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11.12.

2018

FOCUS: LE EMOZIONI

Le emozioni sono soggettive e dipendono da contesto sociale in cui si è.


Lo sviluppo delle emozioni è dipendente dalla famiglia in cui si nasce, dal contesto sociale e ambientale.
Possono segnare la vita delle persone e il modo in cui si vive. Non è facile definire un emozione.

“tutti sanno che cos'è un'emozione fino a quando non si prova a definirla.
Diciamo che, nella migliore delle ipotesi, ciascuno sa cosa è per lui una certa emozione ma non é detto che
un'altra persona intenda esattamente la stessa cosa anche se usa la stessa parola... “(D'Urso e Trentin,
1988)

Origini del termine


Il termine “emozione” ha origine da “emotus”, participio passato di “emovere” che, letteralmente, significa
“muovere da, allontanare”.

In senso traslato, il verbo significa anche “scuotere, sconvolgere”. La sensazione di essere mossi da ciò che
si prova, e che sembra provenire dal nostro interno, è una caratteristica fondamentale dell’esperienza
emotiva.

Uno studio approfondito delle emozioni è molto complesso, pertanto è necessario studiare l’individuo
nell’interazione con l’ambiente.

Che cosa sono le emozioni

L’emozione è un’entità complessa, un’esperienza che coinvolge processi neuropsicologici, psicofisici,


cognitivi nonché sistemi di controllo del comportamento.

Una definizione, generale ma limitata, è stata espressa da Kleinginna e Kleinginna (1981) che hanno riunito
gli aspetti comuni di circa un centinaio di diverse altre definizioni.

L’emozione è un insieme complesso di interazione fra fattori oggettivi e soggettivi, mediati da fattori neurali-
ormonali che può:
- suscitare esperienze affettive come senso di eccitazione, di piacere e dispiacere;
- generare processi cognitivi come effetti percettivi emozionalmente rilevanti, valutazioni cognitive,
processi di etichettamento;
- attivare adattamenti fisiologici diffusi di fronte a condizioni di eccitamento;
- condurre a un comportamento che spesso, ma non sempre, è espressivo, diretto ad uno scopo e
adattivo.

Le dimensioni dell’emozione

Fisiologica: presenza di specifiche reazioni corporee connesse alle diverse emozioni, elicitate dal SNC, dal
SNA e dal sistema endocrino (che regola i livelli di stress e di ansia)

• variazione pulsazioni cardiache


• aumento o la diminuzione della sudorazione
• l'accelerazione del ritmo respiratorio
• l'aumento o il rilassamento della tensione muscolare
Cognitiva: capace di mediare il rapporto con l’ambiente, di valutare e dare significato alle reazioni messe in
atto dall’organismo, che stimola l’individuo a far fronte agli eventi.
La valutazione cognitiva consente di attribuire significato alle reazioni che l’organismo mette in atto e di
stimolare e guidare l’individuo a far fronte (coping) all’evento che ha scatenato l’emozione.

Motivazionale: orienta all’azione e modifica/regola il comportamento in relazione ai desideri e agli scopi


(ricerca eventi piacevoli, evita spiacevoli); stabilisce le priorità .

Espressivo-comunicativo: presenza di configurazioni facciali e altre manifestazioni non verbali (prosodia),


essenzialmente universali e specifiche per ogni emozione

Ekman ha dimostrato che le espressioni facciali e le emozioni sono universali (non determinate dalla
cultura) . [Attraverso una ricerca in una tribù della Papua Nuova Guinea isolata dal resto del mondo Ekman
trovò le seguenti emozioni universali: Rabbia, Disgusto, Tristezza, Gioia, Paura, Sorpresa … «regole di
esibizione»]

Sociale: presenza di un significato fortemente contestualizzato e specifico che dipende dal contesto e dalle
relazioni le emozioni assumono significati specifici in rapporto alla valutazione soggettiva e intersoggettiva
che viene attribuita all’evento emotigeno.
Le relazioni interpersonali sperimentate, pensate, rappresentate o ricordate sono le sorgenti principali delle
nostre emozioni.

