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2018
FOCUS: LE EMOZIONI
“tutti sanno che cos'è un'emozione fino a quando non si prova a definirla.
Diciamo che, nella migliore delle ipotesi, ciascuno sa cosa è per lui una certa emozione ma non é detto che
un'altra persona intenda esattamente la stessa cosa anche se usa la stessa parola... “(D'Urso e Trentin,
1988)
In senso traslato, il verbo significa anche “scuotere, sconvolgere”. La sensazione di essere mossi da ciò che
si prova, e che sembra provenire dal nostro interno, è una caratteristica fondamentale dell’esperienza
emotiva.
Uno studio approfondito delle emozioni è molto complesso, pertanto è necessario studiare l’individuo
nell’interazione con l’ambiente.
Una definizione, generale ma limitata, è stata espressa da Kleinginna e Kleinginna (1981) che hanno riunito
gli aspetti comuni di circa un centinaio di diverse altre definizioni.
L’emozione è un insieme complesso di interazione fra fattori oggettivi e soggettivi, mediati da fattori neurali-
ormonali che può:
- suscitare esperienze affettive come senso di eccitazione, di piacere e dispiacere;
- generare processi cognitivi come effetti percettivi emozionalmente rilevanti, valutazioni cognitive,
processi di etichettamento;
- attivare adattamenti fisiologici diffusi di fronte a condizioni di eccitamento;
- condurre a un comportamento che spesso, ma non sempre, è espressivo, diretto ad uno scopo e
adattivo.
Le dimensioni dell’emozione
Fisiologica: presenza di specifiche reazioni corporee connesse alle diverse emozioni, elicitate dal SNC, dal
SNA e dal sistema endocrino (che regola i livelli di stress e di ansia)
Ekman ha dimostrato che le espressioni facciali e le emozioni sono universali (non determinate dalla
cultura) . [Attraverso una ricerca in una tribù della Papua Nuova Guinea isolata dal resto del mondo Ekman
trovò le seguenti emozioni universali: Rabbia, Disgusto, Tristezza, Gioia, Paura, Sorpresa … «regole di
esibizione»]
Sociale: presenza di un significato fortemente contestualizzato e specifico che dipende dal contesto e dalle
relazioni le emozioni assumono significati specifici in rapporto alla valutazione soggettiva e intersoggettiva
che viene attribuita all’evento emotigeno.
Le relazioni interpersonali sperimentate, pensate, rappresentate o ricordate sono le sorgenti principali delle
nostre emozioni.
- insorge in relazione a specifici eventi, detti antecedenti situazionali o emotigeni (causa delle emozioni) -
dipende da specifiche strutture neurologiche sistema nervoso autonomo (simpatico-parasimpatico) sistema
endocrino
-comporta delle modificazioni fisiologiche battito cardiaco, sudorazione, pelle d’oca, ecc.
Per MacLean (1963) gli stati emotivi guidano il nostro comportamento secondo due principi vitali
fondamentali:
-autoconservazione
-salvaguardia della specie
L’emozione è il segnale preparatorio che predispone l’organismo a un comportamento di emergenza. Lo
scopo è di riportare l’organismo a una condizione di sicurezza.
Il legame tra emozioni ed espressioni è stato proposto da Darwin nel suo libro L’espressione delle emozioni
negli animali e negli uomini (1872) in cui evidenzia che le espressioni facciali delle emozioni negli esseri
umani sono innate e quindi universali (non apprese) ed ipotizza che queste espressioni si fossero evolute
negli animali sociali per favorire la comunicazione.
Le seconde derivano dalle primarie ma sono determinate dalla situazione che le stimola e si riferiscono alla
relazione individuo-situazione.
Emozioni e linguaggio
Daviz (1969) ritiene che il significato delle emozioni sia legato alla nostra esperienza quotidiana, il che
comporta una grande variabilità inter-individuale che può essere risolta trovando una sorta di comunanza
di significato tra le descrizioni verbali degli stati emotivi.
Trova quattro dimensioni emotive fondamentali tramite un metodo di analisi basato sul colloquio:
-attivazione
-relazione con l’ambiente
-tono edonico dello stato emotivo
-senso di adeguatezza del soggetto verso l’ambiente
Determinati termini emotivi presenti nella lingua italiana (o inglese) non hanno l’equivalente semantico e
lessicale in lingue di altre culture.
Differenze culturali
Anche quando si ritiene che un’amozione sia universale, tuttavia presentano configurazioni diverse nelle
varie culture stessa emozione diversi modi per esprimerla
Le emozioni sono strettamente associate al sistema culturale delle credenze che fornisce parametri
cognitivi e modelli per interpretare la realtà e per reagire a essa.
Componenti dell’emozione
E emozioni sono caratterizzate da diversi livelli:
Le emozioni sono state da sempre studiate dall’uomo, da filosofi e teologi, da letterati e da artisti.
