’abilità verbale e alle
competenze culturali del soggetto e più attinenti alle capacità di organizzazione visuospaziale e motoria
dell’individuo
1. Completamento di figure
La prova è composta da 20 cartoncini raffiguranti disegni incompleti, di difficoltà crescente, e il compito
consiste nell’individuare il dettaglio mancante.

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- FUNZIONI MISURATE valuta la capacità di organizzare visivamente il materiale, di concentrare
l’attenzione su un percetto , di discernere gli elementi essenziali da quelli poco significativi. Le abilità
cognitive coinvolte sono: organizzazione percettiva, intelligenza visiva, valutazione di stimoli figurativi
- FATTORI INFLUENTI capacità di concentrarsi di fronte ad uno stimolo incerto e di riporre attenzione
sull’ambiente circostante, la lucidità di lavorare con un limite di tempo
2. Riordinamento di storie figurate
Al soggetto, per ciascun item, viene presentata una serie non ordinata di disegni e gli viene chiesto di
riordinarli in modo da formare una storia di senso compiuto. Nel complesso, le storie sono 10.
- FUNZIONI MISURATE rileva capacità di anticipazione e progettazione a livello non verbale cioè di
prevedere e pianificare dei comportamenti, nonché la capacità di pianificare, interpretare e anticipare
eventi sociali entro un dato contesto culturale. Le abilità cognitive coinvolte sono: capacità di giudizio,
comprensione delle situazioni sociali e interpersonali, stabilire relazioni tra le parti, dare il corretto
significato ai fatti
- FATTORI INFLUENTI la pianificazione, il pensiero creativo, ma anche un contesto culturale adeguato e la
capacità di impegnarsi appropriatamente, per quanto vincolati a limiti temporali ben stabiliti.
3. Disegno con i cubi
La prova consiste nel richiedere al soggetto di costruire 9 figure geometriche, riportate su altrettanti
cartoncini di esempio, con l’impiego di 9 cubetti dalle facce colorate in maniera differente
- FUNZIONI MISURATE Questa prova valuta la capacità di analisi e sintesi a livello non verbale e la
coordinazione visuo motoria
- FATTORI INFLUENTI stile cognitivo flessibile, capacità di dominare ansia e distraibilità, velocità di
elaborazione mentale e, non da ultimo, padronanza dell’apprendimento per prove ed errori.
4. Ricostruzione di oggetti
La prova prevede di comporre una figura coerente con più cartoncini, proposti all’esaminato in modo
predefinito. Si tratta di assemblare i singoli pezzi a disposizione in un percetto coerente (un manichino, un
profilo umano, una mano e un elefante)
- FUNZIONI MISURATE valuta la capacità di comprendere come oggetti inizialmente sconosciuti si
relazionino gli uni con gli altri, organizzandosi in parti che danno luogo ad una configurazione familiare
e questo con velocità sia di percezione che di manipolazione. Le abilità cognitive coinvolte sono: la
velocità di elaborazione mentale, la capacità di sintesi, l’abilità di cogliere le relazioni.
- FATTORI INFLUENTI Stile cognitivo flessibile
5. Associazione di simboli a numeri
Questa prova richiede al soggetto di associare una serie di numeri (da 0 a 9) ed altrettanti simboli.
- FUNZIONI MISURATE valuta la velocità psicomotoria, che deriva dall’interazione fra organizzazione
visiva, memoria del simbolo e del numero, orientamento spaziale visivo e motorio.
Le abilità cognitive coinvolte sono: memoria a breve termine, livello attentivo, capacità di mantenere
alta la concentrazione, velocità psicomotoria, capacità di apprendimento imitativo
- FATTORI INFLUENTI il controllo dell’ansia, la capacità di mantenere a lungo l’attenzione, la
perseveranza ed un’adeguata memoria visiva a breve termine
Siglatura
- Somma dei pt ottenuti ad ogni subtest ottengo il pt grezzo per quel subtest.
- Devo trasformare il pt grezzo in pt ponderato(Appendice A)
- Somma pt ponderati Verbale e Performance.
- Devo convertire pt ponderati VERB, PERFORM e Tot in QI (Appendice B).
- Somma pt ponderati sub test per i 4 fattori (CV comprensione verbale, OP organizzazione percettiva, LD
libertà dalla distraibilità, VE velocità dell'elaborazione)
- Conversione dei pt ponderati dei fattori in quoziente di deviazione fattoriale, rango percentile e
intervallo di confidenza (Appendice C)
- Costruzione dei grafici
Interpretazione
- QI Totale
- QI Verbale e Performance
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- Fattori
- Scatter tra subtest verbali
- Scatter tra subtest performance
- Scatter tra tutti i subtest e la media
- Scatter tra tutti i subtest e vocabolario
- Scatter tra i quozienti di deviazione fattoriale
Istruzioni per il calcolo dei punti ponderati per eta’ e dei qi
- Dopo aver attribuito il punteggio a ciascun item dei subtest, l’esaminatore deve seguire certe
procedure per determinare i punti grezzi, i punti ponderati, Ipunti ponderati per età (e relativi ranghi
percentili) e i QI del soggetto.