Caratteristiche delle emozioni (in sintesi)

L’emozione è un processo consapevole che :

- insorge in relazione a specifici eventi, detti antecedenti situazionali o emotigeni (causa delle emozioni) -
dipende da specifiche strutture neurologiche sistema nervoso autonomo (simpatico-parasimpatico) sistema
endocrino

-comporta delle modificazioni fisiologiche battito cardiaco, sudorazione, pelle d’oca, ecc.

- ha delle manifestazioni esterne ed è pertanto riconoscibile dagli altri (p.e. rossore)


- prepara, o inibisce, alcuni comportamenti

- influenza alcuni processi cognitivi attenzione, memoria, linguaggio, pensiero

- assolve a funzioni adattive emozioni primarie (o coping)

La funzione delle emozioni

Punto molto dibattuto.

- Alcuni autori sottolineano il ruolo comunicativo e relazionale delle emozioni


- Altri sostengono che le emozioni siano qualcosa di dirompente e irrazionale che interrompe il
normale flusso cognitivo

- Altri sostengono la funzione adattiva valore evoluzionistico.


Per Scherer (1984), la flessibilità comportamentale e adattiva dell’organismo dipende dalle emozioni. Esse
si sono sostituite a comportamenti innati e rigidi quali i riflessi. In questo modo, hanno contribuito ad
ampliare le possibilità di risposta comportamentale di fronte agli stimoli ambientali.

Per MacLean (1963) gli stati emotivi guidano il nostro comportamento secondo due principi vitali
fondamentali:
-autoconservazione
-salvaguardia della specie
L’emozione è il segnale preparatorio che predispone l’organismo a un comportamento di emergenza. Lo
scopo è di riportare l’organismo a una condizione di sicurezza.

Identificazione delle emozioni

Il legame tra emozioni ed espressioni è stato proposto da Darwin nel suo libro L’espressione delle emozioni
negli animali e negli uomini (1872) in cui evidenzia che le espressioni facciali delle emozioni negli esseri
umani sono innate e quindi universali (non apprese) ed ipotizza che queste espressioni si fossero evolute
negli animali sociali per favorire la comunicazione.

Aveva raccolto molte osservazioni che provavano che le espressioni facciali:


a) compaiono in forma simile nei primati;
b) nei neonati si presentano nella stessa forma osservata per gli adulti;
c) sono uguali e presenti sin dai primi mesi di vita sia in persone cieche dalla nascita sia in individui vedenti;
d) sono simili in diverse razze e gruppi umani molto diversi tra loro.

Emozioni primarie fondamentali e secondarie e complesse


Ekman (1992) propone un diverso sistema di classificazione che suddivide le emozioni in primarie o
fondamentali, e secondarie o complesse.
Le prime (sorpresa, gioia, ira, paura, disgusto/disprezzo, tristezza) devono essere biologicamente e
filogeneticamente riconoscibili dalla presenza di nove caratteristiche specifiche: presenza di segnali non
verbali, presenza in altri primati, distinte reazioni fisiologiche, presenza di antecedenti distinti ed universali,
coerenza tra le risposte emozionali, rapida insorgenza, breve durata, valutazione cognitiva automatica e
occorrenza spontanea.

Le seconde derivano dalle primarie ma sono determinate dalla situazione che le stimola e si riferiscono alla
relazione individuo-situazione.

Emozioni e linguaggio

Daviz (1969) ritiene che il significato delle emozioni sia legato alla nostra esperienza quotidiana, il che
comporta una grande variabilità inter-individuale che può essere risolta trovando una sorta di comunanza
di significato tra le descrizioni verbali degli stati emotivi.
Trova quattro dimensioni emotive fondamentali tramite un metodo di analisi basato sul colloquio:
-attivazione
-relazione con l’ambiente
-tono edonico dello stato emotivo
-senso di adeguatezza del soggetto verso l’ambiente

Ortony e collaboratori (1987) illustrano un modello tassonomico del lessico emotivo.


Parte dalla constatazione che questo contiene sia termini che si riferiscono in forma diretta alle emozioni
sia termini che si limitano solo ad implicarle; il contesto linguistico in cui questo secondo tipo di parole sono
utilizzate cambia la loro caratteristica di affettività.

Determinati termini emotivi presenti nella lingua italiana (o inglese) non hanno l’equivalente semantico e
lessicale in lingue di altre culture.