In psicologia le emozioni sono state affrontate in termini empirici e sperimentali.
Teorie classiche:
- Teoria periferica di James-Lange
James e Lange(1884) propongono la teoria periferica basata su una definizione empirica e verificabile di
emozione.
La percezione di cambiamenti fisiologici causa l’esperienza emotiva. La risposta fisiologica precede e causa
lo stato emotivo.
Di conseguenza «non tremiamo perché abbiamo paura, ma ABBIAMO PAURA PERCHÉ TREMIAMO»
L’evento emotigeno reazioni neurovegetative (sudorazione, pallore) avvertite dal soggetto e la
percezione di queste modificazioni fisiologiche esperienza emotiva.
limiti alla teoria: l’attivazione fisiologica non è necessaria per le emozioni. L’attivazione fisiologica NON è
sufficiente per identificare le emozioni
Confuta la teoria di James-Lange: i cambiamenti corporali sono troppo lenti per essere la causa
dell’emozioni e non sono specifici per ogni emozione.
Cannon sviluppa la teoria talamica o della reazione di emergenza: le emozioni sono attivate e regolate da
centri nervosi centrali che si trovano nella regione talamica.
Quando lo stimolo emotigeno raggiunge la corteccia, i centri corticali li decodificano e vi attribuiscono
significato e attivano poi i centri periferici.
Il talamo invia gli impulsi al sistema nervoso simpatico (reazione fisiologica) e contemporaneamente alla
corteccia cerebrale che consapevolizza l’emozione.
Gli stimoli esterni elaborati dal talamo vanno verso la corteccia cerebrale e verso l’ipotalamo.
A sua volta l’ipotalamo invia messaggi ai muscoli volontari ed involontari e alla corteccia
L’interazione nella corteccia tra i messaggi riguardanti l’identità dello stimolo e il suo significato emotivo
produce l’esperienza cosciente di un’emozione.
Secondo questa teoria, risposte fisiche emotive (es. scappare davanti ad un orso) e sentimenti (esperienze
emotive coscienti, es. provare paura) avvengono in parallelo e non in sequenza, come per James.
STIMOLOATTIVAZIONE FISIOLOGICA
ESPERIENZA SOGGETTIVA DELL’EMOZIONE
In sintesi…
James-Lange (1884)
Noi sperimentiamo un’emozione in risposta a cambiamenti fisiologici del nostro corpo. I cambiamenti
fisiologici di risposta a una situazione/evento emotigeno sono essi stessi l’emozione. Se questi vengono
rimossi, l’emozione svanirà (es. paura, imbarazzo).
Cannon-Bard (1927)
L’emozione si può verificare in assenza di espressione emotiva. Prove resezione del midollo spinale.
Non esiste correlazione tra emozione e sua espressione (paura). E’ l’emozione stessa che genera la risposta
fisiologica.
- Schachter introduce per primo concezione psicologica delle emozioni attraverso la teoria cognitivo-
attivazionale o teoria dei due fattori
L’emozione è la risultante di due componenti distinte:
1. componente di attivazione fisiologica dell’organismo (AROUSAL)
2 .componente Ψ cognitiva di percezione dello stato di attivazione fisiologica e sua spiegazione in funzione
di un evento emotigeno
Le espressioni facciali forniscono informazioni propriocettive, motorie, cutanee e vascolari che influenzano
il processo emotivo.
Esistono due versioni di questa ipotesi:
• forte (Ekman, Levenson e Friesen,1983): le espressioni facciali, da sole, sono sufficienti a generare
l’emozione. Secondo gli autori gli effetti sarebbero innati;
• debole: il feedback facciale aumenta soltanto l’intensità dell’emozione.
Esistono evidenze empiriche per la versione debole di tale ipotesi; per contro, la versione forte è ancora da
approfondire.
Laird (1984) ha valutato gli effetti del feedback facciale attraverso i resoconti personali dei soggetti.
Tali effetti sono riscontrati più frequentemente in quelle persone che prestano attenzione focale ai segnali
da esse stesse prodotti.
Vi sarebbe quindi una mediazione cognitiva, di tipo percettivo, delle espressioni facciali.
Le teorie psicoevoluzionistiche
Attorno agli anni ’60, Tomkins riprese il pensiero di Darwin e propose la concezione psicoevoluzionistica
delle emozioni, secondo cui le emozioni sono strettamente associate alla realizzazione di scopi universali,
connessi con la sopravvivenza della specie e dell’individuo.
I suoi allievi Ekman e Izard (dal 1972 al 1994) hanno dato particolare sviluppo a questa prospettiva teorica.
Innanzi tutto, essi avanzano l’ipotesi delle emozioni primarie (= gioia, collera, paura, disgusto, tristezza,
sorpresa, disprezzo); le altre emozioni sono miste o secondarie o complesse.