- Sebbene si tratti di passaggi semplici, gli errori in questa fase possono causare gravi conseguenze; per
questa ragione le procedure devono essere eseguite con precisione e controllate con attenzione
Da grezzi a ponderati
- Dopo aver trascritto i punti grezzi sul frontespizio della scheda di notazione, questi devono essere
trasformati in punti ponderati utilizzando la tavola di conversione punti grezzi/punti ponderati che si
trova sulla sinistra della tabella riassuntiva e successivamente in punteggi ponderati per età (vedi
contributo alla taratura Italiana).
- I punti ponderati si basano sul gruppo di riferimento (che è 20- 34 anni per il campione U.S.A. e 19-34
per il campione italiano) e si devono usare per tutti i soggetti indipendentemente dall’età e servono per
determinare il QI. I punti ponderati per età servono per calcolare il Rango Percentile.
Q.I
Nell’adulto definisce il livello d’intelligenza attraverso il confronto dell’esecuzione delle scale WAIS-R di un
individuo di una certa età con il punteggio medio ottenuto dai membri del suo gruppo di età.
- Q.I. Totale Rendimento generale del soggetto del test. E’ un indicatore attendibile del rendimento
complessivo del soggetto. Ha scarso significato diagnostico
- Q.I. Verbale è maggiore del Q.I. di performance nei pazienti con patologie organica cerebrale, negli
psicotici e nevrotici
- Q.I. di Performance i soggetti più giovani ottengono risultati migliori
Classificazione qualitativa dell’intelligenza sulla base del QI Totale
QI > 130 e più Nettamente Superiore
120 < QI < 129 Superiore
110 < QI < 119 Medio Superiore
90 < QI < 109 Media
80 < QI < 89 Medio-inferiore
70 < QI < 79 Borderline
QI < 69 e meno Estremamente basso- Ritardo mentale
Analisi della scala wais-r
L’analisi di un protocollo WAIS può essere fatto a diversi livelli, sia per grado di complessità che di
profondità:
1. Calcolo dei punteggi di QI Verbale, QI di Performance e QI Totale Modalità quantitativa, psicometrica
che si ottiene seguendo le istruzioni del manuale
Dati ottenuti: livello di intelligenza
2. Analisi della differenza tra tra QI Verbale e QI di Performance (significativa intorno a 12)
Modalità quantitativa, psicometrica che si ottiene e mediante l’analisi della discrepanza
Dati ottenuti: confronto tra il rendimento nelle prove verbali e nelle prove non verbali. Si comincia a
guardare ai punti di forza e debolezza del funzionamento cognitivo
3. Analisi fattoriale
Consiste nel raggruppare le prove in “fattori”.
La struttura fattoriale di cui maggiormente ci si avvale è costituita da 4 fattori:
- Comprensione verbale che comprende i subtest informazioni, analogie, vocabolario, comprensione
- Organizzazione percettiva che comprende completamento di figure, storie figurate, disegno con cubi,
ricostruzione di oggetti
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- Capacità adi attenzione che comprende aritmetica, memoria di cifre
- Velocità di processamento che comprende il subtest cifrario
4. Analisi degli andamenti dei profili delle prove
Variabilità entro le sottoscale:
- Distanza tra il punteggio ottenuto in ogni subtest e la media dei punteggi all’interno della sottoscala
(verbale e non verbale)
- Dati ottenuti: omogeneità o disomogeneità del funzionamento cognitivo in compiti di diversa natura
Variabilità tra i subtest:
- Distanza tra i punteggi ottenuti in un test e la media dell’intera scala (dispersione)
- Dati ottenuti: permette di evidenziare eventuali cadute o picchi nell’andamento al test e quindi di
evidenziare le funzioni deficitarie e non.
5. Analisi qualitativa
Una lettura qualitativa dei dati quantitativi parte dal presupposto della non equivalenza e non casualità
degli errori.
Guardare anche alla variabilità entro i subtest sulla base del presupposto che gli item di ciascun subtest
sono ordinati in ordine crescente di difficoltà
Dati ottenuti: stili cognitivi personali che derivano dalle strategie messe in atto per arrivare alla soluzione e
la capacità di far fronte a livelli diversi di difficoltà.