Differenze culturali

Anche quando si ritiene che un’amozione sia universale, tuttavia presentano configurazioni diverse nelle
varie culture stessa emozione diversi modi per esprimerla
Le emozioni sono strettamente associate al sistema culturale delle credenze che fornisce parametri
cognitivi e modelli per interpretare la realtà e per reagire a essa.

Componenti dell’emozione
E emozioni sono caratterizzate da diversi livelli:

1) Livello espressivo: le emozioni, infatti, implicano cambiamenti nell’espressione facciale, nella


postura e nel comportamento.

Indicatori delle emozioni:


-volto: Il canale più studiato in psicologia è quello delle espressioni facciali
- È un canale molto utilizzato e molto ricercato dalle persone
- È parzialmente volontario e parzialmente involontario (ricerche sulla menzogna…)
Le espressioni facciali sono innate, mentre i gesti e le manifestazioni delle emozioni sono determinati
dalla cultura di appartenenza.
-Voce
-gesti (emblematici, illusori, indicatori emozionali, regolatori, adattatori
- postura è un condizionamento di base esercitata dalle esperienze emozionali sedimentate lungo la storia
personale, non è l’espressione di un atteggiamento del momento.

Eckman da 3 indizi per capire se un’espressione è sincera o no:


 asimmetria
 tempo
 collocazione nel corso della conversazione

Indicatori non verbali della menzogna:


– sbattere le palpebre,
– avere pupille dilatate,
– usare una tonalità di voce più alta,
– esibire contraddittorietà tra segnali di diversi canali (ad esempio guarda l’interlocutore negli occhi, ma si
allontana da lui col corpo),
– parlare in modo più esitante
- sorriso “vero”: oltre alla curvatura verso l’alto della bocca, sono presenti anche delle piccole arricciature
attorno agli occhi, che invece sono assenti nel caso di sorriso “finto”, in quanto i muscoli del contorno degli
occhi sono difficilmente controllabili volontariamente (Ekman, 1985).

2) Livello fisiologico o dell’attivazione: l’emozione implica cambiamenti relativi ai processi biochimici,


per es. l’aumento del battito cardiaco che ci preparano all’azione.

3) Livello dei sentimenti: dato dalla consapevolezza dei nostri sentimenti.


4) Livello cognitivo: dato dal significato delle emozioni e dalla valutazione del contesto esterno e
interno nel quale proviamo emozioni.

Principali teorie sulle emozioni

Le emozioni sono state da sempre studiate dall’uomo, da filosofi e teologi, da letterati e da artisti.
In psicologia le emozioni sono state affrontate in termini empirici e sperimentali.

Teorie classiche:
- Teoria periferica di James-Lange
James e Lange(1884) propongono la teoria periferica basata su una definizione empirica e verificabile di
emozione.
La percezione di cambiamenti fisiologici causa l’esperienza emotiva. La risposta fisiologica precede e causa
lo stato emotivo.
Di conseguenza «non tremiamo perché abbiamo paura, ma ABBIAMO PAURA PERCHÉ TREMIAMO»
L’evento emotigeno reazioni neurovegetative (sudorazione, pallore) avvertite dal soggetto e la
percezione di queste modificazioni fisiologiche  esperienza emotiva.

Lange approfondisce le componenti anatomo-fisiologiche delle emozioni, rintracciando specifici distretti


-----muscolari
-muscoli scheletrici
-muscoli lisci dei visceri
-muscoli lisci del sistema vascolare

limiti alla teoria: l’attivazione fisiologica non è necessaria per le emozioni. L’attivazione fisiologica NON è
sufficiente per identificare le emozioni

STIMOLO ATTIVAZIONE FISIOLOGICA SPECIFICA ESPERIENZA SOGGETTIVA DELL’EMOZIONE

- Teoria centrale di Cannon (e Bard)

Confuta la teoria di James-Lange: i cambiamenti corporali sono troppo lenti per essere la causa
dell’emozioni e non sono specifici per ogni emozione.

Cannon sviluppa la teoria talamica o della reazione di emergenza: le emozioni sono attivate e regolate da
centri nervosi centrali che si trovano nella regione talamica.
Quando lo stimolo emotigeno raggiunge la corteccia, i centri corticali li decodificano e vi attribuiscono
significato e attivano poi i centri periferici.

