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Diagnosi Ipnotica

Accanto alla diagnosi nosografica per la psicoterapia ericksoniana è importante la diagnosi ipnotica,
ovvero l'inquadramento della persona dal punto di vista ipnotico. Questo significa sostanzialmente
notare una serie di paramenti, che si dividono in:
1. Aspetti sensoriali e percettivi: ovvero come il paziente percepisca il mondo, con quali lenti
lo osservi, con quale senso principalmente filtri le sue esperienze.
A questo livello, il terapeuta cerca di capire quale canale sensoriale solitamente impieghi il
soggetto per ottenere informazioni dal mondo esterno: gli occhi? Le orecchie? O le
sensazioni tattili? Ovvero è un tipo prevalentemente visivo, uditivo o cinestesico? Infatti,
anche se ognuno di noi utilizza tutti e 3 i canali, uno è di solito il preferito rispetto agli altri.
A livello percettivo è importante focalizzarsi anche su come il paziente utilizzi la sua
attenzione e dove la dirotti, se all'interno o esternamente. I soggetti orientati internamente
volgono il loro sguardo spesso in basso e tendono a parlare dei loro stati interni, delle loro
emozioni e sentimenti; chi invece è orientato all´esterno invece concentra fuori di sé la sua
attenzione e il suo sguardo.
Infine, nell'ambito della diagnosi ipnotica l'attenzione si distingue in focalizzata, concentrata
su un aspetto per volta, o diffusa, che girovaga sovente da una cosa all´altra.
2. Aspetti cognitivi: ovvero il tipo di pensiero, lineare, cioè sequenziale e ordinato, o a
mosaico, che comporta il considerare contemporaneamente più aspetti di un episodio,
esperienza, etc... . Si valuta anche se nei suoi racconti la persona tenda a enfatizzare o
minimizzare ciò che va dicendo.
3. Aspetti relazionali: cioè come il paziente si relazioni agli altri, quindi: in posizione di
dominanza o soccombenza? Nella relazione terapeutica è' collaborativo o no? Tende a
prendere o a dare?
Un aspetto non di scarso rilevo è rappresentato dalla struttura della famiglia, quindi l'ordine
di genitura del paziente, che determina non solo il ruolo in famiglia, ma anche alcuni aspetti
della personalità. Ad esempio, i primogeniti sono di solito più responsabili e maturi rispetto
agli altri figli.
E' importante anche osservare il contesto di provenienza del paziente, distinto in rurale o
urbano. Infatti, il nascere in città o in campagna può contribuire a influenzare per qualche
aspetto la personalità. Solitamente chi è vissuto in città è più orientato al presente, mentre
chi abita in campagna si orienta maggiormente al futuro (Come sarà il raccolto? Il clima
nella prossima stagione? Etc...).
Inoltre, chi è urbano solitamente è frettoloso, va spesso di corsa rispetto alla persona agreste,