La prospettiva psicoevoluzionistica implica una concezione categoriale delle emozioni intese come
categorie discrete e distinte.
• In questa prospettiva le singole emozioni sono totalità chiuse, fra loro separate, non ulteriormente
scomponibili, invarianti e universali, in quanto esito dell’adattamento e dell’apprendimento filogenetico
• di conseguenza, le espressioni facciali delle emozioni sono universali, eguali in tutte le culture
A questa tesi negli anni ‘40 si contrappose l’ipotesi culturalista delle espressioni facciali delle emozioni: il
Russell (1994) avviò il processo di revisione della tesi innatista e pose in evidenza numerosi punti deboli
di tale prospettiva.
Oggi si ritiene più opportuno parlare di interazione fra aspetti biologici e aspetti culturali: sulla base di una
piattaforma genetica, eguale per tutti gli individui, si osservano rilevanti e significative variazioni culturali.
Emozione e cultura
Le emozioni presentano delle rilevanti variazioni culturali sia nella loro natura sia nelle loro modalità
espressive.
Esse, infatti, sono strettamente associate al sistema culturale delle credenze, che fornisce parametri
cognitivi e modelli mentali per interpretare la realtà e per reagire a essa
Lazarus (1966-1984)
“emoction and adactionLo studio delle emozioni deve comprendere lo studio di cognizione, motivazione,
adattamento e attività fisiologica.
1.L’idea centrale della sua teoria è il concetto di valutazione che si riferisce a un processo decisionale che
valuta i danni ed i benefici personali esistenti in ogni interazione persona-ambiente:
valutazioni primarie se la situazione è congruente con l’obiettivo e il coinvolgimento dell’io
valutazioni secondarie decidono sul biasimo o il credito, il proprio potenziale di coping e le
aspettative future
Le emozioni sono considerate categorie discrete, ognuna delle quali può essere collocato lungo un
continuum.
Si possono verificare diverse emozioni contemporaneamente perché in ogni particolare incontro vengono
coinvolti molteplici motivazioni e obiettivi.
Ogni emozione comporta una specifica tendenza all’azione (es. fuga il caso di paura)
2.studia il concreto di temi relazionali nucleari secondo cui ogni emozione è collegata con una determinata
circostanza che la attiva. è un danno o beneficio che si ottiene in ogni incontro emozionale. (es. tema
relazionale nucleare per la rabbia è “un’offesa umiliante contro me e le mie cose”)
L’emozione coinvolge sempre la cognizione
“la valutazione è una causa necessaria e sufficiente delle emozioni e l’emergere di emozioni diverse nei
lattanti e nei bambini di diversa età riflette lo sviluppo della comprensione di sé e del mondo.” non esiste
un’emozione senza cognizione.
Cervello ed emozioni
Percezione di uno stimolo emotigeno risposta complessa da parte dell’organismo attraverso l’attivazione
di diverse strutture cerebrali:
•risposte ormonali attraverso l’attivazione dell’ipotalamo
•risposte vegetative attraverso il sistema autonomo simpatico e parasimpatico messo in funzione
dall’ipotalamo
•risposte motorie attraverso il grigio periacqueduttale
•risposte esperienziali attraverso (verosimilmente) la corteccia del cingolo anteriore
•risposte sociali attraverso il lobo frontale.
Numerose strutture corticali e sottocorticali sono coinvolte nella regolazione delle emozioni, nella
motivazione e nell’associazione degli stati emozionali con i ricordi e le sensazioni:
•Corteccia Cingolata
•Amigdala
•Ipotalamo
•Ippocampo
•Giro Paraippocampale
•Corteccia Orbito-frontale
•Corteccia Somestesica
•Insula
•Tronco Encefalico (nuclei monaminergici)
•Grigio Periacqueduttale
Basi neurodinamiche delle emozioni= sistema libico (= ippocampo e ipotalamo, amigdala e corteccia
prefrontale)
Secondo il paradigma proposto da Damasio (1995; 2000) possiamo distinguere le emozioni in primarie e
secondarie.
Le primarie rappresentano una risposta automatica ed istintiva agli stimoli esterni;
hanno il proprio substrato nel sistema limbico, in particolare nell’amigdala e nel cingolato anteriore; e si
manifestano con delle risposte somatiche (coinvolgimento dei visceri, dei muscoli scheletrici, delle
ghiandole endocrine, del sistema vascolare e di quello immunitario).
Le secondarie rappresentano un passaggio successivo nell’elaborazione dell’esperienza emotiva
cosciente, e nascono «una volta che abbiamo cominciato a provare sentimenti e a stabilire connessioni
sistematiche tra categorie di oggetti e situazioni da un lato, ed emozioni primarie, dall’altro».
Emozioni e memoria