Il talamo invia gli impulsi al sistema nervoso simpatico (reazione fisiologica) e contemporaneamente alla
corteccia cerebrale che consapevolizza l’emozione.

Gli stimoli esterni elaborati dal talamo vanno verso la corteccia cerebrale e verso l’ipotalamo.
A sua volta l’ipotalamo invia messaggi ai muscoli volontari ed involontari e alla corteccia
L’interazione nella corteccia tra i messaggi riguardanti l’identità dello stimolo e il suo significato emotivo
produce l’esperienza cosciente di un’emozione.

Secondo questa teoria, risposte fisiche emotive (es. scappare davanti ad un orso) e sentimenti (esperienze
emotive coscienti, es. provare paura) avvengono in parallelo e non in sequenza, come per James.

STIMOLOATTIVAZIONE FISIOLOGICA
ESPERIENZA SOGGETTIVA DELL’EMOZIONE
In sintesi…
James-Lange (1884)
Noi sperimentiamo un’emozione in risposta a cambiamenti fisiologici del nostro corpo. I cambiamenti
fisiologici di risposta a una situazione/evento emotigeno sono essi stessi l’emozione. Se questi vengono
rimossi, l’emozione svanirà (es. paura, imbarazzo).

Cannon-Bard (1927)
L’emozione si può verificare in assenza di espressione emotiva. Prove resezione del midollo spinale.
Non esiste correlazione tra emozione e sua espressione (paura). E’ l’emozione stessa che genera la risposta
fisiologica.

La teoria cognitivo-attivazionale delle emozioni


Le teorie periferiche e centrale si sono dimostrate parzialmente vere, si sono focalizzate specialmente sugli
aspetti biologici

- Schachter introduce per primo concezione psicologica delle emozioni attraverso la teoria cognitivo-
attivazionale o teoria dei due fattori
L’emozione è la risultante di due componenti distinte:
1. componente di attivazione fisiologica dell’organismo (AROUSAL)
2 .componente Ψ cognitiva di percezione dello stato di attivazione fisiologica e sua spiegazione in funzione
di un evento emotigeno

In questo processo, particolare attenzione è assegnata all’evaluative need


= Bisogno di attribuzione causale che stabilisce una connessione indispensabile fra arousal ed
etichettamento cognitivo (o appraisal), in modo da attribuire la propria attivazione corporea ad un evento
emotigeno pertinente e da etichettare la propria esperienza emotiva in modo adeguato.
(Vd. Teorie della valutazione cognitiva e della tendenza all’azione pg. 312)

STIMOLO ATTIVAZIONE FISIOLOGICA+ ETICHETTA COGNITIVA DELL’ATTIVAZIONE ESPERIENZA


SOGGETTIVA DI UN’EMOZIONE PARTICOLARE
Ipotesi del feedback facciale

Le espressioni facciali forniscono informazioni propriocettive, motorie, cutanee e vascolari che influenzano
il processo emotivo.
Esistono due versioni di questa ipotesi:
• forte (Ekman, Levenson e Friesen,1983): le espressioni facciali, da sole, sono sufficienti a generare
l’emozione. Secondo gli autori gli effetti sarebbero innati;
• debole: il feedback facciale aumenta soltanto l’intensità dell’emozione.

Esistono evidenze empiriche per la versione debole di tale ipotesi; per contro, la versione forte è ancora da
approfondire.

Laird (1984) ha valutato gli effetti del feedback facciale attraverso i resoconti personali dei soggetti.
Tali effetti sono riscontrati più frequentemente in quelle persone che prestano attenzione focale ai segnali
da esse stesse prodotti.
Vi sarebbe quindi una mediazione cognitiva, di tipo percettivo, delle espressioni facciali.

Teoria vascolare dell’efferenza emotiva


Secondo questa teoria il ritmo e le modalità della respirazione nasale assicurano il raffreddamento termico
della regione talamica, sotteso al mantenimento degli stati emotivi positivi (raffreddamento ipotalamico).
Quindi i cambiamenti dei valori termici dell’ipotalamo influenzano in modo rilevante gli stati emotivi ma
questi valori termici sono modificabili dall’azione dei muscoli facciali (Zajonc, 1994).
Si può collegare questa teoria con antiche pratiche legate allo yoga, alla meditazione trascendentale, al
training autogeno, ecc.