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generalmente abituata a seguire i ritmi della natura e a concedersi più tempo.
4. Aspetti emotivi: ovvero come il paziente viva le emozioni, il rapporto che ha con le sue
emozioni e i suoi stati interni.
Infine, vengono esaminati anche aspetti identitari, etici e strettamente personali del paziente,
ovvero: i valori che ne guidano la condotta, le passioni e gli hobbies, i passatempi, etc... .
La valutazione di tutti questi aspetti risulta di cruciale importanza per ottenere il massimo dalla
trance che verrà indotta, e per fare in modo che il paziente sia massimamente assorbito da ciò che
verrà detto. Effettuare una buona diagnosi ipnotica significa parlare lo stesso linguaggio del
paziente, catturarne e assorbirne al massimo l'attenzione per poi dirottarla sugli obiettivi terapeutici.
Ma passando agli aspetti concreti, cosa si osserva per realizzare la diagnosi ipnotica?
In una parola, tutto, a partire dall'aspetto esteriore della persona, ovvero: l' abbigliamento, nel suo
stile (convenzionale, elegante, sportivo o casual) e nella modalità (trasandato, sciatto, disadorno,
curato, eccessivamente curato con dettagli maniacali); i capelli, se puliti, curati, pettinati, tagliati,
etc..., e, per quanto riguarda la pelle, la presenza o meno di tatuaggi e/o piercing.
Secondariamente, passiamo alla disamina del linguaggio non verbale, a partire dai primi momenti:
come la persona stringe la mano? Ha una bella stretta, tonica, oppure flaccida e debole? Come si
presenta la sua mano stessa? Calda o fredda? Sudata o asciutta?
Si passa poi all'osservazione del linguaggio non verbale, che risulta essenziale. Infatti, esso sfugge
al diretto controllo della mente razionale in quanto proviene dal corpo, il serbatoio di informazioni
più potente, 'sincero' e affidabile di cui il terapeuta disponga. Come ormai è risaputo, in un
messaggio verbale le parole dette contano il 7%, gli aspetti paraverbali il 38%, e il non verbale il
55%. Da ciò deriva che la maggior parte dei contenuti più affidabili siano veicolati proprio da
quest'ultimo canale: al netto delle parole, il corpo parla, e dice sempre la verità. Il linguaggio non
verbale esprime le emozioni, gli atteggiamenti e i vissuti del soggettivi relativamente all’immagine
di se’ e del proprio corpo. Infine, dal punto di vista relazionale risulta strettamente connesso alle
relazioni interpersonali, in quanto foriero di importanti informazioni circa la modalità con cui la
persona viva il contatto con l'altro.
Rientrano nel linguaggio non verbale gli aspetti relativi alla postura, ovvero il modo in cui le
persone dispongano le varie parti del corpo 1 nello spazio. A questo livello noteremo come la
persona entri nella stanza e come si segga sulla sedia; è fondamentale anche dove si segga (in 2 casi
mi sono capitati pazienti che si sono seduti sulla mia sedia, al di qua della scrivania, mentre io ero
occupata a chiudere la porta... direi una bella informazione dal punto di vista della loro
personalità!).

1. Testa, gambe, braccia, mani, etc... .

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Risulta di gran peso anche l'osservazione del comportamento spaziale, ovvero l'insieme dei
comportamenti non verbali con cui usiamo (intenzionalmente o meno) il corpo e la sua posizione
nello spazio al fine di comunicare qualcosa riguardo come a ci sentiamo dentro.
In rapporto a questo aspetto, è importante osservare la distanza con cui il paziente si ponga rispetto
al terapeuta. A questo livello distinguiamo:
1. La distanza intima (45 cm), che facilita il contatto interpersonale e permette anche la
percezione dell’odore;
2. La distanza personale (45-120 cm), con possibilità di contatto, anche se non si percepisce
l’odore dell'altro, e tono della voce medio;
3. La distanza sociale (2-3 m), con assenza di contatto diretto e tono della voce sostenuto;
4. La distanza pubblica (>3.5 m), per comparse pubbliche.
La distanza spaziale con cui il paziente si posiziona rispetto al terapeuta indica la vicinanza,
l'intensità e l'intimità della relazione, elemento da tenere ben presente nel determinare che direzione
dare alla trance ipnotica.
Essenziale anche l'osservazione della modalità con sui la persona gestisca lo spazio che occupa: che
posizione del corpo assume con più frequenza? Lo fa in modo deciso, sicuro, oppure timido e
insicuro?
Nella valutazione del linguaggio non verbale risulta essenziale anche la puntuale analisi della
gestualità messa in atto dalla persona, indice dei suoi stati interni. I gesti si dividono in: simbolici
(prodotti volontariamente, spesso convenzionali), illustratori (utili per accompagnare e enfatizzare il
contenuto del discorso), regolatori (finalizzati ad armonizzare gli interventi dei dialoganti, a
indicarne il ritmo e la frequenza), indicatori ( di vissuti emotivi e/o affettivi) e di scarico tensionale
(utili per canalizzare una tensione centrale attraverso un movimento, come battere le dita,
tamburellare con i piedi, etc...).
Scendiamo più nello specifico con la valutazione del linguaggio del corpo. L'argomento è immenso
ed è stato sviscerato in modi molto approfonditi; tuttavia, in questa sede saranno esaminati solo
alcuni aspetti, di pura utilità puramente pratica. Seguendo questo filo, possiamo quindi identificare
alcuni importanti punti chiave, ovvero: 'Come il paziente usa il corpo? Accompagna ciò che dice
con dei gesti? I suoi gesti sono congruenti con il contenuto del discorso? Oppure quando parla resta
fermo? Tocca gli oggetti sull scrivania? In che modo?'.
Altro punto chiave sono le espressioni facciali prevalenti, che il terapeuta dovrà abilmente
decodificare, e lo sguardo, la cui direzione, come insegna la PNL, fornisce importanti indicazioni.
Inoltre, lo sguardo riveste anche rilevanti funzioni comunicative, è correlato con il livello di intimità
della comunicazione e informa sugli atteggiamenti interpersonali: lo sguardo del paziente è critico?