6. Osservazione del comportamento del soggetto
Commenti durante le prove, atteggiamenti come irrequietezza o agitazione, strategie messe in atto sono
indici comportamentali che ci permettono di avere un quadro completo della persona che abbiamo davanti
Decadimento
La scala Mini mental state examination , è una scala per il decadimento utilizzata, valuta memoria a lungo e
breve termine -> significati, scale di calcolo ,ripetizione.
Dobbiamo apire se il malfunzionamento è un deterioramento o se la persona è in linea con l’età -> sopra i
65-70 anni con indici che sembra che non vadano come dovrebbero.
La restituzione
Profilazione testistica che potremmo stilare ma non consegnare direttamente senza supervisione di
laureato magistrale.
Dopo aver raccolto il materiale necessario sul paziente con i colloqui e i test, lo psicologo si prende del
tempo per elaborare quanto è emerso in modo da restituire al paziente un quadro integrato e completo di
ciò che ha portato.
La restituzione collaborativa segue i principi della restituzione ma necessita di una preparazione clinica e
parlare direttamente con il paziente che va acquisita con esperienza.
Restituire quello che abbiamo capito del funzionamento del paziente in relazione al suo specifico sistema di
funzionamento. Relazione psicodiagnostica: devo collocare i disturbi/tratti in modo sensato nella linea dei
tempi e dei significati del paziente.
Include la descrizione dell’andamento dei test ma amplia questa descrizione dando senso alla diagnosi.
Rispiegare nella vita del paziente che senso acquisiscono i numeri dei test. Legata alle capacità elaborative
della mente del diagnosta: risignificazione dei numeri, che prevede ragionare nei termini di concordanza
degli indici (che non sono tutti sullo stesso piano).
Abbiamo comportamenti verso l’esterno, verso l’interno, le relazioni tra passato/presente/futuro (incluso
nelle rappresentazioni). Uniti contenuti del paziente e quelli che si riscontrano dai test e dalle nostre
conoscenze: lettura più complessa di quella che il paziente da solo ci ha fornito quando è arrivato.
Al paziente va restituita ai 3 livelli:
- livello 1 non trasformativo
- livello 2 una serie di info che il paziente non padroneggia, sono appena sottosoglia ma sono facilmente
integrabili con la rappresentazione che ha già.
- livello 3 troppo distante dalla sua rappresentazione e rischiamo di fare rispecchiamenti troppo lontani
dalla sua rappresentazione
Il processo diagnostico è a clessidra. si parte ampio (ci si orienta e si capiscono cose), e si presentano i dubbi
diagnostici che emergono, si somministrano i test su questi dubbi e poi si fa la concordanza degli indici con
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l’unione dei numeri dei test, storia ed eventi significativi e si ragiona in modo tridimensionale e poi si arriva
alla stesura della relazione diagnostica che recupera l’immagine grande iniziale.
Le restituzioni evacuative (vomitare cose addosso) sono spesso legate a una difficoltà di stampo contenitivo
e narcisistico del clinico.
Fase in cui il clinico (dopo colloqui, somministrazione test) mette tutti gli aspetti in una grande parentesi
graffa iniziando a risignificare le incognite mettendole a rapporto con la storia di vita del paziente e i suoi
significati rispetto ai vissuti.
Manuale con 3 assi:
- livello di funz mentale (memoria, soglia percettiva)
- livello funz personalità
- asse S che sta per esperienza soggettiva del sintomo
Operazione che si fa in virtù di una sintonizzazione empatica umano con l’esperienza dell’altro
Il paziente ha diritto a ricevere almeno quanto ha dato. Una buona restituzione riconosce al paziente
l'impegno e lo sforzo che ha impiegato. E' importante ricostruire un quadro storico e psicologico di quello
che il paziente ha raccontato in modo che egli possa acquisire una maggiore comprensione delle dinamiche
da lui portate. La restituzione avviene attraverso un colloquio interattivo.
Regole di base:
- Essere dalla parte dell'utente è faticoso: sforzo affettivo e cognitivo di autodescrizione che è faticoso.
Sarebbe importante avere come prima sintonizzazione empatica avere presente che il paziente fa fatica con
i colloqui, non trova le parole, si chiedono operazioni difficili (es. alessitimico) durante le quali il cervello
opera tanto. Rispondere ai test è faticoso in termini di tempo e di sforzo cognitivo, mnestico ed emotivo.
- Con la restituzione al paziente (ma anche quella al collega) si deve riuscire a ridare almeno quanto lui ci
ha dato in termini di effort (impegno, sforzo, engagement): è una questione etica.
- Dobbiamo riuscire a restituire nei tempi e modi digeribili per il pz almeno quanto ci ha dato con la
finalità di farlo stare meglio rispetto a quando è arrivato. Meglio significa che la sensazione (al di là di
cosa gli diciamo) è che si è sentito compreso, capito e contenuto, riconosciuto. Bisogna fare un grosso
di mettere in discussione i propri modi, atteggiamenti, abilità comunicative (mettersi in una posizione
empatica e di protezione).