Il paradigma del transfer di eccitazione


L’attivazione di qualsiasi emozione non cessa repentinamente ma si esaurisce in modo lento. Di
conseguenza, un soggetto può attribuire il residuo dell’attivazione per l’emozione A alla successiva
emozione B (di altro tipo), aumentandone l’intensità (Zillmann, 1978).
Merita particolare attenzione il legame fra eccitazione sessuale e aggressività.

Le teorie psicoevoluzionistiche

Attorno agli anni ’60, Tomkins riprese il pensiero di Darwin e propose la concezione psicoevoluzionistica
delle emozioni, secondo cui le emozioni sono strettamente associate alla realizzazione di scopi universali,
connessi con la sopravvivenza della specie e dell’individuo.
I suoi allievi Ekman e Izard (dal 1972 al 1994) hanno dato particolare sviluppo a questa prospettiva teorica.
Innanzi tutto, essi avanzano l’ipotesi delle emozioni primarie (= gioia, collera, paura, disgusto, tristezza,
sorpresa, disprezzo); le altre emozioni sono miste o secondarie o complesse.

La prospettiva psicoevoluzionistica implica una concezione categoriale delle emozioni intese come
categorie discrete e distinte.
• In questa prospettiva le singole emozioni sono totalità chiuse, fra loro separate, non ulteriormente
scomponibili, invarianti e universali, in quanto esito dell’adattamento e dell’apprendimento filogenetico
• di conseguenza, le espressioni facciali delle emozioni sono universali, eguali in tutte le culture

L’espressione delle emozioni


Le emozioni sono provate, ma anche manifestate all’esterno attraverso le espressioni emotive.
Dawin propone la tesi di universalità e innatezza delle espressioni facciali delle emozioni, uguali in tutti i
popoli della terra e da tutti riconosciuta.

A questa tesi negli anni ‘40 si contrappose l’ipotesi culturalista delle espressioni facciali delle emozioni: il

Ekman Particolari espressioni facciali sono universalmente associate a determinate emozioni.


Le configurazioni facciali sono degli «universali», mentre gli stimoli ambientali che suscitano particolari
reazioni emotive nelle diverse situazioni sociali sono determinati dalla cultura di appartenenza.
ipotizzò la presenza di un «programma» neuromuscolare specifico per ogni emozione discreta che conduce
alla medesima espressione facciale in tutti gli esseri umani dalla loro cultura di appartenenza e dal grado di
istruzione (ogni emozione ha un segnale panculturale distintivo).

Russell (1994) avviò il processo di revisione della tesi innatista e pose in evidenza numerosi punti deboli
di tale prospettiva.
Oggi si ritiene più opportuno parlare di interazione fra aspetti biologici e aspetti culturali: sulla base di una
piattaforma genetica, eguale per tutti gli individui, si osservano rilevanti e significative variazioni culturali.

Emozione e cultura
Le emozioni presentano delle rilevanti variazioni culturali sia nella loro natura sia nelle loro modalità
espressive.
Esse, infatti, sono strettamente associate al sistema culturale delle credenze, che fornisce parametri
cognitivi e modelli mentali per interpretare la realtà e per reagire a essa

Lazarus (1966-1984)

Studia le relazioni tra lo stress e coping(capacità di affrontare lo stress) negli adulti.


Stress e coping fanno parte delle emozioni.

“emoction and adactionLo studio delle emozioni deve comprendere lo studio di cognizione, motivazione,
adattamento e attività fisiologica.

1.L’idea centrale della sua teoria è il concetto di valutazione che si riferisce a un processo decisionale che
valuta i danni ed i benefici personali esistenti in ogni interazione persona-ambiente:
 valutazioni primarie se la situazione è congruente con l’obiettivo e il coinvolgimento dell’io
 valutazioni secondarie decidono sul biasimo o il credito, il proprio potenziale di coping e le
aspettative future

Le emozioni sono considerate categorie discrete, ognuna delle quali può essere collocato lungo un
continuum.
Si possono verificare diverse emozioni contemporaneamente perché in ogni particolare incontro vengono
coinvolti molteplici motivazioni e obiettivi.
Ogni emozione comporta una specifica tendenza all’azione (es. fuga il caso di paura)