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Benevolo? Attento?
Infine, una parte fondamentale del linguaggio non verbale è rappresentata dagli aspetti inerenti il
tono vagale, a partire dal respiro, che ci informa sul grado di attivazione della persona davanti a noi.
Quindi: esso è alto ed esprime tensione? Oppure è basso, profondo e rilassato? Inoltre occorre
valutare il tono muscolare (I muscoli sono flessibili, mobili? Oppure fermi, immobili?), il ritmo
della deglutizione, le eventuali modificazioni del colore dell'incarnato e la sudorazione.
Nell'ambito del linguaggio verbale, invece, oltre al contenuto del discorso, agli aspetti sostanziali,
sono densi di significato anche gli aspetti formali, ovvero il tipo di lessico usato, l'uso dei predicati,
i modi di dire caratteristici, etc.
Dalle parole dette dal paziente occorre anche rilevare la prevalenza di elementi attinenti al
orientamento al passato, presente e futuro.
L'ultimo aspetto, ma non ultimo per rilevanza, è costituito dalla cosiddetta costellazione ipnotica,
ovvero dall'insieme dei fenomeni ipnotici che la persona spontaneamente manifesta nel corso
dell'interazione con il terapeuta. Infatti, quando una persona va in trance ipnotica manifesta una
discontinuità comportamentale che non sfugge ad un occhio allenato. Andando nello specifico della
di abbiamo:
1. Cambiamenti nella postura: più rilassata in generale, spalle più basse;
2. Risposte motorie: diminuiscono i movimenti spontanei, la persona tende a fermarsi;
3. Cambiamenti nel tono, nel volume della voce, nel ritmo della voce: la voce si abbassa, il
tono diventa più grave, il ritmo rallenta, le pause sono più lunghe. Inoltre, il tempo di latenza
rispetto alle domande poste si allunga.
4. Diminuisce il tono vagale, determinando una serie di risposte fisiologiche ben precise:
abbassamento visibile della frequenza cardiaca e respiratoria, incarnato più chiaro,
rallentamento della deglutizione;
5. Cambiamento dello sguardo, che si fissa in un punto, focalizzandosi;
6. Possono altresì esserci modificazioni nella memoria, per cui il paziente può spontaneamente
ricordare frammenti della sua vita che aveva dimenticato.
7. Infine, il paziente può manifestare automatismi motori, come trillarsi i capelli, allo scopo
evidente di rilassarsi, di 'coccolarsi'.
Considerare tutti questi aspetti, per poi riorganizzarli dopo in un tutto organico e sintetico, risulta di
rilevanza cruciale per ritagliare sul paziente, sulle sue specifiche caratteristiche, sulle sue uniche
peculiarità, il trattamento ipnotico più adeguato. Infatti, un tratto qualificante della Psicoterapia
Ericksoniana è proprio quello di calzare la terapia, in ogni suo dettaglio, sulle particolarità della
persona destinataria: si tratta proprio di cucire un abito su misura.

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In questo modo, le differenze naturali e fisiologiche tra gli esseri umani sono valorizzate ed esaltate
nella loro singolare irripetibilità.

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