- Dobbiamo passare un contenuto vero, rispettoso e che nutre il paziente, e si fa in modo protettivo (si
ritorna alla buona alleanza). Ce la si gioca nella costruzione della buona alleanza (anche se si arriva non
messi benissimo).
- Vedere la realtà per quella che è ed accettarla.
- Vari modi per fare la restituzione: dipende da come sta il paziente, dalla relazione creata
o Partire dalle risorse e poi andare ai limiti o fare il contrario
o NON bisogna minimizzare gli stati di sofferenza del paziente
o Agganciare quello che abbiamo capito di lui alla sua storia. Fare un’affermazione e agganciarla a dove
l’abbiamo capito → dialogo interattivo in cui si costruisce insieme il secondo avatar (integrato con le
nostre conoscenze e strumenti)
o Si parte dalle cose che funzionano bene per poi andare a quelle che funzionano male, indicando il
livello di consapevolezza del paziente e gli aspetti comunicabili e quelli che non è possibile comunicare.
o Si possono mettere una serie di aree che non abbiamo capito bene e per le quali si suggerisce ulteriore
approfondimento.
o Il racconto di restituzione è una buona prassi farlo in ordine storico o vincolato agli episodi della sua
storia: attenzione perché certi pazienti alcune informazioni non possono accettarle subito (ma al collega
si potrebbe dire).
Come formulare la restituzione:
- Partire dalle informazioni emerse dai colloqui perché sono più vicine alla consapevolezza del soggetto.
- Evidenziare prima gli aspetti funzionanti e solo successivamente quelli non funzionanti (opinabile): si
evidenziano entrambe le cose → devono esserci anche le risorse, i talenti e le abilità
- Evidenziare ciò che emerge dai test a partire dagli aspetti più comprensibili e accettabili per il paziente:
fornire info di livello 1 ma soprattutto 2 (per noi magari sono di livello 2 ma per il paziente sono magari
di livello 3: per noi una roba sembra palese ma agli occhi del paziente invece non lo è)
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Ci sono pazienti che dopo aver fatto colloqui, test non vengono al colloquio per la restituzione, o
posticipano: sono inconsapevolmente terrorizzati da quello che potrebbe venir detto. Anche se l'alleanza è
buona uno ha paura che non è consapevole. Siamo in una condizione di responsabilità e può esser
spaventosa per il paziente.
Una restituzione con timing sbagliata si crea una rottura: a fronte di un'alleanza sufficientemente buona il
paziente si arrabbia ma non ti fa fuori. Quando noi sappiamo che l’altro può sbagliare e riparare e anche
noi, non ci protegge dallo sbagliare ma ci aiuta a riparare. Imparare ad essere flessibili e muoverci in modo
che se l’altro ci dice no è no (se no la posizione diventa abusante). → le rotture sono involontarie ma le
rotture sono necessarie. C’è un’alleanza di lavoro e una umana su cui si basa tutto. Le prese di posizione
narcisistiche di clinici e terapeuti fanno saltare l’alleanza e non ha senso perché siamo al servizio del
paziente.
Lo psicologo deve essere in grado di giudicare quanto l'Io del paziente può accettare tutti gli aspetti della
diagnosi per valutare quali aspetti comunicargli. E' importante che lo psicologo utilizzi un linguaggio
semplice e non tecnico. Per concludere lo psicologo può formulare una proposta di presa in carico in
terapia o di altri tipi di intervento. Quando il paziente è minorenne la restituzione viene fatta anche ai
genitori.
Il giudizio del clinico non è sul paziente ma è una capacità di giudizio sui livelli di possibile comprensione del
paziente su quanto andremo a dirgli. Devo saper giudicare se il terreno è stabile che mi permette di
raggiungere il paziente o se questo terreno è debole e rompe l’alleanza.
Il linguaggio è civile e non tecnico verso il paziente, spesso preso dalle parole, metafore del paziente stesso
(sintonizzazione più contenuta con il linguaggio del paziente), fargli capire che abbiamo capito e che è
coccolato in questo. Parole semplici non tecniche.
Se si scrive per i colleghi si possono usare di più le parole tecniche: linguaggio molto utile ma che ha un
peso/significato differente da cultura e abitudini → restituzioni a colleghi con approcci diversi si riporta la
diagnosi nosografica e descrittiva, ma poi argomentare in modo che sia comprensibile ad altre culture ed
informazioni. Riportare eventi che aiutano a riempire di significato la parte descrittiva: la nostra relazione è
un po’ più piena di significato (risuona nella tridimensionalità della vita specifica di quel paziente)

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