2.studia il concreto di temi relazionali nucleari secondo cui ogni emozione è collegata con una determinata
circostanza che la attiva. è un danno o beneficio che si ottiene in ogni incontro emozionale. (es. tema
relazionale nucleare per la rabbia è “un’offesa umiliante contro me e le mie cose”)
L’emozione coinvolge sempre la cognizione
“la valutazione è una causa necessaria e sufficiente delle emozioni e l’emergere di emozioni diverse nei
lattanti e nei bambini di diversa età riflette lo sviluppo della comprensione di sé e del mondo.” non esiste
un’emozione senza cognizione.
Cervello ed emozioni
Percezione di uno stimolo emotigeno risposta complessa da parte dell’organismo attraverso l’attivazione
di diverse strutture cerebrali:
•risposte ormonali attraverso l’attivazione dell’ipotalamo
•risposte vegetative attraverso il sistema autonomo simpatico e parasimpatico messo in funzione
dall’ipotalamo
•risposte motorie attraverso il grigio periacqueduttale
•risposte esperienziali attraverso (verosimilmente) la corteccia del cingolo anteriore
•risposte sociali attraverso il lobo frontale.

Numerose strutture corticali e sottocorticali sono coinvolte nella regolazione delle emozioni, nella
motivazione e nell’associazione degli stati emozionali con i ricordi e le sensazioni:
•Corteccia Cingolata
•Amigdala
•Ipotalamo
•Ippocampo
•Giro Paraippocampale
•Corteccia Orbito-frontale
•Corteccia Somestesica
•Insula
•Tronco Encefalico (nuclei monaminergici)
•Grigio Periacqueduttale

Basi neurodinamiche delle emozioni= sistema libico (= ippocampo e ipotalamo, amigdala e corteccia
prefrontale)

Damasio e le amozioni primarie e secondarie


Negli anni ’90 Damasio ha proposto una rielaborazione delle teorie di James-Lange e di Schachter-Singer.
grazie allo studio su casi clinici in cui le lesioni localizzate nelle aree prefrontali della corteccia determinano
deficit emotivi nei pazienti.
Damasio rivede le teorie precedenti che ritengono che le emozioni rappresentino una deviazione dal
comportamento perfettamente razionale.

Secondo il paradigma proposto da Damasio (1995; 2000) possiamo distinguere le emozioni in primarie e
secondarie.
Le primarie rappresentano una risposta automatica ed istintiva agli stimoli esterni;
hanno il proprio substrato nel sistema limbico, in particolare nell’amigdala e nel cingolato anteriore; e si
manifestano con delle risposte somatiche (coinvolgimento dei visceri, dei muscoli scheletrici, delle
ghiandole endocrine, del sistema vascolare e di quello immunitario).
Le secondarie rappresentano un passaggio successivo nell’elaborazione dell’esperienza emotiva
cosciente, e nascono «una volta che abbiamo cominciato a provare sentimenti e a stabilire connessioni
sistematiche tra categorie di oggetti e situazioni da un lato, ed emozioni primarie, dall’altro».

Emozioni e memoria

La componente emotiva è stata studiata in relazione a numerosi processi cognitivi.


Bower (1981) va sicuramente annoverato tra i più importanti studiosi che si sono occupati dello studio delle
relazioni tra memoria ed emozioni.
Egli propone una teoria basata sulla nozione di contesto.
secondo questa teoria: «il ricordo di qualunque materiale è facilitato quando il contesto fornisce delle
guide per il ricordo (retrieval cue); lo stato-dipendenza sarebbe un caso particolare di contesto
particolarmente ricco di agganci associativi per la somiglianza fra lo stato d’animo durante la presentazione
e lo stato d’animo durante la rievocazione» (D’Urso e Trentin, 1992).
Al momento della rievocazione si attiva nella memoria un particolare nodo emozionale di riferimento, al
quale si associano gli altri nodi della rete che in qualche modo sono collegati ad esso, permettendo così una
migliore rievocazione.
Altre ricerche hanno evidenziato come il recupero sia facilitato se ha luogo all’interno di una situazione
simile a quella nella quale è stato generato l’apprendimento originale.

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